sabato 7 gennaio 2023

COTOLETTA ALLA MILANESE

una fetta di lombata di vitello con l'osso
farina
uova
pane grattato
burro
sale

La cotoletta consiste, tradizionalmente, in una fetta di lombata di vitello con l'osso (una costoletta), impanata e fritta nel burro, il quale alla fine viene anche versato sulla cotoletta. Però, versioni moderne tendono a evitare quest'ultimo passaggio e a sostituire il burro con fettine di limone che vengono spremute dal commensale una volta che il piatto è stato servito. Alla versione tradizionale, più alta, in cui la carne resta morbida e deve mantenere un bel colore rosato vicino all'osso, si è affiancata negli ultimi anni una versione più sottile, senza osso, dove la carne viene battuta fino all'evanescenza prima dell'impanatura. Quest'ultima, dove il sapore della carne viene praticamente annullato dalla prevalenza della crosta super-croccante, viene anche detta orecchia d'elefante, per la caratteristica forma che assume. In realtà, un cuoco provetto non dovrebbe ricorrere a questi artifici: fragranza dell'impanatura e morbidezza della carne sono il vero "segreto" della cotoletta alla milanese e dosando con perizia l'impanatura, gli ingredienti (ad esempio mollica di pane bianco raffermo ma non vecchio) e temperatura della fiamma si possono ottenere risultati ottimi. Una recente versione della cotoletta, preparate soprattutto nella stagione estiva, prevede di servirla fredda coperta da pomodori, tagliati in pezzi sottili, e rucola.

La cotoletta alla milanese (coteletta grafia classica, cutelèta altra grafia in dialetto lombardo occidentale) è, insieme al risotto alla milanese e al panettone, il piatto più tipico e conosciuto di Milano.
La cotoletta è al centro di una disputa accademica fra la cucina italiana, che appunto la considera "milanese", e la cucina austriaca, secondo cui sarebbe solo una versione della Wiener Schnitzel viennese. Forse versioni di Schnitzel precedenti a quella milanese esistevano già in Austria, ma infarinate e non impanate: lo suggerirebbero delle note a margine di un rapporto - più leggendario che reale - del maresciallo Josef Radetzky che riportavano di una cotoletta cucinata a Milano che prima era passata nell'uovo e poi fritta nel burro, e che a differenza della viennese era impanata. In realtà non sono mai state reperite fonti inconfutabili che stabiliscano in quale dei due sensi possibili sia avvenuta la "migrazione", tuttavia nel suo «L'Italia prima dell'Unità. (1815-1860)» lo storico Romano Bracalini afferma, nel capitolo «Usi e costumi a tavola», che un documento del 1148, citato a sua volta da Pietro Verri nella sua «Storia di Milano», riporta la cronaca di un pranzo solenne in cui, nella terza portata, compaiono i «lombos cum panitio» (ovvero lombata di vitello impanata, cioè la cotoletta). I documenti citati dal Verri sono esposti al pubblico all'interno dei locali adiacenti alla basilica di Sant'Ambrogio a Milano dal dicembre 2013.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

COTOLETTA ALLA BOLOGNESE


La cotoletta alla bolognese è uno dei piatti più tipici di Bologna, di origine molto antica e molto ricco, che consiste in una cotoletta di carne (di vitello o pollo), prima fritta in strutto. Viene quindi brevemente immersa in brodo di carne, per insaporirla ed "inumidirla" quindi la si mette in una teglia, la si ricopre con una abbondante fetta di prosciutto e una generosa manciata di parmigiano reggiano. La si passa quindi al forno caldo fino a che il formaggio sovrastante si scioglie. Particolarmente ricca è la versione con il tartufo. Una volta uscita dal forno la si ricopre di tartufo (o meglio di "trifola", un tartufo bianco piccolo e molto profumato degli Appennini circostanti Bologna). È usanza di alcuni mettere anche una punta di concentrato di pomodoro nella teglia da passare al forno. La ricetta è stata depositata dalla Accademia italiana della cucina presso la Camera di Commercio di Bologna il 14 ottobre 2004.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

