martedì 17 gennaio 2023

CACCIUCCO ALLA LIVORNESE

Una buona regola è quella di avere almeno una specie ittica in ciascuno dei seguenti gruppi di ingredienti
Molluschi cefalopodi: polpo, seppia, calamaro
Molluschi bivalvi: cozze, vongole
Pesci da zuppa: pescetti della lunghezza massima 10-15 cm
Piccoli squali a tranci: palombo, nocciolo
Crostacei: cicale, scampi
Un plausibile compromesso
600 gr di pesci misti per minestra (una piccola ombrina, un piccolo pezzo di spinarolo, un filetto di sogliola...)
300 gr di piccoli polpi (o moscardini) già puliti
300 gr di seppioline (o calamaretti) già puliti
500 gr di pesci da caciucco (filetti di scorfano, filetto di rana pescatrice, filetti di palombo)
250 gr di gamberoni, scampi o cicale di mare
1 carota
1 cipolla
1 gambo di sedano
300 gr di polpa di pomodoro
1 bicchiere di vino bianco
2 spicchi d'aglio
un pizzico di peperoncino
olio extravergine d'oliva
sale
pepe
pane tostato per servire
Pulite i pesci per brodo, desquamateli ed eliminate le branchie e le viscere. Tagliate a pezzi i pesci per il brodo. Versateli in una pentola capiente assieme a 1 carota, 1 cipolla e a un pezzettino di sedano. Versate 1 litro d’acqua bollente. Portate il tutto a ebollizione, schiumate il brodo se necessario, e lasciate sobbollire il tutto per almeno un’ora. Poi filtrate e mettete da parte tenendo al caldo. Tagliate i pesci da cacciucco in piccoli pezzi. Fate un trito d’aglio. Scaldate 4 cucchiai d’olio in un tegame, versate l’aglio, il peperoncino, i piccoli polpi e le seppie. Aggiungete la polpa di pomodoro, sfumate con il vino bianco e proseguite la cottura per 10 minuti. Aggiungete poi i pesci al cacciucco, qualche mestolo di brodo di pesce e cuocete il tutto per 30 minuti, a fuoco basso, coprendo la pentola con un coperchio. Aggiungete qualche mestolo di brodo di pesce ogni qualvolta vi sembra necessario. Scoperchiate la zuppa, aggiungete i gamberi sgusciati (o gli scampi). Proseguite la cottura per altri 10 minuti. Spegnete il fuoco, pepate e salate la zuppa, se necessario e servitela subito accompagnandola da fette di pane tostato ben agliato. Se lo desiderate, al momento di aggiungere i gamberi sgusciati (o gli scampi) potete aggiungere anche 500 gr di cozze già pulite. Servite il cacciucco alla livornese in tavola. Nella tradizione livornese, il cacciucco viene gustato con il vino rosso.
Il cacciucco è un piatto a base di pesce, propriamente tipico della cucina livornese e viareggina. È una zuppa di pesce composta da diverse qualità di pesci, crostacei e molluschi, in genere polpi, seppie, cicale, scorfani ed altre varietà di pesce cosiddetto "povero", messo a cucinare in tempi diversi, a seconda del diverso tempo di cottura richiesto dal tipo di pesce, in salsa di pomodoro e poi adagiato su fette di pane abbrustolito e agliato poste sul fondo del piatto. La ricetta del cacciucco tradizionale prevedeva tredici specie ittiche. C'è da dire però che poi le specie utilizzate nella stragrande maggioranza delle testimonianze scritte si riducono a 6/7 tipologie ittiche, che possono variare in virtù del pescato del giorno. Non ci sono quindi regole precise sulla composizione ittica di questo piatto, ma piuttosto la scelta inequivocabile, per ottenere un buon risultato, di tutti quei pesci definiti "da zuppa".Le originiNumerose sono le ipotesi e le versioni fantasiose relative alle origini del cacciucco. Alcune lo vogliono come una sorta di simbolo della generosità popolare, un piatto nato dalla raccolta dei pesci offerti dai pescatori alla famiglia di un loro compagno morto durante una tempesta. Un'altra leggenda lo vuole simbolo delle origini di Livorno e della sua popolazione composta da un amalgama di genti e di comunità diverse: ebraiche, armene, greche, levantine, tedesche, portoghesi, francesi, anglicane e olandesi. Il fondersi delle varie culture, religioni e tradizioni, anche gastronomiche, sarebbe quindi rappresentato dal cacciucco. Secondo lo storico livornese di origine siriana Paolo Zalum, il cacciucco sarebbe stato inventato da un guardiano del Fanale, il faro del porto, al quale un editto della Repubblica fiorentina proibiva di friggere il pesce (perché l'olio doveva essere usato per alimentare la luce del faro). Da qui l'invenzione del cacciucco, che di olio ne richiede poco. L'ipotesi più verosimile, leggende a parte e dalle più importanti testimonianze scritte su testi di varia natura ed epoca, è quella di un piatto realizzato con gli avanzi della pesca rimasti invenduti.
Il nomeAnche su questo si incontrano diverse scuole di pensiero. La più probabile e accettata dai linguisti è che il nome tragga le sue origini dal termine turco küçük, che significa 'di piccole dimensioni', in riferimento ai pezzetti piccoli che compongono la zuppa. Secondo un'altra ipotesi deriverebbe invece dallo spagnolo cachuco, il nome specifico di un pesce, simile al dentice, ma che viene usato anche per indicare il pesce, in generale. Un'altra ipotesi è che il nome derivi dal piatto tipico vietnamita canh chua cá (zuppa di pesce agra) che potrebbe essere stata introdotta a Livorno dai marinai di ritorno dall'Estremo oriente. A difesa del nome c'è stato un sollevamento popolare quando la Buitoni ha immesso sul mercato un cacciucco surgelato. Nonostante l'intervento del sindaco di Livorno per cambiare il nome della confezione da "'Cacciucco" a "Zuppa di pesce", il cacciucco surgelato è ancora in commercio. Ma non riporta più la dicitura "alla livornese".

