venerdì 4 novembre 2022

BIRRE 94: CARDINAL


Cardinal è un birrificio situato a Friburgo in Svizzera fondata nel 1788 da François Piller. 1788 - François Piller lancia la costruzione dell'industria della birra accanto alla Locanda del Salmone a Friburgo. 1802 - Trasloco dell'industria della birra nella zona di Neuveville a Friburgo. 1877 - Paul-Alcide Blancpain, acquisisce l'industria della birra ed inizia la produzione industriale. 1890 - Festa per la prima mescolanza della birra in occasione della nomina di un cardinale da parte del Papa. Dinanzi al successo incontrato, Paul Blancpain decide di dare il nome Cardinal alla sua industria della birra. 1904 - I locali nella vecchia città diventano troppo piccoli per fare fronte all'aumento della produzione. L'industria della birra trasloca nuovamente alla sua posizione attuale. 1970 - Avviene la fusione di Sibra Holding con le industrie della birra Beauregard a Friburgo, Salmen a Rheinfelden, Comète a La Chaux-de-Fonds, e la distilleria Wädenswill Weber AG.
1972 - Il nome della birra nazionale viene giocato a jass (si pronuncia yass, è un gioco di carte praticato in Svizzera), Cardinal vince la partita.
1996 - Il 29 ottobre, la Feldschlösschen-Hürliman Holding, allora proprietario di Sibra Holding, annuncia la chiusura dell'industria della birra di Friburgo. Un'importante mobilitazione cittadina si opporrà fermamente.
1998 - Firma di un accordo sul mantenimento delle attività dell'industria della birra tra Feldschlösschen-Hürliman Holding e le autorità cantonali.
2006 - Lancio della Cardinale Eve, una birra a base di luppoli e a tasso ridotto d'alcool (3,1%), riservata alle donne.
2007 - Lancio della Cardinal Eve Grapefruit.
2008 - Lancio della Cardinal Eve Passion Fruit.
Marche prodotte
Cardinal Lager Classique (4,8% vol)
Cardinal Spéciale (5,2% vol)
Cardinal Original Draft (4,7% vol)
Cardinal Lemon (4,6% vol)
Cardinal 2.4 (2,4% vol)
Cardinal Sans Alcool (<0,5% vol)
Cardinal EVE (3,1% vol)
Cardinal Angel (<0,5% vol)

20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



NOCCIOLA ROMANA

La produzione della DOP “Nocciola Romana” interessa alcuni comuni di Viterbo e Roma, dove fin dal 1412 questa coltura è stata oggetto di un paziente e tenace lavoro da parte dei coltivatori, che nel corso dei secoli hanno svolto un ruolo importante nel creare un prodotto dalle elevate caratteristiche qualitative.
Attualmente circa 4500 aziende producono tra i 400 e i 450 mila quintali all’anno di nocciole, con un fatturato di 42 milioni di euro.
La «Nocciola Romana» designa i frutti riferibili alla specie Corylus avellana cultivar «Tonda Gentile Romana», «Nocchione» e loro eventuali selezioni che siano presente almeno per il 90 % nell'azienda. Sono ammesse le cultivar «Tonda di Giffoni» e della «Barrettona» nella misura massima del 10 %.
Tessitura compatta e croccante, senza vuoti interni, con sapore e aroma finissimo e persistente: sono queste alcune peculiarità della DOP, a cui sono legate numerose sagre paesane e molteplici ricette tipiche, a dimostrazione dell’importanza che questa coltura riveste nell’economia locale: nella zona delimitata della DOP si è infatti concentrato uno dei principali poli di produzione e commercializzazione italiana di nocciole.
Tonda Gentile Romana: forma della nocciola in guscio: subsferoidale con apice leggermente a punta;
dimensioni con calibri variabili da 14 a 25 mm; guscio di medio spessore, di color nocciola, di scarsa lucentezza, con tomentosità diffuse all'apice e numerose striature evidenti; seme medio-piccolo, di forma variabile subsferoidale, di colore simile a quello del guscio, per lo più ricoperto di fibre, superficie corrugata e solcature più o meno evidenti, dimensioni più disformi rispetto alla nocciola in guscio; perisperma di medio spessore non completamente distaccabile alla tostatura; tessitura compatta e croccante; sapore ed aroma finissimo e persistente.
Nocchione: forma della nocciola in guscio: sferoidale, subelissoidale; dimensioni comprese tra 14 e 25 mm; guscio spesso: di colore nocciola chiaro, striato, poco pubescente; seme: medio-piccolo, con fibre presenti in misura medio-elevata; perisperma: mediamente staccabile alla torrefazione; sapore ed aroma: finissimo e persistente. In entrambi i casi la resa alla sgusciatura è compresa tra il 28 e il 50 %.
Le nocciole devono essere esenti da odore e sapore di olio rancido, di muffa e di erbaceo. Alla masticazione si devono presentare croccanti, ossia devono fratturarsi al primo morso senza cedevolezza, e devono avere tessitura compatta, senza vuoti interni. Queste caratteristiche devono essere possedute anche dalle nocciole conservate.

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


giovedì 3 novembre 2022

PESCA BIVONA

La Pesca di Bivona, nota anche come Pescabivona o Montagnola, è una particolare varietà della specie Prunus persica prodotta a Bivona, comune italiano della provincia di Agrigento in Sicilia, e in altri comuni limitrofi della zona dei Monti Sicani.
Il clima temperato e il terreno, permeabile e argilloso nelle zone basse del territorio, calcareo in quelle alte, ha favorito lo sviluppo e la propagazione a Bivona del pesco, che a partire dagli anni cinquanta si è diffuso dalla contrada San Matteo fino a comprendere circa 1.200 ettari di terreno e a costituire circa il 70% della produzione agricola locale. Un volano per la peschicoltura a Bivona – che oggi è nota come "Città delle pesche" – è la disponibilità di acqua a uso irriguo dovuta alla creazione dell'invaso della diga Castello e alle opere di canalizzazione realizzate.
La pesca di Bivona è chiamata anche Montagnola, perché prodotta in un'area collinare e montana, o Pescabivona. La varietà è di media pezzatura, con polpa bianca e soda, non di rado solcata da venature rosee tendenti al rosso. Il sapore è dolce e aromatico, il profumo si distingue da quello della maggior parte delle pesche prodotte nel resto di Sicilia e d'Italia. Il periodo di maturazione va dalla fine di giugno alla terza decade di settembre. A seconda del periodo, si possono distinguere quattro ecotipi di Pescabivona: la Primizia o Murtiddara, la Bianca, l'Agostina e la Settembrina. Ogni pianta produce dal terzo anno di vita in poi più di quaranta chili di frutto. La pesca è prodotta anche nei territori di Santo Stefano Quisquina, Alessandria della Rocca, Cianciana, San Biagio Platani e Palazzo Adriano e il comune di Bivona ha avviato l'iter per l'ottenimento del marchio IGP. Il marchio IGP è stato ottenuto nel 2014.

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.






VINI 161: MUFFATO DELLA SALA


Questo è un vino bianco dolce molto particolare prodotto in Umbria da Castello della Sala di proprietà Antinori con uve Savignon Blanc, Grechetto, Traminer e Riesling raccolte tra fine Ottobre e Novembre.
Questa raccolta ritardata permette ai grappoli di essere attaccati da una “muffa Nobile” (Botrytis Cinerea) che riduce il contenuto di acqua e concentra zuccheri e aromi, conferendo al vino un gusto armonico e inconfondibile.
L’occasione dell’assaggio è stata la visita della mia amica Laura per gli Auguri di Natale e devo dire che si è immediatamente innamorata di… questo vino (purtroppo lei è già impegnata) ma l’apoteosi è stata raggiunta in seguito con l’abbinamento ai mitici tortellini dolci della mia mamma.
Visto che si tratta di un vino non giovanissimo, ho deciso di stapparlo un paio di ore prima e tenerlo ad una temperatura di 12 – 14°C poi l’ho versato in calici non troppo ampi per non far disperdere troppo i magnifici profumi.
Nel bicchiere si presenta di un bellissimo colore giallo dorato cristallino e appena versato rilascia solo leggeri profumi di fiori (meno male che l’ho stappato prima), ma col passare dei minuti si sviluppano sentori dolci di miele, frutta candita, pesca e quel sottofondo di muffa.
In bocca è ancora meglio con sensazioni dolci molto pronunciate ma non stucchevoli, grande equilibrio e finale lunghissimo.

