venerdì 23 settembre 2022

L’ultima moda del food business: le adozioni a distanza di apiari

Vi ricordate la bimba che beve solo “Il latte della Lola?” Beh, ha fatto scuola. Oggi non potendo tenere la Lola con sé in salotto, più tecnologicamente la si adotta a distanza. Ci si scambiano in teleconferenza muggiti e saluti e ogni tanto arriva una cassetta coi prodotti (carissimi e non sempre eccellenti a dir la verità) di quella brava bestia.E che dire della web cam puntata sul nostro padano orticello per compiacerci di vedere crescere lattuga e pomodori dalla poltrona buona e non doversi più sentir dire “mani rubate alla vanga”, seppur tecnologica e digitale? Ormai le start up che hanno fiutato il business sono molte e noi da bravi homebanking dipendenti le scaliamo addirittura con l’equity crownfunding (investimento detraibile fiscalmente al 50% e scusate se è poco).

Ma se siamo disposti a questo per capre e zucchine cosa dire delle api?

Ed ecco 3Bee: la tecnologia al servizio delle api, che si presenta con un’accattivante arnia hi-tech, perché “monitorare fa la differenza” e “salva le api, adotta un alveare”.Le api hanno un ruolo fondamentale dell’ecosistema, preservano la biodiversità e favoriscono la rigenerazione ambientale. Questo ha un impatto anche sul mondo agricolo, perché una delle funzioni delle api selvatiche è proprio quella di impollinare le piante fruttifere. Tuttavia, sono una specie in forte pericolo di estinzione a causa dei cambiamenti climatici, dell’uso dei pesticidi (tema su cui è intervenuta anche l’Unione Europea) e di un progressivo abbandono dell’apicoltura. Secondo quanto dichiarato da FederBio in occasione della Giornata Mondiale delle Api di quest’anno, la scomparsa delle api metterebbe a rischio ben l’84% delle specie coltivate nell’UE. “La mission di 3Bee” ci racconta Niccolò Candri, CEO e founder 3Bee, “è unire l’elettronica alla biologia, al fine di migliorare la biodiversità che ci circonda.” Il servizio rivolto all’apicoltore, infatti, permette di utilizzare i dati provenienti da sensori esterni, che vengono interpretati dal software con lo scopo di dare un valido alleato all’apicoltore: avere informazioni in tempo reale su tutto ciò che sta accadendo nelle sue arnie. La tecnologia impiegata per monitorare le condizioni dell’alveare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, permette di tenere sotto controllo ogni parametro e dettaglio, dall’umidità alla temperatura fino al rischio che qualche evento, atmosferico e no, metta a repentaglio l’arnia. I dati raccolti consentono di programmare con maggiore efficacia anche lo sviluppo futuro dell’attività apistica. Le informazioni, infatti, possono permettere di regolare i trattamenti, ridurre la frequenza delle visite all’apiario, diminuire le emissioni di Co2.Hive-Tech è oggi utilizzata da circa 1.000 apicoltori in tutta Italia e sono oltre 20.000 le persone che hanno “adottato” un alveare salvando 60 milioni di api.Ma il progresso non ha mai fine. Quanti lastricati solari vuoti ci sono in città? E quanti parchi urbani, viali, aiuole giardini? Milioni. Ed ecco l’idea di piazzare lì batterie di hive tech, magari cedendo in cambio dell’uso qualche vasetto di miele domestico ai condomini.

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO

Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blog  HOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/


7 LUOGHI PROIBITI LUOGHI INCANTATI


 
Luoghi proibiti Luoghi incantati raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di mete inconsuete pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/
  
 
8 GUIDA ALLA LIGURIA

 
Guida alla Liguria 
raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

9 GUIDA ALL'ITALIA SETTENTRIONALE


 

Guida all’Italia Settentrionale raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

10 GUIDA ALL'ITALIA CENTROMERIDIONALE

 

Guida all’Italia Centro Meridionale raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/) 

BUCK'S FIZZ

BUCK'S FIZZ
DRINK - Alcolico | Long Drink 
Champagne 5,0 cl 
Succo di arancia 1,5 cl 
Versate direttamente nella flute prima il succo di arancia freddo, poi delicatamente colmate con lo Champagne altrettanto freddo. E’ molto indicato per buffet e cocktail party. L’invenzione di questo sparkling si deve al barman del Buck’s Club di Londra, Mc Garry che lo creò nel 1921.

