giovedì 6 giugno 2024

Corso di materie prime tipiche del beverage: Lezione 2 Vini lombardi altoatesini

BONARDA

  
https://youtu.be/AZiWxTNE-N8


L' Oltrepò Pavese Bonarda è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Pavia. Il vitigno utilizzato per la sua produzione è la Croatina detto tradizionalmente Bonarda nelle zone dell'Oltrepò e del Piacentino.
L’origine del nome Bonarda è incerta. Secondo alcuni autori, il nome deriverebbe dal patronimico longobardo Bono con l’aggiunta di “hard”, che in longobardo significava “coraggioso e forte”. La ricostruzione si basa sul fatto che i Longobardi ebbero come capitale Pavia, con estensione del loro dominio anche in Oltrepò. Il vino Oltrepò Bonarda si ottiene da uva Croatina, la cui etimologia deriverebbe da “croatta” – “cravatta” e starebbe a indicare che il vino ottenuto da Croatina si beveva nei giorni di festa, quando appunto veniva indossata la cravatta.
Di colore rosso rubino intenso; all'olfatto presenta un profumo intenso e gradevole, con delicato sentore di lieviti; al gusto si presenta secco o amabile, leggermente tannico, fresco e talvolta vivace o frizzante dotato di una mineralità che lo rende abbastanza sapido.
La versione più diffusa di questo tipico prodotto dell'Oltrepò si presenta vivace o frizzante e si abbina a piatti di salumi, bolliti, cotechino, zampone, cassoeula. Anche paste asciutte con sughi a base di pomodoro meglio se con carne, risotti con carne e/o legumi, ravioli di carne anche in brodo.

BOTTICINO

Il Botticino è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Brescia.
Caratteristiche organolettiche
colore: rubino carico con riflessi granati.
odore: vinoso e intenso
sapore: asciutto, armonico, giustamente tannico

FRANCIACORTA




https://youtu.be/28BcbQ34Yak




A identificare il Franciacorta è unicamente il nome della regione geografica, limitata e definita nei suoi confini, dove crescono le sue vigne e hanno sede i suoi produttori. Le etichette recano solo la 
dizione Franciacorta: un unico termine definisce il territorio, il metodo di produzione e il vino. Il Franciacorta è stato il primo vino ottenuto col metodo della rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto in Italia, nel 1995, la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, massimo riconoscimento di qualità e tipicità di un vino. Il Franciacorta deriva da Uve Chardonnay e/o Pinot nero. E’ consentito anche l’utilizzo del Pinot bianco fino ad massimo del 50%. E’ rifermentato in bottiglia con un minimo di 18 mesi di affinamento sui lieviti; elaborazione e maturazione durano almeno 25 mesi dalla vendemmia. Per produrre il Franciacorta non millesimato sono necessari tempi molto lunghi: a 7 mesi circa dalla vendemmia il vino base viene aggiunto dei lieviti e imbottigliato. Dovranno passare minimo 18 mesi di lenta rifermentazione in bottiglia a contatto con i lieviti prima di poter essere sottoposto alla sboccatura, mentre per i Satén e i Rosé non millesimati i tempi si allungano fino a 24 mesi. Per i Franciacorta millesimati il periodo di affinamento sui lieviti minimo, come da Disciplinare, sale almeno a 30 mesi. Ci vorrà ancora più pazienza per chi vuole degustare un Franciacorta Riserva, che può essere immesso al consumo solo dopo 60 mesi di riposo a contatto coi lieviti per un tempo totale di 67 mesi dalla vandemmia. Sono ammesse le tipologie: Non dosato (Pas Dosé, Dosage Zèro, Nature), Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec, DemiSec. La pressione in bottiglia varia tra le 5 e le 6 atmosfere. Colore giallo paglierino con riflessi verdolini o dorati, perlage fine e persistente; bouquet con caratteristiche note della fermentazione in bottiglia, sentori di crosta di pane e di lievito arricchiti da delicate note di agrume e di frutta secca (mandorla, nocciola, fichi secchi), sapido, fresco, fine e armonico. Il Franciacorta è ideale a tutto pasto: con le sue diverse tipologie di sapore è abbinabile a una gamma estremamente ampia di piatti e prodotti. Ogni tipologia possiede una sua spiccata personalità. Va servito nei calici Franciacorta a una temperatura di 8-10 °C. 

