venerdì 31 marzo 2023

CENA DEL SOLSTIZIO

Due dolci due storie
Cassata siciliana
Una cassata siciliana (dall'arabo qas'at, "bacinella" o dal latino caseum, "formaggio") è una torta tradizionale siciliana a base di ricotta zuccherata (tradizionalmente di pecora), pan di Spagna, pasta reale e frutta candita. È una produzione tipica siciliana, come tale è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), su proposta della Regione Siciliana.
 Nonostante l'apparente semplicità della ricetta, esistono innumerevoli varianti locali e spiccano per la tipicità della ricetta la variante palermitana, la variante trapanese, la nissena e la catanese. Infatti soprattutto l'aspetto esteriore può variare da una scarna decorazione di glassa e un po' di scorza d'arancia candita fino a una opulenta costruzione baroccheggiante con perline colorate e una mezza dozzina di frutti canditi diversi. Sempre secondo le varianti locali, ci possono essere ingredienti aggiuntivi, come pistacchio, pinoli, cioccolato, cannella, maraschino o acqua di zagara.
 La tradizione vuole che la cassata siciliana sia stata inventata, attorno al 998, al culmine della dominazione musulmana, dai cuochi di corte dell'Emiro che risiedeva alla Kalsa di Palermo; la sua antica nascita, è testimoniata da un documento del Sinodo di Mazara del Vallo del 1575, nel quale la cassata è definita "indispensabile nelle feste pasquali".
Nel 1700 i monasteri di clausura si appropriarono del primato della produzione della torta arricchendola del caratteristico bordo verde di pasta di mandorle. Comunque sia le radici della cassata risalgono alla dominazione araba in Sicilia (IX-XI secolo). Gli arabi avevano introdotto a Palermo la canna da zucchero, il limone, il cedro, l'arancia amara, il mandarino, la mandorla. Insieme alla ricotta di pecora, che si produceva in Sicilia da tempi preistorici, erano così riuniti tutti gli ingredienti base della cassata, che all'inizio non era che un involucro di pasta frolla farcito di ricotta zuccherata e poi infornato.
 Nel periodo normanno, a Palermo presso il convento della Martorana, fu creata la pasta reale o Martorana, un impasto di farina di mandorle e zucchero, che, colorato di verde con estratti di erbe, sostituì la pasta frolla come involucro. Si passò così dalla cassata al forno a quella composta a freddo.
Gli spagnoli introdussero in Sicilia il cioccolato e il pan di Spagna. Durante il barocco si aggiungono infine i canditi. L'introduzione della glassa di zucchero coperta di frutta candita che avvolge tutto il dolce come un vetro opaco potrebbe ricondurre il nome all'inglese glass, vetro da cui glassata - classata -cassata.
Un proverbio siciliano recita "Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua" ("Meschino chi non mangia cassata la mattina di Pasqua"). La decorazione caratteristica della cassata siciliana con la zuccata (zucca candita) fu introdotta nel 1873 (in occasione di una manifestazione che si tenne a Vienna) dal pasticciere palermitano cav. Salvatore Gulì, il quale aveva un laboratorio in corso Vittorio Emanuele a Palermo.

Charlotte
La charlotte è un tipo di dessert composto da una crema bavarese che viene circondata da una corona di savoiardi e ricoperta da una guarnitura il cui ingrediente principale specifica il nome di tutta la preparazione (come ad esempio charlotte alle fragole, charlotte al cioccolato, charlotte di mele, eccetera). Lo stampo da charlotte ha una forma particolare che ricorda l'omonima tipica cuffia increspata.
Sembra che il noto dolce inglese, sia stato creato in omaggio alla regina, Charlotte Sophia di Mecklenburg-Strelitz moglie del celeberrimo re d’Inghilterra Giorgio III e madre di 15 figli, sovrana amata e rispettata, nota benefattrice e mecenate delle arti e della botanica.
 La regina ebbe una vita serena, turbata solo dalla pazzia del marito qualche anno prima della sua morte, godette del favore dei sudditi ed ottenne diverse dediche. Tra queste,  l’opera K3 da parte del giovanissimo Mozart e la bellissima specie della pianta strelizia battezzata Strelitzia reginae in suo onore. Alla sua nota passione per la botanica, infatti,  pare sia dovuta secondo l’Oxford Companion to Food, famosa enciclopedia del cibo britannica, la dedica del dolce charlotte, evoluzione del più semplice bread pudding inglese. Sembrerebbe infatti che questa versione del budino di pane, cotto al forno, farcita di mele sia stata ispirata all’amore della regina per gli alberi di mele. Secondo l’ Oxford English Dictionary, la prima citazione su carta stampata  della charlotte risale al 1796, quando la regina era ancora in vita, nella poesia “Hasty Pudding” di J. Barlow, scherzosa celebrazione delle delizie culinarie della nuova Inghilterra, in cui egli la descrive con queste parole:
“the charlotte brown, within whose crusty sides,  a belly soft the pulpy apple hides”
“la charlotte dorata, nei cui fianchi croccanti/ si nasconde un ventre morbido di mele”.
Per la prima ricetta stampata bisognerà aspettare circa un decennio. In origine, infatti, questo dolce era costituito da una purea di frutta racchiusa da pane raffermo, magari intinto nel burro, e poi cotto in forno.