16 COCKTAIL (2^ Edizione)
 

Cocktail.In queste 340 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, attrezzature e ricettepubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Mixology. Con questa parola si indica l'arte di mescolare con sapienza distillati, liquori, soft drink ed altro. Una preventiva conoscenza degli elementi che compongono un cocktail è la base del successo. Imparate a preparare quelli canonici riconosciuti dall'IBA e poi lanciatevi a prepararne dei nuovi. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro Barman di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


BIRRE 52: EDELWEISS


Edelweiss Weissbier (scritto anche Edelweiß Weißbier), è una birra di frumento (o più precisamente Weissbier, uno stile culturalmente e storicamente specifico di birra di frumento), prodotta nei pressi di Salisburgo. Il marchio Edelweiss come una birra risale al 1986, la fabbrica stessa è stata fondata nel 1475 come 'Kalte Bräuhaus' dal sindaco del villaggio di Kaltenhausen, Johann Elsenhaimer.
Il nome Edelweiss è usato come una metafora per la purezza della birra e singolare unicità. Il fiore non è menzionato come ingrediente, ma ottiene la sua natura floreale dall'alto processo di fermentazione della birra e dei suoi ingredienti: acqua alpina pura, malto di frumento, malto d'orzo, luppolo e lievito ad alta fermentazione.
Il proprietario del marchio, Brau Union Österreich AG, è una filiale di Heineken International, che produce anche in Francia (nella sua Brasserie de la Valentino) una birra di frumento con lo stesso marchio, ma con diverso marketing e ingredienti.


20 BIRRA
(2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



FARINA KAMUT

kamut
Kamut è un marchio registrato di qualità, di proprietà dell'azienda americana Kamut, fondata nel Montana da Bob Quinn, dottore in patologia vegetale e agricoltore biologico. Il nome preserva e designa esplicitamente una particolare varietà, mai ibridata né incrociata, prodotta e garantita da agricoltura biologica dall'azienda statunitense, di grano della sottospecie Triticum turgidum ssp. turanicumLa cultivar è nota anche con il nome generico di grano Khorasan, dal nome della regione iraniana dove fu descritto per la prima volta, nel 1921, e dove ancora attualmente si coltiva. Il grano prodotto dalla cultivar, registrata nel 1990 all'USDA (U.S. Department of Agriculture) col nome ufficiale di QK-77, veniva inizialmente venduto nelle fiere agricole del Montana col nome di "grano del faraone Tut". La parola Kamut deriva dal relativo ideogramma geroglifico e significa "grano". Con la direttiva 9180.60 dell'USDA, in data 30 dicembre 2003, la cultivar è definita con il termine generico Khorasan. Il Khorasan può essere coltivato liberamente da chiunque e dovunque, ma solo il consorzio di agricoltori che fa capo all'azienda americana proprietaria del marchio registrato Kamut può usare la denominazione Kamut attraverso la quale intende garantire determinati standard qualitativi e l'assenza di ibridazioni. Il grano khorasan a marchio Kamut viene coltivato con metodo biologico esclusivamente nelle grandi pianure semi aride del Montana, dell'Alberta e del Saskatchewan. Studi scientifici recenti dimostrano che ha qualità e proprietà superiori al comune frumento ma, essendo un antenato del grano duro, ha capacità allergeniche simili al grano comune e non è adatto ai celiaci poiché contiene glutine.
Dato l'alto tenore proteico, si presta alla preparazione di paste alimentari ed è molto versatile in cucina. È inoltre utilizzato per la preparazione di pilaf, in aggiunta ad insalate e minestre.
 

