martedì 27 settembre 2022

ABBEY

Abbey
DRINK - Alcolico | After Dinner
Gin (1/2),
Succo di arancia (1/2),
Orange Bitter (alcune gocce)
Versare in uno shaker il Gin, il succo d'arancia e l'Orange Bitter. Agitare energicamente con del ghiaccio cristallino e filtrare in una coppetta cocktail. Per decorare, adagiare una ciliegina al maraschino nel bicchiere.
16 COCKTAIL (2^ Edizione)
 

Cocktail.In queste 340 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, attrezzature e ricettepubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Mixology. Con questa parola si indica l'arte di mescolare con sapienza distillati, liquori, soft drink ed altro. Una preventiva conoscenza degli elementi che compongono un cocktail è la base del successo. Imparate a preparare quelli canonici riconosciuti dall'IBA e poi lanciatevi a prepararne dei nuovi. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro Barman di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


BIRRE 56: RAFFO



La Raffo è una birra lager italiana prodotta dal 1919 al 1987 nella birreria omonima di Taranto. Nel 1961 il marchio è stato ceduto al gruppo Peroni che, a sua volta, appartiene all'azienda sudafricana SABMille
La birra Raffo è per antonomasia "la birra dei tarantini". La sua storia cominciò nel 1919, quando Vitantonio Raffo inaugurò lo stabilimento di produzione a Taranto. La gestione familiare si protrasse fino al 1961, quando il marchio fu ceduto al gruppo Peroni, che ne conservò anche la ricetta, lo stabilimento e le maestranze. Negli anni settanta ne furono prodotti circa 48.000 ettolitri, grazie alla sua diffusione anche in Basilicata, Lazio e Campania oltre che in Puglia, regione che annovera da sempre il maggior numero di estimatori.
Nel 1987 il gruppo Peroni decise di chiudere lo stabilimento di Taranto e di trasferire la produzione a Bari, ponendo fine ad un importante capitolo di storia industriale della città, ma nonostante ciò continua ad essere la birra di Taranto e la più bevuta della città dei due mari.
Nel 2008, in seguito al risultato del sondaggio "Sono Tarantino, quindi decido IO", organizzato dal Gruppo Peroni, venne deciso un rinnovamento grafico dell'etichetta della birra, che ora prevede come novità la presenza del logo di Taras, simbolo della città di Taranto, al di sotto della scritta "Raffo" e l'introduzione dei colori rosso e blu che dividono l'etichetta creando un effetto sole e mare.

20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


VINI 124: DELIA NIVOLELLI


La Delia Nivolelli è un vino a Denominazione di Origine Controllata (DOC) riservata a vini prodotti nella Provincia di Trapani e precisamente in alcune zone dei comuni di: Mazara del Vallo; Marsala; Petrosino; Salemi.
I vini ammessi alla DOC sono i seguenti:
Delia Nivolelli Chardonnay
Delia Nivolelli Damaschino
Delia Nivolelli Grecanico
Delia Nivolelli Grillo
Delia Nivolelli Inzolia
Delia Nivolelli Müller Thurgau
Delia Nivolelli Sauvignon
Delia Nivolelli Nero d'Avola
Delia Nivolelli Merlot
Delia Nivolelli Pignatello o Perricone
Delia Nivolelli Sangiovese
Delia Nivolelli Syrah
Delia Nivolelli bianco
Delia Nivolelli rosso
Delia Nivolelli spumante
Delia Nivolelli Novello
Delia Nivolelli rosso novello
Delia Nivolelli Nero d'Avola novello
Delia Nivolelli Merlot novello
Delia Nivolelli Pignatello o Perricone novello
Delia Nivolelli Sangiovese novello
Delia Nivolelli Syrah novello
I vini della DOC Delia Nivolelli possono essere prodotti esclusivamente su terreni di medio impasto
È consentita solo la coltura specializzata con densità non inferiore a 2500 ceppi/ettaro per i vecchi impianti e non inferiore a 3000 ceppi/ettaro per i nuovi. Sono ammesse solo le forme di allevamento a contro spalliera o ad alberello. È vietata l'irrigazione. (È ammessa solo quella di soccorso).
La vinificazione e l'invecchiamento devono essere effettuate di norma all'interno della zona di produzione.
La menzione "riserva" può essere attribuita ai vini rossi della DOC qualora siano stati sottoposti a maturazione ed affinamento per almeno 24 mesi (a decorrere dal 1º gennaio successivo all'anno di produzione delle uve).
La menzione "novello" può essere attribuita a qualsiasi vino rosso della DOC, purché vinificato ed imbottigliato in conformità alla normativa specifica vigente.

