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mercoledì 26 ottobre 2022

LIMONE FEMMINIELLO DEL GARGANO

Il limone femminello del Gargano è un particolare tipo di limone prodotto (e confezionato) nella provincia di Foggia, nei territori dei comuni di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico, ovvero il tratto costiero e sub-costiero settentrionale del promontorio del Gargano.
I limoneti sono maggiormente legati alla fascia più prossima al mare. Infatti il clima mite e la posizione assolata creano le condizioni ideali per la produzione di limoni e arance.
Il Limone del Gargano rappresenta oggi il limone più antico di tutta l'Italia, infatti già dall'anno 1000 venivano coltivati agrumi di questo genere, che col passare dei secoli si sono diffusi grazie alla tradizione agrumaria della regione.
Addirittura già verso la fine dell’800 da questa zona d’Italia venivano esportati limoni e arance verso paesi quali Canada e Stati Uniti d’America.
Il nome "Femminello" è dovuto principalmente all'alta produttività di questa pianta (l’albero può raggiungere le 5 fioriture l’anno), che è anche la più diffusa sul territorio italiano.
Sulle confezioni ad autenticarne la provenienza devono esserci le indicazioni: Limone Femminello del Gargano, il logo, la dicitura di IGP anche per esteso, il nome del produttore/commerciante, la ragione sociale, l’indirizzo del confezionatore ed il peso netto all’origine. Se venduto sfuso il limone deve riportare il logotipo distintivo di questa Igp.



9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

martedì 25 ottobre 2022

MELA COX ORANGE

mela Cox Orange
Cox Orange: mela aromatica e dolce con aciditá, simile all´arancia; gusto unico. Mutazione spontanea trovata in Inghilterra; molto probabilmente uno dei genitori é 'Ribston Pepping'.

9 FRUTTA (2^ Edizione)

 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
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Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

lunedì 24 ottobre 2022

AMARENA BRUSCA DI MODENA

Prodotto storico della gastronomia modenese. Il prodotto risale al tempo del rinascimento. Bartolomeo Stefani documentò nel 1662 una ricetta per la preparazione di una confettura di ciliegie acide. Pellegrino Artusi, nel suo famoso ricettario indica come ottenere una crostata con confettura di amarena acida, che grazie al suo gusto brusco rende inimitabile il risultato.
La scelta del frutto maturo, avviene tramite esami visivi, che deve presentare l'amarena con una colorazione uniforme pari al 90%. Viene privato del nocciolo e del picciolo. Nei tempi passati quest'operazione veniva fatta a mano, ora invece tramite macchine passatrici o denocciolatrici. Il succo e il frutto vengono mandati al concentratore e avviene l'aggiunta di zucchero e saccarosio. 
Per il particolare sapore aspro, viene degustata sia la naturale o in aggiunta a realizzazioni di torte e crostate. Apprezzata in abbinamento delle creme gelato. Tipica della tradizione modenese la “crostata di amarene”, pasta frolla e confettura di amarene brusche. Grazie alla dolcezza della pasta e all'aspro delle amarene, rende questo contrasto un dolce unico e irripetibile.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

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domenica 23 ottobre 2022

ALBICOCCHE DELLA VAL VENOSTA



Gli esperti e gli amanti delle albicocche sono concordi nel dire che non esiste un posto migliore della Val Venosta per la crescita di questo prezioso frutto. Nonostante, infatti, sia un prodotto tipicamente del sud l’albicocca in Val Venosta, a parte il rischio di gelate in primavera, trova delle condizioni climatiche davvero ideali. Le albicocche amano il caldo, il sole e il vento, mentre non amano la pioggia, l'umidità e i terreni troppo grassi. Negli ultimi decenni, in particolare nella zona attorno a Lasa molti contadini ed aziende agricole hanno ripreso con l'antica tradizione della coltivazione delle albicocche.
Un’albicocca matura della Val Venosta possiede un colore arancione intenso e luminoso con sfumature rosse. Il frutto è incredibilmente aromatico e si scoglie in bocca. Sono adatte al consumo fresco, alla preparazione di marmellate, grappe e distillati.
Le albicocche della Val Venosta hanno una vita media molto breve, e quindi queste squisite albicocche vengono distribuite solo nella regione Trentino Alto Adige. Per bella occasione per gustarle e' la Festa del Marmo e delle Albicocche, che coinvolge la cittadina di Lasa in una due giorni di prodotti locali.