 12 CONSERVE (2^ Edizione)


Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.


GUACAMOLE



1 Avocado maturo, 
mezza cipolla rossa, 
1 pomodoro maturo, 
1 lime, 
1 spicchio d’aglio, 
sale
E’ una salsa messicana che può servire anche per guarnire dei piatti, ma che più comunemente si consuma con delle tortilla. Aprire l’avocado praticando un solco completo lungo tutto un meridiano sino a sentire il seme, il frutto si divide in due, affondare un poco il coltello nel seme ed estrarlo. Se la polpa è verde brillante il frutto ha il giusto grado di maturazione. Svuotarlo allora della polpa scavandolo con un cucchiaino (se l’operazione vi risulta difficile poiché la polpa è dura il frutto non è ancora maturo e dovete scartarlo, viceversa se la polpa è annerita il frutto ha passato la fase ottimale di maturazione e va scartato). Schiacciare la polpa con una forchetta (non frullarla), aggiungere il succo di lime e mescolare bene. Aggiungere lo spicchio di aglio spremuto, un poco di sale, un pomodoro maturo tagliato a piccoli dadini e mezza cipolla tagliata fine. Per conservarlo in frigorifero copritelo ermeticamente con una pellicola di plastica da cucina, per eliminare le sacche d’aria.


11 SALSE
 (2^ Edizione)

 
Salse. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 100 ricette di salse, criteri di classificazione e di abbinamento pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Esiste una teoria generale della derivazione delle salse. Da sole 5 salse madri derivano tutte le altre per piccole variazioni, aggiunte o sottrazioni. Le salse completano primi, secondi, contorni, pesce, carne, verdure, pasta, tutto. Impariamo insieme a fare le salse. Senza giungere agli eccessi di una cucina troppo salsamentaria come era d’uso nell’800, le salse completano e danno quel tocco in più di sapore che non guasta.





 