15 VINO (2^ Edizione)
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BIRRE 93: BAVARIA


Bavaria è una birreria olandese gestita dalla settima generazione dalla famiglia Swinkels.
Nel 1680 la birra Bavaria veniva prodotta nei Paesi Bassi da un birraio chiamato Dirck Franssen Vereijcken. In seguito, nel 1764, il birrificio divenne di proprietà della famiglia Swinkels. Ed è nel 1924 che Jan Swinkels costruì una nuova birreria, dove per la prima volta venne prodotta la pilsener. I tre figli di Jan seguirono le sue orme e incominciarono a viaggiare all’estero per apprendere una conoscenza più approfondita dell'arte di birraio. La produzione annua aumentò dai 18 barili all’anno a 12.000 hl. Per controllare la qualità degli ingredienti, nel 1937 venne avviata la costruzione della propria malteria.
Nel 1978 la birra Bavaria di malto analcolica veniva venduta nei paesi musulmani di tutto il Medio Oriente. Da questo momento in poi l’esportazione di Bavaria, che oggi vanta una produzione annua di oltre 6 milioni di ettolitri, è diventata sempre più importante ed oggi oltre il 70% della birra prodotta viene esportata in tutto il mondo.
La Bavaria, gestita dalla settima generazione degli Swinkels, è la seconda birreria olandese con oltre 800 dipendenti. Lo stabilimento di produzione è situato a Lieshout, nel sud dei Paesi Bassi, dove vengono prodotti 6,2 milioni di ettolitri di birra. Mentre nello stabilimento di Meb (Moscow Efes Brewery) a Mosca, Bavaria produce su licenza sotto il controllo diretto di propri tecnici olandesi e con malto proveniente dalle proprie malterie. È inoltre presente uno stabilimento di produzione in Sud Africa. L'azienda è proprietaria dell'unica birreria trappista olandese situata a Berkel – Enschot. In Europa conta quattro sedi di carattere commerciale: Italia, Francia, Spagna e Regno Unito.
I mercati più importanti sono l'Unione Europea, gli Stati Uniti e il Canada, la Russia, il Medio Oriente, l'America Centrale e il Sudamerica.
Ingredienti
Alla base della qualità della birra Bavaria vi è una severa selezione degli ingredienti: luppolo, malto e lievito vengono acquistati, lavorati o prodotti dall'azienda, mentre l'acqua utilizzata proviene da una sorgente di acqua minerale di Lieshout.
Portfolio Prodotti distribuiti in Italia
4.1 - Bavaria Classica: è una birra lager (tasso alcolico del 4,8%), prodotta in bottiglie da 25cl, 33cl, 66cl e lattina da 33cl.
4.2 - Bavaria Premium: è una birra pilsener di buon corpo (5% gradazione alcolica) adatta a diverse occasioni di consumo, come ricco aperitivo o primi piatti mediamente strutturati, di colore chiaro (EBC: 7) che va servita fredda a 6 °C, prodotta in bottiglie da 25cl, 33cl, 66cl, lattine da 33cl, 50cl e fusto da 30lt[1].
4.3 - 8.6 Original: una birra speciale da meditazione ad alta gradazione (Strong Lager 7,9%) di colore dorato (EBC: 15) che va servita fredda a 6-8 °C, prodotta in lattina 50cl e in bottiglie da 33 cl[2].
4.4 - 8.6 Red: è una birra speciale ad alta gradazione (Strong Lager 7,9%) di colore rosso brillante (EBC: 40) che va servita fredda a 10 °C, nata dal mix di tre differenti tipi di malto, prodotta in lattina 50cl[3].
4.5 - 8.6 Gold: è una birra speciale a medio/alta gradazione (Strong Pale Lager 6,5%), di colore dorato (EBC: 18) che va servita fredda a 6-8 °C, prodotta in lattina 50cl[4].
4.6 - Bavaria 0,0%: è la birra pilsener analcolica di Bavaria e nasce da un processo di produzione in cui l'alcol non si sviluppa all’interno del processo produttivo. Di colore chiaro (EBC: 6-9), va servita fredda a 6 °C. È stata la prima analcolica ad essere lanciata in Italia già nel 1991, prodotta in bottiglia da 33cl e lattina da 33cl.

20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.






