mercoledì 26 ottobre 2022

VINI 153: ROSSO CONERO RISERVA

La zona di produzione del Rosso Conero Riserva DOCG è l’intero territorio comunale di Ancona, Offagna, Camerano, Sirolo, Numana e parte dei comuni di Castelfidardo ed Osimo. La produzione di vino nella Marca Dorica (l’area del Conero) fonda le sue radici già intorno al X sec. a.c., avviata dagli Etruschi. Da allora la viticoltura è andata via via sviluppandosi, facendo crescere la qualità del prodotto.

Vitigni utilizzabili sono il Montepulciano minimo 85% ed il Sangiovese massimo 15%.

Titolo alcolometrico minimo 12,50% vol.; acidita' totale minima: 4,5 g/l.

Il periodo d'invecchiamento è di almeno 2 anni a decorre dal 1° novembre dell'anno di produzione delle uve.

Colore rosso rubino; odore gradevole, vinoso; sapore armonico, asciutto, ricco di corpo.

Si sposa con i salumi, le paste condite con sughi di carne, alla selvaggina, agli arrosti, al brasato ed è ottimo con il pecorino di fossa. Temperatura di degustazione: 18°-20°C.

15 VINO (2^ Edizione)


BIRRE 85: GULDEN DRAAK


La Gulden Draak (in olandese Drago d'oro) è una birra scura belga, di elevata gradazione alcolica. È prodotta dalla Brouwerij Van Steenberge a Ertvelde (Fiandre Orientali). Nel 1998 è stata definita la birra più gustosa del mondo dall'American Tasting Institute.
La birra è imbottigliata nella sua classica bottiglia bianca in contenitori da 33, 75 o 150 centilitri e in fusti da 30 litri.

20 BIRRA 
(2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

martedì 25 ottobre 2022

BIRRE 84: WARSTEINER




La Warsteiner è una birra chiara tedesca a bassa fermentazione, prodotta dal Warsteiner Brauerei, birrificio attivo dal 1753 nella località di Warstein, in Germania quando l'agricoltore Antonius Cramer comincia a produrre birra per la vendita oltre che per il consumo domestico. Il motto della casa produttrice è "Eine Königin unter den Bieren" (in italiano "Una regina fra le birre"), con chiaro riferimento alla corona disegnata nel simbolo della birra.
Prodotta con una pregiata varietà locale di luppolo, la Warsteiner si contraddistingue come birra pilsner per il suo aroma luppolato, il gusto leggermente amaro e per la sua freschezza e digeribilità.
La Warsteiner Brauerei, ancora oggi di proprietà della famiglia Cramer, è la maggiore birreria privata di Germania, e si presenta come uno dei birrifici più all'avanguardia e tecnologicamente avanzato. Il suo moderno impianto è in grado di sfornare 5'000 bottiglie all'ora.
Varietà
Warsteiner Premium Verum - (4,8% vol.) la classica pils della Warsteiner, esportata in oltre 60 paesi.
Warsteiner Premium Fresh - (0% vol.) birra analcolica
Warsteiner Premium Lemon - (2,9% vol.) mix composto per il 60% da Warsteiner Premium Verum e per il 40% da lime.

20 BIRRA
(2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
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Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