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

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sabato 22 ottobre 2022

MELA ROSSA DI CUNEO

La Mela Rossa Cuneo si caratterizza per una sovracolorazione della buccia ed una tonalità della colorazione particolarmente luminosa e brillante.
Con la indicazione geografica protetta "Mela Rossa Cuneo" possono essere designate esclusivamente le seguenti varietà di mele e loro cloni derivanti da una severa selezione qualitativa delle varietà a tutt'oggi coltivate, di cui di seguito si descrivono le caratteristiche.
Red Delicious
Epicarpo rosso intenso brillante, con estensione del sovracolore superiore all' 85% della superficie intera, liscio, esente da untuosità e rugginosità, tollerata solo all'interno della cavità peduncolare, forma tronco conica oblunga, calibro con diametro minimo 65 mm, tenore zuccherino superiore a 10° brix, polpa color bianco o bianco crema, di consistenza fondente, aromatica e dolce.
Gala
Epicarpo rosso brillante con estensione del sovracolore superiore al 65% della superficie intera e distribuzione prevalentemente striata, liscio, forma rotondo allungata, calibro diametro minimo 65 mm, tenore zuccherino superiore a 12° brix, polpa color bianco crema, croccante e succosa, fine e soda, molto profumata.
Fuji
Epicarpo verde chiaro - giallo, con sovracolore dal rosso chiaro al rosso intenso su più del 50% della superficie, calibro diametro minimo 70 mm, tenore zuccherino superiore a 12,5° Brix, durezza della polpa minimo 5 Kg/cm 2 . La polpa risulta croccante, succosa e molto dolce, non aromatica.
Braeburn
Epicarpo dal verde al verde chiaro con sovracolore striato dal rosso arancio al rosso intenso su più del 60% della superficie, calibro diametro minimo 65 mm, tenore zuccherino superiore a 10,5° Brix, durezza della polpa minimo 5,5 Kg/cm 2 . La polpa risulta croccante, succosa, acidula, molto aromatica.
Caratteristiche nutrizionali
L'elevata ed equilibrata composizione in vitamine e sali minerali rende la mela l'integratore alimentare per eccellenza. L'elevata presenza di polifenoli, agenti antiossidanti nemici dei radicali liberi, aiuta a rallentare l'invecchiamento delle cellule e l'insorgere di varie patologie come le malattie dell'apparato cardiovascolare e le formazioni di neoplasie.
Area di produzione
La zona di produzione è identificabile con l'altipiano che si estende, ad una altitudine compresa tra 250 e 800 metri s.l.m., lungo la catena alpina occidentale costituita dalle Alpi Marittime e Cozie e comprende in particolare, in provincia di Cuneo, i comuni del Saluzzese, Cuneese e Monregalese e, in provincia di Torino i comuni del Pinerolese.
Storia e Tradizione
La coltivazione del melo in Piemonte ha una antichissima tradizione che si perde nella notte dei tempi. Molte varietà di melo furono addirittura importate in questa regione fin dai tempi dei romani. I primi segni però di una vera e propria frutticoltura si trovano nei giardini e negli orti di Abbazie e Conventi. La valorizzazione dei frutti del melo viene infatti intrapresa dagli ordini monastici cluniacensi prima e cistercensi poi, i quali si impegnarono a migliorare le varietà del periodo romano sopravvissute alle invasioni barbariche. Nel tardo Medioevo iniziano a farsi strada le prime tecniche colturali ."I pomi" cessano così di essere cibo d'élite e si diffondono presto in ampi strati sociali. Negli statuti comunali e nei rendiconti delle castellanie sabaude si trovano sempre più frequenti le menzioni a alberi da frutto piantati ai bordi di coltivi, in prati aperti o chiusi, campi a cereali, orti, brolii (orti alberati), giardini, cortili, vigne e si comincia a parlare di planterii o, più specificatamente di pomerii. Il melo comincia ad essere protetto dalle autorità comunali e diviene tra i fruttiferi predominanti nel Piemonte ed in particolare nel cuneese. Durante il Rinascimento, grazie anche al diffondersi della stampa e dei primi trattati di agricoltura, si registra un forte impulso della frutticoltura. E' sul finire del 1700, quando i contadini che attraversavano le Alpi alla ricerca di un lavoro, cominciarono ad importare nuovi semi, varietà e sistemi di impianto e di potatura già presenti in Francia, che si assiste alla nascita della frutticoltura piemontese. Importante contributo all'accelerazione delle ricerche e degli studi delle pratiche colturali, proviene dalla Accademia di Agricoltura, fondata nel 1785 a Torino che attraverso la sperimentazione di nuove specie e la organizzazione di corsi di frutticoltura inizia a formare frutticoltori professionalmente preparati. Di particolare rilievo, per la diffusione della frutticoltura piemontese, sono nel 1800 i vivai dei fratelli Burdin, sorti a Chambery. In questi vivai nasce anche un museo pomologico nel quale vengono conservati i modelli di tutti i frutti coltivati nei Regi Stati, con una evidente preponderanza delle varietà di melo, ben 72, catalogate e presenti anche nella collezione della Accademia di Agricoltura di Torino.
Agli inizi del novecento, l'area di coltivazione, dalle vallate alpine e dalle zone pedemontane e collinari, si estende agli altipiani cuneesi. La vocazione produttiva di questo territorio per le mele rosse è testimoniata dalla ampia gamma di varietà locali a buccia rossa che quivi spontaneamente si originarono. Una tale gamma varietale, per l'apprezzamento dei consumatori e per la vicinanza dei mercati, conserva la propria validità fino al comparire agli inizi del '900 delle moderne varietà a buccia rossa con le quali è possibile soddisfare mercati più ampi e soprattutto più lontani.
Nel 1999 nasce il Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela della Mela Rossa Cuneo .

