Bene, oggi sarebbe possibile, grazie a Farmer Connect e IBM ed alla loro app Thank My Farmer, sviluppata per offrire agli appassionati di caffè l’opportunità di conoscerne dettagliatamente la filiera completa dalla pianta alla tazza.
Si tratta di una piattaforma basata sulla tecnologia IBM Blockchain (la stessa che si usa per i bitcoin) e progettata per favorire la tracciabilità, l’efficienza e l’equità nella catena di approvvigionamento del caffè. La soluzione è stata sviluppata da IBM e alcune tra le principali aziende del settore del caffè, tra cui Beyers Koffie, The Colombian Coffee Growers Federation (FNC), ITOCHU Corporation, Jacobs Douwe Egberts (JDE), The JM Smucker Company, Rabobank, RGC Coffee, Volcafe, Sucafina and Yara International.
Oggi gli amanti del caffè consumano oltre mezzo trilione di tazze all’anno (per un valore pari ad un terzo del PIL italiano), ma le certificazioni internazionali sono ancora poco attendibili. Maggiori informazioni attraverso il registro condiviso e non falsificabile della blockchain, permetteranno ai coltivatori di caffè di sostenersi adeguatamente e riuscire a immettere i propri prodotti sul mercato senza il rischio di sofisticazioni alimentari di sorta. Il percorso dei chicchi è lungo e articolato: una volta cresciuti raggiungono le cooperative, per poi passare alle società di export, spedizione ed import, affrontano il processo di tostatura, e sono successivamente gestiti da distributori e rivenditori, prima di raggiungere, finalmente, il consumatore finale. L’ampiezza e la complessità della supply chain del caffè (la catena di fornitura) a livello globale, rendono la tracciabilità piuttosto difficile. In questa catena ogni attore è in grado di tracciare solo la propria tratta di competenza, avvalendosi di sistemi e metodologie personalizzate per registrare i dati. Le informazioni sull’intero viaggio, e quindi sul prodotto, risultano frammentate ed eterogenee, creando un gap tra l’inizio e la fine del processo.
L’app Thank My Farmer fornisce invece una visione completa della supply chain del caffè, grazie all’estrazione di dati relativi ad ogni fase del processo, codificati in maniera standardizzata, per rendere la connessione efficace tra coltivatori, commercianti, torrefattori e brand. Le informazioni sono fornite mediante una mappa interattiva, che racconta la storia di ciascun prodotto in modo semplice ed efficace.
Ma non solo, attraverso una catena di transazioni digitalizzata permanente, che non può essere modificata, se ne preserva l’integrità, si semplificano lo scambio e il monitoraggio di dati e pagamenti. Ogni soggetto parte della catena possiede una copia esatta dei dati, ciascuna integrazione viene condivisa in base al livello di autorizzazione. In questo modo agricoltori, grossisti, commercianti e rivenditori possono accedere ai dati ed interagire in modo efficiente, completo e just in time, ed i consumatori possono disporre di informazioni sempre aggiornate sul prodotto che bevono.
Attendiamo adesso l’estensione del progetto a tutta la filiera alimentare e conserviera.
La tecnologia blockchain (a quando il suo insegnamento a scuola?), ancora una volta, dà impulso ad un vero e proprio cambiamento, tecnologico e sociale, affermandosi come un elemento chiave per generare fiducia nei confronti dei beni di consumo e favorire una maggiore trasparenza ed efficienza a tutti i livelli: produttivo, distributivo, sanitario, fiscale ed economico. 6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO