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giovedì 15 settembre 2022

OTTENERE ACQUA POTABILE DALL'ARIA

Acqua, cosa di più puro, limpido, cristallino, dissetante, carente, a rischio? La desertificazione e l’aumento delle temperature su scala globale colpiscono direttamente ampie zone del pianeta (non solo quelle classificate come “terzo mondo”, ma già investe il bacino del Mediterraneo) dove l’accesso all’acqua, e ancor più a quella potabile, è interdetto, con conseguenze gravi sulle popolazioni locali. Il World Water Forum ha dichiarato che nel mondo una persona su nove non ha accesso all’acqua potabile (840 milioni di persone) e una su tre non può usufruire dei servizi igienici (2,3 miliardi di persone). Si stima che entro il 2050 circa metà della popolazione mondiale vivrà in condizioni di stress idrico, complice anche il cambiamento climatico. La mancanza d’acqua va di pari passo con quella di igiene, una delle principali cause di morte al mondo specie per i bambini, poiché il consumo di acqua contaminata è la principale causa della diarrea. L’accesso a fonti non sicure come i pozzi, una delle strategie economiche “classiche” per garantire l’accesso all’acqua, oppure la raccolta di acque piovane espone al rischio di diffusione di malattie molto gravi.

Ma come “produrre” acqua potabile in maniera sostenibile? 

Una soluzione è quella di SEAS, acronimo di Société de l’Eau Aérienne Suisse - una startup di sviluppo ingegneristico di alto livello con sede a Riva San Vitale, Ticino, Svizzera -, che ottiene dall’aria acqua di elevata qualità ad uso umano, industriale (acqua distillata), agricolo per le serre e per altri svariati impieghi.

La soluzione del Water Service Provider di SEAS, presentato ad Expo 2015, risponde alle criticità proponendo un macchinario sicuro, duraturo, con approvvigionamento inesauribile. Infatti l’acqua viene estratta dall’umidità dell’aria grazie a un sistema di filtro a 30°C. Un requisito questo che la rende assolutamente sicura, paragonabile all'acqua distillata, cioè sterile, con totale assenza di organismi viventi (batteri, protozoi, virus, spore). Al momento della produzione, l’acqua è addirittura “bisterile” cioè paragonabile a quella iniettabile per uso farmaceutico. Viene quindi mineralizzata ed è pronta da bere e fornita alla popolazione di un determinato territorio. 

Il neo del sistema è, per ora, che i costi sono ancora alti. Il progetto applicato a Opuwo, nella regione di Kunene in Namibia, dalla Fondazione HumaCoo onlus, ammonta a 170.000 €. Si tratta di un’area in cui il clima è più arido e dove la mancanza di accesso all’acqua ha conseguenze più gravi. Il Water Service Provider SEAS collocato in una scuola, produce 2.500 litri di acqua al giorno e sopperisce ai bisogni di 600 ragazzi e oltre 3000 persone dell’intera area, perché la struttura è già diventata un punto di riferimento idrico per tutti. Nel campus sono stati formati due operatori che seguono la manutenzione del macchinario e gestiscono la distribuzione dell’acqua, mentre le problematiche più importanti vengono gestite direttamente da SEAS poiché ogni macchina è collegata via satellite.

Si tratta di un modello applicabile in qualsiasi parte del mondo sia per privati che per strutture collettive, come ospedali oppure mense scolastiche. Il nuovo progetto di una ‘fabbrica di acqua’ sorgerà a Maputo, in Mozambico, con l’obiettivo di unire profit e non profit per produrre 4 milioni di litri d’acqua all’anno, da vendere alle attività dell’area e distribuire a chi ne ha bisogno (gratuitamente con speciali tessere di accesso).

Sempre in Mozambico partirà in autunno un secondo progetto che coinvolge HumaCoo, SEAS, le Nazioni Unite, attraverso l’UNIDO, ovvero l’agenzia che si occupa dello sviluppo industriale e altri partner commerciali. L’attività prevede la costruzione e fornitura di 10 casette dell’acqua complete di un Water Service Provider SEAS da 500 litri l’ora. 6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO


Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blog  HOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/