La torta Charlotte giunta ai nostri giorni, costituita da un guscio di biscotti spugnosi che racchiudono una bavarese alla vaniglia, è un’invenzione da attribuire al cuoco francese Marie Antoine (Antonin) Carême, uno dei più grandi e colti cuochi della storia  che introdusse nella cucina, quello che in pittura si chiama il “valore”, comprendendo per la prima volta che i sapori e gli odori devono essere giudicati non in assoluto, ma nei loro reciproci rapporti. Egli incarnò l’ideale del cuoco perfetto, poiché non fu solamente un‘abile esecutore di ricette ma anche uno studioso di storia della gastronomia, e molte delle sue opere, tra cui la più celebre è “L’Art de la Cuisine Française”, fanno ancora oggi testo in materia. Egli,  lavorava presso la corte inglese di Giorgio III e preparò, in onore della moglie, questo dolce particolare e delicato, di cui poi affinò ulteriormente la ricetta quando si trasferì alla corte dello Zar Alessandro I di Russia a San Pietroburgo.

CENA CON ECHI DI PASQUA

Presso il Caffè del Duomo di Savona una nuova puntata di Casa Bergese
ECHI DI PASQUA: 9 MODI DI FARE L'UOVO
Un ingrediente gregario grazie alla creatività di Russo & Stantero diventa protagonista
di Nat Russo

Il format culturale Casa Bergese (in onore del più grande cuoco ligure di tutti i tempi) ideato ed animato dal vostro cronista del gusto Nat Russo, prosegue nei suoi corsi, nel suo tour culinario, nelle sue conversazioni tematiche sui prodotti di base della cucina. Nel prossimo incontro le protagoniste saranno le uova.
Giovedì 23 Aprile 2015 alle ore 20.30 presso il locale più chic di Savona, vero cuore gourmand, della città: il Caffè del Duomo di Via Manzoni 30 rWine Bar e Restaurant si terrà Echi di Pasqua. Si inizia con un About eggs  in cui Nat Russo parlerà di Quello che dovreste sapere sulle uova.
A seguire una degustazione allestita dallo chef Christian Stantero (Bar Duomo Savona). Entrées: Uova in cocotte, Frico, Scamiciato del Benedettino. Piatti forti: Uovo in raviolo, Oeufs au cheval, Pudding Duomo Shire. Desserts: Sigaro di zabaione semifreddo, Macarons Printemps, Uovo di Colombo 2.0. Vini: Vermentino di Gallura DOCG, Alto Adige Traminer  DOC, Recioto di Soave DOCG.

