martedì 14 febbraio 2023

ARANCINI DI CARNEVALE

2 uova
50 gr di burro
250 ml di latte
600 gr di farina
25 gr di lievito di birra
la buccia grattugiata di 3 arance
260 gr di zucchero
olio di arachide per friggere

Mescolate 200 gr di zucchero con la buccia grattugiata delle 3 arance. Intiepidite il latte e scioglieteci il lievito di birra. Disponete la farina a fontana su un piano di lavoro e preparate la pasta aggiungendo i rimanenti 60 gr di zucchero, le uova, il latte con il lievito sciolto e il burro ammorbidito. Impastate sino ad ottenere un composto omogeneo, formateci una palla e mettetelo in un recipiente infarinato a lievitare coprendolo con un panno. Lasciate lievitare per un paio d’ore. Aiutandovi con un mattarello stendete la pasta (possibilmente in forma rettangolare) ad uno spessore di circa mezzo centimetro. Coprite la sfoglia con il mix di scorza grattugiata e zucchero e arrotolatela su se stessa, avendo cura di creare un rotolo molto stretto. Tagliate il rotolo a fettine di circa 1 cm l’una e lasciatele riposare per mezz’oretta su di un piano. Friggete pochi arancini per volta in abbondante olio caldo di arachide e, dopo averli girati da ambo i lati, scolateli possibilmente su della carta paglia o carta da pane per evitare che si attacchino alla carta assorbente classica. Completate gli arancini di Carnevale, cospargendoli a piacere con le codette di zucchero colorate. Per rendere più leggeri questi dolci si possono anche cuocere in forno a 180° per 20 minuti invece che friggerli. Se preferite, potete mettere al posto della buccia grattugiata di una delle tre arance, quella di un limone, anche se in questo caso sarebbe più preciso parlare di limoncini di Carnevale.

5 DESSERT (2^ Edizione)

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

LASAGNE CON RAGÙ DI CARNI MISTE

q.b. pepe
40 grammi burro
2 cucchiai carota
35 grammi farina
3.5 decilitri latte intero
q.b. noce moscata
2 cucchiai olio di oliva extravergine
30 grammi parmigiano
q.b. sale
130 grammi salsiccia di maiale
2 cucchiai sedano tritato
1/2 bicchieri vino bianco
130 grammi manzo macinato
2 cucchiaio cipolla
600 grammi pomodoro passata
250 grammi vitello macinato
350 grammi lasagne
Per fare le lasagne con ragù di carni miste devi come prima cosa appassire il trito di verdure in una casseruola con l'olio di oliva extra vergine molto caldo. Successivamente devi aggiungere i diversi tipi di carne e la salsiccia (senza pelle) e fare rosolare il tutto a fuoco lento, mescolando con un cucchiaio di legno. Una volta mescolato, bagna con il vino bianco, così da far evaporare a fuoco alto. Versa la passata di pomodoro e un mestolo di acqua non troppo calda, il sale e il pepe e prosegui con la cottura per 40 minuti, a fuoco basso, mescolando spesso con il cucchiaio di legno. A questo punto si prepara la besciamella: sciogli 30 g di burro in una casseruola, aggiungi la farina per far addensare il composto, facendo attenzione che non prenda colore; a questo punto diluisci poco alla volta il latte che dev'essere molto caldo e far cuocere il tutto per 10 minuti. Una volta cotto, aggiungi sale e pepe e una grattata di noce moscata e spegni il fuoco. Successivamente, lessa le lasagne in acqua bollente salata, scolale al dente e su un canovaccio per togliere l'acqua in eccesso. Ungi una teglia rettangolare con butto e un primo strato di fondo di lasagne, una mescolata di ragù, parmigiano e besciamella. Copri con uno strato di lasagne e di seguito fino a esaurire tutti gli ingredienti. Una volta ultimati questi passaggi, le lasagne si possono mettere in forno caldo a 180° per 30 minuti, falle intiepidire prima di servirle a tavola.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

