domenica 23 febbraio 2025

Corso di cucina: 54 Liquori

ALKERMES
L'Alkermes sembra risalire al XV secolo ed il suo nome deriva dalla parola araba qirmiz che vuol dire rosso, dato il suo colore rosso vivo. L'aspetto è inconfondibile: rosso rubino acceso con aromi molti complessi è un liquore caldo e persistente. Corroborante e rigenerante, nell'antichità veniva somministrato alle donne dopo il parto o a chi era appena uscito da una malattia. Per il suo gusto intenso e piacevole divenne molto gradito ai viandanti e ai signori ospitati nel Convento di Santa Maria Novella, suo luogo di produzione. A Firenze l'Alkermes era già molto conosciuto ai tempi dei Medici e venne fatto conoscere anche in Francia da Caterina de' Medici, quando andò in sposa ad Enrico D'Orleans.
Nello storico convento l'Alkermes viene imbottigliato a mano e viene riprodotto con la stessa preziosa ricetta risalente al 1743. Tale ricetta è stata tramandata dal direttore dell'officina dell'epoca, fra' Cosimo Becelli. La preparazione parte dalla "tintura" che si ottiene dalla macerazione con le spezie e dal passaggio in uno strumento detto percolatore. Nel percolatore, che lavora in continuo per 4 giorni, avviene l'estrazione da parte dell'alcol delle sostanze contenute nelle spezie (il tutto avviene alla temperatura di 20°). Dopo la percolatura si passa all'aromatizzazione (acqua di rosa, di fior d'aranci e cocciniglia) e poi il liquore viene affinato 6 mesi in botti di rovere.
L'Alkermes delle Officine dal 2003 è stato riconosciuto come "prodotto agroalimentare tradizionale". E' molto adatto ad accompagnare dolci complessi, come le pesche di Prato, la zuppa inglese, la focaccia briaca dell'Elba, la pasta di mandorle e la crema pasticcera. Ha un profumo pastoso, è avvolgente, con un bouquet riccamente speziato e un gusto molto persistente.

AMARETTO DI SARONNO

Il termine liquore Amaretto indica un liquore italiano aromatico a base di erbe e mandorle amare. Non si deve confondere con l'amaro.Come molte ricette a base di mandorle, è di antica tradizione e affonda le sue origini nel 1500. Nella città di Saronno venne commissionato al pittore Bernardino Luini un affresco che ritrae la Madonna e l'Adorazione dei magi. L'affresco è tutt'oggi visibile nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli. La leggenda narra che nel periodo in cui il pittore soggiornò a Saronno alloggiasse presso una locandiera di particolare bellezza, di cui si innamorò al punto da usarla come modella per la sua Madonna. Per ringraziarlo, lei gli offrì un elisir di erbe, zucchero tostato, mandorle amare e brandy che venne immediatamente apprezzato e si diffuse in pochissimo tempo. Il liquore mantenne quindi un significato di affezione e amicizia ed è oggi uno dei prodotti italiani più diffusi all'estero. Non viene tradotto e il nome resta invariato in tutte le lingue. Nella città di Saronno ha sede lo storico stabilimento dell'azienda Illva Saronno S.p.a., produttrice del liquore con il marchio "Disaronno".Il liquore Amaretto non è un liquore distillato, ma un preparato per infusione in base alcolica, come il Nocino o il Limoncello, per tale motivo è molto diffusa anche la preparazione casalinga che ha diverse varianti, la più diffusa è quella di utilizzare anche albicocche oltre le mandorle amare. Il sapore del liquore ricorda lontanamente il marzapane e ha una gradazione alcolica di 28% vol. Viene bevuto liscio, con o senza ghiaccio e talvolta usato per preparare cocktail, come per esempio il Messicano o il Godfather, ma è prevalentemente indicato a essere miscelato in bevande a base di caffè.

AMARO 18 ISOLABELLA
L'Amaro 18 Isolabella è un amaro italiano prodotto dalla Illva di Saronno dal 1871. La Casa Isolabella venne fondata da Egidio Isolabella come azienda produttrice di vermut e liquori tra i quali il Mandarinetto Isolabella. L'amaro si presenta di colore scuro e con gradazione alcolica del 30%, è ricavato dall'infusione di 18 tipi di erbe. Si può consumare sia come digestivo sia come dissetante con l'aggiunta di seltz ed una scorza di limone. È inoltre utilizzabile nella preparazione di cocktail quali il Baby darling. Il numero 18 ricorre spesso nella storia Isolabella: la licenza ottenuta per la produzione di vermut era la numero 18, 18 è la prima parte di 1870, anno in cui la casa si affermò con il Mandarinetto, l’amaro 18 Isolabella è composto da 18 erbe.

AMARO AVERNA
L'Averna è un liquore amaro prodotto a Milano dal Gruppo Campari. La società è stata acquisita nel 2014 dal Gruppo Averna. Nel 1802, da un'agiata famiglia di commercianti di tessuti, nasceva Salvatore Averna. Cresciuto a Caltanissetta divenne uno dei membri più attivi della comunità, giudice di pace e benefattore del convento dell'Abbazia di Santo Spirito. Qui, secondo una tradizione antichissima nata nelle abbazie fortificate benedettine e diffusa in Europa attraverso i conventi cistercensi e cluniacensi, i frati producevano, con una loro ricetta, un elisir di erbe che, pur essendo "amaro", era gradevole e possedeva, nelle credenze popolari, doti toniche e terapeutiche. Nel 1859, in segno di riconoscenza, i frati decisero di consegnare a Salvatore la ricetta dell'infuso e nel 1868 iniziò la produzione per gli ospiti di casa Averna. Fu Francesco Averna, figlio di Salvatore, che prese l'iniziativa di promuovere l'amaro, partecipando a diverse fiere, in Italia e all'estero. Durante una visita privata del re Umberto I, nel 1895, l'amaro siciliano era già molto conosciuto, e Francesco ricevette una spilla d'oro con le insegne di casa Savoia. Dopo altri successi, nel 1912 Vittorio Emanuele III concesse alla Società Averna di apporre lo stemma reale con la scritta "Brevetto della Real Casa" sulla etichetta del proprio liquore. La Società Averna divenne così Fornitrice della Real Casa. Tutti questi riconoscimenti, nel corso degli anni, portarono Francesco a ridisegnare l'etichetta iniziale dell'Amaro arricchendola di tutti questi attestati e riconoscimenti. Alla morte prematura di Francesco, la moglie, Anna Maria, prese le redini dell'azienda. Anche se presto fu aiutata dai giovani figli, lei rappresentò un esempio più unico che raro di imprenditrice, donna, nel cuore della Sicilia di inizio novecento. La terza generazione, cioè i figli di Francesco (Salvatore, Paolo, Emilio e Michele) consolidarono il successo dell'amaro e contribuirono all'evoluzione aziendale anche attraverso le difficoltà dei due conflitti mondiali, tant'è che l'azienda continuò la produzione senza mai fermarsi, trovando anzi il modo di avviare l'attività di esportazione in America. Nel 1958 l'Azienda Averna divenne una società per azioni (la Fratelli Averna S.p.a) e qualche anno dopo fu anche costruito un nuovo stabilimento. Il 1978 è stato un anno molto significativo nella storia dell'azienda perché dopo 110 anni e tre generazioni si riuscì a trasformare quello che era nato come un prodotto artigianale di famiglia in una azienda importante del mercato italiano. Dal 1978, la quarta generazione degli Averna, ha mantenuto tale posizione sul mercato, consolidandola ulteriormente attraverso una gestione basata anche sulla diversificazione dei prodotti. Il "Gruppo Averna" comprende infatti anche l'azienda vinicola Villa Frattina (vini e spumanti). Nell'ultimo decennio, al consolidamento sul mercato nazionale si è affiancato un intenso lavoro di internazionalizzazione che ha visto un crescente sviluppo anche sui mercati esteri. Nel 2014 il Gruppo Campari acquisisce il 100% di Fratelli Averna. Il controvalore dell’operazione è di 103,75 milioni di euro, composto da un prezzo di 98 milioni e da un debito finanziario netto di 5,75 milioni di euro.
Caratteristiche e degustazioneSi presenta di colore scuro (caramello scuro), con un sapore non eccessivamente amaro e una gradazione alcolica pari a 29°, la ricetta originale prevedeva una gradazione alcolica pari a 34° diventati, negli anni 2000, 32°. Il liquore si beve liscio o con ghiaccio, come digestivo o bevanda estiva (con molto ghiaccio) o a temperatura di frigorifero.

AMARO MONTENEGRO
L'Amaro Montenegro è un amaro italiano prodotto per la prima volta nel 1885. Il creatore dell’amaro fu Stanislao Cobianchi, un nobile bolognese predestinato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica. Per sottrarsi al suo destino Stanislao fuggì da Bologna girando per il mondo. Durante il suo soggiorno nel principato del Montenegro venne colpito dalle strepitose proprietà digestive di una bevanda detta Karik. Ritornato in Italia si impiegò in una liquoreria piemontese dove, imparato il mestiere, riuscì a riprodurre la ricetta della bevanda montenegrina. Tornato a Bologna aprì prima un piccola bottega di liquoreria e successivamente una distilleria per la produzione dell'Amaro Montenegro. La bevanda fu molto apprezzata, al punto che Gabriele d'Annunzio la definì liquore delle Virtudi.

AMARO RAMAZZOTTI
L'Amaro Ramazzotti è un amaro italiano. Il marchio appartiene alla Pernod Ricard Italia, filiale italiana del gruppo multinazionale francese Pernod Ricard. Apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, ha conquistato la leadership del mercato tedesco, diventando il primo brand della categoria amari importato in Germania.
Amaro Ramazzotti viene prodotto per la prima volta a Milano nel 1815. Nasce come "Amaro Felsina Ramazzotti" da una ricetta segreta di Ausano Ramazzotti un farmacista bolognese trasferitosi a Milano. Fu il primo aperitivo a non avere il vino come base. Nel 1848 Ramazzotti aprì un bar in Via Canonica, 86 vicino al Teatro alla Scala, dove si iniziò a servire l’Amaro Ramazzotti. Nel 1994 chiude lo stabilimento di Lainate e sposta la produzione negli stabilimenti di Canelli, in provincia di Asti. L'amaro viene ricavato dalla macerazione di almeno 33 varietà tra erbe, spezie e radici. Il metodo di preparazione rispetta con costanza la ricetta originale del 1815, tuttora segreta. Tra gli ingredienti principali le scorze di arance di Sicilia, l'anice stellato, il cardamomo e i chiodi di garofano, che vengono ridotti in polvere e miscelati con zucchero caramellato e alcool. Presenta una gradazione alcolica del 30% nella versione classica e del 32% nella variante Ramazzotti Menta. Nel 2010 Amaro Ramazzotti ha avviato un progetto equo-solidale in Kerala per l'acquisto di erbe e spezie al fine di sostenere i piccoli produttori locali e promuovere un modello alimentare rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e delle identità culturali. L'acquisto delle materie prime avviene attraverso la PDS Organic Spices – unità di produzione organica della ONG Peermade Development Society - garantendo loro, al contempo, un programma di formazione agraria, commerciale e finanziaria. Un progetto sviluppato insieme a due organizzazioni riconosciute a livello internazionale: l'ONG Planet Finance, attiva in 80 paesi con progetti di micro-finanza e l'impresa federale tedesca GIZ. Nel 2012 è stato dichiarato kosher. L'amaro è principalmente consumato liscio o con ghiaccio, come digestivo dopo pasto. Può essere degustato anche come aperitivo, con acqua gassata ed una fetta limone.Inoltre, alcuni cocktail utilizzano il prodotto come base: il RamaTonic, è un long drink con amaro Ramazzotti e acqua tonicail 1815, in onore dell'anno di nascita dell'azienda, miscelato con ginger ale e servito con una fetta di limone e una di aranciol'High Tea in Milan prevede l'uso dell'amaro, insieme a Lucano, Cynar, succo di limone e acqua tonica
il Friar Minor lo vede mescolato con bourbon, succo d'arancia e club sodaTra i valori veicolati dal brand, è molto forte il legame con la città di Milano, elemento presente in tutte le campagne pubblicitarie. Tra queste, sicuramente la più famosa è quella che riprende il celebre slogan "Milano da Bere", coniato da Marco Mignani, utilizzato per lo spot tv del 1987. Nel 2013 il sito viene aggiornato, in preparazione al prossimo 200esimo anniversario. Tra il 1920 e il 1950, la comunicazione è avvenuta attraverso locandine. A partire dal 1972, la comunicazione si è trasferita anche in televisione con i primi caroselli. Nel 1995, Amaro Ramazzotti insieme alle distillerie Branca e Montenegro, chiede ed ottiene una censura sullo spot tv delle Ferrovie dello Stato con testimonial Adriano Celentano. Motivo della disputa: un comportamento lesivo nei confronti dei produttori di amaro, dovuto ad un capostazione-figurante che sputa un amaro "perché è amaro". Riconoscimenti Negli anni ha ricevuto diversi riconoscimenti: 2009 entra a far parte della "Top 10 Best Growing Brands", 2013 ottiene l'ISW Spirit Brand e la medaglia Gran Oro nella categoria herbal liquors, 2014 ha ricevuto il marchio "Sapore dell'anno".

