giovedì 31 marzo 2022

CREMA DI AGLIO DELLA REGINA


crema d'aglio della regina
L’Aglio della Regina è una pianta aromatica spontanea, simile all’erba cipollina, che si raccoglie in alta montagna, principalmente in Trentino, oltre i 2000 metri di altitudine. Dell’Aglio della Regina vengono raccolte solo le infiorescenze e non tutta la pianta, questo per evitare un gusto troppo forte. Con queste infiorescenze viene poi creata una crema dal sapore leggermente agliato, con note di muschio e di tartufo. Questo suo sapore lo rende un prodotto unico e particolarmente adatto ad essere consumato con crostini caldi, formaggi e salumi.

COLLANA DALLA PARTE DEL GUSTO
11 SALSE
(2^ Edizione)

Salse. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 100 ricette di salse, criteri di classificazione e di abbinamento pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
 (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Esiste una teoria generale della derivazione delle salse. Da sole 5 salse madri derivano tutte le altre per piccole variazioni, aggiunte o sottrazioni. Le salse completano primi, secondi, contorni, pesce, carne, verdure, pasta, tutto. Impariamo insieme a fare le salse. Senza giungere agli eccessi di una cucina troppo salsamentaria come era d’uso nell’800, le salse completano e danno quel tocco in più di sapore che non guasta.


THE 31: PI LO CHUN


Te' verde di gemma molto pregiato e quasi introvabile. Le piccole gemme sono ancora cariche di lanugine. Gusto delicato e fruttato.
acqua 75°/80° infusione 3-4 minuti
 






mercoledì 30 marzo 2022

PESCI 30: ALICI DI MENAICA



Le alici di menaica sono così chiamate per la particolare rete, detta appunto menaica, che viene usata per pescarle. Questa tecnica, sviluppatasi al tempo degli antichi greci, è oggi in uso a Marina di Pisciotta, un borgo della costiera cilentana, grazie a non più di sei pescatori. Le alici vengono pescate nelle giornate di mare calmo, nel periodo estivo. La rete permette di selezionare le alici più grandi lasciando andare quelle più piccole.

Una volta che le reti sono piene i pescatori le ritirano e direttamente in barca ripuliscono i pesci, uno ad uno, privandoli delle interiora e della testa, e li sistemano in cassette di legno per portarle a riva. Per il trasporto non viene usato né ghiaccio né altro tipo di refrigerante. Appena a riva vengono lavate in salamoia e poi sistemati in vasi di terracotta alternati con strati di sale marino. La stagionatura deve durare almeno 3 mesi in stanze fresche ed umide.
Le alici di menaica hanno la carne chiara, tendente al rosa e un profumo delicato ma intenso. Possono essere consumate fresche o sotto sale, con la pasta o in insalata. Una delle ricette tradizionali è le alici inchiappate, con alici ripiene di formaggio caprino, impanate con uova, spezie e farina, fritte e poi ripassate in salsa di pomodoro.

COLLANA DALLA PARTE DEL GUSTO
8 PESCI (2^ Edizione)

Pesci. In queste 180 pagine ho raccolto oltre 50 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La conoscenza delle principali specie ittiche è fondamentale per chi ama cucinare piatti di mare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di conservazione sicure. Anche il tracciamento della filiera di provenienza è un requisito essenziale che va compreso ed utilizzato. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro pescivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

 

THE 30: ROSA D'INVERNO


Rosa d'inverno
Tè verde giapponese e scented cinese  con petali di rosa e girasole.
    85°     3-4 minuti







