martedì 7 febbraio 2023

LASAGNE CON VERDURE

250 grammi pasta fresca all'uovo per lasagne
300 grammi champignon
60 grammi parmigiano reggiano
50 grammi farina
2 carote
2 zucchine
2 melanzane
2 pomodori
1 costa di sedano
1 porro
1 spicchio d'aglio
2 mazzetti fiori di zucca
1/2 litro latte scremato
q.b. noce moscata 
sale 
pepe 
timo
Prepara il ragù vegetale. Spunta e taglia a pezzettini la carota e le zucchine, oppure grattugiale; affetta finemente il porro e la costa di sedano; sciacqua rapidamente gli champignon, poi riducili a fettine sottili; spunta e taglia a dadini le melanzane. Scalda una padella antiaderente e cuoci le diverse verdure, una varietà alla volta: salale, coprile e rosolale per 4-5 minuti a fiamma bassa, poi versale in una ciotola ampia. Fai la besciamella. Tosta la farina in una casseruola a fiamma media per qualche istante, mescolando. Versa il latte freddo, tutto in una volta e cuoci per circa 10 minuti mescolando con l a frusta, finché la salsa si addenserà. Regola di sale e pepe e aggiungi 1 pizzico di noce moscata grattugiata. Una volta preparato il ragù procedi con il riempire la terrina con uno strato di pasta e poi prosegui, fino a esaurire gli ingredienti. Intanto, tuffa i pomodori in una pentola con abbondante acqua in ebollizione per qualche istante, spellali, dividili a metà, elimina i semi e taglia la polpa a dadini. Uniscili nella ciotola con le verdure, con le foglioline di timo e lo spicchio d'aglio, spellato e tritato. Cuoci le lasagne. Distribuisci un velo di besciamella sul fondo di una pirofila, foderata con un foglio di carta da forno bagnato e strizzato, fai uno strato di lasagne, aggiungi uno strato di ragù vegetale, spolverizza di parmigiano reggiano grattugiato, poi ripeti gli strati, fino a esaurire gli ingredienti e terminando con il formaggio. Copri con alluminio e cuoci in forno già caldo a 180°C per 30 minuti. Elimina il foglio di alluminio, alza il calore a 220°C e cuoci per altri 10 minuti.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.


 

RAVIOLI DI PESCE IN SALSA AI PINOLI

300 grammi farina
4 uova
60 grammi grana
50 grammi pinoli
1/2 spicchio aglio
q.b. sale
q.b. pepe
500 grammi bianchetto (pesce azzurro)
2 cucchiai pane grattugiato
2 mazzetti basilico
4 cucchiai olio di oliva extravergine
Per la pasta all'uovo, inizia formando una fontana con la farina e rompendo al centro 3 delle uova previste. Unisci un cucchiaio d'olio ed inizia ad impastare velocemente fino ad ottenere un impasto liscio e sodo, che metterai da parte. Stendi la pasta con un mattarello o l'apposito macchinario dividendola in due sfoglie. Nel frattempo, prepara il ripieno sbattendo l'uovo rimasto in una ciotola, ed aggiungendovi i bianchetti, il pangrattato, metà del grana, ¼ del basilico tagliuzzato e 20 grammi di pinoli tritati. Mescola bene il composto e, se dovesse sembrarti poco consistente, aggiusta il tiro aggiungendo altro pangrattato. Forma adesso su una delle due sfoglie di pasta all'uovo dei piccoli mucchi di ripieno di pesce, copri con la seconda sfoglia e pressa delicatamente con le dita gli spazi “vuoti” tra un mucchietto di ripieno e l'altro. Taglia i tuoi ravioli con un semplice tagliapasta smerlato. Prepara la salsa ai pinoli con la quale guarnirai i tuoi ravioli freschi unendo i ¾ rimasti del basilico, l'aglio, 20gr di pinoli, 1 pizzico di sale e 3 dei cucchiai di olio previsti dalla ricetta. Cuoci i ravioli freschi per 5 minuti in acqua bollente e salata, scolali e raccoglili in una terrina calda. Per concludere la preparazione, condiscili con il pesto ed il grana rimasto, aggiusta di sale e pepe ed aggiungi i restanti pinoli per guarnire (che dovrai prima tostare leggermente in un padellino).


