domenica 29 gennaio 2023

TROFIE DI CASTAGNE AL PESTO

250 grammi di farina bianca,
150 grammi di farina di castagne,
150 grammi di fave secche (da ammollare per 12 h),
8 cucchiai di pesto,
un cucchiaio di Parmigiano grattugiato,
due cucchiai di pecorino sardo,
sale.
Ammollate le fave secche per una notte. Impastate le due farine con poca acqua tiepida e lasciate riposare una mezz'ora circa in un luogo riparato. Ricavate delle nocciole di pasta, arrotolatele sulla spianatoia, in modo da creare dei bastoncini di circa 4 cm, strisciateli trasversalmente imprimendo un movimento avvitato, in modo che acquistino l'aspetto di cavaturaccioli allungati. Mettete a bollire in una pentola abbastanza capace le fave e dopo circa 30 minuti, quando saranno quasi cotte, unite le trofie e fatele lessare. Scolate il tutto tenendo da parte due cucchiai dell'acqua di cottura che andrà messa nel piatto insieme al pesto, ad ammorbidire. Mescolate, cospargete con i formaggi e servite subito.


18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

14 PASTA & RISO (2^ Edizione)
 

Pasta e riso. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 140 schede di prodotti, lavorazioni e ricette pubblicate sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La pasta è una sorta di marchio di italianità, il riso ci fa cittadini del mondo. Tanti tipi di paste da conoscere ed altrettanti tipi di riso. Ma soprattutto tanti consigli su come sceglierli e cucinarli al meglio.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

BIRRE 20: SUPER BOCK


Super Bock è una marca portoghese di birra, con sede a Leça do Balio, nei pressi della città di Oporto.
Le birre Super Bock sono le più popolari del Portogallo (42% del mercato, secondo i dati del settembre 1998, soprattutto nel nord del Paese mentre nelle altre zone è maggiore la concorrenza di Sagres e Coral, tipica di Madera.
La Super Bock è venduta nel 90% dei ristoranti e negozi portoghesi e in ventuno altre nazioni, tra le quali Angola, Bermuda, Canada, Mozambico, Regno Unito e Spagna. Super Bock è stato riconosciuto per la sua qualità da Monde Selection.
Super Bock è disponibile in diverse varietà:
Classic (tasso alcolico 5,6%)
Abadia (tasso alcolico 6.4%): birra scura
Stout (tasso alcolico 5%): birra nera
Green (tasso alcolico 4%): birra con limone
Tango: con retrogusto di ribes
Twin: versione non alcolica


20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


sabato 28 gennaio 2023

BIRRE 19: GRIMBERGEN


Grimbergen è una birra belga d'abbazia commercializzata da Carlsberg. In precedenza, fino al 2008, è stata commercializzata dal gruppo Scottish & Newcastle, fino ad allora il primo gruppo birraio nel Regno Unito. Nel 2008 il suddetto gruppo è stato acquistato dalla danese Carlsberg unitamente all'olandese Heineken per 10,4 miliardi di euro, dividendosi poi i marchi fino ad allora controllati dalla S&N. Tra questi il marchio Grimbergen, che è passato alla Carlsberg.
L'abbazia di Grimbergen è fondata nel 1128 da Norbert de Xanten, ma distrutta nel 1142, quindi ricostruita nel 1566 e nel 1798. Nel corso della sua storia l'abbazia è diventata famosa per la sua produzione birraria. Nel XII secolo i Padri premostratensi hanno messo a punto la ricetta della Grimbergen, tramandandola fino ai giorni nostri.
Simbolo della rinascita, l'emblema della Fenice viene scelto nel 1629, come il suo slogan, Ardet nec consumitur («brucia ma non si consuma»).
Precedentemente, in occasione del loro passaggio all'abbazia, i pellegrini e gli ospiti scoprivano la ricchezza degli aromi ed il sapore di Grimbergen.
Tipologie prodotte
Grimbergen Blonde: birra ad alta fermentazione, di un colore brillante giallo oro con riflessi ocra. Grimbergen deve il suo aroma particolare ad una miscela di albicocche mirabelle ed ananas macerati, rum scuro,
iquirizia e varie spezie (6.7% vol).
Grimbergen Double-Ambrèe: birra ad alta fermentazione, di colore ambrato carico dovuto alla tostatura del malto. Ha spiccati aromi di caramello, frutta rossa e liquirizia (6.5% vol).
Grimbergen Blanche: lanciata nel 2007, è una classica blanche belga, dal sapore fruttato e floreale (6% vol.).
Grimbergen Rousse (6% vol).
Grimbergen Triple (9% vol).
Grimbergen Optimo Bruno: scura, molto rotonda e decisa, è il prodotto più ad alta gradazione della Grimbergen (10% vol).
Grimbergen Cuvée de l'Ermitage (7.5% vol).
Grimbergen Dorèe 8° (8% vol).
Le birre Grimbergen sono imbottigliate nei formato 25cl, 33cl, 65cl e 75cl, variando il formato a seconda delle tipologia e del mercato.


