venerdì 14 ottobre 2022

MAIONESE

In cucina la maionese è una salsa cremosa ed omogenea, generalmente di colore bianco o giallo pallido, che viene consumata fredda. È un'emulsione stabile di olio vegetale frazionato in acqua, con tuorlo d'uovo come emulsionante, e aromatizzato con aceto o succo di limone (che aiuta l'emulsionamento); è tollerato anche l'uso della senape. Con l'aggiunta di altri ingredienti acquista vari nomi. La maionese è una delle salse alla base della classica cucina francese, ed è fondamentale per molte altre preparazioni. Per esempio:La salsa aioli è maionese all'olio d'oliva con aglio pestato. La salsa tartara è maionese aromatizzata con capperi (o anche cetrioli) tritati ed erbe aromatiche come il prezzemolo e l'erba cipollina. La salsa tonnata è maionese con tonno, capperi e acciuga. La salsa rosa è maionese con salsa di pomodoro o ketchup e yogurt. La salsa delle Thousand Island è salsa rosa con varie erbe aromatiche. La salsa le croix è maionese con aggiunta di cubetti di formaggio e talvolta prosciutto. La maionese è comunemente usata come condimento per le patate fritte in tutta Europa, come salsa per i tramezzini e come base per l'"insalata russa" in Italia, sul pollo freddo e le uova sode in Francia e nei panini imbottiti in Nord America. Un importante contributo nei vari utilizzi della maionese è stato dato dal noto chef newyorkese Valeria Morley con il rivoluzionario e controverso abbinamento pasta-maionese, che ha riscosso molto successo nelle critiche d'oltreoceano.La maionese si prepara aggiungendo lentamente olio ad un uovo già mescolato con sale, succo di limone e/o aceto, e talvolta viene aggiunta della senape per dare un sapore più deciso e per aiutare a mantenere l'emulsione stabile. Mentre si versa l'olio il preparato viene sbattuto vigorosamente con una frusta da cucina per aiutare l'addensamento. Tutti gli altri ingredienti sono aggiunti all'inizio del processo per evitare che si formino grumi. Può capitare anche che i vari componenti della maionese non leghino subito, e allora tale maionese viene definita "impazzita". Per recuperarla si deve iniziare a lavorare con le fruste un altro tuorlo d'uovo a cui si aggiunge lentamente la maionese non riuscita. Il tuorlo dell'uovo, infatti, contiene lecitina, che funziona da emulsionante.
 In alternativa, si può utilizzare un mixer ad immersione; quest'ultima via, rispetto all'originale frusta, promette il raggiungimento di risultati migliori. La ricetta tradizionale prevede l'uso di olio d'oliva e aceto o succo di limone, ed un emulsionante che sia il tuorlo o l'albume dell'uovo oppure entrambi. Alcune preparazioni di nouvelle cuisine indicano invece l'olio di cartamo. Si considera fondamentale sbattere costantemente con la frusta la salsa durante l'aggiunta dell'olio, un cucchiaio per volta, assicurandosi che venga ben incorporato prima di aggiungere il successivo. Se il gusto dovesse risultare troppo forte, può essere attenuato aggiungendo dello yogurt. Una maionese fatta in casa contiene fino all'85% di grassi, limite oltre il quale l'emulsione non è più stabile; le maionesi in commercio hanno un contenuto di grassi generalmente compreso tra il 70 e l'80%. Le maionesi a basso tenore di grassi contengono amidi, gel di cellulosa o altri ingredienti analoghi per simulare la consistenza della maionese normale. Vi sono diverse teorie al riguardo dell'origine del nome. Jaume Fàbrega e altri teorizzano l'origine del suo nome (maonesa, in catalano) dalla città spagnola di Mahón (Maó) nell'isola di Minorca. Ancora, sembra possibile che il nome sauce Mayonnaise derivi dal nome di Carlo di Lorena, Duca di Mayenne. Sarebbe stata battezzata "Mayennaise" in ricordo del fatto che il duca di Mayenne si concesse il tempo di finire il suo pasto di pollo e salsa fredda prima di affrontare Enrico IV nella Battaglia di Arques (1589), nella quale il duca risultò sconfitto. Un'altra teoria fa riferimento alla città francese di Bayonne; mayonnaise sarebbe una modificazione di bayonnaise. È invece da escludersi che l'origine del nome o della salsa mayonnaise sia collegata alla città di Mayonne in Francia, in quanto le notizie dell'uso di tale preparazione sono precedenti alla fondazione di tale insediamento urbano.