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

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Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



venerdì 21 ottobre 2022

LIMONE COSTA D'AMALFI

Il Limone Costa d'Amalfi, noto anche come Sfusato Amalfitano, è un prodotto ortofrutticolo italiano a Indicazione geografica protetta. Viene prodotto nei comuni appartenenti alla costiera amalfitana, ovvero Amalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare.
Questo frutto presenta caratteristiche esclusive, che lo rendono famoso nel mondo. Si tratta di un limone di categoria sfusato, e si differenzia dai limoni della vicina area sorrentina per le diverse modalità di coltivazione e per proprietà organolettiche differenti.
Il limone della costiera amalfitana, classificabile come femminello sfusato, presenta una buccia di spessore medio e di colore giallo chiaro, ricca di oli essenziali e terpeni. Possiede una polpa succosa e moderatamente acida, con scarsa presenza di semi (dai 4 ai 10 semi per frutto). Si presenta di dimensioni medio-grosse (dai 100 ai 120 grammi per frutto) ed è ricco di acido ascorbico, ossia di Vitamina C.
Il limone amalfitano viene coltivato su circa 400 ha, nei famosi limoneti chiamati "giardini di limoni" con un raccolto medio annuo di circa 8 000 tonnellate. Il raccolto viene praticato più volte l'anno, ma è soprattutto nel periodo compreso tra marzo e luglio che arrivano i frutti migliori.
Lo sfusato amalfitano, nelle aree della costiera viene utilizzato sia al naturale servito "all'insalata", oppure come condimento per pesce, antipasti di mare, nei celebri primi piatti della zona e sulle carni. È adoperato anche per produrre il limoncello (famoso liquore tipico della zona che ha alimentato un importante indotto economico per tutta l’area), e alcuni bar di Amalfi e dintorni servono persino il caffè al limone, il babà al limone, e torte e dolciumi tipici locali al limone.
I comuni della penisola sorrentino-amalfitana in cui si diffusero i primi alberi di limone furono Maiori, Minori, Sorrento e Massa Lubrense.
Una maggiore diffusione di questo frutto si ebbe in tutta la costa, poiché la sue proprietà favorivano la guarigione dello scorbuto, malattia dovuta a carenza di vitamina C. Per gli amalfitani, storicamente famoso popolo di navigatori, era determinante poter disporre sulle proprie navi di scorte di limoni. Già nell'XI secolo, la Repubblica di Amalfi decretò che a bordo delle navi ci fossero sempre provviste di questi frutti.
Dal 1400 al 1800, per il loro impiego nella lotta allo scorbuto, ci fu una grandissima richiesta di limoni amalfitani, vista la loro ricchezza di vitamina C. I limoni vennero richiesti non solo da altre zone campane e italiane, ma anche da paesi esteri, specialmente nord europei.
A tal proposito, nel XIX secolo Matteo Camera scrisse di limoni ...che da Minori venivano trasportati via mare verso altri mercati italiani, assieme a limoncelli e a cetrangoli..., termine con il quale venivano indicate le arance amare.
Fu così che lungo la costiera i giardini di limoni crebbero nel corso dei secoli di numero e ampiezza, grazie al recupero per l'agricoltura di suoli scoscesi e impervi.
9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