15 VINO (2^ Edizione)
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


FARINA DI SEGALE


La segale (Secale cereale L., 1753), nota anche come segala, è un cereale diffuso nelle zone temperate.
Esiste la segale invernale e la segale estiva. Nell'Europa centrale viene coltivata quasi esclusivamente la segale invernale, che può sfruttare meglio l'umidità invernale e resiste meglio a un'eventuale siccità primaverile, dando un raccolto migliore. La segale estiva viene coltivata solo in regioni con pericolo di gelate tardive e in posizioni montuose esposte. Viene seminata in settembre/ottobre e raccolta in autunno. La segale si adatta meglio del grano ai climi asciutti e ventilati.
Storia
È uno dei cereali classici dell'antichità. Si suppone che la sua origine risalga a 2000 - 3000 anni fa nei campi di grano dell'Asia minore dove cresceva inizialmente come erbaccia e dove era diffusa in coltivazioni miste.
Utilizzo
La segale viene usata soprattutto in Europa centrale e orientale e in Scandinavia per produrre il pane (si veda pane di segale).
In Germania la segale viene impiegata soprattutto come mangime nel nutrimento degli animali e come cereale per pane. Qui nel 2004 si sono raccolte 3,9 milioni di tonnellate di segale su una superficie totale di 635.000 ettari. Da queste si sono prodotte 706.000 tonnellate di farina di segale per la produzione di pane. Dal 2004/05 la segale viene tuttavia coltivata anche come elemento fondamentale per la produzione di bioetanolo. La segale viene utilizzata anche per produrre alcool. Per esempio i tipi migliori di vodka vengono prodotti con la segale. Il famoso "Kornbrand" bevuto spesso in Germania del nord è perlopiù un prodotto della segale.
Proprietà di cottura
Le proprietà di cottura della farina di segale sono sostanzialmente diverse da quelle della farina di grano. Questo dipende principalmente dal fatto che nella pasta di segale le molecole di glutine (una proteina collosa) non possono costruire alcuna struttura collante per il trattenimento dei gas a causa della presenza di pentosani (sostanze viscose). Queste sostanze viscose svolgono nella segale la stessa funzione del glutine nel grano. Sono importanti per legare e mantenere l'acqua durante la preparazione della pasta e nel processo di cottura. I prodotti da forno a base di segale si distinguono - contrariamente ai prodotti da forno a base di grano - per la pasta più scura, dura e aromatica. Il pane di segale è costituito principalmente da amido gelificato; la sua mollìca è più fitta e contiene meno pori, pertanto è meno aerata rispetto al pane di frumento. Spesso si producono con la farina di segale quindi pane multicereali e pane integrale. In anni di raccolti umidi spesso sussiste il rischio della maturazione precoce dei chicchi sullo stelo. Durante tale processo vengono prodotte le amilasi, enzimi che distruggono l'amido. Tuttavia, per ottenere comunque prodotti vendibili sul mercato, le paste di farina di segale devono venire acidificate, cioè devono essere sottoposte ad un'aggiunta di pasta acida.

 12 CONSERVE (2^ Edizione)


Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.



SALSA BARBECUE


La Salsa Barbecue, spesso abbreviata nell'acronimo fonetico BBQ, è una salsa utilizzata come condimento, comunemente applicata sulla carne cotta alla griglia nella modalità Barbecue. Probabilmente fu inventata tra il XIX e il XX secolo negli Stati Uniti dai coloni d'origine europea. La prima standardizzazione storica della sua ricetta avvenne contemporaneamente con la sua commercializzazione, nel 1926, ma divenne popolare soprattutto dopo che la H. J. Heinz Company ne realizzò una propria versione industriale, nel 1948. Le ricette per produrla sono tante e con variazioni ad libitum. Fondamentalmente però si fa soffriggere in padella della cipolla tritata finissima con aglio, olio/burro e aceto di vino. Poi vi s'aggiunge zucchero, salsa di pomodoro, sale e peperoncino tritato. Si condisce infine con pepe, salsa Worcestershire e si fa cuocere il tutto per qualche minuto.

11 SALSE (2^ Edizione)

 
Salse. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 100 ricette di salse, criteri di classificazione e di abbinamento pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Esiste una teoria generale della derivazione delle salse. Da sole 5 salse madri derivano tutte le altre per piccole variazioni, aggiunte o sottrazioni. Le salse completano primi, secondi, contorni, pesce, carne, verdure, pasta, tutto. Impariamo insieme a fare le salse. Senza giungere agli eccessi di una cucina troppo salsamentaria come era d’uso nell’800, le salse completano e danno quel tocco in più di sapore che non guasta.