20 BIRRA (2^ Edizione)

Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



RAVIOLI AL BACCALÀ

q.b. burro
200 grammi farina
q.b. grana
q.b. sale
q.b. baccalà ammollato
2 uova
Pur non potendolo affermare con certezza, si pensa che la ricetta dei ravioli al baccalà, ideale soprattutto in occasione di feste e ricorrenze, possa avere origini antiche. Questo perché i due principali ingredienti, ovvero il raviolo e il baccalà, risalgono a periodi e luoghi ben definiti: il medioevo e le cucine delle corti reali per il primo, il XII secolo e i Paesi Baschi per il secondo. Se dei ravioli ci dà testimonianza Boccaccio nel suo Decameron, la storia ci tramanda che il baccalà fu invece un piatto apprezzato da alcuni personaggi illustri come Carlo V nonostante ai tempi fosse considerato un alimento povero. La ricetta dei ravioli al baccalà comincia con la preparazione della pasta, quindi prima di metterti all’opera assicurati di avere a disposizione una spianatoia o una superficie di legno per preparare l’impasto. Setaccia la farina e distribuiscila nella spianatoia creando al centro una sorta di piccolo cratere destinato ad accogliere le 2 uova e una presa di sale. Utilizzando le mani, unisci poco alla volta gli ingredienti e continua a lavorare l’impasto fino a ottenere un composto omogeneo. Qualora l’impasto lo richieda, aggiungi un goccio d’acqua. Usa un panno per coprire il panetto ottenuto e lascialo riposare per circa 30 minuti. Nel mentre prepara la polenta. Trascorso il tempo necessario prendi il panetto e dividilo in più parti. Dopo aver infarinato la spianatoia, stendi la pasta e realizza una sfoglia sottile con l’aiuto del mattarello o di una macchina per la pasta. Ora ricava dei dischi di circa 8 cm di diametro, disponi al centro di ognuno un cucchiaio di polenta condita con burro e grana e chiudi i ravioli. Cucina i ravioli in acqua salata e in leggera ebollizione per almeno 3-4 minuti, scolali e condiscili con il baccalà cucinato secondo le tue preferenze. Noi suggeriamo la cottura in padella con soffritto di cipolla e altre aggiunte a scelta.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

ACQUACOTTA


6 uova
3 cipolle
400 g di pomodori rossi maturi
le foglie di un sedano
fette di pane casalingo raffermo
basilico
pecorino fresco
olio d'oliva
sale, pepe.
Preparare un brodo vegetale (ne occorrerà circa un litro, un litro e mezzo) nella maniera che preferite. La cosa migliore sarebbe prepararlo con le verdure fresche ma anche un brodo di dado vegetale può essere adatto allo scopo.
Pulire le cipolle e tagliarle a fette sottili. Pulire le foglie di sedano, lavarle, strizzarle bene per togliere l'eccesso di acqua e tritarle grossolanamente con la lama di un coltello.
Spellare i pomodori mettendoli per qualche minuto in abbondante acqua bollente, tagliarli a quarti, togliere i semi e tagliare la polpa a cubetti.
In una pentola, possibilmente di coccio, mettere qualche cucchiaio di olio extravergine d'oliva e fare appassire le cipolle a fuoco dolce.
Fare cuocere il tutto per circa 20/30 minuti; versare un litro circa di brodo vegetale caldo e tenerlo sul fuoco per un'altra mezz'ora affinché il brodo si ritiri piano piano.
Quando saranno quasi sfatte (se in cottura asciugassero troppo aggiungere un poco di acqua calda), aggiungere la polpa di pomodoro tagliata a cubetti, le foglie di sedano tritate e il basilico spezzettato grossolanamente con le mani. Regolare di sale e di pepe.
Una volta trascorso questo tempo (il risultato dovrà essere quello di una sorta di minestrone ma comunque abbastanza "brodoso") aggiungere le uova, uno per volta, direttamente nella pentola facendo attenzione che non si rompano; farle cuocere per ¾ minuti in modo che diventino "uova in camicia".
In ogni scodella mettere una fetta di pane tostato, delle scaglie di pecorino e versarvi sopra, con un ramaiolo, l'acquacotta caldissima e un uovo a testa. Servire l'acquacotta maremmana con del pecorino a parte.
Le origini di questo piatto vanno ricercate in Toscana e Lazio, con diffusione in Maremma.
Si tratta di un primo piatto in cui gli ingredienti principali sono il pane raffermo, l'olio di oliva e le verdure.
L'acqua cotta è un piatto tipico della cucina della bassa maremma, quindi sia della Maremma grossetana che della Tuscia viterbese. Deriva dal pranzo tipico dei butteri quando si trovavano in aperta campagna a seguito delle mandrie. Alcuni trovano assonanze e commistioni con la medievale zuppa arcidossina che però si basa su altri ingredienti. È una zuppa povera, che varia di zona in zona a seconda della reperibilità degli ingredienti, da qui il nome di acqua cotta.
Essendo principalmente una zuppa di verdure gli ingredienti venivano raccolti direttamente in campagna, oltre al pane di grano duro, l'olio d'oliva e il sale che i butteri portavano sempre al seguito nella catana, tipico tascapane di cuoio. Per i motivi di cui sopra, le verdure, gli ingredienti principali, variano molto a seconda del periodo in cui si prepara tale pietanza, quindi ci si può trovare cardini (polloni di carciofi), broccoletti, cicoria selvatica, cappucci, fagiolini, borragine, pisciacane (tarassaco, noto anche come dente di leone) e qualsiasi verdura possa dar sapore. Per aumentarne il potere nutrizionale talvolta vengono aggiunti grassi animali come una cotica (cotenna del maiale) e il battuto (lardo sminuzzato con il coltello, sulla crosta del pane in mancanza di un battilardo). Quest'ultimo veniva spesso usato per fare il soffritto d'aglio e cipolla in un pignatto come inizio della ricetta.
Il piatto si presenta in più varianti in base alla zona, tuttavia la versione viterbese si presenta con cipolla, aglio, cicoria, cicorione, acqua, olio d'oliva, patate, erbe di stagione anche selvatiche, raramente funghi, uovo (il cosiddetto uovo sperso), oppure, in alternativa, il baccalà (acquacotta col baccalà) e pane di grano duro, che tradizionalmente è senza sale, raffermo e/o abbrustolito.
Nella versione più diffusa in Toscana prevede l'utilizzo di cipolla, pomodoro, acqua, olio d'oliva, sedano, carota, basilico, pane casalingo raffermo abbrustolito, pecorino grattugiato, uovo.
In agosto nella provincia di Grosseto si tengono diverse sagre dell'acquacotta nei paesini alle pendici del monte Amiata, tra cui Cana e Santa Fiora.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

OCCHIATE ALLA MEDITERRANEA

2 occhiate
100 g di pomodori
una manciatina di capperi sotto sale
1 spicchio d’aglio
prezzemolo q.b.
olio extravergine d’oliva q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco
sale
Pulite le occhiate squamandole ed eviscerandole. Con una forbice da cucina eliminate la coda e le pinne laterali. Tagliate i pomodori a dadini. Sbucciate lo spicchio d’aglio e affettatelo. Rivestite una teglia da forno con un foglio di alluminio o con la carta da forno e adagiatevi le occhiate. Riempite la cavità addominale delle occhiate con i dadini di pomodoro, le fettine d’aglio, i capperi precedentemente lavati e l’origano. Irrorate le occhiate con l’olio e il vino bianco e chiudetele nei cartocci. Infornatele nel forno già caldo a 180° per circa 30 minuti.


