domenica 9 marzo 2025

Corso di cucina: 68 Contorni

ASPARAGI AL FORNO

Asparagi
Pancetta Affumicata
Parmigiano Reggiano
Preparate una pirofila da forno con la carta da forno ed una pentola con dell'acqua. Lavate e pulite gli asparagi. Scottateli nell'acqua bollente per circa 3 minuti (non salata), quindi scolateli. Lasciateli raffreddare, dopodiché avvolgeteli in una fettina di pancetta ed adagiateli nella pirofila. Appena prima di infornare, grattugiateci sopra un po' di parmigiano. In forno a 180° per 10/15 minuti.

ASPARAGI ALLO ZABAIONE SALATO

600 gr asparagi verdi
60 gr burro
Pepe, 
Sale
4 tuorli d’uova
80 ml vino bianco
Per preparare gli asparagi allo zabaione lavate gli asparagi, eliminate le parti bianche dei gambi e raschiateli per eliminare le parti esterne più dure. Raccoglieteli in un mazzetto legato con dello spago da cucina e bolliteli in acqua salata per 10/15 minuti, finché saranno cotti ma ancora compatti. Scolateli e teneteli in caldo mentre preparerete lo zabaione salato. Mettete in una pentola di acciaio dal fondo spesso (che dovrà essere poi posta a bagnomaria) i 4 tuorli e sbatteteli con una frusta aggiungendo un pizzico di sale. Immergete la pentola a bagnomaria in un'altra pentola più grande che la contenga, riempita per 1/3 di acqua caldissima: il fuoco deve essere molto basso e l’acqua non deve mai bollire, ma piuttosto deve mantenere un lieve fremito. Aggiungete il burro ammorbidito continuando a lavorare il composto energicamente con una frusta; quando il composto sarà omogeneo iniziate a versare il vino a filo continuando a mescolare energicamente, continuate fino a quando la crema comincerà ad addensarsi. Togliete quindi lo zabaione dal fuoco e versatelo sulle punte degli asparagi, cospargete di pepe a piacere e servite gli asparagi allo zabaione salato immediatamente.
Gli asparagi verdi vengono bolliti e conditi con una soffice e cremosa salsa, lo zabaione, preparato però con uova, vino bianco secco e burro e insaporito da una bella macinata di pepe nero. Lo zabaione salato può essere utilizzato per accompagnare diverse verdure lessate o per insaporire carne e pesce.

ASPARAGI IN SFOGLIA CON CRUDO

8 asparagi verdi
30 gr Grana Padano a scaglie
250 gr pasta sfoglia
8 fette prosciutto crudo
1 uovo
Pulite gli asparagi, eliminate le parti bianche dei gambi e raschiateli per eliminare le parti esterne più dure. Raccoglieteli in un mazzetto legato con dello spago da cucina e bolliteli in acqua salata per 8/10 minuti, fino a che saranno cotti ma ancora croccanti. Scolate gli asparagi, lasciateli raffreddare e asciugare. Stendete il rotolo di pasta sfoglia, spianatelo leggermente con un mattarello e ricavate con un coltello 8 strisce di pasta larghe circa 3 cm. Stendete le fette di prosciutto crudo, cospargetele di scaglie di grana, adagiatevi gli asparagi e arrotolatevi il prosciutto crudo intorno. Utilizzate le strisce di pasta sfoglia per avvolgere gli asparagi con prosciutto crudo ad elica. Spennellate gli asparagi in sfoglia con l’uovo sbattuto, su tutta la superficie e adagiateli su una placca foderata con carta da forno e cuocete per 15 minuti a 200°C, fino a quando la sfoglia sarà cotta e ben dorata. Servite gli asparagi in sfoglia con prosciutto crudo ben caldi.

ASPARAGI TONNO E CAPPERI
asparagi
4 fettine di pane,
maionese,
4 asparagi sott’olio in conserva,
1 lattina piccola di tonno,
8 capperi.
Tira fuori gli asparagi dal contenitore, elimina il liquido di conserva e lasciali scolare per qualche minuto, fai la stessa cosa con il tonno in scatola. Taglia il pane a fettine e spalmaci sopra uno strato di maionese. Su ogni fettina di pane colloca un asparago, un po’ di tonno e 2 capperi: i pinchos sono pronti da servire.

BAKED POTATO
La baked potato, o jacket potato, specialità culinaria anglosassone, è una grande patata farcita. Essa può essere cotta nel forno a legna, nel microonde o grigliata sul barbecue. La farcitura varia a seconda del luogo.
Varianti locali
Regno Unito
Sulle strade del Regno Unito la jacket potato è stata uno dei cibi più venduti. Si stima che nella Londra di inizio Novecento si vendessero 10 tonnellate di jacket potato ogni giorno.
La patata viene cotta con la buccia, quindi farcita con fagioli, formaggio a scaglie e maionese. Il tonno, il pollo e il bacon sono farciture alternative della jacket potato, ma meno usate.
L'alimento è da poco tornato per le strade d'oltremanica come alternativa salutare ai fast food. Nel 1974 è infatti nata a Edimburgo la prima catena di jacket potato.
Scozia
In Scozia si consuma la jacket potato con la farcitura più curiosa: l'haggis. Si tratta di un insaccato di cuore, polmone e fegato di ovino, macinati insieme a cipolla, farina d'avena, grasso di rognone, sale, spezie e brodo, quindi cotti nello stomaco della pecora per circa tre ore. Questa varietà di jacket potato viene accompagnata da una salsa a base di whisky.
Stati Uniti
Negli "States" la patata viene farcita con burro ed erba cipollina. Le cucine americane servono la jacket potato come contorno in accompagnamento ad un piatto di carne
Texas
Le jacket potato del Texas sono famose per le grandi dimensioni: possono infatti raggiungere il 20 centimetri di lunghezza. Il principale ingrediente di farcitura è, senza dubbio, la carne affumicata o grigliata, spesso accompagnata da un contorno di broccoli.
Svezia
Sebbene non faccia parte della tradizione culinaria della Fennoscandia, la jacket potato è apprezzata e consumata anche in Svezia, dove la si farcisce con un mix di frutti di mare conosciuto come Skagenröra.

BARBABIETOLE AGRODOLCI
barbabietole all'agrodolce
Aceto di vino bianco 1 cucchiaio
Barbabietole rosse precotte 400 gr
Finocchietto selvatico semi 1 cucchiaino
Vino rosso 180 ml
Zucchero semolato 50 gr
Prendete delle barbabietole rosse precotte (le trovate nei supermercati sottovuoto), e con un coltellino dalla lama liscia, levate loro la buccia esterna.
Con una mandolina, tagliatele a fettine sottili direttamente dentro una ciotola.
Aggiungete lo zucchero, i semi di finocchietto selvatico, l’aceto di vino bianco e il vino rosso, e mescolate delicatamente fino ad amalgamare bene gli ingredienti.
Lasciate riposare la preparazione coperta e al fresco per un paio d’ore prima di servirla, in modo che le barbabietole abbiano il tempo di assorbire il liquido di condimento.

BROCCOLI AFFOGATI
broccoli affogati
Acciughe (alici) sotto sale 4
Aglio 1 spicchio
Broccoli 1 kg
Cipolle 1
Olio 1/2 bicchiere
Pecorino fresco grattugiato 150 gr
Pepe macinato fresco q.b.
Prezzemolo tritato 1 ciuffo
Sale q.b.
Vino rosso 1 bicchiere
Tritate la cipolla (meglio ancora i cipollotti se di stagione) abbastanza grossolanamente, l'aglio e il prezzemolo. Dissalate le acciughe lavandole sotto l'acqua corrente, quindi diliscatele e tritatele grossolanamente. Pulite i broccoli scartando le foglie, tagliando le cime fiorite riponeteli in una bacinella e lavateli per bene sotto l’acqua corrente.
In una pentola alta versate tre cucchiai di olio e fate degli strati alternando i broccoli, un pizzico di sale, la cipolla e l'aglio, il prezzemolo.
Aggiungete le acciughe tritate, del pecorino grattugiato, o se preferite a fettine o a dadini; terminate con una spolverata di pepe.
Procedente in questo modo fino a riempire la pentola, terminate gli strati con un'abbondante spolverata di pecorino, coprite con un coperchio e mettete a cuocere a fuoco molto basso, senza mai girare.
A metà cottura, irrorate il tutto con il vino rosso e continuate a cuocere finché i broccoli risulteranno teneri. Se durante la cottura vi accorgete che non c'è abbastanza acqua, potete aggiungere un mestolo di brodo vegetale. Fate cuocere finché i broccoli affogati non saranno morbidi e serviteli come contorno sia caldi che freddi.
I broccoli affogati sono un contorno tipico della gastronomia Siciliana, ed in particolar modo di Catania, dove vengono preparati in special modo per le festività natalizie.
I vrocculi affucati, così chiamati in dialetto catanese, sono molto facili da preparare grazie anche alla semplicità degli ingredienti con cui sono realizzati: i broccoli, acciughe, il pecorino ed il vino.
Ingrediente principale di questa ricetta sono ovviamente i broccoli che in Sicilia vengono chiamati “vrocculi” e che sono una varietà particolare di cavoletti viola, piccoli e teneri con delle piccole fioriture che si trovano facilmente in Sicilia.

BROVADA FRIULANA 
brovada friulana
Materie prime della brovada sono:
rape: bianca a colletto viola;
vinaccia: può essere utilizzata la vinaccia proveniente dai vitigni rossi o bianchi anche se nella pratica comune si preferisce quella proveniente dai tipi rossi;
sale: all'atto della preparazione della massa fermentante è talvolta aggiunto cloruro di sodio;
aceto di vino: è talvolta aggiunto nel corso della preparazione della massa fermentante;
acqua: da pozzo o acquedotto purché con basso contenuto in cloro.
Operazione di preparazione della massa fermentante:
Le radici una volta raccolte possono essere utilizzate subito o conservate. La conservazione deve avvenire in ambienti che assicurino una temperatura non inferiore a –2°C, in cumuli ben arieggiati od in cassoni.
Le radici da impiegare sono accuratamente lavate con le attrezzature meccaniche comunemente utilizzate per la pulizia di ortaggi da tubero, bulbo o radice. Dopo averle lavate si procede al caricamento della massa fermentante negli appositi recipienti alternando degli strati di radici e vinaccia. La parte superiore della massa, a contatto con l'esterno, deve essere costituita da vinaccia al fine di creare un cappello che assicuri la completa immersione anche dello strato più superficiale di radici che altrimenti potrebbero essere soggette ad ossidazioni. A caricamento completato si procede all'aggiunta di acqua pura oppure acqua ed aceto od anche acqua, aceto e sale. L'aceto è aggiunto in un ammontare variabile fra l'8 e il 20% in volume, mentre il sale non eccede il 4% in peso della soluzione.
Infine, sulla massa così preparata, si procede all'applicazione di pesi che devono assicurare l'immersione del materiale fermentante durante tutto l'arco del processo.
In alcune zone montane le rape possono essere coperte dai residui della trasformazione della frutta (in particolare pere e mele da “most”).
Nel corso della fermentazione la temperatura della massa fermentante è mantenuta sotto controllo al fine da assicurare una temperatura non inferiore a 15°C e non superiore a 25°C. La durata del processo non deve essere inferiore a 30 giorni. Si considera concluso il processo di fermentazione quando anche le parti interne delle radici più grosse hanno assunto il caratteristico colore roseo.
Per realizzare la brovada le rape vengono immerse in macerazione e lasciate fermentare nella vinaccia acidificata, poi grattugiate a fettucce e confezionate. 
Le sue caratteristiche sono di essere consistente e croccante, dal colore rosa o rosato, a seconda della vinaccia utilizzata e proveniente esclusivamente da uve rosse del Friuli Venezia Giulia oltre all'aroma pungente, tipico appunto della vinaccia.
Le radici sono lavate e selezionate. Il materiale giudicato idoneo è sbucciato e tagliato in fettuccine. Il prodotto così preparato è pronto per il confezionamento in contenitori di varia foggia (sacchetti, vaschette, ecc.) fabbricati in materiali adatti per gli alimenti. Al momento del confezionamento può essere aggiunto o meno del liquido di governo che spesso deriva dal naturale rilascio dell'acqua presente nei tessuti delle radici. Il prelievo e la lavorazione delle radici avviene immediatamente prima del confezionamento al fine di evitare imbrunimenti causati da ossidazione dei tessuti della radice che peraltro non pregiudicano né la qualità organolettica né lo stato sanitario del prodotto.
La brovada è un prodotto di consumo stagionale che si commercializza fra ottobre e aprile. Il prodotto una volta confezionato va preferibilmente consumato entro 30 giorni. La migliore conservabilità si ottiene mantenendo il prodotto a temperature di 8-10°C e lontano da fonti luminose.

CAESAR SALAD
Caesar salad,
lattuga romana,
crostini di pane soffritti,
pollo alla griglia,
formaggio parmigiano
condita con una salsa fatta di succo di limone,
uova,
aglio
salsa Worcestershire.
La sua origine, anche se tuttora soggetta a dispute, dovrebbe essere stata nel 1924 quando lo chef Cesare Cardini, non avendo a disposizione altri ingredienti, inventò la ricetta di questo piatto per la festa del 4 luglio e il successo fu immediato. Cesare Cardini, (la ricetta si chiama "Caesar" in suo onore), nacque in Italia nel 1896 ma con alcuni fratelli si trasferì negli Stati Uniti dove lavorò soprattutto in California ed a Tijuana.
Malgrado sia un piatto abbastanza recente si è velocemente diffuso ed internazionalizzato tanto che si contano numerose versioni.