2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute. 



CUBÀITE


per la cialda:
albume di un uovo,
acqua,
mezzo cucchiaio di farina bianca;
per il ripieno 300 g di nocciole,
oppure 300 g tra nocciole, noci, mandorle,
150 g di miele di acacia,
buccia d'arancia,
30 g di zucchero.
Emulsionare gli ingredienti per le cialde. Riempire con questo composto l'apposito attrezzo, versandovene un cucchiaio alla volta, e porle sul fuoco. In questo modo si otterranno delle cialde sottili, che possono essere sostituite con le ostie. Intanto, abbrustolire le nocciole (noci o mandorle) per una decina di minuti in una padella e lasciare raffreddare. Nel frattempo riscaldare il miele con la buccia d'arancia, tritata finemente, e lo zucchero, mescolando continuamente per un quarto d'ora circa; a questo punto aggiungere le nocciole e cuocere per altri 5 minuti. Utilizzare un cucchiaio, preferibilmente di legno, per versare il dolce composto sopra metà delle cialde. Le restanti serviranno da copertura. Noto anche con il nome di ubrin, questo dolce è di probabile origine orientale. È infatti diffuso, in una versione molto simile, nel mondo arabo e nelle zone di influenza araba come la Sicilia dove anche il nome è praticamente identico: qubbayta in arabo, cubbaita in siciliano, cubaita in ligure. Ciò che rende particolare questo dolce, che altro non è che un croccante racchiuso tra due cialde, è la lavorazione che prevede l'utilizzo di attrezzi che localmente chiamano pinze: sono utensili dal manico molto lungo con alla sommità due dischetti piatti, ormai rari in commercio. Sui dischetti un tempo erano incise le iniziali della famiglia in modo da imprimerle sulle facce delle cialde, come avveniva per i corzetti, pasta caratteristica del Levante genovese. Le cubàite sono diffuse nel ponente ligure in particolare a Ventimiglia, Castel Vittorio, Camporosso e Pigna. Nella zona era tradizione prepararle in occasione di determinate ricorrenze religiose e festività. Dolce costituito da due cialde al cui interno si pone un ripieno, variabile da zona a zona, a base di nocciole, o anche di noci o di mandorle, scorze di arancia e miele.

5 DESSERT (2^ Edizione)
 
In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.


 