11 SALSE (2^ Edizione)

 
Salse. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 100 ricette di salse, criteri di classificazione e di abbinamento pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Esiste una teoria generale della derivazione delle salse. Da sole 5 salse madri derivano tutte le altre per piccole variazioni, aggiunte o sottrazioni. Le salse completano primi, secondi, contorni, pesce, carne, verdure, pasta, tutto. Impariamo insieme a fare le salse. Senza giungere agli eccessi di una cucina troppo salsamentaria come era d’uso nell’800, le salse completano e danno quel tocco in più di sapore che non guasta.


VINI 141: PASSITO DI PANTELLERIA


Il Passito di Pantelleria è un vino a DOC che può essere prodotto esclusivamente nell'Isola di Pantelleria in provincia di Trapani. Vitigni con cui è consentito produrlo: Zibibbo al 100%. Tecniche produttive: Il Passito di Pantelleria deve provenire da mosti di uve marziani, almeno in parte, sottoposte ad appassimento o sulla pianta o dopo la raccolta. Deve inoltre essere "affinato" almeno fino al 1º luglio dell'anno successivo alla vendemmia.
Caratteristiche organolettiche:
colore: giallo dorato tendente all'ambrato; profumo: fragrante, caratteristico di moscato;
sapore: dolce, aromatico, gradevole, caldo;
L'abbinamento ideale è costituito dai dolci, meglio se secchi, di mandorla o farciti con confetture che presentano qualche nota di acidità, come quelle di visciole, ribes o frutti di bosco in genere.
Ottimo con formaggi erborinati.

15 VINO (2^ Edizione)
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BIRRE 73: MORT SUBITE


Mort Subite
La Mort Subite, è una marca di birra belga a fermentazione spontanea di tipo Lambic, prodotta dalla Brasserie De Keersmaeker, di Pajottenland. Al giorno d'oggi l'industria appartiene al gruppo belga Alken-Maes, che è integrato nel gruppo Heineken.
La birra viene prodotta in vari tipi:
La Mort Subite Gueuze, è una birra ambrata, prodotta secondo la tradizione originale Lambic con una fermentazione spontanea fatta a base di mosto, di frumento e di luppolo. Questa birra artigianale ha una lenta maturazione in barili di quercia. Ha un gusto agro dolce, forte e molto rinfrescante. Con un contenuto d'alcool del 4,5% (vol).
La Mort Subite Kriek, è una birra di colore rosso vivo, prodotta secondo la tradizione originale Lambic con una fermentazione spontanea. Questa birra artigianale ha una lenta maturazione in barili di quercia. In seguito, vengono aggiunte ciliegie fresche e saporite per ottenere un gusto unico e delizioso di ciliegie. Con un contenuto d'alcool del 4,5% (vol).
La Mort Subite Xtreme Kriek, prodotta secondo la tradizione originale Lambic con una fermentazione spontanea. Questa birra artigianale ha una lenta maturazione in barili di quercia. In seguito vengono aggiunte delle ciliegie più mature e succose per ottenere un gusto di frutta. Con un contenuto d'alcool del 4,3% (vol).
La Mort Subite Xtreme Framboise, prodotta secondo la tradizione originale Lambic con una fermentazione spontanea. Questa birra artigianale ha una lenta maturazione in barili di quercia. In seguito viene aggiunto il succo dei lamponi più maturi per ottenere un gusto di frutta al sapore di lampone. Con un contenuto d'alcool del 4,3% (vol).


