mercoledì 24 agosto 2022

GRATTUGIA


Grattugia manuale
La grattugia è un utensile usato in cucina per ridurre gli alimenti in briciole o striscioline. L'azione di staccare piccole particelle viene eseguita da dentini affilati. Le grattugie sono costruite in metallo, oggi principalmente in acciaio inox, plastica, porcellana e in gres con dentellature e fori di molte dimensioni, in relazione al tipo di materiale da grattugiare e alla finezza delle particelle in cui lo si vuole ridurre.
La grattugia tradizionale italiana è quella usata per grattugiare il parmigiano, quelle più vecchie erano realizzate forando con un chiodo una lamiera metallica: le punte che si vengono a formare sul retro, dopo che la punta del chiodo aveva rotto la superficie e il corpo del chiodo passando le aveva deformate lasciandole in posizione perpendicolare alla lamiera, staccano particelle di formaggio che cade nei fori finendo direttamente sui cibi o nel cassetto sottostante.
Grattugia Elettrica
La grattugia elettrica è un elettrodomestico sempre più diffuso e su questo sito cerchiamo di aiutare a scegliere la migliore grattugia elettrica per le proprie esigenze.
Spesso compriamo il formaggio già grattugiato per migliorare il gusto della nostra pasta, pizza, o di qualche altro piatto, ma niente batte la qualità e il gusto del formaggio grattugiato fresco cosparso appena prima di servire. Le grattugie per formaggio di piccole dimensioni possono convenientemente essere utilizzate sul bancone della cucina o al tavolo e fornire tutto il formaggio grattugiato di cui si può avere bisogno. Ma a volte, utilizzarle può diventare stancante. In questi casi entra in gioco la grattugia elettrica, questo accessorio da cucina permette di inserire un pezzo di formaggio in un vano e risulta essere il tamburo rotante in acciaio inox a fare il lavoro.
Il vantaggio delle grattugie elettriche è che si può grattugiare una maggiore quantità di formaggio senza sforzo. Inoltre, alcune grattugie elettriche sono unità ricaricabili senza fili, e si può liberamente grattugiare il formaggio a tavola senza essere disturbati dai cavi elettrici. Infine, le grattugie elettriche possono essere molto versatili in quanto possono facilmente e rapidamente grattugiare anche altri alimenti, come l’aglio, lo zenzero, noci varie, cioccolato, pane secco per briciole.

Le migliori grattugie di formaggio elettriche sono state progettate per facilitare e velocizzare il lavoro nella vostra cucina. Tuttavia, il mercato è affollato con diversi prodotti che offrono differenti funzionalità. Essi sono dotati di caratteristiche specifiche diverse per servire a diversi scopi. Mentre alcune sono a rotazione, altre risultano essere a pressione. Poi c’è la dimensione. La dimensione del foro differisce anche a seconda del tipo di formaggio che si desidera grattugiare.



17 CORREDO DA CUCINA (2^ Edizione)
  

Corredo da cucina.In queste 180 pagine ho raccolto oltre 200 schede di prodotti e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Cosa è indispensabile per cucinare? Una scelta ragionata delle attrezzature e delle modalità d'uso per preparare e servire ottimi pasti. Non limitiamoci a ciò a cui siamo abituati. Se stimoliamo al meglio la nostra casalinga (o il nostro casalingo) lui ci darà il meglio.


BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



CHINOTTO DI SAVONA

Il Citrus myrtifolia, comunemente detto chinotto, è un agrume del genere Citrus (famiglia Rutaceae). La sua origine non è esattamente accertata. Prevale l'opinione che si tratti di una mutazione dell'arancio amaro che col tempo si è sviluppata nella specie oggi conosciuta.
L'albero raggiunge al massimo i 3 metri e ha rami spesso diritti con ramificazioni brevi e compatte. Le foglie sono piccole, coriacee, e ricordano quelle del mirto, da cui il termine specifico derivato dal latino.
Il fiori sono piccole zagare bianche che crescono sia in gruppi alle estremità dei rami, sia pure con singoli fiori vicini allo stelo. Questo particolare rende la pianta molto piacevole a vedersi, per cui viene spesso coltivata in vaso come pianta ornamentale.
I frutti, arancioni nella maturità, sono piccoli e schiacciati ai poli, hanno un succo molto amaro e acido. Come la maggior parte degli agrumi, anche i chinottini possono aspettare a lungo sulla pianta prima di venir colti. Sembra anzi che al chinotto spetti il primato, dato che si dice possa rimanere sul ramo fino a due anni. Normalmente i frutti maturano alla metà di giugno. La pianta teme il freddo.
Il chinotto deve il suo nome alla Cina, luogo da cui sarebbe stato importato verso la fine del '500 o all'inizio del '600 da un livornese o savonese. Secondo alcuni ricercatori invece la pianta sarebbe originaria del Mar Mediterraneo dove si sarebbe sviluppata a seguito di una mutazione gemmaria dell'arancio amaro. In questo caso il nome potrebbe significare soltanto che si tratta di un frutto "di tipo cinese". Attualmente, non ci sono notizie su alcun tipo di coltivazione del chinotto nei paesi asiatici. All'infuori dell'Italia (Liguria, Toscana, Sicilia e Calabria), la sua presenza si limita alla Costa Azzurra francese.
La pianta produce piccoli frutti amari, tradizionalmente usati per produrre marmellate, canditi e sciroppi.
In Europa fu tradizionale, alla fine del 1800 e fino al 1918, (la cosiddetta Belle époque), un uso esteso dei frutti immaturi (1-2,5 cm di diametro), parzialmente trattati per ridurre il sapore amaro e sciroppati in soluzioni zuccherine; furono consumati assieme a bevande alcoliche (come i vini all'assenzio), come aperitivo; il prodotto sciroppato è ancora in vendita. I frutti, dei quali esistevano estese coltivazioni in Italia (principalmente nella Riviera Ligure), erano esportati in vari paesi europei.
Il succo di chinotto è componente in molte bevande digestive e in amari. La maggior parte di esso viene comunque impiegata per la produzione dell'omonima bevanda, conosciuta in Italia appunto come chinotto e a Malta come kinnie.

Tra gli agrumi liguri una particolare attenzione vogliamo dedicare al Chinotto di Savona Citrus myrtifolia il chinotto è un alberello sempreverde, originario della Cina e della Cocincina. I frutti, disposti a grappoli, sono di piccole dimensioni (meno di g 50), della grandezza di una grossa albicocca, sferici, ma alquanto appiattiti alla base, apireni o con semi piccoli. La buccia sottilissima è di colore giallo-arancio, intensamente profumata; la polpa si presenta gialla, poco sugosa, leggermente amara e con 8-10 spicchi. Il chinotto è ritenuto una mutazione (gemmaria) dell'arancio amaro. La coltura più estesa, che ha fama mondiale, è quella che si fa in Liguria, nel territorio di Savona, da circa tre secoli. Qui i chinotti si estendono in una zona litoranea dai 2 ai 300 metri sul livello del mare, tra Varazze e Finale, spingendosi nelle vallate retrostanti. Il chinotto si innesta su melograno o sul Poncirus trifoliata. La produzione del chinotto ha inizio dopo quattro anni dalla messa a dimora. La raccolta dei frutti è scalare: da metà settembre a tutto dicembre, cogliendo un terzo di frutti verdi e due terzi di frutti gialli e aranciati. In media una pianta può dare, nel periodo medio di produttività, 400-500 frutti delle diverse dimensioni e dei diversi gradi di maturazione. Commercialmente i frutti si classificano in regolari (da 18 grammi in su), medi (9-17 g), piccoli (meno di 9 g). I frutti vengono confezionati in vari modi: sciroppati, canditi, al liquore, in elisir, come marmellata e come mostarda. Mentre l'esportazione di chinotti era un tempo molto attiva verso l'Inghilterra, le Americhe e soprattutto la Francia (che, fino a non molti anni fa, da sola assorbiva i tre quarti della produzione ligure), attualmente tale commercio si è praticamente estinto.



18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 

In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.


9 FRUTTA (2^ Edizione)

 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

GELATINA DI THE ALLE PESCHE

The,
Pesche,
Colla pesce,
Cannella
Preparate del the Earl Grey ( ve ne servirà un bicchiere). Sbucciate le pesche e tagliatele a dadini. Mettetele in un pentolino e fatele cuocere con un bicchiere circa di the fino a quando saranno morbide (eventualmente aggiungete altro the se dovessero attaccarsi). Quando saranno tenere, toglietele dal fuoco e frullatele lasciando ancora qualche pezzetto. Rimettete nel pentolino, aggiungete la colla di pesce stemperata in un goccio di acqua, la cannella e fate bollire per 3'. Versate il composto in tre bicchierini, mettete in frigo a raffreddare per qualche ora, quindi servite.


