giovedì 1 settembre 2022

CONSERVE DOLCI 22: FICHI SECCHI DI COSENZA

Il fico dottato Cosentino (ficus sativa) è di media pezzatura, con buccia verde giallognola, sottile ed elastica, polpa rosata, liquescente, molle, dolcissima, aromatica con retrogusto di miele che presenta al suo interno semi (acheni) piccolissimi, inavvertibili alla masticazione. È particolarmente apprezzato per l'essiccazione tanto che potrebbe completarla quasi interamente sulla pianta, è resistente alle piogge e risulta particolarmente resistente alla Blastofaga, l'insetto che in natura lo feconda, il quale non riesce a penetrare al suo interno. Con la tipica forma a goccia allungata ed il colore dorato, i fichi secchi hanno una resa superiore rispetto ad altre varietà e si presentano pieni, carnosi, pastosi, morbidi, plastici, bianchissimi, altamente zuccherini e di facile conservazione. Tali peculiarità sono state riconosciute nel 2010 con il marchio di qualità DOP. La tipicità si riconduce alla Valle del Crati (CS), dove un ambiente collinare con un clima temperato ha creato le condizioni propizie per una vegetazione ottimale.
Il Dottato è una delle varietà più estese e più anticamente coltivate. I Latini lo conoscevano sotto il nome di Ficus Carica e Plinio lo vanta come uno dei più adatti ad essere essiccati: pare che sia stato portato da Lucio Vitellio nella sua Villa di Alba, quando era Legato in quella Provincia, negli ultimi anni dell'Imperatore Tiberio.

L'essiccazione e la trasformazione dei fichi secchi è una tradizione, tramandata al sud da padre in figlio: si sfrutta il caldo per eliminare l'umidità all'interno del frutto e ottenere un prodotto conservabile per il resto dell'anno. Se fino a qualche anno fa tale tecnica di conservazione era un rituale che si celebrava nelle famiglie, attualmente è divenuta appannaggio dei piccoli produttori che ne osservano le tecniche tradizionali. La prima fase dell'essicazione avviene per disidratazione naturale lasciando i frutti “appassire” sulla pianta (passuluni). Successivamente vengono raccolti in cesti (panari) e fatti asciugare al sole su graticci di canne (cannizzi), dove vengono rivoltati spesso durante la giornata, per favorire un'essiccazione uniforme: sono pronti per essere lavorati quando, schiacciandoli tra le dita, dalla buccia non fuoriesce più la polpa. La resa è di circa 1/3 e vengono poi destinati alla trasformazione che va distinta in due produzioni: fico essiccato e da forno.
I prodotti trasformati, sono realizzati con elevato apporto di manualità che risulta determinante ai fini della qualità e si presentano sotto diverse forme di pregevole valenza artistica: vengono commercializzati come
Fichi secchi al naturale (fichi janchi)
Una volta essiccati, possono essere commercializzati come tali e presentano pezzatura grande o media e colore beige.
O prodotti da forno, nelle seguenti tipologie:
Crocette (Crucetti)
I fichi grandi e/o medi, vengono divisi manualmente a metà, ripieni con una mandorla o con ½ gheriglio di noce, ed eventualmente con della scorza di agrumi e vi si sovrappone un altro fico aperto con le modalità sopra indicate, pressando manualmente. A questo punto altri due fichi vengono sovrapposti ortogonalmente ai primi due, formando così una croce greca e poi infornati fino a colorazione dorata.
Nocchette
La lavorazione è simile alle crocette, ma vengono preparate con due fichi.
Palloni
Rappresenta una delle lavorazioni più antiche: i fichi raccolti allo stato fresco sono lasciati al sole per 24 ore circa, lavati e gocciolanti, vengono posti nel forno a formare uno strato di 10/15 cm. Ad operazione conclusa, il forno viene chiuso ermeticamente con un coperchio in ferro e sigillato con del fango d'argilla. Dopo circa tre ore si procede ad uniformare la cottura rivoltando i fichi. L'operazione si ripete per due o tre volte ed a cottura quasi ultimata, i fichi sono tolti dal forno, amalgamati l'uno contro l'altro, prestando attenzione che tra un fico e l'altro non rimanga spazio così da formare una palla costituita da circa 25/30 fichi. Il pallone che si ottiene, è avvolto in due o tre foglie di fico verdi e legate da un sottile filo di salice.
Montagnoli
I fichi essiccati medi e/o piccoli, adagiati in teglie in unico strato, vengono fatti cuocere in forno fino a quando il prodotto non assuma una colorazione dorata. A cottura ultimata i fichi vengono lasciati raffreddare e poi amalgamati con "mielata di fichi" (prodotto ottenuto con bollitura in acqua di fichi freschi o secchi per un periodo di 2/3 ore, filtrazione e ricottura del liquido ottenuto per altre 2/3 ore a temperatura di ebollizione, evaporazione fino all'ottenimento di uno sciroppo denso e filante di colore marrone molto scuro).
Corolle
Da un arbusto di Mirto “Miurtidda”, si raccolgono i rametti giovani e sottili che hanno un particolare aroma. I fichi piccoli (minutiddra) vengono presi fra due dita della mano tra il pollice e l'indice, dalla parte del peduncolo e dell'ostiolo, si schiacciano e si formano dei piccoli dischi. Con il rametto di Mirto defogliato e appuntito da un'estremità, s'infilano i fichi all'altezza del peduncolo in modo da formare una collana. In seguito, le corolle sono poste nel forno a circa 80/90 gradi fino a che non assumono un colore ambrato. Il prodotto ottenuto, viene conservato in apposite ceste.
Treccia (Jetta)
I fichi che non hanno completato l'essiccazione, vengono infilati in canne secche spaccate in quattro parti, opportunamente appuntite, con l'accortezza che nella parte basale conservino un pezzettino del nodo della canna, per evitare che il primo fico infilato fuoriesca. La ietta così preparata è infornata e si ottiene un prodotto di colore ambrato e aromatico. I fichi sono infilzati e stretti uno sull'altro, in modo da ottenere una sorta di spiedino.
Salamino di fichi
Per la preparazione del prodotto si utilizzano fichi essiccati medi e/o piccoli. I fichi, adagiati in teglie in unico strato, vengono cotti nel forno fino a quando il prodotto assume una colorazione dorata. A cottura ultimata i fichi sono amalgamati e triturati con frutta secca (noci, mandorle e/o nocciole) e mielata di fichi. Si possono aggiungere frutta candita, agrumi freschi e spezie. Ottenuto l'impasto, si procede con la classica forma di salame.
Fioroni
I fichi grandi e/o medi vengono aperti manualmente ponendo attenzione a non separare le parti. Si procede a riempire l'interno di uno dei lobi ottenuti con una mandorla o con ½ gheriglio di noce, ed eventualmente con scorza di agrumi. Quindi si sovrappone al lobo farcito l'altro lobo provvedendo a pressarli manualmente. Il prodotto così lavorato, adagiato in teglie in unico strato, viene fatto cuocere in forno.


12 CONSERVE (2^ Edizione)

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.



FARINA 27: NOCCIOLE

Le nocciole sono i frutti di una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Betulaceae, Genere Corylus, Specie avellana; la nomenclatura binomiale dell'albero di nocciole è Corylus avellana. Chiamato nocciolo nel linguaggio comune, è un albero di medie dimensioni con foglie a cuore, di profilo dentato e caduche. Cresce spontaneo nelle macchie boschive a clima temperato e predilige le zone collinari.
I suoi frutti, detti appunto nocciole, hanno forma sferica od ovale e dimensioni variabili (a seconda delle varietà, ma sempre inferiori a quelle delle noci); esternamente presentano un guscio (pericarpo legnoso) che protegge un seme (parte edule) croccante. Il colore delle nocciole è verde in fase acerba e castano a maturazione avvenuta, quando si staccano spontaneamente dall'albero. Il seme è rivestito da una pellicola fibrosa bruna che può essere (oppure no) rimossa al momento del consumo; senza rivestimento, il seme è bianchiccio.

Farina di Nocciole

In linea generale, la farina di nocciole è ricavata dalla macinatura di frutti appartenenti alla varietà "tonda gentile delle langhe" (Piemonte). Il prodotto non prersenta le caratteristiche nutrizionali tipiche di una farina di legumi o di cereali, dove abbondano i carboidrati, ma si distingue per la prevalenza dei lipidi sugli altri macronutrienti; per tale ragione, nonostante l'essiccazione, la farina di nocciole presenta una conservabilità molto limitata ed è spesso distribuita sotto vuoto.
L'impiego della farina di nocciole è piuttosto vario. Spazia dal confezionamento casalingo di dolci al cucchiaio, da forno secchi e da forno soffici; non mancano gelati, creme fresche o conservate e creme spalmabili con cacao tipo la nutella.
Un utilizzo alternativo della farina di nocciole interessa la panificazione, ma con una percentuale limitata al 10% rispetto al 90% degli sfarinati di grano; se ne ottiene un pane molto energetico e ricco di lipidi. Di recente, come tutti gli altri tipi di farina alternativa, quella di nocciole ha trovato un largo impiego nell'alimentazione vegana; NON contenendo glutine, è parecchio utilizzata anche nella dieta per la CELIACHIA.
Il costo della farina di nocciole al dettaglio è elevato; ciò è dovuto in parte al disciplinare BIO (prediletto, ad esempio, nell'alimentazione naturista) e in parte a questioni commerciali. Quelle BIO sono di provenienza esclusivamente italiana, ma risultano disponibili anche vari prodotti di derivazione europea. Per i consumatori finali, pure on-line, l'acquisto della farina di nocciole BIO scende raramente al di sotto dei 17-18 €/kg.