CARCIOFI IN PASTELLA


3 carciofi.
gr. 100 di farina 00,
gr. 100 birra fredda,
2 uova,
olio,
sale,
pepe.
Amalgamare alla farina prima poca birra e poi la rimanente, cercando di evitare grumi. Incorporare poi i due tuorli sbattuti ed i bianchi, separatamente montati a neve oltre a poco sale e pepe. Fare riposare 60’ a temperatura ambiente prima di usarla.
Tagliare i carciofi a julienne di 3 mm. lasciando anche un poco del gambo attaccato. Infarinare leggermente prima di tuffarli nella pastella. Sgrondare bene le pastella in eccesso e friggere in abbondante olio ben caldo. Salare prima di servire.

CIPOLLINE ALL'AGRODOLCE
50 ml aceto balsamico
3 foglie alloro
30 g burro
500 g cipolline
30 g zucchero
Sbucciate e lavate le cipolline. Quindi, fate fondere il burro in una casseruola aggiungendo mano a mano lo zucchero e mescolate il tutto. Dopo 5 minuti aggiungete anche l’aceto balsamico e mescolate, fate sfumare e dopo un paio di minuti aggiungete le cipolline. Aggiungete le foglie di alloro e per i primi minuti di cottura coprite la casseruola con un coperchio in modo che le cipolline in agrodolce non si asciughino troppo. Se necessario potete anche aggiungere un mestolo di acqua calda. Lasciate cuocere a fuoco lento per circa 40 minuti, mescolando di tanto in tanto. Servite le cipolline in agrodolce come antipasto o come accompagnamento alle portate di carne.

CONDIGLIONE
Condiglione Condijon, Condijun

Un uso fondamentale dell’olio è quello di condire l’insalata. La più tipica delle insalate liguri il è il Condiglione. Si tratta di un’insalata originaria dell'imperiese e specialmente di Oneglia, ma la si può trovare in tutta la regione, molto simile alla più nota niçoise di oltre confine. L'insieme dei suoi ingredienti è mutevole come la sua pronuncia.

CROCCHETTE DI PATATE E SPECK
4 grosse patate vecchie
150 g di speck
150 g di asiago
100 g circa di parmigiano grattugiato
1 uovo, 
pangrattato, 
farina, 
sale, 
olio per friggere.
Lessare le patate con la buccia. Spellarle e passarle fino a renderle una purea. Preparare gli altri ingredienti mentre la purea raffredda. Per l'impasto tagliare lo speck e l'asiago a dadini e unire tutti gli ingredienti alla purea, aggiustare di sale. Preparare la pastella mescolando acqua e farina e su di un piatto disporre il pangrattato e iniziare a fare le polpette. Realizzare delle palline e affusolarle poi tuffarle dentro la pastella. Quindi nel pangrattato. Friggerle in abbondante olio caldo. Si possono gustare dentro ad un panino.

FAGIOLI ALL'UCCELLETTO
fagioli all'uccelletto

Aglio 2 spicchi
Fagioli toscanelli freschi 300 g
Olio extravergine d'oliva 1/2 bicchiere
Pepe macinato q.b.
Pomodori pelati 200 g
Sale q.b.
Salvia 1 rametto

Mettete i fagioli in un tegame, possibilmente di terracotta, e copriteli con quattro dita d'acqua. Portateli molto velocemente ad ebollizione ed in seguito, abbassate la fiamma e lasciateli cuocere a fuoco lento finché non risulteranno teneri ma senza sfaldarsi. Una volta pronti i fagioli, fate rosolare in un tegame, (sempre di terracotta se vi è possibile), con un pò d'olio, l'aglio ed il rametto di salvia. Dopo due o tre minuti aggiungete anche i pomodori pelati e fate cuocere il tutto fino ad ottenere un sugo abbastanza denso.  Aggiungete quindi i fagioli che avevate precedentemente preparato, salate e pepate secondo il vostro gusto, quindi proseguite la cottura per almeno 15 minuti. Una volta pronti servite ancora caldi. I fagioli all'uccelletto sono uno dei piatti tipici della cucina Toscana, soprattutto di Firenze, città con una gastronomia dalla storia antica ed importante. La fama di questa ricetta è legata soprattutto alla semplicità dei suoi ingredienti ed al suo sapore intenso ma allo stesso tempo delicato che ne fa un ottimo accompagnamento soprattutto per le carni. Nonostante siano così conosciuti, nessuno è mai riuscito a capire il significato del nome "fagioli all'uccelletto", visto che nella ricetta di uccelletti non c'è traccia. L'unico che ha cercato di dare una risposta a questo quesito è stato il padre della cucina italiana, Pellegrino Artusi secondo il quale la ricetta trarrebbe il suo nome dal metodo di cottura, con particolari aromi, utilizzato per la preparazione dei famosi arrosti di uccelletti.

FAGIOLI LUMÈ DI PIGNONE LESSI
800 g di fagioli sgranati,
2 foglie di salvia,
mezzo bicchiere di olio extra vergine d'oliva,
sale,
pepe nero,
1 cipolla,
aceto.
Lavo i fagioli e li pongo in una pentola con un bicchiere d'acqua e l'olio, la salvia il sale e il pepe. Li faccio cuocere per circa 40 minuti a recipiente coperto, rimestando ogni tanto. Li scolo e vi unisco la cipolla tagliata fine. Finisco di condire con olio, aceto e sale.

FAGIOLINI ALLA MOLLICA DI PANE CROCCANTE
aglio 2 spicchi
Fagiolini 600 gr
Olio di oliva 5 cucchiai
Pane mollica rafferma 60 gr
Prezzemolo 1 ciuffo
Sale q.b.
Spuntate e lavate i fagiolini (eventualmente togliete loro il filamento, se lo posseggono) e fateli lessare in acqua salata scolandoli quando saranno ancora croccanti. Mettete in una padella antiaderente due cucchiai di olio, uno spicchio di aglio preventivamente sbucciato e tagliato a metà (oppure a fettine) che farete dorare leggermente; unite i fagiolini ben scolati, il sale e fateli saltare per qualche minuto, fino a che si asciughino dall’acqua di cottura. Intanto prendete la mollica di pane raffermo e riducetela in briciole, magari aiutandovi con le lame di un robot. In un’altra padella mettete 3 cucchiai di olio di oliva e uno spicchio di aglio tagliato a metà (o a fettine); quando l’olio sarà caldo unite la mollica di pane, e fate rosolare il tutto fino a che diventi ben dorato e croccante. A questo punto unite tutti gli ingredienti in una sola padella, fateli saltare qualche secondo per amalgamarli, cospargete di prezzemolo tritato, aggiustate di sale e spegnete il fuoco. Servite i fagiolini all'aglio e mollica croccante ancora caldi.

FAGIOLINI ALLA PUGLIESE
contorno
Fagiolini 1 kg
Aglio 2 spicchi
Olio extravergine di oliva 4-5 cucchiai
Peperoncino piccante 1 piccolo
Sale q.b.
Prezzemolo tritato 2 cucchiai
Pomodori pelati 450 gr
Per preparare i fagiolini alla pugliese iniziate spuntando i fagiolini uno per uno, togliendo gli eventuali filamenti, che non dovrebbero essere presenti nei fagiolini teneri o novelli; lavateli con dell’acqua fredda e fateli lessare per circa 15 /20 minuti in acqua salata, dopodiché metteteli a scolare in uno scolapasta. Intanto lavate e tritate il prezzemolo, e passate al setaccio (o passaverdure) i pomodori pelati. Ponete in un tegame l’olio, il peperoncino e l’aglio schiacciato, che farete imbiondire; aggiungete il passato di pomodoro e lasciate cuocere a fuoco allegro per qualche minuto, poi unite i fagiolini, aggiustate di sale e lasciate cuocere per altri 5 minuti; a questo punto spegnete il fuoco, spolverizzate il tutto con il prezzemolo tritato, mescolate e servite i fagiolini alla pugliese.

FASEUJ GRASS ALLA PIEMONTESE
faseuj grass alla piemontese
Fagioli
avanzi carne
cotenne di maiale
faseuj grass (fagioli grassi in italiano) sono un piatto tipico del Canavese e delle zone circostanti; divenuto famoso soprattutto grazie al Carnevale d'Ivrea. I fagioli grassi sono un piatto povero, composto da fagioli e ritagli di carne e cotenna di maiale con qualche osso, cotti nelle tofeje, recipienti tondi in terracotta con quattro manici. I fagioli grassi vengono mangiati appunto a carnevale perché in quaresima era vietato mangiare carne secondo credo religioso. I fagioli grassi venivano donati al popolo.

FAVE BIANCHE E CICORIE ALLA PUGLIESE
contorno
Fave secche decorticate 400 gr
Olio di oliva extravergine q.b.
Sale q.b.
Acqua q.b.
Cicoria 400 gr
Alloro 2-3 foglie
Per preparare le fave e cicorie, per prima cosa dovrete reidratare le fave mettendole in ammollo, in una ciotola con abbondante acqua fredda, per circa 12 ore (potete metterle la sera per poi cuocerle il giorno dopo). Il giorno dopo scolate le fave, sciacquatele sotto l'acqua corrente, e mettetele a cuocere in una pentola capiente, coprendole a filo con l’acqua e aggiungendo due-tre foglie d’alloro. Chiudete la pentola con un coperchio e lasciate cuocere, a fuoco basso, le fave per almeno 2 ore, aggiungendo, se necessario, dell’acqua calda nel caso si asciugassero. Durante queste due ore le fave rilasceranno una schiumetta che eliminerete con una schiumarola. Nel frattempo lavate bene le cicorie sotto l’acqua corrente e lasciatele scolare, quindi pulitele, eliminando con un coltello la parte più dura, quella bianca nella parte inferiore che tiene insieme le foglie. Eliminate anche le foglie più rovinate, tenendo solo quelle più belle.
Sbollentate le cicorie velocemente nell’acqua bollente salata per qualche minuto, mescolando con un cucchiaio di legno. Appena saranno ben tenere, scolatele e tenete da parte.
Intanto le fave avranno terminato la cottura: saranno pronte quando, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno, si sfalderanno facilmente, fino ad avere un purè dalla consistenza grossolana. Salate le fave e, una volta pronte, componete il piatto tradizionale di fave e cicorie diviso a metà: da una parte del piatto ponete le fave e dall’altra le cicorie. Condite il tutto con un filo d’olio extravergine d'oliva, meglio se un buon olio pugliese, e servite le fave e cicorie  accompagnandole con fette di pane di Altamura.
Fave bianche e cicorie è un piatto tipico della gastronomia Pugliese, riconosciuto dalla regione come prodotto agroalimentare tradizionale. Anche in Basilicata, e in particolare a Matera, ove vengono chiamate fafett' e ciucuer, viene considerato piatto locale, sebbene non sia inserito nell'elenco dei prodotti tipici riconosciuti da questa regione.

FINFERLI CON LE PATATE
Funghi finferli 400 g
Patate novelle 500 g
Cipolle 2
Timo
Alloro
Maggiorana
Olio extravergine di oliva
Sale
Pepe
Rosmarino
Peperoncino
Burro 50 g
Pulite i finferli eliminando le parti fibrose e i residui di terriccio. Lavate le patate, privandole della buccia e sbollentatele per qualche minuto in abbondante acqua salata. Tagliate a lamelle sottili le cipolle e lasciatele imbiondire sul fuoco in una padella con l’olio e il burro. Aggiungete i funghi e le patate, abbassate la fiamma, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per circa 20 minuti. A metà cottura regolate di sale e unite le spezie. Dovranno risultare morbidi e dorati.

FINOCCHI GRATINATI
contorno 
Finocchi carnosi 6
Burro 70 g
Latte fresco intero 300 ml
Farina 30 g
Sale q.b.
Noce moscata grattugiata
un pizzico di pepe macinato a piacere
Parmigiano reggiano grattugiato 30 gr
Per ottenere i finocchi gratinati innanzitutto preparate la besciamella facendo fondere in un tegame 40 gr di burro e aggiungendo la farina; dopo aver mescolato bene per evitare la formazione di grumi, unite il latte e continuate a mescolare fino all'addensamento della salsa, poi aggiungete la noce moscata e il sale (vedi la ricetta dettagliata della besciamella cliccando qui) per poi continuare a mescolare fino ad ottenere una salsa omogenea. Pulite i finocchi tagliando le cime, privateli delle foglie esterne più coriacee e infine divideteli in quarti. Lavateli sotto l’acqua corrente, scolateli e tuffateli in abbondante acqua bollente salata nella quale dovranno scottare per 10 minuti. Trascorsi i 10 minuti, scolate bene i finocchi e metteteli a dorare per altri 10-15 minuti in una padella nella quale avrete fatto fondere 30 gr di burro. Una volta che i finocchi avranno assunto un aspetto dorato sulla superficie, adagiateli in una pirofila, versateci sopra la besciamella, cospargeteli di Parmigiano Reggiano grattugiato e infornateli nel forno caldo a 200° per circa 20-25 minuti, finchè non si sarà formata sulla superficie una bella crosticina dorata. Estraete quindi i finocchi gratinati dal forno, lasciateli intiepidire e servite.

FLAN DI BROCCOLI CON SALSA ALL'ACCIUGA
3 uova
230 g di broccoli
10 g di burro
15 cl di panna
25 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
sale e pepe
2 acciughe sotto sale
3 cl d'olio extravergine di oliva
Pulite i broccoli e fateli cuocere in acqua bollente salata finché non sarà possibile infilarvi agevolmente un coltellino. Raffreddateli in acqua e ghiaccio e scolateli. Frullateli in un frullatore a bicchiere, aggiungendo la panna, il Parmigiano-Reggiano grattugiato e le uova. Insaporite con sale e pepe. Imburrate gli stampi individuali e riempiteli con il composto ottenuto. Cuocete in forno a bagnomaria a 150 °C per circa 40 minuti. Nel frattempo, preparate la salsa all’acciuga: dissalate e sfilettate le acciughe, poi frullatele con l’olio. Quando i flan saranno cotti, sfornateli e attendete qualche minuto prima di sformarli. Impiattateli, guarniteli con la salsa all’acciuga e servite.