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COSTOLETTE ALLA VALDOSTANA

Burro 60 g
Carne bovina costolette di vitello 4
Farina 100 g
Pangrattato 150 g
Sale
Pepe 1 pizzico
Tartufo bianco 30 g (facoltativo)
Fontina 50 g
Uova 2
Vino bianco 1/2 bicchiere
Tagliate le costolette a metà nel verso dello spessore lasciandole unite dall'osso. A questo punto farcitele con la fontina tagliata a fettine o listarelle e con un pizzico di tartufo bianco, richiudete le costolette premendo bene con la mano per fare aderire la carne quindi salate e pepate. Passate quindi le costolette nelle uova, battute precedentemente con un pizzico di sale, e successivamente nel pangrattato. Sciogliete il burro in una padella antiaderente e mettete a friggere le costolette, bagnandole col vino bianco, girandole ogni tanto per farle dorare da entrambi i lati. Toglietele dalla padella e lasciatele asciugare 1 minuto su un foglio di carta assorbente, quindi servite in tavola ancora calde condite con il sughetto della cottura.

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CORDON BLEU


Il cordon bleu è una cotoletta ripiena di prosciutto cotto e formaggio fondente, che si cuoce in padella o al forno. Può essere preparato artigianalmente oppure essere acquistato nella grande distribuzione come cibo preconfezionato. Il cordon bleu, nell'accezione moderna, compare abbastanza recentemente, in particolare sul finire degli anni 60 del XX secolo viene presentata questa cotoletta sul New York Times. Tuttavia, dalla metà degli anni 50 era già nota un'analoga cotoletta preparata con la carne di vitella, anch'essa di creazione statunitense. Il termine “Cordon Bleu” deriva dalla decorazione in guisa di fascia azzurra conferita dall'Ordine dello Spirito Santo e creata da Enrico III di Valois. Oggi il termine Cordon Bleu, viene utilizzato da molte scuole di cucina francese per definire prestigiosi piatti di alta cucina. Si chiama così perché è stata inventata presso la celebre scuola di cucina francese Le Cordon Bleu. Oggi giorno sono state sviluppate molte varianti che prevedono l'utilizzo di verdure o di aromi inclusi nel petto di pollo, oppure la sostituzione del petto di pollo con carne di tacchino.


3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

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COQ AU VIN

Pollo intero o già in pezzi 1.6 kg 
Funghi champignons 400 gr
Cipolle piccole pelate 250 gr
Aglio 2 spicchi
Brandy 50 ml
Brodo vegetale 50 ml
Olio di oliva extravergine q.b.
Farina 15 g
Sale q.b.
Pepe q.b.
Pancetta un pezzo da 300 gr
Vino rosso 1l
Cipolle 1 media
Carote 2
Rosmarino 6 rametti (circa 10 gr)
Prezzemolo 6 ciuffi (circa 10 gr)
Timo 12 rametti (circa 6 gr)
Pepe in grani 5 gr
Prendete il pollo e tagliatelo in pezzi. Tagliate la cipolla a spicchi e le carote a rondella. Mettete il pollo tagliato in una bacinella abbastanza capiente, aggiungete la carota, la cipolla, il vino rosso fino a coprirlo interamente. Aggiungete gli aghi di rosmarino, il prezzemolo precedentemente pulito e sfogliato, il timo e il pepe in grani. Coprite per bene con la pellicola e mettetelo in frigo per almeno 12 ore. Potete prepararlo la sera prima e lasciarlo in frigo tutta la notte. Trascorso il tempo necessario, filtrate il tutto, dividendo la marinatura dalle verdure e dal pollo. Fate scaldare una padella antiaderente con olio evo e schiacciate 2 spicchi d’aglio al suo interno. Aggiungete il pollo e fatelo rosolare per bene a fuoco moderato su tutti i lati per almeno per 6-7 minuti. Quando sara’ ben rosolato toglietelo dalla padella antiaderente e tenetelo da parte al caldo. Nella padella, al posto del pollo, mettete le verdure della marinatura e fatele cuocere per 2 minuti. Aggiungete poi le cipolline e lasciate cuocere per altri 3 minuti. Infine aggiungete la farina e lasciate addensare il fondo di cottura. A questo punto trasferite il pollo e le verdure in un tegame più grande, dove dovrà cuocere a fuoco bassissimo per due ore e mezza circa, sobbollendo appena. Sfumate subito con il brandy e dopo qualche minuto ricoprite il coq con il vino della marinatura, aggiungendo un mestolo alla volta. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere. Intanto che il coq au vin cuoce, tagliate la pancetta a listarelle e, dopo averli puliti, affettate i funghi (se ci dovessero essere funghi tanto piccoli potrete lasciarli senza doverli tagliare). In una padella antiaderente fate rosolare la pancetta tagliata e non appena rilascerà il proprio grasso, aggiungete i funghi e fateli rosolare per circa 6 minuti. Sfumate i funghi e la pancetta con un paio di mestoli di brodo e aggiustate di sale. Quando si saranno asciugati, unite i funghi e la pancetta al coq au vin e lasciate cuocere tutto insieme per gli ultimi 15 minuti. Aggiustate di sale e pepe se necessario: servitelo caldo in un piatto da portata.
Il coq au vin, in lingua francese gallo al vino, è un piatto tradizionale francese. La Borgogna, l'Alsazia, la Champagne e l'Auvergne ne rivendicano la paternità. Tradizionalmente, si lasciava marinare nel vino rosso anche per 48 ore, dato che in passato si usavano soprattutto carni tenaci di galletto: secondo molte ricette moderne, si preferisce usare il vino direttamente al momento della cottura, sicché prima della cottura il pollo viene soltanto infarinato e rosolato. Si usa di preferenza un galletto tagliato in pezzi. La cottura è a stufato, con aggiunta di lardo, aglio, cipolle, funghi, cognac, carote, lauro e timo.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

