martedì 14 marzo 2023

CONOSCERE I SOFT DRINK

La bibita è un tipo di bevanda analcolica a base di acqua naturale o acqua gassata con carbonato di sodio (volgarmente: soda) e quasi sempre addizionata ad aromi e sostanze dolci (zucchero oppure dolcificanti o fruttosio). Tali bevande possono contenere anche caffeina, taurina (in particolare i cosiddetti energy drink) e/o gomma arabica e vengono utilizzate a volte nella preparazione di cocktail. Tra le bibite rientrano la gazzosa, il chinotto, l'acqua tonica, le spume all'arancia, al cedro o al pompelmo e le bibite a base di cola.
Per il confezionamento è diffusa, oltre alla confezione in lattina, l'imbottigliamento in bottiglie in vetro o plastica PET.
Questo tipo di bevande è spesso indicato con nomi differenti, mutuati da quelli in uso sul mercato anglosassone: soft drink, pop, soda, coke, soda pop, fizzy drink, tonic o carbonated beverage. Prodotti come le bevande energetiche in uso fra gli sportivi e i succhi di frutta in genere non sono considerati soft drink, così come non lo possono essere le bevande calde a base di cioccolata, the, caffè e latte (inclusi frullati e frappé).
Solitamente servite fredde o a temperatura ambiente, le bibite sono chiamate soft drink in contrasto con le bevande definite - sempre nel mercato anglosassone - hard drink, ovvero le bevande alcoliche. Piccole quantità di etanolo, tuttavia, possono essere presenti anche nei soft drink, sebbene il titolo alcolometrico non possa superare lo 0.5% del volume totale del prodotto nel caso in cui il drink debba essere classificato come analcolico.
Le più diffuse bibite sono, oltre alle già citate cole, spume e gassose, la limonata e l'aranciata, oltre alle bibite a base di lime, la root beer (un particolare tipo di birra gassata diffusa in Nordamerica), la grape soda, la cream soda a base di vanillina, il ginger ale, il punch a base di frutta da servire freddo e senza alcool (Delaware Punch), lo squash a base di sciroppo di frutta, lo Julmust.
I primi soft drink non-carbonati ad essere commercializzati nel mondo occidentale furono preparati nel XVII secolo. Essi erano composti da acqua e da succo di limone reso dolce con del miele. Nel 1676 una Compagnie des Limonadiers di Parigi si assicurò il monopolio per la vendita di questo tipo di bevande ai passanti assetati ai quali venivano distribuite coppe riempite da piccole damigiane caricate sulle spalle dei venditori ambulanti.
Nel XVIII secolo la scienza contribuì notevolmente nella creazione di quelle che sarebbero state poi le moderne acque minerali. Fu nel 1767 che l'inglese Joseph Priestley per primo scoprì un metodo per infondere nell'acqua l'anidride carbonica così da creare l'acqua gassata. L'esperimento di Priestley avvenne in una birreria di Leeds. Scoprì la soda water, ovvero il componente della maggior parte dei soft drink. Priestley si rese conto che l'acqua, sebbene trattata, aveva un gusto gradevole e la offrì agli amici come bibita rinfrescante. Nel 1772 lo scienziato pubblicò un trattato intitolato Impregnating Water with Fixed Air in cui descriveva la distillazione, il cosiddetto oil of vitriol (olio di vetriolo, ovvero acido solforico), utile per produrre gas da anidride carbonica e favorirne la sua dissoluzione in un contenitore nel quale veniva agitata dell'acqua.
Un altro inglese, John Mervin Nooth implementò la scoperta di Priestley producendo un'apparecchiatura di uso commerciale destinata alle farmacie. Il chimico svedese Torbern Bergman, poi, inventò a sua volta un apparecchio per la generazione di acqua gassata mediante gesso e acido solforico. Con questo sistema si poteva produrre un'imitazione dell'acqua minerale in notevole quantità. Nel tardo XVII secolo, infine, il chimico svedese Jöns Jacob Berzelius iniziò ad aggiungere aromi (spezie, succhi di frutta e vino) all'acqua gassata.
Tipologie
ACE
Acqua di cocco
Acqua di seltz
Acqua soda
Acqua tonica
Aranciata
Bitter
Chinotto
Cedrata
Coffee Drink
Cola
Energy drink
Functional drink
Ginger
Ginger ale
Latte di mandorla
Limonata
Pompelmo
Soya drink
Sport drink
Spuma