ANISETTA MELETTI
L’Anisetta nasce ad Ascoli Piceno nel 1870 grazie a Silvio Meletti, allora proprietario dello storico Caffè Meletti, che ideò un originale sistema di distillazione perfezionando la ricetta del liquore di sua madre a base di anice. Per iniziare a far conoscere il proprio prodotto, Silvio Meletti partecipò alle fiere internazionali dell’epoca e ricevette una menzione onorevole all’esposizione internazionale di Parigi del 1878. 
L’anisetta è un prodotto fortemente legato al territorio in quanto le piante di anice dalle quali si ottengono i semi utilizzati nella distillazione, sono coltivate nei terreni argillosi delle colline adiacenti la città di Ascoli Piceno e riescono ad essere fino a due, tre volte più profumate di quelle che crescono nelle altre zone del Mediterraneo.
Il sapore di questa varietà d'anice è simile a quello del finocchio con un retrogusto di menta. La pimpinella anisum è una pianta alta 60-70 cm, originaria del Mediterraneo orientale e dell'Asia, e le sue foglie sono ovali e di colore verde brillante. Durante l'estate fiorisce e produce piccoli frutti verdi, ovali, ruvidi, che vengono raccolti per essere essiccati e poi utilizzati in cucina. Il sapore di questo liquore può essere assimilato alla sambuca, al mistrà, all’ouzo greco e al raki turco.
Il punto centrale della produzione è la distillazione di alcool in presenza di semi di anice, mediante l'uso di un alambicco a bagno maria con evaporazione molto lenta per estrarre tutto il sapore dai semi e rendere più profumato possibile il liquore. L'anisetta viene bevuta liscia come liquore di fine pasto oppure viene servita “con la mosca”, cioè con un chicco di caffé tostato dentro il bicchiere. Può essere anche diluita con ghiaccio o acqua per renderla più dissetante, oppure aggiunta in piccole dosi come correzione aromatica per il caffé. Viene anche utilizzata per la realizzazione di dolci e cocktail. 

APEROL

L'Aperol è un aperitivo alcolico italiano con una gradazione di 11°, dal colore rosso e dal sapore dolce amaro. Creato nel 1919 dai fratelli Barbieri, dal 2003 è di proprietà del Gruppo Campari.
L'Aperol è un aperitivo alcolico, dal colore rosso e dal sapore dolce amaro, ottenuto per infusione in alcol di arancia, erbe (tra cui il rabarbaro) e radici. La ricetta, segreta, è rimasta invariata dalla nascita. La gradazione alcolica standard dell'Aperol è di 11°, mentre in Germania viene venduto in una versione a 15°. L'Aperol viene spesso abbinato ad altre bevande per formare cocktail, il più noto dei quali è lo spritz.
L'Aperol viene creato dai fratelli Barbieri di Bassano del Grappa e presentato ufficialmente in occasione della prima Fiera Campionaria di Padova nel 1919. Sin dalla sua nascita l’Aperol si presenta con un distintivo colore arancione. Dato il successo del prodotto, i produttori Barbieri decidono di investire in pubblicità: negli anni venti l'arancione diventa la firma cromatica di Aperol e nei bar spuntano i primi poster pubblicitari che invitano a consumare un Aperol.
Negli anni trenta Aperol realizza una campagna dedicata alle donne sui principali quotidiani in cui si vede una sarta che misura il girovita di una cliente ed esclama: "Signora! L’Aperol mantiene la linea". Alle signore era consentito un Aperol in quanto aperitivo leggero.
Negli anni cinquanta, dal tradizionale spritz veneto (vino bianco con seltz) nasce la nuova ricetta con Aperol: 4 cl di Aperol, 6 cl di Prosecco e uno spruzzo di seltz o soda. Da allora l’Aperol si lega allo spritz.
Dal secondo dopoguerra l’Aperol conosce un grande sviluppo e una rapida diffusione grazie anche al carosello in cui Tino Buazzelli, portandosi la mano alla fronte, pronuncia le parole "Ah, Aperol!".
Negli anni ottanta viene creata la pubblicità in cui Holly Higgins si tira su la minigonna per raggiungere in moto gli amici in un bar di Miami mentre dice "Non so voi, ma io bevo Aperol".
Nel 1991 la F.lli Barbieri è stata acquisita dalla Barbero 1891 che, a sua volta, nel dicembre 2003, diventa di proprietà del Gruppo Campari.
A partire dai primi anni 2000, anche grazie al successo dell'happy hour e del fenomeno spritz, Aperol incrementa la sua produzione espandendosi anche in Germania, Austria e altri Paesi. Nel 2008 il marchio si impone ulteriormente sul mercato grazie a una riuscita campagna pubblicitaria ispirata al rito tutto veneto dello spritz e lancia l'Aperol Spritz portandolo così a conoscenza del grande pubblico. L'Aperol Spritz si ottiene miscelando in un bicchiere con ghiaccio tre parti di prosecco, due di Aperol e una di seltz aggiungendo alla fine una fetta di arancia. Aperol Spritz è anche un brand del gruppo Campari.

AURUM

L’Aurum è un liquore con una gradazione di 40°, a base di brandy ed infuso di arance. È una specialità di Pescara. Si abbina molto bene ai dolci, specialmente con il parrozzo, altra specialità di Pescara. Oltre che come bevanda, viene utilizzato anche come ingrediente per i dolci e per bagnare le fette di pan di spagna da usare per fare le torte, o per affogare vari tipi di gelato. Il nome del liquore venne scelto dal fondatore della fabbrica Amedeo Pomilio, su suggerimento dell'amico poeta Gabriele D'Annunzio ai primi del Novecento, in riferimento alle origini romane attribuite alla ricetta. La parola deriva dal gioco delle parole latine aurum, che significa oro, ed aurantium, l'arancio. La produzione industriale del liquore è iniziata nel 1925. Negli anni trenta, venne costruito il liquorificio, con una struttura a ferro di cavallo disegnata dall'architetto Giovanni Michelucci, esempio di architettura industriale. Agli inizi degli anni settanta, lo stabilimento produttivo è stato trasferito nel territorio del comune di Città Sant'Angelo.

BAILEYS IRISH CREAM
liquori
Baileys Irish Cream (il marchio depositato omette l'apostrofo) è un liquore a base di whiskey irlandese e crema di latte, fabbricato dalla R. A. Bailey & C. di Dublino, società del gruppo britannico Diageo. Il suo tasso d'alcool è pari al 17%. Baileys è la creazione di IDV (International Distillers and Vintners) e di I&M, una società di sviluppo di nuovi prodotti. Jago e David Gluckman, i protagonisti dietro questo liquore, da allora hanno creato molte altre bevande e prodotti, in particolare il liquore di crema Jago's, lanciata nel 2004.
Baileys Irish Cream, lanciato in commercio il 26 novembre 1974, è stato messo a punto per soddisfare tutti i consumatori americani.
Il Baileys è una crema di whiskey densa e corposa dal color Fallow brillante; il profumo è di crema e di toffee, con aromi di mandorla e di nocciola; il gusto è morbido e zuccherato.
Oltre l'80% degli ingredienti è di origine irlandese: la crema di latte, fornita da due aziende, è prodotta con latte di circa 40.000 vacche allevate in 1500 fattorie della costa orientale irlandese; il whiskey, fornito da "The Old Midleton Distillery" della Contea di Cork, è una miscela di tre whiskey. Entro 36 ore dalla mungitura, la crema di latte viene mescolata al whiskey, dopodiché vengono aggiunti gli aromi: cacao, vaniglia, caramello e zucchero. Secondo il fornitore, il Baileys ha una durata di imbottigliamento di 24-30 mesi, conservata a una temperatura variabile fra i 0° e i 25° (32-77 °F), lontana da fonti di luce.
Varietà
Baileys Original, Chocolat Mint, Crem Caramel e Coffee
Oltre all'originale, il marchio propone alcune varianti:
Baileys Glide (2003-2006): lanciata sul mercato nel 2003, la bevanda meno gustosa e più lunga con 4.0% ABV (Volume di alcool, una misura del contenuto di alcool delle bevande alcoliche), per puntare sul mercato dell'alcolpop, bevande a bassa gradazione alcolica. La vendita del prodotto è stata interrotta nel 2006.
Baileys Mint Chocholate (2005): durante il periodo pre-natalizio del 2005, la Baileys propone nei duty free degli aeroporti britannici la variante con menta e cioccolato; la distribuzione di massa ebbe inizio nei primi mesi del 2006. In questa variante, alla ricetta originale, vengono aggiunti cioccolato fondente e menta.
Baileys Crème Caramel (2005): durante il periodo pre-natalizio del 2005, la Baileys propone nei duty free degli aeroporti britannici la variante con crème caramel; la distribuzione di massa ebbe inizio nei primi mesi del 2006. In questa variante, alla ricetta originale, è aggiunto il crème caramel.
Baileys Coffee (2008): ripetendo la campagna di marketing precedenti, questa variante venne presentata prima negli aeroporti inglesi, per poi sbarcare sul mercato mondiale dal 28 febbraio; alla ricetta originale viene aggiunto il caffè.

BARATHIER
Fin dalla fine del 1800, un elisir d'erbe è prodotto a Pomaretto (To), con il nome di Amaro Cozie (dalle Alpi Cozie). Il nome cambia in Barathier nel 1905. Nasce solo per consumo famigliare e solo in seguito commercializzato.
Con un grado alcolico di 20% in vol. viene prodotto solo con la macerazione in acqua di sette qualità di erbe e fiori spontanei, provenienti dalla Val Germanasca (To), dalla Val Chisone (To), dalla Valle di Susa (To) e dalla Val Pellice (To).
La lavorazione tradizionale e invariata nel tempo, Vengono raccolte le erbe manualmente, selezionate e messe ad essiccare al sole. Le erbe essiccate vengono messe a bagno in un composto di acqua di sorgente, zucchero cristallino e alcol, in contenitori non porosi, come il vetro e l'acciaio.
Il suo colore varia a seconda dell'aggiunta di caramello di zucchero o meno: marrone scuro o giallo chiaro.
E' un Elisir dal gusto fine e gradevolmente amaro, con un principio amarognolo, che diventa sempre più caldo (tipico della pianta Angelica), concludendo con un misto di liquerizia e noci mature.

