lunedì 16 gennaio 2023

CUDDURA SICILIANA



Farina 
200 g
Zucchero 200 g
Strutto (o burro) 200 gr
Limoni la buccia grattugiata di 1
Lievito chimico in polvere 1 bustina
Uova medie 5 Farina 600
Codetta o palline arcobaleno q.b.
Uova 1 sbattuto per spennellare
Glassa
Uova 1 albume
Zucchero 10-12 cucchiai
Limoni succo 1-2 cucchiai
Per preparare la cuddura cull'ova mettete la farina in un recipiente capiente e mescolatela con lo zucchero e il lievito setacciato, quindi aggiungete lo strutto ammorbidito (o il burro) e la buccia grattugiata di un limone, aggiungete anche le uova e impastate. Cuddura cull'ova Lavorate molto bene l’impasto in modo da amalgamare bene gli ingredienti (potete usare anche il robot da cucina); la consistenza dell'impasto non sarà dura, anzi, risulterà abbastanza morbida. Modellate la "cuddura" direttamente sulla carta forno, secondo i soggetti da voi scelti; un cuore, un cestino, una campana, una bambola, un galletto o una corolla intrecciata.
Cuddura cull'ova Sulla "cuddura" posizionate, con una leggera pressione sulla pasta, una o più uova col guscio (sempre in numero dispari), che bloccherete sul dolce con dei bastoncini di pasta a mo’ di croce. Adagiate la cuddura sulla leccarda del forno foderata con carta forno, spennellatela con dell’uovo sbattuto, e guarnitela con dei semi di papavero, sesamo o con degli zuccherini colorati, e cuocetela a 180°-200° per circa 35-40 minuti, fino a quando diventerà dorata. Se volete glassare la vostra cuddura, infornatela senza spennellarla con l'uovo sbattuto, e preparate una glassa in questo modo: montate a neve un bianco d'uovo, aggiungete poi 10-12 cucchiai di zucchero semolato, un cucchiaio alla volta e lentamente, continuando a sbattere con lo sbattitore. Aggiungete poi poco alla volta uno o due cucchiai di succo di limone, sempre sbattendo; il composto deve risultare molto denso e staccarsi pesantemente dal cucchiaio. Appena sfornerete la cuddura, sulla stessa leccarda dove l'avete cotta, ricopritela con la glassa preparata e cospargetela di zuccherini colorati, lasciatela raffreddare e poi buona degustazione.
La cuddura (dal greco kulloura che significa "corona"), è una ciambella. Nell’antichità era prodotta da pastori o viandanti i quali la infilavano nel bastone o nel braccio e portavano seco nei loro spostamenti. Con lo stesso nome ci si riferisce a vari prodotti da forno, fra cui il più diffuso è un pane con le uova sode, cuddura cull'ova, che si consuma a Pasquetta. Una ricetta molto simile era preparato dalle ragazze per i fidanzati, a dimostrazione del loro amore, sagomandola a forma di cuore. Il termine può definire anche un dolce pasquale a base di farina tipico dell'Italia meridionale (soprattutto della Sicilia), di antica origine, legato all'uso dell'uovo durante i riti pasquali e tramandato dalla tradizione contadina, considerato per molto tempo il dolce pasquale dei poveri, ma poi rivalutato per la sua facile realizzazione e per le possibili varianti realizzabili. Un altro dolcetto tipico legato alle festività è il cuddureddu natalizio, piccole ciambelle di biscotto farcite di fichi secchi e mandorle, legato al detto nun c'ha prumettiri voti ê Santi e mancu cuddureddi ê picciriddi (non devi promettere voti ai santi e nemmeno ciambelline ai bambini), per intendere l'impossibilità di mantenere le promesse. In Calabria è molto diffusa la cuddura col lardo, ma anche i cuddhuraci, analoghi della cuddura cu l'ova siciliana. La Regione Siciliana ha inserito nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani la cuddura di san Paulu, un pane votivo preparato in occasione della festa del martirio di san Paolo (29 giugno) nel comune di Palazzolo Acreide, decorato con figura di serpenti che ricordano la storia secondo la quale il santo era immune dal veleno della vipera, pertanto il pane, comprato all'incanto, viene distribuito dai fedeli fra i familiari per conferire loro salute e prosperità.