martedì 29 marzo 2022

CONDIMENTI 29: ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE DI MODENA






Le testimonianze di questo antico condimento risalgano addirittura a Virgilio che lo descrive nelle
Georgiche.
La produzione dell’aceto balsamico, conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo per la sua prelibatezza nell’accompagnare piatti salati e non, si compone di 3 passaggi fondamentali:
  • la raccolta dell’uva
  • la pigiatura e la cottura del mosto
  • l’invecchiamento
Le viti più idonee sono quelle del Lambrusco e del Trebbiano, entrambi presenti nella provincia Modenese. Il secondo passaggio è quello che richiede la cottura del mosto che deve avvenire quasi in contemporanea con la raccolta dell’uva. Questa va cotta a “vaso aperto” (cioè letteralmente in una sorta di calderone, una vera caldaia, senza coperchio) e tanto a lungo da raggiungere una concentrazione del 50%. Il mosto viene travasato nelle cosiddette “batterie”, tanti piccoli barili di legni e volumi diversi – ognuno marchiato a fuoco e catalogato nel registro delle botti destinate all’aceto - posti una accanto all’altro e comunicanti, collocati come una volta nel sottotetto (un tempo quelli delle abitazioni) e lasciati invecchiare. Con il passare del tempo, ogni anno, il barile più piccolo ha pronto qualche litro mentre il mosto dei barili più grandi che ormai si è ridotto viene reintegrato con del nuovo e cosi via, anno dopo anno in un processo che si ripete ormai da secoli. I successivi controlli su tutta la filiera certificano poi da parte di un ente predisposto il marchio DOP di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.

THE 29: PICCOLO PRINCIPE


Piccolo principe
Tè verde mela, uvetta e pinoli.
    85°     3-4 minuti

lunedì 28 marzo 2022

THE 28: Silvery Pekoe Yin Zhen


Silvery Pekoe Yin Zhens
Il tè Silvery Pekoe, chiamato in cinese Yinzhen (Aghi d'Argento), viene prodotto dalle sole gemme della pianta, raccolte in primavera prima che si aprano, con ancora una leggera peluria bianca. Sicuramente è il più famoso fra i tè bianchi. Ancora oggi viene raccolto due volte all'anno e per ottenere un kg. vanno persi 20 kg. di tè normale. La sua lavorazione avviene raccogliendo le foglie a mano e stendendole su graticci in un ambiente ventilato che permetta loro di avvizzire naturalmente. Quando le foglie hanno perso il 70/80% dell'acqua contenuta, vengono essiccate a basso fuoco.
Tè pregiatissimo di estrema rarità, dai cinesi viene considerata la migliore bevanda estiva per le particolari proprietà rinfrescanti.
L'infuso è giallo brillante dai riflessi argento e dal gusto molto delicato.
  70… 12-15 minuti

FARINA 28: CECI

Il cece (Cicer arietinum L.) è una pianta erbacea della famiglia delle Fabaceae. I semi di questa pianta sono i ceci, legumi ampiamente usati nell'alimentazione umana che rappresentano un'ottima fonte proteica.
Il nome deriva dal latino cicer. È noto che il cognome di Cicerone discendeva da un suo antenato che aveva una caratteristica verruca a forma di cece sul naso.
Il nome specifico arietinum si riferisce invece alla somiglianza che hanno i semi con il profilo della testa di un ariete.
È stata una delle prime colture domesticate; il cece coltivato deriva da forme selvatiche del genere Cicer, probabilmente da Cicer reticulatum. Le specie selvatiche si sono originate probabilmente in Turchia, mentre le prime testimonianze archeologiche della coltivazione del cece risalgono all'età del bronzo e sono state rinvenute in Iraq; i ceci si diffusero in tutto il mondo antico: antico Egitto, Grecia antica, Impero romano.
La pianta, annuale, presenta una radice ramificata profonda (le più profonde possono arrivare anche a 1,20m di profondità) le quali le donano una media resistenza alla siccità. Gli steli sono ramificati eretti pelosi eretti o semiprostrati con altezza variabile tra i 40 e gli 80 cm. Le foglie sono opposte, composte e imparipennate con 6-7 paia di foglioline ellittiche e denticolate; i fiori sono solitari ascellari, bianchi, rosei o rossi; i semi, rotondeggianti e lisci o rugosi, angolosi e rostrati a seconda della cultivar, sono contenuti in numero di 2-3 nei baccelli, sono commestibili.
Il cece è la terza leguminosa per produzione mondiale, dopo la soia e il fagiolo; la coltivazione avviene principalmente in India e Pakistan. In Italia la coltivazione non è molto diffusa a causa delle basse rese e della scarsa richiesta; viene consumato principalmente in Liguria, dove piatti tipici a base di ceci sono la farinata e la panissa, nelle regioni centrali come minestra e nelle regioni meridionali insieme con la pasta.
Questa pianta trova le sue condizioni ottimali in ambienti semiaridi, nei climi temperati viene seminato a fine inverno (data la sua scarsa resistenza al freddo) con seminatrici di precisione o seminatrici da frumento opportunamente regolate in modo da non spezzare il seme. Questo viene disposto ad una distanza tra le file di 35–40 cm ad una profondità di semina di 5–7 cm e con una densità di 20-30 piante al metroquadro. Per prevenire attacchi crittogamici alla pianta i semi vanno prima conciati. Raggiunta la maturazione il cece può essere raccolto sia con il metodo tradizionale (ormai quasi scomparso) estirpando la pianta, lasciandola essiccare in campo e sgranata a mano o con mietitrebbiatrice con pick-up al posto dell'organo falciante, sia con metodi meccanici con l'intervento di mietitrebbiatrici possibili solo in terreni livellati e su varietà a portamento eretto. Presenta una produzione media di 3.5 tonnellate ad ettaro con produzione di paglia dalle scarse qualità nutrizionali per l'utilizzo zootecnico.
Durante il suo ciclo necessita di una concimazione di 40–60 kg/ettaro di fosforo, per quanto riguarda il fabbisogno di azoto, è fornito dal batterio rizobium il quale, attraverso la simbiosi con questa pianta si occupa della fissazione dell'azoto atmosferico nel terreno.
Il cece non sopporta terreni troppo fertili i quali gli comportano una bassa allegagione, argillosi per asfissia radicale o ristagni idrici.
Farina di ceci
La farina di ceci rappresenta un ingrediente particolarmente versatile per quanto riguarda i possibili impieghi in cucina. Essa è inoltre ricca di proprietà benefiche e presenta un contenuto da non sottovalutare di proteine vegetali e di sali minerali come ferro, calcio e fosforo.
Per avere sempre a disposizione della farina di ceci macinata di fresco, è possibile munirsi di quanto necessario per la sua preparazione casalinga. Essa è una farina priva di glutine, adatta ai celiaci.