BIANCOSARTI
Il Biancosarti è un liquore dolce prodotto tramite distillazione di erbe, spezie e fiori, con un sapore caratterizzato dalla forte presenza di cortecce e radici. È prodotto e distribuito dal Gruppo Campari dal 1995, dopo l'acquisizione del marchio dal gruppo olandese Bols Wessanen. Il Biancosarti è di colore chiaro e brillante e ha un sapore dolce. La sua gradazione alcolica è del 28%, da cui il famoso slogan "Biancosarti: l'aperitivo vigoroso" che lo ha reso celebre in numerose pubblicità che hanno visto tra i testimonial personaggi come il tenente Sheridan nel dopoguerra, e successivamente il tenente Kojak negli anni settanta. Anche Giorgio Gaber ha interpretato vari caroselli per il Biancosarti, nel 1967 e nel 1968, infine anche il compositore di ballo liscio Raoul Casadei è stato testimonial del liquore Biancosarti.
Il Biancosarti può essere bevuto come aperitivo, liscio, con ghiaccio, con selz, oppure in cocktail e long drink.

BITTER CAMPARI
Campari è un bitter prodotto come bevanda di punta dall'azienda italiana Gruppo Campari. Si tratta di un bitter alcolico ottenuto dall'infusione di erbe amaricanti, piante aromatiche e frutta in una miscela di alcool e acqua, dall'aroma intenso e dal colore rosso rubino.
Campari è distribuito in oltre 190 paesi ed è tra i marchi più famosi al mondo.
L'azienda inizia in un piccolo bar di Novara: il Caffè dell'Amicizia, acquistato da Gaspare Campari nel 1860 e dove, in quegli anni, nascerà e si perfezionerà la ricetta di Campari, rimasta invariata da allora.
Le sue origini risalgono all’arrivo di Gaspare Campari a Milano nel 1862. Dopo anni di alterne vicende economiche tra Torino e Novara, apre il "Caffè Campari", prima sotto il "Coperto dei Figini" (oggi lato destro della piazza del Duomo,) poi all’angolo tra piazza Duomo e Galleria Vittorio Emanuele II. Nel retro bottega Gaspare allestisce un laboratorio in cui crea gli elisir che lo avrebbero reso famoso, primo fra tutti il Bitter all'uso d'Hollanda e successivamente il Cordiale.
La moglie di Gaspare Campari, Letizia Galli, alla morte del marito, nel 1882 prende le redini dell’attività di famiglia, per consegnarla in seguito al figlio.
Davide Campari, figlio di Letizia e Gaspare, nel 1915 apre il Camparino, sull'angolo opposto rispetto al Caffè Campari. Nel 1919 cede il Campari e il Camparino. L’azienda si concentra sulla produzione di Campari e Cordial, i prodotti con la maggior penetrazione di mercato. Campari entra in borsa nel 2001 al prezzo di 31 euro per azione. Il 3 settembre 2012 Campari acquista l'81,4% di Lascelles de Mercado, un'azienda giamaicana produttrice di rum.
Il 15 aprile 2014 Gruppo Campari acquista per la cifra di 103,75 milioni di € la Fratelli Averna S.p.A.

CHINA MARTINI
China Martini deriva dalla corteccia del “China Calissaia”, un albero che cresce sulle Ande di Bolivia e Perù. Furono i cinesi a scoprire le qualità di questa corteccia e, unendola a un distillato di riso, riuscirono a produrre un liquore digestivo. In Europa è arrivato solo nel XIX secolo e si è diffuso col nome di “Elisir della Cina”. Oggi questo infuso è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

CYNAR
Il Cynar è un liquore a base di foglie di carciofo e infuso di 13 erbe e piante, ha un sapore dolce-amaro e un colore ambrato scuro. La sua gradazione alcolica è di 16,5°. Nasce come digestivo, dal momento che contiene cinarina, estratta dal carciofo che favorisce la digestione. Il Cynar può essere bevuto anche come aperitivo, generalmente con ghiaccio, o come cocktail, mescolato con seltz e una fetta di limone o d'arancia, oppure con cola, acqua tonica o soda amara al limone. In alcune zone d'Italia viene utilizzato per arricchire il vino bianco o come ingrediente aggiuntivo per lo spritz. Creato nel 1952 da Angelo Dalle Molle, dal 1995 Cynar è entrato a far parte del Gruppo Campari.

DOPPIO KÜMMEL

Il Kümmel, anche denominato kummel o kimmel, è un liquore aromatizzato con il seme di cumino dei prati, cumino e finocchio, dolce e incolore.
Originariamente, le parole kümmel, kummel e kimmel sono rispettivamente i termini in qualche modo generici nelle lingue tedesca, olandese e Yiddish, ed indicano sia il cumino dei prati che il cumino. Per esempio, il cumino dei prati tedesco è denominato Echter Kümmel mentre il cumino è denominato Kreuzkümmel, ma il termine Kümmel è usato anche per il liquore aromatizzato con queste spezie.
Secondo la tradizione, il liquore del kummel in origine sarebbe stato distillato in Paesi Bassi, durante il tardo sedicesimo secolo, da Erven Lucas Bols. Da allora è stato ripreso in Germania e poi in Russia, il principale produttore e consumatore di kümmel. Il Gilka Kümmel o Kaiser-Kümmel, prodotto a Berlino, è ottenuto da un processo di distillazione più lungo ed ha un gusto più morbido rispetto ai kümmel russi.

DRAMBUIE
Drambuie è un liquore scozzese all'aroma di miele ed erbe ricavato da whisky, miele di brugo e una miscela segreta di erbe e spezie. Il sapore rimanda a zafferano, miele, anice, noce moscata ed erbe. È prodotto in Broxburn, nel Lothian dell'ovest, in Scozia e può essere servito "puro" (a temperatura ambiente senza ghiaccio), on the rocks (con ghiaccio), o usata come ingrediente in un cocktail. La gradazione alcolica del Drambuie è del 40%.
Il nome Drambuie proviene dalla frase in gaelico scozzese An Dram Buidheach, che significa "la bevanda che soddisfa". Fu coniata nel 1893 alla locanda di Broadford, sull'isola di Skye. Dopo la battaglia di Culloden (1746), il principe Charles Edward Stuart fuggì sull'isola di Skye. Qui fu accolto dal capitano John MacKinnon del clan MacKinnon. Secondo la leggenda, il principe lo ricompensò con la preziosa ricetta della bevanda, inventata anni prima dal suo farmacista personale. Alcuni storici considerano la storia solo una trovata pubblicitaria. Un'altra leggenda sostiene che la ricetta fu tramandata nella seconda metà del XIX secolo dal clan MacKinnon a James Ross, il gestore del Broadford Hotel sull'isola di Skye. Ross sviluppò e migliorò la ricetta, inizialmente per una ristretta cerchia di amici, uno dei quali avrebbe poi battezzato il liquore. Ross si espanse, esportando il liquore in Francia e negli Stati Uniti e brevettò la ricetta a Londra. Ross morì giovane; per provvedere all'istruzione dei figli la vedova vendette la ricetta a un differente MacKinnon, nella prima metà del XX secolo e da allora la ditta MacKinnon ha prodotto la bevanda. La prima distribuzione commerciale di Drambuie si ebbe ad Edimburgo nel 1910. Ne furono vendute solo dodici casse. Nel 1916 il Drambuie fu il primo liquore ammesso nelle cantine della Camera dei Lords e fu spedito in tutto il mondo alle guarnigioni dell'Esercito di Sua Maestà. Negli anni 1980 i produttori cominciarono a pubblicizzare il liquore, e recentemente si è cercato di rafforzare il marchio dopo un calo di popolarità e di vendite.

FERNET BRANCA

Il Fernet Branca è un liquore di sapore amaro composto da erbe e spezie provenienti da 4 continenti, tra le quali agarico, china, genziana, zedonia, galanga, brionia, arancia amara, curacao, poi zafferano, mirra, in una base di alcool di vite. Tutte le componenti delle erbe entrano a far parte della formula di Fernet-Branca: fiori, erbe, radici e piante con cui si producono infusi alcolici, estratti e decotti che, opportunamente miscelati, conservano le benefiche proprietà che si trovano nel prodotto. Successivamente viene maturato con un invecchiamento di almeno un anno in botti di rovere.
La gradazione alcolica è di 39°. La ricetta è segreta e fu creata a Milano dal dott. Fernet e Bernardino Branca, e risultò efficace contro un'epidemia di colera, nella drogheria speziale fondata da Bernardino Branca e Maria Scala nel 1845, sita in Porta Nuova a Milano, vicino alla vecchia stazione. Fernet Branca è ancora oggi prodotto a Milano dalla Distillerie fratelli Branca.
Fernet Branca è servito di solito come digestivo dopo un pasto, ma può essere anche gustato liscio a temperatura ambiente, con ghiaccio, con il caffè o in aggiunta alla Coca-Cola.
Branca Menta è una versione aromatizzata con menta del Fernet-Branca, nato nel 1965.

GALLIANO

Il Galliano è un liquore prodotto per la prima volta nel 1896 dalla Distilleria Arturo Vaccari di Livorno ed oggi prodotto nei Paesi Bassi dalla Lucas Bols, azienda controllata dalla ABN AMRO Capital. Il Liquore Galliano è un'infusione idroalcolica dolcificata di diverse erbe e spezie tra cui anice, liquirizia e vaniglia. Il processo di produzione del Galliano è molto laborioso perché sono richieste sette infusioni e sei distillazioni. La fase finale è data dalla miscela di tutti gli ingredienti con i distillati aromatici e l'estratto di vaniglia. Si presenta di colore giallo con gradazione alcolica del 42.3%. Il liquore si beve liscio o con ghiaccio e viene usato in diversi cocktail, come per esempio il Messicano. Il suo creatore, Arturo Vaccari, titolare della distilleria, volendo ricordare, in occasione della morte, le eroiche gesta del capitano Giuseppe Galliano in Etiopia, diede alla sua creazione il nome del militare. Nel 1989 il liquore viene acquisito dalla società francese Rémy Cointreau e nel marzo 2006 rivenduto al fondo di investimenti europeo ABN AMRO Capital. È venduto nelle caratteristiche altissime bottiglie di forma piramidale che ricordano una mazza da baseball ed è stato citato dagli scrittori: Emilio Salgari nel racconto “Lo Schiavo della Somalia” e da John Fante in "Full of Life". Il Liquore Galliano è anche stato posto in commercio in bottiglie da collezione a forma di Carabiniere in alta uniforme, con feluca e pennacchio posto quale tappo di chiusura e in bottiglie mignon, sempre da collezione dette Gallianino.

GENZIANELLA TRENTINA
La genzianella ha proprietà medicamentose e digestive, viene prodotta dalla tipica pianta della genziana, che cresce nei pascoli. 20 -30 grammi di radici di genziana, vengono fatte bollire in un litro e mezzo d'acqua, portate ad ebollizione e ridotte in liquido fino a mezzo litro, filtrato ed imbottigliato la bevanda e' pronta per il consumo.