3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).



STUFATO ALLA PAVESE


Lo stufato alla pavese è uno stracotto di carne di manzo tipico della Lombardia meridionale. La parte del manzo che viene cucinata è la spalla (in Lombardia è conosciuta come “spalla da prete”). È utilizzato per preparare il ripieno degli agnolotti pavesi, piatto tipico della stessa zona. Oltre alla consumazione come secondo piatto, è utilizzato come condimento per pasta, come per esempio con le tagliatelle e con gli agnolotti pavesi. Nel XIX secolo lo stufato costituiva il piatto di carne della domenica nel periodo invernale. Era anche la pietanza che, per le sue particolari modalità di cottura, era possibile trovare sempre pronta nelle osterie della Lombardia. Generalmente si preparava con il manzo, ma si usavano anche i tagli più fibrosi ricavati dalla macellazione dell'asino o del cavallo. La stufatura (o la brasatura, ottenuta appoggiando le braci accese sopra il coperchio del tegame) durava spesso 8-10 ore e rendeva morbida e sugosa una carne altrimenti difficilmente commestibile. Infatti, lo stufato fa parte della categoria di carni "stracotte", tipiche della bassa pianura padana.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.




venerdì 27 gennaio 2023

GNUMMAREDDI PUGLIESI


Gli gnummareddi sono una specialità alimentare tipica, con varianti nel nome e nella ricetta, della tradizione pugliese, lucana e molisana; sono anche noti, secondo il luogo d'origine, come nghiemeridde, turcinelli, turcinieddi, 'mboti, marretti o mbujacati. I nomi ricordano la forma: per gli nghiemeridde (denominazione usata a Bari e provincia), gnommareddhri (denominazione usata nel sud Salento), o gnummeruìdde (denominazione usata in provincia di Matera), e gnummeriedde (denominazione usata in provincia di Potenza), specificatamente "gnumerídde" a Gravina in Puglia termini derivano dal latino "glomu, glomeris" da cui l'antico "gnomerru" (gnòmmuru in Marittimese) cioè gomitolo. Il nome "turcinello", denominazione usata nel foggiano, deriva dal verbo "torcere", da cui anche turcinieddhri (denominazione usata a Lecce) e Turcinieddi (denominazione usata a Brindisi) che significa "piccolo attorcigliamento". La denominazione 'mboti è invece usata nella zona di Gallipoli.
Descrizione
Gli gnummareddi sono involtini di interiora (fegato, polmone e rognone in budella) stretti all'interno del budello di agnelli oppure di capretti, delle dimensioni di circa 5 centimetri, insieme a qualche foglia di prezzemolo gigante e carosello (semi di finocchio selvatico). Nella tradizione lucana si usa condirli anche con un po' di pepe nero macinato. Molto simili sono i marretti che però hanno dimensioni decisamente maggiori (circa 15 cm) e sono la variante di Ostuni. Nella tradizione della provincia di Matera i marretti sono preparati con le parti più pregiate delle interiora d'agnello, mentre gli gnummareddi vengono realizzati con gli scarti di questi. In Puglia la tradizione nell'allevamento degli ovini trova origini millenarie, legate alla tradizione greca e della Mesopotamia; gli gnummareddi rappresentano l'elemento topico di questo legame.
Preparazione
Gli gnummareddi vengono cucinati alla griglia, con foglie d'alloro o con rami di ulivo e ramagghia, ovvero fogliame di ulivi, che si ottiene in seguito a potatura, che poi viene seccato e conservato in balle per vari mesi.
Diffusione
Oggi gli gnummareddi pugliesi rappresentano per il turista un piatto tipico molto ricercato. In Basilicata invece rimangono un piatto della tradizione apprezzato quasi esclusivamente nella cucina domestica. In quasi tutte le tipiche sagre del territorio pugliese lo nghiomerello occupa un posto d'onore tra le griglie e riscuote molto apprezzamento tra i turisti. Anche in alcune sagre lucane è possibile apprezzare questa particolare preparazione.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)
 

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

 