 12 CONSERVE (2^ Edizione)


Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.



domenica 27 marzo 2022

THE 27: PAI MU TAN



Pai Mu Tan
Chiamato in Cina Pai Mu Tan (Peonia Bianca) il tè White Peony è ottenuto dal Big White come il Flowery Pekoe; a differenza di quest'ultimo però è formato dalla gemma con le prime 2-3 foglie di colore grigio-verde e dalla forma piatta con la cima ricurva.
L'infuso è di colore mandarino molto limpido, con un gusto pieno e dolciastro, dal sapore caratteristico di miele.
Gradi°   80… 7-8 minuti

sabato 26 marzo 2022

THE 26: GIALLO SUNON


Giallo Sunon
Il tè giallo è particolarmente raro e la sua produzione estremamente limitata, per quanto la lavorazione fosse conosciuta già in epoca Tang, circa 1300 anni fa. Questo tè proviene dall’Anhui e la sua lavorazione, iniziata pochi anni fa, utilizza tecniche tradizionali, particolarmente complesse che portano una bevanda dorata, dalla fragranza di noci, di estrema morbidezza in tazza.
    90… …2-3 minuti

venerdì 25 marzo 2022

THE 25: ROSSO ROOIBOS


Rosso Rooibos
Molti lo definiscono un tè, chiamandolo "tè rosso", anche se non proviene dalla Camellia Sinensis, bensì dall'Aspalathus Linearis, della famiglia delle leguminose. Il Rooibos è originario dell'Africa meridionale ed è coltivato in una località chiamata Wuppertal, ai piedi della catena montuosa di Cedarberg; predilige terreni sabbiosi e climi secchi e si presenta in forma di cespuglio dalle foglie aghiformi e dai piccoli fiori gialli. E’ una bevanda ricca di antiossidanti, di vitamina C e di numerosi minerali come calcio, ferro,  fosforo e magnesio e, al contrario del tè, non contiene caffeina. Tra le sue principali virtù terapeutiche si riconoscono quella di ridurre gli effetti negativi dei radicali liberi presenti nel nostro organismo (grazie agli antiossidanti), di difendere dalle infezioni l'apparato urinario e combattere i reumatismi; si è rivelato utile in caso di emicranie, ipertensione e insonnia e, dal momento che rilassa la muscolatura liscia, è molto efficace anche nei disturbi gastrointestinali e mestruali. E' un'ottima bibita da consigliare a tutti gli sportivi: non solo è un buon integratore salino, ma contribuisce a rinfrescare e tonificare tutto il nostro corpo.
  90      4 minuti

