sabato 13 agosto 2022

CONFETTURA DI PESCHE

1 Kg di pesche pulite (della qualità che preferite, ma sceglietele mature)
400 g di zucchero (meglio se di canna)
1 limone grande non trattato (succo e scorza)
Riducete a pezzetti le pesche, dopo averle lavate e sbucciate. Mettete le pesche in una pentola (con il fondo antiaderente) aggiungete il succo del limone filtrato e la sua buccia grattugiata. Regolate la fiamma (deve essere media) e lasciate bollire per 10 minuti, fino a che la frutta non si sia disfatta. Aggiungete a poco a poco tutto lo zucchero. Lasciate cuocere per 45 minuti mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno. Sterilizzate i vasi di vetro immergendoli in acqua bollente per 20 minuti, poi riponendoli a testa in giù su un telo di cotone fino a quando non saranno perfettamente asciutti. Riempite i vasi con la marmellata ancora bollente e chiudeteli bene con i loro coperchi. Mettete i vasi di vetro pieni di marmellata tutti a testa in giù e copriteli con un plaid per mantenere il calore a lungo e far sì che si formi il sottovuoto. Dopo una notte di riposo, i vostri vasetti di marmellata di pesche saranno pronti per essere conservati in dispensa.


12 CONSERVE (2^ Edizione)

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.



ASPERUM


asperum
Il colore dell'Asperum è ambra scuro, un concentrato zuccherino di uve di primissima qualità cui il tempo, gli annuali travasi da una botticella all'altra e le cure sapienti dell'uomo conferiscono quella particolare caratteristica agro dolce, senza tracce alcoliche, ideale abbinamento a crudità stagionali, grigliate di carne, frittate e formaggi stagionati. Il prodotto è ottenuto dalla acetificazione di mosto cotto, sottoposto ad un processo pluriennale di affinamento in botticelle di rovere. Le uve raccolte per l’ottenimento del mosto cotto di partenza, provengono da vigneti siti nei Comuni di Manzano, Buttrio e Premariacco. Le varietà utilizzate sono: Tocai friulano, Refosco e Merlot, tutti vitigni appartenenti alla piattaforma ampelografica del Friuli Venezia Giulia. Dall’uva vendemmiata manualmente e posta in cassette, delicatamente diraspata e pressata, si ottiene il mosto di partenza. Questo in seguito è sottoposto ad un procedimento di decantazione naturale a freddo, della durata di 2 giorni e ad una temperatura controllata di 8-9 C°. Il mosto ottenuto, perfettamente limpido viene separato dalla parte fecciosa e sottoposto immediatamente alla fase di cottura. La fase di cottura è la fase determinante per la qualità del prodotto finito. La cottura del mosto viene eseguita mediante dei bollitori a fuoco lento, dura di solito dalle 36/46 ore. Il mosto, al termine della cottura, subisce una riduzione in volume del 50-60%. Il processo viene eseguito alla temperatura di 70-80°C, ed è mantenuto in agitazione continua mediante spatole meccaniche dal movimento rotatorio. Solo la lentezza del processo e il controllo continuo delle temperature determinano oggettivamente la qualità del prodotto di partenza. Infatti, temperature elevate possono ridurre sì, i tempi di lavorazione, ma indurre una leggera caramellizzazione degli zuccheri, che conferisce al prodotto difetti di sapore. Terminato il processo di cottura, il mosto sosta per un periodo di 3 mesi a temperatura ambiente, e solo dopo una lunga decantazione naturale, avviene la prima spillatura della parte limpida; ad essa viene aggiunta una frazione di salsa balsamica già matura, proveniente dalle botti in affinamento di minimo 15 anni. Dopo circa 3 mesi il mosto cotto viene travasato in delle batterie di botticelle a volume decrescente e inizia il suo pluriennale periodo di affinamento. Le batterie d’affinamento sono composte da bottame di varie essenze legnose, in particolare rovere, gelso, robinia, frassino, ciliegio e castagno. Nel lungo periodo di affinamento ogni essenza legnosa conferisce al prodotto le sue qualità olfattive e gustative, che sono legate principalmente alle caratteristiche botaniche e al periodo di stagionatura. Le batterie possono essere composte da botti composte da legname appartenente ad un’unica o varie essenze; la capienza delle botti varia normalmente a scalare da 75 litri fino a 10 litri. Annualmente, in occasione del raccolto stagionale, per ogni batteria viene eseguita una serie di travasi e di colmature. Da ogni batteria, mediamente, viene tolto 1 litro di prodotto, il quale, una volta unito al raccolto delle altre batterie, originerà la salsa balsamica. Solo l’assaggio frequente, l’esperienza e la passione del mastro responsabile della balsameria fanno sì che si realizzi quell’equilibrio gustativo - olfattivo che contraddistingue il prodotto. Il confezionamento viene eseguito a mano, previa sterilizzazione delle bottiglie con getto d’acqua calda filtrata; la bottiglia in vetro viene racchiusa ermeticamente con un tappo in sughero sterilizzato e in seguito sigillato da uno strato di ceralacca.