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).





ABBACCHIO ROMANO



E' chiamato abbacchio in romanesco l'agnello giovane, lattante, il figlio della pecora presso a raggiungere un anno di età, macellato per la vendita, che ha un ruolo fondamentale nella storia della cucina romana e laziale. Il Foro Romano, era nel XV secolo sede del mercato del bestiame, è il luogo in cui, già dal 300, si teneva il mercato degli abbacchi, degli agnelli, dei castrati e delle pecore. I Papi, dopo la caduta dell'Impero Romano, vietarono alle pecore di pascolare in tutta la Campagna Romana ed imposero l'uscita da tutto il territorio in questo modo il bestiame raggiungeva i freschi pascoli degli Appennini e sfuggiva alla calura estiva. Il mercato della carne di agnello e di castrato, divenuto un grosso affare, era soggetto a norme severissime, come la dogana, editti e gabelle. Il consumo di abbacchio era considerevole nel corso della cosiddetta “agnellatura”, cioè la macellazione dei capi da uno a sei mesi di età che si teneva nel periodo compreso tra Pasqua e Giugno. Nell'agro romano, in occasione dell'abbacchiatura (uccisione degli abbacchi) e della carosa (tosatura), i pastori usavano banchettare con la pagliatella, cioè la carne più grassa dell'intestino dell'abbacchio, cotta alla brace, e la pezzata o sponsata, ossia carne di pecora tagliata a pezzi, con l'aggiunta di lardo e cipolla cotta a cardarello (fuoco) vivace. Altri preparati tradizionali con la carne di abbacchio sono le animelle, i granelli e tutte le altre regaglie (milza, fegato ed intestino tagliato a pezzi) da cucinare in padella e la mucischia o mususchia, carne spolpata ed essiccata al sole, simile a coppiette che, un tempo, i pecorai portavano con sé durante la transumanza. A Roma la stagione degli abbacchi comincia in autunno e finisce in primavera. Quella degli agnelli dura tutta la primavera, comincia a Pasqua e finisce a San Giovanni (24 giugno).
La denominazione di "Abbacchio Romano" è riservata esclusivamente agli agnelli, maschi o femmine, nati e allevati allo stato brado e semibrado, di razza Sarda, Comisana, Sopravissana, Massese, Merinizzata Italiana e relativi incroci. La carne dell'Abbacchio Romano, messa in commercio secondo differenti tagli (intero, mezzena, spalla e coscio, costolette, testa e coratella) ha un colore rosa chiaro con grasso di copertura bianco, tessitura fine, consistenza compatta, leggermente infiltrata di grasso, sapore delicato con odori tipici di una carne giovane e fresca. Caratteristica che distingue l'Abbacchio Romano è la scarsa presenza di grasso sia di copertura che infiltrato.
L'Abbacchio Romano si produce nell'intero territorio del Lazio questo grazie a vari fattori climatici che permettono di sfruttare migliori condizioni per l'allevamento degli ovini, senza provocare alcuno stress agli animali, inoltre consentono alle pecore “madri” di utilizzare i prati naturali e prati-pascolo, in modo da ottenere una particolare qualità al latte destinato all'alimentazione degli agnelli e, di conseguenza, alla carne, fattori che sono: i monti calcarei e vulcanici, colline e pianure alluvionali, con una temperatura media annuale variabile tra 13 -16° C, alle precipitazioni annuali (che vanno dai valori minimi di 650 mm, lungo la fascia litoranea, ai 1.000-1.500 mm, nelle pianure interne fino ai 1.800-2.000 