mercoledì 2 novembre 2022

BIRRE 92: BRASSERIE DE BRETAGNE


La Brasserie de Bretagne è un birrificio (in passato industria della birra Britt), situato a Trégunc nel dipartimento della Finistère. È membro dell'associazione Produit en Bretagne (prodotto in Bretagna). Nel 2002, riacquista la brasserie Dremmwell.
Nel marzo 2007, la Brasserie de Bretagne ha ricevuto il premio d'eccellenza al Concours général agricole di Parigi. È la prima volta dalla creazione del concorso che un'industria della birra ottiene questa premiazione.
L'azienda comincia con una creazione incompiuta nel 1998, con alcuni successi ma anche molte difficoltà (tecniche, finanziarie e commerciali...). Hervé e Jean-François la riacquistano nell'ottobre del 2000. All'alba del nuovo millennio, Hervé e Jean-François si lanciano dunque alla conquista dei bar, dei pubs e dei fest-noz. L'entrata nel 2000 nell'associazione « Produit en Bretagne» (prodotto in Bretagna), dimostra rapidamente i vantaggi del lavoro e dal 2001 nasce la BièresZH, una società di distribuzione, creata con 6 altri fabbricanti di birra bretone. Nel 2003, l'industria della birra diventa membro del Groupement Européen d’Intérêt Economique GBS (Gruppo europeo economico), alto quotato di Chimay, Duvel, Chti, Tuborg. Nel 2004 aderisce alla Brasseurs de France, sindacato che raccoglie oggi il 99% della produzione francese di birre (in volume, include anche i fabbricanti di birra industriali).
Marche prodotte
Ar-Men Ambreè, è una birra ad alta fermentazione, ed il suo aroma delicatamente arrostito, senza acidità né amarezza permette un'associazione armoniosa, con il 5,4% di alcool (vol.).
Ar-Men Blonde, è una birra ad alta fermentazione, leggera ed equilibrata deve la sua scorrevolezza in bocca alla sua composizione armoniosa in malto d'orzo, grano saraceno bretone e luppolo aromatico, con il 5% di alcool (vol.).
Ar-Men Doreè, è una birra ad alta fermentazione,con una degustazione che attinge la sua forza ed il suo colore nel miscuglio dei malti chiari, il suo aroma nel matrimonio dei luppoli più nobili. Nello stile delle abbazie più famose belghe di birra trappista, con il 7% di alcool (vol.).
Ar-Men Rousse, è una birra ad alta fermentazione, ed il metodo di mescolanza e la filtrazione permette di liberare tutti i sapori complessi del whisky di malto, in particolare il suo gusto è apprezzato da tutti gli esperti, con il 6% di alcool (vol.).
Ar-Men Blanche, è una birra delicatamente aromatizzata in spezie, coriandre e pelli d'arancia, questa birra rinfrescante e poco alcolizzata ed è la birra dell'estate per eccellenza, con il 4,8% di alcool (vol.).
Britt Blanche, è una birra ad alta fermentazione, prodotta a partire da malti di grano e d'orzo, con il 4,8% di alcool (vol.).
Britt Blonde, è una birra chiara (Melen in bretone) e non pastorizzata. Si produce a partire dal malto d'orzo e di luppoli aromatici. Il grano saraceno gli procura una caratteristica morbida, con il 5% di alcool (vol.).
Britt Rousse, è una birra prodotta con malto d'orzo torbido (whisky di malto). Gli conferisce note caratteristiche. È una birra non pastorizzata e di doppia fermentazione, con il 5,4% di alcool (vol.).
Dremmwel Doreè, è una birra che attinge la sua forza ed il suo colore nel miscuglio dei malti chiari ed il suo aroma nel matrimonio dei luppoli più nobili, con il 7% di alcool (vol.).
Dremmwel Blonde, è una birra leggera e digestiva, prodotta con malti d'orzo e di grano, profumata da luppoli aromatici, leggermente aromatizzati. Né troppo forte, né troppo di carattere, questa birra equilibrata corrisponde ad un buon compromesso, con il 5% di alcool (vol.).
Dremmwel Rousse, è una birra tipo anglosassone senza troppa amarezza, deve la sua morbidezza ed il suo colore ai diversi tipi di malti utilizzati e particolarmente al malto detto caramella, con il 6% di alcool (vol.).
Sant Erwann Blonde, è una birra chiara ai sette cereali: orzo, grano, grano saraceno bio, avena bio, segale bio, farro bio, miglio bio, con il 7% di alcool (vol.).
Sant Patern Ambreè, è una birra ambrata dai malti caramella, aromatizzata da una punta di badiane e chiodo di garofano con forte amarezza, ha il 6% di alcool (vol.).
Sant Gwenole Blonde, è una birra chiara, dolce con un profumo al luppolo aromatico, ed al malto di caramella ed alle alghe, con il 6% di alcool (vol.).
Cidre Tarvan, sidro grezzo d'aspetto limpido e di colore giallo d'arancia. Odore netto e franco su aromi al gusto di frutta con note di fermentazione. Molto buona equilibrio tra la sua acidità e la sua amarezza leggera, venduta solo in barili da 20 lt.
Gwiniz Du Ambreè, grano-nero in bretone. È una birra con il suo aroma delicatamente arrostito, senza acidità né amarezza accurata, permette un'associazione armoniosa, con il 5,4% di alcool (vol.).
Premi per i prodotti
La Fourquet d'or (Forchetta d'oro) nel 1999, miglior birra artigianale francese
La Ar-Men Blonde, ha ricevuto la medaglia d'oro al Concours général agricole di Parigi nel 2003 e la medaglia d'argento nel 2005.
La Ar-Men Rousse, ha ricevuto la medaglia d'argento nel 2007.
La Gwiniz Du ha ricevuto la medaglia d'argento nel 2003 e la medaglia d'oro nel 2006.
La Dremmwell Rousse, ha ricevuto la medaglia d'argento nel 2007.
La Dremmwell Blonde, ha ricevuto la medaglia d'argento nel 2000 nella Categoria numero 37, Belgian-Style Pale Ale con 4 partecipanti.
La Dremmwell Blonde, ha ricevuto la medaglia di bronzo nel 2002, nella Categoria numero 37 Belgian-Style Pale Ale con 6 partecipanti.
La Sant Erwann, ha ricevuto la medaglia di bronzo alla World beer cup di San Diego (USA) nel 2004