FRANDURA CON TOMA DI MENDATICA
1,5 Kg di patate,
250 g di farina,
due bicchieri di latte,
due uova,
toma di Mendatica,
un mazzo di basilico,
prezzemolo,
noce moscata,
olio,
sale.
Le patate, crude e tagliate a fette sottili, vengono poste su due o tre strati in un tegame, unto d'olio. Si diluisce la farina nel latte, si aggiungono sale, uova sbattute, basilico, prezzemolo e una grattata di noce moscata. Il composto così ottenuto viene versato sulle patate. Si cuoce nel forno, a fuoco medio per 45 minuti. Si serve accompagnato dalla toma di Mendatica.

FRICO CON PATATE E CIPOLLE
250 gr di patate,
50 gr di cipolle,
30 gr di burro,
260 gr di formaggio Montasio
suddiviso in 130 di formaggio fresco ed altrettanti di stagionato.
Tagliate il formaggio a pezzetti piccoli. Pelate e lessate al 50 % le patate, poi tagliatele a fettine sottili. In una padella sciogliete il burro e fate morire la cipolla affettata. Unite quindi le patate e ultimate la cottura aggiustando di sale e pepe. A questo punto aggiungete nella padella anche il formaggio. Lasciate cuocere per alcuni minuti, fino a quando sul fondo il formaggio non avrà formato una sottile crosticina, quindi girate il frico eventualmente con l'aiuto di un piatto e lasciate formare la crosticina anche dall'altro lato. Probabilmente sciogliendosi il formaggio produrrà parecchio olio che potete eliminare a più riprese. Servite il frico ben caldo.

FRITTATA DI PATATE SENZA UOVA
4-5 belle patate 
40 g di burro
3 cucchiai di olio
sale
Sbucciate le patate e grattugiatele con l’apposita grattugia per verdure (mandolina). Mettetele in una ciotola, salate, mescolate, lasciate riposare per 20-30 minuti poi premete bene le patate grattugiate tra le mani o in un canovaccio. Scaldate l’olio e il burro in una padella antiaderente poi aggiungete le patate schiacciandole con una forchetta in modo da dargli la forma di una frittata. Cuocete per circa 5-8 minuti su fiamma bassa poi mettete il coperchio e cuocete per altri 5-8 minuti. A questo punto voltate la “frittata”, salate e cuocete anche dall’altra parte mettendo il coperchio per i primi 5-8 minuti e scoperchiando negli ultimi 5-8 minuti in modo che a fine cottura risulti dorata e croccante. Per una cottura ottimale la frittata deve avere uno spessore di circa un dito.

FRITTELLE DI PATATE
800 g di patate,
3 uova,
pane grattugiato,
maggiorana,
burro, olio.
Le patate, cotte e pelate. si pestano poco alla volta nel mortaio con l'aggiunta di una modesta quantità di burro. Quindi, in un contenitore, si aggiungono tre rossi d'uovo e la maggiorana tritata. Dopo aver amalgamato, si formano delle piccole palline che verranno passate nel bianco d'uovo e nel pane grattugiato e fritte nell'olio. Il vino che accompagna il tutto potrà essere un Vermentino o una Bianchetta genovese della zona del Genovesato.

FUNGHI TRIFOLATI
Aglio 1 spicchio
Burro 20 gr
Funghi misti 600 gr
Olio 4 cucchiai
Prezzemolo in abbondanza
Per prima cosa pulite i funghi raschiandoli e strofinandoli con uno straccio umido, tagliate a fette sottili i porcini e nel frattempo fate scaldare in una padella antiaderente larga il burro con l'olio e gli spicchi di aglio tagliati a metà. Una volta puliti i porcini (che hanno una carne più compatta e spessa degli altri funghi), versateli nella padella mescolando delicatamente; tagliate anche i funghi pleurotus (o orecchioni) e gli champignon. Unite nella pentola tutti i funghi lasciando interi i chiodini; cuocete qualche minuto a fuoco vivace e mescolando sempre molto delicatamente per evitare che i funghi si rompano in cottura. Quindi salate secondo i vostri gusti e aggiungete il prezzemolo finemente tritato, lasciando il tutto sul fuoco a fiamma bassa per ancora 5 minuti. Togliete dal fuoco e servite i funghi trifolati caldi o freddi a seconda dell’uso che ne dovete fare.

GÂTEAU DI PATATE

1 kg di patate, preferibilmente a pasta bianca
50 g di burro per la purea e qualche ricciolo per la teglia
1-2 uova
150 g. di prosciutto cotto (tagliato a dadini)
100 g di scamorza (o provola affumicata)
50-100 g di parmigiano grattugiato
100 g di mozzarella
sale, pepe, pangrattato q.b.
(le dosi possono variare e, volendo, si può aggiungere del latte, salame, prezzemolo, noce moscata, olio EVO, etc...; se si usa la mozzarella è consigliabile non aggiungere latte)
Lessate le patate, sbucciatele e schiacciatele. Aggiungete burro (o olio), il parmigiano, le uova e il prosciutto, la scamorza e la mozzarella tagliati a dadini e mescolate bene la purea in una planetaria. Ungete una teglia, riponetela in frigo e poi cospargetene il fondo con pangrattato. Versate la purea nella teglia e spianatela bene con una spatola. Spennellate la purea con tuorlo d'uovo (se volete) e cospargete la superficie con pangrattato e riccioli di burro. Mettete in forno a 180° per 30-40 minuti (a seconda dello spessore), fino a quando non si forma una crosta dorata. Potete servire caldo, soprattutto se usate la mozzarella, oppure servire freddo.
Il gâteau di patate (italianizzato in gatò/ gattò) chiamato anche pizza di patate è un piatto tipico della cucina campana e siciliana a base di patate. Il termine gâteau è un uso particolare del termine francese, che si riferisce propriamente a una torta dolce ed è spiegato dalla sua genesi storica. In realtà è o una sorta di sformato o una pizza rustica senza sfoglia. Questo piatto viene anche consumato come piatto unico in un pasto poiché contiene ingredienti vari e molto calorici ed è, quindi, molto saziante. Dopo il 1768, con le nozze della regina Maria Carolina, figlia di Maria Teresa Lorena-Asburgo, moglie di Ferdinando I Borbone, Napoli divenne luogo di confronto delle grandi cucine europee. La nuova Regina introdusse nella capitale il gusto francese e la consuetudine di affidare il servizio di cucina ai "monsieurs", cuochi di alto rango che, a partire da quel tempo, i napoletani cominciarono a chiamare "monzu'" ed i siciliani "monsù", dalla corruzione del termine francese. Nell'arco di pochi decenni, assunsero denominazioni francesi alcune tradizionali pietanze partenopee e sicule: il gattò, il crocchè, il ragù.

GATHULIS
700 gr di patate bianche;
300 gr di formaggio fisciù (in sostituzione il pecorino);
350 gr di farina;
350 gr di semola di grano duro;
olio evo qb;
sale.
Mettere a bollire le patate, scolare e privale della buccia quando sono ancora tiepide. Schiacciare le patate con una forchetta e unire formaggio e sale. Amalgamare bene il tutto e unire la farina e la semola. Una volta ottenuto un impasto omogeneo lasciarlo riposare per una mezzoretta circa trascorsa la quale trasformare l’impasto in tanti vermicelli lunghi circa 10 cm da unire alle estremità formando una sorta di anellino. Friggere e servire caldi.
I gathulis o gattulis sono un piatto tipico della tradizione sarda, originari dell'Ogliastra e in particolare del comune di Villagrande Strisaili. Sono ciambelline fritte i cui ingredienti principali sono le patate, la semola e un particolare formaggio sardo detto fiscidu o frue (formaggio ovino in salamoia). Da anni nel mese di agosto a Villagrande Strisaili si tiene la sagra dei gathulis.

GRATIN DAUPHINOIS
patate
crème fraîche
Il gratin dauphinois (o patate gratin del Delfinato), è un piatto francese originario dell'antica provincia del Delfinato. È a base di patate e di crème fraîche. Questo piatto è noto in Nordamerica come au gratin style potatoes (Stati Uniti d'America e Canada anglofono) o pommes de terre au gratin (Canada francofono). Questo piatto tradizionale non ha una ricetta univoca. Ad esempio, se vi si utilizza formaggio (emmental, gruyère grattugiato, etc.), ingrediente che la ricetta originale invece non prevede, è conosciuto come gratin savoyard. Le patate sono importanti. La variante nota come Charlotte conferisce un gusto leggermente dolciastro. L'importante comunque è che le patate non siano né troppo gialle né troppo sode. Il tipo Monna Lisa va ugualmente molto bene per questo piatto. Le patate devono essere sbucciate, lavate, tagliate a rondelle e cotte direttamente in forno.

INSALATA AI TRE LEGUMI
• 1 Barattolo Di Fagioli Cannellini O Spagna
• 1/2 Barattolo Di Lenticchie
• 1/2 Barattolo Di Ceci
• Erba Cipollina
• 1 Limone
• Olio Di Oliva
• Aceto Di Vino Bianco
• 1 Spicchio Di Aglio
• Sale Q.B.
• Prezzemolo Q.B.
• Pepe Bianco Q.B.
• 4 Fette Di Pane
Prima di versare i legumi in un'insalatiera, eliminate per bene tutto il liquido di conservazione, eventualmente passando i legumi sotto acqua corrente in uno scolapasta, specialmente per ceci e fagioli.
Sgocciolateli bene e poi conditeli con 4 cucchiai di olio di oliva, una spruzzata di aceto, qualche goccia di limone, sale e pepe.
Mescolate per bene e cospargete con erba cipollina e prezzemolo tritato, e mettetevi lo spicchio di aglio sbucciato.

INSALATA CAPRESE
pomodori
mozzarella
basilico
olio
sale
La caprese è un'insalata usata come antipasto che talvolta può essere servita anche come contorno o addirittura come secondo piatto. Tradizionalmente rientra nei piatti della cucina napoletana ed il nome di questo fresco piatto deriva dall'isola di Capri. È costituita da pomodoro, della varietà detta fiascone originaria della penisola sorrentina e treccia di fiordilatte, tagliate a fette oppure, molto più raramente, in una sorta di insalata a cubetti, inoltre condita con olio, sale e basilico. A piacere si può aggiungervi origano. La caprese è un piatto tipico della tradizione mediterranea, apprezzato e molto gustoso è particolarmente adatto durante la stagione estiva in quanto alimento leggero e fresco.

INSALATA COL GRANO
grano biologico precotto 300 g
fagiolini freschi 250 g
piselli 150 g
germogli di soia 50 g
formaggio di capra 200 g
olio di oliva 6 cucchiai
aceto di vino 3 cucchiai
succo di limone 2 cucchiai
pepe in grani
sale
Fate cuocere il grano nel forno a microonde seguendo le indicazioni sulla confezione. Nel frattempo fate cuocere per circa 5 minuti i fagiolini e i piselli in acqua bollente e raffreddateli subito sotto l'acqua corrente. Tagliate il formaggio a dadini; in una ciotola mescolate olio, aceto, succo di limone, sale e pepe. Unitevi tutti gli ingredienti dell' insalata compresi i germogli, mescolate e lasciate in frigorifero fino al momento di servire.
Fate cuocere il grano nel forno a microonde seguendo le indicazioni sulla confezione. Nel frattempo fate cuocere per circa 5 minuti i fagiolini e i piselli in acqua bollente e raffreddateli subito sotto l'acqua corrente. Tagliate il formaggio a dadini; in una ciotola mescolate olio, aceto, succo di limone, sale e pepe. Unitevi tutti gli ingredienti dell' insalata compresi i germogli, mescolate e lasciate in frigorifero fino al momento di servire.

INSALATA CON L'UVA
crudità d'autunno
120 g d'uva bianca
120 g di spinaci freschi
un Cespo di radicchio rosso
1 scalogno
prezzemolo q.b.
mezzo Bicchierino d'aceto
8 cl d'Olio Extra Vergine d'Oliva
sale e pepe
Fate bollire un terzo di bicchiere d’aceto con lo scalogno pulito e tagliato a rondelle finché il liquido non si sarà ridotto a un paio di cucchiaiate. Pelate i chicchi d'uva, tagliateli a metà e privateli del semi. Lavate gli spinaci e il radicchio dopo averlo sfogliato. Raccogliete in un piatto tutti gli ingredienti e conditeli con una salsina ottenuta frullando l’aceto precedentemente cotto, 80 grammi di olio, sale, pepe e prezzemolo tritato. Mescolate in tavola.

INSALATA CON PEPERONI E MANDORLE
insalata con peperoni alle mandorle ricetta Sale&Pepe

1 spicchio aglio
Q.b. Olio di oliva extravergine
700 grammi pollo petto
Q.b. Sale
Q.b. Pepe
0.5 limone
1 peperone giallo
1 mazzetto prezzemolo
1 peperone rosso
2 cucchiai senape
60 grammi mandorla

1) Per preparare l'insalata con peperoni alle mandorle taglia il petto di pollo a fettine; pulisci i peperoni, privali di torsolo e nervature e riducili a striscioline. Cuoci carne e verdura su una piastra calda, 4-5 minuti per parte
2) Trasferisci il pollo e i peperoni in una ciotola, aggiungi l'aglio a fettine sottili, il prezzemolo tritato, una presa di sale e una macinata abbondante di pepe. Irrora con un filo di olio, mescola con cura e lascia raffreddare.
3) Versa il succo del limone in una ciotolina ed emulsiona con la senape e un paio di cucchiai di olio. Taglia le mandorle a filetti, o tritale grossolanamente, e falle tostare in un padellino con un filo di olio.
4) Versa la salsina alla senape sull'insalata con peperoni poco prima di servirla e completa con le mandorle tostate.