12 CONSERVE (2^ Edizione)


 

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). 
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.



BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


Melanzana tonda genovese


La melanzana tonda genovese (Solanum melongena), è una varietà tonda di piccole dimensioni. Di buona produttività, forma frutti tondeggianti, viola scuro, lucidi, che vengono raccolti per confezionare le tipiche melanzanine ripiene, tradizionale piatto ligure dell'estate. Ma cosa sono le melanzane e da dove vengono? La Mala Insana, che nomaccio, arrivò dalle Indie, ma suscitò timori sia per la sua forma simile a quella della mandragola sia per il colore, viola, raro tra le piante commestibili: non a caso il suo stesso nome sembra vuol dire frutti malsani. Ma chi non ne fu spaventato ed assaggiò le melanzane ne scoprì la bontà, e la melanzana diventò uno dei più apprezzati piatti della cucina estiva. Tra i suoi estimatori c’è un personaggio popolare di tutto rispetto, Barudda, noto burattino oriundo protagonista di mille avventure teatrali, che immancabilmente chiede come premio per ogni suo di atto eroismo un tegame di melanzane ripiene. A fine stagione i frutti sono raccolti di dimensioni molto piccole e sono ricercatissimi per essere confezionati sott'olio e conservati per l'inverno. La zona di produzione è principalmente l’entroterra genovese. È coltivata in orti irrigui, soleggiati e a tessitura sciolta. Il ciclo di produzione può essere primaverile sotto copertura ed estivo, fino a prolungarsi nell'autunno, in zone particolarmente riparate e dal clima mite.



18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

10 ORTAGGI (2^ Edizione)

 

Ortaggi. In queste 360 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Ortaggi, che spettacolo vedere i banchi dei prodotti dell'orto traboccare di colori in ogni stagione. Ed i sapori? In cucina lo spettacolo visivo si muta in spettacolo aromatico. Senza giungere agli eccessi di una dieta vegetariana sbilanciata, gli ortaggi sono salute... e risparmio. In ogni stagione la verdura sta sulla nostra tavola. Ma una conoscenza più approfondita ci fa scoprire che ogni tipo di ortaggio ha molte varianti. Si deve conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro ortolano di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.

Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

COGNA'


La Cognà (pronuncia cugnà) è una specialità culinaria originaria del Piemonte e specificamente delle Langhe. A metà strada tra una salsa ed una marmellata, si tratta essenzialmente di una preparazione a base di uva e altri ingredienti che possono comprendere mele renette/golden, nocciole, pere madernassa, mele cotogne, fichi secchi (anche freschi), albicocche secche, chiodi di garofano, cannella, frutta secca (mandorle, noci) e un poco di zucchero. Il tutto va fatto bollire fino a consumare circa la metà del volume ottenendo una salsa della consistenza della marmellata che si conserva per mesi. La cognà è ottima per accompagnare le carni bollite, tra cui i bollito misto alla piemontese, i formaggi e la polenta.


11 SALSE (2^ Edizione)

 

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

ORIGANO


L’origano è probabilmente l’erba aromatica più conosciuta e utilizzata della cucina mediterranea. E’ un ingrediente fondamentale in molti piatti, specialmente dell’Italia meridionale, quali: la Pizza napoletana, la celeberrima “Caprese”, la carne alla “Pizzaiola” e molti altri. Si sposa particolarmente bene con i piatti a base di pomodoro, in special modo in insalata.
STORIA DELL’ORIGANO
Il nome deriva dal greco Origanos composto da Oros, montagna, e da Ganos, “delizia, bellezza, gioia”, con il significato quindi di: “bellezza di montagna”. Nell’antica Grecia si lasciavano pascolare le pecore e le capre nei campi di origano perché una dieta ricca di quest’erba rende le carni e il latte particolarmente gustosi.

