venerdì 16 settembre 2022

CONFETTURA DI MELE COTOGNE

Mele Cotogne 1 kg
Zucchero 600 g
Limoni non trattati 2
Prendete il limoni non trattati e grattugiatene la buccia che terrete da parte. Poi spremete i limoni per ottenerne il succo. Lavate ed asciugate accuratamente le mele. Privatele del picciolo e tagliatele poi in quarti. Non è necessario sbucciarle. Privatele del torsolo e ricavate dei cubettini di circa eguale dimensione per favorire una cottura uniforme che riporrete mano a mano che le tagliate in una ciotola con acqua acidulata (potete utilizzare anche i limoni che avete spremuto) per evitare che annerisca. Una volta terminate la preparazione delle mele scolatele aiutandovi con una schiumarola per far sgocciolare l’acqua in eccesso e versatele in un tegame dai bordi alti. Unite lo zucchero e fate cuocere a fuoco medio fino a che la frutta non sarà ammorbidita. Continuate a mescolare per favorire una cottura uniforme. Quando il composto avrà quasi raggiunto la temperatura di 108°C (ci vorranno circa 30 minuti), da misurare con un termometro da cucina, unite il succo di limone. Versate anche le scorze grattugiate del limone e mescolate bene per aromatizzare la vostra confettura. Quindi spegnete il fuoco e prelevate dal tegame circa 3/4 della confettura: passatela con il passaverdura per renderla più cremosa e omogenea. Unitela di nuovo nel tegame con i tocchetti interi di mele cotogne. A questo punto trasferite la confettura ancora calda direttamente nei vasetti che. Abbiate cura di lasciare 1 centimetro dal bordo, quindi avvitate bene il tappo su ogni vasetto, senza stringere troppo e lasciate raffreddare. Con il calore della confettura si creerà il sottovuoto, che permetterà di conservare il prodotto a lungo. Una volta che i barattoli si saranno raffreddati verificate se il sottovuoto è avvenuto correttamente: potete premere al centro del tappo e, se non sentirete il classico "click-clack", il sottovuoto sarà avvenuto.
 


12 CONSERVE (2^ Edizione)

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

AGLIO DI CASTELLIRI

Nato dalla fortunata combinazione di aglio bianco e di aglio rosa il "ROSSO" ha trovato terreno assai fertile nelle soleggiate colline e pianure di Castelliri da tempi remoti.
Il processo produttivo è ancora del tutto legato alla tradizionalità della coltura. L'Aglio Rosso viene coltivato su terreni di natura principalmente argillosa, su filari paralleli distanti l'uno dall' altro circa 30- 40 cm. La semina viene effettuata manualmente da metà novembre fino al mese di dicembre e a volte gennaio, vengono seminati sui filari spicchi di aglio ogni 3 massimo 5 cm. La raccolta avviene nel mese di giungo nelle ore più fresche. I bulbi vengono fatti asciugare al sole e protetti dai suoi raggi dai 3 ai 7 giorni (a seconda della temperatura del periodo). Successivamente viene eseguito il classico lavoro manuale dell'intrecciatura. Le teste non vengono recise dalla pianta ma "'nzertate" in lunghe trecce a volte anche a due capi.
L'Aglio Rosso di Castelliri è caratterizzato da una forma ovale del bulbo, una pellicola esterna o "tunica" di colore bianco e quella interna, che avvolge gli spicchi o "bulbilli", è di un colore rosso porpora molto lucente. Di norma il peso di una testa di aglio è di circa 60 gr.
Ha un aroma acre e pungente, dal sapore leggermente piccante.
In cucina viene utilizzato per l'intenso e caratteristico aroma. Ha un 'ottima conservabilità.

10 ORTAGGI (2^ Edizione)
 
Ortaggi. In queste 360 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Ortaggi, che spettacolo vedere i banchi dei prodotti dell'orto traboccare di colori in ogni stagione. Ed i sapori? In cucina lo spettacolo visivo si muta in spettacolo aromatico. Senza giungere agli eccessi di una dieta vegetariana sbilanciata, gli ortaggi sono salute... e risparmio. In ogni stagione la verdura sta sulla nostra tavola. Ma una conoscenza più approfondita ci fa scoprire che ogni tipo di ortaggio ha molte varianti. Si deve conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro ortolano di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).





