lunedì 29 agosto 2022

MACINACAFFE'


Il macinacaffè (detto anche macinino del caffè) è un piccolo utensile domestico che serve a polverizzare i grani del caffè.
Il macinacaffè così come concepito ai nostri giorni, funziona per mezzo della corrente elettrica e lavora in modalità semi-automatica. Nella parte superiore è costituito fondamentalmente da un grosso cilindro dove vanno depositati i grani del caffè, con all'interno due lame in acciaio oppure, nei modelli professionali, una macina elicoidale centrifuga, che servono per la frantumazione dei grani.
La parte inferiore è simile alla macchina da caffè, in cui sono presenti un pulsante per la sua accensione, una manovella per regolare la temperatura, una base dove porre una tazza, ed al suo interno le componenti elettroniche ed elettriche.


17 CORREDO DA CUCINA (2^ Edizione)
  

Corredo da cucina.In queste 180 pagine ho raccolto oltre 200 schede di prodotti e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Cosa è indispensabile per cucinare? Una scelta ragionata delle attrezzature e delle modalità d'uso per preparare e servire ottimi pasti. Non limitiamoci a ciò a cui siamo abituati. Se stimoliamo al meglio la nostra casalinga (o il nostro casalingo) lui ci darà il meglio.


BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).






CONFETTURA DI CASTAGNE MARCHIGIANE

La confettura di castagne (o confettura di marroni, o marronata, o marronita) è una crema dolce spalmabile ottenuta da una lunga lavorazione delle castagne.
Spesso è aromatizzata alla vaniglia e può anche contenere alcune tracce di liquore.
È in genere conosciuta anche come crema di marroni, nome però che secondo alcuni indicherebbe piuttosto la crema ottenuta da una lavorazione di pezzettoni di marron glacé.
La marmellata di castagne è stata registrata come prodotto agroalimentare tradizionale dal Lazio. Le Marche hanno invece registrato la composta di castagne.



 

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). 
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.



BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


AJVAR

 
ajvar

L'ajvar è una salsa molto diffusa nei balcani composta principalmente da peperoni, peperoncini, melanzane e aglio. A seconda della quantità di capsaicina presente può essere di varietà dolce, piccante o molto piccante. L'ajvar può essere spalmato sul pane e usato come condimento per carne, cevapcici e insalata. La parola ajvar deriva dal termine turco havyar che significa uova di pesce salate, e condivide tale origine con la parola caviale. La preparazione dell'ajvar è abbastanza complicata e richiede una certa quantità di lavoro manuale soprattutto per spellare i peperoni cotti. Il cultivar principalmente usato è un peperone chiamato roga, cioè cornuto, che è largo, rosso, a forma di corno, possiede una buccia relativamente facile da togliere e matura alla fine di settembre. Tradizionalmente viene preparata a metà autunno quando i peperoni sono più abbondanti, spesso la famiglia e i vicini si riuniscono per la preparazione. Cucinati su un piatto sopra la stufa o nel forno, i peperoni e le melanzane vengono fatti raffreddare in modo da facilitare l'operazione di rimozione delle bucce e dei semi. Successivamente vengono portati al mulino oppure sono fatti a pezzi. La poltiglia viene stufata in una grossa pentola per diverse ore con l'aggiunta di olio di semi di girasole e aglio. Infine vengono aggiunti sale e a volte anche aceto e vengono imbarattolati e sigillati in recipienti di vetro.


11 SALSE (2^ Edizione)


 

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

PEPE



Il pepe è una spezia che si ricava dalle piante del genere Piper, che appartengono alla famiglia delle Piperacee. La specie più importante, il Piper nigrum, è quella da cui si ricavano diverse varietà di pepe, fra cui il pepe nero e quello bianco, e tutte dal sapore piccante e dalle proprietà afrodisiache. Il termine "pepe" identifica inoltre il "pepe lungo" (Piper longum), meno apprezzato a causa del suo sapore bruciante.