BANANA SPLIT


Banane 1
Gelato alla fragola 1 pallina
Gelato al cioccolato 1 pallina
Gelato alla panna 1 pallina
Cioccolato fondente 80 gr
Panna fresca 150 ml
Nocciole granella, q.b.
Cioccolato scagliette, q.b.
Ciliegie candite, 3
Confettura di fragole 2 cucchiai
Per preparare la banana split iniziate a preparare i due topping: per quello al cioccolato tritate il cioccolato fondente con un coltello, fatelo sciogliere a bagnomaria e aggiungete circa 30 ml di panna scaldata in un pentolino mescolando di continuo. Passate con un colino 2 cucchiai di confettura di fragole per eliminare i semini ed ottenere così una purea. Montate la rimanente panna fresca. Tagliate a metà una banana per il lungo e disponetela su di un piatto ovale o a “barchetta”, disponetevi quindi una pallina di gelato alla fragola, una di gelato alla vaniglia e una di gelato al cioccolato. Poi decorate con i topping di fragola e cioccolato a piacere e con la panna montata. Guarnite infine il banana split con della granella di nocciole, scagliette di cioccolato e ciliegie candite.
La banana split è un dessert di frutta e gelato tra i più famosi al mondo. A causa della forma della banana, che ne costitusce l'ingrediente irrinunciabile, viene servito in un piatto stretto e lungo denominato barchetta. La ricetta della banana split fu brevettata nel 1904 da David Evans Strickler, studente dell'Università di Pittsburgh, che all'epoca lavorava nel bar del padre, a Latrobe in Pennsylvania, occupandosi prevalentemente di bibite e cocktail. Secondo la tradizione, Stickler perfezionò il dessert ideato alcuni anni prima da un venditore di gelati di Boston, che aveva il difetto di essere composto con banane non sbucciate. Tuttavia tutti i cittadini di Latrobe lo accreditano come l'inventore del celebre dolce, tanto che nel 2004 è stato celebrato il centesimo anniversario dall'invenzione della banana split. L'invenzione della banana split è reclamata anche dalla città di Wilmington, in Ohio: qui nel 1907 il ristoratore Ernest Hazard, deluso dalle proposte ricevute dal proprio personale, al quale aveva chiesto di inventare un nuovo dolce da sottoporre al giudizio dei clienti, preparò da solo un dessert, tagliando longitudinalmente una banana ed aggiungendo del gelato come ripieno. In ricordo di quell'episodio ogni anno a Wilmington si tiene il "Banana Split Festival", una vera e propria palestra culinaria in cui tutti possono sbizzarrirsi nella preparazione del dolce. Indipendentemente dalla sua invenzione, al successo e alla diffusione della banana split contribuì in modo decisivo la catena di ristoranti Walgreens, fondata a Chicago nel 1901: il fondatore Charles Walgreen, incluse presto la banana split nel menù e in breve tempo essa divenne un elemento distintivo della catena. La preparazione della banana split richiede di sbucciare una banana e tagliarla a metà in senso longitudinale, disponendola in un piatto preferibilmente di forma allungata. Alla banana va quindi aggiunto del gelato - la tradizione vuole che siano aggiunte tre palle, una alla fragola, una al cioccolato e una alla vaniglia - ricoperto da panna montata. Altre gustose guarnizioni per il gelato possono essere le noccioline sbriciolate, il caramello, fettine di ananas, lo sciroppo d'acero, quello al cioccolato o ancora quello all'amarena e le ciliegie. Molti ristoranti e pasticcerie aggiungono anche del maraschino alla panna montata o alle noccioline.



5 DESSERT (2^ Edizione)

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.




lunedì 6 febbraio 2023

FOCACCIA DOLCE SARZANESE

farina (500g),
zucchero (150 g),
zibibbo (100 g),
noci e nocciole sgusciate (150 g),
semi di anice (un pizzico), vino bianco (un bicchiere),
olio di oliva (50 g),  
lievito di birra (40 g),
sale,
vino,
zucchero.
Mettere in una terrina farina, uovo, sale, zucchero, bicchierino di anice, vino e lievito, sciolto in acqua tiepida; amalgamare bene, aggiungere l'olio e lo zucchero rimanente. Completare l'impasto con lo zibibbo, le noci e le nocciole tritate e i semi di anice. Lavorare bene, dare la forma di una pagnotta e lasciare a lievitare in luogo caldo per almeno tre ore. Sciogliere lo zucchero nel vino e spennellare la focaccia. Cuocere in forno, meglio se a legna, per circa un'ora a 180°C. La focaccia si serve fredda, accompagnata da un buon vino dolce. La focaccia dolce sarzanese (La Spezia) è anche detta focaccia di Natale in quanto veniva preparata in occasione di questa festività, diventandone simbolo irrinunciabile come l'albero decorato e il presepe. Si dice che la ricetta fosse utilizzata nell'antichità dai marinai per la compattezza della pasta, che garantiva una più lunga conservazione. E’ un dolce dalla forma rotonda, con un diametro di circa 20 cm, ricco di nocciole e di noci. La Focaccia dolce sarzanese è assurta anche a dignità letteraria poichè Mario Soldati in Vapor di Val di Magra, ricordando un suo viaggio del 1959 attraverso la Liguria, ne riferiva le qualità riportando la ricetta così come ancora oggi viene riproposta da piccoli laboratori che ne curano la rivendita esclusivamente locale.