 

OLIO VALLI TRAPANESI

Valli Trapanesi (DOP) è un olio di oliva a Denominazione di origine protetta, che si produce nei territori di Trapani, Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Gibellina, Marsala, Mazara del Vallo, Paceco, Petrosino, Poggioreale, Salemi, San Vito Lo Capo, Valderice, Vita.
Deve essere prodotto almeno con 80 % di olive Cerasuola e Nocellara del Belice.

 13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

SALSA BLUE CHEESE

La salsa blue cheese (traducibile dalla lingua inglese in "salsa ai formaggi blu") è una salsa a base di formaggio erborinato, utilizzata solitamente come accompagnamento di carne alla griglia. Alla base della salsa blue cheese, oltre al formaggio erborinato, vi sono maionese, panna acida, latte, aceto e cipolle o aglio in polvere. In Francia è diffusa una variante della salsa blue cheese, chiamata blue cheese vinaigrette per la somiglianza con la salsa francese vinaigrette, preparata con olio d'oliva, formaggio erborinato, aceto e talvolta spezie.

11 SALSE
 (2^ Edizione)

 
Salse. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 100 ricette di salse, criteri di classificazione e di abbinamento pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Esiste una teoria generale della derivazione delle salse. Da sole 5 salse madri derivano tutte le altre per piccole variazioni, aggiunte o sottrazioni. Le salse completano primi, secondi, contorni, pesce, carne, verdure, pasta, tutto. Impariamo insieme a fare le salse. Senza giungere agli eccessi di una cucina troppo salsamentaria come era d’uso nell’800, le salse completano e danno quel tocco in più di sapore che non guasta.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



FARINA DI GRANO SARACENO

Secondo alcuni autori, il grano saraceno non è propriamente un cereale. Tale discriminazione nasce dal diverso inquadramento botanico rispetto ai cereali propriamente detti (come il frumento, l'orzo, la segale, il riso ecc.). Infatti, mentre questi ultimi appartengono alla Famiglia delle Polygonaceae (o Graminacee che dir si voglia), il grano saraceno è un membro della famiglia Fagopyrum. Ad ogni modo, dal momento che le caratteristiche nutrizionali e gli impieghi industriali sono sovrapponibili a quelli dei cereali propriamente detti, gli stessi Autori classificano il grano saraceno nel gruppo degli pseudocereali; gruppo a cui appartengono anche l'amaranto e la quinoa. La nomenclatura binomiale del grano saraceno è Fagopyrum esculentum. Dal punto di vista botanico, la pianta non ha nulla a che fare col frumento (grano propriamente detto - Triticum aestivum) ed il suo nome (anche sinonimo di grano nero) si riferisce ad alcuni passati episodi di contraffazione alimentare. In tali circostanze, la farina di grano saraceno (più economica) veniva addizionata a quella del frumento per alleggerire i costi. I semi di grano saraceno sono piuttosto differenti rispetto a quelli dei cereali più comuni. Come mostrato nell'immagine, si tratta di acheni dalla forma piramidale, spesso pigmentati in tonalità più scure. La pianta è originaria della Siberia meridionale e della Manciuria; da questi luoghi si diffuse prima in Cina, poi (in base alle varie correnti di pensiero) in Turchia (e da qui in Grecia) o in Russia centrale (ed in seguito in Europa settentrionale); giunse solo più tardi in Europa centrale. In Italia, la coltivazione ed il consumo sono diffusi prevalentemente nelle regioni settentrionali (province di Bolzano e Sondrio). Il grano saraceno viene coltivato come foraggio animale o per l'alimentazione umana. Essendo privo di glutine, è idoneo alla nutrizione del celiaco e viene utilizzato prevalentemente come alternativa ai classici cereali contenenti glutine. Intero, il seme si presta alla formulazione di primi piatti (brodosi o asciutti), mentre sottoforma di farina viene destinato al confezionamento di porridge, pasta alimentare, crespelle, biscotti o analoghi del pane non lievitati naturalmente (piuttosto, mediante lievito chimico). Iniziamo col specificare che, pur essendo privo di glutine, il grano saraceno si contraddistingue per l'elevato potenziale allergizzante; in pazienti sensibilizzati, l'ingestione dei semi o della farina può indurre reazioni allergiche anche severe quali l'anafilassi. La farina di grano saraceno reperibile in commercio proviene fondamentalmente da agricoltura biologica, in quanto si tratta di un prodotto abbastanza popolare nei regimi alimentari naturisti ed alternativi (ad es. la cucina macrobiotica); non a caso, il prezzo al dettaglio della farina di grano saraceno si aggira intorno ai 4,50 €/kg. La farina di grano saraceno ha un apporto energetico simile a quello delle farine ricavate dai cereali tradizionali. Vanta un contenuto di carboidrati complessi molto elevato, seguito da una concentrazione discreta (ma non eccezionale) di proteine. Il valore biologico dei peptidi è medio, anche se il contenuto dell'amminoacido limitante "lisina" pare superiore rispetto alla farina di grano comune. I lipidi sono pressoché insignificanti, ma contengono una ripartizione degli acidi grassi a dir poco notevole, grazie alla ricchezza in polinsaturi. La farina di grano saraceno si ricava dalla macinatura dei semi privi di rivestimenti tegumentari. L'apporto di fibre è addirittura inferiore a quello della farina 00 ricavata dal frumento tradizionale. In merito alle vitamine, il grano saraceno contiene soprattutto tiamina (vit. B1), niacina (vit. PP) e α-tocoferolo (vit. E). Per quel che concerne i sali minerali, si evincono discrete quantità di potassio e zinco, mentre l'apporto di ferro è notevole (malgrado la scarsa biodisponibilità). E' anche opportuno specificare che nella farina di grano saraceno permane un buona dose di rutina, un antiossidante di tipo flavonoico, presente in tutta la pianta, che possiede caratteristiche antiaggreganti oltre che antitrombotiche. Per di più, pare che la molecola D-chiro-inositolo in essa contenuta abbia dei potenziali effetti positivi sul metabolismo dei soggetti affetti da diabete mellito tipo 2 e/o ovaio policistico. La farina di grano saraceno contiene anche una proteina ipoteticamente utile nella lotta all'ipercolesterolemia, ma la sua efficacia deve essere ancora confermata in ambito sperimentale.