GUTTURNIO
Il Colli Piacentini Gutturnio è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Piacenza ottenuto da vitigni: Barbera e Croatina. È il capostipite dei vini rossi piacentini. Nel 1967 il Gutturnio è stato tra i primi dieci vini italiani (e il primo vino piacentino) a ricevere la denominazione d'origine controllata (DOC).
Esistono vari tipi di Gutturnio:
Gutturnio Classico
Gutturnio Classico Riserva
Gutturnio Classico Superiore
Gutturnio Frizzante
Gutturnio Riserva
Gutturnio Superiore
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino brillante di varia intensità.
odore: vinoso e caratteristico.
sapore: secco o abboccato, fresco, giovane, tranquillo o vivace
Cenni storici
Il Gutturnio nasce in epoca romana da una "ricetta" inventata da Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Giulio Cesare, la cui madre aveva origini piacentine. Questo legame viene svelato anche da Cicerone che, con la volontà di accusarlo per alcune scelte politiche errate, all'interno dell'orazione "In Pisonem", lo ridicolizza sottolineando il suo eccessivo apprezzamento per questo vino. Il nome Gutturnio deriva da gutturnium, una grande coppa d'argento rinvenuta nel 1878 a Velleia. Si tratta di una coppa di circa due litri.
Il gutturnium veniva utilizzato al termine della cena. Riempito di vino, veniva passato di mano in mano tra i commensali per bervi a turno come simbolo di fraternità e amicizia.
Da un passato più recente deriva invece la tradizione che prevede che il Gutturnio non venga bevuto in bicchiere ma all'interno di ciotole bianche di ceramica.
Localmente la croatina è detta anche "bonarda" sebbene non abbia nulla a che fare con il vitigno piemontese bonarda. Invece, il sinonimo locale della croatina ha a che fare con il vicino vino DOC Bonarda dell'Oltrepò Pavese con base ampelografica simile al Gutturnio.
Abbinamenti consigliati
La versione frizzante si abbina ai taglieri di salumi piacentini D.O.P. (salame, coppa e pancetta) e formaggi, pistä 'd grass (lardo battuto a coltello con aglio e prezzemolo), primi piatti della cucina piacentina come i classici Pisarei e fasö (gnocchetti di acqua, farina e pan grattato fatti a rigorosamente mano conditi con un sugo di fagioli borlotti). Le versioni ferme sposano arrosti e bolliti, brasati e carni alla griglia. Eccellente l'abbinamento con la coppa piacentina arrosto.

LUGANA


Il Lugana è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Brescia e Verona. Il nome della denominazione deriva dalla frazione omonima sita nel comune di Sirmione in Provincia di Brescia.
Caratteristiche organolettiche
Lugana
colore: paglierino o verdolino con tendenza al giallo leggermente dorato con l'affinamento
odore: delicato, gradevole e caratteristico
sapore: fresco, morbido, armonico, con eventuale leggera percezione di legno
Lugana superiore
colore: paglierino o verdolino, con tendenza al giallo dorato con l'invecchiamento
odore: delicato, gradevole, caratteristico
sapore: morbido, da secco all'abboccato, armonico, corposo, con eventuale leggera percezione di legno
Lugana riserva
colore: paglierino, con tendenza al giallo dorato con l'invecchiamento
odore: delicato, gradevole, caratteristico
sapore: secco, morbido, da secco all'abboccato, armonico, corposo, con eventuale percezione di legno
Lugana Vendemmia Tardiva
colore: giallo dorato con tendenza all'ambrato all'invecchiamento
odore: intenso, gradevole, caratteristico
sapore: armonico, vellutato, dall'amabile al dolce, di corpo, con eventuale percezione di legno
Lugana spumante
spuma: fine e persistente;
colore: paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi dorati
odore: fragrante con sentore di fruttato quando è spumantizzato con il metodo Charmat; bouquet fine composto proprio della fermentazione in bottiglia quando è spumantizzato con il metodo classico
sapore: fresco, sapido, fine ed armonico
Abbinamenti gastronomici
Il Lugana è indicato come aperitivo, con la pizza, il pesce di lago, trota, persico e lavarello. Ottimo con gli antipasti. Il Lugana superiore può essere abbinato a primi piatti di pasta con sughi elaborati (4 formaggi ad esempio), con la scaloppina di vitello, con formaggi tipo robiola. Il Lugana riserva è ottimo con il formaggio alla piastra, il manzo di Rovato. Il Lugana spumante charmat è indicato come aperitivo. Quello prodotto con il metodo classico si può degustare con i casoncelli bresciani. Il Lugana vendemmia tardiva è perfetto con il gorgonzola, ma anche con la bruschetta di alici nonché con i biscotti di farina gialla (poco dolci).

MOSCATO DI SCANZO
Il Moscato di Scanzo è un vino passito ottenuto esclusivamente dalla vinificazione delle uve provenienti da un vitigno autoctono selezionato negli anni ‘70 dall’allora Ispettorato Agrario. Storici locali fanno risalire la coltivazione della vite al periodo pre-romano, altri ritengono che furono proprio i romani ad introdurne la coltivazione nelle vocate zone collinari. Altri documenti storici ci confermano la particolare fortuna di questo vino passito nel ‘600 e nel ‘700. La Docg Moscato di Scanzo si caratterizza per essere la più piccola d' Italia: la zona di produzione è limitata a una porzione del Comune di Scanzorosciate (Bg) e i produttori sono 39, di cui 33 aderenti al Consorzio di Tutela. La superficie a vigneto non supera i 31 ettari, con una produzione vinicola di poco superiore alle 60.000 bottiglie. Il vino Moscato di Scanzo è vinificato in purezza (vitigno 100% Moscato di Scanzo). Il processo di lavorazione delle uve è lungo e laborioso. Dopo la raccolta, le uve subiscono un appassimento per un periodo non inferiore ai 21 giorni per raggiungere un idoneo grado zuccherino e successivamente il vino ottenuto dalle uve appassite deve essere sottoposto ad un invecchiamento minimo di due anni. Solitamente viene vendemmiato il mese di ottobre e i grappoli stesi su graticci in ambienti condizionati a temperatura inferiore ai quindici gradi e con umidità variabile. Per disciplinare dopo almeno venti giorni e comunque dopo un buon appassimento si procede alla sgranatura e pigiatura delle uve. Dopo un periodo di appassimento di almeno 20 giorni, si ottiene un passito con una gradazione naturale compresa tra 15 e 18 gradi. Il Moscato di Scanzo non tollera il legno, l'invecchiamento avviene in contenitori di vetro o di acciaio e può essere commercializzato dopo il 1 novembre dei due anni successivi alla vendemmia. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è di 17,00% vol, di cui almeno il 14,00% svolto con contenuto di zuccheri residui compreso fra i 50 e i 100 g/l; l’acidità totale minima è di 4,5 g/l. E’ di colore rosso rubino, più o meno intenso, che può tendere al cerasuolo con riflessi granati; l’odore è delicato, intenso, persistente, caratteristico; il sapore dolce, gradevole, armonico, con leggero retrogusto di mandorla. Il Moscato di Scanzo va servito in piccoli calici per vini da dessert a una temperatura di 8-10°C. Va abbinato a dolci da forno, dolci a pasta lievitata poco consistenti, in particolare a base di frutta; indicati anche zabaione, panna cotta, dessert a base di panna, ecc.