giovedì 30 marzo 2023

CENA DEI PASTORI


Dopo 365 giorni dedicati ai PAT Liguri, dedichiamo questo 2017 ad un tour enogastronomico della cosiddetta Italia “minore”, scoprendo insieme specialità originali ma replicabilissime. Partiamo dall’Abruzzo, regione dai panorami splendidi e diversissimi: spiagge incantevoli, mare pescoso, colli con oliveti e vigneti, grandi parchi naturali su cui svetta il Gran Sasso, scenari che hanno fatto da sfondo a film come “Il nome della rosa” o “Ladyhawke”.
Sull’ideale tavola abruzzese sono presenti il pane con Farina di Solina (considerata dai fornai una delle migliori al mondo) e la Panonta (sorta di scarpetta inzuppata nel grasso fritto di pancetta, che ricorda tanto la bruschetta e la fettunta fiorentina) ad accompagnare insaccati unici, quali il fegato pazzo, la mortadella di Campotosto, il saggicciottu, il salame aquilano, la ventricina e l’annoia, e formaggi specialissimi quali il cacio marcetto (o marciotto, che tanto ricorda il sardo casu frazigu). Annaffiamo il pasto con il rosso rubino del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg o del Controguerra Doc.
Chi ama le minestre delicate, assaggia le scrippelle ‘mbusse, sorta di crespelle ripiene di carne, o le virtù, minestra tipica del primo di maggio fatta di fave, fagiuoli, ceci, lenticchie, verdure, ossa, orecchi e piedi salati di maiale. Chi predilige i gusti decisi sceglie gli spaghetti alla chitarra (fatti col maccarunare, un attrezzo con corde d’acciaio su cui si stende la pasta col mattarello per ricavare spaghetti a sezione quadrata), oppure le ‘sagne, (sorta di maltagliati romboidali fatti di sola acqua, farina e sale), o i maccheroni con le ceppe (bastoncini attorno a cui vengono arrotolati per prepararli), conditi con legumi e pancetta o con ragù di agnello.
La presenza dell’Adriatico brilla nel brodetto alla vastese; nello scapece, sorta di carpione (con vino e aceto, ginepro o zafferano, pregiatissimo quello aquilano) atto ad utilizzare la porzione minuscola del pescato, altrimenti difficilmente commercializzabile; nel polpo al diavolillo, un peperoncino molto piccante, e nei roscioli, le triglie di scoglio, marinate o grigliate.
La carne ovina domina negli apprezzatissimi arrosticini, spiedini di carne di pecora o castrato, e nella pecora alla callara (o cottora), dal nome del paiolo di rame usato tradizionalmente dai pastori per cuocere le pecore morte di fatica o azzoppate o ferite, durante la transumanza. La carne suina celebra le parti meno nobili dei maiali (guanciale, musetto, orecchie, piedini) nella ‘ndocca ‘ndocca, che deve il suo nome al metodo di preparazione che prevede lo sminuzzamento preventivo delle parti animali in tanti piccoli tocchi, per consentirne meglio la lunga cottura, dopo 24 ore di marinatura con alloro, rosmarino, aglio rosso di Sulmona, peperoncino piccante diavolillo, aceto, pepe, sale.
Ad accompagnare i secondi il carciofo tardivo non spinoso Mazzaferrata di Cupello nel Vastese.
Chiudono il pasto i dolci. Cervone a Natale, che prende il nome dal serpente italiano più lungo, esistente in Abruzzo, e cerca di riprodurne la forma; Fiadone a Pasqua, un termine che sta per soffione indicando la soffice leggerezza della farcitura con ricotta di pecora.
Petits four con confetti di Sulmona (probabilmente i più celebrati del mondo) e torrone al cioccolato dell’Aquila o al miele e fichi secchi di Chieti, ovviamente sorseggiando un Aurum, delizioso brandy all’infuso d’arance, il cui nome, che porta la firma illustre di Gabriele D’Annunzio (che giocò col latino aurum, che significa oro, ed aurantium, arancio) chiude in poesia il nostro pasto.

CENA DELLE SALSE E DELLE CREME

cucina di salse e di creme

Presso il Caffè del Duomo di Savona una nuova puntata di Casa Bergese
SALSE & CREME PASTE & IMPASTI
La farina diventa per due mesi la regina della cucina con Pane e… una festa 2^ Edizione
di Nat Russo