Gli Egizi, oltre a servirsene per la conservazione delle mummie, lo utilizzavano per unguenti e per il massaggio del corpo dopo il bagno. Secondo il filosofo greco Aristotele (384-322 a. C.) le tartarughe, dopo aver placato la loro fame mangiando un serpente, dovevano ingerire subito dopo dell’origano, altrimenti sarebbero morte. I Romani usavano l’erba sia in cucina che in molte ricette medicinali. Plinio lo consigliava bollito, in impacchi, per contusioni e mal di denti; mescolato con miele e nitro, scriveva, avrebbe reso bianchi i denti. Per curare la gola infiammata si applicava un trito con noce di galla e miele, mentre la cura della milza consisteva in foglie di origano mescolate con miele e sale. Chi era stanco si aiutava con un unguento frizionato su tutto il corpo, stando però attento a non bagnare il ventre. Impiastri con fichi abbrustoliti e origano, facevano scoppiare i foruncoli. Comune a tutte le varietà di origano era la proprietà di tenere lontano i serpenti e con l’origano stesso venivano curate le persone morse dalle vipere.
Nel Medioevo gli uomini calvi si frizionavano il cuoio capelluto con il suo olio perché credevano- o speravano- che facesse ricrescere i capelli. Nell’età Moderna era lodato come antidoto contro la “malattia nera dell’anima” cioè la depressione, tanto che in alcuni vecchi detti tedeschi lo si ritrova con il nome di “erba del buon umore”.
LE 4 SPECIE DI ORIGANO PRESENTI IN ITALIA
L’origano è spontaneo in gran parte dell’Europa e dell’Asia Occidentale e Centrale, ma le piante che crescono nelle regioni mediterranee hanno aroma assai più intenso e deciso.
Infatti, in Italia sono presenti 4 specie di origano:
1) Origano comune (Origanum vulgare)
2) Origano meridionale (Origanum heracleoticum)
3) Origano maggiorana (Origanum majorana)
4) Origano siciliano (Origanum onites)
L’Origano meridionale (Origanum heracleoticum), presente esclusivamente nel Sud Italia, è quello maggiormente apprezzato.
ORIGANO COMUNE (Origanum vulgare)
L’origano comune è una pianta erbacea perenne con odore penetrante, alta 20-40 cm, con fusto strisciante, poi ascendente, villoso, ramoso e spesso arrossato in alto. Le foglie sono ovato-lanceolate, brevemente picciolate, spesso asimmetriche alla base, dentellate al bordo. I fiori sono raccolti in dense pannocchie terminali arrotondate, le brattee inferiori sono simili a foglie; quelle superiori sono di colore violaceo; il calice ha cinque denti uguali, tubo lanuginoso all’interno, corolla a due labbra, più lunga del calice, di colore porpora.
Habitat. boscaglie rade, cespuglieti, rupi soleggiate da 0 a 1400. In Abruzzo si spinge fino a 1700 metri.
Fioritura. da giugno a settembre.
Distribuzione. E’ presente in tutto il territorio: comune in Italia Settentrionale e Centrale e Corsica (manca nella Padania); raro in Italia Meridionale fino alle Murge e Pollino, Sicilia e Sardegna.
Variabilità. Vengono distinti individui (più raramente intere popolazioni) con spighe allungate, prismatiche (generalmente indicate come subsp. prismaticum Gaudin) oppure ridotti in ogni parte con foglie ellittiche (7-13 x 10-20 mm: O. umile Miller) oppure con foglie decisamente glauche nella pagina inferiore (var. semiglauca Boiss). Secondo il Pignatti si tratta di variabilità casuale. Più difficile l’interpretazione di popolazioni con brattee e calice verdi, che si prestano a confusione con O. heracleoticum. 
Nomi comuni e dialettali: l’origano comune è chiamato anche Arigano, Rigano, Rianu, Acciughero, Maggiorana selvatica, Cornabusa, Erba acciuga, Menta bastarda. Nel dialetto abruzzese è chiamato arechète, origane, pilare, pulire, rièneca, richine. Nell’Alto vastese è chiamato pelàje o peleje. In inglese è chiamato: wild marjoram; in francese: origan; in tedesco: Dost.
ORIGANO MERIDIONALE (Origanum heracleoticum)
Fusto eretto, generalmente arrossato, irto di peli bianchi, patenti o riflessi. Le foglie maggiori con picciolo di circa 5 mm e lamina ovata (12-18 x 22-27 mm), ottusamente dentellate, glabre di sopra, di sotto tomentose sui nervi. L’infiorescenza è poco addensata; le brattee (2-3 mm) sono verdi, coperte di sopra da ghiandole puntiformi dorate, lucide, verdi nel resto; calice 2-3 mm; corolla bianca o rosea 4 mm.
Habitat. Boscaglie rade, cespuglieti da 200 a 1400 m.
Fioritura. Da giugno ad agosto.
Distribuzione. Comune in Italia Meridionale, Sicilia e Sardegna. Segnalato anche nell’Appennino romagnolo, Toscana, Marche e Lazio, ma da confermare.
ORIGANO MAGGIORANA (Origanum majorana)
Detto anche semplicemente Maggiorana o Persia.Pianta perenne, di origine asiatica e ampiamente coltivata in tutta Italia. Fusto pubescente, foglie ovate o ovato lanceolate (generalmente 5-10 x 8-20 mm), picciuolate, con base ottusa o arrotondata; corolla bianca o rosea.
Habitat. Incolti, bordi di vie.
Fioritura. Da giugno a settembre.
Distribuzione.Comunemente coltivata e subspontanea presso gli orti in tutto il territorio italiano.
ORIGANO SICILIANO (Origanum onites)
Fusto eretto, legnoso alla base, ramoso-corimboso nell’infiorescenza, con fitti peli papillosi di 0,1-0,2 mm e sparse setole patenti di 1,0-1,5 mm. Foglie sessili o quasi ovate o subrotonde (4-9 x 7-9 mm), troncate o cordate alla base. Spighe dense, ovate (5-6 x 7-9 mm); brettee ovali rombiche, le inf. di 3 x 4,5 mm, cigliate sul bordo; calice 2-3 mm; corolla bianca (gialla nel secco).
Habitat. Rupi, muri, incolti aridi da 0 a 300 m
Fioritura. Da maggio a luglioDistribuzione. Sicilia orientale fra Catania e Siracusa. Specie rara