OLTREPO’ PAVESE
La denominazione Oltrepò Pavese è riservata ai vini DOC la cui produzione è consentita nella zona chiamata Oltrepò Pavese compresa nella fascia collinare della provincia di Pavia a sud del Po. A partire dalla vendemmia 2007 è stata riconosciuta la DOCG al vino spumante Oltrepò Pavese metodo classico.
Il primo dato certo relativo alla produzione di spumante risale al 1870 quando l’ing. Domenico Mazza di Codevilla ha dato inizio alla produzione dello “Champagne” d’Oltrepò. La tradizione è continuata fino ad oggi con il riconoscimento, nazionale e internazionale, dell’Oltrepò quale territorio d’eccellenza per la produzione di spumante metodo classico da uve di Pino nero. Composto da Pinot nero, minimo 70%; Chardonnay, Pinot grigio e Pinot bianco congiuntamente o disgiuntamente fino ad un massimo del 30%.
Titolo alcolometrico minimo: 11,50% vol.; acidità totale minima: 5,0 g/l.
Di spuma: fine e persistente; ha colore: paglierino più o meno intenso; con bouquet fine, gentile, ampio; sapore sapido, fresco e armonico.
Ottimo come aperitivo, si abbina agli antipasti di pesce e uova, ai primi speziati e profumati e alla frittura di pesce; temperatura di servizio 4-6°C.

SFORZATO DI VALTELLINA DOCG


Lo Sforzato o Sfursat di Valtellina è un vino DOCG la cui produzione è consentita nella provincia di Sondrio. Si pensa che furono i liguri i primi a cominciare l'imponente lavoro di terrazzamento che ha reso sfruttabili terreni ottimamente esposti. Storicamente erano coltivati vitigni autoctoni, ai quali, nel corso del Medioevo o in età napoleonica, si affiancò il nebbiolo, denominato localmente chiavennasca. Nelle zone più settentrionali della Lombardia i vigneti superano spesso gli 800 m di altitudine, ma la felice esposizione consente loro di godere di una temperatura paragonabile a quella di microclimi di zone poste ad altitudine più moderate e collocate più a sud. A influenzare il clima sono soprattutto i sistemi montuosi che proteggono la zona dai venti freddi del nord e da quelli umidi del sud; è anche importante l'azione svolta dalla Breva, un venticello che in primavera e in estate si leva dal Lago di Como e risale l'Adda facendo affluire aria tiepida che favorisce l'impollinazione primaverile e mantiene asciutti i grappoli e terreni. Il vitigno principale è il Nebbiolo (localmente Chiavennasca), completato per un massimo del 10% da vitigni autoctoni (pignola, tossola, prugnola), pinot nero, merlot. Lo Sforzato si produce da una parte delle uve destinate alla produzione dei Valtellina Superiore, selezionate nelle annate migliori, quando cioè dispongono di un elevato grado zuccherino. I grappoli, che devono avere una resa massima di 120 q/ha, a maturazione raggiunta, ma anche per prevenire grandinate estive o nevicate anticipate, vengono raccolti manualmente, dato che le ripide montagne spesso non consentono l'accesso dei mezzi agricoli e, posti in apposite gerle, vengono trasportati tramite piccole funivie o su trenini monorotaia o spesso a spalla verso i punti di raccolta per poi essere inviati alle cantine. Vengono, quindi, esposti su graticci e lasciati appassire in modo da concentrare gli zuccheri; segue la pigiatura e la macerazione del mosto sulle bucce. Il vino ottenuto è lasciato invecchiare un anno a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia. Di colore rosso rubino con eventuali riflessi granato, ha odore intenso con sentori di frutti maturi, ampio e sapore di grande morbidezza, asciutto, strutturato e di carattere, con eventuale percezione di legno. Deve avere minimo 14,00% ed acidità minima: 5,0 g/l, con invecchiamento ed affinamento di almeno venti mesi, dei quali almeno 12 in botti di legno.Va servito alla temperatura di 18°C; accompagna bene portate a base di carni rosse o di selvaggina da pelo lungamente cotta in intingolo; le bottiglie più morbide e dotate di maggior residuo zuccherino possono essere servite con formaggi saporiti, intensi e lungamente stagionati.

VALTELLINA

 


https://youtu.be/kmA4UzaQRB8
 
 


Questo è un vino da grandi invecchiamenti con una gradazione alcolica minima di 12 gradi. L’area interessata da questa denominazione è la migliore esposta al sole e si estende dal comune di Berbenno in Valtellina a quella di Valgella, su una superficie di circa 200 ettari vitati. Su questo territorio sono state riconosciute 5 denominazioni di sottozona (Sassella, Grumello, Inferno, Maroggia e Valgella), a seconda della zona geografica in cui viene coltivata la vite, da ovest a est risalendo la valle. E’ un vino di uve Nebbiolo che segue un disciplinare rigoroso di produzione e che ne tutela l’elevata qualità: resa massima di 8 tonnellate/ettaro e un periodo minimo di affinamento di 24 mesi. Il risultato è un vino da grandi invecchiamenti con una gradazione alcoolica minima di 12 gradi. Nelle annate migliori, dopo un invecchiamento di almeno 3 anni, il Valtellina Superiore può dotarsi della specificazione aggiuntiva di “riserva”.

ALTO ADIGE
 


L'Alto Adige Metodo Classico Brut DOC presenta una vinificazione separata per i tre vitigni con pressatura soffice delle uve e fermentazione a temperatura controllata 14-16°C. L’affinamento avviene in acciaio inox fino in primavera sui lieviti della prima fermentazione. Al vino base viene aggiunto del liquer de tirage, posto in bottiglie chiuse con tappo corona e accatastate in cantina a 10-12°C, dove inizia la seconda fermentazione. Finita questa il prodotto rimane sui lieviti per almeno 24 mesi, prima di essere degorgée e messo in commercio. Colore giallo paglierino brillante, perlage finissimo e persistente, profumi fruttati con nota equilibrata di lievito. Il gusto è fresco, secco, di ottima persistenza, con un bel retrogusto di frutta secca.

CASTELLER
Il Casteller è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Trento.
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino più o meno intenso.
odore: vinoso con leggero profumo gradevole.
sapore: asciutto o leggermente amabile o amabile, armonico, vellutato, gradevole.

COLLI DI BOLZANO

L'Alto Adige Colli di Bolzano (in tedesco Südtiroler Bozner Leiten) è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia autonoma di Bolzano.
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino da chiaro a medio.
odore: profumato caratteristico.
sapore: pieno, morbido, aromatico.

LAGO DI CALDARO
Il Lago di Caldaro, o Caldaro o Kalterersee o Kalterer è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Bolzano e Trento.
Caratteristiche organolettiche
colore: da rosso rubino al granato.
odore: gradevole profumato e fruttato.
sapore: morbido, armonico, leggermente di mandorla.

LAGREIN




https://youtu.be/YmM9VtYGJgA

Il Lagrein è un vitigno rosso autoctono dell'Alto Adige. Viene vinificato come rosso o rosato (Kretzer). Il terreno prediletto dal vitigno è di tipo calcareo-argilloso con un sottosuolo ghiaioso; il grappolo ha una dimensione media con forma tendente al piramidale. Il Lagrein è molto sensibile all'attacco degli acari e a volte può essere infettato da peronospora ed oidio.
Descendenza: analisi genetiche dimostrano nell'Italia del Nord una stretta parentela con Teroldego e Marzemino. Inoltre esistono legami con Syrah.
Fino al XVIII secolo con "Lagrein" di solito si indicava il Lagrein bianco, che è stato probabilmente fin dal Medioevo la più importante varietà nei dintorni di Bolzano. Indicato come "Lagrinum bonum" in un atto di Termeno nel 1379, una fonte di Bolzano nel 1498 nota esplicitamente il buon Lagrein bianco ("gueten weissen Lagrein"), mentre una del 1420 cita il "lægrein wein", sempre a Bolzano. Il Lagrein Rosso ("rot lagrein") trova la prima nominazione nel programma tirolese di Michael Gaismair del 1525.
Di colore rubino vivace, ha profumo di lampone intenso, mirtillo, mora, viola con fondo di erbe aromatiche montane. In evoluzione ricorda i profumi della confettura di prugna, spezie, legno balsamico e a volte note di cioccolato. Il gusto è vellutatamente tannico, armonico, persistente sul palato. Dal carattere forte ed invitante Gradazione Minimo 11,5°.
Se invecchiato per almeno due anni, il Lagrein Dunkel può essere denominato "riserva". Temperatura di servizio sui 16°-18° in bicchiere a calice da vino rosso. Si abbina bene a piatti importanti. In cucina si può preparare col lagrein un ottimo brasato, secondo la ricetta tipica alto atesina.