Il format culturale Casa Bergese (in onore del più grande cuoco ligure di tutti i tempi) ideato ed animato dal vostro cronista del gusto Nat Russo, prosegue nei suoi corsi, nel suo tour culinario, nelle sue conversazioni tematiche sui prodotti di base della cucina: dove reperirli spuntando il giusto rapporto qualità/prezzo e come utilizzarli nella maniera più appropriata e salutare. Nei prossimi mesi la protagonista sarà la farina (o meglio, le farine). Segnaliamo due iniziative teorico-pratiche di grande interesse teorico, ma soprattutto di comprovata utilità pratica.
La prima si terrà Giovedì 26 Febbraio 2015 alle ore 20.30 presso il locale più chic di Savona, vero cuore gourmand, della città: il Caffè del Duomo di Via Manzoni 30 rWine Bar e Restaurant. Suggestivo il titolo Salse & Creme Paste & Impasti. Si inizia con una Conversazione Infarinata che ha una relatrice di grande esperienza, Giovanna Molle (Bottega dei Cereali di Piazza Bologna a Savona). Parlerà di quanto bisognerebbe sapere sulle farine, allargando il campo ai 21 tipi immediatamente disponibili (Avena, Canapa, Castagne, Ceci, Cereali misti, Enkir, Farro, Frumento 0-00-1-2-integrale, Grano duro, Grano saraceno, Kamut, Mandorle, Manitoba, Miglio, Riso, Segale, Teef). Si prosegue con un menù degustazione tematico ricco di ben 9 portate che sarà preparato dallo chef Christian Stantero aiutato dal sous chef Valter Mutti. Tris d’Entrées, focacce con marmellata tropeana di cipolle, piadine con salsa/pesto alla trapanese, vol au vent con fonduta delicata. In abbinamento un bianco ligure, il Vermentino Riviera Ligure Ponente DOC. Tris di Piatti forti, trofie di castagne con salsa ai funghi, lasagnette con besciamelle al fondo bruno, pansotti con salsa di noci, nocciole e mandorle. In abbinamento un rosso ligure, il Rossese di Dolceacqua DOC. Tris di Desserts: frolle con crema pasticcera ai frutti di bosco, lingue di gatto con ganache al cioccolato, amaretti con bonet in salsa caramello mou. In abbinamento un bianco mosso piemontese, il Moscato d’Asti DOCG.
Come appare subito chiaro, alla base del menù vi sono cinque spunti importanti, ma che ogni buona massaia dovrebbe conoscere: la teoria generale delle salse salate (salse madri, salse base, salse derivate, salse emulsionate, salse cotte, salse crude), la teoria generale delle creme di pasticceria, gli sfornati salati (con particolare riferimento alla granulometria delle farine degli impasti 00, 0, 1, 2, integrale), gli sfornati dolci (con particolare riferimento al tipo di sfoglia), le paste fresche di pronta cottura (all’uovo, all’acqua, corte, lunghe, sfoglie e ripiene). A fare da cornice a sua maestà farina, tre alfieri e dame di tutto rispetto: il latte (anche in versione panna e mascarpone), le uova (tuorli e albumi) e lo zucchero (canna, barbabietola, grezzo, raffinato, a velo).
La seconda manifestazione, che si svolgerà nel corso dei mesi di marzo e aprile, sarà il punto di forza della Seconda Edizione del Format Pane e… una festa (ideato e diretto da Nat Russo). Per coloro che fossero interessati ad approfondire il capostipite di tutti gli alimenti, parte un corso di panificazione per amatori evoluti, Introduzione alla conoscenza teorica e pratica del pane in collaborazione con l’Associazione Panificatori Pasticceri e Affini della Provincia di Savona. Sarà diretto dai maestri panificatori Luigina Barabino e Giuliano Antonelli. Fragrante il programma dei sei incontri: il pane di pasta molle (le materie prime, la conduzione dell’impasto, impasto diretto ed indiretto, i pani speciali, la focaccia, i grissini, le lingue), il pane di pasta dura (le materie prime e la conduzione dell’impasto, le diverse tradizioni regionali), la sperimentazione (per la prima volta vedrà la luce Nino il Superpanino, in onore di Nino Bergese, detto anche il panino Settebellezze, per il numero di elementi che lo compongo, da una ricetta ideata da Nat Russo e realizzata da Giuliano Antonelli). In ogni incontro sarà sviluppata un’esercitazione completa del ciclo produttivo, materie prime, impasto, lievitazione, lavorazione, infornatura. Le mani in pasta sono servite.