Pepe nero

Il pepe nero è il tipo di pepe più diffuso viene prodotto dal frutto acerbo della pianta di pepe. I frutti vengono sbollentati brevemente in acqua calda sia per lavarli che per prepararli all'essiccamento. La rottura della polpa, durante l'essiccamento, velocizza l'annerimento del grano di pepe. I grani vengono essiccati al sole, o con appositi essiccatoi, per diversi giorni durante i quali i frutti si disidratano e anneriscono. Il pepe nero è spesso denominato secondo il luogo di produzione: India, Malabar, Malaysia, Indonesia ed altri paesi. Quando il pepe nero viene polverizzato assume una colorazione grigiastra dovuta al nero della polpa essiccata e al bianco del seme.

Pepe bianco

Il pepe bianco è dato dal solo seme del frutto. Si ottiene tenendo a bagno per circa una settimana il frutto del pepe, in questo modo la polpa si decompone e può facilmente essere eliminata. Rimosso il mesocarpo, il seme viene essiccato. Processi alternativi sono usati per rimuovere la polpa dal frutto compresa la rimozione della buccia essiccata dal pepe nero. Il pepe bianco viene utilizzato soprattutto nella preparazione delle salse colorate, dove il nero della polpa rimarrebbe visibile.

Pepe verde

Così come il nero, viene prodotto dal frutto acerbo. Nel procedimento di essiccazione viene trattato con diossido di zolfo in modo da mantenere il colore verde del frutto. Il pepe verde in salamoia è un pepe acerbo conservato in salamoia o sotto aceto. Nella cucina del sud est asiatico e in modo particolare nella cucina tailandese, viene comunemente usato il pepe acerbo in grani appena raccolto dalla pianta.

Piper longum

È costituito da spighette molto simili per sapore al pepe nero, ma di forma conica allungata, con numerose drupe, piccole, che non si separano. Si macina la spiga intera. Questo pepe è stato molto utilizzato nell'antichità e nel medioevo.

Piper cubeba

Chiamato comunemente pepe grigio produce grani di pepe tondi provvisti di una piccola coda.

Pepe rosa o falso pepe peruviano

È la bacca di colore rosa, dal gusto simile a quello del pepe, di un albero del genere Schinus.

Creola

Miscela di pepe bianco, pepe nero, pepe verde, pepe rosa e pimento.

Pepe garofanato

È il pimento, spezia erroneamente associata al pepe per via del suo nome (che in spagnolo significa appunto pepe).

Pepe di Sichuan

Bacche di una pianta asiatica del genere Zanthoxylum.


 12 CONSERVE (2^ Edizione)


 

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

OLIO RIVIERA LIGURE

PRODOTTO OLIO EVO Riviera Ligure DOP


Riviera Ligure è un olio extra vergine di oliva a denominazione di origine protetta.
La denominazione Riviera Ligure è associabile ad ognuna delle tre Riviere che costituiscono altrettante menzioni geografiche aggiuntive:
Riviera dei Fiori: È riservata all'olio extravergine di oliva ottenuto da oliveti coltivati[1] ad oliva taggiasca per almeno il 90%. Possono, altresì, concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore al 10%.
Riviera del Ponente savonese: È riservata all'olio extravergine di oliva ottenuto da oliveti coltivati a varietà taggiasca per almeno il 50%. Possono, altresì, concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore al 50%.
Riviera di Levante: È riservata all'olio extravergine ottenuto da oliveti coltivati a varietà lavagnina, razzola, pignola e la locale frantoio per almeno il 55%. Possono, altresì, concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore al 45%.