18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

5 DESSERT (2^ Edizione)
In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.



POLLO AL CURRY

secondo di carne
200 gr di riso basmati
250 gr di petto di pollo
mezza carota (se piccola 1 carota)
mezza cipolla
curry q.b. (1-2 cucchiai dipende dai gusti)
sale
2-3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
latte q.b. (circa 1 bicchiere)
2-3 cucchiai di farina
Sciacquare il riso in un recipiente sotto l’acqua corrente e poi passandolo in un colino (io uso un colino a trama fitta). Si deve sciacquare piu’ volte senza lasciarlo in ammollo, finchè l’acqua ne uscirà pulita (io faccio tipo 10 risciacqui).
In una pentola mettere un filo d’olio di semi, il riso e l’acqua in eguale misura (praticamente il riso verrà appena coperto dall’acqua). Portare ad ebollizione, quando bolle mettere il fuoco al minimo, coprire con un coperchio e lasciate cuocere per 10 minuti. Passati i 10 minuti spegnere il fuoco e lasciare riposare per altri 10 minuti. Togliere il coperchio e sgranare il riso con una forchetta. Se non si utilizza subito mettere un canovaccio sopra la pentola e chiudere con il coperchio, in questo modo si manterrà perfetto fino all’utilizzo. Preparare il pollo tagliandolo a striscioline e metterlo in una terrina a insaporire con il curry. Tagliare finemente la cipolla e la carota, in una padella mettere un filo d’olio e cuocere il soffritto per qualche minuto. Aggiungere il pollo a pezzettini e rosolarlo per bene. Cuocere per 10 minuti, regolare di sale e aggiungere il latte, la farina e un altro po’ di polvere di curry. Lasciare cuocere per altri 10 minuti circa, e se si asciuga troppo unire altro latte.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

RISOTTO ALLA CREMA DI SCAMPI

320 g di riso (preferibile tipo “carnaroli” o “Vialone Nano”)
800 g di scampi (scegliete scampi non troppo grossi)
1 bicchierino di brandy 1 scalogno 1 ciuffo di prezzemolo tritato
q.b. olio extra vergine d’oliva q.b. burro q.b. sale e pepe
50 ml di salsa di pomodoro 

1 costa di sedano
1 scalogno 

1 o 2 carote 
1 spicchio di aglio
1/2 bicchiere di vino bianco 

q.b. sale 
2/3 grani di pepe
Iniziamo col preparare il fumetto. Lavate tutti gli scampi (avendo cura di metterne quattro da parte per guarnire il vostro risotto prima di portarlo a tavola) e procedete ad eliminare teste e carapaci (i gusci esterni). Prendete una pentola e fatevi soffriggere uno spicchio d’aglio e un po’ di olio con lo scalogno, le carote ed il sedano. Aggiungete le teste (schiacciandole un po’) ed i carapaci. Fate rosolare il tutto per qualche minuto e poi sfumate con il vino bianco. Quando sarà evaporato aggiungete un mestolo d’acqua calda e fate cuocere a fuoco medio il fumetto per almeno 30 minuti. Aggiungete un pizzico di sale e, con l’aiuto di un colino, filtrate il brodo eliminando ogni residuo di pesce. Mantenete il brodo al caldo. Per la crema di scampi: prendete gli scampi e, aiutandovi con delle forbici, puliteli tagliando il guscio al centro e tirandone fuori con delicatezza la polpa. Abbiate cura di eliminare il filo nero intestinale. A questo punto fare rosolare gli scampi con l’olio e lo scalogno tritato, sfumate con il brandy e quando sarà evaporato, aggiungete la salsa di pomodoro (o i pomodori) ed un pizzico di sale. Fate cuocere il tutto per qualche minuto, poi frullatelo con il mixer, aggiungete un po’ di prezzemolo tritato e, se volete, un po’ di panna da cucina. Procediamo col la preparazione del risotto. Prendete lo scalogno e tritatelo in maniera molto sottile, mettetelo in pentola con un pochino di burro e aggiungete il riso che farete tostare per bene avendo cura di sfumarlo con il brodo di pesce. Portatelo a cottura aggiungendo il fumetto caldo di volta in volta. Quando il riso è ancora molto al dente, aggiungete la crema di scampi, una manciata di sale ed un pizzico di pepe ed ultimate la cottura. Prima di togliere la pentola dal fuoco, prendete una noce di burro ed aggiungetela al vostro risotto e mescolate. Prima di servire, ben caldo, guarnite il vostro risotto alla crema di scampi con foglioline di prezzemolo ed uno scampo intero.
14 PASTA & RISO (2^ Edizione)
 

Pasta e riso. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 140 schede di prodotti, lavorazioni e ricette pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La pasta è una sorta di marchio di italianità, il riso ci fa cittadini del mondo. Tanti tipi di paste da conoscere ed altrettanti tipi di riso. Ma soprattutto tanti consigli su come sceglierli e cucinarli al meglio.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine). 

LASAGNE CON ZUCCA E FUNGHI

400 grammi polpa di zucca
1 spicchio aglio
2 scalogni
1 mazzetto prezzemolo
2 rametti timo
300 grammi lasagne
400 grammi funghi porcini
q.b. burro
1 decilitro vino bianco
q.b. sale
q.b. pepe
60 grammi grana padano fresco
q.b. olio di oliva extravergine
Per prima cosa taglia la zucca e i funghi puliti a fettine sottili. Trita l'aglio con gli scalogni e le erbe e riunisci il trito in un tegame con 30 g di burro. Fallo insaporire per 2-3 minuti, unisci la zucca, il vino, 1/2 mestolo di acqua, sale e pepe. Copri e stufa per 15 minuti. Unisci i funghi e cuoci ancora per 5 minuti, mentre ti prepari a cuocere le lasagne. Lessa le lasagne in abbondante acqua bollente leggermente salata a cui avrai aggiunto 2 di cucchiai d’olio, poi scolale con un mestolo forato e stendile su un canovaccio. Imburra una teglia e forma uno strato di pasta. Continua con il condimento di zucca e funghi e 1 parte del grana grattugiato e procedi fino a esaurire le lasagne e il condimento. Cospargi la superficie con il formaggio rimasto, ultima con fiocchetti di burro e inforna a 200° le lasagne con i funghi finché il formaggio in superficie sarà sciolto.


2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


domenica 5 febbraio 2023

GATHULIS

700 gr di patate bianche;
300 gr di formaggio fisciù (in sostituzione il pecorino);
350 gr di farina;
350 gr di semola di grano duro;
olio evo qb;
sale.
Mettere a bollire le patate, scolare e privale della buccia quando sono ancora tiepide. Schiacciare le patate con una forchetta e unire formaggio e sale. Amalgamare bene il tutto e unire la farina e la semola. Una volta ottenuto un impasto omogeneo lasciarlo riposare per una mezzoretta circa trascorsa la quale trasformare l’impasto in tanti vermicelli lunghi circa 10 cm da unire alle estremità formando una sorta di anellino. Friggere e servire caldi.
I gathulis o gattulis sono un piatto tipico della tradizione sarda, originari dell'Ogliastra e in particolare del comune di Villagrande Strisaili. Sono ciambelline fritte i cui ingredienti principali sono le patate, la semola e un particolare formaggio sardo detto fiscidu o frue (formaggio ovino in salamoia). Da anni nel mese di agosto a Villagrande Strisaili si tiene la sagra dei gathulis.