The freddo

Il frappè è una bevanda dolce che viene preparata frullando un ingrediente di frutta, come delle banane o fragole, o del cacao, del ghiaccio tritato e il latte, oppure usando direttamente del ghiaccio di latte. Spesso si aggiunge anche dello zucchero. Si chiama frappè anche il frullato di gelato e latte.
Volendo si può preparare anche utilizzando liquori, caffè o sciroppi come menta e amarena. Il frappè si serve in bicchieri alti con una cannuccia, ed è possibile anche aggiungere panna montata.
I frappé si distinguono dai frullati perché alla preparazione di base di questi ultimi si aggiunge anche il ghiaccio tritato (o, più semplicemente, del gelato).
Il termine frappé, infatti, significa proprio “liquido colpito dal freddo”, in quanto l’aggiunta del ghiaccio ne abbassa istantaneamente la temperatura.
A differenza dei frullati, i frappé, che sono essenzialmente una bevanda fredda (tant’è che la possiamo tranquillamente considerare una bevanda tipicamente estiva), utilizzano spesso nelle ricette di preparazione liquori, menta o caffè in sostituzione della semplice frutta.
La sostituzione del ghiaccio con gelato alza notevolmente il contenuto calorico (al limite, per non esagerare con le calorie, rendendo la bevanda meno liquida, si può fare a meno e di usare il gelato e di usare i cubetti di ghiaccio sostituendo questi ultimi con cubetti di latte ghiacciato).
Dal momento che vengono generalmente serviti in notevoli quantità (calici o bicchieri di grandi dimensioni) e spesso integrati da altri alimenti (biscottini, liquore) il contenuto calorico dei frappé può essere ragguardevole e per niente paragonabile a quello di semplici bevande dissetanti. Devono quindi essere considerati veri e propri alimenti, paragonabili a piccole porzioni di dolci.
Può essere utilizzata la panna montata. Chi lo gradisce può sostituire il latte vaccino con quello di soia.

I frullati sono una categoria di bevande ottenute frullando diversi alimenti (in genere frutta o alcuni tipi di verdure) da soli o insieme a una base di acqua, latte, yogurt o simili; possono essere zuccherati o arricchiti con altri ingredienti (soprattutto cacao o vaniglia). Data la loro composizione, i frullati sono tipicamente ricchi di vitamine e altri nutrienti; di conseguenza sono spesso commercializzati come prodotti alimentari salutistici, eventualmente con l'aggiunta di altri ingredienti con particolari qualità nutritive, come il siero di latte, latte di soia, complessi vitaminici, preparati di erboristeria e simili.
Nei frullati la frutta viene appunto frullata in tutte le sue parti (compresa la buccia) e quindi si aggiunge il latte. L’aggiunta di latte è opzionale, ma rende il frullato sicuramente molto più nutriente, modificandone l’aspetto nutrizionale. Il latte, infatti, fornisce un
contributo di proteine e grassi che in quello di sola frutta mancherebbe totalmente, riducendo l’alimento a un concentrato di zuccheri e fibre. Il frullato, per la sua elevata percentuale di frutta non è affatto paragonabile ai succhi di frutta, ove manca generalmente la componente di fibre e si ha un ridotto contenuto vitaminico (spesso i succhi industriali sono sottoposti a processi termici di sterilizzazione che ne alterano il contenuto vitaminico).
I frullati, per loro natura, sono invece generalmente consumati freschi, appena preparati, risultando quindi un concentrato di energia sotto forma di zuccheri semplici e degli elementi nutritivi così importanti del latte. L’abitudine a consumare frullati di frutta può essere un valido espediente per far consumare ai bambini una giusta dose quotidiana di latte, in quanto il sapore dolce della frutta rende il latte, per taluni, più appetibile. Da limitare invece l’apporto di zucchero, in quanto aumenta il contenuto calorico senza avere in cambio particolari vantaggi; se, infatti, la frutta è ben matura, è sufficiente il fruttosio contenuto nel frutto per conferire alla bevanda un gusto gradevole.