18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

11 SALSE (2^ Edizione)

 
Salse. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 100 ricette di salse, criteri di classificazione e di abbinamento pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Esiste una teoria generale della derivazione delle salse. Da sole 5 salse madri derivano tutte le altre per piccole variazioni, aggiunte o sottrazioni. Le salse completano primi, secondi, contorni, pesce, carne, verdure, pasta, tutto. Impariamo insieme a fare le salse. Senza giungere agli eccessi di una cucina troppo salsamentaria come era d’uso nell’800, le salse completano e danno quel tocco in più di sapore che non guasta.


OLIO DI TUSCIA

L'olio extravergine d'oliva DOP Tuscia (Regolamento Comunitario n. 1623/05 della Commissione del 4.10.05 e pubblicato sulla GUCE al n. 259/15 del 5.10.2005) è ricavato dalle olive di tre varietà (Frantoio, Canino e Leccino) presenti per almeno il 90%, da sole o congiuntamente a seconda dei singoli oliveti, con ammissione della presenza di altre varietà (Moraiolo e Pendolino) in percentuale massima del 10%. Per questo motivo si potranno avere piccole variazione a seconda della zona di raccolta.
Le caratteristiche di questo olio al momento dell'immissione al consumo sono: colore verde smeraldo, con riflessi dorati; odore fruttato che ricorda il frutto sano, fresco, raccolto al punto ottimale di maturazione; sapore di fruttato medio con equilibrato retrogusto di amaro e piccante di intensità variabile; acidità totale massima dello 0,50%.

La zona di produzione indicata dal Disciplinare, comprende i seguenti Comuni della provincia di Viterbo: Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel S. Elia, Castiglione in Teverina, Celleno, Civita Castellana, Civitella D'Agliano, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Latera, Lubriano, Marta, Montalto di Castro (in parte), Montefiascone, Monteromano, Nepi, Oriolo Romano, Orte, Piansano, Proceno, Ronciglione, S. Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania (in parte), Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vetralla, Vignanello, Villa S. Giovanni in Tuscia, Viterbo, Vitorchiano.

 13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.



GRANATINA

La granatina (anche detta sciroppo di granatina) è una bibita analcolica a base di melograno, utilizzata per la preparazione di granite e cocktail sia alcolici sia di tipo soft drink. Il suo nome deriva dalla denominazione granato con cui è anche nota la melagrana. Per estensione impropria può essere intesa anche come bibita a base di ghiaccio e sciroppo.
Tradizionalmente la granatina era preparata mediante bollitura del succo ricavato dai chicchi delle melagrane con il miele o lo zucchero, in parti pressappoco uguali. Gli sciroppi di granatina industriali odierni sono invece composti in massima parte da succo di altri frutti come agrumi, ribes, lampone addizionati ad aromi e solo raramente a vero succo di melagrano. In Francia, Belgio ed altri paesi del nord, la granatina è soltanto una bibita di acqua, zucchero ed aromi, non contiene frutto.
La granatina può essere servita come bibita dissetante, diluita con acqua o succo d'arancia e cubetti di ghiaccio, o per la preparazione di granite al melograno; questi impieghi sono in Italia molto meno diffusi che in passato.
L'impiego principale dello sciroppo di granatina resta a tutt'oggi la sua aggiunta nella preparazione di bevande, ed in particolare cocktail e long drink, per il sapore dolce e soprattutto l'aspetto scenografico del colore rosso rubino.
Alcuni cocktail internazionali IBA contenenti sciroppo di granatina:
Bacardi cocktail
Rose
Roy Rogers
Singapore Sling
Shirley Temple
Tequila Sunrise

 12 CONSERVE (2^ Edizione)


Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.




venerdì 12 agosto 2022

MELA GRANNY SMITH

La mela verde Granny Ramsey Smith, nota comunemente come Granny Smith (nonna Smith), è una varietà di mela originaria dell'Australia, dove fu scoperta da Maria Ann Ramsey Sherwood Smith (1799-1870), alla quale deve il nome. Si tratta di un ibrido nato in natura del melo selvatico col melo, propagato poi dalla Smith.
Si diffuse rapidamente in Nuova Zelanda, poi nel Regno Unito (1935) e solo nel 1972 negli Stati Uniti d'America.