1 ANTIPASTI (2^ Edizione)

Antipasti. In queste 220 pagine sono raccolte oltre 150 ricette di antipasti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Leggi le mie ricette di entrées, cioè le portate che aprono un pranzo od una cena importante, o semplicemente sono un delizioso sfizio per il palato in qualunque momento della giornata. Se ti sarà venuta l'acquolina in bocca allora mettile in pratica. Il successo è assicurato, sia che si tratti di un'intrigante appuntamento a due, sia che si tratti di un pranzo di lavoro, sia che si tratti di una conviviale serata con gli amici del cuore.

CANNELLONI CON CREMA DI ZUCCA

500 grammi zucca
100 grammi ricotta
100 grammi lardo
80 grammi grana
40 grammi burro
12 cannelloni secchi
1 amaretto
q.b. latte intero
q.b. olio di oliva extravergine
q.b. noce moscata
q.b. timo
q.b. sale
q.b. pepe
Per realizzare la ricetta dei cannelloni taglia la zucca a fettine e mettile a cuocere in forno a 200° per 20 minuti. Sfornale e schiacciale con la forchetta per creare una purea. Versa la purea di zucca in una ciotola assieme alla ricotta, a 20 g di grana e a 4-5 cucchiai di latte. Insaporisci con la noce moscata, il sale e il pepe e amalgama la crema. Lessa i cannelloni in acqua bollente salata a cui avrai aggiunto 2 cucchiai di olio. Scolali quando sono ancora al dente e poggiali su un canovaccio. Metti la crema di zucca in una tasca da pasticcere e farcisci la pasta. Disponi i cannelloni su una placca foderata di carta da forno leggermente imburrata. Mescola il grana che è rimasto con 5-6 cucchiai di latte e distribuisci questa crema sui cannelloni, insieme a qualche fiocchetto di burro. Inforna a 180° per 20-25 minuti. Poco prima del termine della cottura, fai un trito con il lardo e il timo e lascialo rosolare in un tegame senza altri condimenti. Aggiungi l’amaretto sbriciolato e fai dorare il tutto. Servi i cannelloni con crema di zucca caldi, con una spolverata del trito croccante.


2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.



CONCHIGLIE CON VERDURE MISTE

conchiglie con verdure miste
q.b. pepe
q.b. brodo vegetale
50 grammi burro
1 carota
q.b. erba cipollina
140 grammi grana
1 decilitro latte intero
150 grammi lattuga
320 grammi pasta di semola (di grano duro)
q.b. sale
1.5 decilitro panna fresca
1 porro
150 grammi bieta
1 zucchina
Lava e taglia a dadini la zucchina e la carota, a rondelle il porro e a listarelle le biete e la lattuga. Fai sciogliere in un tegame 40 g di burro e lascia soffriggere le verdure. Bagnale con un mestolo di brodo caldo, regola di sale e pepe e continua la cottura a fiamma viva per circa 10 minuti. A fine cottura aggiungi un ciuffo di erba cipollina spezzettata. Prepara la fonduta per le conchiglie facendo addensare in una casseruola la panna e il latte. Dopo qualche minuto aggiungi 100 g di grana grattugiato, una presa di sale e una macinata di pepe e mescola. Spegni il fuoco e tieni in caldo la salsa a bagnomaria. Cuoci le conchiglie in acqua bollente leggermente salata e scolale al dente. Versale nel tegame con le verdure e mescola. Disponi uno strato di pasta sul fondo di una pirofila imburrata e cospargila con un po’ della fonduta e il grana. Alterna gli strati e, in cima, cospargi la pasta solo con il grana. Fai cuocere le conchiglie con verdure miste e fonduta in forno a 180° per 10 minuti, quindi alza la temperatura a 250° e lascia gratinare per altri 10 minuti.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.
 