Con succo di frutta si intende il risultato della spremitura, con conseguente separazione della parte polposa, di frutti diversi. I succhi di frutta come arance o mele sono molto comuni ed il loro consumo è cresciuto negli ultimi anni per merito delle loro qualità nutritive. I succhi possono essere concentrati e richiedere quindi l'aggiunta di acqua. Per la produzione di succhi di frutta si usano tecniche come l'evaporazione, essiccazione e pastorizzazione.
Fra i succhi più popolari in commercio ci sono quelli di pera, pesca, mela, arancia, arancia rossa, mandarino, pompelmo, ananas, pomodoro, ACE e uva.
I succhi di frutta non sono da confondere con le bevande o i nettari, prodotti contenenti altri ingredienti oltre ai derivati dalla frutta. Le confezioni dei prodotti in commercio riportano sempre in etichetta la denominazione commerciale affinché il consumatore non sia confuso.
Il termine succo di frutta, nell'Unione Europea, è definito come: "il prodotto fermentescibile ma non fermentato..." ottenuto da frutti sani e maturi (dir. 2001/112/CE e successivi aggiornamenti).
Dal 2012 non è più possibile addizionare zuccheri ai succhi messi in commercio come tali; i soli zuccheri presenti sono quindi quelli naturalmente contenuti nella frutta di origine.
Se il succo viene preparato diluendo un succo di frutta concentrato, il prodotto ottenuto deve essere etichettato come: "succo di... da concentrato (o a base di succo concentrato)".
La ricostituzione del succo di frutta da concentrato deve essere effettuata aggiungendo solo l'acqua necessaria a raggiungere un contenuto di sostanza secca definita per legge per le principali specie di frutta.
Il succo viene normalmente sottoposto al trattamento termico di pastorizzazione, e confezionato in condizioni di asetticità per garantirne la stabilità microbiologica (prevenire fermentazioni o ammuffimenti).
Ai succhi di frutta possono essere aggiunti ingredienti funzionali come vitamine, sali minerali o fibre alimentari.
Storia
Prove iniziali di produzioni di succo si possono confermare in gruppi di granella di uva risalenti. persino all'8000 a.C., anche se molto probabilmente ciò non era un vero e proprio succo ma un preparato per vino. Uno dei primi succhi a comparire fu la limonata prodotta dall'Italia nel XVI secolo come merce d'importazione nel Medio Oriente. Nel XVII secolo compare il succo di arancia.
Nel XVIII secolo James Lind produce succhi a base di agrumi contro lo scorbuto (talmente efficaci tale che nel 1867 la Merchant Shopping Act imporrà di tenere succhi di agrumi a bordo delle navi Ocean-bound). Nel XIX secolo il dentista sigillò le bottiglie di succo con sughero e cera e li mise in acqua bollente: in questo modo aveva creato una pastorizzazione del prodotto che ne facilitava lo stoccaggio e ne uccideva il lievito responsabile della fermentazione.

Gli sciroppi alla frutta fin dai tempi più antichi sono stati il rimedio ideale contro la calura estiva in quanto sono freschi e naturali. Usare frutta fresca per una maggiore qualità del prodotto.
Ingredienti
amarena, limone, orzata, zucchero, 2 cucchiai di acqua di fiori d'arancio, acqua, padella, imbuto, mestolo, bottiglia o barattolo entrambi con chiusura ermetica
Sciroppo al limone: Sciacquate bene i limoni a vostra disposizione e tagliateli a metà per poterli spremere, quindi privateli del loro succo facendo attenzione affinché la quantità di liquido spremuta corrisponda a quella dello zucchero (es. 1/2 litro di succo con 1/2 kilo di zucchero). Adesso disponete sul fuoco a fiamma media una pentola con mezzo bicchiere d'acqua, lo zucchero e il succo del vostro limone e portate ad ebollizione dopodiché continuate a tenerlo per altri 5 minuti circa. Togliete il liquido dal fuoco e attendete che si raffreddi. Utilizzando un imbuto e un mestolo, versate il tutto in una bottiglia o in un barattolo con chiusura ermetica. Da questo momento in poi riponetelo in frigo o in un luogo fresco.
Sciroppo all’amarena: Eliminate i piccioli e i noccioli. Una volta pulite, mettetele in una padella dai bordi alti insieme allo zucchero, accendete il fuoco e quando noterete che le amarene inizieranno a bollire, abbassate leggermente la fiamma e mantenete per circa 15 minuti, mescolando spesso il composto. Una volta trascorsi i 15 minuti, fate raffreddare per bene lo sciroppo e una volta freddo, versate il liquido all'interno di una bottiglia e conservatelo in frigorifero.
Sciroppo all’orzata: Innanzitutto collocate le mandorle in un recipiente pieno d'acqua e dopo averle sbucciate, sminuzzatele con l'aiuto di un mortaio. Inumiditele con i fiori d'arancio e una volta ottenuta una purea scioglietela all'interno di un terzo dell'acqua. Dopo aver passato il tutto con l'aiuto di un colino o di un canovaccio, prelevate la parte liquida e diluite la parte solida con l'acqua restante. Sistemate il liquido ottenuto sul fuoco insieme allo zucchero per circa venti minuti. Anche in questo caso fate raffreddare e successivamente imbottigliate il succo.



