mercoledì 1 febbraio 2023

TORTELLINI IN BRODO ALLA BOLOGNESE


300 grammi farina
4 uova
100 grammi mortadella macinata due volte
100 grammi lonza di maiale
100 grammi prosciutto crudo macinato due volte
100 grammi parmigiano reggiano
20 grammi burro
q.b. noce moscata
q.b. brodo di carne
q.b. sale
q.b. pepe
Cuoci per 3-4 minuti la lonza con il burro a fuoco vivo e salala. Passala 2 volte nel macina-carne e trasferiscila in una ciotola. Aggiungi la mortadella, il prosciutto, il parmigiano reggiano, 1 uovo, pepe e noce moscata. Amalgama bene. Impasta la farina con le uova rimaste e sale, fai una palla, coprila con pellicola e lasciala riposare per 30 minuti. Stendila in sfoglie sottili e tagliala in quadrati di circa 3,5 cm di lato e distribuisci su ciascuno la punta di 1 cucchiaino di ripieno preparato. Piega a triangolo ciascun quadrato e premi bene lungo i bordi. Tieni il triangolo tra 2 dita con il lato lungo verso di te e l'angolo opposto verso l'esterno. Fai combaciare i 2 angoli esterni, poi ruotali intorno al dito indice chiudendo ad anello. Trasferisci man mano i tortellini in vassoi foderati con carta da forno. Portali a ebollizione con abbondante brodo di carne, tuffaci i tortellini, abbassa il fuoco e falli cuocere per 4-5 minuti. Spegni, lascia riposare i tortellini nel brodo per 2 minuti, versali nella zuppiera e servi in tavola.

2 PRIMI PIATTI 
(2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.


BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

 
 



PANE TIROLESE


tirolese
300 g di prugne secche denocciolate
200 g di fichi secchi
300 g di pere secche
100 g di gherigli di noce
100 g di mandorle
100 g di uvetta
1 cucchiaino di semi di anice
30 g di arancia candita
150 g di zucchero
500 g di farina
grappa
25 g di lievito di birra
60 g di burro fuso
2 uova
sale
Preparate il ripieno: mettete a bagno separatamente in acqua calda prugne, fichi e pere per circa 12 ore, poi sgocciolate la frutta e tritatela grossolanamente. In una terrina riunite la frutta tritata, quella candita, lo zucchero, la cannella, spruzzate il tutto con il rum o la grappa e lasciate macerare 2 ore mescolando ogni tanto. Poi amalgamate il composto con la farina, dividetelo in due parti, ricavatene due “salami” e teneteli da parte.
Preparate la pasta lievitata: diluite con poca acqua tiepida il lievito, un pizzico di zucchero e uno di sale e lasciatelo fermentare per 15 minuti. Disponete la farina a fontana, al centro sgusciate le uova, versatevi il lievito e il burro fuso a bagnomaria lasciato raffreddare. Lavorate la pasta fino ad avere una massa liscia e morbida. Stendete la pasta in due rettangoli, al centro di ognuno adagiate un “salame” di frutta e avvolgete. Se è avanzata della pasta ritagliatevi dei decori e applicateli sulla superficie dei dolci. Adagiateli sulla placca del forno foderata con l’apposita carta, copriteli con un telo da cucina e lasciateli lievitare 30 minuti in luogo tiepido. Spennellate i rotoli con un po’ d’acqua e cuoceteli 10 minuti in forno caldo a 210°, abbassate a 180° e cuocete ancora per 1 ora. Ritirate, lasciate raffreddare i due pani e serviteli.

5 DESSERT (2^ Edizione)

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.
 


martedì 31 gennaio 2023

MOUSSE AL PANPEPATO

50 g di zucchero
50 g di grappa di kirsch
150 g di cioccolato fondente bianco
100 g di biscotti di panpepato grattugiati
500 g di panna
6 uova (2 rossi 4 intere)
2 fogli di gelatina.
In bagnomaria caldo sbattere le uova con lo zucchero e lasciar raffreddare. Sciogliere la gelatina ammollata in acqua con la grappa. Aggiungere la gelatina, il cioccolato fuso, i biscotti grattugiati e la panna montata nel composto raffreddato. Mettere il tutto in una terrina e lasciare in frigo.