mm, in corrispondenza del Terminillo e dei Simbruini). L'agnello da latte, Abbacchio Romano, è nutrito con latte materno, ma è prevista un'alimentazione integrata con alimenti naturali ed essenze spontanee. Le pecore "madri" possono beneficiare di pascoli naturali, prati-pascolo e di erbai tipici della Regione Lazio anche se è ammessa l'integrazione dell'alimentazione con foraggi secchi e con concentrati, escludendo organismi geneticamente modificati. Il pascolo può essere naturale e casuale, ma è proprio il pastore che a volte coltiva erbai che fa pascolare a rotazione per la discontinuità vegetativa dei pascoli naturali che non consente una disponibilità costante di foraggio. Agnelli e pecore "madri" non devono essere soggetti a forzature alimentari, a stress ambientali e/o sofisticazioni ormonali per incrementare la produzione. Nel periodo estivo si pratica la tradizionale monticazione cioè l'animale sfugge alla calura estiva, e le pecore “madri” possono nutrirsi di foraggi freschi. Con queste buone condizioni di allevamento le pecore “madri” non hanno nessuno stress ambientale e nutrizionale, ovviamente il loro latte e la qualità della carne dell'Abbacchio Romano sarà influenzata positivamente. Entro dieci giorni dalla nascita, agli agnelli viene messo sull'orecchio sinistro una fascetta o un bottone auricolare per identificare a quale allevamento appartengono, completo di lettere e cifre e, sul retro, il numero progressivo del capo. Gli agnelli vengono macellati ad un'età variabile tra i 28-40 giorni, ad un peso morto che può raggiungere gli 8 kg. La macellazione avviene entro 24 ore dal conferimento al mattatoio.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


BRODO VEGETALE

2 pomodori rossi
2 carote
2 cipolle
3 coste di sedano
1 patata
1 zucchina
pepe in grani
3 foglie di alloro (o prezzemolo)
3 litri di acqua fredda
sale
Il brodo vegetale è una preparazione di base tra le più importanti e utilizzate in cucina. Viene impiegato di norma per zuppe, minestre e risotti o, in generale, per portare a cottura ricette a lunga cottura insaporendole in maniera gentile. Il punto di partenza fondamentale per un buon brodo vegetale è costituito da sedano, carota e cipolla, ai quali possono essere aggiunti altri ortaggi: pomodori, zucchine (o zucca a seconda della stagionalità) e patate, per citarne alcuni. Si prepara in pochi minuti e cuoce in un'ora e mezza. Può essere conservato in frigorifero per circa una settimana o riposto in congelatore per un periodo più lungo, magari già suddiviso negli appositi contenitori (vanno benissimo anche quelli da ghiaccio per ottenere dei cubetti). Una volta pronto potete impiegarlo per numerose ricette, ad esempio per il risotto alla zucca, quello ai funghi porcini o con fave e piselli al rosmarino. E se vi può esser utile, potete consultare anche la ricetta del brodo vegetale per i bambini.
Lavate le verdure e tagliatele a tocchetti grossolani, ad esclusione dei pomodori che priverete dei piccioli e lascerete interi. Del sedano utilizzate anche le foglie.
Trasferite tutto in una capiente casseruola insieme alle foglie di alloro e ai grani di pepe. Coprite con 3 litri di acqua fredda e ponete sul fuoco. Portate a bollore, abbassate la fiamma e fate cuocere per 1 ora e mezza coperto.
Filtrate il tutto e salate. Ora il brodo vegetale è pronto per essere utilizzato.
 