5 DESSERT (2^ Edizione)

 

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.

BRANCALEONE FOX TERRIER

 
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

 


CREMA FRANGIPANE


Farina di mandorle 150 gr

Uova 2

Burro 120 g

Zucchero 120 g

Per preparare la crema frangipane iniziate montando a crema con delle fruste elettriche il burro a temperatura ambiente con lo zucchero. Quando il composto sarà ben montato aggiungete le due uova una alla volta, sempre montando con le fruste elettriche. Aggiungete in ultimo la farina di mandorle mescolando bene con un cucchiaio di legno per amalgamarla al composto di burro, zucchero e uova. A questo punto portate il composto sul fuoco e cuocete la crema fino a che si sarà rappresa (la consistenza deve essere molto simile alla crema pasticcera, anche se leggermente più grumosa); quando la crema inizierà a bollire potete spegnere il fuoco.  Se utilizzate la crema frangipane per farcire una crostata o delle tartellette potete porla a crudo sulla pastafrolla (anch'essa cruda) e cuocerla direttamente in forno.

5 DESSERT (2^ Edizione)

 

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.

BRANCALEONE FOX TERRIER

 
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).





domenica 15 gennaio 2023

CREMA DIPLOMATICA

Latte 250 ml
Uova 3 tuorli
Farina o maizena 25 gr
Zucchero 75 g
Panna fresca liquida 180 ml
Zucchero a velo 20 gr
Vaniglia i semi di mezza bacca

Per preparare la crema diplomatica, iniziate a preparare la crema pasticcera: riscaldate il latte in un pentolino con la metà di una bacca di vaniglia e i suoi semi. Sbattete in una ciotola, con la frusta, il tuorlo e lo zucchero quindi aggiungete la farina. Con una pinza eliminate la bacca e versate il latte riscaldato sul composto a filo, amalgamando con la frusta. Riportate il composto sul fuoco e mescolate continuamente fino a che la crema non si sarà addensata. Trasferite la crema pasticcera in una ciotola e fatela raffreddare conservandola con un foglio di pellicola a contatto.
Preparate la crema chantilly: versate la panna ben fredda nella tazza di una planetaria dotata di frusta, oppure usate uno sbattitore elettrico, e montatela; quando la panna avrà raggiunto una consistenza corposa, aggiungete lo zucchero a velo setacciato, e amalgamatelo alla panna, mescolando con una spatola.
Quando la crema pasticcera sarà completamente fredda, unite la crema chantilly e stemperate le due creme con una frusta, fino ad ottenere una massa spumosa, liscia e omogenea.

5 DESSERT (2^ Edizione)
 

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso. 


PANZEROTTI DOLCI

200 g patate bollite
200 g Farina per dolci
20 g lievito di birra
q.b. latte per diluire il lievito
q.b. Nutella
1 uovo
150 g burro fuso
1 pizzico sale
80 g zucchero semolato
Schiacciate le patate precedentemente bollite, unitele alla farina e a 20 g di lievito di birra diluito a del latte tiepido. Amalgamate al composto un uovo, 150 g di burro fuso, allo zucchero semolato e ad un pizzico di sale. lavoratelo fino a formare una palla e fatela riposare sotto ad un canovaccio per almeno 1 ora. Passata un'ora stendete l'impasto con il mattarello e con l'aiuto di un coppapasta o altro, ricavate dei cerchi e ponete al centro la nutella mezzo cucchiaino di nutella. Chiudeteli formando delle mezzelune e disponeteli in una teglia con della carta da forno un po' distanti l'uno dall'altro. Lasciateli riposare per 30 minuti e prima di metterli in forno spennellateli con il tuorlo. Cuocerli al forno a 180° finché i panzerotti non saranno dorati. (dipende dal tipo di forno, i miei erano pronti in 20 minuti).

5 DESSERT (2^ Edizione)

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso. 