 

Sciroppi, frullati e frappé
Frullati e frappé sono alimenti molto consumati nelle stagioni calde (in particolare i secondi), per le proprietà rinfrescanti della frutta, ma lo sono anche in molte occasioni in cui per motivi di salute non è possibile una normale alimentazione.
In genere le due situazioni sono diametralmente opposte:
· se utilizzati come bevande dissetanti o rinfrescanti si deve cercare di limitare il potere calorico (spesso l’aggiunta di zucchero o di liquore crea una bevanda niente affatto dissetante e inutilmente ipercalorica);
· se utilizzati come alimenti sostitutivi è necessario invece calibrare gli ingredienti
per offrire il massimo dei principi nutritivi.
L’ingrediente principale del frullato e del frappé è la frutta e la distinzione tra i due alimenti risiede essenzialmente nella diversa modalità di preparazione.
Frullato
I frullati sono una categoria di bevande ottenute frullando diversi alimenti (in genere frutta o alcuni tipi di verdure) da soli o insieme a una base di acqua, latte, yogurt o simili; possono essere zuccherati o arricchiti con altri ingredienti (soprattutto cacao o vaniglia). Data la loro composizione, i frullati sono tipicamente ricchi di vitamine e altri nutrienti; di conseguenza sono spesso commercializzati come prodotti alimentari salutistici, eventualmente con l'aggiunta di altri ingredienti con particolari qualità nutritive, come il siero di latte, latte di soia, complessi vitaminici, preparati di erboristeria e simili.
Nei frullati la frutta viene appunto frullata in tutte le sue parti (compresa la buccia) e quindi si aggiunge il latte. L’aggiunta di latte è opzionale, ma rende il frullato sicuramente molto più nutriente, modificandone l’aspetto nutrizionale. Il latte, infatti, fornisce un contributo di proteine e grassi che in quello di sola frutta mancherebbe totalmente, riducendo l’alimento a un concentrato di zuccheri e fibre. Il frullato, per la sua elevata percentuale di frutta non è affatto paragonabile ai succhi di frutta, ove manca generalmente la componente di fibre e si ha un ridotto contenuto vitaminico (spesso i succhi industriali sono sottoposti a processi termici di sterilizzazione che ne alterano il contenuto vitaminico).
I frullati, per loro natura, sono invece generalmente consumati freschi, appena preparati, risultando quindi un concentrato di energia sotto forma di zuccheri semplici e degli elementi nutritivi così importanti del latte. L’abitudine a consumare frullati di frutta può essere un valido espediente per far consumare ai bambini una giusta dose quotidiana di latte, in quanto il sapore dolce della frutta rende il latte, per taluni, più appetibile. Da limitare invece l’apporto di zucchero, in quanto aumenta il contenuto calorico senza avere in cambio particolari vantaggi; se, infatti, la frutta è ben matura, è sufficiente il fruttosio contenuto nel frutto per conferire alla bevanda un gusto gradevole.
Frappé
Il frappè è una bevanda dolce che viene preparata frullando un ingrediente di frutta, come delle banane o fragole, o del cacao, del ghiaccio tritato e il latte, oppure usando direttamente del ghiaccio di latte. Spesso si aggiunge anche dello zucchero. Si chiama frappè anche il frullato di gelato e latte.
Volendo si può preparare anche utilizzando liquori, caffè o sciroppi come menta e amarena. Il frappè si serve in bicchieri alti con una cannuccia, ed è possibile anche aggiungere panna montata.