INSALATA CROCCANTE
Insalata iceberg 1 cespo grande
Parmigiano Reggiano in un unico pezzo  80 gr
Carote 2
Pane carré 4 fette
Sale q.b.
Pepe macinato q.b.
Prezzemolo tritato 3 cucchiai
Acciughe (alici) sott'olio 8 filetti
Aceto (anche balsamico se piace) q.b.
Olio di oliva extravergine 2 cucchiai per friggere,
per condire q.b.
Lavate ed asciugate le foglie di insalata iceberg, tagliatele finemente e riponetele in un’insalatiera capiente. Con l’aiuto di un pelapatate, sbucciate e tagliate le carote a nastri; sempre con il pelapatate, ricavate dei riccioli da un pezzo intero di parmigiano reggiano (o grana padano). Tritate finemente il prezzemolo e i filetti di acciughe e poneteli in una ciotola con dell’olio (e se vi piace dell’aceto), il sale e il pepe macinato; amalgamate gli ingredienti con una forchetta e lasciateli qualche minuto a riposare. Prendete le fette di pancarré, eliminate i bordi più scuri e tagliatele a cubetti di 1 cm di lato. Ponete in una padella due cucchiai di olio extravergine, fatelo scaldare e poi buttateci dentro i cubetti di pane a fuoco moderato, rigirandoli su tutti i lati in modo da dorarli interamente. Una volta dorati, poneteli a perdere l’olio in eccesso su della carta assorbente da cucina. Unite all’insalata iceberg le carote, i riccioli di parmigiano e il condimento di olio e prezzemolo: mescolate delicatamente gli ingredienti, suddividete l’insalata nei piatti di portata e poi aggiungete i crostini di pane croccanti. Servite immediatamente.
Se volete rendere più leggera l'insalata croccante, invece di friggere i crostini in olio di oliva potete tostarli nel forno o in una padella antiaderente senza aggiunta di alcun condimento.

INSALATA DI ARANCE
4 arance  tipo sanguinelle
1/2 cipolla di tropea o un cipollotto
olio evo
12 olive nere
sale, 
pepe
Per preparare l'insalata di arance, lavate le arance e sbucciatele a vivo (eliminando la pellicina bianca esterna). Una volta che avrete sbucciato le arance, tagliatele a fettine alte circa 1 cm (o se preferite a tocchetti), e riponetele su di in un piatto da portata, eliminando gli eventuali semi. Mondate la cipolla rossa (o il cipollotto), affettatela finemente e riponetela in una ciotola (se volete addolcirla, lasciatela in ammollo in abbondante acqua fredda per almeno 10 minuti, poi scolatela e asciugatela per bene). In una terrina a parte, sbattete con una forchetta l'olio, il sale ed il pepe, creando un'emulsione. Mettete in una ciotola le fette di arance, la cipolla unite le olive e condite il tutto con l'emulsione di olio, sale e pepe: lasciate riposare l’insalata di arance così condita per 10 minuti a temperatura ambiente e poi servite.
L'Insalata di arance è un piatto tipico della cucina siciliana; consiste in un'insalata con le arance come ingrediente principale. Di solito si serve come contorno. Nella forma base, l'insalata è preparata con fettine di arancia, condite con olio di oliva, sale, e pepe nero. L'acidità dell'insalata, che in genere si ottiene usando l'aceto o una salsa vinaigrette, è data dalle arance stesse. Vi sono diverse varianti in cui mescolano le fettine d'arance con altri ingredienti, ad esempio i finocchi o le cipolle tagliati sottilissimi e le olive nere. In questi casi si aggiunge pure l'aceto e a piacere anche varie erbe aromatiche come il rosmarino la menta o il crescione.

INSALATA DI ARINGHE E PATATE
insalata
Trecento grammi di aringa affumicata
Una cipolla rossa piccola
Due patate
Una mela
Quaranta grammi di olio extravergine d'oliva
Un cucchiaio di aceto
Sale
Pepe
Questo piatto si presta ad essere servito anche come antipasto. In questo caso le porzioni potranno essere sufficienti per 6/8 persone. Lessate le patate a tocchetti in acqua bollente salata, quindi scolatele, pelatele, tagliatele a fettine sottili e disponetele su di un piatto da portata. Affettate sottilmente la cipolla, sbucciate e tagliate a piccoli cubettini la mela e distribuite i due ingredienti sulle patate. Condite con un poco di sale e pepe, spruzzate con l'aceto e irrorate con l'olio. Pulite l'aringa, eliminando la pelle e la lisca, dividete la polpa in pezzettini e adagiatela sopra agli altri ingredienti. Servite subito.

INSALATA DI ASPARAGI PARMIGIANO E NOCCIOLE
una trentina di asparagi
2 cucchiai di olio di nocciola (o di olio di oliva frullato con una manciata di nocciole tostate)
nocciole grossolanamente spezzate
sale
scaglie di parmigiano
Pulite gli asparagi e cuoceteli a vapore per una quindicina di minuti (devono restare piuttosto sodi). Fateli intiepidire. Tagliateli in due e conditeli con l'olio, il sale, le nocciole e il parmigiano.

INSALATA DI CARCIOFI CRUDI
carciofi
limone
aglio (facoltativo)
olio e.v.o.
prezzemolo
Spremere il limone e versarlo in una ciotola con poca acqua. Pulire i carciofi, tagliarli a fettine sottilissime e metterli nell'acqua e limone per evitare che si ossidino, quindi anneriscano. Scolarli molto bene e versarli in una ciotola. Condirli con sale, olio, aglio (facoltativo) e prezzemolo tritato. Ci stanno anche benissimo delle scaglie di pecorino stagionato, fave spellate ed una bella macinata di pepe nero.
Il carciofo è un ortaggio fenomenale. Contiene calcio, fosforo, ferro, sodio, potassio, vitamine A, B1, B2, C, PP, acido malico, acido citrico, cinarina, tannino e zuccheri. E' tonico, stimola il fegato, calma la tosse, contribuisce a purificare il sangue, fortifica il cuore, dissolve i calcoli e disintossica.

INSALATA DI FAGIOLI CANNELLINI
800 g di fagioli sgranati,
2 foglie di salvia,
½ bicchiere di olio extra vergine d'oliva,
sale,
pepe nero.
Lavare i fagioli e porli in una pentola con un bicchiere d'acqua e l'olio, la salvia il sale e il pepe, farli cuocere per circa 40 minuti a recipiente coperto, rimestare ogni tanto. Scolarli e condirli con olio, sale e pepe.

INSALATA DI FAGIOLI E CIPOLLE DI PIGNONE
200 g di fagioli,
1 cipolla,
2 uova sode,
tonno in scatola,
olio extra vergine d'oliva,
sale.
Lessare i fagioli e condirli con abbondante olio extra vergine d'oliva e sale, unirvi la cipolla tagliata, aggiungere a piacere uova sode o tonno per avere un piatto più ricco.

INSALATA DI LEGUMI E POLLO
insalata di legumi e pollo
• 400 gr ceci in scatola
• 350 gr petto di pollo
• 4 perini
• 2 piccole zucchine
• succo di limone q.b.
• erba cipollina q.b.
• olio extravergine di oliva q.b.
• sale q.b.
• pepe q.b.
Tagliate il petto di pollo a strisce e fateli rosolare in una padella con 2 cucchiai di olio per circa 15-20 minuti, fino a che non saranno cotti e ben dorati. Salate, pepate e toglieteli dalla padella, mettendoli su un piatto ad intiepidire. Intanto scolate i ceci, sciacquateli e sgocciolateli bene. Lavate le zucchine, spuntatele e tagliatele a tocchetti piccoli. Sbollettatele per 2 minuti in acqua, poi lavate i pomodori e tagliateli a dadini. Lavate prezzemolo ed erba cipollina e tritateli.  Mettete tutto in una ciotola e condite con il succo di limone, 2 cucchiai di olio, una generosa macinata di pepe e mescolate bene. Prima di servire unite il pollo tiepido.
Potete aggiungere anche foglie di rucola o insalata verde a vostro piacere.

INSALATA DI PATATE
Erba cipollina tritata 2 cucchiai
Patate 800 gr
Pepe bianco a mulinello
Prezzemolo tritato, 1 cucchiaio
Sale q.b.
Senape delicata, 1 cucchiaino
Yogurt bianco, 125 gr
Maionese 2 cucchiai
Salsa Aioli
Lessate le patate con la buccia in acqua salata (ci vorranno circa 30 minuti, anche se il tempo varierà a seconda della dimensione delle patate). Quindi scolatele e lasciatele raffreddare. Nel frattempo preparate il dressing mischiando lo yogurt con la senape, la maionese, l’erba cipollina e il prezzemolo tritati. In ultimo salate e pepate a piacere. Quando le patate si saranno raffreddate, pelatele, tagliatele a dadi piuttosto grossi e ponetele in una ciotola.
Condite le patate bollite con questa gustosa salsina, mescolandole delicatamente per non romperle. Ponete l’insalata di patate in frigorifero per almeno mezz'ora prima di servirla, di questo modo le patate si insaporiranno.

INSALATE DI RADICI
1 o 2 chili di radici di Chiavari,
2 spicchi d'aglio,
200 grammi di acciughe del golfo salate,
aceto
olio extravergine d'oliva.
Raschiate le radici e tagliatene le estremità, lessatele in abbondante acqua salata per mezz'ora o più a seconda della loro grandezza. Conditele con abbondante olio, aceto e fettine di aglio. Volendo si può usare l'aceto aromatizzato con finocchio pestato. Spinate e lavate bene le acciughe, dopo averle tagliate a pezzetti, unirle al tutto e lasciare riposare per alcune ore per fare insaporire meglio. Servire a temperatura ambiente.

INSALATA DI RUCOLA
Aceto balsamico q.b.
Grana Padano a scaglie 100 gr
Noci 50 gr di gherigli
Olio di oliva extravergine q.b.
Pere 2
Rucola 150 gr
Sale q.b.
Lavate ed asciugate la rucola. Sbucciate le pere e tagliatele a pezzetti non troppo grossi. Spezzettate grossolanamente i gherigli delle noci lasciandone qualcuno intero per decorazione. Potete decidere di preparare l’insalata in un’unica ciotola oppure di preparare 4 porzioni individuali; prendete 4 piatti da insalata (o ciotoline) e dividete la rucola in parti uguali, quindi cospargete i piatti con i pezzetti di pera, le scaglie di grana e i gherigli spezzettati (e interi) delle noci. Portate in tavola olio, sale, limone, aceto balsamico e lasciate che i commensali condiscano l’insalata secondo i loro gusti.

INSALATA DI SCAMORZA
Melanzane 1
Zucchine 2
Peperoni 1 giallo e 1 rosso
Scarola (indivia) 200 g
Scamorza (provola) affumicata 200 gr
Prezzemolo tritato 2 cucchiai
Olio di oliva extravergine q.b.
Sale q.b.
Mettete a scaldare sul fuoco una bistecchiera; nel frattempo eliminate le estremità della zucchina e tagliatela a fettine nel senso della lunghezza; eliminate il picciolo alla melanzana e tagliatela a fette. Grigliate le fette di melanzana e zucchina sulla bistecchiera per 2 minuti su entrambi i lati.
Arrostite i peperoni ponendoli in forno a 250° (per almeno 20-25 minuti) oppure su di una padella antiaderente, girandoli su ogni lato per abbrustolire per bene la pelle; quando saranno pronti ( in padella ci vorranno almeno 30-40 minuti) metteteli in un sacchetto di plastica chiuso a raffreddare e quindi estraeteli ed eliminate la pelle. Apriteli in due e togliete i filamenti e i semi interni, quindi tagliateli a striscioline alte 1 centimetro circa.
Tagliate la scamorza affumicata a fettine dello spessore di 2 cm circa; ungete ogni fetta con un po’ di olio e fatela grigliare, un minuto su entrambi i lati. Lavate l’insalata, asciugatela, tagliatela e mettetela in un piatto, adagiatevi sopra le verdure e la scamorza grigliate, condite con un filo di olio di oliva, sale e prezzemolo tritato, quindi servite immediatamente.

INSALATA DI SEDANO E PEPERONI
Peperoni rossi 2
Sedano 2
Insalata lattuga Iceberg mezzo cespo
Olive verdi denocciolate 12
Aglio 1 spicchio
Olio q.b.
Pane casereccio 8 fette
Per il dressing
Peperoni acqua di vegetazione di 2 (4 cucchiai)
Olio di oliva 4 cucchiai
Aceto di vino bianco 4 cucchiai
Senape di digione 2 cucchiaini
Miele 1 cucchiaino
Acqua tiepida q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.
Separate i gambi del sedano dalle foglioline, togliete gli elementi fibrosi e tagliateli a pezzi di circa 5 centimetri di lunghezza dalle quali con un pelapatate poi ricavate striscioline seguendo il lato lungo. Infine immergetele nell’acqua con del ghiaccio per renderle croccanti. Ricavate delle striscioline analoghe con la lattuga Iceberg precedentemente lavata e asciugata e mettetele in una terrina; lavate bene le foglie del sedano e tritatele finemente come fosse prezzemolo.
Arrostite poi i due peperoni in forno fino a renderli teneri (clicca qui per vedere come fare), non preoccupatevi se la pelle esterna brucia leggermente. Pelate i peperoni arrostiti e tagliarli a striscioline larghe un centimetro circa e lunghe 5 centimetri. Mettete le striscioline in una terrina, salate leggermente e lasciate riposare per 30 minuti. Questo processo farà perdere ai peperoni l’acqua in eccesso che dovrà essere recuperata per preparare il dressing.
Iniziate quindi la preparazione del dressing recuperando l’acqua di vegetazione dei peperoni con l’aiuto di un colino. Mettetela in un mixer e aggiungete la stessa quantità di olio e di aceto di vino bianco. Unite anche i due cucchiaini di senape e il cucchiaino di miele ed emulsionate bene il tutto, aggiungendo un po’ di acqua tiepida se la consistenza diventasse troppo cremosa. Infine aggiustate di sale e di pepe. Versate il dressing in una ciotolina e tenetelo da parte. Mischiate in un’insalatiera le striscioline di lattuga e di sedano, condite con una parte del dressing e mescolate bene.
Infine spennellate le 8 fette di pane con un po’ d’olio mettetelo in forno a tostare, quando il pane risulta ben tostato, strofinate appena lo spicchio d’aglio sulle fette che serviranno ad accompagnare l’insalata. Impiattate l'insalata e aggiungete i filetti di peperone, le olive verdi, il trito di foglie di sedano e mettete il restante dressing in superficie. Servite l'insalata di sedano e peperoni con le bruschette di pane tostato.