9 FRUTTA (2^ Edizione)

 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



CONFETTURA DI CAROTE DI POLIGNANO



La carota di Polignano è già presidio Slow Food. La particolarità è data dal fatto che sono carote di diversi colori, arancione, giallo tenue, giallo intenso, fino al viola scuro. Il seme della carota è selezionato, per questo motivo il colore non è sempre uguale cosi' come avviene per le carote coltivate a livello industriale. Viene coltivata dal 15 Agosto al 15 Settembre. La particolarità è il loro sapore dato dalla terra sabbiosa e dall'irrigazione effettuata con acqua salmastra estratta da pozzi a 12 metri di profondità. La raccolta avviene a fine Novembre e fino alla fine di Maggio.


12 CONSERVE (2^ Edizione)

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.


ASPARAGO BIANCO DI BASSANO DEL GRAPPA

L'asparago bianco di Bassano del Grappa è una varietà di Asparagus officinalis coltivata nei territori dei comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola, Mussolente, Pove del Grappa, Romano d'Ezzelino, Rosà, Rossano Veneto, Nove, Tezze sul Brenta e Marostica.
L'asparago è originario del bacino del Mediterraneo e dell'Asia Minore. Le prime testimonianze della sua coltivazione in Italia risalgono al 200 a.C. quando Catone lo citò nel De agricoltura e più tardi Plinio il Vecchio nel Naturalis Historia del 79 a.C., essi citano l'uso alimentare del turione, ma durante il Medioevo fu sfruttato soprattutto per le sue doti officinali.
La leggenda narra che l'asparago fu portato a Bassano del Grappa da Antonio di Padova che lo avrebbe diffuso per rabbonire Ezzelino da Romano. Una versione meno mitologica riferisce che intorno all'anno 1500 vi fu un'importante grandinata per cui le punte degli asparagi che fuoriuscivano dal terreno furono distrutte e i contadini dovettero consumare la parte che era rimasta sottoterra e perciò non aveva assunto la colorazione verde-violetta.
Dati certi sulla presenza dell'asparago sulle tavole venete si ricavano esaminando la documentazione riguardante i banchetti della Repubblica di Venezia XV e XVI secolo: un documento del 1534 riguarda una nota spese: "... per sparasi mazi 130, lire 3 et soldi 10".
Nel 1980 si è costituito il Consorzio di tutela dell'asparago bianco di Bassano per preservare e promuovere il marchio e per favorire la diffusione del prodotto. Nel settembre 2007 all'asparago bianco di Bassano è stato riconosciuto il marchio DOP.
Il disciplinare della Regione Veneto riporta nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali quanto segue: la denominazione ”Asparago Bianco di Bassano” designa i turioni di asparago riferibili all'ecotipo locale, rappresentato dalla varietà “Comune – o Chiaro – di Bassano”. Il diametro medio minimo al centro è di 10 mm, con una lunghezza compresa entro i valori minimi e massimi di 18 e 22 cm. La commercializzazione avviene in mazzi omogenei di peso variabile da 1 a 1,5 kg. È inoltre ammessa la presenza di alcune spaccature trasversali dei turioni, elemento di pregio e di identificazione del prodotto bassanese, vista la sua fragilità. Gli asparagi di Bassano presentano un gusto dolce-amaro caratteristico, che li rende del tutto particolari.
Quella dell'asparago è una pianta poliennale, che vive e produce in media per una decina d'anni. Il fusto sotterraneo (rizoma) produce delle gemme da cui derivano i fusti, chiamati turioni, che sono la parte commestibile del prodotto. Questi turioni crescono e si sviluppano sottoterra, in terreni appositamente preparati, in modo da restare al riparo dalla luce del sole e rimanere bianchi. Vengono raccolti a mano, tagliandoli alla base con un apposito coltello. Gli asparagi bassanesi vengono quindi refrigerati in acqua e sono commercializzati in mazzi legati manualmente tra loro con un succhione di salìce chiamato “stroppa”.
Due sono i piatti che nella cucina vicentina si associano immediatamente a questo prodotto: il risotto con gli asparagi e gli asparagi con le uova.