5 SETTE 
ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/. Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



mercoledì 29 marzo 2023

CENA SPAGNOLA

cucina spagnola


Al Caffé del Duomo di Savona una serata di cultura spagnola
RECITAL PARTY ESPAÑOL
In degustazione le più tipiche specialità spagnole
Grande attesa per la manifestazione di cultura ed enogastronomia organizzata dal sito www.dallapartedelgusto da Casa Bergese e da La buona memoria del vino colla partecipazione del gruppo di Sonidos y Palabras Narradores. Giovedì 11 Maggio 2017 dalle 20 al Caffè del Duomo di Savona in via Manzoni si preannuncia un'eccezionale serata di sapore spagnolo.
Accanto alle specialità gastronomiche la serata sarà l'occasione di una rapida visita alla poesia ed alla musica iberica e sudamericana presentato da Franca De Benedetti, Renato Procopio, Nat Russo e Andrea Tomasini. Interprete della serata lo chef Christian Stantero.
Lo spartito prevede il seguente concerto di sapori:
Entrées
Tapas
Minestre fredde
Gazpacho
Piattoforte
Paella alla Valenciana
Dessert
Churros con Crema catalana
Alcools
Ribera del Duero Rosado
Sangria
 
Cena 15 euro (tutto incluso).

5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/. Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

CENA SICILIANA

cucina siciliana
LA CUCINA DELLA SICILIA
Sedersi ad una tavola siciliana è come accomodarsi ad un crocevia del Mediterraneo, in cui molte cucine hanno lasciato un’impronta, Africa e Medioriente, Fenici e Aragonesi. Sapori talvolta contrastanti che il siciliano ha fuso e fatti propri, reinventandoli originalmente, fin dagli street food colmi di pani ca meusa (colla milza); di crocché di patate; di arancini (retaggio di una cultura del riso che lo modella in forma d’arancia o di pera, panato e fritto nelle due varianti, bianco, al burro, e rosso, al ragù di carne e piselli); di piduni messinesi, ripieni di scarola, pomodori, acciughe, caciocavallo e peperoncino; di focacce alte e croccanti, condite con verdure, pomodorini e acciughe; di sfincioni sorta di pizze palermitane.
Il pranzo non comincia prima delle 14 (e si concluderà almeno 3 ore dopo). Sulle candide tovaglie ricamate grandi pani impreziositi di sesamo, pane fritto con le uova, panelle (schiacciate di farina di ceci fritta), accanto ad un tripudio di caci e salumi: pecorino rosso, primosale e secondosale, piacintinu ennese di pecora con zafferano e pepe nero, ricotta salata e infornata, maiorchinu, provola dei Nebrodi, tumazzu; salsiccia di Nicosia al finocchietto, pasqualora, gelatina di maiale, subissatu di Troina, supprissata di S. Angelo di Brolo nei Peloritani.
Immancabili gli antipasti di capunata, verdure soffritte separatamente per non contaminare i sapori, melanzane e sedano, olive e capperi, pomodorini e cipolle, pinoli, aceto e olio, e di millassata (frittata ammollata) di carciofi e asparagi selvatici.
Lo sciusceddu, uova sbattute in brodo caldissimo per cui si deve soffiare sopra (sciusciare), tanto formaggio e polpettine minuscole di carne magra, ci “apre lo stomaco” alla sostanziosa pasta ‘ncasciata, cioè incaciata, col formaggio passato in forno fino a diventare croccante, steso su strati di pasta corta al dente, melanzane fritte, uova sode, polpette, ragù di carne e insaccati a scelta. Per i melomani non può mancare la pasta alla Norma, prediletta dal grande operista Bellini, condita con salsa di pomodoro, melanzane fritte e ricotta infornata a scaglie. Tutta la forza della salinità del mare siciliano sta nella pasta con le sarde, con le cozze, con i ricci, col nero di seppia e nel cuscus trapanese al pesce.
Grandi secondi di tonno cucinato all’agghiotta, all’agghiata, ammarinato, colla cipuddata, e di pescespada, servito arrostito, panato o in salmurigghiu.
In conclusione, ed è già pomeriggio inoltrato, giungono i dolci. I cannoli, tubi di pasta fritta in strutto con un ripieno a base di ricotta dolce, canditi e frammenti di cioccolata; la cassata, un disco di pan di spagna coperto di una crema alla ricotta, ricoperto di glassa verde e bianca, guarnito con un trionfo barocco di canditi; la pignolata messinese, palline di pasta fritte accorpate a una glassa morbidissima, per metà al cioccolato, per metà al cedro; la pasta di mandorle, sotto forma di sculture artistiche, come la frutta Martorana e la pecora pasquale.
Tra i tanti i vini, abbiamo via via assaggiato il Contea di Sclafani bianco, il Cerasuolo di Vittoria, il Malvasia di Lipari, il Delia Nivolelli, il Salaparuta, il Contessa Entellina, il Moscato ed il Passito di Pantelleria, il Marsala all’Insolia.Come digestivo niente di meglio di un gelo di limone o melone.