20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



LIMONE SIRACUSA


Il limone di Siracusa IGP è il frutto appartenente alla cultivar femminello siracusano e ai suoi cloni, riferibili alla specie botanica Citrus x limon L. Burm. Il femminello siracusano è la cultivar più rappresentativa d'Italia e produce tre fioriture: il primofiore (da ottobre a marzo), il bianchetto (da aprile a giugno) e il verdello (da luglio a settembre).
La pianta del limone ha origini in Birmania, dove si trova allo stato selvatico: da qui ha attraversato il Medio Oriente, la Mesopotamia, la Palestina, fino al Mediterraneo, dove ha trovato le condizioni ottimali per il suo sviluppo. L'habitat naturale del limone risiede nella fascia compresa tra il 40º parallelo a nord e il 40º parallelo a sud: questa fascia include la California, l'Uruguay, l'Argentina, il Sud Africa e il bacino del Mediterraneo, in particolare l'Italia, la Spagna, la Grecia e la Turchia. Nel Cinquecento e nel Seicento, durante il regime monopolistico baronale delle coltivazioni di agrumi, l'utilizzo dei limoni continuò a rimanere confinato nella preparazione di cibi di lusso.
Iniziò a essere coltivato in maniera intensiva nel siracusano a partire dal XVII secolo, grazie all'opera dei Padri Gesuiti, esperti coltivatori. Il limone divenne allora una delle principali fonti di sostentamento del territorio, raggiungendo nel 1891 una produzione di circa 11.600 tonnellate. Il successo di questa coltivazione provocò la nascita, in Sicilia, di diverse aziende agrumarie, che estraevano l'agro-cotto, il citrato di calcio e l'acido citrico dal succo. Negli stessi anni il limone di Siracusa conobbe una notevole fortuna sui mercati esteri, soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra, come confermano i dati della Camera di Commercio e Arti di Siracusadelle seconda metà dell'Ottocento. I dati riguardanti i movimenti del Porto di Siracusa dei primi del Novecento indicano, quali principali destinazioni estere di limoni, arance amare e dolci, agro di limone concentrato e citrato di calce, i porti di Trieste, Londra, Fiume, Liverpool, Glasgow, Manchester, Malta e Odessa.
A dispetto dei fenomeni di urbanizzazione e industrializzazione verificatisi a partire dal secondo dopoguerra, la coltura del limone è stata tutt'altro che abbandonata dal territorio siracusano, e rappresenta ancora oggi una importantissima realtà economica: Siracusa è considerata, in termini qualitativi e quantitativi, un punto di riferimento per il prodotto fresco sia sul mercato italiano sia sui mercati europei. Il 3 febbraio 2011 la denominazione “limone di Siracusa” è stata iscritta nel registro delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) – Regolamento (CE) n. 96/2011.
Caratteristiche del frutto
Il limone di Siracusa IGP è caratterizzato da un elevato contenuto in succo e dalla ricchezza di ghiandole oleifere nella buccia, oltre che per l'alta qualità degli oli essenziali. La varietà siracusana di limone è denominata femminello per via della notevole fertilità della pianta, rifiorente tutto l'anno: il primofiore matura da ottobre a marzo, ha forma ellittica, buccia e polpa di colore variabile dal verde chiaro al giallo-citrino, e succo giallo citrino; il bianchetto matura da aprile a giugno, si presenta ellittico-ovoidale, con buccia giallo chiaro, polpa gialla e succo giallo-citrino; il verdello matura fra luglio e settembre, ha forma ellittico-sferoidale e colore della buccia verde chiaro, mentre succo e polpa sono giallo-citrino.
Il sesto d'impianto deve avere una densità massima di 400-500 piante per ettaro o di 850 unità nel caso di sesti dinamici. Gli impianti possono essere condotti con metodo convenzionale, integrato oppure biologico. Tutte le operazioni colturali vanno eseguite in modo tale che si mantenga il giusto equilibrio e sviluppo della pianta, che deve sempre essere soggetta a una corretta aerazione ed esposizione al sole. La raccolta dei frutti è manuale ed è effettuata, direttamente dalla pianta, con l'ausilio di forbicine per il taglio del peduncolo.
Grazie alle sue caratteristiche qualitative, il limone di Siracusa è utilizzato anche in ambiti diversi dalla commercializzazione del frutto fresco; essi riguardano, in particolare, i settori alimentare, medico-scientifico, cosmetico e profumiero, che si approvvigionano di succhi e oli essenziali attraverso le aziende di trasformazione.
Capacità di produzione