MÜLLER-THURGAU
 
Il Müller-Thurgau è un vitigno originario del Geisenheim in Germania e utilizzato per produrre vino principalmente in Germania, Ungheria, Austria e Italia. Il vitigno fu creato alla fine del XIX sec. mediante incroci di Riesling renano X Madeleine Royale (prima delle ricerche sul DNA si pensava tra Riesling e Sylvaner), dall'enologo svizzero (turgoviese) Hermann Müller.
Genealogia e sviluppo della vite del Müller-Thurgau
1882 incrocio di vitigni in Geisenheim da parte di Hermann Müller
1890 affinamento e messa a punto delle viti
1891 spostamento di Hermann Müller a Wädenswil (Svizzera) 150 viti Geisenheimer inviate in Svizzera
1892-1893 impianto di nuove viti in Svizzera
1894 piantagione di 73 specie nel land Riesling e Sylvaner - la razza n° 58
1897 prima riproduzione di nuove viti da Schellenberg (Wädenswil)
1901 primo perfezionamento sulle radici americane
1903 prima produzione della nuova specie
1906-1907 gamma di prova
Superficie di produzione: 183 ha
Zona di produzione: Valle Isarco, conca di Bolzano, Oltradige, Bassa Atesina, Val Venosta, Valle dell'Adige.
Caratteristiche:
Il Müller Thurgau è un vino bianco gustoso dal colore giallo verdognolo fino a giallo chiaro, con profumo delicato con note erbacee e di noce moscata, sapore fresco e aromatico.
colore: dal bianco carta al giallo paglierino tenue, con riflessi verdolini, brillante.
odore: profumo caratteristico delicato e gradevole.
sapore: secco, amabile, sapido, fresco, acidulo con leggero retrogusto amarognolo.
Abbinamenti consigliati:
È adatto come vino da aperitivo, ma anche con antipasti, pesce bollito o alla griglia.
Temperatura di servizio: 10-12 C
Denominazioni DOC: Müller Thurgau dell'Alto Adige, Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau, Alto Adige Terlano Müller Thurgau, Alto Adige Val Venosta Müller Thurgau

RIESLING


https://youtu.be/yumRySrPv9U
 
Il Riesling Renano è un vitigno bianco dal quale si ottiene un vino fruttato e di carattere. Originario della Germania, si diffuse poi in Alsazia, Austria e Italia; oggi viene prodotto in molti luoghi del mondo, inclusa l'Australia.
Fra le regioni dove si producono i Riesling più rinomati si possono citare le vallate tedesche attraversate dai fiumi Reno, Nahe, Mosella, Saar e Ruwer. Per le caratteristiche morfologiche del territorio, i vigneti di questa regione hanno spesso forti pendenze che favoriscono l'esposizione delle piante ai raggi solari; questo dona al vino un’intensità e un bouquet molto apprezzati. Grazie alla latitudine settentrionale di questa zona e alle caratteristiche vulcaniche del territorio, il Riesling prodotto in Germania è caratterizzato dall'equilibrio tra acidità, dolcezza e contenuto alcolico.
Coltivato fuori zona tende a mantenere le sue caratteristiche originarie. Esiste anche un vitigno denominato "Riesling Italico".
Il vino si presenta di colore paglierino con riflessi verdastri. Il bouquet è fruttato, con sentori di pesca e di albicocca. Vino "per palati fini", secondo molti appassionati ed esperti divide, con lo Chardonnay, il gradino più alto della qualità dei vini bianchi. Si accompagna a pesce lesso o ai ferri, a minestre e a carni bianche e va servito a 8-10 C.

TEROLDEGO ROTALIANO




https://youtu.be/9jMwKgsiJYI


Il Teroldego Rotaliano è un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata (DOC) prodotto con uve Teroldego in provincia di Trento. La denominazione è stata autorizzata con DPR 18 febbraio 1971 e successive modifiche. Non si conosce di preciso l’origine del nome, tuttavia esso potrebbe derivare da una sottozona chiamata “Le teroldeghe”, citata fin dall’antichità e corrispondente all’attuale centro del Campo Rotaliano, tra Mezzocorona e Mezzolombardo. Molto accreditata e decisamente più folcrolistica e storica è la declinazione fonetica del tedesco Tiroler gold ovvero "oro del Tirolo", da cui “Teroldego”, successivamente diventato “Teroldego Rotaliano” per tutelare le caratteristiche pedo-climatiche della zona d’origine. Meno riconosciuta la teoria per cui il toponimo “Teroldego” deriverebbe dall'uva "Teroldola" (citata in un documento del Concilio di Trento).

mercoledì 5 giugno 2024

Corso di cucina: Lezione 16/16 Aperitivi

APERTAS
DRINK - Alcolico | Any time
Aperol (30%),

Cedrata Tassoni (70%), 
Mezza fetta di limone,
Mezza fetta di arancia
Preparare direttamente nel bicchiere con ghiaccio. Versare la Cedrata Tassoni ed aggiungere l'Aperol, finchè il preparato non raggiunga una colorazione arancione chiara. Decorare con mezza fetta di limone o d'arancia. Il nome di questo cocktail analcolico deriva dalla combinazione dei nomi dei suoi ingredienti.

APPLE MARTINI

DRINK - Alcolico | Any time
Vodka 4,0 cl
Apple Schnapps 1,5 cl
Cointreau 1,5 cl
Riempite il mixing glass a metà di ghiaccio e aggiungete il Cointreau, il liquore di mela e la Vodka. Miscelate delicatamente gli ingredienti con uno stirrer. Versate nella coppetta precedentemente raffreddata filtrando con lo strainer e decorate con delle fettine sottili di mela verde. Pare che questo drink sia apparso per la prima volta nel 1970 nelle mani di un barman irlandese, Barry Lovern, presso l’Ardilun hotel, nella città di Glenard Crescent, Galway, Irlanda.

BETWEEN THE SHEETS

DRINK - Alcolico | Predinner / Unforgettables
Brandy 2,5 cl
Rum bianco 2,5 cl
Cointreau 2,5 cl
Succo di limone una goccia
Mettete nello shaker ben raffreddato gli ingredienti nell’ordine riportato sopra, shakerate e versate in una coppetta da cocktail doppia. E’ conosciuto in una delle sue molte varianti come Maiden’s Prayer, la preghiera della damigella, nella versione corrente sembra alludere all’esito ultimo della di lei intemperanza nel bere.