5 DESSERT (2^ Edizione)

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



PIZZOCCHERI VALTELLINESI COLLA PESTEDA



Pizzoccheri 600 gr
Burro (di malga) 80 g
Fontina a temperatura ambiente 180 g
Grana padano 40 g
Patate 240 g
Aglio 2 spicchi
Verza 200 g
Pesteda q.b.
Mettete sul fuoco un tegame con 6 lt di acqua; nel frattempo pulite la verza, sfogliandola (con le foglie più esterne potrete realizzare una minestra), tagliatela a metà, quindi a fette, eliminate la parte coriacea e riducete a fette la verza. Passate dunque alle patate: pelatele e tagliatele a fette spesse, quindi in pezzi piuttosto grandi; sarà sufficiente cercare di realizzare pezzi di grandezza uniforme perchè la cottura risulti omogenea. Quando l'acqua bolle, salate con 60 g di sale (10 g per litro). Mettete le patate a lessare da sole per circa 2 minuti. Intanto affettate sottile il formaggio Latteria (è preferibile utilizzarlo a temperatura ambiente). Passati i due minuti di cottura delle patate, unite le verze; è molto importante che le verdure cuociano all'interno dell'acqua in cui cuoceranno i pizzoccheri perchè fa parte di un equilibrio di sostanze che poi andranno a finire nel piatto, sia nutritive che digestive. Dopo circa 4 minuti potete versare metà dose di pizzoccheri distribuendoli lentamente a pioggia nel tegame; con l'aiuto del manico di un mestolo di legno, girateli delicatamente, per evitare che si attacchino, quindi aggiungete i restanti sempre lentamente a pioggia. Mescolate ancora qualche istante, quindi mentre i pizzoccheri cuociono (dovranno cuocere circa 4 minuti). Tagliate gli spicchi d'aglio in camicia a metà poi versate in un tegame il burro e fatelo sciogliere assieme agli spicchi d'aglio; il burro dovrà fondersi e insaporirsi con l'aglio e dovrete lasciarlo andare a fuoco medio-basso fino ad ottenere un color nocciola. Preparate intanto un tegame ampio e basso dove poi andrete a scolare e condire i pizzoccheri una volta pronti. Dovrete scaldare questo tegame vuoto ponendolo in equilibrio sulla pentola dell'acqua di cottura dei pizzoccheri; questo permetterà al formaggio di fondersi in maniera omogenea e controllata. Abbassate poi il fuoco sotto la pentola dei pizzoccheri senza spegnerlo. Aiutandovi con una schiumarola, iniziate a scolare i pizzoccheri molto bene per non trasferire acqua nel tegame che avete scaldato e create un primo strato sul fondo del tegame. Senza mescolare mai in queste fasi, distribuite ora uno strato di formaggio , proseguite con un altro strato di pizzoccheri; ripetete ancora il passaggio del formaggio Latteria e proseguite fino a terminare con l'ultimo strato di pizzoccheri e formaggio. Insaporite con il Grana grattugiato e a questo punto procedete come alla maniera delle nonne valtellinesi: poggiate il tegame con i pizzoccheri sopra quello con l'acqua di cottura ancora caldo, proprio per conservare il calore. Coprite con un canovaccio: in questo modo il calore dei pizzoccheri, delle verze e delle patate aiuterà il formaggio a sciogliersi. Alzate nel frattempo il fuoco sotto il tegame in cui avete sciolto il burro con l'aglio, in modo da ottenere il color nocciola come anticipato. Questo aggiungerà degli aromi al piatto, senza incidere sulla digeribilità. Rovesciate quindi il burro caldo sui pizzoccheri, noterete che il formaggio si è già sciolto; togliete gli spicchi di aglio e solo ora mescolate i pizzoccheri delicatamente e senza esagerare; impiattate e gustate i pizzoccheri ben caldi e filanti!
Ci sono piatti genuini e sostanziosi in grado di scaldare pancia e cuore, soprattutto in alta quota! Se vi trovate in Valtellina, in particolare nel piccolo comune di Teglio, non potete non assaggiare i pizzoccheri. Diffidare dalle imitazioni però: per quanto sia un piatto di umili origini, i pizzoccheri sono una pietanza la cui bontà non deriva solo dalla lavorazione degli ingredienti ma anche dalla scelta degli stessi: farina di grano saraceno macinata a pietra, verze dell'orto, burro di malga sono alcuni tra i must have per lasciare i vostri ospiti davvero sbalorditi. Ci siamo affidati per la preparazione dei pizzoccheri a uno chef valtellinese doc, Alessandro Negrini, esperto di questo piatto rustico fin dalla tenera età, quando a prepararli era la sua nonna. Sulle orme della tradizione potrete realizzare questq pietanza ricca e goduriosa, da preparare in estate e in inverno, a partire dalla lavorazione stessa dei pizzoccheri, un formato di pasta simile a tagliatelle ma più corto, di farina di grano saraceno, farina tipo 0 e acqua. Per scoprire tutto il gusto autentico di questo primo piatto, seguite i passaggi e i suggerimenti per cucinare e condividere un favoloso piatto di pizzoccheri caldo e filante!