L'attuale bacino di consumo del limone di Siracusa è prevalentemente rappresentato dal mercato italiano della Grande distribuzione organizzata, in particolare del nord Italia; l'export intra-UE è diretto ai mercati di Germania, Austria, Francia, Regno Unito, Danimarca; il principale mercato extra-UE è la Norvegia. Nel corso della campagna 2010/2011 sono entrati nei centri di confezionamento 13.157,26 quintali di limone di Siracusa e sono stati certificati come IGP 6.284,20 quintali. Il prodotto è immesso in commercio come "Limone di Siracusa IGP": può essere commercializzato sfuso oppure confezionato in idonei contenitori di cartone, legno, plastica oppure in reti e borse con banda plastica attaccata alla rete. Le categorie commerciali sono esclusivamente la Extra e la Prima.
Impieghi del prodotto
Il succo e la buccia del limone di Siracusa sono riconosciuti come pregiati e richiesti da aziende leader nel settore alimentare, come Polenghi e le gelaterie Grom. Gli oli essenziali sono molto richiesti nel mondo della cosmesi e dalle più importanti case profumiere del mondo, da Chanel a Dior, da Hermes a Dolce&Gabbana.
In campo medico, il limone di Siracusa è protagonista di uno studio clinico che intende dimostrare l'efficacia del succo di limone nella prevenzione della calcolosi renale nei soggetti predisposti alle forme recidivanti. Tradizionalmente, il citrato di potassio risulta essere l’unico farmaco in grado di ridurre la formazione dei calcoli renali, impedendo la precipitazione dei cristalli di ossalato di calcio, responsabili della formazione dei calcoli. Tuttavia, questo farmaco crea vari disturbi al paziente, e lo portano progressivamente ad abbandonare la cura. Il succo di tre o quattro limoni può fornire una quantità giornaliera di citrato paragonabile a quella che si ottiene con la somministrazione del farmaco, con il vantaggio di evitare gli effetti indesiderati di quest'ultimo. Lo studio, attualmente in corso presso l’unità di nefrologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo, è frutto di una collaborazione tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" e il Consorzio di tutela del limone di Siracusa.
Curiosità e folclore
La città di Siracusa celebra ogni anno, il 13 dicembre, la festività patronale di Santa Lucia con una lunga processione da Piazza del Duomo in Ortigia alla Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. Otto giorni dopo, il 20 dicembre, la processione compie il percorso inverso. Il 13 dicembre, per tradizione, i grossi ceri agli angoli della statua vengono ricoperti da trionfi di fiori, mentre il 20 dicembre il simulacro di argento viene affiancato da ceri adornati da limoni e arance. Il dono delle primizie alla Santa siracusana, oltre al valore estetico, aveva un suo significato: rappresentava il percorso della processione dalla campagna verso la città, quando l'area di Piazza Santa Lucia alla Borgata rappresentava il confine a nord dell'urbanizzazione, e all'isola di Ortigia era riservata la definizione di "città".
Limoni (IGP) nell'Unione Europea
L’Italia ha una superficie investita a limone di 12.464 ettari. Il limone di Siracusa rappresenta il 42% della intera produzione nazionale con una superficie di 5.300 ettari, 150 mila tonnellate di prodotto, e circa 398.000 giornate lavorative annue. La zona di produzione comprende la fascia costiera di 10 comuni in provincia di Siracusa, in Sicilia: Augusta, Avola, Melilli, Noto e Siracusa, a cui si aggiunge parte del territorio interno, appartenente ai comuni di Floridia, Solarino, Priolo Gargallo, Rosolini e Sortino.
Queste le superfici dei limoni a Indicazione Geografica Protetta nell'Unione europea:
Varietà IGP Provenienza Superficie in ettari (Ha)
Limone di Siracusa Italia 5.300
Citricos Valencianos Spagna 3.300
Limone Interdonato di Messina Italia 950
Limone di Sorrento Italia 400
Limone di Amalfi Italia 400
Limone Femminello del Gargano Italia 400
Citrinos do Algarve Portogallo 320
Limone di Rocca Imperiale Italia 200
L'Unione europea vanta otto denominazioni (IGP) per il limone: sei di esse sono state ottenute dall'Italia, una dalla Spagna, una dal Portogallo. Oltre al limone di Siracus, le denominazioni italiane comprendono il limone di Sorrento, il limone Costa d’Amalfi, il limone Interdonato di Messina, il Femminello del Gargano, e il limone di Rocca Imperiale. Ka denominazione spagnola è il Citricos Valencianos, mentre in Portogallo è protetta la varietà Citrinos do Algarve.
Il Consorzio di Tutela
Il Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa IGP è stato costituito il 13 luglio del 2000, non ha scopi di lucro e non esercita attività commerciali. Tra i suoi compiti principali, il Consorzio:
individua le zone di produzione e le varietà da sottoporre a tutela;
svolge attività di vigilanza nella zona di origine e sui mercati per il corretto uso della denominazione “Limone di Siracusa IGP”;
realizza iniziative e campagne promozionali in Italia e all’estero, finalizzate alla diffusione della conoscenza e dell’immagine del prodotto e del marchio IGP.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