 12 CONSERVE (2^ Edizione)


Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.


BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

BIRRE 46: THERESIANER


Birra Theresianer è una birra italiana, prodotta dalla Theresianer - Antica Birreria di Trieste con sede a Nervesa della Battaglia (Treviso). Fa parte del gruppo Hausbrandt. Le radici della birra, risalgono al 1766 quando a Trieste, sotto l'impero austro-ungarico di Maria Teresa d'Austria si stabilirono molti austriaci con le loro usanze tra cui la birra, nasce la prima birreria della città.
Le birre
Premium Lager, birra a bassa fermentazione, colore giallo paglierino, 12 gradi Plato, alcol 4,8% vol
Premium Pils, birra a bassa fermentazione, colore giallo paglierino, 12 gradi Plato, 5% vol
Vienna, birra a bassa fermentazione, colore ambrato rossiccio, 14 gradi Plato, 5,3% vol
Strong Ale, birra ad alta fermentazione, colore rosso ambrato, 18,5 gradi Plato, 8,5% vol
Pale Ale, birra ad alta fermentazione, colore dorato, 16 gradi Plato, 6,5% vol
Wit, birra di frumento ad alta fermentazione, colore giallo paglierino, 12,5 gradi Plato, 5,1% vol
Bock, birra a bassa fermentazione, colore ambrato Intenso, 16 gradi Plato, 6,5% vol
Birra d’Inverno, birra ad alta fermentazione, colore ambrato carico, 18,5 gradi Plato, 8,5% vol

20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

RUM COOLER

DRINK – Alcolico | Long Drink
4 spicchi di lime
2 cucchiaini di zucchero di canna
8 parti di Rum bianco
2 parti di Ginger ale
In un bicchiere con ghiaccio, mettete il lime e, con un pestello, pestatelo insieme allo zucchero, quindi versate il rhum e successivamente il Ginger ale fino all’orlo. Mescolate e servite.