ACETO DI PERE



L'aceto di pere è il prodotto della fermentazione del mosto di pere. Le varietà di frutta utilizzate sono generalmente quelle a più alto contenuto zuccherino.
Le pere, una volta raccolte, vengono tritate e poi passate nel torchio, il liquido così ricavato viene posto a riposare per consentirne la fermentazione. Attraverso la fermentazione il mosto si trasforma in aceto grazie all'azione del batterio Acetobacter aceti. Questo microrganismo che si deposita sulla superficie del liquido in fermentazione, in presenza di ossigeno, è infatti in grado di trasformare l'etanolo in acido acetico. Il prodotto più visibile della sua lavorazione è una pellicola vischiosa e mucillaginosa di varie consistenze, che altro non è che la cosiddetta "madre" dell'aceto. Da una speciale lavorazione dell'aceto di pere si ottiene un condimento dall'aspetto denso e scuro, dal gusto agrodolce e dalla profumazione delicata, tipica della pera utilizzata nella sua produzione.
Uso in cucina
Questo particolare tipo di aceto, contraddistinto da un profumo fruttato, un'acidità contenuta e caratteristiche organolettiche delicate, è ideale sia come condimento a crudo sulle insalate, che come profumo nelle preparazioni più lavorate.

 13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.


CONFETTURA DI RIBES O UA SPINELA DEL TRENTINO

La confettura di ribes rosso, in Trentino chiamata anche conserva de ùa spinèla si prepara in estate, quando maturano le bacche di Ribes rubrum, arbusto appartenente alla famiglia delle Grossulariacee.
Si prepara come tutte le altre confetture: si cuociono i frutti a fuoco lento e, dopo aver setacciato il composto, si aggiunge zucchero ed eventualmente alcune spezie ulteriori per accentuare il sapore. Quando lo zucchero è del tutto sciolto, il prodotto è pronto. La conservazione avviene in vasetti di vetro, posti in luoghi freschi e asciutti. È preferibile consumarla entro l’anno anche se può essere conservata per un paio di anni.


12 CONSERVE (2^ Edizione)

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.


CASTAGNA DI VALLERANO

Zona di produzione: territorio del comune di Vallerano in provincia di Viterbo. A Vallerano ci sono circa 635 ettari di castagneti. Le prime testimonianze scritte della coltivazione della Castagna di Vallerano risalgono al 1500, ma le grotte di tufo destinate alla conservazione delle castagne e i «radicci» (piccoli edifici destinati alla essiccazione delle castagne) sparsi nei boschi, fanno ritenere che l’economia e l’alimentazione legata a questo prodotto risalga molto più indietro nel tempo.
La Castagna di Vallerano DOP ha una pezzatura piccola (96-120 acheni/kg), media (71-95 acheni/kg) e grossa (50-70 acheni/kg). La forma è prevalentemente ellissoidale a volte globosa, con apice appuntito terminante con residui stilari (torcia) ed una cicatrice ilare di forma quadrangolare, generalmente piatta. Il pericarpo è sottile facilmente distaccabile, di colore bruno-rossiccio, con episperma color camoscio. Il seme, quasi privo di solcature in superficie, ha polpa bianca, croccante e di gradevole sapore dolce molto resistente alla cottura.


9 FRUTTA (2^ Edizione)

 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


LA FILOSOFIA E' UN CONO GELATO

 