ACCIUGHE RIPIENE ALLA LIGURE

acciughe,
bietole, spinaci o lattuga,
mollica di pane ammollata nel latte,
Parmigiano o Grana grattugiato,
aglio,
prezzemolo,
olio extravergine di oliva,
uova,
sale,
pangrattato per l'eventuale impanatura.
Si aprono a libro le acciughe (o le sarde) dopo averle pulite e private della testa e della lisca centrale. Possibilmente la coda va invece conservata. A parte si lessa lievemente la verdura strizzandola poi per eliminare il liquido in eccesso. Su un tagliere si trita la verdura con un po' di aglio, il prezzemolo ed eventualmente con qualche acciuga. In una terrina si unisce questo trito ad un po' di mollica di pane ammollita del latte, un filo d'olio, uova e formaggio grattugiato. Si possono eventualmente utilizzare anche origano e/o di maggiorana oppure ancora capperi finemente tritati. Si mescola poi accuratamente il tutto; in alternativa per amalgamare il ripieno può essere utilizzato il frullatore a immersione. Il ripieno, dopo essere stato salato e pepato, viene quindi distribuito sulla faccia interna di metà delle acciughe (o delle sarde), disposte in piano su un asse o sul tavolo. L'altra metà delle acciughe serve a ricoprire il ripieno, sempre tenendo la pelle dell'acciuga verso l'esterno. Il tutto può essere impanato e fritto da entrambi i lati in abbondante olio oppure cotto al forno, specie se si desidera un piatto più leggero.
Consumo
Dopo essere state fritte le acciughe ripiene vengono in genere private dell'olio in eccesso facendole riposare brevemente su uno strato di carta da cucina. Vanno poi portate in tavola su un piatto possibilmente riscaldato. Possono però anche essere consumate a temperatura ambiente, in questo caso spesso come antipasto.
Abbinamenti
Per accompagnare le acciughe ripiene vengono in genere consigliati i tradizionali bianchi liguri oppure vini anche di altre provenienze ma comunque leggeri e non troppo profumati, come ad esempio il trebbiano di Romagna.
Le acciughe ripiene o, in Ligure, ancioe pinne, sono un secondo piatto tipico della Liguria. Si tratta di filetti di acciuga accostati tra loro con, all'interno, un ripieno a base di verdura. La composizione del ripieno può variare in base alla disponibilità stagionale e alle tradizioni locali; possono essere cotte al forno oppure fritte, in genere dopo essere state impanate o infarinate. Come varie altre ricette a base di acciughe l'ingrediente principale può essere costituito anche dalle sarde (e si parlerà evidentemente in questo caso di sarde ripiene).
Origine
Il piatto è uno dei più tradizionali della cucina popolare ligure. Utilizzando ingredienti economici e molto diffusi era infatti alla portata anche dei meno abbienti ed è quindi considerato un esempio di cucina povera. Nella sua preparazione possono tra l'altro essere utilizzati il pane raffermo e gli avanzi delle verdure presenti in cucina, alimenti di risulta che rischierebbero di venire sprecati.

18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.