TORTELLONI VERDI DI RICOTTA

480 grammi farina
3 uova
500 grammi spinaci
120 grammi parmigiano
q.b. noce moscata
q.b. sale
1 cipolla
1 cucchiaino zucchero
q.b. burro
400 grammi ricotta
400 grammi pomodoro polpa
Prendi una padella e metti gli spinaci lavati, senza altra acqua che quella rimasta appunto dopo il lavaggio, lasciali intiepidire ed elimina l’acqua vegetale, poi tritali. In una terrina metti la farina con le uova e gli spinaci, impasta e forma una palla quindi lasciala riposare coperta per un'ora. In una casseruola metti a rosolare la cipolla tritata molto finemente insieme ad una noce di burro. Aggiungi la polpa di pomodoro e lo zucchero, poi cuoci a fuoco basso per 25-30 minuti e aggiusta di sale. In breve hai pronto anche il sugo dei tortelloni verdi. In un'altra terrina mescolala ricotta con il parmigiano, il sale e la noce moscata. Riprendi la pasta dei tortelloni, stendila sottile e ricava con una rotella tanti quadrati di 6 cm di lato. Al centro di ogni quadrato di pasta metti un cucchiaio scarso di ripieno e chiudilo a triangolo, sigillandone i bordi. Prendi il triangolo fra 2 dita, con il lato più lungo verso di te e l'angolo opposto verso l'esterno. Fai combaciare i 2 angoli esterni e chiudili intorno all'indice, spingendo verso l'alto la parte con il ripieno. Ripeti l’operazione con tutti i quadrati. Disponi i tortelloni sulla spianatoia infarinata o su vassoi foderati di carta da forno, senza sovrapporli per non farli attaccare. Prendi una pentola, scaldaci abbondante acqua salata, portala a leggero bollore e lessa i tortelloni verdi di ricotta burro e oro. Non appena risalgono, scolali e condiscili con il sugo e il parmigiano. Servili immediatamente.



2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.
 

lunedì 13 febbraio 2023

ARROZ CON CROSTA

600 g di riso
400 g di carne di pollo
400 g di magro di maiale
2 chorizos (salame spagnolo)
2 blanquets (insaccati di maiale bianchi, molto grassi)
2 sanguinacci di carne
250 g di ceci (previamente cotti)
200 g di pomodoro
9 uova
1,5 dl di olio
Alcuni rametti di prezzemolo
6 fili di zafferano
Sale

Tagliare il pollo a pezzi piccoli e il magro a dadi, e soffriggere in una padella con olio caldo. Successivamente, aggiungere il pomodoro e soffriggere. Terminato il soffritto, passare dalla padella a un recipiente con acqua, e cuocere il pollo e il magro per circa 15-20 minuti. Versare l’olio della padella in una pentola o paellera e aggiungere, per il soffritto, chorizo, blanquet e sanguinacci tagliati a pezzetti. Una volta pronto il soffritto, aggiungere il pollo, il magro, il brodo e il riso. Il riso deve essere sempre il doppio del brodo. Cuocere per 15 minuti e successivamente aggiungere sale, se necessario, e zafferano. Al tempo stesso battere le uova assieme al prezzemolo tritato. A questo punto è necessario controllare che il brodo sia evaporato completamente. In caso contrario, ritirare il brodo in eccesso con un mestolo. Versare quindi l’uovo battuto sulla superficie del riso e infornare la pentola, 5-6 minuti ad alta temperatura, per formare la crosta.
L'arroz con crosta (in valenziano "arròs amb crosta"), letteralmente "riso in crosta", è un piatto della cucina spagnola, tipico della Comunità Valenzana, e in particolare delle comarche alicantine di Baix Vinalopó, Marina Alta e Vega Baja del Segura.
È costituito da riso e vari tipi di salsiccia (bianca, rossa, sanguinaccio) ricoperti con uova. Altri ingredienti aggiuntivi, che possono variare da zona a zona, possono essere pomodoro, aglio, zafferano, coniglio o ceci.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.

PASTA E FAGIOLI


600 grammi fagioli borlotti
250 grammi pasta di semola (di grano duro)
50 grammi prosciutto crudo
1 carota
1 cipolla
1 sedano costa
3 pomodori pelati
3 spicchi aglio
2 rametti rosmarino
q.b. olio extravergine d'oliva
q.b. sale
q.b. pepe nero
Prepara il soffritto. trasferisci il prosciutto crudo (o la pancetta) sul tagliere e taglialo prima a listarelle, poi tritalo grossolanamente con un coltello affilato. lava e pulisci il sedano, eliminando gli eventuali fili e la parte inferiore, e taglialo a rondelle. spella la cipolla e gli spicchi d'aglio, raschia la carota e trita tutte le verdure finemente. scalda 4 cucchiai di olio in una casseruola, unisci il trito di verdure, il prosciutto, mescola e lascia soffriggere a fiamma vivace per circa 5-6 minuti. Cuoci i fagioli. sciacqua i fagioli abbondantemente sotto acqua fredda corrente. sgocciola e riduci a pezzetti i pomodori pelati, poi uniscili al soffritto insieme ai fagioli. versa nella casseruola 2 litri di acqua fredda, porta a bollore e prosegui la cottura per circa 1 ora e 15 minuti, mescolando ogni tanto, finchè i legumi saranno teneri. regola di sale. preleva dalla casseruola la metà dei fagioli e tienili da parte. frulla il resto con un frullatore a immersione, poi passalo al setaccio. unisci alla zuppa la pasta mista e prosegui la cottura per pochi minuti. poi aggiungi i fagioli interi tenuti da parte e 1 rametto di rosmarino tritato e porta la pasta a
cottura, seguendo il tempo indicato sulla confezione e mescolando spesso con un mestolo di legno. Togli la casseruola dal fuoco e lascia intiepidire. Completa e servi. Suddividi la pasta e fagioli in ciotole individuali, insaporiscila con una abbondante macinata di pepe, il rametto di rosmarino rimasto spezzettato con le mani e un filo di olio crudo.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.