VINI 152: MATERA


Il Matera è un vino DOC della Basilicata.
La zona di produzione dei vini Matera è il territorio della città di Matera e di buona parte della provincia di Matera; le uve possono essere prodotte in vigneti coltivati fino alla quota massima di 700 m slm.
Caratteristiche del prodotto
La denominazione di origine controllata Matera è riservata ai seguenti vini:
"Matera" Rosso: Colore: rosso rubino; Profumo: complesso, fruttato; Sapore: armonico, rotondo, tipico.
"Matera" Primitivo: Colore: rosso rubino tendente al violaceo ed al granato con l'invecchiamento; Profumo: intenso, persistente caratteristico;
Sapore: secco, pieno, armonico tendente al vellutato.
"Matera" Rosso Jonico: Colore: rosso rubino; Profumo: intenso, persistente, erbaceo; Sapore: secco, pieno, armonico tendente al vellutato.
"Matera" Greco: Colore: paglierino; Profumo: caratteristico, intenso, persistente, erbaceo; Sapore: tipico, caratteristico.
"Matera" Bianco: Colore: paglierino; Profumo: intenso, fruttato, erbaceo; Sapore: tipico, secco, fresco, sapido.
"Matera" Spumante: Colore: paglierino; Profumo: fruttato, tipico, gradevole; Sapore: fragrante, tipico, caratteristico.
I vini a denominazione di origine controllata "Matera", elaborati secondo pratiche tradizionali in recipienti di legno, possono essere caratterizzati da lieve sentore di legno.
Come si produce
Il disciplinare di produzione stabilisce che i vini suddetti devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
"Matera" Rosso: Sangiovese: minimo 60%; Aglianico: minimo 10%; Primitivo: minimo 10%, possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Matera, fino ad un massimo del 20%.
"Matera" Primitivo: Primitivo: minimo 90%, possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca rossa idonee alla coltivazione per la provincia di Matera, fino ad un massimo del 10%.
"Matera" Rosso Jonico: Rosso Jonico: Cabernet S. minimo 60%; Primitivo: minimo 20%; Merlot: minimo 10% possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca rossa non aromatici, raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Matera, fino ad un massimo del 10%.
alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca bianca non aromatiche, raccomandate e/o autorizzate per la provincia di Matera, fino ad un massimo del 15%.
"Matera" Bianco: Malvasia bianca di Basilicata: Minimo 70%; Greco bianco: minimo 10%, possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca bianca non aromatiche, autorizzate per la vinificazione per la provincia di Matera, fino ad un massimo del 20%.
"Matera" Spumante: Malvasia di Basilicata: Minimo 70%; Greco: minimo 10%, possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca bianca non aromatiche, raccomandate e/o autorizzate per la provincia di Matera, fino ad un massimo del 20%.


15 VINO (2^ Edizione)
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

MELA COX ORANGE

mela Cox Orange
Cox Orange: mela aromatica e dolce con aciditá, simile all´arancia; gusto unico. Mutazione spontanea trovata in Inghilterra; molto probabilmente uno dei genitori é 'Ribston Pepping'.

9 FRUTTA (2^ Edizione)

 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

lunedì 24 ottobre 2022

AMARENA BRUSCA DI MODENA

Prodotto storico della gastronomia modenese. Il prodotto risale al tempo del rinascimento. Bartolomeo Stefani documentò nel 1662 una ricetta per la preparazione di una confettura di ciliegie acide. Pellegrino Artusi, nel suo famoso ricettario indica come ottenere una crostata con confettura di amarena acida, che grazie al suo gusto brusco rende inimitabile il risultato.
La scelta del frutto maturo, avviene tramite esami visivi, che deve presentare l'amarena con una colorazione uniforme pari al 90%. Viene privato del nocciolo e del picciolo. Nei tempi passati quest'operazione veniva fatta a mano, ora invece tramite macchine passatrici o denocciolatrici. Il succo e il frutto vengono mandati al concentratore e avviene l'aggiunta di zucchero e saccarosio. 
Per il particolare sapore aspro, viene degustata sia la naturale o in aggiunta a realizzazioni di torte e crostate. Apprezzata in abbinamento delle creme gelato. Tipica della tradizione modenese la “crostata di amarene”, pasta frolla e confettura di amarene brusche. Grazie alla dolcezza della pasta e all'aspro delle amarene, rende questo contrasto un dolce unico e irripetibile.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



