giovedì 20 ottobre 2022

MARRONE SAN ZENO

Marrone di San Zeno (DOP) è un prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di origine protetta. Il marrone di San Zeno (San Zeno di Montagna) si presenta di forma ellissoidale con apice poco rilevato e facce laterali in prevalenza convesse. Il pericarpo è sottile, lucido e di colore marrone chiaro con striature più scure. La colorazione del seme tende al giallo paglierino, è lievemente corrugato, pastoso e di gusto dolce. La pezzatura è variabile.
Il frutto appartiene alla specie "Castanea Sativa Mill", riconducibile alla varietà "marrone".
I frutti devono presentare le seguenti caratteristiche:
numero di frutti per riccio non superiore a 3;
pezzatura variabile, ma con un numero di frutti per kg non superiore a 120 e non inferiore a 50;
forma ellissoidale, con apice poco rilevato, facce laterali in prevalenza convesse, ma caratterizzate da diverso grado di convessità, cicatrice ilare simile ad un cerchio schiacciato tendente al rettangolo che non deborda sulle facce laterali, di colore più chiaro del pericarpo;
pericarpo sottile, lucido, di colore marrone chiaro con striature più scure, evidenziate in senso mediano;
episperma (pellicola) sottile lievemente penetrante nel seme, che si stacca con facilità alla pelatura;
seme di colore tendente al giallo paglierino, lievemente corrugato, pastoso e di gusto dolce.
Al momento dell'immissione al consumo i frutti, oltre a presentare le caratteristiche di forma ed aspetto sopra specificate, devono essere interi, sani, puliti ed asciutti.
Il marrone, ricco di amido, buon apportatore di calorie e di proteine, sali minerali e vitamine, è estremamente nutriente ed energetico, sano e facilmente digeribile
Sia la digeribilità che l'apporto calorico variano a seconda dello stato e del tipo di cottura. A "crudo" la digeribilità è piuttosto scarsa mentre l'apporto calorico si assesta intorno alle 150 calorie per etto. La bollitura ne aumenta la digeribilità e riduce l'apporto calorico a circa 150 calorie per etto, mentre l'arrostitura lo riporta intorno alle 200 calorie per etto.
Zona di produzione
La zona di produzione e trasformazione del Marrone di San Zeno è situata nel territorio del Monte Baldo, compreso tra il Lago di Garda e la Vallagarina. Include parti dei seguenti comuni: Brentino Belluno, Brenzone, Caprino Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo e San Zeno di Montagna, tutti compresi nella zona omogenea dell'unione montana del Baldo-Garda.
I frutti che possono utilizzare la DOP Marrone di San Zeno provengono solo dalla tradizionale varietà locale Marrone che si è selezionata nella zona di origine da castagni appartenenti ad ecotipi autoctoni ed è stata propagata nel tempo dai produttori locali per via agamica.
La zona geografica di produzione, influenzata dall'ambiente benacense, è caratterizzata da clima temperato-umido, con terreni acidi, tendenzialmente sciolti, non superficiali sui quali il prodotto esprime le proprie peculiari caratteristiche.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


VINI 147: VERNACCIA DI SERRAPETRONA

Il vino Vernaccia di Serrapetrona DOCG è una delle tipologie di vino previste dalla denominazione Vernaccia di Serrapetrona DOCG, una DOCG della regione Marche. I disciplinari delle denominazioni DOCG prevedono al loro interno specifiche tipologie di vino, che si caratterizzano per la loro composizione ampelografica, ossia per i vitigni ammessi per la loro produzione, per leprocedure di vinificazione e per le specifiche caratteristiche organolettiche del vino. I vitigni che rientrano nella composizione del vino Vernaccia di Serrapetrona DOCG sono Vernaccia nera min.85%. Le caratteristiche organolettiche del Vernaccia di Serrapetrona DOCG prevedono un colore Rosso rubino con riflessi granati. Il profilo olfattivo del vino Vernaccia di Serrapetrona DOCG è caratteristico, vinoso e al palato risulta secco, dolce.
Le caratteristiche del vino Vernaccia di Serrapetrona DOCG si esprimono anche attraverso i principali parametri i cui valori minimi sono richiesti da disciplinare, per questa come per tutte le altre tipologie dei vini della Vernaccia di Serrapetrona DOCG.
Acidità 4,5 g/l
Alcool 11,50%
Composizione vino Vernaccia nera min.85%
Estratto 22,0 g/l
Affinamento 24 mesi (solo riserva)
Degustazione
Il disciplinare della Vernaccia di Serrapetrona DOCG prevede per la tipologia Vernaccia di Serrapetrona DOCG delle specifiche caratteristiche organolettiche, riportate qui di seguito.
Aspetto Rosso rubino con riflessi granati.
Descrizione olfattiva caratteristico, vinoso
Descrizione gustativa secco, dolce