20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

UOVA E FORMAGGIO


uovo e formaggio


5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


giovedì 13 ottobre 2022

BIRRE 72: PIETRA


Pietra
Pietra ("A biera corsa") è una marca di birra corsa.
Il nome deriva dal paese d'origine del fondatore, Pietraserena, che in italiano indica il materiale lapideo mentre in corso la parola per indicare la pietra è petra.
Aperta nel 1996 a Furiani, l'omonima fabbrica di birra è nata dalla volontà di sviluppare nell'isola un progetto innovativo ma che potesse ascriversi alla storia ed alle produzioni locali. L'azienda produce anche bevande analcoliche come la Corsica Cola e un distillato di malto in collaborazione con la locale distilleria Mavena.
La birra Pietra è una birra ambrata con 6° gradi d'alcol. È fermentata a partire da un misto di malto e di farina di castagna; la produzione è iniziata dopo due anni di studi ed esperimenti durante i quali la birreria ha potuto giudicare positivamente le proprietà della farina di castagna in termini di fermentescibilità, incidenza sulla tenuta della schiuma e colore apportato alla bevanda. La produzione annuale nel 1996 era di circa 2.500 ettolitri, attualmente la capacità produttiva supera i 30.000 ettolitri.
Altre birre
La Serena è una birra bionda con 5° gradi d'alcol, con una schiuma vaporosa ed un retrogusto amaro appena percettibile.
La Colomba è una birra bianca aromatizzata alle erbe della macchia (corbezzolo, mirto, cisto, ginepro).

20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

Patata quarantina



Patata quarantina

Nel genovesato le conoscenze sulla patata e sulla sua coltivazione sono strettamente legate al nome di Michele Dondero, parroco di Roccatagliata (GE), che nel XVIII secolo, tra la non sottovalutabile diffidenza dei suoi fedeli, la introdusse proprio per arginare la miseria generale della popolazione. Riconosciuta l'importanza e apprezzatane la bontà e poliedricità, la patata si diffuse in tutto l'entroterra e fu, insieme alla castagna, il cibo principe di molte popolazioni delle campagne nei periodi di carestia e povertà. La patata quarantina, sul territorio della montagna genovese, è considerata la più buona e antica tra le varietà locali, era infatti già conosciuta alla fine del '700. Strettamente correlata con la bretone Institut de Beauvais' e con la catalana Bufet Blanco. Si racconta che per buona parte nel XX secolo era diffusa e rinomata nel Genovesato; ma i documenti pervenutici dimostrano come la sua introduzione in Liguria sia antecedente a tale data. Si ritrova a valle Fontanabuona, val d'Aveto, alta valle Scrivia, valle Stura, altopiano di Marcarolo, alta val Trebbia, in alta val Borbera e nelle zone di Sélvola e Santa Maria del Taro. 169 Il nome Quarantina si riferisce al modo corrente di definire le varietà più adatte a cicli colturali brevi, quindi in area montana. L'aggettivo "bianca o gialla" si riferisce al colore della pasta. Localmente, soprattutto nelle valli Stura e Scrivia, è nota come Giana riunda, per il colore e la forma del tubero. In valle Stura era già coltivata agli inizi del '900. Nel 1999, in provincia di Genova, nasce il Comitato per il recupero della Quarantina bianca genovese, oggi Consorzio della Quarantina che coltiva e promuove anche la varietà Quarantina gialla.