INSALATA DI SPINACI
Patate novelle 20
Limoni il succo e la scorza di 1/2
Arance il succo e la scorza di 1/2
Spinaci freschi 400 gr
Salmone filetto fresco 800 g
Sale q.b.
Pepe q.b.
Feta 300 g
Olio di oliva extravergine q.b.
Mettete a bollire le patate novelle con la buccia in una pentola capiente colma d’acqua per circa 10 minuti. Nel frattempo preparate l’emulsione con cui andrete a condire le patate: spremete mezza arancia e mezzo limone. Versate un filo d’olio extravergine in una ciotolina e aggiungete il succo d’arancia e limone, filtrandolo con un colino. Quindi grattugiate la scorza di mezza arancia all’interno della ciotolina. Unite anche la scorza grattugiata di mezzo limone, salate e pepate a piacere e mescolate con un cucchiaino per amalgamare il tutto. Trascorsi i 10 minuti, scolate le patate con uno scolapasta e lasciatele raffreddare. Una volta raffreddate, ponetele su un tagliere e dividetele a metà per il senso della lunghezza senza privarle della buccia. Trasferitele in una teglia rivestita di carta forno ed irroratele con l’emulsione agli agrumi che avete preparato. Cuocetele in forno ventilato a 200° per 15 minuti circa, fino a quando non risulteranno ben dorate. Ora dedicatevi alla pulizia e al taglio del salmone: eliminate le lische presenti sul dorso del filetto di salmone con una pinzetta. Una volta svolta questa operazione, tastate con cura il filetto per controllare che non siano rimaste altre lische. Quindi tagliate il filetto a fettine larghe circa 2 cm  e da queste ricavate dei cubetti. Dopodiché fate scaldare bene una padella e saltate il salmone a dadini per qualche secondo, fino a quando la superficie non risulterà rosata. Lavate gli spinaci freschi sotto acqua corrente e tagliateli a listarelle. A questo punto non vi resta che trasferire gli spinaci tagliati nei piatti da portata, adagiare sopra le patate novelle e il salmone a cubetti e condire con il sughetto di cottura delle patate. Terminate spezzettando la feta e la vostra insalata di spinaci con patate, salmone e feta è pronta per essere servita!

INSALATA DI ZUCCHINE ALLA MENTA E BASILICO
Zucchine 800 gr,
Sale grosso 1 cucchiaio,
Olio di oliva extravergine q.b.,
Sale fino q.b., Pepe q.b.,
Basilico 4 foglioline,
Menta 4 foglioline,
Aglio 1 spicchio
Lavare con cura le zucchine sotto acqua corrente. Asciugarle con un panno e porle su un tagliere, mondarle eliminando le due estremità. Dividete la zucchina a metà.
Tagliarle ancora a metà per il senso della lunghezza e cominciare a ricavare delle fette larghe circa 1, 5 cm.
Prendete una pentola capiente, riempirla di acqua e portarla a bollore. Quindi versare le zucchine affettate nell’acqua bollente. Aggiungere un cucchiaio di sale grosso e lasciare cuocere per 10 minuti. Scolare le zucchine con uno scolapasta e lasciarle raffreddare. Trasferirle in una pirofila e condirle con un filo d’olio extravergine di oliva.
Salare e pepare le zucchine a piacere e aggiungere uno spicchio d’aglio sbucciato. Unire le foglioline di menta spezzettate e le foglie di basilico. Mescolare il tutto con un cucchiaio e servire. Può essere consumata sia tiepida che fredda. Si può conservare l’insalata di zucchine alla menta e basilico in frigorifero ben coperta da pellicola o in un contenitore ermetico per al massimo 2 giorni. Si sconsiglia la congelazione.

INSALATA PANTESCA
Patate novelle piuttosto piccole 600 gr
Cipolle rosse di Tropea 1
Olive nere 20
Origano secco q.b.
Olio di oliva extravergine 6 cucchiai
Aceto di vino rosso 1 bicchiere
Basilico qualche foglia
Sale q.b.
Pepe macinato q.b.
Capperi di Pantelleria sotto sale 20
Pomodori ciliegino Pachino 300 gr
Lavate e lessate le patate senza sbucciarle ponendole in acqua fredda salata per circa 30-35 minuti (il tempo di cottura preciso varia a seconda dalla grandezza delle stesse), poi scolatele, sbucciatele ancora calde e lasciatele raffreddare, dopodiché tagliate a fette di circa 1 cm di spessore. Sbucciate la cipolla e tagliatela a fette (o anelli ) sottili, quindi mettetela per circa 30 minuti a bagno nell’aceto, dopodiché scolatela per bene. Lavate i pomodorini, tagliateli a metà e schiacciateli leggermente per fare fuoriuscire i semi interni e l’acqua di vegetazione; metteteli a scolare in un colapasta con la parte tagliata verso il basso. Mettete i capperi in un colino e sciacquateli per bene sotto l’acqua corrente per dissalarli. Schiacciate delicatamente le olive (magari aiutandovi con un batticarne o con la lama piatta di un coltello da cucina) ed estraete il nocciolo. Raccogliete in una ciotola capiente i pomodorini, la cipolla ben sgocciolata, i capperi strizzati, le olive denocciolate, le patate a fette; condite il tutto con olio extravergine di oliva unito ad abbondante origano, basilico spezzettato, sale, pepe e qualche goccia di aceto. Mescolate il tutto delicatamente e servite.

INSALATA RUSSA
Carote 200 g
Piselli 300 g
Sale 3 g
Pepe macinato a piacere
Olio di oliva extravergine 30 g
Aceto di mele 10 g
Patate 500 g
Maionese 250 g
Uova 2
Cetrioli sott'aceto 2
Lavate le verdure sotto abbondante acqua fresca corrente; sbucciatele, quindi tagliate le patate a fettine e poi a dadini di 0,5 cm, tagliate anche le carote a cubetti sempre di 0,5 cm, dopodiché sgranate i piselli. In una pentola ampia fate cuocere a vapore le verdure: prima le patate per 7-10 minuti, poi le carote per 5-7 minuti e infine i piselli per 10 minuti, coprendo con un coperchio durante la cottura. Quando le verdure saranno pronte , fatele intiepidire e tenete da parte. In un pentolino fate rassodare le uova, fatele raffreddare sotto un getto d’acqua fredda, sbucciatele e tagliatele a spicchi. Quando le verdure saranno tiepide, ponetele in una ciotola ampia, regolando di sale e di pepe. Condite con l’olio e l’aceto e fatele raffreddare completamente. Una volta che le verdure si saranno raffreddate, aggiungete la maionese mescolate con un cucchiaio per amalgamare bene tutti gli ingredienti. Ponete l'insalata russa in piccole coppette, aggiungete l’uovo sodo e i cetriolini tagliati a spicchi; mettetela in frigorifero per almeno un'ora ad insaporirsi e a raffreddare.

INSALATA SETTE STRATI
Uova 5
Pancetta affumicata o bacon 12 fette
Piselli surgelati 200 gr
Cheddar 6 fette
Olive nere snocciolate 50 gr
Insalata tipo lattughino 50 gr
Pomodori 2
Olio di oliva q.b.
Sale q.b.
Aceto q.b.
Per preparare l’insalata sette strati iniziate ponendo in una casseruola le uova e fatele bollire per renderle sode, terminata la cottura delle uova lasciatele raffreddare. Ponete le fettine di bacon su una griglia e cuocetele finchè non diventano croccanti. Intanto lessate i piselli surgelati facendo attenzione a non cuocerli troppo, devono rimanere interi. Tagliate i pomodori a fettine e ricavate dalle fette di Cheddar delle listarelle sottili.
A questo punto iniziate la composizione dell’insalata: prendete una ciotola capiente del diametro di circa 20 cm e iniziate a comporre i sette strati partendo dalle fette di pomodoro che dovranno coprire la base della ciotola, aggiungete i piselli cercando di distribuirli in modo omogeneo, proseguite ponendo le striscioline di Cheddar a raggiera, aggiungete uno strato di olive e uno di striscioline di bacon, coprite con le foglie di lattughino. Terminate la composizione con le uova soda tagliate in quarti. Servite l'insalata sette strati e conditela a piacere con olio, sale e aceto.

INVOLTINI DI MELANZANE
melanzane
800 g di melanzane
350 g di cipolle di Tropea
400 g di pomodori
300 g di formaggio caprino
25 cl d'aceto di vino bianco
30 g di zucchero
un Mazzetto d'erba cipollina
6 foglie di basilico
15 cl d'olio extravergine di oliva
sale e pepe
Lavate le melanzane, affettatele longitudinalmente, cospargetele con una lieve passata di sale fino e fatele spurgare dall’acqua di vegetazione. Dopo una ventina di minuti, fatele cuocere in una padella antiaderente a fuoco medio con un filo d’olio. Una volta cotte, adagiatele su un foglio di carta assorbente da cucina per asciugare l’olio in eccesso. Intanto, amalgamate il formaggio caprino con l’erba cipollina tritata (tenendone da parte qualche stelo per guarnire) e regolate di sale e di pepe. Lavate i pomodori, frullateli emulsionando con circa 30 millilitri d’olio e passateli al colino a maglia fine, quindi condite la salsa ottenuta con sale e pepe. Affettate le cipolle e mettetele sul fuoco in un pentolino con l’aceto e lo zucchero. Quando avranno raggiunto l’ebollizione, spegnete la fiamma e colate il fondo di cottura. Frullate le foglie di basilico, già lavate e asciugate, con 30 millilitri d’olio. Prendete le fette di melanzana una alla volta, sistemate al centro di ognuna di esse un cucchiaino di farcia al caprino e arrotolatele a involtino. Fermate gli involtini annodando ognuno di essi con uno stelo di erba cipollina e impiattateli accompagnati da un cucchiaio di cipolla in agrodolce, uno di salsa di pomodoro e una spruzzata di olio al basilico.

KARTOFFELKÄSE
700 gr circa di patate lessate
1 piccola cipolla
180 gr di panna acida
un poco di panna liquida
sale, pepe e cumino
Bollire le patate, pelarle e schiacciarle con lo schiacciapatate. Aggiungere la cipolla tritata molto finemente e la panna acida. Lavorare il composto, che andrà prendendo la sembianza di formaggio, aggiungere un poco di panna liquida se il composto dovesse essere troppo appiccicoso. Salare, pepare abbondantemente e aggiungere cumino a gusto. In alcune versioni si aggiunge prezzemolo tritato, erba cipollina e aglio. Si gusta su fette di pane casereccio come spuntino.
Il Kartoffelkäse (letteralmente: formaggio di patate) è un piatto tipico dell'area bavarese ed austriaca. È particolarmente diffuso in Bassa Baviera, Austria Interiore e Austria occidentale. Non contiene affatto formaggio: deve il nome alla sua consistenza, simile a quella di un formaggio spalmabile. In alcune zone vengono aggiunti anche aglio o erba cipollina. In altre viene aggiunto all'impasto un uovo, che rende tuttavia il Kartoffelkäse conservabile assai meno a lungo. Il composto viene spalmato su una fetta di pane e servito come merenda, accompagnato da latte, birra o mosto.

LENTICCHIE CON UVA E SALMONE

150 gr. di lenticchie secche biologiche
100 gr di salmone al naturale
15 acini di uva bianca da tavola
2 foglie di alloro
1 piccolo scalogno
3 cucchiaini di senape di Digione
6 cucchiaini di aceto di mele
6 cucchiaini di olio e.v.o.
1 presa di sale grosso
Sciacquare le lenticchie porle in una pentola con acqua fredda, unire l’alloro e lo scalogno e portare a cottura facendo attenzione affinché le lenticchie siano sempre coperte di acqua (il tempo di cottura e l’eventuale tempo di ammollo dipendono dalla tipologia di lenticchie utilizzate). Quasi a fine cottura, salare. Scolare le lenticchie e lasciarle intiepidire. Dividere gli acini dell’uva a metà e con un coltello appuntito togliere i semi. Preparare il dressing emulsionando con una forchetta in una ciotola 3 cucchiaini di senape, 6 cucchiaini di olio e 6 cucchiaini di aceto. Riprendere le lenticchie, unirvi l’uva e il salmone. Condire con il dressing e servire subito.

PATATE ALLA BAVARESE
Patate alla bavarese
Erba cipollina tritata 2 cucchiai
Panna acida, 100 gr
Philadelphia, 100 gr
Patate 4 da 180 gr l'una circa (per questo tipo di preparazione è consigliabile scegliere delle patate rosse, dalla polpa ben soda, adatte per essere cotte al cartoccio)
Pepe q.b.
Sale q.b.