GRAND MARNIER
Grand Marnier è un marchio di liquore creato nel 1880 a Neauphle-le-Château (dipartimento dello Yvelines in Francia) da Louis-Alexandre Marnier-Lapostolle. Il Grand Marnier è una miscela composta da vari cognac, essenze d'arancia ed altri ingredienti. Contiene il 40% di alcool (vol.), è prodotto in molte varietà, che possono essere consumate senza ghiaccio, senza acqua o in cocktail.
Marche prodotte
Cordon Rouge
Il Grand Marnier Cordon Rouge o Nastro rosso, è un liquore originale creato nel 1880 da Alexandre Marnier-Lapostolle. Viene usato in vari cocktail. Questo liquore ha ottenuto vari riconoscimenti come la Medaglia d'oro al World Spirits Competition, a San Francisco nel 2001.
Cordon Jaune
Il Grand Marnier Cordon Jaune o Nastro giallo, venduto in alcuni paesi europei ed in alcuni principali aeroporti internazionali, ma poco diffuso in America Settentrionale. Il Grand Marnier Cordon Jaune è un triple-sec, e quindi non ha cognac al suo interno e viene utilizzato soprattutto nella creazione di bevande miscelate.
Navan
Il Grand Marnier Navan è stato prodotto dal 2004 al 2010. È composto da cognac fini invecchiati 10 anni con l'aggiunta di vaniglia naturale al 100%. Il nome deriva dalla città di Navana in Madagascar, dove si coltiva la vaniglia.
Cuvée du Centenaire
Il Cuvée du Centenaire è stato commercializzato per la prima volta in quantità limitate nel 1927 per commemorare il centenario della distilleria. È composto da cognac fini invecchiati 25 anni e viene esposto nella vendita al prezzo di circa 120 $ alla bottiglia. Questo liquore ha vinto una doppia Medaglia d'oro al World Spirits Competition, a San Francisco nel 2001
Cuvée Spéciale Cent Cinquantenaire
Il Grand Marnier 150, chiamato Cuvée Spéciale Cent Cinquantenaire è stato creato nel 1977[6], ed è il liquore più fine della marca. È prodotto con cognac invecchiati 50 anni, venduti in una bottiglia lucidata, dipinta e decorata a mano e viene venduto al prezzo di circa 225 $ alla bottiglia. Nel 1983 ha vinto la medaglia d'oro al Salone des Arts Ménager di Bruxelles ed ha ottenuto il massimo punteggio al Beverage Tasting Institute. Ha inoltre ottenuto il riconoscimento di Migliore liquore al World Spirits Competition, a San Francisco nel 2001
Cuvée Louis-Alexandre Marnier-Lapostolle
Il Cuvée Louis-Alexandre Marnier-Lapostolle è un miscuglio speciale di cognac che provengono dalle migliori annate di questa regione, (Grande Champagne, Petite Champagne, Borderies, Fins Bois e Bons Bois), invecchiati in barili di quercia. È venduto soltanto in Francia, in Canada e nei Paesi Bassi.

LIMONCELLO DI SORRENTO
limoncello della costa di Sorrento
Il limoncello è un liquore dolce ottenuto dalla macerazione in alcol etilico delle scorze del limone ed eventualmente di altri agrumi, miscelata in seguito con uno sciroppo di acqua e zucchero. Generalmente, si utilizza per l'infusione alcol etilico a gradazione di almeno 90%, in cui vengono macerate le scorze (solo la parte gialla) di dieci grossi limoni per ogni litro di alcol. Il periodo di macerazione varia a seconda delle ricette ma mediamente si aggira sui venti giorni, dopodiché viene aggiunto lo sciroppo, in cui le porzioni sono sommariamente di 600-700 grammi di zucchero per litro d'acqua. Il liquore viene quindi filtrato e imbottigliato. Mediamente dopo almeno un mese di maturazione (ma per certe ricette la durata è molto minore) in bottiglia, diviene il classico liquore giallo da gustare sia come aperitivo che come digestivo dopo i pasti.
La buccia di colore giallo citrino, ottenuta dai migliori limoni di forma ellittica, simmetrica e di dimensioni medio-grandi, è l'ingrediente principale del limoncello contenente oli essenziali che conferiscono al liquore un aroma molto deciso nonché un gusto molto forte.
Secondo la tradizione il limoncello nasce agli inizi del Novecento e la sua paternità viene contesa tra sorrentini, amalfitani e capresi: molto rinomato infatti è quello prodotto in Campania utilizzando il limone di Sorrento (il "femminello") o lo sfusato amalfitano IGP.

MIDORI


Midori è un liquore prodotto col melone, prodotto dall'azienda giapponese Suntory. Il Midori è un liquore verde limpido, con un grado alcolico pari al 20-21%. L'ingrediente di base è il melone Yūbari, località nota per la produzione di meloni di ottima qualità. I siti di produzione sono in Giappone, Messico e Francia, nonostante fino al 1987 venisse prodotto solo in Giappone. Ha un sapore decisamente dolce, viene usato per produrre cocktail o long drink a base di limonata, succo di limone, lime, ananas o arancia e altre bevande acide utilizzate per bilanciare la sua dolcezza. Il nome deriva dal termine giapponese midoriiro, che significa "verde", ovvio richiamo al colore della bevanda. Il verde è stato scelto per richiamare il colore della natura giapponese. Nel 1971 la Suntory presentò al campionato Internazionale di Bartending di Tokio un liquore al melone, che ebbe immediato successo fra i giudici. Sulla spinta dell'entusiasmo, l'azienda giapponese dedicò sette anni allo sviluppo del prodotto e del marketing per il mercato internazionale. Per la presentazione venne scelto lo Studio 54, noto locale di New York, ad una festa con il cast del film La febbre del sabato sera. Il liquore venne presentato sotto forma di cocktail, sotto il nome di "Japanese Gin Tonic". Il prodotto venne immesso sul mercato statunitense a partire dal maggio del 1978. Nel 1981 le vendite raggiunsero le 100.000 casse, per poi essere triplicate nel 2007. Nel 1978 fu aperta la prima sede di produzione estera, in Messico. La seconda venne aperta in Francia nel 2003. Il primo cocktail premiscelato, il Midori lemon, venne commercializzato in Australia nel 1993.

MISTRÀ
Il mistrà è un liquore tipico marchigiano e laziale ottenuto per distillazione di alcol di vino e aromatizzato tramite l'infusione di anice (gradazione alcolica attorno al 40%-45%).
Trae le sue origini dalla conquista dell'omonima città (situata a circa 8 km dall'antica Sparta) da parte della Repubblica di Venezia, avvenuta nel 1687 e terminata nel 1715. I veneziani scoprirono l'ouzo e lo portarono in patria, battezzandolo con il nome della città conquistata. Da quel momento il mistrà divenne il liquore per eccellenza della Serenissima. Le dominazioni austriaca e francese segnarono il declino della sua popolarità in Veneto.
Il mistrà, a differenza dell'anisetta e della sambuca, entrambi dal sapore dolce, ha un gusto molto secco, che lo rende ideale per correggere il caffè ma può essere bevuto anche liscio. A Venezia era anche bevuto alla maniera dell'ouzo e del pastis francese, mischiato con acqua. Alla fine dell'Ottocento il mistrà venne riscoperto da Girolamo Varnelli, che ne interpretò e perfezionò la ricetta, partendo dall'intenzione di creare un decotto contro la malaria per i pastori transumanti in Maremma, creando il Varnelli, l'Anice Secco Speciale, tipico prodotto marchigiano.
Essendo un prodotto di tradizione contadina, normalmente viene prodotto e consumato in casa, il Varnelli invece è commercializzato su vasta scala.

PERNOD
Pernod è una bevanda liquorosa francese all'anice da consumarsi come aperitivo, che appartiene alla società Pernod, del gruppo Pernod Ricard.
Il Pernod non è tecnicamente un pastis, anche se è spesso designato come tale, poiché contiene soltanto poca liquirizia.
Il liquore deve il suo gusto alla distillazione di piante e non alla macerazione, utilizzata per la produzione di pastis. Il prodotto è elaborato con essenze d'anice stellato, chiamato anche con il nome Badiane chinoise (spezia vicina all'anice). Quando si estrae in seguito viene mescolato e distillato con essenze di piante aromatiche, in una quantità uguale di menta e coriandolo.
Il liquore è l'eredità del Pernod 45, commercializzato per la prima volta nel 1938, che coincide con l'emissione della legislazione francese che permette nuovamente la vendita di liquori e bevande alcoliche che hanno 45°.
Dal 1951 al 1954, Pernod commercializza un liquore etichettato Pernod 51, in riferimento al suo anno di nascita (gli aperitivi a base di alcool e anice, erano proibiti sul mercato francese, furono nuovamente autorizzati nel 1951). Nel 1954, Pernod 51 ribattezzato pastis 51, quindi semplicemente 51.
Dal 2005 Pernod commercializza Pernod agli estratti di piante di assenzio romano. L'alcool all'anice fece fare un grosso successo alla casa Pernod alla fine del XIX secolo, approfittando della fine del divieto della vendita dell'assenzio romano in Francia. Questo liquore senza zucchero a 68°, ha una parte di tujone (è un chetone e un terpene, presente nell'assenzio romano inferiore a 10mg/l, che risponde alle costrizioni legislative francesi in vigore.
Pernod si consuma tradizionalmente diluito nell'acqua naturale con ghiaccio, ma può fungere da ingrediente in vari cocktail, ad esempio mescolato a vodka, limonata e sciroppo di ribes nero, o diluito con succo di mirtillo, una bevanda molto diffusa in America Settentrionale.

RATAFIA' ALLE AMARENE
Il termine ratafià, denominato localmente anche ratafia o rataffia, indica qualsiasi tipo di liquore composto da un infuso a base di succhi di frutta e alcool. Il ratafià piemontese è ottenuto dallo sciroppo di amarene. Il ratafià abruzzese è ottenuto dalle amarene e dal Montepulciano d'Abruzzo.
Il ratafià Piemontese viene prodotto su tutto l'arco alpino dove è bevanda tradizionale (conosciuta e prodotta anche sul versante francese delle Alpi). Storica è la produzione ad Andorno Micca, paese della provincia di Biella, dove già nel 1600 il ratafià veniva prodotto nel monastero di Santa Maria della Sala. Successivamente la lavorazione divenne caratteristica di alcune famiglie del paese, che dal 1880 è sede della storica fabbrica "Cav. Giovanni Rapa". Storica è anche la produzione del Ratafia prodotto nella Antica Distilleria Alpina Bordiga in Cuneo dal 1888.
In Abruzzo e Molise, la ratafià è un liquore diffuso in tutta la regione a base di amarene e di vino rosso ottenuto da uve del vitigno Montepulciano. È tradizionalmente prodotta ponendo, in proporzioni variabili secondo la ricetta locale, amarene mature intere o snocciolate e zucchero dentro recipienti di vetro esposti al sole per circa 30 giorni, al fine di favorire la fermentazione. Al prodotto così ottenuto si aggiunge poi il vino rosso, lasciando macerare e agitando periodicamente il tutto per almeno altri 30 giorni, ma si può arrivare anche a 5-6 mesi. Il prodotto è poi filtrato e imbottigliato. In alcuni casi dopo la filtrazione si aggiunge dell’alcool per aumentarne la gradazione. In Ciociaria, nella zona vicina alla dorsale appenninica, e quindi all'Abruzzo, viene aggiunta anche qualche goccia di caffè insieme alla cannella ed alla vaniglia. È un liquore dal gusto dolce e piacevole, con una gradazione alcolica variabile secondo la tecnica di produzione: da 7-14% vol. a 20-22% vol. con l’aggiunta di alcool. Il colore è rosso più o meno intenso e ha l’odore caratteristico di amarene e frutti di bosco. È normalmente consumato giovane, per apprezzarne la maggiore freschezza degli aromi. La preparazione e l’uso della Ratafia rientrano nella secolare tradizione contadina tramandata di generazione in generazione. Come riferisce Alessio de Berardinis in "Ricordi sulla maniera di manifatturare vini e liquori" (Teramo 1868) "il nome... gli fu dato da quell'uso che anticamente avevano gli ambasciatori delle potenze belligeranti quando trattavano della pace ad una lieta mensa, di bere questo liquore e di pronunciare quelle semplici parole latine Pax rata fiat!" A parte queste ipotesi, forse pittoresche e fantasiose, il liquore era usato, più prosaicamente, per sancire gli accordi commerciali o la stipula di atti notarili e legali al termine delle trattative.
Il ratafià è stato uno dei liquori principi del Settecento e dell'Ottocento. Inoltre nel Lazio a Nettuno la rattafia è una vera e propria tradizione quanto il Cacchione DOC tipico vino nettunese.
Ratafia dels Raiers (Catalogna)
Si producono bevande simili in altri paesi europei, in particolare in Spagna, Francia e la Svizzera. Il ratafià catalano è quasi la bevanda nazionale al nord della Catalogna.
Etimologia
Da alcuni il termine è fatto risalire a tafià, un'acquavite delle Antille ricavata dalla canna da zucchero, ma è più verosimile la spiegazione popolare paretimologica che fa lo derivare dal latino rata fiat (da cui i termini italiano "ratificato" e francese "ractifié"), col significato approssimativo di "si decida", evidentemente allusivo alla bevuta di questo liquore come suggello di un contratto verbale, atto sostitutivo della più comune stretta di mano.
In piemontese "rata fià" significa "gratta fiato".
Riconoscimenti
La regione Piemonte ha ottenuto dal ministero il riconoscimento del ratafià tra i prodotti agroalimentari tradizionali italiani. Il medesimo riconoscimento è stato ottenuto dal prodotto denominato ratafia o rataffia (regione Abruzzo) e dal ratafià prodotto in Valle d'Aosta.

