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martedì 14 marzo 2023

Fare il vino di mele


Vino di mele Vin de meie

Il sidro locale che prende il nome dal francese cidre e dal latino tardo sicera, bevanda inebriante. Molto diffuso all'estero, non mancava comunque anche nelle nostre campagne dove le mele non scarseggiavano di certo e la vite, a causa delle caratteristiche pedoclimatiche sfavorevoli, non raggiungeva la giusta maturazione. La fermentazione dei frutti dà origine a questo surrogato del vino, dal gusto gradevole e dal basso contenuto alcolico. La produzione di mele era quindi indirizzata sia al consumo fresco, raggiungendo il mercato di Genova e del vicino Piemonte, sia alla trasformazione. Le mele da sacco quelle cioè di seconda scelta, si vendevano infatti a una ditta piemontese, nei pressi di Tortona, per essere trasformate in alcool. Comunque, anche gli stessi agricoltori erano soliti preparare surrogati del vino, quello che localmente definiscono il vin de meia (sidro) e la vinetta (con mele e raspi di uva). 138 Alcuni nella preparazione usavano anche le pere ed in particolare le negre così chiamate in quanto, quando mature, diventano nere nella polpa. Bevanda a bassa gradazione alcolica ottenuta dalla fermentazione di varietà locali di mele. La tradizionalità del prodotto è legata, oltre che alle tecniche del processo produttivo, soprattutto alla rigorosa provenienza locale della materia prima. La zona di produzione è l’Alta valle Scrivia. La prima fase di lavorazione consiste nella frantumazione delle mele che, introdotte in un contenitore in legno di forma cilindrica, vengono battute ripetutamente con un pestello di legno fino a ridurle in poltiglia. A questo punto si passa alla torchiatura dalla quale si ottiene il primo succo. Dopo essere stato filtrato, il succo è riposto in un recipiente in vetro e subisce una prima fermentazione di circa 3-4 giorni. Il liquido viene quindi nuovamente travasato e lasciato a fermentare, procedendo successivamente all'ultimo travaso. L'imbottigliamento si esegue in bottiglie da spumante, con tappo a gabbia poiché il prodotto è leggermente frizzante. Il sidro da pomi della valle Scrivia deriva dalla lavorazione di varietà locali quali la Selvatica di Casella, mela abbastanza grossa, la Gianchetta, bianca, rotonda, non tanto grossa ma gustosa e la Garbuinn-a, mela rossa di medio-piccole dimensioni, presente in Valbrevenna. La tradizione è iniziata con la mela di Milan, di dimensioni medio grosse, dolce e succosa, che il mercato fresco non assorbiva e veniva quindi destinata in parte alla trasformazione.

18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.