Accendete il forno e impostate 200°. Prendete le patate (che dovranno essere più o meno della stessa dimensione), lavatele e asciugatele bene. Avvolgetele quindi in un foglio di carta d’alluminio, chiudendovele dentro ma senza serrare troppo i cartocci. Mettetele in una teglia ed infornatele facendo cuocere per circa 50-60 minuti, dopodiché sfornatele, tagliate i cartocci per il lungo, ed incidete anche le patate nello stesso verso; divaricate delicatamente le due parti e condite con sale e pepe.
Fate un mix di panna acida, formaggio Philadelphia ed erba cipollina tritata. Versatelo sulle patate e servite immediatamente.

POLPETTONE DI FAGIOLINI
un chilo di fagiolini,
70 grammi di prescinsêua o yogurt,
30 grammi di funghi secchi,
3 uova,
5 cucchiai di pangrattato,
uno spicchio d'aglio,
un pizzico di origano,
3 cucchiai di formaggio grana grattugiato,
olio extravergine di oliva,
sale.
Lessate i fagiolini in acqua salata in ebollizione e ritirateli a metà cottura, cioè duretti, tritateli o passateli al mixer. Preparate un soffritto con funghi fatti rinvenire in acqua tiepida e tritati, lo spicchio d'aglio intero e fate rosolare per alcuni minuti (da 5 a 10), lavorando col mestolo di legno su fiamma dolce, in modo da far insaporire al meglio. Ritirate dal fuoco, lasciate raffreddare un po' e unite la prescinsêua, il formaggio grana, l'origano, il sale e le uova sbattute. Amalgamate mescolando a lungo fino ad ottenere un composto omogeneo. Oliate il fondo di una teglia da forno e spolverate di pangrattato. Versatevi il composto, spianatelo delicatamente e ricoprite di pangrattato. Versate un giro d'olio sulla superficie e mettete a cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 20 minuti fino a quando si sarà formata una bella crosticina dorata. Servite tiepido, meglio freddo.

SFORMATO DI BROCCOLETTI
Sformato di broccoletti
1,5 kg broccoli
burro per gli stampi
40 gr grana padano grattugiato
2 uova
pepe bianco macinato
sale
per la besciamella
30 gr burro
25 gr farina
250 ml latte
noce moscata un pizzico, sale
per la salsa al caprino
250 gr caprino
1 pizzico pepe bianco macinato
latte, 
sale
Pulite i broccoli: separate le cimette dal loro fusto, quindi lavatele e tenetele da parte. Sbucciate i fusti dei broccoli e tagliateli a pezzi. Lessate i broccoli in abbondante acqua bollente, scolate la verdura e lasciatela in un colapasta, in modo che tutta l’acqua in eccesso scompaia. Passate i broccoletti al passaverdure, raccogliendo la purea in una ciotola. Nel frattempo preparate la besciamella sciogliendo il burro in un tegame, aggiungendo la farina, che lascerete dorare a fuoco moderato per qualche istante; aggiungete a questo punto il latte e mescolate a fuoco dolce fino all’addensamento della salsa, poi aggiungete il sale e la noce moscata grattugiata, quindi spegnete il fuoco. Aggiungete alla purea di broccoletti la besciamella, il formaggio grattugiato e i due rossi d’uovo (tenete gli albumi da parte); amalgamate gli ingredienti quindi aggiustate di sale e pepate. Montate a neve ferma gli albumi e incorporateli delicatamente al composto di broccoletti, stando attenti a non smontare la preparazione. Imburrate gli stampini e riempiteli con il composto ottenuto; ponete sul fuoco una teglia che possa contenere gli stampi e riempitela di acqua per un terzo della sua altezza: quando l’acqua bollirà, spegnete il fuoco, immergete gli stampini nel bagnomaria e infornate in forno già caldo a 180°C per circa 40 minuti. Dieci minuti prima della fine della cottura preparate la salsa di caprino: mettete il formaggio a pezzetti dentro ad un tegame a fuoco bassissimo e aggiungete poco latte, tanto quanto basta per sciogliere il caprino e formare una crema più o meno densa, a seconda dei gusti. Salate, aggiungete del pepe bianco macinato al momento e mescolate fino ad ottenere un crema omogenea e senza grumi. Sfornate gli stampini e, prendendoli con delle pinze o con delle presine, immergeteli in un bagnomaria di acqua fredda per qualche secondo, per raffreddarli velocemente. Capovolgete gli stampini sui piatti da portata. Cospargeteli con la salsa di caprino e guarnite i piatti con le piccole cimette lessate tenute da parte.

ZUCCHINE AI PORRI E SPECK
4 zucchine
60 grammi speck
1 porro
2 uova
50 grammi grana
1 cucchiaino farina
30 grammi burro
q.b. sale
q.b. pepe
1 cucchiaio panna da cucina
Lava le zucchine e poi cuocile intere immergendole in acqua bollente e salata per 8 minuti. Passale in acqua e ghiaccio per qualche attimo. Togli la calotta superiore e scava un po’ del contenuto delle zucchine tonde.Lava il porro, taglialo a listine sottili e poi mettilo a rosolare in una padellina insieme al burro e allo speck tagliato a dadini. Aggiungi sale e pepe, poi cuoci a fiamma bassa per 2-3 minuti. Mentre raffreddano, sbatti uova e farina, unisci 2 cucchiai di grana grattugiato e la panna. Quando il composto è omogeneo unisci porri e speck e riempi le zucchine svuotate. Cospargi con il grana non ancora utilizzato, sistemale in una teglia imburrata. Accanto alle zucchine ai porri metti anche le calottine. Cuoci in forno preriscaldato a 220° per 15-20 minuti, poi estrai la teglia e coprila con un foglio di carta di alluminio. Continua la cottura ancora per 15 minuti, ma stavolta abbassando la temperatura a 180°. Servi caldo o tiepido a seconda delle preferenze.

sabato 8 marzo 2025

Corso di cucina: 67 Secondi piatti di mare

ANGUILLA ALLA MARINARA
Un'anguilla di ottocento grammi
Cento grammi di burro
Dodici cosce di rana (facoltative)
Trenta grammi di funghi freschi
Dodici cipolline
Due tuorli d'uovo
Mezzo litro di spumante secco
Due cucchiai di panna fresca
Un limone
Prezzemolo
Una costa di sedano
Noce moscata
Sale
Pepe

Per spellare l'anguilla incidere circolarmente la pelle sotto la testa, appendere l'anguilla a un sostegno e tirare la pelle verso il basso aiutandosi con un canovaccio per non scivolare con le mani. Spellare, tagliare e lavare bene l'anguilla e infine asciugarla. Mettere l'anguilla insieme con le cipolline in un tegame con trenta grammi di burro, fatto sciogliere dolcemente; salare pepare e aggiungere una grattugiata di noce moscata; alzare la fiamma e far stufare per qualche minuto. Bagnare l'anguilla con meta' dello spumante, versandolo a poco a poco; aggiungere all'anguilla il prezzemolo ed il sedano tritatie far cuocere per una decina di minuti. Verso la fine della cottura versare il rimanente spumante e lasciar evaporare. In un altro tegame far fondere il rimanente burro, unire le cosce di rane e i funghi dapprima ammollati e poi strizzati e tritati; salare, pepare unirvi il succo di mezzo limone e cuocere per una decina di minuti. Disporre i pezzi di anguilla in un piatto da portata e mettere intorno le cosce di rana e i funghi e tenere in caldo. Rimettere il sugo dell'anguilla sul fuoco, incorporarvi i tuorli sbattuti con la panna, togliere da fuoco versare la salsa sulla preparazione e servire.

BACCALA' ALLA VICENTINA
Acciughe (alici) 3
Cipolle 200 g
Farina 100 g
Latte fresco 2 dl
Merluzzo baccalà 400 g
Olio 1/2 litro
Parmigiano Reggiano 50 g
Pepe 1 pizzico
Prezzemolo tritato 3 cucchiai
Battere per bene il baccalà e ammollarlo in acqua fredda cambiandola ogni quattro ore per 2 giorni. A questo punto, togliete la pelle e aprite il pesce per il lungo, quindi eliminate le lische. Tagliatelo quindi a quadrotti più o meno della stessa grandezza. Fate rosolare la cipolla finemente tritata in un tegame, aggiungendo poi le acciughe diliscate e tagliate a pezzettini e, a fuoco spento, aggiungete il prezzemolo tritato.
Infarinate i pezzi di baccalà dopo averli bagnati con un po' di soffritto, disponeteli in un pirofila, sul cui fondo avrete versato qualche cucchiaiata di soffritto, quindi ricopriteli con il restante soffritto. Aggiungete anche il latte, il grana il sale, il pepe e il resto dell'olio fino a coprire per bene i pezzi di baccalà. Fate cuocere il baccalà alla vicentina a fuoco lentissimo per 4 ore, muovendo la pirofila di tanto in tanto, in senso rotatorio, senza però mai mescolare con alcun arnese. Servite il vostro baccalà alla vicentina sia caldo che freddo ma accompagnandolo con della buona polenta.
Le origini del baccalà alla vicentina sono da far risalire al 1432 quando, una spedizione guidata dal capitano veneziano Pietro Querini, naufragò sulle sponde dell'isola di ROST, una delle isole più sperdute della Norvegia. Tornando a casa, il capitano Guerini decise di portare con se un po' di quel pesce secco che ai Norvegesi piaceva tanto e che avevano in abbondanza: lo stoccafisso. Arrivato in patria, i gastronomi vicentini furono incuriositi dallo stoccafisso e si resero conto che poteva essere un alternativa al costosissimo pesce fresco che oltretutto era facilmente deperibile. Proprio per questo motivo iniziarono ad elaborare il modo per rendere unico questo nuovo alimento e a quanto pare lo trovarono: era nato il baccalà alla vicentina. Per fare un esempio della fortuna che ebbe questo piatto, citiamo sicuramente la visita a Vicenza di Michel de Montaigne nel 1580: sembra che appena arrivato nella cittadina, de Montaigne, abbia lasciato nel suo celebre "Journal de voyage en Italie" semplicemente un mediocre appunto su Vicenza ma, una volta assaggiato il famoso baccalà pare ne sia rimasto estasiato. L'1 marzo 1987 nasce inoltre la "Venerabile confraternita del baccalà alla vicentina", un associazione nata con lo scopo di salvaguardare e promuovere il famoso piatto vicentino e di incoraggiare e tutelare la gastronomia locale ed il turismo. Vale la pena partecipare all'annuale sagra che si svolge gli ultimi sabato e domenica di settembre a Sandrigo, la patria storica del baccalà.

BRANDACUJÙN
un chilo di stoccafisso bagnato possibilmente di qualità ragno,
500 grammi di patate,
2 spicchi d'aglio,
un ciuffo abbondante di prezzemolo,
una manciatina di pinoli,
una cipolla bianca,
un tuorlo d'uovo,
succo di mezzo limone,
2 bicchieri di olio extra vergine d'oliva,
pepe bianco, 
sale.
Lessate le patate con la buccia e pelatele. Fate sbollentare lo stoccafisso per dieci minuti, scolatelo, eliminate pelle e spine e tagliatelo a pezzetti. In una padella capace e a bordo alto, che si possa chiudere ermeticamente, fate imbiondire la cipolla nell'olio, aggiungete lo stoccafisso e fatelo rosolare a fiamma media per alcuni minuti, in modo che si insaporisca bene, poi aggiungetevi le patate a tocchetti, salate leggermente e pepate. Emulsionate l'olio e il succo di limone, unite l'aglio, i pinoli e il prezzemolo tritati e aggiungete questa salsa allo stoccafisso mescolando. Chiudete col coperchio e agitate la padella scuotendola sul fuoco in modo da ottenere una specie di crema. Nel frattempo aggiungete il tuorlo d'uovo e ogni tanto anche un po’ d'olio in modo da aiutare la mantecatura dello stoccafisso.
Si serve tiepido. Se necessario, riscaldate a bagnomaria.
Il brandacujùn è una pietanza tipica della cucina ligure a base di patate e stoccafisso (oppure baccalà). È diffuso in particolare nel ponente ligure. La ricetta prevede il merluzzo conservato (in genere è preferito lo stoccafisso al baccalà), lessato con patate in acqua salata; una volta scolata l'acqua, si aggiungono aglio, prezzemolo, olio e.v.o. di oliva taggiasca, succo di limone e/o zeste di limone, sale, eventuale pepe; poi, una volta posto il coperchio sulla pentola, questa viene "brandata" ovvero scossa con energia fino al disfacimento e all'amalgamazione degli ingredienti (che non devono, comunque, essere completamente spappolati).

CALAMARI ALLA MARCHIGIANA
Un chilo di calamari
Due spicchi d'aglio
Un'acciuga
Un peperoncino rosso
Una foglia d'alloro
Un bicchiere di vino bianco
Olio d'oliva
Sale

Pulite accuratamente i calamaretti e tagliateli ad anelli, lasciando interi i tentacoli e la testa. Pulite e tritate l'acciuga, tagliate e private dei semi il peperoncino. In un filo d'olio fate soffriggere l'aglio, una volta dorato toglietelo dalla pentola e aggiungete i calamari, l'acciuga, il peperoncino e l'alloro, salate e lasciate cuocere per 20 minuti circa. Bagnate con il vino e coprite la pentola portando a cottura a fuoco basso.