L’OLIO DELLA LIGURIA

L'origine dell’olivo, un albero capace di superare secoli se non addirittura un millennio di vita, è incerta. Per lungo tempo si è ritenuto che fosse il Medio Oriente, mentre ricerche più recenti indicano come più probabile culla i monti del Caucaso, le pendici dell'altopiano iraniano, le coste della Siria e della Palestina.
L'olivo era una pianta così stimata in epoca romana, che Lucio Giunio Moderato Columella, scrittore e agronomo latino del I sec. d.C., scrisse che olea prima omnium arborum est (l’olivo è il più importante degli alberi). Moderato è celebre per il suo trattato De re rustica, in dodici volumi, che ci è pervenuto integro, e rappresenta la maggiore fonte di conoscenza circa l'agricoltura romana, insieme ai lavori di Catone il Vecchio e Varrone. Suo zio Marco Columella, "un uomo astuto ed uno splendido fattore" (VII 2.30.), aveva condotto vari esperimenti a livello zoologico, tra cui anche incroci di specie, ed influenzò molto gli interessi del nipote. Columella, di campi se ne intendeva e molto; possedeva fattorie in Italia, nel Lazio, ad Alba Longa, e parla più volte della propria esperienza pratica in agricoltura. Noi di Alba Longa conosciamo soprattutto la guerra contro la Roma di Tullo Ostilio, risolta con lo scontro vinto dagli Orazi contro i Curiazi 3 a 2.
A differenza degli altri autori latini che si sono occupati di agricoltura, ricordati quasi esclusivamente per la loro importanza letteraria, che confondevano a vista un solco con un bifolco, e che una zappa in mano non sapevano cosa fosse, Columella occupa uno spazio importante nella Storia delle Scienze agrarie per l'approccio contemporaneamente scientifico e di consigli pratici dato alla materia. Per questo all'epoca dell'invenzione della stampa il trattato di Columella fu uno di quelli che ebbe più edizioni. Fu insomma il libro di testo su cui studiarono un sacco di colti contadini rinascimentali.
La diffusione dell'olivo in Liguria viene attribuita ai monaci Benedettini che si insediarono in epoca medievale ad Albenga sull’isola Gallinara, a Portofino ed a Porto Venere sull'isola del Tino. Furono loro ad insegnare alle popolazioni locali come rubare alla natura terra da coltivare, con la costruzione dei muretti a secco, nonché a divulgare e migliorare le tecniche di coltivazione nei loro orti monastici dove venne selezionata la cultivar Taggiasca che prende il nome da Taggia, suo luogo di origine.
La produzione medievale di olio in Liguria era comunque abbastanza modesta. Bisogna attendere la fine del XVI secolo per parlare di una prima industria olearia. Questa raggiunse la sua massima espansione tra il XVIII e il XIX secolo. L'olivo diventa in quest’epoca dominante nell’imperiese, mentre si presenta in coltura promiscua, in orti e vigne, nella Riviera di Levante.

La seconda metà del XX secolo segna una forte crisi nella olivicoltura ligure, che si protrae fino agli albori del XXI secolo. Solo nell’ultimo decennio si registra un’inversione di segno. Questa buona crescita va salutata con grande favore, non solo perché oggi lo porta ad essere un settore sempre più rilevante dal punto di vista economico, ma anche per l’importanza della funzione di tutela idrogeologica del territorio, grazie al contenimento dei versanti e per il valore paesaggistico che esso rappresenta nel contesto rurale: la crescita degli oliveti segnala una ritrovata identità territoriale esaltata nella sua originaria vocazione, collegandola direttamente colla sostenibilità turistica.
In Liguria l'olivicoltura occupa terreni di collina e bassa montagna, consentendo di ottenere oli di qualità pregiata e molto ricercati.