10 ORTAGGI (2^ Edizione)


 

Ortaggi. In queste 360 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Ortaggi, che spettacolo vedere i banchi dei prodotti dell'orto traboccare di colori in ogni stagione. Ed i sapori? In cucina lo spettacolo visivo si muta in spettacolo aromatico. Senza giungere agli eccessi di una dieta vegetariana sbilanciata, gli ortaggi sono salute... e risparmio. In ogni stagione la verdura sta sulla nostra tavola. Ma una conoscenza più approfondita ci fa scoprire che ogni tipo di ortaggio ha molte varianti. Si deve conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro ortolano di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



PESTO ALLA TRAPANESE


È una salsa cruda. Gli ingredienti principali sono il basilico, il pomodoro, le mandorle. La pasta utilizzata tradizionalmente sono i busiati, una pasta fresca, sorta di maccheroni attorcigliati con un ramo di buso, che è il fusto della disa. Altra antica pasta utilizzata sono gli gnoccoli, lunghi circa 15 cm e larghi mezzo, "incavati" a mano con le dieci dita. Si possono però utilizzare anche bucatini o linguine. Gli altri ingredienti della ricetta "classica" sono: l'aglio (tipicamente l'aglio rosso di Nubia), l'olio extra vergine di oliva (quello intenso, DOP Valli Trapanesi o Valle del Belice), le mandorle, il pecorino siciliano DOP (non eccessivamente stagionato) grattugiato, il basilico e il pepe nero. 
Si pesta nel mortaio l'aglio insieme al sale e al basilico: ruotare il pestello, schiacciando e non martellando gli ingredienti lungo le pareti. Unire man mano dell'olio finché la salsa diventerà cremosa.
Pestate a parte le mandorle spellate e crude, fino a farne diventare poltiglia, e quindi amalgamatele al pesto. Il tutto, infine, va mescolato alla polpa tritata fine (o pestata nel mortaio) dei pomodori (senza buccia), unendo infine altri due cucchiai d'olio. Far riposare la salsa durante la cottura della pasta, scolatela senza aggiungere acqua fredda, e miscelare il tutto nella zuppiera, aggiungendo un paio di cucchiai di pecorino grattugiato. E d'estate, insieme al basilico, aggiungere anche un paio di foglie di menta fresca.
La pasta con il pesto alla trapanese (pasta cull'agghia, in siciliano) è un piatto tipico della cucina di Trapani, esteso anche in provincia. È inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Siciliana. È un piatto antico: nel porto di Trapani si fermavano le navi genovesi, provenienti dall'Oriente, che portarono la tradizione dell'agliata ligure, a base d'aglio e noci, che fu dai marinai trapanesi elaborato con i prodotti della loro terra, il pomodoro e le mandorle.

11 SALSE
(2^ Edizione)

Salse. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 100 ricette di salse, criteri di classificazione e di abbinamento pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Esiste una teoria generale della derivazione delle salse. Da sole 5 salse madri derivano tutte le altre per piccole variazioni, aggiunte o sottrazioni. Le salse completano primi, secondi, contorni, pesce, carne, verdure, pasta, tutto. Impariamo insieme a fare le salse. Senza giungere agli eccessi di una cucina troppo salsamentaria come era d’uso nell’800, le salse completano e danno quel tocco in più di sapore che non guasta.


DUKKAH

Il dukkah è una miscela di: nocciole o ceci, coriandolo, cumino, semi di sesamo, pepe e sale, che viene utilizzato come condimento per le insalate o le verdure, o come impanatura per pollo o gamberi. In origine questa miscela, di origine egiziana, veniva consumata intingendo il pane arabo non lievitato (come la pita) prima nell’olio d’oliva e poi nella miscela.

 12 CONSERVE (2^ Edizione)


Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.