5 SETTE 
ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/. Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici. 

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine). 

martedì 28 marzo 2023

CENA GRECA

cucina greca


Al Caffé del Duomo di Savona una serata di cultura greca
SIRTAKI RECITAL PARTY
In degustazione le più tipiche specialità greche
Grande attesa per la manifestazione di cultura ed enogastronomia organizzata dal sito www.dallapartedelgusto da Casa Bergese e da La buona memoria del vino. Giovedì 8 giugno 2017 dalle 20.30 al Caffè del Duomo di Savona in via Manzoni si preannuncia un'eccezionale serata di sapore greco.
Accanto alle specialità gastronomiche la serata sarà l'occasione di una rapida visita alla cultura greca presentata da Nat Russo che parlerà di Kavafis, Seferis e Ritsos e dal Centro  Danza Savona che si esibirà nel Sirtaki dei piatti infranti. Interprete della serata lo chef Christian Stantero. Lo spartito prevede il seguente concerto di sapori:
Entrées
Dolmades (Involtini di foglie di vite)
Vegetables
Horiatiki (Insalata greca)
Piattiforti
Gyros con salsa tzatziki
Moussakà
Dessert
Baklavàs
Alcools
Retzina
Ouzo
 
Cena 15 euro (tutto incluso).

5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/. Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

CENA IRLANDESE


cucina irlandese
LA LEGGENDA DELL’IRIS COFFEE
Era il mese di ottobre del 1943: i primi voli internazionali fra l’Europa e gli Stati Uniti avvenivano a bordo di idrovolanti che partivano dal villaggio di Foynes, una piccola cittadina nell’Ovest dell’Irlanda, che ai tempi ospitava un’importante base aerea dei Flying Boats.
Nei primi anni ’40 l’aeroporto vide transitare tanti passeggeri tra cui molti personaggi famosi del mondo della politica e del cinema di Hollywood, e un imprenditore del posto decise di aprire un ristorante al servizio dei VIP dell’epoca. Quel giorno una brutta perturbazione costrinse uno di questi idrovolanti, decollato da Foynes per New York via Botwood, a fare ritorno alla base per aspettare un miglioramento delle condizioni meteo. I passeggeri, stanchi e infreddoliti, vennero accolti all’interno del ristorante del terminal e lo chef e capo dei barman nel bar dell'aeroporto di Shannon, Mr. Joe Sheridan, decise di offrire loro una bevanda speciale con l’intento di riscaldare gli ospiti e risollevarne l’umore. Al caffè caldo e molto forte addolcito con zucchero integrale di canna aggiunse del whiskey irlandese (un abbinamento inusuale fino a quel momento) e completò con una elaborata semimontatura di panna liquida fredda. Un passeggero, deliziato, gli chiese se si trattasse di caffè brasiliano, Sheridan gli rispose: “No, it’s Irish coffee!”. L’Irish Coffee riscosse quindi un grosso successo e Joe lo inserì nel menu del suo ristorante.
Un giorno, Stanton Delaplane, un giornalista del "San Francisco Chronicle", atterrato a Shannon, scoprì la bevanda e l'apprezzò molto, arrivando a dedicarle un articolo sul quotidiano a grande tiratura di cui era corrispondente.
Il 10 novembre 1952, Jack Koeppler del Buena Vista Cafe, mitico bar su Hyde Street, chiese al giornalista di aiutarlo a ricreare il drink che aveva provato all'aeroporto di Shannon in Irlanda. Trascorsero gran parte della serata a sperimentare, modificando attentamente le quantità ma non riuscirono a farlo bene. Il problema lampante era che che la crema non galleggiava sopra il caffè irlandese che erano riusciti a ricreare ma invece affondava, in maniera poco attraente, nel bicchiere. Il loro problema venne risolto addirittura dal sindaco di San Francisco, proprietario di un caseificio: bisognava invecchiare la crema per 48 ore prima di emulsionarla alla consistenza perfetta. In questo modo, galleggiava perfettamente in cima al caffè accuratamente bilanciato e al whiskey irlandese sottostante.
Fu così che i bar di San Francisco cominciarono a preparare l'Irish Coffee, lasciando credere in tutto il mondo che fossero loro gli inventori. Nel 1988, l'Autorità Irlandese degli Standard Nazionali pubblicò lo standard di preparazione dell'Irish Coffee, noto sotto la voce "I.S. 417: Irish Coffee".
LA CUCINA IRLANDESE
La serata in cui ho allestito la mia cena irlandese, i segnaposto a tavola erano decorati con raffigurazioni di trifoglio, di San Patrizio, di Joyce e di lepricauni, gli gnomi tipici del loro folklore. Non è certo stata una cena solo a base di patate declinate in tutte le forme e di grandi boccali di Guinness, la birra scura come la notte, che di lei ha il colore ed il sapore. Gli irlandesi conoscono le gioie e la ricchezza della tavola, a cominciare dall’abbondante, vario ed eclettico irish breakfast. Da lì ho preso l’idea di aprire con la bruschetta irlandese. Si prepara spalmando, sul pane nero ai cereali, il burro salato, quindi su un latticello di rucola cosparsa di capperi sotto sale dissalati, si stende una sottile fetta di salmone affumicato, resa agra da una breve marinatura in succo di limone. Il giro delle birre l’ho aperto con una Beamish, la cosiddetta birra protestante, ho intramezzato con una Murphy's la cosiddetta birra cattolica e, naturalmente, ho chiuso con una Guinness.
Per quanto riguarda il primo ho messo in tavola la regina delle zuppe dell’isola verde: il Colcannon, fatto di patate, verza, cipollotti, cotti nel latte, salati e pepati a dovere e mantecati in chiusura col burro.
Per gli amanti della carne, ho servito uno spezzatino di manzo alla Guinness. Come taglio ho usato il cosiddetto cappello del prete, quel bel pezzo leggermente venato di grasso, di forma stretta e allungata, che si trova nella spalla. Va cotto in un delicato soffritto di carote, cipolle, aglio, poi diluito con Birra Guinness e scurito ancora con concentrato di pomodoro. Per aromatiche e spezie ho usato timo, paprika ed una manciata di prezzemolo trito in uscita.
A fianco del ricco e caldo secondo ho messo un contorno fresco: il Coleslaw. Si tratta di  una insalata con cavolo cappuccio, carote e cipollotto fresco, condita con un elaborato dressing, fatto di yogurt magro, aceto di vino bianco, senape, zucchero, erba cipollina tritata, sale fino, pepe nero e maionese.
Per dessert ho sfoderato delle ricche coppe di Trifle, il più anglosassone dei dolci al cucchiaio. Inzuppato il pan di Spagna con panna fresca liquida resa dolce con zucchero a velo, ho costruito i miei strati alternando fragole con crema pasticcera.
La chiusura è stata a sorpresa. Ho cominciato con una favola. Questa.
Era il mese di ottobre del 1943: i primi voli internazionali fra l’Europa e gli Stati Uniti avvenivano a bordo di idrovolanti che partivano dal villaggio di Foynes, in Irlanda. Quel giorno una brutta perturbazione costrinse uno di questi idrovolanti a fare ritorno alla base per aspettare un miglioramento delle condizioni meteo. I passeggeri, stanchi e infreddoliti, vennero accolti all’interno del ristorante del terminal e lo chef, Joe Sheridan, decise di offrire loro una bevanda speciale con l’intento di riscaldare gli ospiti e risollevarne l’umore. Al caffè caldo addolcito con zucchero integrale di canna aggiunse del whiskey irlandese (un abbinamento inusuale fino a quel momento) e completò con una elaborata semimontatura di panna liquida fredda. Un passeggero, deliziato, gli chiese se si trattasse di caffè brasiliano, Sheridan gli rispose: “No, it’s Irish coffee!”.
La serata è finita sorseggiando quella calda delizia tra canti fraterni in una intemerata imitazione della lingua regina. Oh yes.

5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/. Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).