BIRRE 83: MESSINA


Birra Messina è uno dei marchi storici della produzione di birra in Sicilia. Nel 1988 è stato acquisito dal gruppo Heineken Italia S.p.A.
"Birra Messina" fu fondata nel 1923, a Messina, dalla famiglia Lo Presti - Faranda sotto il nome iniziale di Birra Trinacria. Successivamente il nome fu modificato in Messina, birra di Sicilia. La produzione si incrementò anno dopo anno estendendosi al mercato meridionale di Sicilia e Calabria. Negli anni settanta del XIX secolo iniziarono le difficoltà anche in seguito alla diffusione di numerosi marchi concorrenti nazionali ed esteri.
Nel 1988 lo stabilimento messinese fu acquisito dalla Dreher, uno degli storici marchi incorporati dal gruppo Heineken Italia S.p.A. di Milano; con lo stabilimento venne rilevato anche il marchio "Birra Messina" e il mercato.
La produzione della birra intanto venne gradatamente spostata dagli impianti siciliani ad altri del gruppo pur mantenendone etichetta e diciture storiche. Nel 1999 lo stabilimento messinese si era ridotto a semplice impianto di imbottigliamento per il mercato siciliano. La produzione era invece trasferita in Puglia, a Massafra, impianto del marchio Dreher. Nel 2007 la Heineken annunciava la definitiva chiusura dello stabilimento messinese di via Bonino.
Nel mese di febbraio 2008 la fabbrica messinese fu acquisita dalla società Triscele s.r.l. appartenente alla famiglia Faranda. Non potendo produrre sotto il nome di "Birra Messina" vennero immesse nel mercato siciliano due nuove etichette rifacentisi alla storica fondazione del 1923; la "Patruni e sutta" e la "Birra del sole". L'operazione, che mirava a riprendere il mercato precedente non ebbe però i risultati sperati. L'anno successivo la Confconsumatori di Messina presentò un ricorso all'autority garante della concorrenza e del mercato contro la "Heineken" per "messaggi considerati ingannevoli"; l'uso del simbolo Triscele, le diciture antica ricetta e dal 1923 in etichetta vennero considerati fuorvianti in quanto nulla c'era di "siciliano", né la ricetta, né la sede legale e neanche lo stabilimento di produzione sito a Massafra, in Puglia.
Nel 2011 anche la Triscele s.r.l. annunciava la chiusura degli stabilimenti e il licenziamento dei 42 lavoratori. Sono stati messi in opera vari tentativi per riavviare la produzione degli stabilimenti chiusi ma, nonostante le premesse, la produzione della birra a Messina all'inizio del 2014 non era ancora ripartita. Tuttavia la costituzione di una cooperativa "Birrificio Messina" composta di ex-dipendenti Triscele ha annunciato per l'autunno 2014 la ripresa della produzione di birra; l'uso dello storico marchio è subordinato alle trattative intraprese con la Heineken, ancora proprietaria dello stesso.

