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mercoledì 29 marzo 2023

CENA SICILIANA

cucina siciliana
LA CUCINA DELLA SICILIA
Sedersi ad una tavola siciliana è come accomodarsi ad un crocevia del Mediterraneo, in cui molte cucine hanno lasciato un’impronta, Africa e Medioriente, Fenici e Aragonesi. Sapori talvolta contrastanti che il siciliano ha fuso e fatti propri, reinventandoli originalmente, fin dagli street food colmi di pani ca meusa (colla milza); di crocché di patate; di arancini (retaggio di una cultura del riso che lo modella in forma d’arancia o di pera, panato e fritto nelle due varianti, bianco, al burro, e rosso, al ragù di carne e piselli); di piduni messinesi, ripieni di scarola, pomodori, acciughe, caciocavallo e peperoncino; di focacce alte e croccanti, condite con verdure, pomodorini e acciughe; di sfincioni sorta di pizze palermitane.
Il pranzo non comincia prima delle 14 (e si concluderà almeno 3 ore dopo). Sulle candide tovaglie ricamate grandi pani impreziositi di sesamo, pane fritto con le uova, panelle (schiacciate di farina di ceci fritta), accanto ad un tripudio di caci e salumi: pecorino rosso, primosale e secondosale, piacintinu ennese di pecora con zafferano e pepe nero, ricotta salata e infornata, maiorchinu, provola dei Nebrodi, tumazzu; salsiccia di Nicosia al finocchietto, pasqualora, gelatina di maiale, subissatu di Troina, supprissata di S. Angelo di Brolo nei Peloritani.
Immancabili gli antipasti di capunata, verdure soffritte separatamente per non contaminare i sapori, melanzane e sedano, olive e capperi, pomodorini e cipolle, pinoli, aceto e olio, e di millassata (frittata ammollata) di carciofi e asparagi selvatici.
Lo sciusceddu, uova sbattute in brodo caldissimo per cui si deve soffiare sopra (sciusciare), tanto formaggio e polpettine minuscole di carne magra, ci “apre lo stomaco” alla sostanziosa pasta ‘ncasciata, cioè incaciata, col formaggio passato in forno fino a diventare croccante, steso su strati di pasta corta al dente, melanzane fritte, uova sode, polpette, ragù di carne e insaccati a scelta. Per i melomani non può mancare la pasta alla Norma, prediletta dal grande operista Bellini, condita con salsa di pomodoro, melanzane fritte e ricotta infornata a scaglie. Tutta la forza della salinità del mare siciliano sta nella pasta con le sarde, con le cozze, con i ricci, col nero di seppia e nel cuscus trapanese al pesce.
Grandi secondi di tonno cucinato all’agghiotta, all’agghiata, ammarinato, colla cipuddata, e di pescespada, servito arrostito, panato o in salmurigghiu.
In conclusione, ed è già pomeriggio inoltrato, giungono i dolci. I cannoli, tubi di pasta fritta in strutto con un ripieno a base di ricotta dolce, canditi e frammenti di cioccolata; la cassata, un disco di pan di spagna coperto di una crema alla ricotta, ricoperto di glassa verde e bianca, guarnito con un trionfo barocco di canditi; la pignolata messinese, palline di pasta fritte accorpate a una glassa morbidissima, per metà al cioccolato, per metà al cedro; la pasta di mandorle, sotto forma di sculture artistiche, come la frutta Martorana e la pecora pasquale.
Tra i tanti i vini, abbiamo via via assaggiato il Contea di Sclafani bianco, il Cerasuolo di Vittoria, il Malvasia di Lipari, il Delia Nivolelli, il Salaparuta, il Contessa Entellina, il Moscato ed il Passito di Pantelleria, il Marsala all’Insolia.Come digestivo niente di meglio di un gelo di limone o melone.

5 SETTE 
ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/. Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici. 

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).