martedì 1 novembre 2022

NOCCIOLA PIEMONTE

La Tonda Gentile del Piemonte, o Nocciola Piemonte, è una varietà di nocciola IGP prodotta nel Basso Piemonte, comprendente alcune aree delle province di Cuneo, di Asti e di Alessandria.
Fra le caratteristiche che rendono particolarmente pregiata questa varietà vanno citate in particolare:
·         la forma tonda del frutto che favorisce una veloce sgusciatura meccanica, mantenendo intatto il seme,
·         il guscio sottile che dà una resa del prodotto sgusciato elevata, dal 46 al 50%,
·         il seme dotato di buon aroma e di sapore delicato,
·         il tenore dei grassi è limitato ed ha quindi buona conservabilità senza problemi di irrancidimento,
·         la sottile pellicola che avvolge il seme (perisperma) viene facilmente asportato dopo la tostatura.
La Nocciola Piemonte è coltivata ad altitudini comprese tra i 150 ed i 750 metri e per la sua adattabilità si è diffusa con ottimi risultati anche in Emilia ed in Toscana. La resa può raggiungere o superare i 25 quintali/ettaro. Per la sua buona resa e soprattutto per le sue qualità organolettiche è considerata in ambito mondiale la migliore varietà e spunta sul mercato prezzi superiori a qualsiasi altra.

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


VINI 159: MALVASIA DI BOSA



Il Malvasia di Bosa dolce naturale è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Nuoro e Oristano.
Caratteristiche organolettiche
colore: dal giallo paglierino al dorato.
odore: intenso, delicatissimo.
sapore: dolce, alcolico, con retrogusto amarognolo.