 12 CONSERVE (2^ Edizione)


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CONSERVE DOLCI 21: CODETTE DI ZUCCHERO


Le codette di zucchero, anche conosciute come codette arcobaleno e codette multicolore, sono piccolissimi cilindri a base di zucchero e amido utilizzati per decorare dolci fra cui torte, gelati, biscotti e paste. A volte sono aromatizzate al cacao e presentano una colorazione marrone. In tal caso vengono definite codette di cioccolato.
 


12 CONSERVE (2^ Edizione)

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CONSERVE DOLCI 23: FICHI SECCHI

I fichi secchi sono alimenti di origine vegetale ottenuti per lavorazione dei frutti dell'albero comunemente detto "fico"; questa pianta appartiene alla Specie Ficus carica, di cui si differenziano parecchie varietà.
I fichi secchi si ricavano per disidratazione; questo processo, in questo specifico caso viene ottenuto solo grazie alla ventilazione e/o al calore (tenue). Pertanto, è possibile ottenere i fichi secchi anche per mezzo di un buon forno ventilato, evitando l'aggiunta di elementi chimici osmotici (generalmente zucchero e/o sale) che, pur favorendo questo processo, tendono a modificare sensibilmente le caratteristiche nutrizionali dell'alimento.
Di fichi secchi ne esistono varie tipologie, differenti per: varietà del fico, metodo di essiccazione, presenza di altri ingredienti, utilizzo di additivi (antiossidanti, conservanti) ecc. Oltre a quelli semplici, esistono fichi secchi ricoperti al cioccolato, fichi secchi ripieni di mandorle, fichi secchi glassati (zucchero o miele), fichi secchi sotto spirito ecc.


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CONSERVE DOLCI 11: CIALDE

80 g di albume
80 g di farina bianca di tipo 00
80 g di zucchero a velo
80 g di burro
1 baccello di vaniglia
In una ciotola lavorare velocemente gli albumi con lo zucchero a velo. Incidere il baccello di vaniglia, raschiare i semini ed aromatizzare il composto di zucchero ed albumi. Fondere dolcemente il burro nel microonde ed unirlo alla crema ottenuta, alternando con la farina setacciata. Nel frattempo, scaldare l'apposito ferro per cialde (per la preparazione di wafer o waffle). Quando il ferro è caldo, versare una cucchiaiata d'impasto nell'apposito stampo, e chiudere. Far cuocere per un paio di minuti. Rimuovere la cialda (ancora morbida) dallo stampo, aiutandosi eventualmente con una forchetta per evitare di scottarsi.
Chi non possiede l'apposito stampo per wafer può comunque realizzare le cialde. In questo caso, si consiglia di spalmare una cucchiaiata d'impasto su una piastra da forno foderata con carta oleata e di cuocere a 200°C per 5-6 minuti.

Appena rimossa dallo stampo, la cialda è ancora morbida; pertanto può essere modellata a piacere per ottenere cornetti, ciotoline o cannoli. Infatti, non appena la cialda si raffredda, assume la forma del contenitore. Consumare le cialde fredde, con il gelato oppure con la crema pasticcera: saranno croccantissime.


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CONSERVE DOLCI 24: FICO BIANCO DEL CILENTO

Il Fico bianco del Cilento è un prodotto ortofrutticolo italiano che identifica i frutti essiccati della specie Ficus carica domestica L. - dei biotipi riferibili alla cultivar Dottato - coltivati nella zona geografica del Cilento.
Dal 10 marzo 2006, a livello europeo, il fico bianco del Cilento gode della denominazione di origine protetta (DOP).
Il Fico Bianco del Cilento è molto digeribile ed è più piccolo del fico comune rosso. La sua buccia non cambia di colore durante la maturazione; l'interno è marroncino tendente al bianco, ricco di fibre e zuccheri.