Procope
Vi è mai capitato, quando gustate un gelato, di sentirvi un poco filosofi? C’è un perché storico. Per ora dovete memorizzare due parole: Café Procope. Facciamo un passo indietro, mille anni bastano. È da allora che comincia la storia di un alimento che dall’Italia ha conquistato il mondo. Non fu un pasticciere a realizzarlo, ma incredibilmente fu inventato da un macellaio e perfezionato da un pescatore. Ma furono i filosofi a decretarne il successo.
Tutto comincia dalla canna da zucchero che gli Arabi nel IX secolo importarono in Sicilia. Ibn Ankal scrive: «Lungo la spiaggia, cresce vigorosa la canna di Persia e da essa il sugo si estrae per pressione.» Raffreddando infusi a base di acqua, zucchero, erbe e spezie, attraverso il processo endotermico provocato dall'aggiunta di sale marino e ghiaccio dell’Etna, nascono gli antenati dei sorbetti. Viceversa in Sardegna dalla carapigna, latte ovino, frutta secca e neve di montagna, nasce l’antenato del gelato.
Il gelato moderno è di epoca rinascimentale. Un macellaio fiorentino, Ruggeri, grazie a un preparato che comprende panna, zabaione e frutta diventa famoso al punto che viene chiamato a Parigi per prepararlo in occasione delle nozze di Caterina de' Medici ed Enrico d'Orleans nel 1533.
Se Ruggeri fu geniale, Francesco Procopio dei Coltelli, pescatore siciliano, fu industrioso ed inventò la gelatiera. Capendo che tesoro aveva sottomano, Procopio, partì in cerca di fortuna e nel 1686 aprì a Parigi un locale, il Café Procope, dove venivano servite: acque gelate (granite), fiori d'anice, fiori di cannella, frangipane, gelato al succo di limone e d'arancio, sorbetto di fragola. Il successo fu sensazionale. Lo frequentarono attori della Comédie Française, intellettuali, filosofi, letterati, Voltaire, George Sand, Balzac, Victor Hugo, Diderot, D'Alembert, De Musset, il Dottor Guillotin (quello della tagliateste). È grazie al gelato che nascono le idee più brillanti. Ed il Procope diventa il più celebre Caffè letterario d'Europa. Persino Luigi XIV, nonostante fosse il Re Sole il gelato davanti a lui non si squagliava, concede a Procopio una patente reale per l'esclusiva di quei dolci.
Ma a Savona i filosofi/gastronomi locali, dove possono mangiare il miglior gelato?
La risposta è difficile. Tramontata con la dolcevita degli anni sessanta l’eccellenza delle creme del mitico Bar Sirito di Noli, impigritosi il fuoriporta ruspante e goloso della Gelateria Pastorino di Calice Ligure, oggi vi sono almeno tre gelaterie savonesi che si battono per lo scettro.
La prima si trova in Piazza Armando Diaz 17/R SAVONA e si chiama SUPERFRUTTO (Tel.: 019 800567). Nome appropriatissimo in quanto eccelle nei sorbetti. Bancone immenso, ottimo assortimento di gusti. Locale però da solo asporto (praticamente un corridoio). Sogno per lei l’apertura di un grande dehors neoclassico sulla piazza pedonale antistante il Teatro Chiabrera.
La seconda si trova in Corso Vittorio Veneto 33/R presso i Giardini S. Michele, SAVONA, (Tel.: 019813765). Si chiama GELATERIA CORA, ma tutti la conoscono come La baracchetta. Ciò la dice lunga sulla dimensione del locale (infatti la coda per accedere al bancone la si fa all’aperto). Ridottissimo assortimento di gusti, ottime creme, encomiabile l’uso delle carapine a pozzetto. D’estate si può usufruire di un ottimo dehors aperto sul mare. Quanti amori sono nati là, galeotto un brivido per il gelato.
Ed infine last but not list, da oltre un secolo troviamo in Via Bartolomeo Guidobono 113/R, SAVONA (Tel.: 019 853103‎) LA CASA DEL GELATO. Buono il livello sia dei sorbetti sia delle creme. Ma il pezzo forte sono le grandi coppe composite che vengono servite ai tavoli nell’ampia sala. Il che la rende agibile tutto l’anno.
Se non si fosse capito io adoro i gelati e, quando posso, torno nella mia bella Sicilia natia per un Festival Internazionale del Gelato specialissimo: la Nivirata, che vuol dire nevicata, appuntamento annuale che si svolge ad Acireale (CT) durante la seconda settimana di luglio. Regina la granita, Re il gelato.

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO


Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blog  HOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

CUCINARE LA CARNE E ABBINARE ALLA SALSA GIUSTA


CUCINARE LA CARNE ED ABBINARVI LA SALSA GIUSTA
6 incontri all'AISM di Savona (zona Basko)
Da lunedì 17 Ottobre a Lunedì 21 Novembre 2016 dalle ore 15 alle ore 19 presso l'AISM di Savona (zona Basko) in Via B. Walter 5 r Casa Bergese organizzerà un corso di cucina dedicato alla carne ed alle salse che vanno abbinate alle varie ricette. Il progetto gastronomico, ideato da Nat Russo & Christian Stantero si svilupperà in 6 incontri e si avvarrà della sponsorizzazione tecnica di Matteo Favareto della Macelleria Umberto sita in Via Montenotte 10 r a Savona.
Queste le preparazioni in programma:
Arrosto di lonza di maiale
Grigliata di carni miste
Pollo alla cacciatora
Coniglio alla ligure
Carré d’agnello
Filetto alla Wellington
Salsa Béarnaise
Salsa Colbert
Salsa Bordolese
Salsa al Madera
Salsa Chaud-Froid
Salsa Soubise
Il costo dei 6 incontri è di 50 euro. Il singolo incontro 15 euro.

5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).