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giovedì 20 ottobre 2022

MARRONE SAN ZENO

Marrone di San Zeno (DOP) è un prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di origine protetta. Il marrone di San Zeno (San Zeno di Montagna) si presenta di forma ellissoidale con apice poco rilevato e facce laterali in prevalenza convesse. Il pericarpo è sottile, lucido e di colore marrone chiaro con striature più scure. La colorazione del seme tende al giallo paglierino, è lievemente corrugato, pastoso e di gusto dolce. La pezzatura è variabile.
Il frutto appartiene alla specie "Castanea Sativa Mill", riconducibile alla varietà "marrone".
I frutti devono presentare le seguenti caratteristiche:
numero di frutti per riccio non superiore a 3;
pezzatura variabile, ma con un numero di frutti per kg non superiore a 120 e non inferiore a 50;
forma ellissoidale, con apice poco rilevato, facce laterali in prevalenza convesse, ma caratterizzate da diverso grado di convessità, cicatrice ilare simile ad un cerchio schiacciato tendente al rettangolo che non deborda sulle facce laterali, di colore più chiaro del pericarpo;
pericarpo sottile, lucido, di colore marrone chiaro con striature più scure, evidenziate in senso mediano;
episperma (pellicola) sottile lievemente penetrante nel seme, che si stacca con facilità alla pelatura;
seme di colore tendente al giallo paglierino, lievemente corrugato, pastoso e di gusto dolce.
Al momento dell'immissione al consumo i frutti, oltre a presentare le caratteristiche di forma ed aspetto sopra specificate, devono essere interi, sani, puliti ed asciutti.
Il marrone, ricco di amido, buon apportatore di calorie e di proteine, sali minerali e vitamine, è estremamente nutriente ed energetico, sano e facilmente digeribile
Sia la digeribilità che l'apporto calorico variano a seconda dello stato e del tipo di cottura. A "crudo" la digeribilità è piuttosto scarsa mentre l'apporto calorico si assesta intorno alle 150 calorie per etto. La bollitura ne aumenta la digeribilità e riduce l'apporto calorico a circa 150 calorie per etto, mentre l'arrostitura lo riporta intorno alle 200 calorie per etto.
Zona di produzione
La zona di produzione e trasformazione del Marrone di San Zeno è situata nel territorio del Monte Baldo, compreso tra il Lago di Garda e la Vallagarina. Include parti dei seguenti comuni: Brentino Belluno, Brenzone, Caprino Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo e San Zeno di Montagna, tutti compresi nella zona omogenea dell'unione montana del Baldo-Garda.
I frutti che possono utilizzare la DOP Marrone di San Zeno provengono solo dalla tradizionale varietà locale Marrone che si è selezionata nella zona di origine da castagni appartenenti ad ecotipi autoctoni ed è stata propagata nel tempo dai produttori locali per via agamica.
La zona geografica di produzione, influenzata dall'ambiente benacense, è caratterizzata da clima temperato-umido, con terreni acidi, tendenzialmente sciolti, non superficiali sui quali il prodotto esprime le proprie peculiari caratteristiche.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

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mercoledì 19 ottobre 2022

MELA VAL DI NON

Mela Val di Non (DOP) è un prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di origine protetta. La denominazione è riservata a mele delle varietà Golden Delicious, Renetta, Red, Gala, Morgenduft, Jonagold, Fuji, Braeburn, Pinova. La zona di produzione, all'interno della provincia di Trento, corrisponde a quella parte del bacino idrografico del torrente Noce che ricade nella val di Sole e nella val di Non.
Curiosità letterarie
Lev Nikolaevič Tolstoj, conformemente a un'usanza russa, si dedicò personalmente alla realizzazione di un meleto, all'interno della sua tenuta di Jasnaja Poljana. Allo scopo, utilizzò alberi di melo dell'Alto Adige, regione allora facente parte dell'impero austroungarico.