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IMBROCCHIAMOLA

Parlare di gusto e di banchetti, visti i tempi correnti, non mi sembra troppo fine. La crisi economica ci sta riducendo, metaforicamente, a pane ed acqua. Allora colgo al balzo la metafora e questa volta parlerò di acqua (prossimamente mi cimenterò col pane). Precisamente di acqua microfiltrata. L’input l’ho avuto dall’aver chiesto in un ristorante/pizzeria acqua del rubinetto e di avere dovuto pagare una caraffa di nemmeno un litro la bellezza di 2,5 euro, quanto un birra piccola alla spina. Chiesto il perché dell’addebito mi è stato spiegato che loro servono solo acqua naturalizzata microfiltrata. Senza alternative. Ad onor del vero non m’ero accorto della differenza. Avrei preferito allora una minerale, visto che l’ho pagata lo stesso prezzo, ma… pare che esista una legge che… vieta ai ristoratori di servire acqua sfusa nei luoghi pubblici (sic!) ... insomma pagare.
Nei ristoranti di molte capitali europee, sulla tavola apparecchiata, a fianco di piatti e bicchieri si trova sempre una brocca di acqua del rubinetto (gratuita). In Italia no, consumiamo 11 miliardi di litri di minerale ogni anno (196 litri/ anno procapite), 110 euro/anno procapite, un record europeo, terzi al mondo dopo Emirati Arabi (260 litri/anno) e Messico (205 litri/anno), ma lì l’acqua è una chimera.
Già così il lucro è immenso, solo in parte giustificato dai costi della materia prima, di immagazzinamento e di refrigerazione, ma non paghi di questo, i ristoratori ora ci provano con l’acqua microfiltrata e/o addizionata di anidride carbonica. Che a loro costa…
Allarghiamo un attimo il discorso e proviamo a fare i conti comparati costi/benefici dei vari tipi di acque. Così alla buona, perché dovete sapere che ormai nei ristoranti più “in” accanto alla figura del Sommelier si sta affermando quella dell’Hydrolier, l’esperto in acque minerali, che consiglia gli abbinamenti acqua/vino e acqua/cibo.
Acqua di rubinetto. Costa 0,40/0,60 euro/metrocubo (1000 litri!), è acqua corrente, scorre, è viva, è comoda, subisce controlli molto più frequenti e più dettagliati rispetto all'acqua in bottiglia, i limiti di legge di contaminanti sono più severi, niente bottiglie di plastica, né inquinamento per trasporti su camion. Purtroppo     sono impiegati necessariamente ed obbligatoriamente trattamenti chimici disinfettanti (cloro) che lasciano residui, passa attraverso tubature a volte vecchie ed ingenti quantità di acqua vanno disperse.
Acqua minerale. E’ ottima, incontaminata specie se sgorga da sorgente d'alta quota, a volte è terapeutica per particolari diete o stati di salute, non necessita di trattamenti di disinfezione, anzi sono vietati. Però costa 500/1000 volte più dell'acqua di rubinetto, è "ferma", potrebbe essere vecchia di molti mesi quando la si beve, le analisi chimico-batteriologiche possono essere eseguite, per legge, anche una sola volta ogni cinque anni, è costosa da trasportare e le bottiglie di plastica producono 150.000 tonnellate/anno in rifiuti da smaltire.
Acqua filtrata. Vi sono due tipi di impianti: a microfiltrazione e a osmosi inversa. Entrambi "puliscono" l'acqua di rubinetto. L'acqua microfiltrata è depurata da cloro e derivati, ruggine, pulviscoli, e non privata di sali minerali. Quella depurata con osmosi inversa può essere resa quasi distillata. Il costo iniziale d'acquisto dell’impianto oscilla dai 1000 ai 3000 euro, più il costo annuo di manutenzione e cambio dei filtri 200 euro/anno. Ma il pericolo è l’accumulo nel tempo di microrganismi. Se la manutenzione degli impianti non è più che egregia, i filtri possono tramutarsi in un ricettacolo di batteri, questi sì rischiosi per la salute.
Tiriamo le somme. Chi serve acqua minerale ha un costo di 0,25 euro/litro ed incassa 10 volte tanto. Chi serve acqua microfiltrata ha un costo tra ammortamenti e manutenzioni di circa 2 euro/giorno. Se quindi un ristorante ne vende 50 litri/giorno, incassa oltre 100 euro. 50 volte tanto.

Chi serve acqua del rubinetto non incassa niente ma ha la stima e la fedeltà del cliente. Non è poco, non va sottovalutata. Infatti… E’ partita una bellissima campagna di Altraeconomia al riguardo. Si chiama Imbrocchiamola! Ad essa hanno aderito già migliaia di ristoranti che servono acqua di rubinetto... e basta (gratis). Perchè non proviamo ad interessare alla cosa i sindaci delle nostre città e lanciare il programma? Credo che potrebbe servire parecchio, a livello promozionale, per la nostra provincia che vive di turismo.

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO

Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blog  HOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/


7 LUOGHI PROIBITI LUOGHI INCANTATI


 
Luoghi proibiti Luoghi incantati raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di mete inconsuete pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/
  
 
8 GUIDA ALLA LIGURIA

 
Guida alla Liguria 
raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

9 GUIDA ALL'ITALIA SETTENTRIONALE


 

Guida all’Italia Settentrionale raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

10 GUIDA ALL'ITALIA CENTROMERIDIONALE

 
Guida all’Italia Centro Meridionale 
raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/)