PARMIGIANA DI MELANZANE


1,5 kg melanzane
1/2 cipolle
basilico qualche foglia
150 g parmigiano reggiano
1 dl olio d' oliva
100 g sale grosso (per spurgare le melanzane)
sale fino q.b.
500 g caciocavallo
aglio 1 spicchio
2 cucchiai di triplo concentrato pomodori
1,4 lt passata di pomodoro
per friggere
olio di semi di arachide
Per preparare la parmigiana di melanzane iniziate dal sugo di pomodoro: in una padella versate un filo d'olio e aggiungete l'aglio e la cipolla tritati. Fate soffriggere per qualche minuto, poi aggiungete la passata e il concentrato di pomodoro sciolto in poca acqua, salate e pepate a piacere e lasciate bollire fino all'addensamento del sugo. Quando il sugo si sarà addensato, aggiungete le foglioline di basilico e spegnete il fuoco. Tagliate a fette sottili il caciocavallo; dopodiché lavate e asciugate le melanzane, spuntatele e con una mandolina tagliatele a fette di circa 1 centimetro di spessore per il verso della lunghezza. Disponetele a strati in uno scolapasta capiente e cospargete ogni strato di sale grosso. Lasciate risposare le vostre melanzane per almeno 1 ora, in modo che possano espellere una buona parte del liquido amarognolo che le caratterizza. Trascorso il tempo necessario, toglietele dalla ciotola, sciacquatele accuratamente sotto l'acqua corrente e asciugatele per bene. In una padella ampia versate abbondante olio di semi, quindi friggete le melanzane, poche alla volta per non abbassare troppo la temperatura dell'olio; giratele da entrambe i lati poi scolatele su un foglio di carta assorbente. Tamponatele con altra carta assorbente; poi ungete una pirofila 15x20 con dell'olio aiutandovi con un pennellino da cucina e cospargete il fondo con un po' di sugo. Adagiate tre fette di melanzane, un po' di salsa e del Parmigiano grattugiato e uno strato di fette di caciocavallo. Ponete un altro strato di melanzane e uno di sugo, poi di nuovo Parmigiano, fettine di caciocavallo e ricominciate con uno strato di melanzane. Proseguite fino ad esaurimento degli ingredienti, terminando con le melanzane. Coprite con il sugo rimasto e il Parmigiano grattugiato. Infornate in forno statico preriscaldato a 200° per 40 minuti (se ventilato a 180° per 30-35 minuti). Una volta cotta, lasciate la parmigiana in forno spento in modo che riposando si rapprenda meglio. Poi sfornatela e servitela tiepida oppure fredda.
La parmigiana di melanzane o anche, melanzane alla parmigiana, o semplicemente parmigiana, è un piatto a base di melanzane fritte e gratinate in forno con passata di pomodoro, basilico, aglio e pecorino siciliano o caciocavallo. È un piatto di dubbia origine, in quanto è ancora oggetto di discussione se sia napoletano o siciliano come tale è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf). La melanzana è una pianta originaria del continente asiatico; venne probabilmente introdotta in Europa ad opera di mercanti arabi nel corso del basso medioevo. Come altri vegetali appartenenti alla famiglia delle solanacee, è stata per lungo tempo accompagnata da cattiva fama; per questa ragione la sua diffusione in Europa ebbe inizio solo a partire dal XVIII secolo, periodo in cui comincia a diventare di uso comune nelle mense del popolo prima e della nobiltà poi. Un indizio importante per individuare il momento in cui la ricetta cominciò a prendere corpo è identificabile nella presenza di un ingrediente importante qual è il pomodoro, fatto che in certa misura ne certifica l'origine settecentesca. Anche questo ortaggio, importato in Europa solo con la scoperta delle Americhe, ha seguito lo stesso destino della melanzana, riuscendo infine ad affermarsi nelle mense europee solo nel corso del XVIII secolo. Queste osservazioni sostengono la tesi che la comparsa della parmigiana sia da collocare tra la seconda metà del XVIII ed i primi decenni del XIX secolo. Tuttavia, è possibile che preparazioni simili fossero presenti prima della diffusione della melanzana e dell'introduzione del pomodoro. La storia della ricetta tuttavia non è chiara e dunque risulta impossibile risalire con certezza all'origine della stessa. L'invenzione del piatto viene per questo motivo contesa dalla Sicilia e dalle città di Napoli e di Parma.