BLACK RUSSIAN

DRINK - Alcolico | After Dinner
Vodka 5,0 cl
Liquore al caffé  2,0 cl
Preparatelo versando direttamente nell'old fashioned 2-3 cubetti di ghiaccio, quindi la vodka e infine il liquore al caffé, miscelando il tutto con lo stirrer. Per quanto concerne la scelta del liquore al caffé potrete usare Kahlua o Tia Maria. L'invenzione si deve a Gustave Tops, barman all'hotel Metropole di Bruxelles; sembra che lo preparasse esclusivamente per Pearl Mesta, ambasciatrice americana in Lussemburgo.

BLOODY MARY
DRINK - Alcolico | Long Drink
Vodka 5,0 cl
Succo di pomodoro 9,0 cl
Succo di limone 1,5 cl
Tabasco
Salsa Worchester
Sale di sedano
Sale, pepe
Preparatelo nello shaker gia raffreddato. Miscelate prima Vodka e succo di pomodoro. Poi condite con il succo di limone, la salsa Worchester, il Tabasco, un pizzico di sale, uno di pepe e uno di sale di sedano. Versate nel tumbler medio. Negli Stati Uniti e chiamato anche Red Snapper per evitare il nome Bloody Mary ritenuto volgare. Si dice che l’ispiratrice del nome sia stata l’attrice Mary Pickford. Ma sembra che con ogni probabilità la vera musa fu la regina Mary I La Cattolica, chiamata dai protestanti “La Sanguinaria” per le persecuzioni condotte contro di loro.

BRANDY ALEXANDER

DRINK - Alcolico | After Dinner
Brandy 3,0 cl
Crema Cacao bruna 3,0 cl
Crema di latte 3,0 cl
Per decorare

Noce moscata
Raffreddate lo shaker e una doppia coppetta. Versate nello shaker prima il Brandy, poi la Crema Cacao bruna e infine la crema di latte. Shakerate forte per alcuni secondi e versate nella doppia coppetta. Grattugiate un po’ di noce moscata per decorare. Una variante è usare il Gin al posto del Brandy. E’ un cocktail storico, forse il più studiato nelle scuole alberghiere. Secondo la tradizione fu inventato dal barman Harry del Ciro’s Club di Londra.

BRANDY EGGNOG
DRINK - Alcolico | Long Drink
Uovo 1 tuorlo
Brandy 4,0 cl
Latte 5,0 cl
Sciroppo di zucchero 1,0 cl
Noce moscata
Ponete alcuni cubetti di ghiaccio nello shaker e aggiungete il Brandy, lo sciroppo di zucchero e l’uovo. Shakerate energicamente per circa 20 secondi, quindi filtrate nel tumbler medio e completate con il latte. Spolverate con una grattugiata di noce moscata e servite. Nato tra le popolazioni contadine dell’Alabama come buon ricostituente nelle pause di lavoro, aveva come basi alcoliche il Tennessee Whiskey o il Kentucky Bourbon. D’inverno il cocktail era riscaldato e impiegava il più vigoroso Brandy per far fronte al freddo.  L’egg-nogg è una categoria di cocktail dove ci sono sempre due elementi fondamentali: il latte e le uova. A questi due ingredienti si aggiungono vini ad alta gradazione, oppure liquori.

BRONX
DRINK - Alcolico | Pre Dinner
Gin 3,0 clVermouth dry 1,0 clVermouth rosso 1,5 clSucco d’arancia 1,5 cl 
Raffreddate lo shaker, versatevi il Vermouth rosso, il Gin e il Vermouth dry. Shakerate bene e servite nella coppetta da cocktail. Il Bronx e un Martini perfect, ma con l’aggiunta del succo d’arancia. Nel 1934 era trai cocktail più famosi, preceduto solo dal Martini e dal Manhattan.  Il bronx è un cocktail ufficiale dell'International Bartenders Association (IBA). Come per molti altri cocktail creati nel periodo del proibizionismo, esistono molte storie  sulla sua creazione. Secondo alcuni fu Joseph S. Sormani, un ristoratore del Bronx, che lo scoprì a Quaker City nel 1905, ma gli venne assicurato che il cocktail era stato inventato a Philadelphia. Secondo Albert Stevens Crockett, storico del Waldorf-Astoria Hotel, l'inventore del cocktail Bronx fu Johnnie Solon (o Solan). Solon, un barman dell'hotel Manhattan, che lo chiamò Duplex nel 1899.

CASINO

DRINK - Alcolico | Anytime / Unforgettables
Gin 4 cl
Maraschino 1 cl
Orange bitter 1 cl
Succo di limone 1 cl
Ciliegia 1
Versate gli ingredienti nello shaker ben raffreddato, shakerate e versate in una coppetta da cocktail; guarnite con una ciliegia al maraschino.

CLOVER CLUB

DRINK - Alcolico | Anytime/Unforgettables
Gin 4,5 cl
Sciroppo di lampone 1,5 cl
Succo di limone 1,5 cl
Gocce di albume d’uovo

Versate tutti gli ingredienti nello shaker precedentemente riempito di ghiaccio. Agitate bene il tutto e filtrate il contenuto in una coppetta da cocktail ben fredda. Questo cocktail è un classico che fu creato nel 1800 presso il bar del Bellevue-Stratford a Philadelphia. Oggi la granatina viene spesso usata al posto dell’originale sciroppo di lampone.