CEFALO AI FERRI CON ROSMARINO
cefalo ai ferri
Due cefali di circa cinquecento grammi
Succo di un limone
Due rametti di rosmarino
Olio d'oliva
Sale
Pulite e lavate i pesci. Metteteli in un piatto a marinare con olio, sale e succo di limone per 2 ore circa. Tritate le foglie di un rametto di rosmarino, mentre l’altro disponetelo sul ventre del pesce. Fate riscaldare una graticola e cuocete ai ferri. Servite con salsa a piacere.

GAMBERI AL LARDO
Gamberi code, 12
Lardo 12 fettine sottili
Rosmarino 2 rametti
per la salsa ai cannellini:
Fagioli cannellini, 1 scatola
Olio extravergine di oliva, un filo
Paprika dolce, 1 pizzico
Pepe nero, q.b.
Sale q.b.
Per preparare i gamberi al lardo iniziate privando le code di gambero della corazza (mantenendo però la coda) e rimuovete l’intestino (il filamento nero che si trova nella parte superiore della coda). Avvolgete ogni coda di gambero con una fetta di lardo e disponetele su di una teglia ricoperta di carta da forno. Inserite sotto ogni fetta di lardo 2-3 aghi di rosmarino e cuocete i gamberi per 10 minuti a 180°C.
Nel frattempo preparate la salsa ai cannellini: scolate i cannellini e metteteli in un mixer, frullateli aggiungendo un filo di olio extravergine di oliva, un pizzico sale e pepe macinato a piacere. Servite i gamberi avvolti nel lardo ben caldi, accompagnandoli con la salsa di fagioli cannellini.

MUSCOLI RIPIENI
Le Grazie è un incantevole borgo di pescatori, vicino a Portovenere e nonna, anzi bisnonna (tre volte) Giuseppina ne è una vera istituzione. Dal suo terrazzo sul mare, sempre fresco anche in piena estate, si scorgono, oltre le barche ormeggiate, gli allevamenti di muscoli, che sono la base di questo tipico piatto dello spezzino. Io ho avuto la fortuna di apprezzare più volte i muscoli ripieni alla tavola della Giuse, cucinati secondo la sua quasi “centenaria” esperienza… ed eccovi la ricetta, grosso modo per 4 persone. Prendete un chilo e più di muscoli e tenetene da parte circa la metà, scegliendoli tra i più grossi. Mettete i restanti (calcolate 5 muscoli per ogni muscolo ripieno) in casseruola e fateli aprire. Toglieteli dal guscio e tritateli, quindi aggiungetevi un etto circa di mortadella tritata, formaggio grana grattugiato, 2 uova, prezzemolo, un po’ d’aglio a piacere secondo i gusti, maggiorana e, per amalgamare meglio il tutto, pane grattato e un poco di latte fino ad ottenere la giusta consistenza (Giuseppina consiglia di evitare il pane bagnato nel latte), aggiustate di sale e pepe. Aprite i muscoli messi da parte, ancora crudi e riempiteli con il ripieno così ottenuto. Preparate in una casseruola bassa e larga un sughetto con pomodorini di pachino o altri ben maturi e dolci, olio extravergine, aglio a piacere, prezzemolo e rosmarino, sale e, quando i pomodori sono ammollicati, adagiatevi i muscoli ripieni e fateli cuocere a fuoco basso per circa 15-20 minuti. Un ultimo consiglio: invece di aggiungere il sale, potete aggiungere un po’ d’acqua dei muscoli opportunamente filtrata con un colino da tè.

ORATA ALLA VENTIMIGLIESE

1 kg. orata
500 gr. zucchini
basilico
maggiorana
prezzemolo
aglio
olio EVO
pane grattugiato
sale
pepe
Eviscero, squamo e lavo l'orata. Incido la polpa su un solo lato con 4/5 tagli. Lavo le erbe aromatiche e le tritato insieme con uno spicchio d'aglio. Distribuisco in una pirofila gli zucchini tagliati a rondelle sottili, li condisco con un po' di trito di erbe aromatiche e li salo. Depongo sopra il pesce con i tagli rivolti verso alto e lo condisco con il resto del trito, inserendo le erbe nelle incisioni della polpa. Lo salo e pepo, la cospargo di pane grattugiato e completo con un filo d'olio. Inforno a 180°C per 25 minuti circa, sformate e servite.
Pare che l'orata “alla moda di Ventimiglia” fosse uno dei piatti preferiti di Cavour.

SARAGO AROMATICO
secondo di pesce
1 sarago da 1 kg circa
olio extravergine d'oliva
2 spicchi di aglio
prezzemolo
timo
1 cucchiaio di aghi di rosmarino
pangrattato
succo di limone
sale
pepe 
Preparate un trito con uno spicchio d’aglio, un cucchiaio di aghi di rosmarino, un ciuffo di prezzemolo, un po’ di timo e sale. Farcite il sarago (già lavato e pulito) con il trito e strofinatene un po’ sulle branchie. Riponete il pesce su una placca da forno, salate, pepate e cospargetelo con un po’ di pangrattato e abbondante olio amalgamato al succo di limone, un po’ d’acqua e uno spicchio d’aglio intero. Lasciate cuocere in forno preriscaldato a 180° gradi per 20 min circa. Impiattate il vostro sarago aromatico decorando il piatto con una spolverata di prezzemolo e servite caldo.

venerdì 7 marzo 2025

Corso di cucina: 66 Secondi piatti di terra

ARROSTICINI

Gli arrosticini sono spiedini di carne di pecora tipici della cucina abruzzese. In alcune zone sono anche chiamati rustelle, arrustelle oppure rrustell (nell'Imperiese). Tipici della zona pedemontana sul versante orientale del monte Voltigno (Villa Celiera) della catena del Gran Sasso, con piccole caratterizzazioni locali, vengono prodotti praticamente ovunque sul territorio abruzzese (sia a livello artigianale che industriale). Oggi questo piatto è diffuso in tutto il territorio regionale e, per le caratteristiche di bontà e praticità, si stanno facendo apprezzare anche fuori dall'Abruzzo, grazie a qualche imprenditore che li sta proponendo nelle maggiori catene distributive con risultati soddisfacenti, non solo presso le comunità di emigranti abruzzesi.
Gli arrosticini sono composti di carne ovina. La preparazione consiste nel tagliare la carne in tocchetti di dimensioni molto ridotte ed infilarla in spiedini (in alcune zone detti «li cippe»). Gli arrosticini sono poi cotti alla brace, normalmente utilizzando un braciere dalla caratteristica forma allungata a canalina definito, in base al dialetto della zona, «lu fucon», «fornacella», «furnacella», «rustillire» o anche «arrostellaro» (o anche più raramente «la canala»). Per la riuscita dell'arrosticino, molto dipende anche dalla cottura e dalla griglia utilizzata, dalla temperatura del fuoco, ma soprattutto dall'abilità del cuoco. Sono disponibili anche fornacelle elettriche di piccolo e medio ingombro, tuttavia i risultati in termini di gusto e piacevolezza al palato non sono confrontabili con quelli ottenibili nella cottura alla brace.
Tipologie
Le tipologie di «arrosticino» sono principalmente due:
produzione in serie, caratterizzata da cubetti di carne di circa 1 cm di lato infilati su di uno spiedino di legno per una lunghezza di massima di 20 cm;
produzione manuale, in cui la carne è tagliata con il coltello a tocchetti irregolari di varia dimensione interponendo strati di carne molto magra a tocchettini di grasso, sempre di pecora, che li rende morbidi e profumati. Quest'ultimo tipo di arrosticini, a detta degli estimatori, è il più pregiato perché necessita di carne di ottima qualità per poter reggere bene una cottura più lunga.
Varianti
Arrosticini di carne di castrato.
Altre varianti: nella grande distribuzione e in vari ristoranti vengono venduti arrosticini di carne di agnello non castrato.
Negli ultimi anni, soprattutto nella Val Pescara, si stanno diffondendo anche gli arrosticini di fegato "fecht". In questo caso si alterna un pezzo di carne ed una fogliolina di alloro. Carne suina, di tacchino ed anche di pollo sono varianti che non sono riconducibili alla tradizione abruzzese, con un formato di carne adoperato più grande e chiamati comunemente spiedini.
Abbinamenti e modalità tradizionali di consumo
Gli arrosticini sono solitamente accompagnati da fette di pane casereccio cosparse di olio extravergine di oliva («pane 'onde»), gli si abbina egregiamente un Montepulciano d'Abruzzo o, come in uso ancora nei locali più tradizionali, un mix di vino rosso locale diluito con gassosa (tre quarti di litro di vino ed uno di gassosa). È importante che il pane non venga tostato né salato, in quanto già gli arrosticini sono abbondantemente cosparsi di sale. La quantità media adatta ad un adulto è di 10-15 unità.
Tradizionalmente vanno mangiati sfilando uno ad uno i pezzetti di carne, tenendoli stretti tra i denti e tirando verso l'esterno il ceppo.
Feste e sagre
La più celebre festa che si svolge in loro onore non si tiene in Abruzzo come si potrebbe pensare, ma bensì a Cosio Valtellino in Provincia di Sondrio. La "Festa degli arrosticini", che si svolge negli ultimi due weekend di settembre, richiama ogni anno migliaia di appassionati.

Aspic di pollo

400 g di petto di pollo
18 g di colla di pesce
4 pomodorini
un pomodoro
aromi (sedano carota cipolla)
una zucchina
aneto, 
coriandolo, 
olio, 
sale,
pepe
Spellate i pomodori svuotateli dei semi sistemateli su una placca coperta di carta da forno conditeli con un filo di olio sale pepe e fateli seccare in forno a 120°. Lessate il petto di pollo per 15′ in un brodo preparato facendo bollire per 20′ un litro di acqua con gli odori sale e pepe. Quando il petto di pollo sarà cotto scolatelo filtrate il brodo e stemperatevi la colla di pesce già ammorbidita in acqua fredda e strizzata lasciate intiepidire la gelatina. Riducete a dadini la zucchina e saltatela in un padella con olio sale e pepe. Versate in stampini un dito gelatina fatela addensare poi riempite con il pollo lessato e sfilacciato i pomodorini secchi la zucchina e versate il resto della gelatina. Tenete in frigo per 6 ore servite con pomodoro fresco e aneto.
L’aspic è un piatto basato sull'incorporazione di vari ingredienti in gelatina. Può essere una portata salata, o un dolce al cucchiaio. È un preparato culinario da consumarsi tipicamente in tarda primavera o estate. Gli ingredienti possono essere i più svariati (pezzetti di carne, frutta, verdura, giardiniera, salumi, pesce, latticini) ma il componente essenziale è il brodo (solitamente di carne bovina, leggero e sgrassato, o di dado, ma contenente un opportuno addensante). La preparazione avviene ponendo gli ingredienti desiderati in un recipiente idoneo a conferire alla composizione da portare in tavola una forma a tronco di cono arrotondato. Si ricoprono quindi con il brodo amalgamato con colla di pesce e si pone il tutto in frigorifero finché il brodo non si è rassodato e il piatto non ha assunto un aspetto gelatinoso. Si capovolge quindi il recipiente in un piatto di portata e si serve in tavola, eventualmente con una guarnizione a piacere.