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CONIGLIO ALLE ERBE

800 grammi di coniglio disossato,
100 grammi di salsiccia di maiale,
50 grammi di mollica di pane raffermo,
50 grammi di fette di pancetta,
una cipolla piccola,
uno spicchio d'aglio,
salvia,
timo,
rosmarino,
maggiorana,
50 grammi di pinoli,
sale,
pepe nero,
2 decilitri di olio extravergine d'oliva,
un decilitro di brodo,
un bicchiere di vino bianco secco.
Rosolate la cipolla affettata in metà dell'olio, aggiungete la mollica di pane sbriciolata e la salsiccia spellata e sbriciolata, salate e pepate e cuocete per dieci minuti. Spegnete il fuoco e aggiungete alla farcia le erbe e l'aglio finemente tritati e i pinoli interi. Salate e pepate l'interno del coniglio e spalmatelo uniformemente con la farcia. Arrotolatelo e legatelo dopo averlo ricoperto con le fette di pancetta. Adagiatelo su una teglia con l'olio rimasto e cuocetelo in forno per 40 minuti a 180 gradi, avendo cura di bagnarlo con il vino dopo dieci minuti e con il brodo dopo altri dieci. Servitelo tiepido, tagliato a fette di circa un centimetro cosparse con il fondo di cottura filtrato e ben caldo.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

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CONIGLIO ALLA MALTESE


coniglio 1.6 Kg
pomodori pelati con il loro liquido 550 gr
piselli sgranati 150 gr
carote 3
patate 3
cipolle 2
aglio
farina
vino rosso
concentrato di pomodoro
spezie a piacere
alloro
prezzemolo
timo
rosmarino
olio extravergine di oliva
sale
pepe
Tagliate il coniglio a tocchi, lasciando le cosce intere e conservando il fegato. Infarinate i tocchi di carne e rosolateli in una casseruola con 4-5 cucchiai di olio, poi toglieteli e teneteli da parte. Fate appassire nel fondo di cottura le cipolle tritate e 3 spicchi di aglio schiacciati. Dopo 3-4′ sfumate con un bicchiere di vino rosso. Aggiungete i pelati con il loro liquido, spezzettandoli un po’ nella pentola, un cucchiaio di concentrato e un mazzetto aromatico (prezzemolo, timo, rosmarino e alloro). Profumate con spezie a piacere e portate a bollore. Rimettete nella casseruola con il sugo i tocchi di coniglio rosolati, le carote a rondelle e 2 foglie di alloro e cuocete per 40′. Aggiungete poi le patate, pelate e tagliate a tocchetti, i piselli e il fegato, sale e pepe e cuocete per altri 20′.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