20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


domenica 23 ottobre 2022

BIRRE 82: CARLSBERG

« Probably the best beer in the world » (traduzione. Probabilmente la migliore birra nel mondo)
Carlsberg è una delle più importanti società produttrici di birra al mondo, presente in circa 50 nazioni.
Gli uffici centrali sono situati a Valby, quartiere di Copenaghen. Il marchio principale della società è la Birra Carlsberg, ma produce anche birra Tuborg oltre a singoli marchi nazionali. La Compagnia è stata fondata nel 1847 da J.C. Jacobsen. Dopo la fusione con il gruppo birrario norvegese Orkla nel gennaio 2001, Carlsberg è diventata il quinto gruppo mondiale nella produzione di birra, ed impiega circa 31.000 persone.
Carlsberg fu fondata da J.C. Jacobsen; la prima cotta fu prodotta il 10 novembre 1847. L'esportazione della Birra Carlsberg iniziò nel 1868. La produzione all'estero iniziò nel 1968 con l'apertura della birreria Carlsberg a Blantyre, Malawi. Tra i loghi originali della società vi è l'elefante (da cui il nome di alcune delle sue lager) e la svastica (originariamente simbolo della Ny Carlsberg). L'uso di quest'ultima fu interrotto negli anni 30 a causa della sua associazione con partiti politici.
Il fondatore di Carlsberg, J.C. Jacobsen fu un filantropo ed un avido collezionista d'arte. Grazie al suo successo negli affari ebbe la possibilità di accumulare una impressionante collezione d'arte che è ora conservata nella Ny Carlsberg Glyptotek, al centro di Copenaghen.
Jacobsen fondò il Laboratorio Carlsberg nel 1875, dove introdusse un approccio più scientifico al processo di fabbricazione della birra. L'istituto contava un Dipartimento di Chimica ed uno di Fisiologia. Il lievito impiegato per la produzione delle birre lager fu isolato proprio in questo istituto, e da questo prese il nome: Saccharomyces carlsbergensis (ultimamente rinominato come Saccharomices Pasteurianus). Il concetto di pH fu lì sviluppato, così come molte conoscenze nell'ambito della chimica delle proteine. Il laboratorio ha fatto parte della Fondazione Carlsberg fino al 1972, quando fu rinominato "Carlsberg Research Centre" e trasferito nella birreria. La vecchia birreria di Copenaghen è aperta per visite turistiche. Carlsberg ha acquistato la società Tuborg nel 1970 e si è fusa con la Tetley nel 1992.
Possiede due birrerie in Cina - Huizhou e Shanghai. Ne possedeva una anche ad Hong Kong, ma è stata chiusa nel 1999 a causa degli alti costi di esercizio. La birreria Carlsberg di Shanghai ha iniziato la produzione nel 1998.
Nel 2002 viene completato l'acquisto del Birrificio Angelo Poretti, di Induno Olona (presso Varese), produttore di birra Poretti (chiara), delle doppio malto Bock Chiara e Bock Rossa e Splügen (prodotta dall'acquisto del Birrificio Splüga avvenuto negli anni cinquanta).
Nel gennaio 2008 insieme a Heineken ha acquistato il controllo del gruppo britannico Scottish & Newcastle ottenendo il controllo di Baltic Beverages Holdings e delle attività di S&N in Francia, Grecia, Cina e Vietnam.
Baltic Beverages Holdings è la maggiore società russa del settore beverage. Nata come joint venture al 50% tra Carlsberg e Scottish & Newcastle ora è interamente controllata dal produttore di birra danese.
Marchi detenuti dal Gruppo Carlsberg:
Carlsberg (Globale)
Carlsberg Export (Regno Unito)
Tuborg (Europa)
Elephant beer (Europa)
Carls Jul (Regionale)
Tetley's (Regno Unito)
Holsten (Germania)
Lav (Serbia)
Feldschlösschen AG (Svizzera)
Cardinal Lager (Svizzera)
Baltika (Russia) - tramite joint venture 50-50 con Scottish-Newcastle BBH
Pripps (Svezia)
Carnegie Porter (Svezia)
Falcon (Svezia)
Karhu (Finlandia)
Koff (Finlandia)
Birrificio Angelo Poretti (Italia)
Ringnes (Norvegia)
Okocim Bosman e Harnas (Polonia)
Pirinsko and Shumensko (Bulgaria)
Švyturys (Lituania)
Saku (Estonia)
Splügen (Italia)
Troy and Venüs (Turchia)
Corona extra
Chang beer (Thailand).
Special Brew
La Special Brew è una lager molto alcolica (talvolta definita come premium lager), prodotta in Danimarca e Regno Unito (dal 2005 viene prodotta e distribuita anche in Italia solo alla spina). Si presenta in lattine con un'inconfondibile colorazione oro e rossa. Fu prodotta la prima volta per commemorare la visita in Danimarca di Winston Churchill nel 1950. Nel maggio 1951 due casse furono consegnate nella casa londinese di Churchill. Nella lettera di ringraziamento Churchill definì la bevanda "Lager Commemorativa". In Danimarca viene chiamata "Birra Pasquale". Per il mercato inglese Carlsberg chiamò il prodotto Special Brew e la produzione partì a Northampton negli anni 50.
Con il 9% di alcol, la Special Brew è una delle lager più forti liberamente distribuite nel mercato inglese. Alcuni tendono a considerarla un vino di malto, più che una lager.
Nel Regno Unito è occasionalmente disponibile in bottiglia nei pub, ma mai alla spina.

20 BIRRA
(2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

ALBICOCCHE DELLA VAL VENOSTA



Gli esperti e gli amanti delle albicocche sono concordi nel dire che non esiste un posto migliore della Val Venosta per la crescita di questo prezioso frutto. Nonostante, infatti, sia un prodotto tipicamente del sud l’albicocca in Val Venosta, a parte il rischio di gelate in primavera, trova delle condizioni climatiche davvero ideali. Le albicocche amano il caldo, il sole e il vento, mentre non amano la pioggia, l'umidità e i terreni troppo grassi. Negli ultimi decenni, in particolare nella zona attorno a Lasa molti contadini ed aziende agricole hanno ripreso con l'antica tradizione della coltivazione delle albicocche.
Un’albicocca matura della Val Venosta possiede un colore arancione intenso e luminoso con sfumature rosse. Il frutto è incredibilmente aromatico e si scoglie in bocca. Sono adatte al consumo fresco, alla preparazione di marmellate, grappe e distillati.
Le albicocche della Val Venosta hanno una vita media molto breve, e quindi queste squisite albicocche vengono distribuite solo nella regione Trentino Alto Adige. Per bella occasione per gustarle e' la Festa del Marmo e delle Albicocche, che coinvolge la cittadina di Lasa in una due giorni di prodotti locali.