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

BRANCALEONE FOX TERRIER
 

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

BEVR'IN VIN ALLA MANTOVANA


brodo di pollo o di carne versato in una scodella
aggiunge a piacere il vino
una spolveratina di Parmigiano
agnolini, (il famoso sorbir d’agnoli)
Variante tagliatelle o riso
Il bevr'in vin (dal dialetto mantovano bevr'in ven = bere nel vino) è una minestra che costituisce l'aperitivo e l'antipasto tipico della cucina mantovana. Secondo la tradizione della terra gonzaghesca, i pasti debbono essere preceduti dal bevr'in vin, sempre servito in scodella preriscaldata, che viene preparato in tre differenti modi, in funzione del successivo primo piatto. È antica tradizione che questo piatto andasse mangiato in piedi davanti al camino acceso, dandosi vicendevolmente le spalle, per evitare la vista agli altri commensali, ritenendosi poco piacevole il colore del brodo mescolato al vino rosso. Nel caso il primo piatto sia costituito da agnoli o da cappelletti, in brodo o asciutti, il bevr'in vin viene composto da un mestolo di brodo bollente, contenente alcuni agnoli o cappelletti. La temperatura verrà diminuita dal commensale aggiungendo a piacere vino rosso di forte corpo e preferibilmente frizzante, come il Lambrusco. Tale operazione viene anche definita «negàr i agnoi (caplét nel basso mantovano) in d'l'acqua scura», ovvero «annegare gli agnoli (i cappelletti) nell'acqua scura». Nei ristoranti, per favorire la comprensibilità dei menu ai turisti, questa versione del bevr'in vin viene spesso denominata sorbir d'agnoli. Nel caso il primo piatto sia costituito da tortelli di zucca, il bevr'in vin viene composto da cinque o sei tortelli appena cotti, con un goccio d'acqua di cottura, ai quali viene aggiunto mezzo bicchiere di vino. Questa versione del bevr'in vin viene anche definita «turtei sguasarot», ovvero «tortelli sguazzanti», sottolineando la stranezza dei tortelli di zucca in minestra, differentemente sempre serviti asciutti. Per tutti gli altri primi piatti, il bevr'in vin è semplicemente preparato con brodo di carne e mezzo bicchiere di vino. Le varianti a queste tre versioni consistono esclusivamente nelle diverse tipologie e quantità di vino utilizzate, solitamente lambrusco, ancelotta o merlot, e nell'aggiunta (facoltativa) di formaggio grana grattugiato. È antica credenza popolare che questo tipo di aperitivo-antipasto costituisca una sorta d'elisir di lunga vita e, a tale riguardo, un antichissimo proverbio mantovano, tuttora molto in uso, recita: «Al bervr'in vin l'è la salut ad l'omm», ovvero «il bere nel vino è la salute dell'uomo».

