giovedì 6 ottobre 2022

VINI 133: MONTEFALCO SAGRANTINO


La zona di produzione del Montefalco Sagrantino, Docg dal 1992, è l’intero territorio del comune di Montefalco e parte del territorio dei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria in provincia di Perugia. La tradizione vinicola di questa terra ha origine nel Medioevo grazie ai monaci benedettini che, con la loro opera, bonificarono queste terre impiantandovi alcuni dei più antichi vitigni umbri. Uno di questi è il celebre Sagrantino, reputato di origine locale nonostante siano state formulate numerose ipotesi riguardo la sua comparsa. Alcuni, infatti, lo ritengono importato dai primi frati francescani che lo diffusero nelle terre circostanti; altri invece, lo considerano proveniente dalla Spagna, se non addirittura introdotto in Italia dai Saraceni. Già nel Rinascimento i vini prodotti in questa zona erano così apprezzati che venivano serviti alle ricche mense dei Papi e dei nobili dell'epoca. Attualmente nel Sagrantino prevale la versione "secco", ma il vino è nato come passito, ottenuto dall'appassimento delle uve su graticci di legno. Il vitigno è esclusivamente Sagrantino. Secco il titolo alcolometrico minimo è 13%; passito 14,5%. L’acidità totale minima per entrambi 5 per mille. Il periodo di invecchiamento è di almeno trenta mesi, di cui almeno dodici in botti di legno. Il colore è rosso rubino intenso, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l'invecchiamento; l’odore è delicato, caratteristico che ricorda quello delle more di rovo; il sapore è asciutto, armonico. E’ abboccato, armonico, gradevole per il passito. Il Montefalco Sagrantino secco lega benissimo con i vari tipi di carne, dal manzo al suino, dal capretto all’agnello, valorizzando anche i piatti tipici della cacciagione. Temperatura di degustazione 18-20°C. Il Montefalco Sagrantino passito, da servire a 12 gradi, è splendido con i dolci tipici. Classico vino da meditazione, si presta ad una lunga conservazione.

15 VINO (2^ Edizione)
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BIRRE 65: BRASSERIE D'ORVAL

 

La Brasserie d'Orval (Birrificio Orval) è un birrificio trappista situato entro le mura dell'abbazia di Notre Dame d'Orval nella regione della Gaume, in Belgio.
La produzione di birra nell'abbazia è iniziata fin dai primi giorni della stessa. Un documento scritto dall'abate nel 1628 fa riferimento diretto al consumo di birra e vino da parte dei monaci. L'ultimo mastro birraio ad essere anche monaco fu Fratello Pierre, deceduto nell'incendio del 1793. Il birrificio attuale fu realizzato nel 1931 e impiegò laici; il suo scopo era quello di fornire un reddito ai monaci con il quale finanziare la ricostruzione in atto in quegli anni. Fu progettato da Henry Vaes, che progettò anche il caratteristico bicchiere di birra Orval. La prima birra fu consegnata dal birrificio il 7 maggio 1932, e fu venduta in barili anziché nelle bottiglie, come avviene oggi. La Orval fu la prima birra trappista ad essere venduta in tutto il Belgio.Il primo mastro birraio fu un tedesco, Martin Pappenheimer.
Il logo del birrificio è basato sulla leggenda dell'abbazia.
Il birrificio produce due birre trappiste:
Orval Trappist Ale, 6.2 gradi alcolici, spesso chiamata La Regina delle Trappiste. Fu prodotta per la prima volta nel 1931 e ha un gusto complesso ed inusuale. Il colore è chiaro, leggermente torbido ed è molto schiumosa.
Petite Orval, 3.5 gradi, birra prodotta esclusivamente per i monaci (Patersbier). Viene ottenuta per diluizione con acqua del mosto di Orval originale, prima della fermentazione. Nonostante non sia generalmente reperibile, può essere acquistata nel monastero stesso o nel caffè adiacente.
Come in tutti gli altri birrifici trappisti, la birra è venduta solo per supportare economicamente il monastero e per altre opere di bene. Tutti i profitti provenienti dalla vendita della birra vengono distribuiti tra le popolazioni della regione per lo sviluppo della comunità.
La birra Orval viene imbottigliata in particolari bottiglie da 33 cl a forma di birillo; l'impianto riesce a riempire 24000 bottiglie all'ora. Prima di essere distribuita, la birra viene lasciata maturare sul sito alla temperatura di 15 °C per almeno quattro settimane. La birra che viene venduta presso l'abbazia viene maturata per sei mesi.
Normalmente il processo produttivo avviene a porte chiuse, anche se è possibile assistervi per due giorni all'anno. Nel birrificio ci sono 32 lavoratori laici.

20 BIRRA 
(2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


GAMBRINUS BEER FESTIVAL

 

Conversazione di Nat Russo sui diversi stili birrari
GAMBRINUS BEER FESTIVAL
Degustazione guidata di 5 tipologie di birra lager
 
Per gli amanti della birra l'appuntamento è Venerdì 27 Febbraio 2015 alle ore 18 presso il Bar Gli Amanti del Caffé di Savona in Corso Tardy & Benech 22 r. Conversazione sul tema Ale lager lambic a ciascuno il suo stile di birra condotta dal cronista del gusto Nat Russo nell'ambito del format Casa Bergese  e degustazione di 5 birre europee a bassa fermentazione: Menabrea (Italia),  Ceres (Danimarca), Beck's (Germania), Heineken (Olanda), Stella Artois (Belgio). Naturalmente saranno presenti le tipiche specialità delle grandi occasioni birrarie: pane di segale, salsine, crauti, patate, wurstel.
Un'occasione imperdibile per chi desidera conoscere i primi rudimenti dell'affascinante mondo della birra: malto, lieviti, luppolo, colore, grado di amaro, densità della schiuma, temperatura di servizio, abbinamenti, ecc. Ma soprattutto si tratta di una occasione in cui affinare, da una degustazione comparata, i criteri con cui compiere i futuri acquisti.