2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

TUBETTI CON FAGIOLI NERI

320 grammi pasta di semola (di grano duro)
300 grammi spinacini
100 grammi fagioli neri secchi
1 patata
1 carota
1 cipolla
1 sedano
1 foglia alloro
1 rametto rosmarino
q.b. vino bianco
q.b. olio extravergine d'oliva
q.b. parmigiano
q.b. sale
q.b. pepe
Lessa i fagioli. metti a bagno i fagioli neri in acqua fredda per una notte. disponili in una pentola con il rosmarino e l'alloro. coprili con abbondante acqua fredda e cuocili per almeno 1 ora e 30 minuti, finchè saranno teneri. a fine cottura elimina le erbe aromatiche e regola di sale. Prepara le verdure. spella la cipolla e tagliane metà a spicchietti. spella la carota, spuntala, lavala e tagliala a dadini di 1-2 cm. sbuccia la patata e riducila a dadini di 1-2 cm. lava il sedano e taglialo a pezzetti. disponi le verdure in una pentola, copri con 1,5 l di acqua fredda, porta a ebollizione, regola di sale e prosegui la cottura per 20 minuti. scola le verdure e tienile da parte. lava bene gli spinacini. Cuoci la pasta. rosola nella casseruola per 2-3 minuti la 1/2 cipolla rimasta tritata con 2-3 cucchiai di olio. unisci la pasta, mescola e irrora con 1/2 bicchiere di vino bianco. lascialo evaporare, abbassa la fiamma, unisci 2 mestoli di brodo caldo e mescola. aggiungi 1-2 mestoli di brodo caldo ogni volta che il precedente sarà evaporato e mescola. quando i tubetti saranno quasi cotti, unisci gli spinacini e aggiungi poco brodo per volta. la pasta cuocerà in circa 15 minuti e dovrà assorbire il brodo. Disponi le verdure tenute da parte e i fagioli sgocciolati nella casseruola. prosegui la cottura ancora 1 minuto e spegni. spolverizza con pepe o peperoncino in polvere e 2-3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato, mescola, lascia riposare per 1 minuto e servi i tubetti con fagioli neri.
 
2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

lunedì 16 gennaio 2023

LASAGNE CON RAGÙ BIANCO

1/2 carota
20 grammi farina
q.b. sale
q.b. vino bianco
50 grammi ricotta di capra
1 foglia alloro
200 grammi faraona polpa
1 cucchiaio olio di oliva extravergine
1 scalogno
1 sedano costa (gambo)
200 grammi lasagne secche all'uovo
Per preparare il ragù di faraona, innanzitutto sminuzza la carne; sbuccia lo scalogno e tritalo con il sedano e la carota. Fai insaporire le verdure in una casseruolina con l'olio, aggiungi la carne di faraona, alza la fiamma e falla rosolare bene. A questo punto, versa mezzo bicchiere di vino, lascialo evaporare, poi unisci l'alloro e 2 bicchieri di acqua. Porta a ebollizione, aggiungi il sale, copri e cuoci a fuoco basso per 30 minuti. Elimina l'alloro, stempera la farina in poca acqua fredda e aggiungila al ragù; mescola, porta a ebollizione e, sempre mescolando, fai addensare. Lessa le lasagne in abbondante acqua salata. Scolale e raffreddale sotto l'acqua. Distribuisci in una pirofila un po' di ragù, copri con 2 lasagne tagliate in 4, un po' di ragù e poca ricotta. Continua alternando gli strati e termina con il ragù e la ricotta rimasta. Passa in forno caldo a 220° per circa 15 minuti.
 