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



lunedì 30 gennaio 2023

SFORMATI DI BROCCOLETTI


1,5 kg broccoli
burro per gli stampi
40 gr grana padano grattugiato
2 uova
pepe bianco macinato, sale
per la besciamella
30 gr burro
25 gr farina
250 ml latte
noce moscata un pizzico, sale
per la salsa al caprino
250 gr caprino
1 pizzico pepe bianco macinato
latte, sale
Pulite i broccoli: separate le cimette dal loro fusto, quindi lavatele e tenetele da parte. Sbucciate i fusti dei broccoli e tagliateli a pezzi. Lessate i broccoli in abbondante acqua bollente, scolate la verdura e lasciatela in un colapasta, in modo che tutta l’acqua in eccesso scompaia. Passate i broccoletti al passaverdure, raccogliendo la purea in una ciotola. Nel frattempo preparate la besciamella sciogliendo il burro in un tegame, aggiungendo la farina, che lascerete dorare a fuoco moderato per qualche istante; aggiungete a questo punto il latte e mescolate a fuoco dolce fino all’addensamento della salsa, poi aggiungete il sale e la noce moscata grattugiata, quindi spegnete il fuoco. Aggiungete alla purea di broccoletti la besciamella, il formaggio grattugiato e i due rossi d’uovo (tenete gli albumi da parte); amalgamate gli ingredienti quindi aggiustate di sale e pepate. Montate a neve ferma gli albumi e incorporateli delicatamente al composto di broccoletti, stando attenti a non smontare la preparazione. Imburrate gli stampini e riempiteli con il composto ottenuto; ponete sul fuoco una teglia che possa contenere gli stampi e riempitela di acqua per un terzo della sua altezza: quando l’acqua bollirà, spegnete il fuoco, immergete gli stampini nel bagnomaria e infornate in forno già caldo a 180°C per circa 40 minuti. Dieci minuti prima della fine della cottura preparate la salsa di caprino: mettete il formaggio a pezzetti dentro ad un tegame a fuoco bassissimo e aggiungete poco latte, tanto quanto basta per sciogliere il caprino e formare una crema più o meno densa, a seconda dei gusti. Salate, aggiungete del pepe bianco macinato al momento e mescolate fino ad ottenere un crema omogenea e senza grumi. Sfornate gli stampini e, prendendoli con delle pinze o con delle presine, immergeteli in un bagnomaria di acqua fredda per qualche secondo, per raffreddarli velocemente. Capovolgete gli stampini sui piatti da portata. Cospargeteli con la salsa di caprino e guarnite i piatti con le piccole cimette lessate tenute da parte.

1 ANTIPASTI (2^ Edizione)

Antipasti. In queste 220 pagine sono raccolte oltre 150 ricette di antipasti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Leggi le mie ricette di entrées, cioè le portate che aprono un pranzo od una cena importante, o semplicemente sono un delizioso sfizio per il palato in qualunque momento della giornata. Se ti sarà venuta l'acquolina in bocca allora mettile in pratica. Il successo è assicurato, sia che si tratti di un'intrigante appuntamento a due, sia che si tratti di un pranzo di lavoro, sia che si tratti di una conviviale serata con gli amici del cuore.

BAGNUN


800 grammi di acciughe,
3 pomodori maturi,
2 spicchi d'aglio,
50 grammi di cipolla,
mezzo bicchiere di vino bianco secco,
4 gallette da marinaio o fette di pane tostato,
origano o basilico tritato,
un ciuffo di prezzemolo,
un bicchiere d'olio extravergine d'oliva,
sale e pepe.
Pulite le acciughe strappando loro la testa che trascinerà anche la lisca e le interiora. Fate rosolare la cipolla tritata e l'aglio intero con poco olio. Eliminate i semi e l'acqua di vegetazione dei pomodori e tagliateli a pezzettini, uniteli al condimento e fate cuocere per 10 minuti. Bagnate con un po' di vino e fate concentrare la salsa a fiamma dolce.
Ponete sul fondo della casseruola le acciughe a strati, bagnate col resto del vino, cospargete di prezzemolo tritato, aggiustate di sale e pepe lasciando cuocere per 10-15 minuti.
Disponete le gallette o le fette di pane in ciotole o fondine individuali e coprite con il composto di acciughe, il bagnun appunto. Lasciate riposare almeno 10 minuti per ammorbidire le gallette e poi servite cospargendo con origano o basilico tritato.
Bagnun (in grafia genovese bagnon) è il nome dato ad una zuppa da pescatori a base principalmente di acciughe, nata nell'ottocento, a nella zona di Sestri Levante in provincia di Genova. Piatto tipico della marineria ligure, in origine si cucinava, con il bel tempo, a bordo dei leudi con un semplice fornello a carbonella. Col passare del tempo, il bagnun ha conservato la semplicità originaria: lo si prepara, ancora oggi, con acciughe freschissime, cipolle rosolate, pomodori pelati, olio d'oliva extravergine e gallette da marinaio (oppure crostini di pane).
Dal 1960, ogni anno, a Riva Trigoso, frazione della città di Sestri Levante si svolge la Sagra del Bagnun, il penultimo fine settimana del mese di luglio, occasione in cui il Bagnun viene distribuito gratuitamente.