OLIO DELL'UMBRIA

La DOP Umbria è stata suddivisa in sottozone, non tanto per spirito campanilistico territoriale, ma perché nei cinque comprensori in cui è divisa, insistono varietà diverse e climi leggermente differenti. Il risultato è che organoletticamente le note aromatiche sono espressione di profumi e sapori che ne evidenziano una lieve diversità. L’evoluzione delle tecniche di gestione, l’utilizzo sempre più frequente delle macchine per la raccolta, l’uso di anticipare sempre più i tempi di raccolta, la molitura entro le 24 ore, stanno portando sempre più gli oli di tutte le sottozone ad uniformarsi verso quelle note erbacee ed amare comuni agli oli di tutte le 5 sottozone.
La più piccola delle sottozone è rappresentata dai Colli Amerini, dove i comuni più rappresentativi sono Amelia e Narni.
Insieme all’olivo è presente una estesa macchia mediterranea ricca di leccio, acero e roverella in un clima che apre le porte alla vicina regione laziale. È intorno al comune di Orvieto che si estende la sottozona Colli Orvietani fino a raggiungere Città della Pieve e Marsciano. Il lago di Corbara con la sua diga ed estesi vigneti accompagnano nelle campagne piccoli e numerosi oliveti.
In posizione centrale a caratterizzare l’olivicoltura sono i Monti Martani. Aree archeologiche come Carsulae raccontano di antichi insediamenti rurali mentre nella stratigrafia delle rocce è il mare ad aver lasciato traccia attraverso i fossili presenti e ancora visibili.
Altri colli abbracciano un lago molto caro a una terra dove il mare non si infrange. Sono i Colli del Trasimeno che percorrono da Perugia a Città di Castello un paesaggio armonioso e ondoso. Secolari piante di olivo, dai tronchi nodosi e scavati, di Dolce Agogia, continuano a sedurre il principe Trasimeno che da sempre, secondo la leggenda, fu accolto dalle acque del lago sedotto ancor prima dalla Ninfa Agilla.
L’area più estesa è occupata dalle colline, in parte rocciose, che da Terni, passando per Spoleto, Spello e Assisi, arrivano a Gubbio. Qui l’opera dell’uomo agricoltore testimonia la grande opera di utilizzo di luoghi difficili e ostili, facendogli assumere nel tempo bellezza e forza produttiva. Percorrere la storica strada Flaminia potendo ammirare antichi e intatti comuni che il Medioevo ha costruito, immersi in una cornice di verdi olivi è un orgoglio che vogliamo conservare e trasmettere a tutti. È sui Colli AssisiSpoleto che il Moraiolo ha espresso la sua massima capacità produttiva, di adattamento e di pregio.
Menzione geografica Colli Assisi Spoleto
La zona di produzione ricade nei comuni di: Nocera Umbra, Gubbio, Scheggia e Pascelupo, Costacciaro, Sigillo, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Valfabbrica, Assisi, Spello, Valtopina, Foligno, Trevi, Sellano, Campello sul Clitunno, Spoleto (la parte ad est della SS n. 3 Flaminia), Scheggino, S. Anatolia di Narco, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto, Preci, Norcia, Cascia, Poggiodomo, Monteleone di Spoleto, Montefranco, Arrone, Polino, Ferentillo, Terni, Stroncone.
Le varietà in oliveto sono secondo i rapporti percentuali
Moraiolo >= 60 %, Leccino e/o Frantoio <=30%, altre varietà <= 10 %.
La presenza in larga percentuale della varietà Moraiolo incide producendo oli dalla maggiore intensità del carattere olfattivo erbaceo e delle più spiccate note amare e piccanti.
Menzione geografica Colli Martani
La zona di produzione ricade nei comuni di Acquasparta, Spoleto (la parte ad ovest della SS n. 3 Flaminia), Massa Martana, Todi, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Montefalco, Gualdo Cattaneo, Collazzone, Bevagna, Cannara, Bettona, Deruta, Torgiano, Bastia Umbra.
Le varietà nell’oliveto sono secondo i rapporti percentuali
Moraiolo>= 20 %, Leccino e/o S. Felice e/o Frantoio <=80 %; altre varietà<= 10 %.
Organoletticamente è fruttato erbaceo di media intensità con apprezzate note di amaro e piccante.
Menzione geografica Colli Amerini
La zona di produzione ricade nei comuni di Calvi, Otricoli, Narni, Amelia, Penna in Teverina, Giove, Attigliano, Lugnano in Teverina, Alviano, Guardea, San Gemini, Montecastrilli, Avigliano.
Le varietà nell’oliveto sono secondo i rapporti percentuali
Moraiolo>= 15 %, Leccino e/o Frantoio e/o Rajo <= 85%, altre varietà <= 10 %.
All’olfatto ha un fruttato medio-leggero con sentori di carciofo che si confermano al gusto con amaro nella stessa intensità.
Menzione geografica Colli del Trasimeno
La zona di produzione ricade nei comuni di Perugia, Piegaro, Paciano, Panicale, Castiglione del Lago, Magione, Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul Trasimeno, Lisciano Niccone, Umbertide, Città di Castello, Monte Santa Maria Tiberina, Corciano, Citerna, San Giustino, Montone, Pietralunga.
Le varietà nell’ oliveto sono secondo i rapporti percentuali
Moraiolo e Dolce Agogia >= 15 %, Leccino e/o Frantoio >=65 %, altre varietà <= 20 %.
La Dolce Agogia richiama molto il fruttato leggero di erba fresca, al gusto lievi e armonici sentori di amaro e piccante si evidenziano nella stessa intensità.
Menzione geografica Colli Orvietani
La zona di produzione ricade nei comuni di Montecchio, Baschi, Orvieto, Porano, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Allerona, Ficulle, Parrano, San Venanzo, Monteleone d’Orvieto, Fabro, Montegabbione, Montecastello di Vibio, Fratta Todina, Marsciano, Città della Pieve.
Le varietà nell’oliveto sono secondo i rapporti percentuali
Moraiolo>= 15 %, Frantoio<= 30 %, Leccino <= 60 %
altre varietà <= 20%.