2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

ORZO COL CAVOLO ROSSO E MELA

250 Grammi Di Orzo
1,5 Litri Di Brodo Vegetale
1 Cavolo Rosso Da Circa 500 Grammi
1 Cipolla
Mezza Mela
60 Grammi Di Pancetta
1 Cucchiaio Di Erbe Aromatiche (Alloro, Maggiorana, Ginepro)
Sale
Pepe
2 Cucchiai Di Olio Extravergine Di Oliva
Mantieni l’orzo in ammollo in acqua fredda per circa 12 ore. Sbuccia la cipolla e tritala finemente, taglia a piccoli dadini la pancetta. Elimina le foglie esterne sciupate del cavolo, taglia via il torsolo e affettalo molto sottilmente oppure fallo a cubetti. In una pentola rosola la cipolla a fuoco basso insieme alle erbe aromatiche, aggiungi la pancetta e fai insaporire. A questo punto unisci il cavolo rosso e mescola per qualche minuto. Regola di sale e pepe e aggiungi un mestolo di brodo. Cuoci per circa 25 minuti avendo cura di adagiare un coperchio sulla pentola, e versando eventualmente del brodo caldo. Scola l’orzo dall'acqua di ammollo e versalo nella pentola col cavolo. Lascia insaporire mescolando, poi copri con qualche mestolo di brodo bollente e cuoci per altri 20 minuti (o fino a quando l’orzo sarà cotto) sempre col coperchio. A fine cottura aggiungi la mela sbucciata e tagliata a cubetti piccolini. Mescola per un minuto, togli dal fuoco e lascia riposare per 3 minuti prima di servire.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). 
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

SCALOPPE DI STORIONE AGLI AGRUMI

4 trance di storione da 200 g l’una
1 arancia
1 limone
1 bicchiere di vino bianco secco
30 g di burro
farina
sale
Spremete l’arancia e il limone, mescolate i due succhi e fi ltrateli, tagliate a julienne finissima una striscia di buccia di limone e una striscia di buccia d’arancia, tenete tutto da parte. In un tegame lasciate fondere una noce di burro, disponete nel recipiente le trance di pesce leggermente infarinate e fatele dorare da entrambi i lati. Quindi spruzzatele con il vino e fatelo evaporare un po’, aggiungete il succo degli agrumi e la julienne di bucce, salate, mescolate e tenete sul fuoco per far restringere il succo. Ritirate, trasferite le scaloppe sul piatto da portata e cospargetele con il sugo di cottura. Servite a tavola.


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In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


AGUGLIE AL FORNO



q.b. pepe
1 spicchio aglio
2 limone
4 cucchiai olio di oliva extravergine
80 gr pane grattugiato
30 gr pecorino
q.b. sale
1 kg aguglie
Sventrate le aguglie, eliminate teste, pinne e code; lavatele e tagliatele a pezzi regolari. Sistematele in una teglia e conditele con sale, pepe e 4 cucchiai di olio (meglio se extra-vergine di oliva). Spargetevi sopra i capperi, l'aglio sbucciato e ridotto a lamelle e il prezzemolo lavato e tritato; bagnate con mezzo bicchiere di vino. Mettete quindi la teglia in forno caldo a 180° e cuocete per una ventina di minuti. Nel frattempo tagliate a dadini le fette di pane e friggetele in padella con 2 cucchiai di olio. Al momento di togliere la teglia dal forno distribuite i dadini di pane sul pesce e portate subito in tavola. Tenete presente che, in cottura, la lisca centrale del pesce diventa verde.


3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

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BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