18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

RAVIOLI ALLA GENOVESE


250 grammi vitello carne magra
4 cespi scarola
1 mazzo borragine
100 grammi maiale filetto
150 grammi poppa di vitella
50 grammi animelle
100 grammi cervella di vitello
30 grammi schienali
70 grammi salsiccia
7 uova
30 grammi burro
2 panini mollica
1 tazza brodo di carne
1 manciata parmigiano grattugiato
1 mazzetto maggiorana
q.b. sale
500 grammi farina
Per realizzare i ravioli alla genovese inizia col preparare il ripieno. Metti lamollica dei 2 panini a bagno nel brodo. Priva delle pellicine la cervella e gli schienali (midollo della colonna vertebrale) e ammollali per 1 ora cambiando più volte l’acqua. Sbollenta le scarole e la borragine per 5 minuti in acqua salata. Sgocciola le scarole e la borragine, strizzale e frullale nel mixer. Taglia a pezzetti il vitello, il maiale, la poppa di vitella (tettina) e le animelle  e falli rosolare nel burro. Infine, unisci la cervella e gli schienali e porta a cottura. Disponi il mix di carni sul tagliere e trita il tutto molto finemente. Aggiungi la salsiccia spellata a tocchetti, le verdure lessate, 4 uova sbattute, la mollica di pane strizzata, il parmigiano e la maggiorana e sala. Per la pasta, lavora la farina con 3 uova, un pizzico di sale e l’acqua tiepida necessaria per amalgamare l’impasto. Fai riposare la pasta per mezz’ora avvolta in pellicola. Suddividila in 6 panetti e tira 6 sfoglie sottili con il matterello. Su 3 di esse distribuisci il ripieno in mucchietti, a 3 cm di distanza l’uno dall’altro. Con un pennellino bagna leggermente la pasta tutto intorno al ripieno, copri con le sfoglie rimaste e sigilla i ravioli premendo bene con le dita. Quindi intagliali con una rotella dentellata. Lessali in acqua bollente salata per 4-6 minuti. Servi i ravioli alla genovese