Il fruttato erbaceo è mediamente percepito con armoniche note amare e piccanti nel gusto.

 13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.




VINI 78: MONICA DI SARDEGNA




Il Monica di Sardegna è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari.
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino chiaro, brillante, tendente all'amaranto con l'invecchiamento.
odore: profumo intenso, etereo, gradevole.
sapore: asciutto oppure amabile, sapido con caratteristico retrogusto.

15 VINO (2^ Edizione)
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


giovedì 11 agosto 2022

ARANCIA ROSSA DI SICILIA

La definizione Arancia rossa di Sicilia (IGP) è usata per individuare alcune varietà di arance a Indicazione geografica protetta (IGP) coltivate nei comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte e in altri centri delle province di Siracusa e Catania.
La denominazione IGP riconosce come arance rosse di Sicilia le seguenti varietà:
la varietà Tarocco, con i cloni: Tarocco Comune, Tarocco Galice, Tarocco Gallo, Tarocco Messina, Tarocco dal Muso, Tarocco Nucellare 57-IE-1, Tarocco Nucellare 61-1E-4, Tarocco Catania, Tarocco Scirè, Tarocco rosso.
la varietà Moro, con i seguenti varietà e cloni: Moro Comune, Moro Nucellare 58-8D-l;
la varietà Sanguinello, con le varietà ed i cloni: Sanguinello Comune, Sanguinello Moscato, Sanguinello Moscato Nucellare 49-5-3, Sanguinello Moscato Nucellare 49-5-5, Sanguinello Moscato Cuscunà.
Le arance si presentano con buccia di colore arancio acceso con sfumature rosse variabili a seconda delle varietà e del momento di raccolta e sapore dolce.
Il Disciplinare di produzione della Indicazione Geografica Protetta "Arancia rossa di Sicilia" è regolata dalla Circolare del Ministero per le Politiche Agricole – GURI n. 240 del 14 ottobre 1997 che ha determinato l'Iscrizione nel "Registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette" ai sensi del Reg. CE n. 1107/96.
L'indicazione geografica protetta (IGP) "Arancia rossa di Sicilia" è riservata ai frutti pigmentati. La IGP Indicazione geografica protetta è un marchio di qualità che viene attribuito ad un prodotto la cui origine avviene in un'area geografica determinata. Chi produce IGP deve quindi attenersi alle rigide regole del disciplinare di produzione, ed il rispetto di tali regole è garantito dall'organismo di controllo.
La zona di produzione dell'Arancia Rossa di Sicilia comprende i comuni della Sicilia orientale idonei alla coltivazione e sono così individuati:
Provincia di Siracusa - Territorio nei seguenti comuni:
Augusta
Buccheri
Carlentini
Floridia
Francofonte
Lentini
Melilli
Priolo Gargallo
Siracusa
Solarino
Sortino
Provincia di Catania - Territorio nei seguenti comuni:
Adrano
Belpasso
Biancavilla
Caltagirone
Castel di Iudica
Catania
Grammichele
Licodia Eubea
Militello in Val di Catania
Mineo
Misterbianco
Motta Sant'Anastasia
Palagonia
Paternò
Ramacca
Santa Maria di Licodia
Scordia
Randazzo (limitatamente all'area denominata "Isola di Spanò").
I frutti di "Arancia rossa di Sicilia" all'atto dell'immissione al consumo rispondere a caratteristiche specifiche tipiche della varietà cui appartengono.