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CONIGLIO ALLA LIGURE



1 coniglio di circa 1 kg e mezzo -
200 g di olive taggiasche
1 cipolla
1 ramoscello di rosmarino
1 costa di sedano
1 rametto di timo
1 foglia di alloro
1 cucchiaio di pinoli
1 bicchiere di vino rosso, preferibilmente Rossese di Dolceacqua
olio di oliva
pepe
sale.
Chiedete al macellaio di tagliare il coniglio, preferibilmente nostrano, a pezzi piuttosto piccoli. Tenete da parte il fegato. Lavate i pezzi e asciugateli. Fate scaldare 4 cucchiai di olio dentro a una pentola di coccio. Mettete a rosolare i pezzi di coniglio fino a quando raggiungeranno un colore dorato. Ritirate il coniglio dal fuoco e tenetelo da parte. Fate un trito con il fegato, la cipolla, il sedano, il rosmarino, il timo e mettetelo ad appassire nella pentola dove ha rosolato il coniglio e nella quale avrete aggiunto un po' di olio crudo. Quando e' ben appassito, riunite il coniglio, aggiungete le olive, il pepe, l'alloro e il vino. Ultimate la cottura a fuoco lento e a pentola coperta, rimestando di tanto in tanto e aggiungendo la poca acqua che occorrerà a mantenere umido il sughetto.
3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

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BIGOLI CON L'ANATRA



I bigoli con l'anatra (o bigołi co' l'arna in lingua veneta) sono un tipico primo piatto della provincia di Vicenza. I bigoli sono una pasta fresca preparata con farina, uovo, burro, sale e acqua. Hanno la forma di grossi spaghetti, non bucati, il cui diametro è di circa 3-4mm, tradizionalmente trafilati con un torchio di bronzo (chiamato torchietto bigolaro) che veniva girato a mano, mentre una ragazzina vi sedeva sopra per tenerlo fermo. Si tratta di una pasta tipicamente veneta, consumata con vari sughi particolarmente ricchi di grassi. I bigoli con l'anatra erano inizialmente tipici della cittadina di Thiene, ma sono stati con il tempo apprezzati in tutta la provincia e possono essere gustati nelle trattorie fino a Padova e Treviso. « Arna lesa e bigoło tondo, a ła sera contenta el mondo » (Antico proverbio vicentino)  La ricetta tradizionale prevedeva che i bigoli fossero cotti nel grasso brodo in cui era stata fatta lessare un'anatra novella (nata 60-90 giorni prima) e che quindi si condissero con un sugo prodotto con burro aromatizzato e frattaglie della medesima anatra.
A Zanè la prima domenica di ottobre è tradizione servire questo piatto, seguito dall'anatra lessa. Fino agli anni cinquanta si allevavano le anitre domestiche, derivate dal germano reale, in seguito sono state introdotte in Europa le anitre mute, una specie facile da allevare e piuttosto magra e muscolosa. Attualmente le macellerie vicentine propongono un macinato di carne d'anatra muta per fare un ragù con un procedimento molto simile a quello con cui si produce il ragù comune, ma comunque senza pomodoro. La consuetudine odierna ha reso la ricetta estremamente magra, rispetto al passato, e di realizzazione più semplice.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute. 

MINESTRA DI ASPARAGI

 




1 chilo di asparagi di Albenga,
una cipolla,
3 patate di media grossezza,
8 gamberi freschi,
un litro di brodo di verdura,
un bicchiere di vino bianco,
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva,
sale e pepe.
Pulite gli asparagi e le patate tagliandoli a pezzetti. Tritate finemente la cipolla e mettetela a rosolare in una casseruola con l'olio. Spruzzate col vino bianco e fate evaporare, unite metà degli asparagi, le patate, il brodo e fate cuocere per mezz'ora.
Separatamente cucinate al vapore i restanti asparagi per circa 15 minuti e i gamberi per 3 minuti. Quando la minestra sarà cotta passatela al mixer, aggiustate di sale e pepe e lasciatela restringere qualche minuto sul fuoco. Versatela nelle fondine guarnendo con gli asparagi tagliati a pezzi, i gamberi sgusciati e un goccio d'olio. Il tempo di preparazione di questa delicata ricetta è di circa 50 minuti.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

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LASAGNE CON ASPARAGI E SALSA MORNAY