Patata quarantina bianca Zona di produzione: Tutto il territorio dell'entroterra genovese fino al confinante Appennino savonese e spezzino. Tale varietà offre una moltitudine di sinonimi: Quarantina Genovese, Bianca di Montoggio, Bianca di Torriglia, Bianca di Rovegno, Bianca di Reppia, Bianca Nostrana.
La patata Quarantina bianca della montagna genovese, dalle innumerevoli denominazioni spostandoci da una vallata all'altra, è la varietà locale ligure di patata per eccellenza (Solanum tuberosum). Tubero a forma da rotonda a rotonda-ovale; buccia liscia, di colore giallo; pasta di colore bianco; germoglio a colorazione antocianica della base blu-violetto. Fiori con frequenza bassa e di colore bianco della parte interna. Il germoglio presenta una colorazione antocianica poco intensa, gemme mediamente profonde e con sfumature rosa chiaro alla base del germoglio. Qualità culinaria di tipo B (adatta a tutti gli usi), con scarsa consistenza della polpa e aspetto umido, non farinoso e granulazione fine; gusto tipico di patata poco pronunciato, senza retrogusti, delicato. Sul territorio della montagna genovese è considerata la più antica e la più buona tra le varietà locali. Il prodotto soddisfa a malapena il mercato, peraltro ristretto e locale.

Patata Quarantina gialla Giana riunda, Giana de masùn, Franseize, Franseize de Servàesa Zona di produzione: Genova, Imperia, La Spezia, Savona: Appenino ligure e valli costiere 170 Tubero irregolare tondo a buccia liscia color crema; pasta a granulosità molto fine, non farinosa, color giallo paglierino; gemme molto profonde , appena rosate alla base; fiore bianco. Maturazione precoce, molto serbevole. Categoria: C.

18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 

In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

10 ORTAGGI (2^ Edizione)


 

Ortaggi. In queste 360 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Ortaggi, che spettacolo vedere i banchi dei prodotti dell'orto traboccare di colori in ogni stagione. Ed i sapori? In cucina lo spettacolo visivo si muta in spettacolo aromatico. Senza giungere agli eccessi di una dieta vegetariana sbilanciata, gli ortaggi sono salute... e risparmio. In ogni stagione la verdura sta sulla nostra tavola. Ma una conoscenza più approfondita ci fa scoprire che ogni tipo di ortaggio ha molte varianti. Si deve conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro ortolano di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


FICO D'INDIA ETNA

Il Ficodindia dell'Etna (DOP) è un prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di origine protetta. Esso il frutto del ficodindia dell'Etna ed è quindi originario delle zone a terreno lavico.
La pianta appartiene alla famiglia delle Cactacee, della specie Opuntia ficus-indica. La pianta venne importata dalle Americhe nord-occidentali (credute originariamente le Indie, da cui il nome) sul finire del XVI secolo. Ha la caratteristica di resistere ai climi aridi e secchi e cresce in zone impervie con terreni medi e grossolani di natura lavica. La pianta del ficodindia non presenta tronco ma solo foglie, che si inerpicano dalle radici formando le cosiddette pale alle cui estremità superiori si formano i frutti.
La sua riproduzione avviene attraverso i rami che vengono interrati per i due terzi nel terreno.
La pianta predilige i terreni di tipo medio e molto grossolani che non hanno bisogno di particolare manutenzione e concimazione, è poi resistente al clima arido e secco anche in zone molto impervie.
Nella sua coltivazione non vengono utilizzati antiparassitari e/o anticrittogamici poiché la pianta assume delle difese proprie contro i parassiti, non necessita poi di trattamenti particolari assumendo la produzione biologica.
Cultivar: sono presenti molte tipologie: nostrale dal colore giallo-arancio; sanguigna dal colore rosso fuoco; muscaredda e sciannina dal colore bianco. Altre varietà sono state evidenziate e catalogate.
Frutti: i frutti hanno la buccia di un colore giallo-arancio con una polpa ricca di semi piccoli e legnosi.
Zona di produzione
La zona di produzione è principalmente la provincia di Catania, nelle zone dei paesi etnei alle falde del vulcano, quindi le zone di Adrano, Biancavilla, Belpasso, Paternò, Motta Sant'Anastasia, Santa Maria di Licodia e San Cono. La produzione dei frutti avviene secondo tecniche secolari applicate alla pianta. La prima fioritura avviene tra maggio e giugno con formazione dei frutti verdi. Per ottenere un prodotto di maggiore qualità si applica la tecnica detta di scozzolatura, che porta ad eliminare i frutti fioriti per ottenere dei frutti più grossi e buoni. La seconda fioritura avviene tra settembre e dicembre e dà luogo a frutti denominati in dialetto fioroni, che garantiscono la produzione.
Tecnica di produzione
I ficodindia vengono poi raccolti, immagazzinati e impaccati secondo una tecnica detta "senza spine" che caratterizza la commercializzazione. Il ficodindia dell'Etna deve avere delle caratteristiche tipologiche, di cultivar, di colore, forma e qualità che ne denotano il prodotto e che lo acquisiscano alla tutela DOP.
Uso del ficodindia come alimento
Il ficodindia dell'Etna è assai usato nel mondo culinario: come frutto, viene sbucciato prima nelle parti laterali e poi longitudinalmente, esponendo delicatamente la polpa: può essere servito fresco o freddo, ma anche aggiunto ad una macedonia di frutta.
I Mastazzoli sono invece un dolce fatto con la polpa matura, cotta per ore al fine di ottenere un impasto caramellato, che viene poi riposto in piatti porcellanati e fatto essiccare al sole: viene servito con spolveratura di noci tritate e zucchero a velo. È possibile ottenere tisane depurative e calmanti bollendo per alcune ore i fiori raccolti tra maggio e giugno. È infine possibile produrre un rosolio di ficodindia, che viene dalla distillazione della polpa con essenze e profumi della terra di Sicilia.