giovedì 24 marzo 2022

PIZZE 24: PIZZA FRITTA


PIZZA FRITTA
1 cucchiaio di olio di semi di girasole
10 g di lievito di birra
200 g di farina 0
100 ml di acqua tiepida
1 cucchiaino scarso di sale
Olio per friggere
Prendete l’acqua tiepida, aggiungeteci il lievito e fatelo sciogliere. Aggiungete l’olio di semi di girasole e mescolate. In un contenitore versate la farina setacciata, formate una fontana e versate al suo interno l’acqua tiepida con l’olio in cui avete fatto sciogliere il lievito di birra. Aggiungete il sale e lavorate il tutto con le mani finchè l’impasto non sarà diventato compatto e continuate a lavorarla energicamente con i pugni per altri 15 minuti. Formate una palla ed adagiatela in un contenitore leggermente infarinato, incidete una X sulla superficie e lasciate lievitare in un posto tiepido coperta con dei panni umidi per 1 ora (o finchè il volume non sarà raddoppiato. Dividete l’impasto in 4 parti uguale ed appiattite ogni pezzo con le mani come a formare la base di una pizza. Scaldate abbondante olio per friggere in una padella, quando sarà ben caldo friggete a fiamma bassa una pizza alla volta finchè non sarà dorata da un lato, solo quando sarà dorata girate la pizza fritta napoletana e continuate la cottura finchè non sarà dorata da entrambi i lati. Togliete dall’olio e tamponate con un tovagliolo per togliere l’olio in eccesso.
La pizza fritta è un prodotto alimentare tipico dell'alto Lazio, della Campania e della regione Reatina fino ad Amatrice. È riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale della regione Lazio. Di aspetto simile allo gnocco fritto emiliano, da queste derivato, le pizze fritte laziali (Pizz fritt in vernacolo locale) sono prodotte con pasta di pizza fritta, e possono venir mangiate con affettati come prosciutto, salame o lonza. In origine venivano preparate prevalentemente per verificare il grado di lievitazione del pane fatto in casa. Di solito, durante la frittura, le pizze fritte si gonfiano, per cui presentano una parte interna vuota, che è ideale riempire con del companatico. Eventuali pizze fritte sottili e senza interno morbido possono essere condite con la crema cioccolato, dopo essere state eventualmente cosparse di zucchero. Vanno mangiate molto calde. A Cervaro (FR) da qualche anno viene organizzata una giornata della pizze fritte con aggiunta di mortadella. Nelle frazioni di alcuni paesi della Valtiberina (a Citerna in ottobre e a Cortona in dicembre) vengono organizzate sagre della Ciaccia fritta che è la versione aretina di questo piatto. Le pizz-fritt di Cervaro, hanno una lunga tradizione e mai le massaie cervaresi utilizzavano lievito di birra, prelevavano invece una piccola parte dell'impasto che costituiva il loro lievito per i prossimi impasti, la lievitazione durava una nottata intera. Il lievito veniva prestato alla massaia vicina che a sua volta ripeteva l'operazione quindi diveniva una sorta di catena di S. Antonio perché a quel tempo si panificava a turno in ogni famiglia del borgo. Nella sagra di oggi, il lievito viene preparato per l'occasione allo stesso modo, ma la particolarità delle "pizz-fritt" Cervaresi sta nella fase successiva, il modo di cuocere la pasta del pane, in questa operazione vi è tutta la praticità e manualità ed accorgimenti delle massaie che per anni hanno panificato in casa per la propria famiglia.
 

THE 24: MAT CHA




mat cha
Pregiatissimo tè verde in polvere da coltivazioni ombreggiate. e' il tè tradizionalmente usato nella cerimonia giapponese del cha-no-yu. mantiene tutte le componenti chimiche delle foglie del tè ed è ottimo anche come ingrediente raffinato e poliedrico per piatti dolci o salati, gelati, creme, biscotti o salse raffinate. Colore verde intenso, sapore erbaceo all'attacco, note marine, retrogusto dolce e prolungato.
acqua 80°   infusione 1 minuto