CUDDURA SICILIANA



Farina 
200 g
Zucchero 200 g
Strutto (o burro) 200 gr
Limoni la buccia grattugiata di 1
Lievito chimico in polvere 1 bustina
Uova medie 5 Farina 600
Codetta o palline arcobaleno q.b.
Uova 1 sbattuto per spennellare
Glassa
Uova 1 albume
Zucchero 10-12 cucchiai
Limoni succo 1-2 cucchiai
Per preparare la cuddura cull'ova mettete la farina in un recipiente capiente e mescolatela con lo zucchero e il lievito setacciato, quindi aggiungete lo strutto ammorbidito (o il burro) e la buccia grattugiata di un limone, aggiungete anche le uova e impastate. Cuddura cull'ova Lavorate molto bene l’impasto in modo da amalgamare bene gli ingredienti (potete usare anche il robot da cucina); la consistenza dell'impasto non sarà dura, anzi, risulterà abbastanza morbida. Modellate la "cuddura" direttamente sulla carta forno, secondo i soggetti da voi scelti; un cuore, un cestino, una campana, una bambola, un galletto o una corolla intrecciata.
Cuddura cull'ova Sulla "cuddura" posizionate, con una leggera pressione sulla pasta, una o più uova col guscio (sempre in numero dispari), che bloccherete sul dolce con dei bastoncini di pasta a mo’ di croce. Adagiate la cuddura sulla leccarda del forno foderata con carta forno, spennellatela con dell’uovo sbattuto, e guarnitela con dei semi di papavero, sesamo o con degli zuccherini colorati, e cuocetela a 180°-200° per circa 35-40 minuti, fino a quando diventerà dorata. Se volete glassare la vostra cuddura, infornatela senza spennellarla con l'uovo sbattuto, e preparate una glassa in questo modo: montate a neve un bianco d'uovo, aggiungete poi 10-12 cucchiai di zucchero semolato, un cucchiaio alla volta e lentamente, continuando a sbattere con lo sbattitore. Aggiungete poi poco alla volta uno o due cucchiai di succo di limone, sempre sbattendo; il composto deve risultare molto denso e staccarsi pesantemente dal cucchiaio. Appena sfornerete la cuddura, sulla stessa leccarda dove l'avete cotta, ricopritela con la glassa preparata e cospargetela di zuccherini colorati, lasciatela raffreddare e poi buona degustazione.
La cuddura (dal greco kulloura che significa "corona"), è una ciambella. Nell’antichità era prodotta da pastori o viandanti i quali la infilavano nel bastone o nel braccio e portavano seco nei loro spostamenti. Con lo stesso nome ci si riferisce a vari prodotti da forno, fra cui il più diffuso è un pane con le uova sode, cuddura cull'ova, che si consuma a Pasquetta. Una ricetta molto simile era preparato dalle ragazze per i fidanzati, a dimostrazione del loro amore, sagomandola a forma di cuore. Il termine può definire anche un dolce pasquale a base di farina tipico dell'Italia meridionale (soprattutto della Sicilia), di antica origine, legato all'uso dell'uovo durante i riti pasquali e tramandato dalla tradizione contadina, considerato per molto tempo il dolce pasquale dei poveri, ma poi rivalutato per la sua facile realizzazione e per le possibili varianti realizzabili. Un altro dolcetto tipico legato alle festività è il cuddureddu natalizio, piccole ciambelle di biscotto farcite di fichi secchi e mandorle, legato al detto nun c'ha prumettiri voti ê Santi e mancu cuddureddi ê picciriddi (non devi promettere voti ai santi e nemmeno ciambelline ai bambini), per intendere l'impossibilità di mantenere le promesse. In Calabria è molto diffusa la cuddura col lardo, ma anche i cuddhuraci, analoghi della cuddura cu l'ova siciliana. La Regione Siciliana ha inserito nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani la cuddura di san Paulu, un pane votivo preparato in occasione della festa del martirio di san Paolo (29 giugno) nel comune di Palazzolo Acreide, decorato con figura di serpenti che ricordano la storia secondo la quale il santo era immune dal veleno della vipera, pertanto il pane, comprato all'incanto, viene distribuito dai fedeli fra i familiari per conferire loro salute e prosperità.

5 DESSERT (2^ Edizione)

 

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.

BRANCALEONE FOX TERRIER

 
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

 


CREMA FRANGIPANE


Farina di mandorle 150 gr

Uova 2

Burro 120 g

Zucchero 120 g

Per preparare la crema frangipane iniziate montando a crema con delle fruste elettriche il burro a temperatura ambiente con lo zucchero. Quando il composto sarà ben montato aggiungete le due uova una alla volta, sempre montando con le fruste elettriche. Aggiungete in ultimo la farina di mandorle mescolando bene con un cucchiaio di legno per amalgamarla al composto di burro, zucchero e uova. A questo punto portate il composto sul fuoco e cuocete la crema fino a che si sarà rappresa (la consistenza deve essere molto simile alla crema pasticcera, anche se leggermente più grumosa); quando la crema inizierà a bollire potete spegnere il fuoco.  Se utilizzate la crema frangipane per farcire una crostata o delle tartellette potete porla a crudo sulla pastafrolla (anch'essa cruda) e cuocerla direttamente in forno.

5 DESSERT (2^ Edizione)

 

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
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