I frappé si distinguono dai frullati perché alla preparazione di base di questi ultimi si aggiunge anche il ghiaccio tritato (o, più semplicemente, del gelato).
Il termine frappé, infatti, significa proprio “liquido colpito dal freddo”, in quanto l’aggiunta del ghiaccio ne abbassa istantaneamente la temperatura.
A differenza dei frullati, i frappé, che sono essenzialmente una bevanda fredda (tant’è che la possiamo tranquillamente considerare una bevanda tipicamente estiva), utilizzano spesso nelle ricette di preparazione liquori, menta o caffè in sostituzione della semplice frutta. La sostituzione del ghiaccio con gelato alza notevolmente il contenuto calorico (al limite, per non esagerare con le calorie, rendendo la bevanda meno liquida, si può fare a meno e di usare il gelato e di usare i cubetti di ghiaccio sostituendo questi ultimi con cubetti di latte ghiacciato).
Dal momento che vengono generalmente serviti in notevoli quantità (calici o bicchieri di grandi dimensioni) e spesso integrati da altri alimenti (biscottini, liquore) il contenuto calorico dei frappé può essere ragguardevole e per niente paragonabile a quello di semplici bevande dissetanti. Devono quindi essere considerati veri e propri alimenti, paragonabili a piccole porzioni di dolci.
Può essere utilizzata la panna montata. Chi lo gradisce può sostituire il latte vaccino con quello di soia.
Sciroppi di frutta
Gli sciroppi alla frutta fin dai tempi più antichi sono stati il rimedio ideale contro la calura estiva in quanto sono freschi e naturali. Usare frutta fresca per una maggiore qualità del prodotto.
Sciroppo al limone:
Sciacquate bene i limoni a vostra disposizione e tagliateli a metà per poterli spremere, quindi privateli del loro succo facendo attenzione affinché la quantità di liquido spremuta corrisponda a quella dello zucchero (es. 1/2 litro di succo con 1/2 kilo di zucchero). Adesso disponete sul fuoco a fiamma media una pentola con mezzo bicchiere d'acqua, lo zucchero e il succo del vostro limone e portate ad ebollizione dopodiché continuate a tenerlo per altri 5 minuti circa. Togliete il liquido dal fuoco e attendete che si raffreddi. Utilizzando un imbuto e un mestolo, versate il tutto in una bottiglia o in un barattolo con chiusura ermetica. Da questo momento in poi riponetelo in frigo o in un luogo fresco.
Sciroppo all’amarena:
Eliminate i piccioli e i noccioli. Una volta pulite, mettetele in una padella dai bordi alti insieme allo zucchero, accendete il fuoco e quando noterete che le amarene inizieranno a bollire, abbassate leggermente la fiamma e mantenete per circa 15 minuti, mescolando spesso il composto. Una volta trascorsi i 15 minuti, fate raffreddare per bene lo sciroppo e una volta freddo, versate il liquido all'interno di una bottiglia e conservatelo in frigorifero.
Sciroppo all’orzata:
Innanzitutto collocate le mandorle in un recipiente pieno d'acqua e dopo averle sbucciate, sminuzzatele con l'aiuto di un mortaio. Inumiditele con i fiori d'arancio e una volta ottenuta una purea scioglietela all'interno di un terzo dell'acqua. Dopo aver passato il tutto con l'aiuto di un colino o di un canovaccio, prelevate la parte liquida e diluite la parte solida con l'acqua restante. Sistemate il liquido ottenuto sul fuoco insieme allo zucchero per circa venti minuti. Anche in questo caso fate raffreddare e successivamente imbottigliate il succo.