300 grammi
 lasagne
300 grammi asparago
150 grammi culatello
1/2 carota
1/2 cipolla
1/2 costola sedano
1 rametto timo
1 decilitro panna fresca
2 tuorlo
40 grammi farina
3 decilitri latte intero
70 grammi grana
80 grammi burro
q.b. sale
q.b. pepe
Per preparare la gustosa ricetta lasagne con asparagi, culatello e salsa Mornay per prima cosa cuoci le punte di asparagi a vapore per 10 minuti, quindi tritale grossolanamente. Fai soffriggere in una casseruola il sedano, la carota e la cipolla tritati con 20 g di burro per 10 minuti; unisci gli asparagi, il timo e il culatello a listarelle; sala, pepa e cuoci a fuoco vivo per 5 minuti. Mescola la panna con i tuorli in una casseruola e falla ridurre un poco a fuoco moderato. Nel frattempo prepara le lasagne. Prepara 1 besciamella con 50 g di burro, la farina e il latte, salala, pepala e incorpora 20 g di grana e la salsa di panna e uova. Lessa le lasagne e stendile su un telo. Ungi una pirofila con il burro rimasto, fai 1 strato di pasta e condiscilo con asparagi, grana e un po' di salsa; continua a strati fino ad esaurire tutti gli ingredienti. Termina con asparagi mescolati a un po' di salsa e grana, poi inforna a 180° per 25-30 minuti, ed ecco che le lasagne con asparagi, culatello e salsa Mornay sono pronte.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

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CASONCELLI



q.b. farina di grano duro
q.b. amaretto
q.b. manzo polpa
q.b. farina
q.b. limone scorza
1 pera
q.b. prezzemolo
q.b. uova
q.b. pasta di salame
q.b. grana padano fresco
q.b. uvetta / uva passa / uva sultanina / uva secca
q.b. spezie miste
Prepara la sfoglia dei casoncelli impastando farina di grano tenero, semola di grano duro, acqua e uova (è importante che le uova non siano troppe perché la pasta resti morbida). Per preparare il ripieno dei casoncelli, trita la pasta di salame e l'arrosto di manzo, sbriciola gli amaretti, taglia a pezzi piccolissimi la pera spadona, grattugia la scorza di limone e trita finemente l'aglio e il prezzemolo. Mescola tutti questi ingredienti insieme con il grana padano grattugiato, l'uvetta e le spezie. A mano, con un bicchiere, ricava dalla sfoglia dei dischi che poi farcirai con il ripieno, piegandoli a metà e schiacciandoli in punta. La ricetta dei casoncelli offre un gioco di sapori contrastanti, fra dolce e salato, che alla fine si rivela un amalgama unico e sapido. Un condimento semplice e delicato è il burro fuso. Se cerchi un sapore più ricco, puoi provarli con salvia o pancetta soffritta e una spolverata di grana. Il gusto robusto dei casoncelli si accompagna bene con un Merlot della Bergamasca o Valcalepio Rosso, ben strutturati.
Casoncelli della Bresciana
Pasta: farina, uova, sale, acqua.
Ripieno: pane, parmigiano o grana padano, aglio, noce moscata, brodo, prezzemolo, sale.
Forma: a caramella, farfalla, quadrato, triangolo.
Casoncelli della Val Camonica
Ripieno: patate, formaggio, carne, erbe, cotechino, salame, verza, patate.
I casoncelli sono un piatto tipico della Lombardia. Si tratta di pasta ripiena diffusa nella regione storica padana in molteplici varianti locali, ma con degli immancabili ingredienti di base: la farcia è costituita da carne, grana padano grattugiato ed erbe aromatiche, mentre la pasta ha una tipica forma a mezza luna. Il tutto condito con abbondante grana padano grattugiato, burro, pancetta e salvia.

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SPAGHETTI AL SUGO D'ARAGOSTA


Quattrocento grammi di spaghetti
Due aragoste
Polpa di pomodoro
Mezzo bicchiere di cognac
Duecento grammi di panna da cucina
Olio d'oliva
Cipolla
Aglio
Basilico
Sale
Pepe
Tagliate le aragoste a metà dal lato della lunghezza e togliete le interiora ed il budello. In un tegame far soffriggere l’olio d’oliva con la cipolla e l’aglio e poi aggiungere la polpa di pomodoro, il sale ed il basilico. Appoggiate le quattro metà dei crostacei nel tegame dal lato della polpa, spruzzate il tutto con mezzo bicchiere di cognac e cuocete per circa 40 minuti a fuoco basso. Togliete le aragoste e, a parte, fate cuocere in abbondante acqua salata gli spaghetti. Aggiungete al sugo che avevate preparato la panna e, quando gli spaghetti sono cotti al dente, mescolateli al tutto facendo cuocere per pochi minuti. Servite ben caldo aggiungendo ad ogni piatto metà aragosta.