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
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sabato 22 ottobre 2022

MELA ROSSA DI CUNEO

La Mela Rossa Cuneo si caratterizza per una sovracolorazione della buccia ed una tonalità della colorazione particolarmente luminosa e brillante.
Con la indicazione geografica protetta "Mela Rossa Cuneo" possono essere designate esclusivamente le seguenti varietà di mele e loro cloni derivanti da una severa selezione qualitativa delle varietà a tutt'oggi coltivate, di cui di seguito si descrivono le caratteristiche.
Red Delicious
Epicarpo rosso intenso brillante, con estensione del sovracolore superiore all' 85% della superficie intera, liscio, esente da untuosità e rugginosità, tollerata solo all'interno della cavità peduncolare, forma tronco conica oblunga, calibro con diametro minimo 65 mm, tenore zuccherino superiore a 10° brix, polpa color bianco o bianco crema, di consistenza fondente, aromatica e dolce.
Gala
Epicarpo rosso brillante con estensione del sovracolore superiore al 65% della superficie intera e distribuzione prevalentemente striata, liscio, forma rotondo allungata, calibro diametro minimo 65 mm, tenore zuccherino superiore a 12° brix, polpa color bianco crema, croccante e succosa, fine e soda, molto profumata.
Fuji
Epicarpo verde chiaro - giallo, con sovracolore dal rosso chiaro al rosso intenso su più del 50% della superficie, calibro diametro minimo 70 mm, tenore zuccherino superiore a 12,5° Brix, durezza della polpa minimo 5 Kg/cm 2 . La polpa risulta croccante, succosa e molto dolce, non aromatica.
Braeburn
Epicarpo dal verde al verde chiaro con sovracolore striato dal rosso arancio al rosso intenso su più del 60% della superficie, calibro diametro minimo 65 mm, tenore zuccherino superiore a 10,5° Brix, durezza della polpa minimo 5,5 Kg/cm 2 . La polpa risulta croccante, succosa, acidula, molto aromatica.
Caratteristiche nutrizionali
L'elevata ed equilibrata composizione in vitamine e sali minerali rende la mela l'integratore alimentare per eccellenza. L'elevata presenza di polifenoli, agenti antiossidanti nemici dei radicali liberi, aiuta a rallentare l'invecchiamento delle cellule e l'insorgere di varie patologie come le malattie dell'apparato cardiovascolare e le formazioni di neoplasie.
Area di produzione
La zona di produzione è identificabile con l'altipiano che si estende, ad una altitudine compresa tra 250 e 800 metri s.l.m., lungo la catena alpina occidentale costituita dalle Alpi Marittime e Cozie e comprende in particolare, in provincia di Cuneo, i comuni del Saluzzese, Cuneese e Monregalese e, in provincia di Torino i comuni del Pinerolese.
Storia e Tradizione
La coltivazione del melo in Piemonte ha una antichissima tradizione che si perde nella notte dei tempi. Molte varietà di melo furono addirittura importate in questa regione fin dai tempi dei romani. I primi segni però di una vera e propria frutticoltura si trovano nei giardini e negli orti di Abbazie e Conventi. La valorizzazione dei frutti del melo viene infatti intrapresa dagli ordini monastici cluniacensi prima e cistercensi poi, i quali si impegnarono a migliorare le varietà del periodo romano sopravvissute alle invasioni barbariche. Nel tardo Medioevo iniziano a farsi strada le prime tecniche colturali ."I pomi" cessano così di essere cibo d'élite e si diffondono presto in ampi strati sociali. Negli statuti comunali e nei rendiconti delle castellanie sabaude si trovano sempre più frequenti le menzioni a alberi da frutto piantati ai bordi di coltivi, in prati aperti o chiusi, campi a cereali, orti, brolii (orti alberati), giardini, cortili, vigne e si comincia a parlare di planterii o, più specificatamente di pomerii. Il melo comincia ad essere protetto dalle autorità comunali e diviene tra i fruttiferi predominanti nel Piemonte ed in particolare nel cuneese. Durante il Rinascimento, grazie anche al diffondersi della stampa e dei primi trattati di agricoltura, si registra un forte impulso della frutticoltura. E' sul finire del 1700, quando i contadini che attraversavano le Alpi alla ricerca di un lavoro, cominciarono ad importare nuovi semi, varietà e sistemi di impianto e di potatura già presenti in Francia, che si assiste alla nascita della frutticoltura piemontese. Importante contributo all'accelerazione delle ricerche e degli studi delle pratiche colturali, proviene dalla Accademia di Agricoltura, fondata nel 1785 a Torino che attraverso la sperimentazione di nuove specie e la organizzazione di corsi di frutticoltura inizia a formare frutticoltori professionalmente preparati. Di particolare rilievo, per la diffusione della frutticoltura piemontese, sono nel 1800 i vivai dei fratelli Burdin, sorti a Chambery. In questi vivai nasce anche un museo pomologico nel quale vengono conservati i modelli di tutti i frutti coltivati nei Regi Stati, con una evidente preponderanza delle varietà di melo, ben 72, catalogate e presenti anche nella collezione della Accademia di Agricoltura di Torino.
Agli inizi del novecento, l'area di coltivazione, dalle vallate alpine e dalle zone pedemontane e collinari, si estende agli altipiani cuneesi. La vocazione produttiva di questo territorio per le mele rosse è testimoniata dalla ampia gamma di varietà locali a buccia rossa che quivi spontaneamente si originarono. Una tale gamma varietale, per l'apprezzamento dei consumatori e per la vicinanza dei mercati, conserva la propria validità fino al comparire agli inizi del '900 delle moderne varietà a buccia rossa con le quali è possibile soddisfare mercati più ampi e soprattutto più lontani.
Nel 1999 nasce il Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela della Mela Rossa Cuneo .