Tarocco
forma: obovata o globosa, con base più o meno prominente ("Muso" lungo o corto)
colore della buccia: arancio con parti colorate in rosso granato più o meno intenso;
colore della polpa: arancio con screziature rosse più o meno intense in relazione all'epoca di raccolta;
calibro: minimo 10 (diametro 60/68 mm);
resa in succo: minima 40%, determinata mediante spremiagrumi con birillatrice;
contenuto di solidi solubili totali nel succo: minimo 10,0 espresso in gradi Brix;
rapporto di maturazione: minimo 7,0, determinato come rapporto Brix/acidi, esprimendo gli acidi come acido citrico anidro.
Moro
forma: globosa o ovoidale;
colore della buccia: arancio con sfumature più intense su un lato del frutto;
colore della polpa: interamente rosso vinoso a maturazione avanzata;
calibro: minimo 10 (diametro 60/68 mm);
resa in succo: minima 40%, determinata mediante spremiagrumi con birillatrice;
contenuto di solidi solubili totali nel succo: minimo 10, espresso in gradi Brix;
rapporto di maturazione: minimo 6,5, determinato come rapporto Brix/acidi, esprimendo gli acidi come acido citrico anidro. Può essere tollerato il rapporto di 5,5 per i frutti raccolti nel mese di dicembre;
Sanguinello
forma: globosa o obovata;
colore della buccia: arancio con sfumature rosse;
colore della polpa: arancio con screziature rosse;
calibro: minimo 10 (diametro 60/68 mm);
resa in succo: minima 40% determinata mediante spremiagrumi con birillatrice;
contenuto di solidi solubili totali nel succo: minimo 10,0 espresso in gradi Brix;
rapporto di maturazione: minimo 8,0 determinato come rapporto Brix/acidi, esprimendo gli acidi come acido citrico anidro.


9 FRUTTA (2^ Edizione)

 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



MARMELLATA DI AGRUMI


MARMELLATA D'ARANCE SICILIANE
Le arance sono un frutto tipicamente siciliano, il loro colore solare e brillante è indicatore della bellezza dell'isola. Per poterle gustare tutto l'anno ve le proponiamo trasformate in marmellata, ideale per una sana prima colazione o merenda oppure per realizzare golosi dolci. Se siete amanti dei formaggi potete anche abbinarla a formaggi pecorini stagionati come il secondo sale.
Ingredienti: polpa di arancia 50%, scorza di arancia 10%, zucchero 39%, succo di limone 0,5%, gelificante: pectina 0,5%

MARMELLATA DI AGRUMI LAZIALE PAT
La marmellata di agrumi si può ottenere utilizzando arance amare o bionde o mandarini o clementini o limoni. Dopo aver lavato, sbucciato e tagliato i frutti, si aggiunge gradatamente la quantità di zucchero corrispondente al peso degli agrumi, aggiungendo ogni sei frutti anche una buccia e si lascia cuocere. Il composto viene, poi, messo in barattoli di vetro a chiusura ermetica e si conserva per tre anni. Le marmellate erano preparate sia per conservare un prodotto facilmente deperibile come la frutta, sia per la preparazione dei dolci. La conservabilità è garantita dalla lunga cottura a cui si sottopone il prodotto e dalla presenza dello zucchero. La confettura di questo tipo di marmellate si è diffusa intorno agli anni '50.