Raviolo ligure

Preparazione regina della cucina genovese i ravieu co-u tocco sono immancabili sulla tavola delle feste. Come tutti i miti, anche sua maestà il raviolo ha dato sfogo alla fantasia sulle sue origini: si narra che a Gavi ora in provincia di Alessandria, un tempo entro i confini della Liguria, nel dodicesimo secolo una famiglia di locandieri inventò un succulento piatto che prese nome dal loro cognome, Raviolo appunto. Diventati ricchi e famosi, vollero apporre sull'acquisito titolo nobiliare un raviolo come stemma. Si racconta anche di una povera donna che voleva santificare il Natale con un pasto degno di tale occasione, ma la sue scarse ricchezze le permisero solo di riempire dei quadrati di pasta con verdure, avanzi di carne e molto raviggiolo, formaggio detto così perché pizzicava come i ravanelli. Ecco nascere i raviggioli, poi ravioli. Un'altra storia, più tarda, vede 217 l'origine dei ravioli nel sud d'Italia, dove il beato Guglielmo di Malavalle benedisse i ravioli di crusca che gli furono serviti e li tramutò nello stupendo manicaretto. Queste le leggende, la storia comunque non manca e conferma le antiche origini. Anzi, già nella cucina babilonese, egizia, greca e romana esistono piatti similari. Con esattezza sappiamo che esistevano nel Medioevo perché li cita il Boccaccio nella nota novella di Calandrino (Decamerone VII, 3), inoltre un documento datato 1182 parla di un contadino savonese intento a preparare un pasto con i ravioli. Impossibile dire quando e dove siano nati i ravioli, impossibile dare un nome ed un cognome a chi da Bacigalupo fu definito con goloso entusiasmo un gastronomico portento. Nel 1841 sono persino stati definiti la più squisita fra tutte le paste da minestra del mondo. Possibile e doveroso è però dire che ogni regione li caratterizza con un ripieno differente e che ovunque sono il piatto della festa. I ravieu liguri sono comunque riconoscibilissimi se non altro per la presenza delle boraggini, che insieme a tutto il resto, li rendono buoni. Negli anni Trenta del Novecento artisti locali, facenti parte del movimento Futurista, scrissero all'ideatore Tommaso Marinetti per supplicarlo di salvare i nostrani ravioli dalla mano progressista che voleva eliminare nella sua propaganda internazionale contro la pastasciutta, le cucine regionale perché stantie. Pasta di farina di grano dalla classica forma quadrata-rettangolare il cui ripieno è a base di carne ma immancabile è la borragine e la maggiorana. Esiste anche la versione magra con solo ripieno vegetale di spinaci, bietole e ricotta. Zona di produzione: Tutto il territorio regionale.


18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

MANTECATO DI BACCALÀ CON TARTARE DI BARBABIETOLA

450 g di baccalà ammollato
2 patate
1 barbabietola (precedentemente cotta al forno)
cipolline al forno
1 litro di brodo vegetale
sale
pepe
olio q.b.
Per il baccalà.
Pelate le patate e tagliatele a fette molto sottili. In un tegame versate dell’olio e una volta caldo, rosolate le fette di patate. Abbassate il fuoco e continuate la cottura aggiungendo qualche mestolo di brodo. Nel frattempo eliminate le spine dal baccalà e tagliatelo a fettine. Una volta che le patate saranno diventate morbide, incorporate il baccalà, aggiungete altro brodo e con l’aiuto di una frusta girate di tanto in tanto il composto. Continuate così fino a quando il pesce non avrà raggiunto la giusta consistenza e le patate saranno diventate una crema. A questo punto incorporate a pioggia dell’olio evo e continuate a girare velocemente con la frusta per mantecare bene.
Per la barbabietola.
Sfogliate la barbabietola, avendo cura di eliminare la parte esterna secca. Tagliate la polpa a cubetti di circa 4/5 millimetri per lato. Fate la stessa cosa con le cipolline. Unite tutto in un’insalatiera, aggiungete un filo d’olio, del sale e del pepe. Con l’aiuto di un coppapasta fate un cilindro di mantecato di baccalà e coprite con la tartare di barbabietola. Un’aggiunta cromatica interessante potrebbe essere data da dei semi di papavero.


3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).






ANGUILLA ALLO SPIEDO

Due anguille
Due limoni
Cento grammi di pangrattato
Pane
Alloro
Olio
Sale
Pepe

Dal vostro pescivendolo fate decapitare, dividere in pezzi e spellare l'anguilla; lavate e asciugate i pezzi. Preparate una marinata in una terrina con olio, sale, pepe, il succo del limone e una foglia di lauro tritata, unite l’anguilla e lasciate riposare per almeno due ore. Prendete uno spiedo, infilate un pezzetto di pane, alternate un pezzo d’anguilla, una foglia di lauro fino a completare lo spiedo e in ultimo per chiudere ancora un pezzetto di pane. Cuocete al girarrosto e quando incomincia a gocciolare cospargete l’anguilla con il pangrattato; ripetere quest’operazione per tre o quattro volte. Appena l’anguilla sarà dorata metterla su un piatto da portata insieme con spicchi di limone e servitela."

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.


BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).