Attribuzione siciliana
Il termine "parmigiana", secondo alcuni, deriverebbe dalla parola siciliana parmiciana, con cui sono chiamate le liste di legno che compongono una finestra persiana, forma richiamata dalla disposizione a strati sovrapposti delle fette di melanzana fritte. La teoria che affermerebbe la paternità della ricetta alla Sicilia orientale trae forza anche dal fatto che in questa parte d'Italia il piatto viene chiamato "parmigiana di melanzane", non "melanzane alla parmigiana" come in Emilia, quindi il sostantivo è "parmigiana" e "di melanzane" è la specificazione.
Il nome di questo piatto potrebbe più verosimilmente derivare dalla parola turca patlican' e/o da quella araba 'al-badingian' (in queste lingue le consonanti p e b si pronunciano allo stesso modo). Infatti sia nella cucina araba che in quella turca esiste un piatto in qualche modo simile che è passato nella cucina greca con il nome di moussaka. Ad avvalorare tale ipotesi il termine siciliano del tipo di melanzana con cui si fa la pietanza, petronciana. Nelle ricette antiche è previsto l'uso del formaggio pecorino siciliano, molto utilizzato nella cucina meridionale, per cui non sembrerebbe esserci alcune relazione con il formaggio parmigiano reggiano il cui utilizzo nella cucina meridionale si è diffuso nel secondo dopoguerra.
Attribuzione napoletana
Jeanne Caròla Francesconi, scrittrice e conoscitrice della cucina napoletana, sostiene che le origini della ricetta risalgono ad oltre due secoli or sono ed individua, nelle opere di Vincenzo Corrado e Ippolito Cavalcanti, i primi tentativi di illustrare quella che noi conosciamo attualmente come parmigiana di melanzane.
Troviamo la prima ricetta riconducibile in certa misura a quella che noi oggi conosciamo come parmigiana nel celebre trattato Il Cuoco Galante di Vincenzo Corrado, autore di origine pugliese che tra il XVIII e il XIX secolo prestò servizio nelle più prestigiose casate napoletane. È possibile, anche per le ragioni esposte, che in origine la preparazione fosse tipica delle zucchine. Nell'unica ricetta dedicata alle melanzane (petronciani) l'autore suggerisce la possibilità di prepararle alla maniera di zucche, pastinache (sorta di carote) e pomodori. Per trovare la prima ricetta delle melanzane alla parmigiana a noi familiare bisogna invece aspettare il 1837, quando Ippolito Cavalcanti duca di Buonvicino diede alle stampe la sua opera più importante: Cucina teorico pratica. È comunque da rimarcare il fatto che in molti libri di gastronomia stampati tra il 1600 ed il 1800, tra i quali quelli del Corrado e del Cavalcanti, la locuzione "alla parmigiana" veniva adoperata per indicare la presenza del tipico formaggio nelle ricette, valga l'esempio delle 28 ricette "alla parmigiana" illustrate nel Cuoco Galante, tutte caratterizzate dalla presenza del formaggio Parmigiano.
Attribuzione parmense
La parmigiana per antonomasia è oggi quella di melanzane, ma il termine viene talvolta riferito anche a preparazioni a base di ortaggi affettati e disposti come le scalette di una finestra persiana a formare strati alternati con altri ingredienti. Il dizionario Devoto-Oli definisce il termine come segue: "cucinare alla maniera dei parmigiani, ovverosia degli abitanti della città di Parma, vuol dire cucinare vegetali a strati".
Stessa etimologia è proposta dal "Dizionario etimologico" Cortelazzo-Zolli, che fa risalire la comparsa del termine parmigiana, ma non si sa se riferito alla pietanza di melanzane fritte e cotte al forno, a prima del 1440 da Simone de' Prodenzani. Nella sequenza delle portate del Prodenzani, tuttavia, le parmigiane sono collocate tra la frutta e i dolci.


3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.