16 COCKTAIL (2^ Edizione)
 

Cocktail.In queste 340 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, attrezzature e ricettepubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Mixology. Con questa parola si indica l'arte di mescolare con sapienza distillati, liquori, soft drink ed altro. Una preventiva conoscenza degli elementi che compongono un cocktail è la base del successo. Imparate a preparare quelli canonici riconosciuti dall'IBA e poi lanciatevi a prepararne dei nuovi. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro Barman di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


I Solar Foods




Ma quando andremo su Marte, la merendina ce la dovremo portare da casa? Per rispondere a questa domanda, che immagino assilli tutte le casalinghe di Voghera di umbertoechiana memoria, oggi il vostro cronista del gusto si dovrà spingere oltre la soglia dell’innovazione alimentare a cui gradualmente, in questo 2020, vi ha abituato. La risposta è “no, la merendina ce la fabbricheremo in loco” con la stessa tecnica che stiamo già usando sulla Terra. Si tratta dei Solar Foods prodotti e commercializzati dalla finlandese Solein, frutto di una ricerca del Technical Research Center of Finland e della Lappeenranta University of Technology. Sono cibi proteici fatti con sole, acqua, anidride carbonica ed elettricità. Proteine vegane al 100%, cruelty free e sostenibili, prodotte con l’elettrolisi ed i bioreattori, polveri bianche simili alla farina 00, composte per il 50% da proteine, per il 5-10% da grassi e un 20-25% da carboidrati. Il primo grande merito dei Solar Foods è quello che l’impatto ambientale è 100 volte inferiore a quello dei prodotti a base di carne, poiché non vi è nessuna emissione di CO2, che anzi viene impiegata per la loro produzione, ed è necessario un bassissimo consumo di acqua: per 1 kg di Solar Foods bastano 10 litri di acqua, 1000 volte di meno di quelli necessari per produrre 1 kg di carne di manzo. Ma come si produce un cibo solare? L’energia solare, catturata dai pannelli fotovoltaici, genera l’elettricità per l’elettrolisi dell’acqua. L’idrogeno così ottenuto serve ad attivare, all’interno di un bioreattore, un processo di fermentazione, come se fosse un lievito, che però non si nutre di zuccheri, ma usa la CO2 come fonte di carbonio. La sostanza ottenuta al termine della fermentazione viene estratta, essiccata e macinata. Si tratta quindi di un cibo per produrre il quale non occorrono terreni o speciali condizioni metereologiche, ma solo sole, acqua ed anidride carbonica, che ci sono ovunque, anche su Marte.Ma al di là del futuro spaziale a cosa possono servire oggi i Solar Foods? Sono una delle strategie per combattere la fame nel mondo. Secondo le stime della FAO, nel 2050 il nostro pianeta ospiterà circa 10 miliardi di persone, un dato che aumenterà il fabbisogno alimentare del 70%. Di conseguenza, ci sarà un bisogno di cibi proteici l’80% in più di quello attualmente richiesto dalla popolazione mondiale. Mangiare una o due fettine di manzo alla settimana, equivale a consumare 120.237 litri di acqua e produrre 207 kg di CO2 all’anno. Un dispendio idrico equiparabile all’acqua che berremmo il 165 anni, e un rilascio di anidride carbonica pari a quello generato da un’auto, per percorrere 253 km. Secondo l’ultima analisi dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’allevamento intensivo è nel mondo una delle cause principali di inquinamento atmosferico. La “torta dell’inquinamento” dell’aria è composta infatti per il 38% dal riscaldamento domestico, per il 32% dai veicoli, per un 15% dalle industrie e per il restante 15% dagli allevamenti e dalla produzione agricola. Occorre una risposta: i “cibi solari” non sono la soluzione al problema, né possono fungere da invito ad abbandonare le abitudini alimentari tradizionali per nuove polveri che nascono dall’energia solare. Ma se già ci inducono a riflettere sul cibo che consumiamo abitualmente e a non escludere a priori che la tecnologia possa aiutarci a trovare nuovi metodi di produzione alimentare, hanno compiuto metà della loro missione.

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO

Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blog  HOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/