ROSSO ANTICO
Il Rosso Antico è un famoso vino aromatizzato prodotto dal 1962 dall'antica fabbrica di liquori Buton, di San Lazzaro di Savena. Il Rosso Antico, di color rubino vivo, presenta un sapore dolce-amaro con retrogusto di agrumi e vaniglia.La sua gradazione alcolica è del 15% e ne viene consigliato il consumo come aperitivo, servito liscio con una fettina d'arancia.Oggi Rosso Antico è distribuito da Montenegro Srl 

SOUTHERN COMFORT
Southern Comfort è un famoso liquore statunitense creato nel 1874 e attualmente prodotto dalla Brown-Forman Corporation. La ricetta originale consiste in un mix di whiskey, arancia, vaniglia e derivati di cannella; a differenza di questa, l'attuale formulazione contiene solo aromi piuttosto che vero whiskey ad eccezione della versione "Special Reserve".
Negli Stati Uniti il Southern Comfort è disponibile in versione 100 US proof (gradazione alcolica 50%), 70 US proof (gradazione alcolica 35%) e 42 US proof (gradazione alcolica 21%). La versione Special Reserve, venduta solo nei duty-free, è un mescola di Southern Comfort e bourbon (80 US proof).
È da molti considerato come il parente più dolce dei liquori che hanno come base lo Scotch.
Pare che l'ideatore di questo liquore sia Martin Wilkes Heron (1850 - 1920), barman irlandese di New Orleans, Louisiana, che lo produsse nel 1874. Trasferitosi a Memphis, Tennessee nel 1889, cominciò a vendere il suo prodotto sotto l'etichetta "Non genuino, ma prodotto da me".
Il marchio Southern Comfort nasce ufficialmente nei primi anni '30 del '900 e da allora la sua produzione avviene all'interno della piantagione di Woodland, a West Point a la Hache, Louisiana.

VERMUT CINZANO
Il nome Cinzano ha origine antichissime, una delle prime registrazioni ufficiali risale al 1568 e si trova negli archivi parrocchiali del piccolo borgo di Pecetto Torinese, ancora sul finire del XIX secolo un territorio tra la strada tra Pecetto e Chieri si chiamava Cinzano. I Cinzano erano specializzati in colture di alberi da frutto e vite e producevano rosolio, un liquore derivato dal petalo della rosa, usato spesso come base per altri liquori, vini ed elisir, con proprietà benefiche.
Già nel 1707 la fama dei rosoli e degli elisir Cinzano varcano i confini del piccolo villaggio, tanto che il Maestro Acquavitaio Giovanni Battista Cinzano ottiene la licenza governativa per distillare e vendere elisir e rosoli fino a Torino. Il 6 gennaio 1757 i Cinzano sono investiti del titolo di maestri acquavitai.
Dopo questo riconoscimento gli eredi di Giovanni Battista Cinzano, Giovanni Giacomo e Carlo Stefano Cinzano, ottengono un’ulteriore licenza dalla corte Sabauda e aprono la bottega laboratorio di Via Dora Grossa, oggi via Garibaldi, nel centro di Torino.
La famiglia Cinzano diviene molto presto una produttrice eccellente di vermouth, tanto che nel 1786 viene insignita dai reali di Casa Savoia quale miglior produttore di una specialità torinese di Vermouth (il Vermouth Rosso).
Nel 1786 i Cinzano vengono incaricati dal Re di Piemonte e Sardegna di emulare i metodi francesi di produzione dello Champagne, nei domini reali di Santo Stefano Belbo e Santa Vittoria d'Alba. La ricerca e la sperimentazione porta alla produzione del primo spumante italiano e pone le basi per la rinomata tradizione nazionale di spumanti.
I Savoia continuano a incentivare le sperimentazioni dei fratelli Cinzano offrendo loro le tenute di Santa Vittoria D’Alba come base per le loro ricerche. Dagli anni Sessanta i Cinzano iniziano a produrre su scala industriale i loro prodotti, soprattutto i vermouth; negli stessi anni viene inaugurato il primo stabilimento a Santo Stefano Belbo che con Santa Vittoria d’Alba e Chambery diviene la base del successo di Cinzano nel mondo. In Europa, poi in Sud America e in Africa. In tutto il mondo, dalle origini fino ad oggi, Cinzano afferma la maestria nel “saper fare” e il carattere sempre fedele a se stesso.
Nel settembre 1999 il marchio Cinzano viene acquisito dal gruppo Campari.
Cinzano Bianco è l’aperitivo a base vino prodotto dalla omonima casa Cinzano, marchio del gruppo Campari. Di colore giallo pallido ha gradazione alcolica pari al 14,4% vol. Può essere servito sia liscio che con ghiaccio.
Cinzano rosso è l’aperitivo a base vino prodotto dalla omonima casa Cinzano, marchio del gruppo Campari. Ha un colore ambrato e deve il suo pieno bouquet all’infusione di erbe e spezie. Viene principalmente usato come ingrediente nei cocktail (miscelato). Insieme a Campari è uno degli ingredienti dei famosi cocktail Americano e Negroni. La sua gradazione alcolica è di 14,4% vol.
Cinzano Extra Dry è l’aperitivo a base vino prodotto dalla omonima casa Cinzano, marchio del gruppo Campari. E’ secco e aromatizzato. Si può bere liscio o con ghiaccio, ma soprattutto è una base perfetta per i cocktail secchi. La sua gradazione alcolica è di 15% vol.

VERMUT MARTINI
Martini
Martini è un marchio di bevande, principalmente alcoliche, che fa capo alla multinazionale di origini italiane, Martini & Rossi, nata il 1º luglio 1863 a Torino. Dal 1993 fa parte del Gruppo Bacardi-Martini, al terzo posto nel mondo nella graduatoria dei produttori di bevande alcoliche, con il quale forma un'unica entità internazionale di produzione, commercio e distribuzione. Con il marchio Martini vengono commercializzati principalmente aperitivi, bitter, amari e spumanti. Il marchio è uno dei principali simboli del made in Italy ed è celebre anche per le sponsorizzazioni sportive (Martini Racing) e culturali.
Un tempo denominati "Vermut", oggi la dicitura non compare più in quanto la gradazione alcolica per quasi tutti è di 14,4°,quindi inferiore ai 16 stabiliti legalmente per determinarne la definizione merceologica.
Martini Bianco: deriva il suo nome dai fiori bianchi di vaniglia. Fu lanciato nel 1910 e si guadagnò l'appellativo di ‘Bianchissimo’. È basato su una miscela di erbe aromatiche, spezie dolci e floreali. Il colore è giallo pallido, paglia chiara colorata. L'aroma è intenso e dolce, con profumo di vaniglia.
Martini Rosso: deve il suo inequivocabile colore scuro al caramello aggiunto durante la miscelazione degli ingredienti. Ha un gusto persistente che stimola i sensi ed un aroma intenso. Il gusto è piacevolmente amaro. La gradazione è di 14,4°.
Martini Rosato: è una combinazione di sapori speziati e fruttati equilibrati con abilità. Chiodi di garofano, cannella e noce moscata si sposano con la freschezza di lamponi e limone. Martini Rosato è caratterizzato da un aroma elegante e pieno: in perfetto equilibrio tra l’amaro del Rosso e la delicatezza del Bianco. La gradazione è 14,4°
Martini Extra Dry: il gusto secco e delicato l’ha reso celebre sin dalla nascita, agli inizi del Novecento. È caratterizzato dal colore pallido paglia verde e da aromi freschi e fruttati, con un profumo intenso e dolce al palato. L'aroma è definito intenso, con aromi delicati di lampone e limone su uno sfondo di iris, con note di legno e sherry. Il gusto è fruttato e fiorato seguito da un palato dolce e rotondo. Ha una gradazione di 18°.
Martini Bitter: è la base ideale per i cocktail più conosciuti a livello internazionale. Creato da Luigi Rossi nel 1863, Martini Bitter è ancora oggi prodotto utilizzando la ricetta originale. I suoi ingredienti naturali, si fondono per creare un gusto vivacizzato da intensi aromi di arancia e note erbose, dolci e amare, finemente bilanciate. Il cardamomo e la cannella sono esaltati da fragranze più morbide, come la rosa e lo zafferano. È definibile come un aperitivo amaricante, dal colore rosso brillante. Ha un gusto dolce ed agrumario, decisamente amaro e persistente. La gradazione è di 25°.
China Martini: prodotto storico di Casa Martini, è il risultato di un armonico complesso di erbe ed essenze aromatiche che si fondono per dare una sensazione dolce-amara. È caratterizzata da un colore bruno ambrato intenso. Per quanto riguarda il profumo, sono inizialmente presenti note agrumarie (arancio), seguite da sensazioni floreali e balsamiche dovute a essenze e legni aromatici (rabarbaro, china). La gradazione raggiunge i 25°.