ARISTA IN AGRODOLCE




500/600 gr. di Arista di Maiale a fette di c.ca 1,5 cm.
6/7 fette di Lardo (meglio se di Colonnata)
Succo d'Arancia e Limone: abbastanza da coprire la carne durante la marinatura
Gambi di Sedano con il loro verde
Carote
3 spicchi d'Aglio
1 Cipolla
Prezzemolo e Basilico
Olio evo
Aceto Balsamico
Miele
Zucchero (meglio se di Canna)
10 Bacche di Ginepro
2 Chiodi di Garofano
1 Stecca di Cannella
Noce Moscata
Sale
Macinate le spezie (Ginepro, Chiodi di Garofano, Cannella, Noce Moscata) e cospargetene, massaggiando un poco la carne, le fette di Arista di Maiale. Salate q.b. Mettetele a riposo per 2 ore in un recipiente di vetro. Preparate la marinatura: succo d'arancia e limone, miele, aceto balsamico, zucchero, sale.  Passato il tempo, versate la marinatura sopra la carne, nel recipiente di vetro, chiudete con il coperchio e mettetela in frigorifero per tutta la notte. Il giorno dopo lardellate la carne e fermatela con degli stuzzicadenti. Mettete un po' d'olio nella casseruola (meglio se di ghisa), con uno spicchio d'aglio e sigillate la carne. Sfumate con un poco della marinatura. Completate con le cipolle ed il resto dell'aglio e cuocete per 5 min. Aggiungete poi le verdure rimaste, tagliate a pezzi piccoli. Chiudete con il coperchio e cuocete a fuoco bassissimo per due ore e mezza/tre. Recuperate il fondo di cottura, frullatelo e riducetelo ad una crema. Mettete l'arista nel piatto con la crema, e servite guarnendo eventualmente con verdure fresche.
Il termine arista identifica la schiena del maiale macellato, fino al lombo compreso. Più comunemente ci si riferisce, per estensione, alla pietanza costituita da tale porzione di carne cucinata arrosto. L'arista è molto comune nella cucina toscana, cotta allo spiedo o in forno e aromatizzata con aglio, pepe e rosmarino. Propongo la ricetta dell'arista in agrodolce.La leggenda vuole che il termine arista sia nato a Firenze nel 1439, durante il concilio ecumenico della Chiesa romana e greca, voluto da Cosimo il Vecchio nella sua città. Durante un banchetto infatti, pare che il cardinale greco Basilio Bessarione dopo aver assaggiato un arrosto abbia esclamato: "Aristos!" ("il migliore" in greco). I fiorentini presenti credettero che quel nome indicasse uno specifico pezzo di carne e, trovandolo simpatico, lo ripeterono così tanto che la lombata di maiale fu poi appellata col termine di arista. Esiste tuttavia un documento del 1287 che menziona un'arista, e Franco Sacchetti, novelliere di fine Trecento, in una novella parla di "un'arista al forno".

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.




LASAGNE CON RAGÙ D'ANATRA

2 foglia alloro
2 carota
30 grammi grana
150 grammi mascarpone
1 decilitro panna da cucina
q.b. pepe nero
2 sedano coste (gambo)
300 grammi anatra
30 grammi burro
q.b. sale
2 scalogno
1/5 bicchiere vino rosso
2 ginepro bacche
250 grammi pasta all'uovo
100 grammi patè di fegato anatra
Per preparare una buona ricetta di ragù d'anatra devi eliminare la pelle dell’anatra e tagliare la polpa a dadini. Lava sedano, carote e scalogni, tagliali a pezzettini e falli rosolare in una casseruola con 20 g di burro. Unisci l’anatra, l’alloro e le bacche di ginepro leggermente pestate, mescola bene e lascia rosolare su fiamma media per circa 4 minuti. Sfuma con mezzo bicchiere di vino rosso e lascialo evaporare, poi aggiungi sale e pepe q.b. e bagna con un mestolo di acqua bollente. Lascia cuocere per altri 5 minuti, spegni la fiamma ed elimina sia l’alloro che le bacche di ginepro. Scotta le lasagne per mezzo minuto in acqua salata e bollente, scolale e mettile ad asciugare su dei canovacci. Imburra una pirofila di 18x24 cm e riempila con strati alternati di pasta, ragù d’anatra, fiocchetti di paté di fegato d’anatra e mascarpone e infine con la panna fresca precedentemente insaporita con il parmigiano grattugiato e un pizzico di sale. Fai cuocere in forno preriscaldato a 200° per circa 20 minuti. Servi le lasagne con ragù d’anatra solo dopo circa 5 minuti che le hai tolte dal forno. Il foie gras è una delle più famose specialità culinarie a base di fegato d’oca e d’anatra. Pur non essendo amato da tutti, il paté d’oca è comunque considerato una vera e propria eccellenza culinaria. Gelatinoso, ipercalorico e ad altissimo contenuto di grassi, questo paté è molto apprezzato per il suo gusto delicato, neanche lontanamente paragonabile al sapore del normale fegato d’anatra o d’oca. Tuttavia, se ami il sapore dell’anatra ma non sei tanto propensa a ingerire neanche piccole quantità di interiora di animale, puoi semplicemente eliminare il fegato d’anatra dalla ricetta.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

CALDARO DELL'ARGENTARIO


Il caldaro è la zuppa di pesce che i pescatori dell'Argentario preparavano e mangiavano in navigazione durante la cala delle reti a strascico. Prende il nome dalla grossa pentola, nella quale si cucinava al momento, spesso direttamente sugli scogli, il pescato fresco di giornata. Oggi è uno dei piatti tradizionali di Monte Argentario.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.