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



BIRRE 81: PELFORTH



Pelforth
La Pelforth è un marchio di birra francese, che appartiene al gruppo Heineken.
Verso il 1914, Louis Boucquey, Armand Deflandre e Raoul Bonduel, tre fabbricanti di birra a Lilla in Francia, decidono di associarsi per superare i problemi di penuria (in particolare di rame). Scelgono il nome di Pélican per la loro nuova creazione, il nome di una danza molto popolare in questo momento. La birra è a fermentazione bassa. Si vende in bottiglie di 33 cl. o in barili.
Nel 1935, Jean Deflandre, figlio di Armand Deflandre, riesce a unire due malti d'orzo ed utilizza la fermentazione alta, con un lievito inglese, per creare una birra rivoluzionaria. Il nome Pelforth 43, Pel per Pélican, fort (forte) poiché contiene molto malto (43 kg/hL), con l'aggiunta di una "h". La bottiglia subisce anche una nuova progettazione un nuovo design.
Anche se si ferma durante la seconda guerra mondiale, Pelforth non ha nessuna difficoltà a ripartire nel 1950, il "43" viene abbandonato, e così comincia a riconquistare l'Europa. Pelforth si vende a in bottiglie di 25 cl., 33cl., e anche in barili di qualsiasi dimensione.
Nel 1972, l'industria della birra adotta definitivamente il nome di Pelforth. Viene acquistata dalla Française de Brasserie nel 1986, per poi essere inglobata nel gruppo Heineken nel 1988.
La birra Pelforth Ambrée viene lanciata nel 2003 per affiancare le sue sorelle Blonde e Brune.
Le industrie della birra Pelforth producono attualmente 22 marchi diversi, dalla Giorgio Killian's, una birra al malto di whisky, alle birre stagionali di Natale e di marzo. Con una produzione che totalizza 3 milioni di ettolitri all'anno.
Marche prodotte
Pelforth Brune, è una birra scura che ha un forte gusto di caramella o di miele, e leggermente di caffè. È relativamente zuccherata e poco amara, per una birra scura. Con il 6,5% di alcool (vol).
Pelforth Blonde, è una birra chiara, rinfrescante, con il 5,8% di alcool (vol).
Pelforth Ambrée, con il 6% di alcool (vol).
Pelforth 3Malts, con il 6,9% di alcool (vol).

20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.