VOV
Vov è il nome commerciale di un liquore a base di uova avente gradazione alcolica di 17,8%. Per antonomasia il medesimo sostantivo è comunemente impiegato anche per indicare preparati casalinghi di zabajone liquoroso ed anche gli analoghi prodotti della concorrenza.
Il liquore poi denominato Vov fu ideato nel 1845 da Gian Battista Pezziol, pasticcere di Padova specializzato nella produzione del torrone, alimento per la cui confezione s'impiega il solo albume delle uova. Pezziol decise d'usare i restanti tuorli, in unione a vino marsala, alcol e zucchero, per avviare la produzione d'un tipo di zabajone liquoroso, bevanda energetica assai in voga a quel tempo anche come ricostituente. Il termine veneto vovi, indicante le uova, venne contratto nel celebre palindromo monosillabo Vov tuttora impiegato per designare il prodotto.
Nel 1856 il successo commerciale del nuovo liquore è già notevole e Pezziol riceve una medaglia d'argento per la qualità della sua bevanda. Lo stesso anno Vov viene presentato alla corte di Vienna ove gli arciduchi d'Austria, apprezzatone il buon gusto, rilasciano un solenne brevetto con aquila a due teste. Nel corso della seconda guerra mondiale, per le sue riconosciute proprietà energizzanti, Vov viene fornito alle truppe impegnate in combattimento col nome di VAV2, acronimo di Vino Alimento Vigoroso.
La bevanda raggiunse la sua massima diffusione a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del 1900, anni in cui ebbe numerose imitazioni e concorrenti, di cui oggi sopravvive a livello industriale solo lo Zabov della Distillerie Moccia. Mentre, paradossalmente, il Vov veniva distribuito ed apprezzato all`estero, negli anni Ottanta e Novanta, soprattutto a causa dell'esasperata attenzione alle mode ed alla spiccata esterofilia anche nelle abitudini alimentari da parte dei consumatori giovani del periodo, unite alla comparsa delle prime bevande energetiche gassate straniere, Vov conobbe un periodo di declino, sopravvivendo però grazie alla sempre consistente richiesta nelle località di montagna, in particolare nei bar delle stazioni di sport invernali.
Le radici padovane del prodotto si sono andate via via perdendo: la produzione è stata dapprima spostata a Pozzilli dalla Società Italiana Liquori, e nel 2012, dopo l'acquisizione del marchio e della ricetta da parte della Molinari S.p.A., presso la Torino Distillati di Moncalieri. Negli anni recenti Vov ha conosciuto una nuova fortuna grazie soprattutto al cocktail bombardino, di cui è il componente fondamentale, tornato di moda soprattutto sulle piste da sci. Vov si giova inoltre di una generale tendenza a rivalutare i prodotti eno-gastronomici storici della tradizione italiana. L'attuale proprietà ha espresso l'intenzione di voler sfruttare il momento positivo per un rilancio commerciale del prodotto.
La bottiglia cilindrica in vetro bianco di Vov, presente fin dagli esordi commerciali, è progressivamente divenuta un'icona della liquoristica italiana. Durante il secondo conflitto mondiale, periodo in cui la produzione di Vov fu destinata quasi esclusivamente all'esercito come VAV2, per praticità di trasporto il liquore venne confezionato in contenitori di cartone impermeabilizzato. Negli anni Sessanta fu proposta la confezione in flacone di vetro ambrato zigrinato, che non ebbe particolare fortuna e che restituì in seguito il testimone alla classica bottiglia in vetro bianco.
Attualmente il prodotto è confezionato in una bottiglia di comune vetro trasparente ricoperto da un foglio di plastica bianca, la quale imita la tradizionale bottiglia in vetro bianco ma oltre ad essere di minor pregio rispetto a questa pone problemi al consumatore circa il corretto smaltimento e riciclo dei materiali componenti. In etichetta, di stampo molto tradizionale ed immutata da decenni, troneggia l'altrettanto iconica scritta tridimensionale Vov gialla su sfondo blu, sovrapposta ad una stilizzazione della Basilica di Sant'Antonio di Padova. Il prodotto è descritto come zabajone confortante.
In etichetta e nelle reclames è consigliato il consumo di Vov sia come cordiale liscio, sia caldo come corroborante, sia refrigerato o addirittura congelato come granita (frozen Vov). Il suo sapore sostanzialmente assimilabile allo zabajone, di cui è però più liquido e con una percentuale alcolica più alta, lo rende adatto ad accompagnare molte tipologie di dessert, eventualmente anche come topping. Compare spesso nelle ricette del gelato affogato allo zabajone.

sabato 22 febbraio 2025

Corso di cucina: 53 CONOSCERE I SOFT DRINK

La bibita è un tipo di bevanda analcolica a base di acqua naturale o acqua gassata con carbonato di sodio (volgarmente: soda) e quasi sempre addizionata ad aromi e sostanze dolci (zucchero oppure dolcificanti o fruttosio). Tali bevande possono contenere anche caffeina, taurina (in particolare i cosiddetti energy drink) e/o gomma arabica e vengono utilizzate a volte nella preparazione di cocktail. Tra le bibite rientrano la gazzosa, il chinotto, l'acqua tonica, le spume all'arancia, al cedro o al pompelmo e le bibite a base di cola.
Per il confezionamento è diffusa, oltre alla confezione in lattina, l'imbottigliamento in bottiglie in vetro o plastica PET.
Questo tipo di bevande è spesso indicato con nomi differenti, mutuati da quelli in uso sul mercato anglosassone: soft drink, pop, soda, coke, soda pop, fizzy drink, tonic o carbonated beverage. Prodotti come le bevande energetiche in uso fra gli sportivi e i succhi di frutta in genere non sono considerati soft drink, così come non lo possono essere le bevande calde a base di cioccolata, the, caffè e latte (inclusi frullati e frappé).
Solitamente servite fredde o a temperatura ambiente, le bibite sono chiamate soft drink in contrasto con le bevande definite - sempre nel mercato anglosassone - hard drink, ovvero le bevande alcoliche. Piccole quantità di etanolo, tuttavia, possono essere presenti anche nei soft drink, sebbene il titolo alcolometrico non possa superare lo 0.5% del volume totale del prodotto nel caso in cui il drink debba essere classificato come analcolico.
Le più diffuse bibite sono, oltre alle già citate cole, spume e gassose, la limonata e l'aranciata, oltre alle bibite a base di lime, la root beer (un particolare tipo di birra gassata diffusa in Nordamerica), la grape soda, la cream soda a base di vanillina, il ginger ale, il punch a base di frutta da servire freddo e senza alcool (Delaware Punch), lo squash a base di sciroppo di frutta, lo Julmust.
I primi soft drink non-carbonati ad essere commercializzati nel mondo occidentale furono preparati nel XVII secolo. Essi erano composti da acqua e da succo di limone reso dolce con del miele. Nel 1676 una Compagnie des Limonadiers di Parigi si assicurò il monopolio per la vendita di questo tipo di bevande ai passanti assetati ai quali venivano distribuite coppe riempite da piccole damigiane caricate sulle spalle dei venditori ambulanti.
Nel XVIII secolo la scienza contribuì notevolmente nella creazione di quelle che sarebbero state poi le moderne acque minerali. Fu nel 1767 che l'inglese Joseph Priestley per primo scoprì un metodo per infondere nell'acqua l'anidride carbonica così da creare l'acqua gassata. L'esperimento di Priestley avvenne in una birreria di Leeds. Scoprì la soda water, ovvero il componente della maggior parte dei soft drink. Priestley si rese conto che l'acqua, sebbene trattata, aveva un gusto gradevole e la offrì agli amici come bibita rinfrescante. Nel 1772 lo scienziato pubblicò un trattato intitolato Impregnating Water with Fixed Air in cui descriveva la distillazione, il cosiddetto oil of vitriol (olio di vetriolo, ovvero acido solforico), utile per produrre gas da anidride carbonica e favorirne la sua dissoluzione in un contenitore nel quale veniva agitata dell'acqua.
Un altro inglese, John Mervin Nooth implementò la scoperta di Priestley producendo un'apparecchiatura di uso commerciale destinata alle farmacie. Il chimico svedese Torbern Bergman, poi, inventò a sua volta un apparecchio per la generazione di acqua gassata mediante gesso e acido solforico. Con questo sistema si poteva produrre un'imitazione dell'acqua minerale in notevole quantità. Nel tardo XVII secolo, infine, il chimico svedese Jöns Jacob Berzelius iniziò ad aggiungere aromi (spezie, succhi di frutta e vino) all'acqua gassata.
Tipologie
ACE
Acqua di cocco
Acqua di seltz
Acqua soda
Acqua tonica
Aranciata
Bitter
Chinotto
Cedrata
Coffee Drink
Cola
Energy drink
Functional drink
Ginger
Ginger ale
Latte di mandorla
Limonata
Pompelmo
Soya drink
Sport drink
Spuma

The freddo

Il frappè è una bevanda dolce che viene preparata frullando un ingrediente di frutta, come delle banane o fragole, o del cacao, del ghiaccio tritato e il latte, oppure usando direttamente del ghiaccio di latte. Spesso si aggiunge anche dello zucchero. Si chiama frappè anche il frullato di gelato e latte.
Volendo si può preparare anche utilizzando liquori, caffè o sciroppi come menta e amarena. Il frappè si serve in bicchieri alti con una cannuccia, ed è possibile anche aggiungere panna montata.
I frappé si distinguono dai frullati perché alla preparazione di base di questi ultimi si aggiunge anche il ghiaccio tritato (o, più semplicemente, del gelato).
Il termine frappé, infatti, significa proprio “liquido colpito dal freddo”, in quanto l’aggiunta del ghiaccio ne abbassa istantaneamente la temperatura.
A differenza dei frullati, i frappé, che sono essenzialmente una bevanda fredda (tant’è che la possiamo tranquillamente considerare una bevanda tipicamente estiva), utilizzano spesso nelle ricette di preparazione liquori, menta o caffè in sostituzione della semplice frutta.
La sostituzione del ghiaccio con gelato alza notevolmente il contenuto calorico (al limite, per non esagerare con le calorie, rendendo la bevanda meno liquida, si può fare a meno e di usare il gelato e di usare i cubetti di ghiaccio sostituendo questi ultimi con cubetti di latte ghiacciato).
Dal momento che vengono generalmente serviti in notevoli quantità (calici o bicchieri di grandi dimensioni) e spesso integrati da altri alimenti (biscottini, liquore) il contenuto calorico dei frappé può essere ragguardevole e per niente paragonabile a quello di semplici bevande dissetanti. Devono quindi essere considerati veri e propri alimenti, paragonabili a piccole porzioni di dolci.
Può essere utilizzata la panna montata. Chi lo gradisce può sostituire il latte vaccino con quello di soia.

I frullati sono una categoria di bevande ottenute frullando diversi alimenti (in genere frutta o alcuni tipi di verdure) da soli o insieme a una base di acqua, latte, yogurt o simili; possono essere zuccherati o arricchiti con altri ingredienti (soprattutto cacao o vaniglia). Data la loro composizione, i frullati sono tipicamente ricchi di vitamine e altri nutrienti; di conseguenza sono spesso commercializzati come prodotti alimentari salutistici, eventualmente con l'aggiunta di altri ingredienti con particolari qualità nutritive, come il siero di latte, latte di soia, complessi vitaminici, preparati di erboristeria e simili.
Nei frullati la frutta viene appunto frullata in tutte le sue parti (compresa la buccia) e quindi si aggiunge il latte. L’aggiunta di latte è opzionale, ma rende il frullato sicuramente molto più nutriente, modificandone l’aspetto nutrizionale. Il latte, infatti, fornisce un
contributo di proteine e grassi che in quello di sola frutta mancherebbe totalmente, riducendo l’alimento a un concentrato di zuccheri e fibre. Il frullato, per la sua elevata percentuale di frutta non è affatto paragonabile ai succhi di frutta, ove manca generalmente la componente di fibre e si ha un ridotto contenuto vitaminico (spesso i succhi industriali sono sottoposti a processi termici di sterilizzazione che ne alterano il contenuto vitaminico).
I frullati, per loro natura, sono invece generalmente consumati freschi, appena preparati, risultando quindi un concentrato di energia sotto forma di zuccheri semplici e degli elementi nutritivi così importanti del latte. L’abitudine a consumare frullati di frutta può essere un valido espediente per far consumare ai bambini una giusta dose quotidiana di latte, in quanto il sapore dolce della frutta rende il latte, per taluni, più appetibile. Da limitare invece l’apporto di zucchero, in quanto aumenta il contenuto calorico senza avere in cambio particolari vantaggi; se, infatti, la frutta è ben matura, è sufficiente il fruttosio contenuto nel frutto per conferire alla bevanda un gusto gradevole.