LE VARIETÀ DI OLIVO PRESENTI IN LIGURIA

Olivo Taggiasca
(Ponente ligure: Imperia e Savona)
Cultivar di olivo locale, il cui frutto viene utilizzato sia per la produzione di olio che per le olive in salamoia e la crema. Molto diffusa in Liguria. Alberi capaci di raggiungere un grande sviluppo in condizioni favorevoli, riscontrandosi olivi che raggiungono anche 15-16 metri di altezza. La chioma è molto ramificata, con rami tendenti ad assumere un portamento pendulo, caratteristico.
Le foglie sono allungate, regolari, di colore verde scuro, lucente nella pagina superiore e grigio-verdastro in quella inferiore. Le infiorescenze risultano allungate, spargole, provviste in media di 19-22 fiori.
Il frutto ha forma cilindrica, allungata, leggermente ingrossata alla base: a maturità presenta un colore nero violaceo, con polpa poco consistente e molto oleosa. L'olio rappresenta in media il 27%. Resa al frantoio 24%. Si presta anche per indolcimento.
Olivo Arnasca o Pignola
(Provincia di Savona)
Alberi di dimensioni inferiori alla Taggiasca. Fusto e ramificazioni non molto sviluppati; rami raccolti, sebbene con andamento disordinato.
Le foglie sono grandi, molto allungate, piegate a doccia, di colore scuro lucente superiormente e biancastre inferiormente (rapporto tra gli assi 1:4,3). i fiori si presentano riuniti in infiorescenze corte e serrate, provviste in media di 17 fiori.
Il frutto è piuttosto piccolo, tondeggiante, di colore nero, a maturazione piuttosto tardiva. La polpa risulta consistente, con un contenuto in olio del 25%. Resa industriale media del 22%. Produce abbondantemente e costantemente. Resiste alle basse temperature ed è poco esigente. È apprezzata dagli olivicoltori per la resistenza al freddo, la costante produttività e la buona qualità dell'olio.
Olivo Colombaia
(sinonimi Colombara, Culombera)
(Provincia di Savona)
Cultivar di olivo locale utilizzata per la produzione di olio. Alberi di limitato sviluppo, provvisti di una chioma serrata, raccolta in ciuffi terminali. Le foglie sono piccole, di colore verde superiormente e bianco-verdognolo inferiormente. Le infiorescenze si presentano corte, raccolte con 13 fiori in media. Il frutto è di medio sviluppo, a maturazione tardiva, di colore nero.
Olivo Mortina
(sinonimi Merlina, Mortegna)
(Savona, Genova in minore quantità)
Cultivar di olivo locale utilizzata per la produzione di olio. Alberi molto vigorosi, capaci di raggiungere notevoli dimensioni. La chioma è costituita da branche dritte, poco espanse. Le foglie sono piuttosto piccole ed acuminate. Le infiorescenza scargole, aventi in media 13 fiori. Il frutto è quasi sferico, piccolo, di colore nero lucente con un contenuto di olio del 23-24%. La resa al torchio è del 21,5%. Estrazione dell'olio piuttosto difficoltosa; olio di buona qualità. Fra le varietà liguri è la meno resistente alle basse temperature si considera tuttavia come una buona varietà, specialmente per le località calde.
Olivo Lavagnina
(Genova, Levante ligure)
Cultivar di olivo locale utilizzata per la produzione di olio. Probabilmente deriva dalla Taggiasca. Alberi capaci di raggiungere un gran sviluppo in condizioni favorevoli, anche 15 - 16 metri di altezza. La chioma è molto ramificata, con rami tendenti ad assumere un portamento pendulo, caratteristico. Le foglie sono allungate, regolari, di colore verde scuro, lucente nella pagina superiore e grigio-verdastro in quella inferiore. Il frutto ha forma cilindrica, allungata, leggermente ingrossata alla base: a maturità presenta un colore nero violaceo, con polpa poco consistente, molto oleosa.
Olivo Razzola
(Provincia della Spezia)
Cultivar di olivo locale utilizzata per la produzione di olio. Il portamento ricorda quello della Taggiasca, da cui differisce per avere i rami meno penduli. Le foglie sono di media dimensione. Il frutto si presenta più grosso ed allungato di quello della Taggiasca, di colore nero, a maturazione tardiva e scalare, molto ricco di olio con una resa al 24,4%. La pianta è poco resistente alle basse temperature ma costante nella produzione. Gli olivicoltori di La Spezia la giudicano ottima.

L’OLIO DELLA LIGURIA

Dalle olive passiamo all’olio.
Come si valuta la bontà di un olio? La valutazione avviene attraverso un test secondo il panel seguente. Possiamo analizzare le diverse aree della scheda, ma quello che in definitiva conta di più è il giudizio sintetico che è espresso da un voto. Le DOP per essere immesse in commercio devono avere un voto eccellente. Il punteggio al Panel test deve risultare >=6,5.
Insomma, per loro non vale il 6 politico.