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martedì 18 ottobre 2022

MARRONE ROCCADASPIDE

Il marchio Marrone di Roccadaspide (IGP) indica una particolare varietà di castagna coltivata nel Cilento e in particolare lungo le pendici di Monte Vesole nel comune di Roccadaspide. Tale frutto si distingue dalla generalità delle altre castagne per le caratteristiche di forma e dimensione del frutto nonché per le qualità organolettiche che ne facilitano la conservazione.
L’indicazione geografica protetta “Marrone di Roccadaspide” designa il frutto ottenuto in particolare dagli ecotipi Anserta, Abate e Castagna Rossa riconducibili alla varietà “Marrone”. Le dimensioni del frutto rispetto alla generalità delle castagne sono medio-grandi e la pezzatura è di non più di 80-85 frutti per chilogrammo di prodotto selezionato e/o calibrato. La forma del frutto è tendenzialmente semisferica, talvolta leggermente ellissoidale; la buccia invece è di colore castano bruno, tendenzialmente rossastro, con strie scure generalmente poco evidenti; mentre il seme è bianco latteo, con polpa consistente, di sapore dolce e al palato si presenta croccante, e poco farinoso; il seme inoltre ha un episperma sottile, liscio, abbastanza aderente con settatura inferiore al 5% e polpa consistente di sapore dolce.
Sotto l’aspetto dietetico nutrizionale, il “Marrone di Roccadaspide (IGP)” è particolarmente rilevante per il contenuto in carboidrati, mentre basso è il contenuto proteico.
Per le sue particolare proprietà il Marrone di Roccadaspide è particolarmente richiesto per la lavorazione industriale (oltre il 90% della destinazione commerciale) e di conseguenza viene utilizzato principalmente per la produzione di marron glacés, marmellate, castagne al rum, pur restando egualmente interessante anche per la destinazione al mercato del fresco, per l’impiego soprattutto come caldarroste e per la preparazione del castagnaccio.


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BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

lunedì 17 ottobre 2022

FRAGOLA PROFUMATA DI TORTONA

La storia della fragola di Tortona inizia un secolo fa. Da un’attenta selezione di specie selvatiche presenti sulle colline circostanti si ottenne a inizio secolo una cultivar eccellente e pregiata: la «profumata». Una fragola nuova, diversa da tutte quelle esistenti: poco più grande di un lampone, dal profumo intensissimo e dal sapore dolce e delicato. Negli anni Trenta questa varietà di fragola divenne la punta di diamante dell’economia locale. Per la fragola di Tortona l’amministrazione cittadina costruì perfino un mercato coperto, il «Gabbione». Il vecchio mercato non era più sufficiente per accogliere le centinaia di acquirenti: in alcune serate si trattavano fino a 100 quintali di fragole, vendute in caratteristici cestini di fasce di legno intrecciate. Nella stagione della raccolta la città si impregnava di un profumo intenso, le operaie lasciavano il lavoro nelle fabbriche per dedicarsi alla raccolta e molte famiglie, grazie agli ottimi ricavi, riuscivano ad assestare i bilanci di un anno intero. Simile al lampone, come dimensione e colore, dolce, aromatica, ma soprattutto profumatissima: la fragola di Tortona è una rarità, tanto che la grande richiesta ha messo in moto un vero e proprio mercato del «falso». È disponibile solo per una decina di giorni l’anno, tra la metà e la fine di giugno (dipende dalle annate). Per questo, se vi capiterà di trovare gelati o frullati alla fragola di Tortona, diffidate. La vera fragola di Tortona è molto deperibile: va raccolta il mattino e consumata in giornata. A Tortona da sempre si mangia intera, cosparsa di zucchero e di un buon Barbera.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