Con succo di frutta si intende il risultato della spremitura, con conseguente separazione della parte polposa, di frutti diversi. I succhi di frutta come arance o mele sono molto comuni ed il loro consumo è cresciuto negli ultimi anni per merito delle loro qualità nutritive. I succhi possono essere concentrati e richiedere quindi l'aggiunta di acqua. Per la produzione di succhi di frutta si usano tecniche come l'evaporazione, essiccazione e pastorizzazione.
Fra i succhi più popolari in commercio ci sono quelli di pera, pesca, mela, arancia, arancia rossa, mandarino, pompelmo, ananas, pomodoro, ACE e uva.
I succhi di frutta non sono da confondere con le bevande o i nettari, prodotti contenenti altri ingredienti oltre ai derivati dalla frutta. Le confezioni dei prodotti in commercio riportano sempre in etichetta la denominazione commerciale affinché il consumatore non sia confuso.
Il termine succo di frutta, nell'Unione Europea, è definito come: "il prodotto fermentescibile ma non fermentato..." ottenuto da frutti sani e maturi (dir. 2001/112/CE e successivi aggiornamenti).
Dal 2012 non è più possibile addizionare zuccheri ai succhi messi in commercio come tali; i soli zuccheri presenti sono quindi quelli naturalmente contenuti nella frutta di origine.
Se il succo viene preparato diluendo un succo di frutta concentrato, il prodotto ottenuto deve essere etichettato come: "succo di... da concentrato (o a base di succo concentrato)".
La ricostituzione del succo di frutta da concentrato deve essere effettuata aggiungendo solo l'acqua necessaria a raggiungere un contenuto di sostanza secca definita per legge per le principali specie di frutta.
Il succo viene normalmente sottoposto al trattamento termico di pastorizzazione, e confezionato in condizioni di asetticità per garantirne la stabilità microbiologica (prevenire fermentazioni o ammuffimenti).
Ai succhi di frutta possono essere aggiunti ingredienti funzionali come vitamine, sali minerali o fibre alimentari.
Storia
Prove iniziali di produzioni di succo si possono confermare in gruppi di granella di uva risalenti. persino all'8000 a.C., anche se molto probabilmente ciò non era un vero e proprio succo ma un preparato per vino. Uno dei primi succhi a comparire fu la limonata prodotta dall'Italia nel XVI secolo come merce d'importazione nel Medio Oriente. Nel XVII secolo compare il succo di arancia.
Nel XVIII secolo James Lind produce succhi a base di agrumi contro lo scorbuto (talmente efficaci tale che nel 1867 la Merchant Shopping Act imporrà di tenere succhi di agrumi a bordo delle navi Ocean-bound). Nel XIX secolo il dentista sigillò le bottiglie di succo con sughero e cera e li mise in acqua bollente: in questo modo aveva creato una pastorizzazione del prodotto che ne facilitava lo stoccaggio e ne uccideva il lievito responsabile della fermentazione.

Gli sciroppi alla frutta fin dai tempi più antichi sono stati il rimedio ideale contro la calura estiva in quanto sono freschi e naturali. Usare frutta fresca per una maggiore qualità del prodotto.
Ingredienti
amarena, limone, orzata, zucchero, 2 cucchiai di acqua di fiori d'arancio, acqua, padella, imbuto, mestolo, bottiglia o barattolo entrambi con chiusura ermetica
Sciroppo al limone: Sciacquate bene i limoni a vostra disposizione e tagliateli a metà per poterli spremere, quindi privateli del loro succo facendo attenzione affinché la quantità di liquido spremuta corrisponda a quella dello zucchero (es. 1/2 litro di succo con 1/2 kilo di zucchero). Adesso disponete sul fuoco a fiamma media una pentola con mezzo bicchiere d'acqua, lo zucchero e il succo del vostro limone e portate ad ebollizione dopodiché continuate a tenerlo per altri 5 minuti circa. Togliete il liquido dal fuoco e attendete che si raffreddi. Utilizzando un imbuto e un mestolo, versate il tutto in una bottiglia o in un barattolo con chiusura ermetica. Da questo momento in poi riponetelo in frigo o in un luogo fresco.
Sciroppo all’amarena: Eliminate i piccioli e i noccioli. Una volta pulite, mettetele in una padella dai bordi alti insieme allo zucchero, accendete il fuoco e quando noterete che le amarene inizieranno a bollire, abbassate leggermente la fiamma e mantenete per circa 15 minuti, mescolando spesso il composto. Una volta trascorsi i 15 minuti, fate raffreddare per bene lo sciroppo e una volta freddo, versate il liquido all'interno di una bottiglia e conservatelo in frigorifero.
Sciroppo all’orzata: Innanzitutto collocate le mandorle in un recipiente pieno d'acqua e dopo averle sbucciate, sminuzzatele con l'aiuto di un mortaio. Inumiditele con i fiori d'arancio e una volta ottenuta una purea scioglietela all'interno di un terzo dell'acqua. Dopo aver passato il tutto con l'aiuto di un colino o di un canovaccio, prelevate la parte liquida e diluite la parte solida con l'acqua restante. Sistemate il liquido ottenuto sul fuoco insieme allo zucchero per circa venti minuti. Anche in questo caso fate raffreddare e successivamente imbottigliate il succo.



 

Sciroppi, frullati e frappé
Frullati e frappé sono alimenti molto consumati nelle stagioni calde (in particolare i secondi), per le proprietà rinfrescanti della frutta, ma lo sono anche in molte occasioni in cui per motivi di salute non è possibile una normale alimentazione.
In genere le due situazioni sono diametralmente opposte:
· se utilizzati come bevande dissetanti o rinfrescanti si deve cercare di limitare il potere calorico (spesso l’aggiunta di zucchero o di liquore crea una bevanda niente affatto dissetante e inutilmente ipercalorica);
· se utilizzati come alimenti sostitutivi è necessario invece calibrare gli ingredienti
per offrire il massimo dei principi nutritivi.
L’ingrediente principale del frullato e del frappé è la frutta e la distinzione tra i due alimenti risiede essenzialmente nella diversa modalità di preparazione.
Frullato
I frullati sono una categoria di bevande ottenute frullando diversi alimenti (in genere frutta o alcuni tipi di verdure) da soli o insieme a una base di acqua, latte, yogurt o simili; possono essere zuccherati o arricchiti con altri ingredienti (soprattutto cacao o vaniglia). Data la loro composizione, i frullati sono tipicamente ricchi di vitamine e altri nutrienti; di conseguenza sono spesso commercializzati come prodotti alimentari salutistici, eventualmente con l'aggiunta di altri ingredienti con particolari qualità nutritive, come il siero di latte, latte di soia, complessi vitaminici, preparati di erboristeria e simili.
Nei frullati la frutta viene appunto frullata in tutte le sue parti (compresa la buccia) e quindi si aggiunge il latte. L’aggiunta di latte è opzionale, ma rende il frullato sicuramente molto più nutriente, modificandone l’aspetto nutrizionale. Il latte, infatti, fornisce un contributo di proteine e grassi che in quello di sola frutta mancherebbe totalmente, riducendo l’alimento a un concentrato di zuccheri e fibre. Il frullato, per la sua elevata percentuale di frutta non è affatto paragonabile ai succhi di frutta, ove manca generalmente la componente di fibre e si ha un ridotto contenuto vitaminico (spesso i succhi industriali sono sottoposti a processi termici di sterilizzazione che ne alterano il contenuto vitaminico).
I frullati, per loro natura, sono invece generalmente consumati freschi, appena preparati, risultando quindi un concentrato di energia sotto forma di zuccheri semplici e degli elementi nutritivi così importanti del latte. L’abitudine a consumare frullati di frutta può essere un valido espediente per far consumare ai bambini una giusta dose quotidiana di latte, in quanto il sapore dolce della frutta rende il latte, per taluni, più appetibile. Da limitare invece l’apporto di zucchero, in quanto aumenta il contenuto calorico senza avere in cambio particolari vantaggi; se, infatti, la frutta è ben matura, è sufficiente il fruttosio contenuto nel frutto per conferire alla bevanda un gusto gradevole.
Frappé
Il frappè è una bevanda dolce che viene preparata frullando un ingrediente di frutta, come delle banane o fragole, o del cacao, del ghiaccio tritato e il latte, oppure usando direttamente del ghiaccio di latte. Spesso si aggiunge anche dello zucchero. Si chiama frappè anche il frullato di gelato e latte.
Volendo si può preparare anche utilizzando liquori, caffè o sciroppi come menta e amarena. Il frappè si serve in bicchieri alti con una cannuccia, ed è possibile anche aggiungere panna montata.
I frappé si distinguono dai frullati perché alla preparazione di base di questi ultimi si aggiunge anche il ghiaccio tritato (o, più semplicemente, del gelato).
Il termine frappé, infatti, significa proprio “liquido colpito dal freddo”, in quanto l’aggiunta del ghiaccio ne abbassa istantaneamente la temperatura.
A differenza dei frullati, i frappé, che sono essenzialmente una bevanda fredda (tant’è che la possiamo tranquillamente considerare una bevanda tipicamente estiva), utilizzano spesso nelle ricette di preparazione liquori, menta o caffè in sostituzione della semplice frutta. La sostituzione del ghiaccio con gelato alza notevolmente il contenuto calorico (al limite, per non esagerare con le calorie, rendendo la bevanda meno liquida, si può fare a meno e di usare il gelato e di usare i cubetti di ghiaccio sostituendo questi ultimi con cubetti di latte ghiacciato).
Dal momento che vengono generalmente serviti in notevoli quantità (calici o bicchieri di grandi dimensioni) e spesso integrati da altri alimenti (biscottini, liquore) il contenuto calorico dei frappé può essere ragguardevole e per niente paragonabile a quello di semplici bevande dissetanti. Devono quindi essere considerati veri e propri alimenti, paragonabili a piccole porzioni di dolci.
Può essere utilizzata la panna montata. Chi lo gradisce può sostituire il latte vaccino con quello di soia.
Sciroppi di frutta
Gli sciroppi alla frutta fin dai tempi più antichi sono stati il rimedio ideale contro la calura estiva in quanto sono freschi e naturali. Usare frutta fresca per una maggiore qualità del prodotto.
Sciroppo al limone:
Sciacquate bene i limoni a vostra disposizione e tagliateli a metà per poterli spremere, quindi privateli del loro succo facendo attenzione affinché la quantità di liquido spremuta corrisponda a quella dello zucchero (es. 1/2 litro di succo con 1/2 kilo di zucchero). Adesso disponete sul fuoco a fiamma media una pentola con mezzo bicchiere d'acqua, lo zucchero e il succo del vostro limone e portate ad ebollizione dopodiché continuate a tenerlo per altri 5 minuti circa. Togliete il liquido dal fuoco e attendete che si raffreddi. Utilizzando un imbuto e un mestolo, versate il tutto in una bottiglia o in un barattolo con chiusura ermetica. Da questo momento in poi riponetelo in frigo o in un luogo fresco.
Sciroppo all’amarena:
Eliminate i piccioli e i noccioli. Una volta pulite, mettetele in una padella dai bordi alti insieme allo zucchero, accendete il fuoco e quando noterete che le amarene inizieranno a bollire, abbassate leggermente la fiamma e mantenete per circa 15 minuti, mescolando spesso il composto. Una volta trascorsi i 15 minuti, fate raffreddare per bene lo sciroppo e una volta freddo, versate il liquido all'interno di una bottiglia e conservatelo in frigorifero.
Sciroppo all’orzata:
Innanzitutto collocate le mandorle in un recipiente pieno d'acqua e dopo averle sbucciate, sminuzzatele con l'aiuto di un mortaio. Inumiditele con i fiori d'arancio e una volta ottenuta una purea scioglietela all'interno di un terzo dell'acqua. Dopo aver passato il tutto con l'aiuto di un colino o di un canovaccio, prelevate la parte liquida e diluite la parte solida con l'acqua restante. Sistemate il liquido ottenuto sul fuoco insieme allo zucchero per circa venti minuti. Anche in questo caso fate raffreddare e successivamente imbottigliate il succo.