COSMOPOLITAN

DRINK - Alcolico | Any time
Vodka, 4/10 
Triple Sec, 2/10
Succo di mirtillo, 3/10 
Succo di lime, 1/10

Raffreddate lo shaker e eliminate l’acqua in eccesso. Versatevi la Vodka, il succo di mirtillo, il Triple Sec e il succo di lime. Shakerate energicamente e servite in una coppetta da cocktail precedentemente raffreddata. Se preferita una versione più “long” (4/10 di Vodka, 4/10 di mirtillo, 2/10 di lime, 1 schizzo di Cointreau), dovete servire il drink nel tumbler. Drink fresco ma di un certo tenore alcolico, facile nella preparazione, il “COSMO” si è affermato nell’ambito della comunità gay del Massachusetts, per poi espandersi a macchia d’olio da una costa all’altra degli Stati Uniti e ora del mondo.

DAIQUIRI
DRINK - Alcolico | Predinner
Rum bianco 4,5 cl
Sciroppo di zucchero 0,5 cl
Succo di limone o lime 2,0 cl
Raffreddate bene la coppetta cocktail. Si prepara nello shaker. Versatevi prima il Rum, poi lo sciroppo di zucchero e quindi succo di limone. Il Daiquiri e un cocktail di origini caraibiche ed era uno dei cocktail preferiti da Hemingway a Cuba. Amava ripetere: “My Mojito at La Bodeguita, my Daiquiri at El Floridita”.

GIN FIZZ
DRINK - Alcolico | Long Drink
4.5 cl di gin
3 cl di succo di limone fresco
1 cl di sciroppo di zucchero
8 cl di soda
Prendere un bicchiere di tipo highball e riempirlo di cubetti di ghiaccio. Prendere uno shaker e riempirlo a sua volta di cubetti di ghiaccio. Aggiungere in un bicchiere 1 cl (1/3 oz) di sciroppo semplice, 4,5 cl (1,5 oz) di gin e 3 cl (1 oz) di succo di limone fresco. Rimuovere l'acqua in eccesso dallo shaker, versarvi gli ingredienti e agitare. Rimuovere il ghiaccio dall'highball e versarvi la soluzione ottenuta. Completare aggiungendo 8 cl di soda. Guarnire con scorza di limone da riporre all'interno dell'highball e una rondella di limone sul bicchiere. Servire senza cannuccia.

GRASSHOPPER
DRINK - Alcolico | After Dinner
Crema di menta verde 3,0 cl
Crema Cacao bianca 3,0 cl
Crema di latte 3,0 cl
Per decorare menta fresca
Raffreddate lo shaker e versatevi i tre tipi di crema e agitate con decisione per alcuni secondi. Servite nella doppia coppetta decorando con un ciuffo di menta fresca. Il suo nome significa cavalletta e il colore verde donato dalla crema di menta, vuole ricordare il prato dove scorrazzano le cavallette. Fu inventato in Bourbon Street, a New Orleans, e ha raggiunto la popolarità negli anni Cinquanta e Sessanta. Si può usare il gelato al posto della crema di latte, miscelandolo nel blender.

IRISH COFFEE
DRINK – Alcolico |Long drink
5/10 Caffe
3/10 Irish Whisky
2/10 Panna liquida fresca
1 cucchiaino di zucchero di canna
Prendere un calice da 0,20 litri e preriscaldarlo con acqua bollente. Inserire quindi un cucchiaino di zucchero di canna grezzo ed un bicchierino di Irish Whisky (si possono utilizzare ad esempio Jameson o Bushmills). Aggiungere quindi una tazza di caffe lungo e mescolare bene fino a che lo zucchero si scioglie. Nel frattempo versare in uno shaker la panna fresca ed iniziare a shakerare per una decina di secondi fino a che la panna non si monta leggermente. Aggiungere quindi la panna con un cucchiaino, senza mescolare! Nota di degustazione: l’Irish Coffee va bevuto senza mescolare il caffe con la panna.

MARGARITA
Margarita

DRINK – Alcolico | Predinner
Tequila 3,5 cl
Cointreau 1,0 cl
Succo di limone o lime 1,5 cl
Per la crosta: Succo di limone,
sale
Umettate il bordo della coppetta da cocktail con del succo di limone e capovolgetela su un piattino che avete cosparso di sale. Raffreddate lo shaker e versatevi Tequila, Cointreau, Succo di limone o lime; shakerate bene e versate nella coppetta da cocktail facendo attenzione a non rovinare la crosta. Sembra che negli anni quaranta, Danny Herrera, proprietario del Ranch La Gloria, abbia inventato una serie di cocktail a base di tequila per omaggiare una sua ospite; il Margarita è il piu riuscito.

MARTINI DRY

DRINK - Alcolico | Predinner
Vermouth Dry 1,5 cl
Gin 5,5 cl
Per decorare: 
Scorza di limone
Raffreddate bene la coppetta cocktail e il mixing glass, quindi eliminate l'acqua in eccesso. Versate prima il Vermouth dry, poi aggiungete il Gin e mescolate velocemente. Servite subito nella coppetta da cocktail, spremendo in superficie la scorza di limone. Questo cocktail è stato inventato dal barman Martini nativo di Arma di Taggia intorno al 1910 in onore di John D. Rockefeller, a New York  è diventato rapidamente un must.