COLLANA HOMOLUDENS
5 SETTE 
ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

mercoledì 5 ottobre 2022

BIRRE 64: HACKER-PSCHORR


Hacker-Pschorr

La Hacker-Pschorr è un birrificio fondato nel 1417 a Monaco di Baviera in Germania. Le origini del birrificio Hacker-Pschorr risalgono all'anno 1417 quando il birrificio Hacker è stato fondato a Monaco, in Germania, 99 anni prima della promulgazione della legge Reinheitsgebot del 1516 (legge che si occupa della regolamentazione della birra in Germania). Alla fine del XVIII secolo, un certo Joseph Pschorr ha comperato il birrificio Hacker, che apparteneva all'epoca a suo suocero. Più tardi ha fondato un birrificio con il suo nome. Successivamente, i suoi due figli hanno allora ereditato ciascuno uno dei due birrifici. Nel 1972, Hacker e Pschorr si fusero per formare la Hacker-Pschorr, ma le birre vennero vendute sempre come marchi distinti fino al 1975. Il metodo di fermentazione è rimasto praticamente invariato per oltre 580 anni. È importata negli Stati Uniti tramite la Star Brand Imports, di White Plains (New York), appartenendo in parte alla Heineken. La Hacker-Pschorr Weisse è la più popolare delle birre della società, il 100% naturale, trattata con l'acqua di fonte. La Hacker-Pschorr fa parte, con le fabbriche della Spaten, la Paulaner, la Augustiner, la Hofbräu e la Löwenbräu, dei 6 fabbricanti di birra ufficiali dell'Oktoberfest (la festa della birra di Monaco)



20 BIRRA 
(2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



CITRONETTE


4-5 cucchiai d’olio
2 cucchiai di succo di limone
sale
In una ciotola mettete il succo di limone passato al colino e un pizzico di sale, mescolate per alcuni secondi con una piccola frusta o con una forchettina. Aggiungete l’olio e continuate a emulsionare fino ad avere una citronette leggermente opaca.

11 SALSE (2^ Edizione)

 
Salse. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 100 ricette di salse, criteri di classificazione e di abbinamento pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Esiste una teoria generale della derivazione delle salse. Da sole 5 salse madri derivano tutte le altre per piccole variazioni, aggiunte o sottrazioni. Le salse completano primi, secondi, contorni, pesce, carne, verdure, pasta, tutto. Impariamo insieme a fare le salse. Senza giungere agli eccessi di una cucina troppo salsamentaria come era d’uso nell’800, le salse completano e danno quel tocco in più di sapore che non guasta.


Patata cannellina nera



Patata cannellina nera Cannelina, Neigra, Violetta

Zona di produzione: Tutto il territorio dell'entroterra genovese La Cannellina nera della Montagna Genovese, denominata Cannelina, Neigra, Violetta, è una patata dalla forma cilindrica e allungata, con buccia liscia, di colore giallo-bruna; pasta di colore bianco, germoglio con colorazione antocianica intensa della base blu-violetto; numero elevato di gemme che si presentano profonde; la frequenza dei fiori, con 167 colore della parte interna rosso violetto, è media. La qualità culinaria è di tipo A (adatta per insalata), con buona consistenza della polpa, di aspetto poco farinoso, non umida e granulazione abbastanza fine. Gusto tipico di patata pronunciato, con gusto secondario di castagna, di valutazione abbastanza forte e molto caratteristico. Veniva tradizionalmente utilizzata in piatti quali lo stoccafisso in umido e l'insalata di patate.

18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 

In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

10 ORTAGGI (2^ Edizione)


 

Ortaggi. In queste 360 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Ortaggi, che spettacolo vedere i banchi dei prodotti dell'orto traboccare di colori in ogni stagione. Ed i sapori? In cucina lo spettacolo visivo si muta in spettacolo aromatico. Senza giungere agli eccessi di una dieta vegetariana sbilanciata, gli ortaggi sono salute... e risparmio. In ogni stagione la verdura sta sulla nostra tavola. Ma una conoscenza più approfondita ci fa scoprire che ogni tipo di ortaggio ha molte varianti. Si deve conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro ortolano di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


MARRONE MUGELLO

Il Marrone del Mugello ha ottenuto dalla Comunità europea il prestigioso riconoscimento IGP, indicazione geografica protetta.
L’indicazione geografica protetta consente di tutelare e valorizzare le qualità chimico-fisiche, organolettiche e nutrizionali dei prodotti agricoli e alimentari legati ad una precisa origine geografica. La certificazione IGP garantisce il consumatore sull’origine, sulla qualità del prodotto e sulla conformità ai parametri stabiliti dal disciplinare di produzione.
Ma cosa significa Marrone del Mugello IGP? Per essere IGP i marroni devono avere una pezzatura di non più di 80 frutti per chilo, non possono cioè essere troppo piccoli o disomogenei, non devono avere nessun tipo di anomalia a carattere fitosanitario, né alterazioni fisico-meccaniche. Dalle marronete al prodotto confezionato e pronto per la vendita, l’intera filiera deve rispondere a precisi requisiti. Sotto il controllo della camera di Commercio di Firenze, la certificazione IGP inoltre comprende anche il prodotto secco e la farina, i derivati del prodotto che possono essere gustati durante tutto l’anno.


9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO

(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). 

Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.