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO

(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). 

Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



PASTICCERI PASTICCIONI

 pasticceria


DEDICATO AI RAGAZZI DAGLI 8 AGLI 80 ANNI
Lunedì 15 Giugno 2015 ore 9,30-12 partono i corsi presso la sede provinciale di Savona dell'AISM
Quanti fanno i dolci da soli? Un numero sempre crescente ed il desiderio di imparare a farlo sempre meglio cresce di giorno in giorno. Ma dove imparare? Questo minicorso vi può essere di grande aiuto. Il corso è reso possibile da una collaborazione con l'AISM di Savona presso la cui sede (attrezzatissima) saranno svolti 4 incontri tematici zuccherosi: confetture, sciroppi, pestati dolci, gelatine, gelati, e tanti tanti dolci facili da fare ed ottimi da gustare. Ci sarà spazio per grandi e piccini, i ragazzi dagli 8 agli 80 anni.
Tutto spiegato e messo in pratica in maniera chiara e semplice dalle parole di Giancarlo Marabotti, due volte finalista al Campionato mondiale del Pesto, Nat Russo, il cronista del gusto, animatore del sito www.dallapartedelgusto.com/it, fondatore del format Casa Bergese, e Christian Stantero, chef del Caffé del Duomo di Savona. Il buon dolce è servito, fatto insieme è certamente anche più bello.
La sede del corso è c/o l'AISM via B. Walter 5r, 17100 Savona (zona Basko).
Prezzi decisamente assai contenuti: 30 € per il corso completo di 4 incontri.
Primo incontro Lunedì 15 Giugno 2015 ore 9,30-12.
Per saperne di più ed iscriversi cell. 3335279276.
Oppure lasciare i propri dati scrivendo una email natrusso@alice.it
QUESTO IL PROGRAMMA DEI 4 INCONTRI
Lunedì 15 Giugno
Salame dolce
Confettura di fragole
Gelato al cioccolato
Lunedì 22 Giugno
Caramelle morbide alla frutta
Confettura di ciliege
Gelato alla crema
Lunedì 29 Giugno
Girella glassata ripiena di cioccolato bianco
Confettura di albicocche
Gelato variegato alla nutella
Lunedì 6 Luglio
Torta al cioccolato
Marmellata di agrumi
Gelato alla fragola
 
5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).