Con succo di frutta si intende il risultato della spremitura, con conseguente separazione della parte polposa, di frutti diversi. I succhi di frutta come arance o mele sono molto comuni ed il loro consumo è cresciuto negli ultimi anni per merito delle loro qualità nutritive. I succhi possono essere concentrati e richiedere quindi l'aggiunta di acqua. Per la produzione di succhi di frutta si usano tecniche come l'evaporazione, essiccazione e pastorizzazione.
Fra i succhi più popolari in commercio ci sono quelli di pera, pesca, mela, arancia, arancia rossa, mandarino, pompelmo, ananas, pomodoro, ACE e uva.
I succhi di frutta non sono da confondere con le bevande o i nettari, prodotti contenenti altri ingredienti oltre ai derivati dalla frutta. Le confezioni dei prodotti in commercio riportano sempre in etichetta la denominazione commerciale affinché il consumatore non sia confuso.
Il termine succo di frutta, nell'Unione Europea, è definito come: "il prodotto fermentescibile ma non fermentato..." ottenuto da frutti sani e maturi (dir. 2001/112/CE e successivi aggiornamenti).
Dal 2012 non è più possibile addizionare zuccheri ai succhi messi in commercio come tali; i soli zuccheri presenti sono quindi quelli naturalmente contenuti nella frutta di origine.
Se il succo viene preparato diluendo un succo di frutta concentrato, il prodotto ottenuto deve essere etichettato come: "succo di... da concentrato (o a base di succo concentrato)".
La ricostituzione del succo di frutta da concentrato deve essere effettuata aggiungendo solo l'acqua necessaria a raggiungere un contenuto di sostanza secca definita per legge per le principali specie di frutta.
Il succo viene normalmente sottoposto al trattamento termico di pastorizzazione, e confezionato in condizioni di asetticità per garantirne la stabilità microbiologica (prevenire fermentazioni o ammuffimenti).
Ai succhi di frutta possono essere aggiunti ingredienti funzionali come vitamine, sali minerali o fibre alimentari.
Storia
Prove iniziali di produzioni di succo si possono confermare in gruppi di granella di uva risalenti. persino all'8000 a.C., anche se molto probabilmente ciò non era un vero e proprio succo ma un preparato per vino. Uno dei primi succhi a comparire fu la limonata prodotta dall'Italia nel XVI secolo come merce d'importazione nel Medio Oriente. Nel XVII secolo compare il succo di arancia.
Nel XVIII secolo James Lind produce succhi a base di agrumi contro lo scorbuto (talmente efficaci tale che nel 1867 la Merchant Shopping Act imporrà di tenere succhi di agrumi a bordo delle navi Ocean-bound). Nel XIX secolo il dentista sigillò le bottiglie di succo con sughero e cera e li mise in acqua bollente: in questo modo aveva creato una pastorizzazione del prodotto che ne facilitava lo stoccaggio e ne uccideva il lievito responsabile della fermentazione.
Spremitura e tipologia di estrattori
Esistono due tipi di estrattori sul mercato che sebbene producano succo appena spremuto agiscono agli estremi opposti: Estrattori a caldo o Centrifughe ed Estrattori a freddo
Più convenienti degli estrattori a freddo, le centrifughe vengono vendute presso venditori al dettaglio e centri commerciali e perciò sono i più diffusi nella case di tutto il mondo. Per estrarre il succo, le lame delle centrifughe compiono 30 000 rotazioni al minuto comportando pompaggio di aria e un'ossidazione prematura. Le lame sminuzzano la frutta in microparticelle, che esposte all'aria compromettendone enzimi e valori nutrizionali.
Gli estrattori a freddo (detti anche masticatori) sono disponibili sul mercato dal 1934, ma è solo negli ultimi decenni che si è veramente diffuso. I masticatori estraggono il succo gentilmente e basse temperature. I giri del cestello (75-160 rotazioni al minuto) non ossidano il prodotto e mantengono il prodotto vivo. Rispetto alle centrifughe, gli estrattori a freddo riescono ad estrarre il doppio dei valori nutrizionali. L'unico svantaggio dei masticatori è la mancata pastorizzazione del prodotto, che quindi dovrà essere consumato subito dopo la sua spremitura.

12 CONSERVE (2^ Edizione)


 

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.

CORREDO DA CUCINA (2^ Edizione)

  

Corredo da cucina.In queste 180 pagine ho raccolto oltre 200 schede di prodotti e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Cosa è indispensabile per cucinare? Una scelta ragionata delle attrezzature e delle modalità d'uso per preparare e servire ottimi pasti. Non limitiamoci a ciò a cui siamo abituati. Se stimoliamo al meglio la nostra casalinga (o il nostro casalingo) lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

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