Limone di Sorrento è
un prodotto ortofrutticolo italiano a Indicazione geografica protetta.
Questo frutto è un
limone femminello, e si differenzia dai limoni della vicina costiera amalfitana
per le diverse modalità di coltivazione e per proprietà organolettiche
differenti (il limone di Amalfi appartiene inoltre ad una categoria diversa, lo
sfusato). Viene coltivato sulla penisola sorrentina, in particolare nei comuni
Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant'Agnello, Sorrento, Vico Equense,
oltre che nell'isola di Capri, con i due comuni Capri ed Anacapri.
Il Limone di Sorrento
IGP presenta particolari tecniche di produzione, basate sulla coltivazione
delle piante sotto le "pagliarelle", ossia stuoie di paglia
appoggiate a pali di sostegno di legno per coprire le chiome degli alberi, allo
scopo di proteggere gli alberi dal freddo e dal vento e per ritardarne la
maturazione (anche questo aspetto è tipico della produzione riconosciuta come
IGP).
Nella limonicoltura
di tutta la Campania, quella sorrentina (che comprende anche l'isola di Capri)
è la maggiore, anche rispetto a quella amalfitana: rappresenta infatti il 35%
della superficie investita e il 40% del prodotto, ovvero circa 600 ettari e 130.000
quintali (sui 327.000 dell'intera regione).
Come nell'area
amalfitana, i limoneti sorrentini sono spesso definiti "giardini di
limoni".
Il femminiello
sorrentino viene molto adoperato in cucina, per condire piatti tipici della
penisola sorrentina: antipasti, primi piatti, contorni e secondi piatti, dolci
(come il babà al limone), e persino il caffè di limone, più o meno come avviene
nella costiera amalfitana con il suo tipico sfusato. E proprio come il limone
amalfitano, quello sorrentino è molto adoperato anche per preparare il
limoncello, liquore a base di limoni che nasce proprio tra le zone di Capri,
Amalfi e Sorrento.
La presenza dei
limoni nell'area sorrentina è certificata da documenti storici del 1500 d.C. ma
antenati dell'attuale ovale sorrentino risalgono all'epoca dei romani: infatti
negli scavi di Ercolano e Pompei sono stati rinvenuti numerosi dipinti che
raffigurano limoni molto simili a quelli odierni di Sorrento sulle tavole degli
antichi romani.
Bisogna però
attendere il 1600 per avere la certezza della coltivazione di questi frutti in
forma specializzata, come risulta dagli atti dei padri gesuiti della zona.
Esiste ancora uno dei primi fondi coltivati, chiamato “Il Gesù” dai padri
gesuiti locali, che è posto nella Conca di Guarazzanno cioè tra i comuni di
Sorrento e Massa Lubrense: secondo molti storici è per questo motivo che il
limone viene talvolta definito sorrentino e altre volte massese.