ALACCIA AL FORNO CON CARCIOFI E PISELLI


Carciofi 675 g
Alaccia 12 filetti già puliti per un totale di 230 g
Piselli surgelati 150 g
Limoni (per acidulare l'acqua dei carciofi) 1
Olio extravergine d'oliva 50 g
Aglio 1 spicchio
Vino bianco 50 g
Pangrattato 30 g
Timo 3 rametti
Salvia 4 foglie
Sale fino q.b.
Pepe nero q.b.
Pulite i carciofi. Tagliate la parte del gambo più dura ed eliminate le foglie esterne più coriacee che potrebbero risultare troppo dure in cottura. Utilizzando un coltellino affilato pelate il gambo e tagliate la punta del carciofo. Dividetelo a metà, eliminate la barbetta interna e tagliate ogni metà in due. Man mano disponete gli spicchi di carciofi in una ciotolina colma d'acqua, dove avrete spremuto il limone per non farli annerire. Una volta tagliati tutti i carciofi scolateli e trasferiteli in un tegame dove avrete già fatto rosolare lo spicchio d'aglio insieme a 30 g d'olio.
Lasciateli cuocere a fiamma medio-alta per 5-6 minuti, poi sfumate con il vino bianco e una volta che tutta la parte alcolica sarà evaporata aggiungete anche i piselli.
Salate, pepate, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per 10 minuti. Passato il tempo necessario, trasferiteli in un pirofila distribuendoli bene sul fondo; poi prendete i vostri filetti di alaccia e posizionateli sullo strato di carciofi e piselli con la pelle rivolta verso il fondo; cospargeteli con un cucchiaio di olio e dedicatevi a preparare la panatura.
Prelevate le foglioline di timo e di salvia, quindi tritatele finemente e unitele al pangrattato . Poi mescolate in modo da ottenere un composto omogeneo e cospargetelo sui vostri filetti di alaccia. Cospargete con un altro cucchiaio d'olio e cuocete in forno statico preriscaldato a 180° per 15 minuti, azionando la modalità grill negli ultimi 3-4 minuti. Una volta cotte servite la vostra alaccia con carciofi e piselli ancora fumante.

3 SECONDI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 ricette di secondi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Amo stare ai fornelli. Amo scovare nei mercatini prodotti deliziosi. Li assemblo in ricette che i miei commensali trovano squisite. Se anche voi condividete la mia passione ecco che vi rivelo i miei piccoli segreti. Anche voi avrete il successo che meritate. Secondi piatti succulenti, raffinati, delicati, gustosi, intriganti. Provate a cucinarli. A migliorali. Se ci riuscite fatemelo sapere. La cucina è un'arte che si pratica anche condividendola.

CANNELLONI AL RADICCHIO BACON E NOCCIOLE

cannelloni al radicchio bacon e nocciole
120 grammi burro
50 grammi farina
0.6 decilitri latte intero
q.b. noce moscata
q.b. olio di oliva
220 grammi bacon
220 grammi provola affumicata
q.b. sale
q.b. pepe
2 scalogni
8 cannelloni secchi
900 grammi radicchio di Treviso
80 grammi nocciole sgusciate
Esegui la ricetta dei cannelloni al radicchio iniziando a far stufare quest’ultimo in padella assieme a 40 g di burro. Regola di sale e pepe e prosegui la cottura per 10 minuti. Lascialo raffreddare, poi unisci la provola grattugiata. Trita il bacon e le nocciole e lascia tostare il tutto in casseruola con 30 g di burro. Prepara la besciamella che accompagnerà i cannelloni facendo sciogliere 50 g di burro in una casseruola.
Unisci gli scalogni e lasciali appassire. Aggiungi 50 g di farina, lasciala tostare insieme al burro, poi versa il latte tiepido. Mescola con una frusta per amalgamare bene gli ingredienti. Aggiusta di sale e pepe e continua a mescolare finché la besciamella non avrà assunto una consistenza cremosa, quindi aromatizzala con un po’ di noce moscata grattugiata. Cuoci i cannelloni in acqua bollente salata alla quale avrai aggiunto un filo d’olio. Scolali ancora al dente e stendili su un telo pulito. Farcisci i cannelloni con il radicchio stufato e disponili sul fondo di una pirofila leggermente imburrata.
Distribuisci sulla pasta la besciamella e il trito di nocciole e bacon, poi copri la pirofila. Inforna i cannelloni al radicchio e lasciali cuocere a 200° per 20 minuti.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.