15 VINO (2^ Edizione)
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BIRRE 79: MENABREA


Menabrea è un'antica marca di birra che viene prodotta dalla omonima azienda la cui sede storica e il birrificio sono localizzati a Biella, in Piemonte.
Sotto questo marchio - di proprietà a partire dai primi anni novanta dal gruppo Forst, fino ad allora di proprietà della famiglia Thedy (erede dei fondatori della società), di cui Franco Thedy mantiene tuttora la carica di amministratore delegato - vengono prodotti annualmente circa 110 000 ettolitri di birra, parte dei quali destinati all'esportazione in venticinque paesi.
In oltre un secolo e mezzo di vita la birra Menabrea si è aggiudicata prestigiosi riconoscimenti fra cui, nel solo 1924, quattro Gran Premi alle esposizioni di Milano, Roma, Bruxelles e Parigi, nonché 3 medaglie d'oro (1997, 1998, 2000) per la Lager, 3 (2002, 2008, 2009) per la Amber e 6 (2005, 2006, 2007, 2008, 2010, 2011) per la Strong al World Beer Championships di Chicago, Usa.
Dagli anni trenta è rappresentata attraverso alcune taverne che portano il suo nome, situate - oltre che a Biella (ove, accanto allo stabilimento, si trovano un pub ed un ristorante), in altre città del Piemonte, fra cui Novara e Torino.
Annesso alla fabbrica è il museo della birra articolato su una serie di cimeli storici che mostrano i diversi sistemi adottati nel tempo per la produzione di questa popolare bevanda.
L'azienda venne fondata come laboratorio per la produzione della birra nel 1846, ad opera della famiglia Welf di origine walser di Gressoney-La-Trinité in Valle d'Aosta e dei fratelli Antonio e Gian Battista Caraccio, originari di Bioglio e titolari di una caffetteria a Biella.
Fra il 1854 e il 1864, rimasti da soli alla guida del laboratorio ristrutturato, i fratelli Caraccio dapprima affittarono e poi cedettero la birreria per 95 000 lire dell'epoca a due aostani, Jean Joseph Menabrea (che dal 1861 con l'Unità d'Italia cambierà il nome in Giuseppe) e Antonio Zimmermann.
L'azienda passò nelle mani del solo Menabrea e dei suoi figli nel 1872 quando la ragione sociale diventò G. Menabrea & Figli.
La produzione di un ottimo tipo di birra bionda Pilsner e di una scura di tipo Monaco (che pare fosse molto apprezzata da un biellese illustre, Quintino Sella, studioso e fondatore del Club Alpino Italiano), fece guadagnare nel 1882 a Carlo Menabrea, figlio di Giuseppe, subentrato alla morte del padre alla guida dell'azienda, la nomina di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia conferitagli da re Umberto I.
La svolta intervenuta nella proprietà della fabbrica a cavallo tra il XIX ed il XX secolo (1896-1899) - quando subentrano nella conduzione aziendale i cognati Emilio Thedy e Agostino Antoniotti, coniugi rispettivamente delle eredi Menabrea, Eugenia ed Albertina - non mutò la politica della fabbrica che poté attraversare - fino ad oggi - tutto il XX secolo mantenendo inalterata la propria fama.
A garantire la notorietà a questa azienda è stato con il passare del tempo soprattutto il sempre maggiore quantitativo di birra prodotta, passato dagli 8-10 000 ettolitri annui dell'anno 1900 agli attuali circa 100.000 ettolitri, non disgiunto da livelli di eccellenza (e i numerosi premi ricevuti, in particolare nella prima metà del Novecento, ne sono una testimonianza diretta).
La gamma completa delle birre Menabrea 150º Anniversario da 33cl.
Dagli anni ottanta, sempre sotto la direzione degli eredi della famiglia Thedy, la birra Menabrea ha incrementato ulteriormente la propria attività. L'ampliamento della fabbrica di Biella, unito ad un incremento della produzione - fino ad allora attestata intorno ai 36-40.000 ettolitri - le ha consentito di uscire da quella che era stata fino ad allora, almeno sul piano produttivo, una dimensione tutto sommato provinciale.
L'ingresso nel Gruppo Forst, avvenuto nel 1991, favorito da un'antica amicizia birraria ha permesso di mantenere comunque la sua identità e la sua indipendenza, conservando così viva la cultura e la tradizione birraria.
Nel 1996 per festeggiare il 150º anniversario ha creato una edizione speciale delle bottiglie, caratterizzate dalla scritta "150º anniversario" sull'etichetta attorno al collo.
Nel 2005 il birrificio ha creato un nuovo prodotto, la Strong - Doppio Malto 6,5 Gradi, quella con il tasso alcolico più elevato fra le birre che produce.

20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.