CASSOEULA
Cavoli verza 1,2 kg
Carne di suino costine 500 gr
Carne di suino salsiccia tipo verzino 500 gr
Carne di suino cotenna 250 gr
Sedano 1 gambo
Cipolle 1
Sale q.b.
Pepe q.b.
Vino bianco 1 bicchiere
Carote 1
Burro 50 gr (in alternativa olio di oliva)
(Se piace Carne di suino 1 piedino, 1 orecchio e 1 codino)
La preparazione della cassoeula inizia con la pulizia delle cotenne e del piedino, che andranno poi cotti separatamente. Per prima cosa raschiate bene il piedino e le cotenne, e fiammeggiate i peli del maiale, con un cannello o con la fiamma del fornello di casa. Una volta pulito il tutto, lavate i pezzi sotto l'acqua corrente. Mettete quindi il piedino e le cotenne in un tegame, copriteli con acqua fredda e lasciateli sobbollire per un’ora in modo da sgrassarli. Scolateli eliminando il grasso, passateli sotto acqua calda e asciugateli con la carta da cucina in modo da togliere tutto l'unto. Prendete le costine e lavatele sotto l'acqua corrente, asciugatele con la carta da cucina, adagiatele in una padella antiaderente con un cucchiaio d'olio (o con il burro, secondo la tradizione, a seconda di come preferite): fate dorare le costine a fuoco dolce da entrambi i lati, dopodiché toglietele dalla pentola e tamponate il grasso in eccesso sempre con la carta assorbente. In un'altra pentola, adagiate i verzini precedentemente bucati con una forchetta e fateli dorare con il loro stesso grasso. A questo punto avete ultimato la preparazione della carne di maiale e potete passare alla preparazione della verza. Lavatela bene e tagliatela a metà, quindi togliete la costa centrale. Tagliate le foglie di verza a listarelle. Prendete una casseruola e versateci un dito d'acqua , aggiungete la verza e fatela cuocere coperta con un coperchio finché non appassisce. Scolate la verza e mettetela da parte. Lavate il gambo di sedano, la carota e la cipolla e tritateli grossolanamente. Prendete una casseruola e fate soffriggere insieme a dell'olio, (o burro, secondo la tradizione). Aggiungete poi i verzini e irrorate con il vino bianco, lasciate sfumare il vino e aggiungete il resto della carne di maiale. Fate rosolare e poi aggiungete la verza scolata. Lasciate cuocere tutto a fuoco basso per un’ora e mezza fino a quando non si sarà ammorbidito il tutto; se necessario, di tanto in tanto, potete aggiungere un mestolo di brodo di carne. Tenete presente che la consistenza finale della cassoeula deve risultare piuttosto asciutta. Dopo aver spento il fuoco lasciate riposare la cassoeula per circa mezz'ora e poi servite.
La cassoeula, italianizzata in cazzuola o cazzola, oppure bottaggio (probabilmente derivante dal termine francese potage) è un piatto invernale tipico della tradizione popolare e della cucina milanese e lombarda. La leggenda afferma che Arturo Toscanini fosse ghiotto di cassoeula. Oggigiorno è il "piatto forte" di numerose sagre lombarde, sia invernali sia estive. Il piatto, così come viene preparato, nasce all'inizio del XX secolo, ma le sue varianti più antiche sono di origine incerta e controversa. Probabilmente, il piatto deriva ed è legato alla ritualità del culto popolare di Sant'Antonio abate, festeggiato il 17 gennaio, data che segnava la fine del periodo delle macellazioni dei maiali. I tagli di carne utilizzati per la cassoeula erano quelli più economici e avevano lo scopo di insaporire la verza, elemento invernale basilare della cucina contadina lombarda nei secoli scorsi. Ciò ha fatto presumere ad alcuni storici che il piatto sia nato da aggregazione successiva di ingredienti intorno al nucleo di verza e maiale, altri ipotizzano invece che il piatto originario, di origine barocca, prevedesse l'utilizzo di diversi tipi di carne e vi sia stata una successiva semplificazione e riduzione di ingredienti. È anche ritenuto plausibile che i due piatti, la versione "povera" e la versione "ricca", avessero origine diversa e nel tempo vi sia stata una sorta di convergenza che ha portato al piatto come è attualmente conosciuto. La leggenda vuole invece che la cassoeula nasca da un soldato spagnolo che invaghitosi di una giovane donna milanese, cuoca di una famiglia nobile, le abbia insegnato la ricetta e che in seguito la giovane abbia proposto con successo il piatto ai suoi datori di lavoro. Nella tradizione culinaria popolare europea vi sono altri piatti con ingredienti simili, come le diverse forme di "potée" francesi (minestre a base di cavolo e maiale) o la Choucroute alsaziana, a sua volta derivata dal Sauerkraut tedesco (entrambi i piatti sono basati su crauti e carne di maiale e sono preparati però con ingredienti già passati da un procedimento di conservazione). Gli ingredienti principali della cassoeula sono le verze, che la tradizione prevede vengano utilizzate solo dopo la prima gelata, e le parti meno nobili del maiale, come la cotenna, i piedini, la testa e le costine. Il nome deriva probabilmente dal cucchiaio con cui si mescola (casseou) o dalla pentola in cui si prepara (casseruola). Esiste un'altra spiegazione per il nome: è piuttosto noto che, per tradizione, il piatto venisse preparato dagli operai dei cantieri edili una volta che l'edificio fosse giunto al tetto ed il nome derivi dall'attrezzo utilizzato per mescolarla durante la cottura, per l'appunto la "cazzuola". È da segnalare inoltre che esiste un piatto della tradizione tedesca, il "Kasseler" ("càssola" nella pronuncia tedesca), consistente in tagli di maiale affumicato servito con un contorno di cavolo verza. Al di là delle leggende, gli storici individuano nel ricettario di Ruperto da Nola la prima ricetta riconducibile alla pietanza. Questo autore, originario di Nola, e che viene considerato uno dei padri della gastronomia spagnola, fu al servizio della corte Aragonese di Napoli, nel corso del XV secolo. Nella sua opera più importante, Il Llibre del Coch, ci propone una ricetta di "Cassola de carn" in cui molti elementi riconducono alla Cassoeula. Sempre a Napoli nel 1773, Vincenzo Corrado riporta una ricetta per il "Grugno di porco lesso" e lo propone "su pottaggio di cavoli". Un evidente filo rosso, che lega la minestra maritata, della tradizione Napoletana alla Casseula Lombarda. Bisognerà attendere il XIX secolo, per ritrovare nell'opera “Il cuoco senza pretese” del comasco Odescalchi (1826), la prima ricetta lombarda del piatto.
Varianti
Vi sono numerose varianti locali: nella tradizione comasca non vi sono i piedini e il battuto di verdure ma viene aggiunto il vino bianco e la testa; in Brianza la cassoeula è più asciutta rispetto a quella milanese, più brodosa; nel Novarese, tra gli ingredienti si trova anche la carne d'oca;nel Pavese sono usate solo le puntine e il piatto prende il nome di ragò, ma ne esiste anche una versione tradizionale a base di oca; nel Milanese si utilizzavano anche le orecchie ed il musetto del maiale; sempre nel Milanese si prepara il bottaggio che si differenzia per l'utilizzo della carne di pollo in luogo di quella di maiale; nel Varesotto si aggiungono anche i verzini (piccole salamelle fatte con l'impasto della salsiccia).

CASSOULET

Il cassoulet (dall'occitano caçolet) è una specialità regionale della Linguadoca, a base di fagioli secchi generalmente bianchi e di carne. In origine era a base di fave. Il cassoulet deriva il proprio nome dalla casseruola in terracotta smaltata a forma di cono tronco fabbricata a Issel. Il cassoulet è un piatto tradizionale la cui base è un ragù di fagioli bianchi lungamente cotto a fuoco lento per essere tenero in bocca, come se si sciogliesse. Al ragù vengono aggiunti, secondo le versioni, del confit d'oca o di anatra, del lardo, della cotenna, dello stinco di maiale, della salsiccia, dell'agnello o della pernice. Ci si può trovare anche del pomodoro, del sedano o della carota. Può essere o meno ricoperto da pangrattato. È l'oggetto di una disputa annosa fra tre città: Castelnaudary, Carcassonne e Tolosa. La controversia verte sull'origine stessa del cassoulet, sulla sua composizione e le qualità organolettiche dei diversi cassoulet preparati nelle varie città. Il cassoulet di Castelnaudary è a base di fagioli bianchi del Lauragais, contiene confit d'oca, lo stinco o la spalla di maiale, salsiccia e cotenna di maiale, una carota, un porro e una gamba di sedano. La sua cottura finisce in un forno da panettiere nel quale bruciano sterpi della Montaigne Noire. Il cassoulet di Carcassonne può contenere anche pernice rossa e un pezzo di montone. Il cassoulet di Tolosa contiene confit d'anatra e salsiccia di Tolosa, carote e cipolle. Talvolta lo si ricopre con del pangrattato prima di passarlo al forno. Il numero di volte in cui si deve, durante la cottura al forno, rompere la crosta che si forma sulla superficie del piatto - tra le sei e le otto volte a seconda delle ricette - è oggetto di grande dibattito tra gli esperti. Per porre fine alla rivalità tra le città, Prosper Montagné (Carcassonne, 1865 - Sèvres, 1948), un gastronomo della Linguadoca divenuto cuoco a Tolosa, ha fatto ricorso a una metafora: "Il cassoulet, è il Dio della cucina occitana; Dio-Padre, è il cassoulet di Castelnaudary, Dio-Figlio è quello di Carcassonne e Dio-Spirito Santo quello di Tolosa." Nonostante le numerose varianti di questo piatto, si possono individuare due costanti: i fagioli che servono da base e la pentola che permette la cottura.

CERVELLO ALLA FIORENTINA

cervello di vitella circa gr 600
una piccola cipolla
prezzemolo
3 uova
pangrattato
farina
limoni
olio d'oliva
sale
pepe
olio per friggere
In un tegame con acqua calda e salata sbollentate il cervello per 2 o 3 minuti, quindi togliete la pellicina che lo ricopre. Lasciatelo poi a bagno in acqua fredda e succo di limone per circa mezz'ora. Sgocciolatelo e tagliatelo a fette alte circa mezzo centimetro, quindi mettetele in una marinata fatta con olio, succo di limone, cipolla tagliata a fettine, prezzemolo tritato, sale e pepe. Lasciate le fette ad insaporirsi per circa un'ora, quindi scolatele, passatele nella farina, poi nelle uova sbattute ed infine nel pangrattato.
Friggetele in abbondante olio caldo e servitele con spicchi di limone [ed una spolverata di sale].
Il cervello alla fiorentina è un secondo piatto tipico della cucina toscana, diffuso principalmente nell'area fiorentina. Tale specialità culinaria era conosciuta e diffusa maggiormente nei decenni scorsi. Deve la sua origine all'abitudine dei macellai toscani di utilizzare tutte le parti commestibili degli animali uccisi per ricavare le celebri bistecche. Secondo alcuni, il piatto deriverebbe dalla barbara abitudine degli Ostrogoti, che dominarono in Italia agli inizi del VI secolo, di divorare il cervello dei nemici e dei prigionieri uccisi. Si accompagna molto bene a un fritto misto di carne e verdure.
Il piatto viene preparato utilizzando il cervello di bovino adulto o di vitello, che viene prima cotto per pochi minuti in acqua bollente priva di sale, poi privato del rivestimento protettivo esterno e tagliato a fette, che a loro volta saranno poi pastellate e fritte in olio extravergine d'oliva fino a completa doratura. Prima di passare alla fase della frittura, le fette possono essere immerse per diversi minuti in acqua e succo di limone: in ogni caso, devono essere completamente prosciugate prima di essere pastellate. Il piatto viene condito quindi con l'aggiunta di un pizzico di sale e servito con fette di limone, che tipicamente accompagnano i secondi piatti fritti.

CONIGLIO ALLA LIGURE
un coniglio di circa 1 kg e mezzo,
100 g di olive nere taggiasche,
1 costa di sedano,
1 cipolla,
1 ramoscello di rosmarino,
timo,
qualche foglia di alloro,
alcuni gherigli di noce,
1 cucchiaio di pinoli,
olio di oliva,
sale,
1 bicchiere di vino rosso, Rossese di Dolceacqua,
Taglio in pezzi il coniglio, li lavo e li asciugo, li pongo in una pentola a fuoco medio, per fare espellere l'umore. Travaso in una casseruola di coccio e vi verso l'olio. Aggiungo alloro e timo. Rosolo fino a colore dorato. Ritiro il coniglio dal fuoco. Nel sugo stufo cipolla, sedano, rosmarino, pinoli, noci tritate. Aggiungo lentamente il brodo. Unisco coniglio e olive, spruzzando col vino. Ultimo la cottura.

GRIGLIATA DI CARNI MISTE

costine di maiale
2 braciole di maiale
2 pezzi salsiccia
2 fette pancetta
2 costolette d'agnello
5 pomodori pachino
Q.b. Sale
Q.b. Pepe
Q.b. Olio di oliva
1 aglio a spicchi
1 rametto rosmarino
Q.b. Aceto di vino bianco aromatizzato al limone

Preparate una marinata con l'aglio ed il rosmarino tritati, salate, pepate e passatevi dentro la carne lasciandola per qualche minuto. Rispettando i tempi di cottura delle varie qualità di carne (la pancetta richiede un tempo di cottura inferiore a quello delle salsicce) ponete la carne sulla griglia ben calda. Al momento di cuocere le salsicce pungetele con i rebbi della forchetta per favorire la fuoriuscita del grasso. Quando mancheranno pochi minuti alla fine della cottura unite anche i pomodori lasciandoli appassire. Regolate i tempi di cottura secondo i gusti dei convitati (al sangue o molto cotta) e servite la grigliata calda con qualche goccia d'olio d'oliva e qualche goccia di aceto.

PIZZAIOLA CAMPANA
secondo di carne

4 Fettine di carne
500 gr pomodori o pomodorini
2 spicchi d'aglio
origano secco abbondante
olio extravergine d'oliva abbondante
sale
Viene definita alla pizzaiola una preparazione a base di fettine di carne e sugo di pomodoro. La storia della pizzaiola è alquanto incerta, anche se l'origine è quasi certamente napoletana. La ricetta ha conosciuto una larga diffusione ed è stata oggetto di numerosissime reinterpretazioni. Il successo di questa particolare preparazione va individuato, oltre che nella semplicità di esecuzione, anche nel fatto che una volta terminata, si presta per essere usata come condimento per la pasta. Scaldare l'olio in una padella e soffriggere leggermente l'aglio, tagliato grossolanamente. Aggiungere i pomodori tagliati a spicchi e il sale. Far cuocere il tutto per una ventina di minuti, a fuoco moderato e coperto. Mettere quindi l'origano e le fettine di carne (colarda, spalla o scamone), e portare a termine la cottura. Il sugo così ottenuto, una volta tolte le fettine da utilizzarsi come seconda portata, si presta per condire spaghetti o vermicelli.

SPEZZATINO DI CARNE CON CIPOLLE
Brodo di carne q.b.
Carne bovina vitello 800 gr
Carote 2
Cipolle rosse 600 gr
Olio di oliva q.b.
Pepe q.b.
Pomodori passata 200 ml
Sale q.b.
Sedano 1 costa
Vino rosso 1/2 bicchiere (circa 100 ml)
Lo spezzatino di carne con cipolle grazie ad una cottura lenta e prolungata rende lo spezzatino molto tenero e saporito.Per preparare lo spezzatino di carne con cipolle iniziate tritando il sedano e le carote che serviranno come base per il soffritto. Scaldate una padella ampia con due cucchiai di olio, aggiungete il trito di sedano e carote e cuocete il soffritto.
Tagliate a fettine sottili anche le cipolle e mettetele da parte. Intanto preparate la carne: tagliate a bocconcini il vitello e quando il soffritto sarà pronto aggiungete i pezzetti di carne e fateli rosolare.

Sfumate con il vino rosso e aggiungete le fettine di cipolle. Proseguite la cottura a fuoco lento aggiungendo a poco a poco il brodo di carne, infine incorporate la passata di pomodoro. La cottura dello spezzatino richiederà circa 1 ora. Una volta che il sugo sarà assorbito dalla carne aggiustate di sale e pepe. Lo spezzatino di carne e cipolle sarà pronto quando la carne risulterà tenera e le cipolle ben cotte.