ACETO DI VINO DA UVA INTERA DEL FRIULI




La storia dell'aceto si mescola in regione Friuli Venezia Giulia con quella del vino; poichè qui la vite veniva coltivata già dai Celti e più tardi in epoca romana venne dato impulso intensivo alla sua coltivazione. L'acetificazione era già usata nei tempi antichi, ma fu solo dopo la seconda metà dell'ottocento, grazie a Pasteur che venne definita la biochimica della trasformazione, cosa che permise la produzione anche a livello industriale.
In Friuli Venezia Giulia la produzione di aceto di vino è testimoniata dalla memoria tramandata da numerosi titolari di aziende produttrici di vino, dove non mancava anche un'ottima produzione di aceto.
Prodotto derivato dall'acetificazione di vini ottenuti da vitigni autoctoni a bacca bianca sottoposto ad un processo pluriennale di affinamento in botticelle, solitamente di rovere. Le varietà utilizzate per l'ottenimento dell'aceto, appartenenti alla piattaforma ampelografica del Friuli Venezia Giulia, sono soprattutto il Tocai (recentemente rinominato Friulano) e la Ribolla; l'area interessato alla produzione è il Collio Goriziano e i Colli Orientali, simili per caratteristiche pedologiche e morfologiche, particolarmente vocati per la produzione di vini bianchi profumati. Il procedimento seguito per la produzione dell'aceto di vino è un metodo artigianale basato sull'acidificazione spontanea del vino ad opera di batteri aerobi appartenenti ai generi Acetobacter e Gluconobacter, con prevalenza dei primi. Per la produzione di un aceto pregevole è necessario partire da vino sano, di qualità, preferibilmente secco in quanto si presta meglio al processo di acetificazione; altro requisito fondamentale è il grado alcolico che deve essere sufficientemente elevato, mediamente 10-11% circa, tale da consentire di ottenere un aceto con almeno il 6 % di acido acetico per garantirne la conservabilità. Le uve vengono lasciate fermentare lungamente sulle bucce ed il vino da esse ottenuto viene lasciato maturare in presenza delle fecce nobili che contribuiscono a trasferire aromi e profumi; in primavera, con l'innalzamento della temperatura, il vino viene filtrato e trasferito in locale idoneo alla conservazione e affinamento, l'acetaia. Posto in botticelle scolme, solitamente di rovere, viene inoculato con un apposito starter, la cosiddetta “madre dell'aceto” che consente di accelerare l'avvio del processo di acetificazione. All'inizio dell'inverno, conclusosi il processo di trasformazione dell'alcol in acido acetico, con residuo alcolico non superiore all'1%, l'aceto viene travasato in altre botticelle, che devono essere mantenute sempre colme, in cui viene fatto invecchiare da 3 a 5 anni. La temperatura è uno dei parametri fondamentali da rispettare per la buona riuscita dell'acetificazione; quella ottimale oscilla tra i 25 e i 35 °C; un difetto di temperatura può ostacolare l'attività degli acetobatteri con possibile accumulo di acetaldeide. È fondamentale inoltre, per una buona acetificazione, che vi sia una giusta ossigenazione: in presenza di livelli inadeguati di ossigeno, sia in difetto che in eccesso, l'attività degli acetobatteri è ostacolata e conseguentemente il prodotto che ne deriva è di qualità scadente. Il processo di invecchiamento all'interno delle botticelle è a ciclo perenne in quanto, quando l'aceto è maturo, si può iniziare a prelevarne delle piccole quantità, facendo attenzione a ricolmare il fluido rimanente. Il nuovo vino aggiunto subirà il processo di acetificazione garantendo così l'apporto di nuovo nutrimento ai microrganismi presenti.
L'aceto di vino da uve intere risulta forte, forse prepotente, ma il suo corpo, la sua persistenza, la sua mineralità (oltre all' ampiezza del suo bouquet), ne fanno un prodotto unico, da amatori. Ha le peculiarità di un grande vino da invecchiamento, la qualità delle uve e il lunghissimo contatto con le bucce e le fecce nobili, permettono di ottenere un prodotto di grande struttura, ricco di minerali, persistente e complesso. Nel tempo l' elevata acidità si stempera a favore dell' evolversi di variegati toni aromatici.

 13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.


CONFETTURA DI FICHI

1 kg di fichi
400 g di zucchero di canna
il succo di un limone

Lavateli, asciugateli con un panno e tagliateli a spicchi. Potete sbucciarli o lasciarli integri, come preferite. Metteteli in una ciotola, aggiungete il succo di un limone e 400 g di zucchero di canna. Mescolate, coprite con un telo e lasciate riposare per una notte. Trascorso questo tempo, mettete tutto in una pentola, fate cuocere per circa un’ora a fuoco dolce, schiumando, di tanto in tanto, con una schiumarola. Quando il composto avrà raggiunto la consistenza desiderata, spegnete, aggiungete la scorza di un limone, e versate nei vasetti che avrete precedentemente sterilizzato. Riempite sino a 1 cm dal bordo, per evitare che si formi la muffa, chiudete e rigirate i barattoli a testa in giù. Lasciate raffreddare così e poi verificate che si sia formato il sottovuoto. Fate riposare per 1 mese prima di consumarla.
 
12 CONSERVE (2^ Edizione)

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.


CASTAGNA CUNEO

L'Indicazione geografica protetta "Castagna Cuneo" è riservata ai frutti freschi e secchi, ottenuti da castagneti da frutto (Castanea sativa) delle seguenti varietà tradizionalmente coltivate nelle nostre valli: Ciapastra, Tempuriva, Bracalla, Contessa, Pugnante, Sarvai d'Oca, Sarvai di Gurg, Sarvaschina, Siria, Rubiera, Marrubia, Gentile, Verdesa, Castagna della Madonna, Frattona, Gabiana, Rossastra, Crou, Garrone Rosso, Garrone Nero, Marrone di Chiusa Pesio, Spina Lunga. E' escluso, altresì, il prodotto ottenuto da cedui, cedui composti, fustaie derivate da cedui invecchiati, pur se della specie citata, e da ibridi interspecifici.
Allo stato fresco, la Castagna Cuneo presenta una pezzatura minima di 110 frutti al kg, colorazione esterna del pericarpo dal marrone chiaro al bruno scuro, un ilo più o meno ampio, mai debordante sulle facce laterali, di colore nocciola e raggiatura stellare, l'epicarpo di colore da giallo a marrone chiaro, con consistenza tendenzialmente croccante e sapore dolce e delicato. Non sono ammesse difettosità interne o esterne superiori al 10% (frutto spaccato, bacato, ammuffito, vermicato interno).
Oltre che come prodotto fresco, è disponibile sul mercato anche la Castagna Cuneo secca, prodotto ottenuto con la tecnica tradizionale della essiccazione a fuoco lento in apposite strutture in muratura, i cosiddetti seccatoi o "secou" in dialetto. Il peso del prodotto che si ottiene dopo 30-40 giorni di essiccazione è circa un terzo di quello originario. La Castagna secca deve presentarsi sgusciata, intera, sana, di colore paglierino chiaro e con non più del 10% di difetti (tracce di bacatura, deformazione, rotture, frutti con tracce di pericarpo, ecc.), con umidità del frutto secco intero non superiore al 15%.
Tra i prodotti trasformati, che, secondo il disciplinare IGP, possono portare il nome Castagna Cuneo senza però il logo comunitario solo se ricavati esclusivamente da castagne IGP, si ricorda la farina di castagne.
Caratteristiche nutrizionali
Le castagne sono un frutto atipico, poiché sono ricche di carboidrati complessi (amido) come i cereali. Sono una buona fonte di fibre, di potassio e di vitamine del gruppo B, soprattutto B1 e B6. La cottura trasforma parte dell'amido in zuccheri semplici, che ne conferiscono la dolcezza tipica.
Area di produzione
La zona di produzione della "CASTAGNA CUNEO" I.G.P. comprende i comuni di montagna e di fondovalle di tutte le vallate cuneesi dalla Valle Po alla Valle Tanaro.
Storia e Tradizione
L'origine della castanicoltura cuneese è antichissima ed i primi riferimenti si attestano alla fine del XII secolo (Carteggio della Certosa di Pesio: 1173 - 1277). Le castagne bianche sono citate nei documenti dei Comuni di Envie e Martiniana Po risalenti al 1291.
Le prime indicazioni in merito alle modalità di tutela dei castagneti da frutto si rinvengono negli Statuti comunali dei paesi della Val Tanaro risalenti al 1300 mentre indicazioni sulle sanzioni da applicare nel caso di raccolta illecita o fraudolenta dei frutti sono riportate negli Statuti di Gambasca, Lesegno, Chiusa Pesio e Sanfront (Tamagnone, 1969; Barelli, Di Quarti, 1966; Botteri, 1982).
A testimonianza della diffusione, in molte aree della provincia di Cuneo, della tecnica dell'essiccazione delle castagne per la produzione di castagne secche e farina di castagne è possibile ancor oggi osservare la presenza di numerosi essiccatoi costruiti attorno al XV - XVI secolo. Cuneo era già un mercato molto attivo nel '500. A quell'epoca risale anche l'origine del mercato di Venasca.
Nell'800 il castagno continuava ad essere al centro dell'organizzazione della vita contadina in montagna. Infatti rappresentava una componente essenziale della dieta delle famiglie e una delle poche possibilità di commercializzazione e di conseguenti entrate pecuniarie della montagna. Negli anni '50 del secolo scorso comincia la crisi legata all'esodo delle popolazioni alpine verso le grandi città e l'estero. Dagli anni '80 si assiste ad un recupero della produzione legato essenzialmente alla riscoperta delle qualità del frutto.
Nel 1999 inizia l'iter per il riconoscimento della Indicazione Geografica Protetta. Collegato al riconoscimento, nasce il Consorzio per la valorizzazione e la tutela della Castagna Cuneo IGP con sede in Via Bruni 5 a Cuneo.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.