MARTINI PERFECT

DRINK - Alcolico | Predinner
Gin 5,5 cl

Vermouth dry 1,0 cl
Vermouth rosso 1,0 cl
Per decorare
Scorza di limone
1 ciliegina al Maraschino
Il Martini Perfect costituisce una versione intermedia tra il Dry e lo Sweet. Si prepara nel mixing-glass e si serve nella coppetta da cocktail; si può guarnire con una ciliegina rossa oppure con una scorzetta di limone. E’ chiamato anche Martini Medium.

MARTINI SWEET
DRINK - Alcolico | Predinner
Gin 5,5 clVermouth rosso 1,5 cl
Per decorare 1 ciliegina al Maraschino
Raffreddate bene la coppetta da cocktail; fate lo stesso con il mixing glass. Versate prima il Vermouth e poi il Gin. Miscelate velocemente e servite subito nella coppetta con una ciliegina al Maraschino (eventualmente può essere servito come il Dry con una strizzatina di scorza di limone in superficie o un’oliva).

MIMOSA
DRINK - Alcolico | Long Drink
Spumante 7,5 cl
Succo di arancia 7,5 cl
Versate il succo di arancia in una flùte insieme allo spumante (si può usare anche lo Champagne). Mescolare delicatamente. Il Mimosa è un cocktail di gran classe notoriamente servito in hotel di lusso. Quando viene aggiunto il Grand Marnier prende il nome di Grand Mimosa. Mentre la maggior parte dei barman sono concordi che il Mimosa dovrebbe essere servito in una flùte, le proporzioni esatte sono spesso dibattute. Entrambi gli ingredienti dovrebbero essere raffreddati, e c’è chi lo serve con cubetti di ghiaccio, mentre altri ne contestano l’uso.

MINT JULEP

DRINK 
Alcolico | Any time / Contemporary Classic
Bourbon whiskey 6,0 cl
4 foglioline di menta1
cucchiaino da thè di zucchero a velo
2 cucchiaini d’acqua

In un highball pestare delicatamente la menta, con zucchero e acqua. Riempire il bicchiere con ghiaccio tritato, aggiungere il Bourbon e miscelare fino a quando il bicchiere non si brini. Guarnire con ramoscelli di menta. Il mint julep divenne noto in Italia durante la proiezione del film Goldfinger nel 1963, nel quale Goldfinger, nella sua tenuta di campagna, offre un mint julep a James Bond, che lo vuole non troppo dolce. Si vede servire un vassoio di mint julep anche nel film Il grande Gatsby, di Francis Ford Coppola del 1974.

MONKEY GLAND
Monkey Gland
DRINK - Alcolico | Predinner/Unforgettables
Gin 5 cl
Succo d’arancia 3 cl
Assenzio 2 gocce
Versate tutti gli ingredienti in uno shaker pieno di ghiaccio e agitate bene. Versate il tutto in una coppetta da cocktail ben fredda e servite senza cannuccia.

OLD FASHIONED

DRINK – Alcolico | Predinner
Bourbon o Rye whiskey 5,0 cl
Angostura 2-3 gocce
Zucchero 1 zolletta
Soda
Per decorare
Scorza di limone
2 ciliegine al Maraschino
1 fetta d’arancia
Mettete la zolletta di zucchero imbevuta di 2-3 gocce di Angostura nel fondo di un bicchiere old fashioned, aggiungete uno spruzzo di soda e rompete la zolletta con il muddler. Versate il Whisky e riempite di ghiaccio completando con altra soda. Decorate ciliegine, fetta d’arancia e scorza di limone. Vi sono opinioni discordanti sul tipo di Whisky: Bourbon, Rye, Canadian o addirittura Scotch. In alcune ricette si pesta la frutta, in altre no o non compare affatto. Alcuni non ritengono opportuno l’uso della soda. L’invenzione dell’Old Fashioned e attribuita a un barman del Pendennis Club di Louisville nel Kentucky, che l’avrebbe creato per un distillatore del luogo chiamato colonnello Pepper.

PARADISE
DRINK - Alcolico | Predinner
Gin 3,5 cl
 
Apricot Brandy 2,0 cl
Succo d’arancia 1,5 cl
Si prepara nello shaker ben freddo. Versatevi il Gin, l’Apricot Brandy e quindi il succo d’arancia. Shakerate bene e servite nella coppetta da cocktail.  Si sa molto poco di questo cocktail. Alcune fonti sosterrebbero che sia nato in Inghilterra intorno agli anni Venti.

SEX ON THE BEACH
DRINK - Alcolico | Any time
Vodka 4,0 cl
Peach Schnapps 2,0 cl
Succo di mirtilli rosso 4,0 cl
Succo di arancia 4,0 cl
Miscelare con lo stirrer la Vodka, il liquore di pesca e i succhi di arancia e di mirtillo direttamente in un tumbler alto, in cui avrete messo 2-3 cubetti di ghiaccio. Guarnire con una fetta d’arancia e una ciliegina.

TOM COLLINS

DRINK - Alcolico | Long Drink
Gin (Old Tom Gin) 4,5 cl
Succo di limone 3,0 cl
Sciroppo di Zucchero 1,5 cl
Versate tutti gli ingredienti in uno shaker ben raffreddato. Shakerate e versate in un tumbler. Aggiungete soda a gradimento. Guarnire con una fettina di limone e una ciliegina. E’ un cocktail a base di Old Tom Gin, una versione dolcificata precursore del London Dry Gin.