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domenica 16 ottobre 2022

MARRONE COMBAI

Il Marrone di Combai è un prodotto agricolo tipico del Veneto, a cui è stato riconosciuto il marchio I.G.P.
L'area di produzione coincide con i territori di 11 comuni della provincia di Treviso settentrionale, distribuiti lungo l'area pedemontana che va dal Piave al confine con il Friuli.
Il Marrone di Combai proviene dalla sottospecie Domestica macrocarpa di Castanea sativa, ecotipo "Marrone di Combai". Le particolarità di questo frutto sono strettamente influenzate dall'ambiente geografico, con un'orografia e un suolo tali da favorire una castanicoltura di qualità.
La produzione castanicola è documentata nella zona sin dal XII secolo. Ulteriore testimonianza ne è la toponomastica locale.
Il prodotto è stato valorizzato in epoca più recente con la "Festa dei Marroni di Combai" che si tiene dal 1945 nella frazione di Miane.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO

(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). 

Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



sabato 15 ottobre 2022

FICO D'INDIA SAN CONO

La Denominazione di Origine Protetta Ficodindia di San Cono è riservata ai frutti provenienti dalle seguenti cultivar della specie ‘Opunzia Ficus Indica’: ‘Surfarina’, detta anche ‘Gialla’ o ‘Nostrale’; ‘Sanguigna’, detta anche ‘Rossa’; ‘Muscaredda’ o ‘Sciannarina’, detta anche ‘Bianca’. È ammessa anche una percentuale non superiore al 5% degli ecotipi locali delle selezioni di ‘Trunzara’.
Caratteristiche
Tra le caratteristiche distintive del ‘Ficodindia di San Cono’ si ricordano le grandi dimensioni dei frutti, la buccia dai colori intensi e vivi, un profumo molto delicato e un sapore molto dolce. La dolcezza e le dimensioni del frutto, rispetto ad altre zone di produzione siciliane, risultano essere degli importanti parametri distintivi poiché correlati alla tipicità della zona geografica. La zona di produzione del ‘Ficodindia di San Cono’ comprende il territorio posto ad altitudine compresa tra 200 e 600 metri s.l.m., dei Comuni di San Cono (CT), San Michele di Ganzaria (CT), Piazza Armerina (EN e Mazzarino (CL).

Le particolari caratteristiche del ‘Ficodindia di San Cono’ si sviluppano grazie alla perfetta combinazione di fattori ambientali ed umani che caratterizzano la zona di produzione. Infatti, il territorio è dotato di caratteristiche particolari, quali l’altitudine e la conformazione orografica che rappresentano elementi essenziali nella determinazione delle particolari condizioni di intensità e qualità della radiazione luminosa, dell’alternanza dei cicli di bagnatura-asciugatura dell’epicarpo dei frutti e dell’escursione termica giornaliera, soprattutto nel periodo di maturazione dei frutti.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

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Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


venerdì 14 ottobre 2022

MARRONE CASTEL DEL RIO

Marrone di Castel del Rio (IGP) è un prodotto ortofrutticolo italiano a Indicazione geografica protetta. Il marrone è una coltivazione tipica della zona da più di 500 anni. È celebrato in una sagra paesana che si svolge tutti i fine settimana di ottobre a Castel del Rio.
La media Valle del Santerno racchiude, prezioso tesoro, antiche selve di grandi castagni. Delizioso frutto di questi boschi è il prelibato marrone di Castel del Rio. Prodotti naturali di queste splendide colline, i marroni sono ben diversi dalle più comuni castagne.
In primo luogo, il marrone si distingue per il gusto: più dolce e profumato, racchiude ed esalta gli aromi e i sapori del bosco. Inoltre il marrone ha una pezzatura molto maggiore della castagna, tanto è vero che un riccio racchiude al massimo 2 o 3 frutti.
Ultima delle sue qualità, il marrone è protetto da una buccia bruna e da una sottile pellicina che possono essere asportate con estrema facilità, operazione quasi impossibile con le castagne.
La squisitezza e la naturalità di questo prodotto fanno dei marroni l'ingrediente principe di numerose preparazioni culinarie che, in autunno, trionfano sulle tavole dei gourmets.
A tutela di questo autentico patrimonio gastronomico i castanicoltori di Castel del Rio si sono riuniti in un Consorzio e hanno ottenuto il riconoscimento europeo di Indicazione Geografica Protetta. L'I.G.P. assicura la qualità e la genuinità dei marroni di Castel del Rio e ne accompagna la vendita in Italia e all'estero.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

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