QUANDO SI RACCOGLIE E COME ESSICCARE L’ORIGANO?

L’Origano si può raccogliere tutto l’anno ma per quello destinato alla conservazione è consigliato raccogliere le foglie e i fiori tra giugno e agosto, prima dell’apertura dei fiori. Sembra che le piante di origano a fiore bianco siano maggiormente aromatiche rispetto a quelle con fiore roseo o violaceo. L’aroma dell’origano si intensifica con l’essiccazione. Le foglie vanno essiccate al caldo e all’ombra; le sommità fiorite, raccolte in mazzetti, si essiccano a testa in giù in luoghi ombrosi e ventilati. Una volta essiccate, si “spelano” i fusti (a mano o con l’aiuto di un mortaio), le foglioline sminuzzate e le sommità fiorite. L’operazione deve essere effettuata il più rapidamente possibile in quanto le sostanze aromatiche volatili si disperdono facilmente, compromettendo la qualità.L’origano si conserva preferibilmente in barattoli di vetro; in alternativa si può conservare in un sacchetto di carta o in un recipiente chiuso ermeticamente.


 12 CONSERVE (2^ Edizione)

 

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


OLIO LAMETIA


Lametia (DOP) è un olio d'oliva a denominazione di origine protetta, secondo la norma europea Reg. CE n. 2107/99 (GUCE L.258 del 05.10.1999). Solo l'olio d'oliva prodotto secondo le regole raccolte nel disciplinare di produzione può fregiarsi del marchio.
Le caratteristiche dell'olio d'oliva extravergine Lametia: sapore e odore fruttato, colore dal verde al giallo paglierino, acidità massima totale espressa in acido oleico, in peso, non eccedente grammi 0,5 per 100 grammi di olio, polifenoli totali: >=170
L'olio Lametia viene prodotto mediante la spremitura di olive sane, raccolte nei territori della piana di Lamezia. Per tale operazione sono ammessi dal decreto solamente processi fisici e meccanici che conservino il più possibile le caratteristiche originarie del frutto. I passaggi del sistema produttivo, seguenti alla raccolta (che deve avvenire in tempi brevi al giusto grado di maturazione), sono: selezione dei frutti sani, lavaggio, defoliazione, eliminazione dei corpi estranei, molitura, gramolazione e separazione.
La conservazione del Lametia deve avvenire in luoghi freschi e asciutti, lontani da fonti di calore. Anche la temperatura deve essere controllata, rimanendo compresa fra i 14 e i 20 °C. In queste condizioni il prodotto può mantenere le sue qualità inalterate per oltre 18 mesi. Le basse temperature possono inoltre portare l'olio al congelamento: in tal caso è sufficiente riportare il recipiente in cui è conservato l'olio a temperatura ambiente.
L'olio d'oliva Lametia può venire utilizzato prevalentemente per accompagnare grigliate di pesce e carne o verdute bollite e insalate, oltre che piatti tradizionali della cucina calabrese e italiana in genere.


13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


 

Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.

Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).