La Liguria vanta una DOP (Denominazione di Origine Protetta), l'Olio Extravergine di Oliva Riviera Ligure. La regione è divisa idealmente in tre macroaree. Spostandoci da ovest verso est, abbiamo: la menzione geografica Riviera dei Fiori, poi Riviera del Ponente Savonese ed infine Riviera di Levante.
Olio della Riviera dei Fiori

Derivante da varietà di olivi autoctoni quest'olio è caratterizzato dal presentare un elevato contenuto in acido oleico (maggiore del 70%), basso contenuto in acido linoleico (e di conseguenza di trilinoleina), e bassa acidità.
La DOP Riviera Ligure accompagnata dalla menzione geografica Riviera dei Fiori è riservata a quegli oli extravergini di oliva esclusivamente provenienti da olive della varietà autoctona taggiasca per almeno il 90%, altre, possono contribuire per il restante 10%. La zona di produzione è la Provincia di Imperia, dove la varietà di olivi caratterizzanti il paesaggio della zona è costituta dal 99% di Taggiasca.
Quest'olio è caratterizzato da un elevato contenuto in acido oleico (maggiore del 70%), basso contenuto in acido linoleico (e di conseguenza di trilinoleina), e bassa acidità. All'atto dell'immissione al consumo quest'olio deve essere: di colore giallo; avere odore di fruttato maturo; possedere un sapore fruttato con sensazione decisa di dolce, con assenza di amaro e di piccante; l’acidità massima totale non può essere superiore a gr 0,5 per 100 gr di olio.
All'atto dell'immissione al consumo quest'olio extravergine di oliva deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
colore: giallo;
odore: di fruttato maturo;
sapore: fruttato con sensazione decisa di dolce, con assenza di amaro e di piccante;
punteggio al Panel test minimo >=6,5;
acidità massima totale espressa in acido oleico, in peso, non superiore a grammi 0,5 per 100 grammi di olio;
La zona di produzione è la Provincia di Imperia. Le varietà di olivi caratterizzanti il paesaggio della è costituta dal 99% di Taggiasca.

Olio della Riviera del Ponente Savonese

Derivante da varietà di olivi autoctoni quest'olio è caratterizzato dal presentare un elevato contenuto in acido oleico (maggiore del 70%), basso contenuto in acido linoleico (e di conseguenza di trilinoleina), e bassa acidità.
La denominazione è riservata all'olio extravergine di oliva ottenuto dalla varietà di olivo Taggiasca presente negli oliveti per almeno il 60%. Possono, altresì, concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore al 40%.
All'atto dell'immissione al consumo questo olio extravergine di oliva deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
colore: giallo-verde
odore: fruttato maturo
sapore: fruttato con sensazione decisa di dolce con limitata sensazione di amaro e di piccante
punteggio Panel test minimo >= 6,5
acidità massima totale espressa in acido oleico, in peso, non superiore a grammi 0,5 per 100 grammi di olio
La zona di produzione è la Provincia di Savona:
Le varietà di olivi, caratterizzanti il paesaggio della Riviera del Ponente Savonese sono: Taggiasca 25%, Pignola 25%, Mortina 20%, Colombaia 15%.

Olio della Riviera di Levante

Derivante da varietà di olivi autoctoni, quest'olio è caratterizzato dal presentare un elevato contenuto in acido oleico (maggiore del 70%), basso contenuto in acido linoleico (e di conseguenza di trilinoleina), e bassa acidità.
La denominazione è riservata all'olio extravergine di oliva ottenuto dalle seguenti varietà di olivo presenti, da sole o congiuntamente, negli oliveti: Lavagnina, Razzola, Pignola per almeno il 65%. Possono, altresì, concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore al 35%. 
All'atto dell'immissione al consumo questo olio extravergine di oliva deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
colore: verde giallo
odore: fruttato maturo
sapore: fruttato con sensazione media di dolce e leggera sensazione di amaro e piccante
punteggio Panel test minimo >= 6,5;
acidità massima totale espressa in acido oleico, in peso, non superiore a grammi 0,8 per 100 grammi di olio
La zona di produzione sono le Province di Genova e della Spezia.
Le varietà di olivi, caratterizzanti il paesaggio della Riviera del Levante sono le seguenti: per la provincia di Genova Lavagnina 60%, Pignola 30%. Per la provincia della Spezia Razzola 80%.


18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 

In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


 

Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.

Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).