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giovedì 25 agosto 2022

VINI 91: CARMIGNANO


Il Carmignano ha come zona di produzione un'area molto ristretta costituita da parte del territorio dei comuni di Carmignano (PO) e Poggio a Caiano (PO), a metà strada tra Firenze e Pistoia, in uno dei più caratteristici ambienti collinari della Toscana, sul versante orientale del Montalbano.
Le radici storiche del vino Carmignano sono così lontane da poterlo considerare uno dei vini rossi più antichi d'Italia. Lo testimoniano gli utensili per cantina ed i recipienti da vino, crateri in ceramica, bicchieri e colini in lamina bronzea, rinvenuti tra i numerosi reperti lasciati dagli Etruschi che fin dal VII secolo a.C. colonizzarono queste zone ed introdussero la viticoltura in questa zona, lasciandola poi in eredità ai Romani. E' sotto il dominio dei Franchi, nell'804, che fu stilato uno dei più antichi documenti sulla produzione di vino ed olio sulle colline di Carmignano. Ma per trovare la prima citazione scritta del vino "Charmignano" bisogna arrivare alla fine del 1300 quando il notaio Ser Lapo Mazzei comunica al mercante pratese Marco Datini di aver acquistato per suo conto quindici some di vino Carmignano.
Quasi tre secoli più tardi è il Redi nel suo "Bacco in Toscana" ad esaltare la qualità di questo vino. Furono i Medici a valorizzare questa terre e i loro prodotti, data la vicinanza alla città di Firenze. Importarono vitigni dalla Francia tra cui i Cabernet, ancora oggi chiamati localmente dai vecchi viticoltori "uva Francesca". E si deve al Granduca Cosimo III la prima delimitazione del comprensorio di produzione del vino Carmignano con il bando del 1716 in cui fissava i confini delle quattro zone vinicole più rinomate che gravitano intorno a Firenze: Chianti, Pomino, Valdarno Superiore e appunto Carmignano. Primo esempio in assoluto di regolamentazione di una denominazione di origine.
L’elevazione a D.O.C.G. è del 1990.
Il Carmignano è vino più conosciuto all'estero che in Italia, di grande personalità ed eleganza, in grado di esprimere il meglio di sé dopo un adeguato invecchiamento in botte (1 anno per il Carmignano ed almeno 2 per la riserva) ed affinamento in bottiglia, e si è tradizionalmente distinto dal Chianti per la presenza nell'uvaggio di vitigni bordolesi. La produzione assai limitata si è ulteriormente ridotta con l'avvento della D.O.C.G. (1990) attestandosi a 2.000 ettolitri
I vitigni sono: Sangiovese 45-70%, Canaiolo nero 10-20%, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon 6-15%, Trebbiano Toscano, Canaiolo bianco e Malvasia del Chianti fino al 10%.
La gradazione alcolica minima è 12,5%. L’acidità totale minima: 5 g/litro.
Ha colore rubino vivace intenso tendente al granato con l'invecchiamento. L’odore è vinoso con profumo intenso, anche di mammolo. Il sapore è asciutto, sapido, pieno, armonico, morbido e vellutato.
Grande vino per arrosti di carni rosse, cacciagione e carne alla griglia. Va servito a 18°-20° di temperatura, stappando la bottiglia almeno due ore prima di consumarlo.

15 VINO (2^ Edizione)
 
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).