15 VINO (2^ Edizione)
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BIRRE 91: GUINNESS


St. James's Gate Brewery è un birrificio di Dublino, conosciuto come “la casa della Guinness”.
Affittato nel 1759 da Arthur Guinness alla cifra di 45 sterline all’anno per una durata di novemila anni, St. James's Gate è la casa della Guinness da sempre. Nel 1838 divenne il più grande birrificio d’Irlanda e nel 1914 il più grande del mondo. Attualmente non lo è più, ma rimane il più grande birrificio del mondo a produrre birra stout.
Durante il XIX e il XX secolo, il birrificio possedeva gran parte degli edifici dell’area circostante, comprese molte case per i suoi dipendenti e gli uffici associati al birrificio.
L’azienda ha creato tutto il suo impero usando esclusivamente i suoi impianti.
La Guinness Storehouse (che letteralmente si traduce come “magazzino” o “deposito”) è situata nel cuore del St. James's Gate Brewery ed è la prima attrazione in Irlanda per numero di visitatori internazionali. Dalla sua apertura nel novembre 2000, ha attratto più di 4 milioni di visitatori da ogni angolo del globo.
La costruzione di questo edificio di sette piani, la cui struttura è sostenuta da travi in ferro, fu completata nel 1904. Originariamente era il luogo in cui avveniva il processo di fermentazione in cui si aggiunge il lievito alla birra.
All'interno è presente un enorme lucernario a forma di pinta che, come si trova scritto all'ingresso al piano terra, "se fosse riempita, conterrebbe 14,3 milioni di pinte di Guinness!".
La visita inizia al piano terra dove i visitatori sono introdotti ai 4 ingredienti acqua, orzo maltato, luppolo e lievito, che vengono combinati per fare una pinta di Guinness. I visitatori sono introdotti anche al quinto elemento basilare: Arthur Guinness stesso. Proseguendo la visita attraverso l’edificio, il visitatore incontra una mostra sulla storia della Guinness che comprende alcuni macchinari provenienti dall’antica fabbrica della birra, che servono a spiegare la storia delle tecniche di produzione.
Nel 2006, furono investiti 2.5 milioni di euro per l’apertura al pubblico di una nuova ala con delle installazioni che mostrano a che punto è arrivato in quell’istante il processo produttivo giornaliero. Talvolta lo staff permette ad alcuni visitatori di dare inizio ad un ciclo di processo produttivo. Recentemente è stato aggiunto anche il “tasting laboratory” dove i visitatori possono imparare a “gustare” la Guinness, e non semplicemente berla.
Il settimo piano della Storehouse è occupato dal The Gravity Bar, dal quale si può godere di una vista a 360 gradi su Dublino. Ai visitatori viene offerta una pinta di Guinness.
Birra Guiness
La Guinness è una famosa birra di tipo stout o di tipo porter prodotta dalla Arthur Guinness Son & Co., una fabbrica di birra irlandese fondata a Dublino nel 1759 da Arthur Guinness nella celebre St. James's Gate Brewery.
La birra si presenta scura, quasi nera. Nonostante ciò la sua colorazione è in realtà ufficialmente nota come "Rubino scuro". La schiuma è chiara o bianca, molto compatta. Il gusto è decisamente amarognolo, poco corposo e facilmente riconoscibile.
Prodotta con acqua, orzo maltato, orzo non maltato torrefatto, luppolo e lievito, prende il colore e il sapore tipico da un particolare procedimento di tostatura dell'orzo. La birra inoltre è pastorizzata e filtrata, per un procedimento di produzione e fermentazione che dura circa 10 giorni.
L'acqua utilizzata proviene da Lady's Well situata nelle Wicklow Mountains. In Italia, soltanto i distributori ufficiali Guinness servono alla spina la varietà prodotta con quest'acqua, mentre la maggior parte degli altri locali importano una varietà prodotta con acqua di origine per lo più olandese. La differenza tra le due varietà emerge soprattutto nella corposità della birra e nella cremosità della schiuma, maggiori in quella prodotta con l'acqua irlandese.
Altra caratteristica fondamentale è che tale birra è spillata tramite carbo-azoto anziché in anidride carbonica: l'azoto non si disperde nel liquido, rendendo la Guinness una birra "ferma", con meno bollicine e creando la caratteristica schiuma compatta.
È servita nel tipico bicchiere dal design a campana rovesciata, da una o mezza pinta. È venduta anche in lattine, acquistabili nei supermercati. Le lattine contengono una piccola sfera di materiale plastico che consente la formazione del cappello di schiuma al momento del riempimento del bicchiere, come avverrebbe se fosse spillata da una spina. Si può trovare un meccanismo analogo anche nelle bottiglie, dove invece di esserci una sfera, è contenuto un piccolo oggetto a forma di "razzetto" con delle piccole alette ai lati, in modo tale che (una volta inserito in fase di produzione) non possa uscire accidentalmente. Alette di cui non necessitano le sfere usate nelle lattine, poiché inserita a lattina ancora non dotata di coperchio.
Storia
Arthur Guinness ha incominciato a produrre birra a Leixlip per poi trasferirsi alla celebre St. James's Gate Brewery, a Dublino nel 1759. Tale sito era abbandonato ed affittato a Arthur Guinness per 45 sterline all'anno per un contratto lungo 9000 anni . Per quanto la Guinness sia la birra nera per eccellenza e quantomeno la più conosciuta, il particolare procedimento stout di tostatura non fu inventato da Arthur Guinness, ma è risalente ad almeno 50 anni prima della sua nascita. Il nome Guinness dei primati deriva dalle "Birrerie Guinness" di cui sir Hugh Beaver, inventore del celebre libro, era amministratore delegato; da molti anni il libro e l'industria non sono più associati, tuttavia i nuovi editori hanno deciso di mantenere il nome per mantenere i legami col passato, mentre le birrerie non hanno protestato perché lo hanno visto come un modo vantaggioso di farsi pubblicità senza essere sponsor del libro.
Guinness da Bar
Per incontrare il gradimento mondiale di tale birra, nel tempo furono create parecchie varianti sia inerenti alla gradazione alcolica sia al tipo di contenitore utilizzato: attualmente la Guinness è distribuita in bottiglia, lattina, fusto domestico o da bar e venduta praticamente in tutto il mondo con gradazioni alcoliche differenti e gusti più o meno amarognoli.


20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).