6 uova
3 cipolle
400 g di pomodori rossi maturi
le foglie di un sedano
fette di pane casalingo raffermo
basilico
pecorino fresco
olio d'oliva
sale, pepe.
Preparare un brodo vegetale (ne occorrerà circa un litro, un litro e mezzo)
nella maniera che preferite. La cosa migliore sarebbe prepararlo con le verdure
fresche ma anche un brodo di dado vegetale può essere adatto allo scopo.
Pulire le cipolle e tagliarle a fette sottili. Pulire le foglie di sedano,
lavarle, strizzarle bene per togliere l'eccesso di acqua e tritarle
grossolanamente con la lama di un coltello.
Spellare i pomodori mettendoli per qualche minuto in abbondante acqua bollente,
tagliarli a quarti, togliere i semi e tagliare la polpa a cubetti.
In una pentola, possibilmente di coccio, mettere qualche cucchiaio di olio
extravergine d'oliva e fare appassire le cipolle a fuoco dolce.
Fare cuocere il tutto per circa 20/30 minuti; versare un litro circa di brodo
vegetale caldo e tenerlo sul fuoco per un'altra mezz'ora affinché il brodo si
ritiri piano piano.
Quando saranno quasi sfatte (se in cottura asciugassero troppo aggiungere un
poco di acqua calda), aggiungere la polpa di pomodoro tagliata a cubetti, le
foglie di sedano tritate e il basilico spezzettato grossolanamente con le mani.
Regolare di sale e di pepe.
Una volta trascorso questo tempo (il risultato dovrà essere quello di una sorta
di minestrone ma comunque abbastanza "brodoso") aggiungere le uova,
uno per volta, direttamente nella pentola facendo attenzione che non si
rompano; farle cuocere per ¾ minuti in modo che diventino "uova in
camicia".
In ogni scodella mettere una fetta di pane tostato, delle scaglie di pecorino e
versarvi sopra, con un ramaiolo, l'acquacotta caldissima e un uovo a testa.
Servire l'acquacotta maremmana con del pecorino a parte.
Le origini di
questo piatto vanno ricercate in Toscana e Lazio, con diffusione in Maremma.
Si tratta di un primo
piatto in cui gli ingredienti principali sono il pane raffermo, l'olio di oliva
e le verdure.
L'acqua cotta è un piatto tipico della cucina della bassa maremma, quindi sia
della Maremma grossetana che della Tuscia viterbese. Deriva dal pranzo tipico
dei butteri quando si trovavano in aperta campagna a seguito delle mandrie.
Alcuni trovano assonanze e commistioni con la medievale zuppa arcidossina che
però si basa su altri ingredienti. È una zuppa povera, che varia di zona in
zona a seconda della reperibilità degli ingredienti, da qui il nome di acqua
cotta.
Essendo principalmente una zuppa di verdure gli ingredienti venivano raccolti
direttamente in campagna, oltre al pane di grano duro, l'olio d'oliva e il sale
che i butteri portavano sempre al seguito nella catana, tipico tascapane di
cuoio. Per i motivi di cui sopra, le verdure, gli ingredienti principali,
variano molto a seconda del periodo in cui si prepara tale pietanza, quindi ci
si può trovare cardini (polloni di carciofi), broccoletti, cicoria selvatica,
cappucci, fagiolini, borragine, pisciacane (tarassaco, noto anche come dente di
leone) e qualsiasi verdura possa dar sapore. Per aumentarne il potere
nutrizionale talvolta vengono aggiunti grassi animali come una cotica (cotenna
del maiale) e il battuto (lardo sminuzzato con il coltello, sulla crosta del
pane in mancanza di un battilardo). Quest'ultimo veniva spesso usato per fare
il soffritto d'aglio e cipolla in un pignatto come inizio della ricetta.
Il piatto si presenta in più varianti in base alla zona, tuttavia la versione
viterbese si presenta con cipolla, aglio, cicoria, cicorione, acqua, olio
d'oliva, patate, erbe di stagione anche selvatiche, raramente funghi, uovo (il
cosiddetto uovo sperso), oppure, in alternativa, il baccalà (acquacotta col
baccalà) e pane di grano duro, che tradizionalmente è senza sale, raffermo e/o
abbrustolito.
Nella versione più diffusa in Toscana prevede l'utilizzo di cipolla, pomodoro,
acqua, olio d'oliva, sedano, carota, basilico, pane casalingo raffermo
abbrustolito, pecorino grattugiato, uovo.
In agosto nella provincia di Grosseto si tengono diverse sagre dell'acquacotta
nei paesini alle pendici del monte Amiata, tra cui Cana e Santa Fiora.
2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)
In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.