MARMELLATA DI BERGAMOTTI CALABRESI PAT
Bergamotti - ori di Calabria (solo nella zona jonica costiera, nella provincia di Reggio Calabria, hanno il loro habitat e pur essendo coltivati anche in Costa d'Avorio, Argentina, Brasile, la qualità dell’essenza non è comparabile con quella dei bergamotti calabri), aprendone la scatola di legno, a mo’ di forziere, un aroma inebriante si spande per tutta la casa, come un tempo accadeva quando esploratori o commercianti, di ritorno dall’Oriente o dalle Americhe, dopo lunghi e rocamboleschi viaggi, portavano con sé spezie o frutti sconosciuti di cui facevano dono ai loro filantropi Quale uso migliore fare, di questi tesori?

MARMELLATA DI BERGAMOTTO
Ingredienti: 2 kg bergamotti (pesati senza scorze), 1,600 kg zucchero
Preparazione
Lavare e pelare a vivo i bergamotti e tagliarli a tocchetti. Travasare il tutto in una pentola capace, unirvi lo zucchero e fare andare sul fuoco, rimestando di tanto in tanto, fino ad aumentarne la frequenza quando si avvicina il momento dell’ebollizione. Cuocere per 1 ora circa. Spegnere e invasare la marmellata ancora calda nei vasetti sterilizzati (posti a freddo in una pentola capace piena d’acqua e portati ad ebollizione), chiudendo con la relativa capsula ed infine capovolgerli.

MARMELLATA DI CEDRI CALABRESI PAT
Il cedro è un agrume profumatissimo, anche se una parte consistente, quella bianca, deve essere scartata per la marmellata di cedro.
Ingredienti:
1 cedro di 800 gr. per ricavare circa 500 gr di marmellata, 400 gr di zucchero.
Preparazione
Sbucciare il cedro della parte gialla e tagliare sottilmente il frutto togliendo i semi. Mettere in una terrina capiente le fettine intervallate dallo zucchero e finire con lo stesso. Mettere in frigo e lasciare tutta la notte. Si formerà tanto succo quasi da ricoprire le fette di cedro a filo. Fate bollire per 15 minuti le bucce inserendole da acqua fredda, buttate l’acqua e rifatelo per altre 2 volte, poi scolate le bucce e lasciatele da parte, questo per togliere quasi totalmente l’amarognolo della buccia. La mattina successiva, versate il succo e il frutto in una pentola d’acciaio, inserite anche le bucce e portate a bollore, lasciate bollire a fuoco medio 15 minuti, poi spostate dal fuoco e con il mestolo bucato prelevate il frutto e frullatelo tanto quanto preferite averlo fine. Dopo aver frullato rimettete sul fuoco nello sciroppo e lasciate bollire per altri 5 minuti. Ora potete invasare nei vasetti sterilizzati.

MARMELLATA DI CLEMENTINE CALABRESI PAT
Ingredienti: 1 kg di Clementine di Calabria, 800 g di zucchero
Preparazione
Lavate bene le clementine, asciugatele, quindi togliete tutta la scorza, facendo attenzione a non prelevare anche la parte bianca amara, e tagliatela a julienne molto sottile. Pelate i frutti al vivo, eliminando cioè la pellicina che riveste gli spicchi, e tagliateli a fettine. Ponete sul fuoco una casseruola con acqua; appena si alzerà il bollore, immergete le scorzette di clementine e fatele bollire per 15 minuti, quindi scolatele bene.Preparate uno sciroppo con 0,5 l di acqua e lo zucchero, unite la polpa e le scorzette delle clementine e fate cuocere per circa un’ora a fuoco dolce, mescolando spesso. Quando la marmellata sarà pronta, versatela subito nei vasetti sterilizzati e caldissimi, chiudeteli immediatamente, capovolgeteli e fateli raffreddare lentamente in questa posizione prima di utilizzarla.

MARMELLATA DI LIMONI CALABRESI PAT
La marmellata di limoni è un'ottima variante della marmellata classica, fatta con le arance. Il riposo in acqua dei limoni, li rende più dolci. Prodotto naturale. Non contiene gelificante e addensanti. Portato a consistenza solo attraverso una lenta cottura.
Ingredienti: Zucchero, succo di limone.

MARMELLATA DI MANDARINI CALABRESI PAT
Da Mandarini calabresi selezionati nasce questo prodotto sano e genuino, ottima per la prima colazione, o per la merenda. Prodotto realizzato da ricetta della nonna, senza coloranti e conservanti. Solo frutta e zucchero.


12 CONSERVE (2^ Edizione)

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.