🐑 I tagli della carne ovina spiegati come in una chiacchierata a tavola
Quando si parla di carne ovina – che sia agnello, pecora o castrato – entriamo in un mondo antico e saporito, fatto di tradizione, ricette popolari e piatti da festa. Ogni taglio ha la sua personalità, i suoi segreti e persino il suo carattere, come se la carne parlasse e dicesse: “Ehi, io rendo al meglio in forno!” oppure “No, no, io voglio solo la pentola con il fuoco lento e il vino rosso!”.
Vediamoli uno per uno, immaginandoli come protagonisti di una brigata di cucina.
🍖 La coscia: la regina elegante
È il taglio più scenografico. Intera, soprattutto quando parliamo di agnello giovane, è perfetta per gli arrosti domenicali, quelli che fanno riunire tutta la famiglia. Può essere anche tagliata a pezzi per brasati ricchi e profumati. E non dimentichiamo che da qui nascono salumi pregiati come il prosciutto d’agnello, raro ma delizioso.
👉 È la parte che si mette in tiro per le grandi occasioni.
🍴 Il carré: il principe mondano
Conosciuto anche come costolette, è il taglio che fa bella figura alla griglia o in padella. È tenero, raffinato, pregiato. Il carré intero è spettacolare, ma già dividerlo in costolette è una festa: croccanti fuori, succose dentro.
👉 È il taglio che ama i riflettori, sempre pronto per la brace.
🥩 La sella: il gentiluomo discreto
Parte posteriore, tenerissima, molto versatile. Va bene per arrosti, brasati, ma anche tagliata a fettine sottili come bistecche delicate. È meno appariscente della coscia, ma non meno preziosa.
👉 È il taglio che non fa rumore ma conquista.
🍲 La spalla: il lavoratore instancabile
Un taglio saporito, un po’ più fibroso, che dà il meglio di sé con cotture lente: spezzatini, stufati, arrosti succosi. Se fosse una persona, sarebbe quello che non si lamenta mai e porta avanti il lavoro con pazienza.
👉 È il taglio “comfort food”, che sa di casa e di tradizione.
🧅 Il collo: il filosofo grassottello
Un po’ più grasso degli altri tagli, ma proprio per questo è perfetto per spezzatini e ragù pieni di sapore. Se disossato, diventa un ottimo arrosto rustico.
👉 È il taglio che ama i tempi lunghi, come chi riflette davanti al camino.
🥘 Il petto: lo stratega delle lunghe attese
È un taglio che non ama la fretta: richiede cotture lente e umide. Può essere arrotolato, farcito e cotto al forno, oppure lasciato sobbollire a lungo in pentola.
👉 È il taglio che ti insegna la pazienza e poi ti ricompensa con bontà.
🫀 Il quinto quarto: il ribelle gourmet
Qui entrano in scena cuore, fegato, rognoni e altre parti meno “nobili”, ma in realtà amatissime da chi cerca i sapori autentici. Sono tagli che sanno di tradizione contadina, di cucina povera diventata ricca di gusto.
👉 È il taglio rock, quello che non segue le mode ma detta le regole del sapore.
🔍 I tagli anatomici “tecnici” della coscia
Dentro la coscia ci sono delle vere gemme:
- Fesa interna: magra e versatile, perfetta per fettine e scaloppine.
- Girello di coscia: taglio elegante, magro, ideale per roast-beef e arrosti.
- Scamone: muscolo vicino all’anca, ottimo per involtini e persino tartare.
- Noce: grande e compatta, perfetta per fettine o arrosti da manuale.
🔥 Consigli pratici per cucinare
- I tagli pregiati (coscia, carré, sella) vogliono cotture veloci e intense: griglia, padella, forno. Sono come cavalli di razza: se li tieni troppo, perdono slancio.
- I tagli più duri (spalla, collo, petto) hanno bisogno di tempo: brasati, stufati, umidi. Qui serve il calore lento che trasforma fibre tenaci in morbidezza irresistibile.
- La carne ovina in generale ama il calore prolungato e la convivialità: non è mai una carne da “spuntino veloce”, ma da tavola piena e bicchieri alzati.
👉 In sintesi: la carne ovina è un grande racconto di pazienza e festa, di piatti antichi e moderni, di tagli che vanno conosciuti e rispettati. Perché in cucina, come nella vita, ogni parte – anche la più umile – può diventare protagonista.