CIUPPÌN

un chilo di pesce di taglia piccola: scorfano, cappone, triglie, sarago, pesce prete e altri,
mezza cipolla,
2 spicchi d'aglio,
un ciuffo di prezzemolo,
mezza carota,
un gambo di sedano,
mezzo bicchiere d'olio d'oliva,
4 pomodori maturi,
un bicchiere di vino bianco,
fette di pane abbrustolito,
crostini fritti.

In una casseruola a bordi alti fate soffriggere l'olio con la cipolla, l'aglio, la carota e il sedano tritato. Spruzzate di vino bianco e unite i pomodori spellati e privati di semi, tagliati a pezzi. Mescolate, versate il vino e un litro e mezzo d'acqua. Portate all'ebollizione e aggiungete i pesci puliti, privati della pelle e squamati. Fate cuocere coperto almeno 20 minuti, in modo che i pesci si sfaldino. Togliete dal fuoco, mettete da parte un po' di polpa di pesce, passate il resto al setaccio fine e rimettete il brodo sul fuoco unendo la polpa passata e quella messa da parte. Salate, pepate, aggiungete il sedano tritato e fate cuocere per 2-3 minuti. Versate il ciuppìn nei piatti fondi individuali dove saranno sistemate le fette di pane e i crostini.Ogni località di mare ha la sua zuppa di pesce. Questa che proponiamo è tipica del Levante, specialmente di Sestri che ne rivendica l'origine. Più che una zuppa è un brodetto, un passato nato, ancora una volta, dall'utilizzo dei pesci meno pregiati, avanzi del pescatore e del pescivendolo. Gli ingredienti sono quindi di scarso valore ma non per questo meno saporiti. Con l'aggiunta poi di aromi e dell'immancabile olio, danno origine ad un piatto di tutto rispetto. All'origine era più brodoso di quanto non si consumi oggi come sembra spiegare il nome derivato da sùppin, cioè zuppetta dove intingere il pane raffermo per poterlo consumare con maggior piacere. Insomma si tratta della tipica zuppa di pesce del Levante, specie Sestri Levante e Chiavari, accompagnata da fette di pane abbrustolito.

18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

 2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

FRITTOLA

parti di scarto del maiale, come grasso, orecchie, lingua, cotenne etc
alloro
sale
pepe
fettine di arancia
strutto
Il frittularu fa “rinvenire” la frittola friggendola con lo strutto e riponendola, caldissima, in un apposito, grande cesto di vimini (il panaru), che rimane sempre coperto da uno straccio che nasconde la frittola alla vista degli acquirenti; nel frattempo verranno aggiunti degli aromi quali alloro, pepe.
Agli avventori verrà servita estraendone con la mano la giusta dose da sotto lo straccio e ponendola su un foglio di carta oleata o in un panino morbido (semprefresco, di forma fusoidale, o focaccia, di forma rotonda).
La frittola (frittula in lingua siciliana) è una preparazione tipica della tradizionale gastronomia da "strada" palermitana.
La materia prima della frittola è il risultato di una particolare lavorazione degli scarti della macellazione del vitello: attraverso un processo meccanico vengono distaccati i pezzetti di carne, grassetti e piccole cartilagini, dalle ossa. Le ossa verranno polverizzate per usi industriali, i pezzetti di carne vengono invece sottoposti ad un processo di bollitura ad alta temperatura in grandi silos. Dopo la cottura, tutto il prodotto viene torchiato per eliminare l’umido e pressato in balle. Questo procedimento di quasi liofilizzazione consente di conservare la frittola anche per anni.

1 ANTIPASTI (2^ Edizione)

Antipasti. In queste 220 pagine sono raccolte oltre 150 ricette di antipasti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Leggi le mie ricette di entrées, cioè le portate che aprono un pranzo od una cena importante, o semplicemente sono un delizioso sfizio per il palato in qualunque momento della giornata. Se ti sarà venuta l'acquolina in bocca allora mettile in pratica. Il successo è assicurato, sia che si tratti di un'intrigante appuntamento a due, sia che si tratti di un pranzo di lavoro, sia che si tratti di una conviviale serata con gli amici del cuore.