Con succo di frutta si intende il risultato della spremitura, con conseguente separazione della parte polposa, di frutti diversi. I succhi di frutta come arance o mele sono molto comuni ed il loro consumo è cresciuto negli ultimi anni per merito delle loro qualità nutritive. I succhi possono essere concentrati e richiedere quindi l'aggiunta di acqua. Per la produzione di succhi di frutta si usano tecniche come l'evaporazione, essiccazione e pastorizzazione.
Fra i succhi più popolari in commercio ci sono quelli di pera, pesca, mela, arancia, arancia rossa, mandarino, pompelmo, ananas, pomodoro, ACE e uva.
I succhi di frutta non sono da confondere con le bevande o i nettari, prodotti contenenti altri ingredienti oltre ai derivati dalla frutta. Le confezioni dei prodotti in commercio riportano sempre in etichetta la denominazione commerciale affinché il consumatore non sia confuso.
Il termine succo di frutta, nell'Unione Europea, è definito come: "il prodotto fermentescibile ma non fermentato..." ottenuto da frutti sani e maturi (dir. 2001/112/CE e successivi aggiornamenti).
Dal 2012 non è più possibile addizionare zuccheri ai succhi messi in commercio come tali; i soli zuccheri presenti sono quindi quelli naturalmente contenuti nella frutta di origine.
Se il succo viene preparato diluendo un succo di frutta concentrato, il prodotto ottenuto deve essere etichettato come: "succo di... da concentrato (o a base di succo concentrato)".
La ricostituzione del succo di frutta da concentrato deve essere effettuata aggiungendo solo l'acqua necessaria a raggiungere un contenuto di sostanza secca definita per legge per le principali specie di frutta.
Il succo viene normalmente sottoposto al trattamento termico di pastorizzazione, e confezionato in condizioni di asetticità per garantirne la stabilità microbiologica (prevenire fermentazioni o ammuffimenti).
Ai succhi di frutta possono essere aggiunti ingredienti funzionali come vitamine, sali minerali o fibre alimentari.
Storia
Prove iniziali di produzioni di succo si possono confermare in gruppi di granella di uva risalenti. persino all'8000 a.C., anche se molto probabilmente ciò non era un vero e proprio succo ma un preparato per vino. Uno dei primi succhi a comparire fu la limonata prodotta dall'Italia nel XVI secolo come merce d'importazione nel Medio Oriente. Nel XVII secolo compare il succo di arancia.
Nel XVIII secolo James Lind produce succhi a base di agrumi contro lo scorbuto (talmente efficaci tale che nel 1867 la Merchant Shopping Act imporrà di tenere succhi di agrumi a bordo delle navi Ocean-bound). Nel XIX secolo il dentista sigillò le bottiglie di succo con sughero e cera e li mise in acqua bollente: in questo modo aveva creato una pastorizzazione del prodotto che ne facilitava lo stoccaggio e ne uccideva il lievito responsabile della fermentazione.
Spremitura e tipologia di estrattori
Esistono due tipi di estrattori sul mercato che sebbene producano succo appena spremuto agiscono agli estremi opposti: Estrattori a caldo o Centrifughe ed Estrattori a freddo
Più convenienti degli estrattori a freddo, le centrifughe vengono vendute presso venditori al dettaglio e centri commerciali e perciò sono i più diffusi nella case di tutto il mondo. Per estrarre il succo, le lame delle centrifughe compiono 30 000 rotazioni al minuto comportando pompaggio di aria e un'ossidazione prematura. Le lame sminuzzano la frutta in microparticelle, che esposte all'aria compromettendone enzimi e valori nutrizionali.
Gli estrattori a freddo (detti anche masticatori) sono disponibili sul mercato dal 1934, ma è solo negli ultimi decenni che si è veramente diffuso. I masticatori estraggono il succo gentilmente e basse temperature. I giri del cestello (75-160 rotazioni al minuto) non ossidano il prodotto e mantengono il prodotto vivo. Rispetto alle centrifughe, gli estrattori a freddo riescono ad estrarre il doppio dei valori nutrizionali. L'unico svantaggio dei masticatori è la mancata pastorizzazione del prodotto, che quindi dovrà essere consumato subito dopo la sua spremitura.

venerdì 21 febbraio 2025

Corso di cucina: 52 Birre australiane e asiatiche

FOSTER'S
La Foster's è una marca di birra australiana distribuita in tutto il mondo. Viene prodotta su licenza in molti Paesi, fra i quali USA, Canada e Repubblica popolare cinese. In molti Paesi europei - fra i quali l'Italia, il Regno Unito, la Grecia, la Francia, il Belgio, il Portogallo, la Finlandia, la Germania, la Spagna, la Svezia, l'Ucraina e l'Eire - la birra è prodotta e distribuita dalla Scottish & Newcastle. In India il marchio viene commercializzato da SABMiller.
L'azienda ha lanciato ampie campagne di sponsorizzazione dedicate al mondo dello sport, in particolare nel mondo della Formula 1 e del surf.
Secondo la stessa azienda ogni secondo nel Regno Unito si consumano 30 pinte della birra.
L'azienda è nata nel 1888, quando i due fratelli Foster si trasferirono da Melbourne a New York per produrre birra da vendere nelle colonie. Nel 1907 la Foster's Lager Brewing Company si fuse con la Carlton & United Breweries, un'azienda rivale con sede a Melbourne. Le esportazioni all'estero (a partire dagli USA) iniziarono nel 1972. Nel 1981 l'azienda decise di lanciarsi decisamente nei mercati esteri, riuscendo a registrare ottimi successi commerciali.

VICTORIA BITTER

Victoria Bitter o VB è una birra australiana prodotta dalla Carlton & United Beverages che appartiene al gruppo Foster's. Anche se Foster's è la birra australiana più conosciuta all'estero, la sua quota di mercato in Australia resta debole a confronto con Victoria Bitter che è la birra più venduta, allo stesso tempo nelle vendite all'ingrosso o al dettaglio.
Nonostante il suo nome, Victoria Bitter è una birra commerciale standard di tipo lager, anche se è forse leggermente più amara.
Victoria Bitter e Tooheys
Fino al 1999, un accordo tacito tra Carlton & United Beverages e Lion Nathan (fabbricante della birra Tooheys), gli impediva di penetrare in concorrenza nel mercato, nello stato di Victoria e del Nuovo Galles del Sud. Con quest'accordo si mise fine alla cosiddetta guerra della birra di Melbourne (Melbourne Beer War) un'aggressiva guerra commerciale per il controllo del mercato.
Cambi nel contenuto d'alcool
Nel 2007 la Foster's Group, che produce la Victoria Bitter, ha progettato di ridurre la quantità di alcool da 4,9% a 4,8% per ridurre parallelamente l'accisa.
Il The Age (un quotidiano australiano), ha segnalato il 4 luglio 2007 che questo cambiamento farà risparmiare fino a $20 milioni all'anno nei pagamenti di imposta. Il portavoce della Foster's, Ben Wicks, ha detto che questa manovra non cambierebbe il gusto della birra.
La birra VB Midstrength
Nel 2007, è stata lanciata una nuova versione di VB chiamata VB Midstrength con un volume dell'alcool di 3.5%, è stata studiata per capitalizzare di più sul mercato crescente delle birre, attualmente dominato da Gold.


La Sapporo è un tipo di birra prodotto dalla società giapponese Sapporo Breweries, una società di produzione di bevande alcoliche fondata nel 1876. La Sapporo è la marca di birra più antica del Giappone. Prodotta per la prima volta a Sapporo, in Giappone, nel 1876 dal birraio Seibei Nakagawa, la sede mondiale delle fabbriche di birra Sapporo si trova a Ebisu, Shibuya, Tokyo. L'azienda ha acquisito la società canadese Sleeman Breweries nel 2006. La società ha cinque birrifici in Giappone, il birrificio Sleeman in Canada e la Sapporo Brewing Company a La Crosse, nel Wisconsin. I principali prodotti sono la Sapporo Draft (denominata Premium in Nord America); Yebisu; e Sleeman Cream Ale. Sapporo Premium è stata la prima birra asiatica ad essere venduta negli Stati Uniti da quando la Sapporo U.S.A., Inc. venne fondata nel 1984.


giovedì 20 febbraio 2025

Corso di cucina: 51 Birre centro e sudamericane

BRASILE

BRAHMA
La birra Brahma venne inizialmente prodotta dalla Manufactura de cerveja Brahma Villiger e companhia fondata nel 1888 dall'ingegnere svizzero Joseph Villiger. Secondo il sito ufficiale Brahma, l'origine del nome è incerta, ma pare che Villiger fosse una persona molto spirituale per cui diede alla birra il nome della divinità indù Brahma. Altre versioni asseriscono che il nome derivi dal fatto che il fondatore fosse un grande estimatore di Brahms, ma queste non trovano riscontro nel sito ufficiale. Oggi i marchi Brahma sono detenuti dalla multinazionale InBev.
Birre Brahma
Brahma
Brahma Chopp
Brahma Extra
Brahma Liber - birra analcoolica

MESSICO

CORONA
La Corona, denominata Corona Extra, è una marca di birra messicana di tipo lager, appartenente al gruppo Cerveceria Modelo.
È una delle birre più conosciute e diffuse al mondo, presente in circa 150 paesi.
In Italia arriva nel 1989, distribuita dall'azienda genovese Biscaldi fino al 2007, quando il nuovo distributore diventa la Carlsberg.
Nel 2012 il marchio Corona è diventato proprietà della multinazionale belga-statunitense Anheuser Busch InBev, per una somma di 20,1 miliardi di dollari che così diventa, tra l'altro dal 2014, la nuova distributrice esclusiva (già distributrice di Beck’s, Tennent’s Super e Leffe) della birra Corona Extra in Italia.
Da una bolletta di consegna del 1947 risulta che la Forst di Merano, in quegli anni, produceva una "birra chiara" con tale nome.
La Corona è una birra bionda, con una gradazione alcolica di 4,6 % in volume di alcool e presenta un colore oro, con una schiuma sottile ed evanescente. È proprio la mancanza della schiuma il motivo per il quale questa birra va consumata rigorosamente e direttamente dalla bottiglia: l'assenza della schiuma favorirebbe una eccessiva ossigenazione del prodotto, alterandone il sapore.
È una birra leggermente amarognola, dal lieve retrogusto luppolato, da consumare ad una temperatura di 5-7 gradi.
Gli ingredienti contenuti nella birra sono: acqua, malto d'orzo, luppolo, lievito, malto di riso/granturco, antiossidante (acido ascorbico E300), addensante (E405).