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lunedì 20 marzo 2023

CENA PIEMONTESE


piemontese
LA CUCINA PIEMONTESE
Terra di contaminazioni il Pedemontium, ai piedi del monte, ricca di risorse idriche (dal Lago Maggiore al Ticino, dal Lago d’Orta al Tanaro), di dolci zone collinari (dalle Langhe al Monferrato), della pianura padana, che inizia proprio qui; poi foreste e risaie, noccioleti e vigne. Tutto contribuisce ad una cultura enogastronomica che rappresenta un valore, una tradizione, una risorsa. In tanta ricchezza, si spazia dalla bagna càuda ai tajarin, dalla polenta ai gianduiotti, dal brasato al bonèt, dal castelmagno allo spumante, dal tomino ai grissini, dalle nocciole al Barolo.
Il tipico inizio di pasto sulle tavole piemontesi comincia dalle verdure, in genere cardi e peperoni, intinti nella “salsa calda” (che si prepara nel fojòt, il fornelletto di terracotta), fatta d’acciuga in poltiglia, aglio tritato riposato nel latte, olio e burro scaldati in tegame.
Nel rigido inverno sul fornelletto c’è la fonduta, fontina piemontese sciolta insieme a latte, burro e tuorli d’uova freschissime, in cui si intingono patate e tartufi, quelli celebri bianchi d’Alba, ottimi pure con uova fritte al tegamino. Le frittate, la “rognosa” e quella all’erba di San Pietro arricchita col ciauscolo, morbido salame spalmabile, aprono la strada agli agnolotti in brodo, pasta all’uovo ripiena d’arrosto di manzo. Dalle risaie di arborio giunge la paniscia novarese, con fagioli, vin rosso, lardo, salame de’ la duja (fatto riposare in morbido strato di strutto).
Ma il Piemonte è il regno della carne. Bovini, suini, cacciagione, pollame. Il bollito misto alla piemontese è un trionfo di carni di manzo e vitello, polli ruspanti e salse, dal celebre bagnetto verde (bagnet verd, una salsa a base di prezzemolo, aglio, aceto, pane e acciughe) a quello rosso, dalla salsa rubra, alla cugnà, alle mostarde. Il fritto misto è composto da animelle, cervella, fegato, rognoni, mentre la finanziera, ricetta antichissima di origine medievale, sfrutta animelle, fegatini, rognoncini di pollo, insieme a parti di manzo e vitello, cotte in casseruola.
Tra i contorni spicca il caponet (involtini di cavolo ripieni di carne arrosto e salame di fegato d’Orta cotto, mollica e formaggio).
Non può mancare le plateau de fromage, probabilmente il più ricco d’Italia: castelmagno, robiola di Roccaverano, toma, tomino, caprino, murazzano, bettelmatt, bra, montebore, bross, frachet, reblochon. Il pasto finisce in bellezza coi dolci. Di biscotti tipici ve ne sono a bizzeffe: canestrelli, baci di dama, crumiri, cuneesi, brutti ma buoni, novaresi, bicciolani vercellesi, lacabòn alessandrini, paste di meliga. I dolci al cucchiaio, panna cotta, zabaione e bonet, si alternano con le rustiche frittelle di mele e le torte al gianduia ed alle nocciole. La lingua sfarina sul palato un marron glacé prima di sciogliersi nel dolce abbraccio del bicerin di Cavour, con caffè, cioccolato e crema di latte (in proporzioni e temperature segretissime), tanto amato da Alexandre Dumas, Pablo Picasso, Ernest Hemingway, Umberto Eco. 
Che dire dei vini? Il Piemonte è una delle regioni d’Italia più felici; rossi di eccelsa personalità, come i Barbaresco, i Barbera, i Barolo, i Dolcetto, i Gattinara, i Grignolino, i Nebbiolo; bianchi dalle caratteristiche più varie, come il Cortese, l’Erbaluce, il dolce Moscato, lo specialissimo Vermouth e , naturalmente, lo spumante, freddissimo per un cin cin all’estate.


5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).