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LASAGNE CON CARCIOFI E SALSA MORNAY



lasagne con carciofi e salsa Mornay

80 grammi
 burro
70 grammi grana padano grattugiato
1 limone
3 rametti maggiorana
q.b. noce moscata
q.b. olio di oliva extravergine
q.b. sale
2 tuorlo
1 decilitro panna fresca
200 grammi lasagne fresche all'uovo
4 decilitri latte intero
q.b. pepe
8 carciofo
40 grammi farina
Pulisci i carciofi, tagliali a spicchietti sottili e mettili in acqua acidulata con il succo di limone. Scolali e cuocili in un tegame con 20 g di burro fuso e un filo d'olio, sale e pepe per 20 minuti a fuoco moderato, unendo poca acqua calda, se necessario; poco prima del termine della cottura unisci la maggiorana tritata. Mescola la panna in una casseruolina con i tuorli e falla ridurre un poco a fuoco moderato mescolando. Fai fondere 50 g di burro in un'altra casseruolina, incorpora la farina e, fuori dal fuoco, il latte caldo; rimetti la casseruola sul fuoco e, mescolando, cuoci la besciamella fino a che sarà densa; salala, pepala, aromatizzala con la noce moscata e unisci 20 g di grana e la salsa di panna. Imburra una pirofila e riempila a strati con le lasagne, la salsa Mornay, il grana e il sugo di carciofi. Termina con uno strato di salsa e uno di grana e cuoci in forno a 180° per 10 minuti e a 250° per circa 10 minuti.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

MINESTRONE AL BRODO VEGETALE

minestrone al brodo vegetale

4 l di acqua
2 patate di media dimensione
2 cipolle bianche di media dimensione
2 carote
2 coste di sedano
5 rametti di prezzemolo
10 g di sale grosso
Lavare le patate sotto acqua fresca corrente e pelarle. Sbucciare le cipolle. Lavare le carote e tagliare le estremità. Lavare le coste di sedano e tagliarle a pezzi. Lavare i rametti di prezzemolo. Mettere tutte le verdure in una pentola e unire il sale. Mettere la pentola sul fuoco e portarla a bollore. Abbassare il fuoco al minimo e lasciar sobbollire lentamente 45 minuti coperto. Trascorso il tempo di cottura spegnere il fuoco, scolare le verdure e filtrare il brodo attraverso un colino a maglie fini. Si può utilizzare subito, oppure far raffreddare e conservare in frigorifero, chiuso ermeticamente.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

PANSOTTI DI GAMBERI E ZUCCHINE

100 grammi semola
300 grammi farina
2 cucchiai prezzemolo
2 uova
6 tuorlo
q.b. sale
500 grammi gambero
400 grammi zucchina
q.b. pepe
q.b. olio di oliva extravergine
q.b. panna da cucina
6 pomodorino ciliegia
1/2 spicchio aglio
1 ciuffo basilico
Inizia con la preparazione della pasta. Trita il prezzemolo nel mixer con 2 cucchiai di olio e poca acqua. Metti in una terrina la farina e la semola con l’aggiunta di un pizzico di sale, mescola con le uova intere, 4 tuorli e il prezzemolo. Lavora il composto fino a che non si presenta come una pasta compatta, dagli la forma di una palla, avvolgila nella pellicola e lasciala riposare al fresco per un'ora. Nel corso di questa ora prepara il ripieno dei pansotti: pulisci e tritai gamberi, monda le zucchine e tagliale a dadi, poi cuoci entrambi al vapore per un minuto. In una ciotola mescola gamberi, zucchine trombetta, panna e 2 tuorli, fino ad avere un composto denso, poi aggiusta di sale e pepe. Riprendi la pasta, stendila e tagliala in rettangoli, quindi mettici il ripieno diviso in mucchietti, poi ricopri il composto con un’altra striscia di pasta. Chiudi ogni pansotto e taglialo a mezzaluna con un coppapasta, poi mettili sulla spianatoia distanziati tra di loro e lasciali asciugare. In una padella fai soffriggere 2 cucchiai di olio insieme all’aglio, aggiungi la polpa dei pomodori e aggiusta di sale e pepe. Cuoci per 2-3 minuti. Cuoci i pansotti in abbondante acqua salata, scolali e saltali nel sugo, poi distribuiscili nei piatti. Servi i pansotti di gamberi e zucchine al pomodoro profumati con il basilico.

 2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.