CAVAGNETTO DI BRUGNATO

1 Kg di farina,
500 g di zucchero,
250 g di burro,
200 g di lievito di birra,
6 uova più una per la guarnizione,
anice,
buccia grattugiata di limone.
impastare la farina con il lievito e lasciare lievitare l'impasto per tutta la notte. Al mattino aggiungere tutti gli altri ingredienti e lasciare lievitare ancora per un'ora. Dare alla pasta la forma di un piccolo cestino con il manico e riporvi dentro un uovo intero. Mettere in una teglia e cuocere in forno per circa mezz'ora.
Dolce dalla forma di un piccolo cestino con il manico, dentro al quale viene posizionato un uovo intero con guscio. Il cavagnetto ovvero cestinetto è considerato il dolce pasquale tipico del Comune di Brugnato. La ricetta è antica ed è stata tramandata di generazione in generazione sino ai nostri giorni. Da sempre è simbolo della Pasqua in quanto veniva preparato il giorno della vigilia e portato in chiesa dai bambini per la benedizione, quindi mangiato in famiglia il giorno successivo. L'impasto è quello con cui viene prodotto anche il famoso canestrello, dolce conosciuto in tutta la Liguria, ma la forma particolare lo distingue e lo rende unico. Zona di produzione: Brugnato (La Spezia).

18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 

In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

5 DESSERT (2^ Edizione)

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.

BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

TORTA MILLEFOGLIE

Pasta sfoglia
Crema pasticcera
Zucchero
Cioccolato
Tradizionalmente, una millefoglie è composta da tre strati di pasta sfoglia, e due strati di crema pasticcera. La parte superiore del dolce è guarnita con glassa bianca (zucchero), o bianca e nera (cioccolato) a strisce. In anni recenti, sono state create ricette di millefoglie salate, con formaggio e spinaci o altri ripieni salati.
La Millefoglie (in francese mille-feuille, millefeuille o mille feuille), anche conosciuta come Napoleon, è un dolce tipico della cucina francese. Tradizionalmente la torta Millefoglie è composta da tre strati di pasta sfoglia (pâte feuilletée), che si alternano con due strati di crema pasticcera (crème pâtissière), benché esistano varianti che sostituiscono la crema con altri condimenti come la panna o la marmellata. La parte superiore è di solito glassata. In alternativa, lo strato di pasta superiore può essere spolverato con zucchero a velo, cacao o mandorle sbriciolate. Di solito nelle versioni più ricercate per grandi occasioni si può rifinire con panna di contorno che dà lustro al dolce. L'esatta origine della millefoglie è sconosciuta. Se ne rinvengono le prime tracce nel libro Cuisinier françois di François Pierre de La Varenne del 1651. In seguito la ricetta è stata perfezionata da Marie-Antoine Carême. Carême, che scriveva alla fine del diciottesimo secolo, considerava la ricetta di "antiche origini".
Competizione

Il Great Australian Vanilla Slice Triumph è una gara annuale per la migliore torta millefoglie che si tiene a Ouyen nella Victoria occidentale. I criteri di giudizio prevedono che "una volta assaggiata, la torta debba rivelare una crema dalla struttura cremosa e liscia e un equilibrio di gusto fra il gusto della vaniglia e la pasta croccante, sormontata da una glassa liscia e lucida, o fondente".

5 DESSERT (2^ Edizione)

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.


PROGRAMMI TV 5: Aglio e basilico liguri

 



PROGRAMMI TV 5: Aglio e basilico liguri

18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

10 ORTAGGI (2^ Edizione)

 

Ortaggi. In queste 360 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).

Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Ortaggi, che spettacolo vedere i banchi dei prodotti dell'orto traboccare di colori in ogni stagione. Ed i sapori? In cucina lo spettacolo visivo si muta in spettacolo aromatico. Senza giungere agli eccessi di una dieta vegetariana sbilanciata, gli ortaggi sono salute... e risparmio. In ogni stagione la verdura sta sulla nostra tavola. Ma una conoscenza più approfondita ci fa scoprire che ogni tipo di ortaggio ha molte varianti. Si deve conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro ortolano di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio. 

 


domenica 12 febbraio 2023

PROGRAMMI TV 4: AGRUMI LIGURI

 




18 PAT LIGURI (2^ Edizione)
 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

9 FRUTTA (2^ Edizione)
 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.





CROSTATA ALLA CONFETTURA

Burro freddo di frigo 150 g
Farina tipo 00 300 g

Uova solo i tuorli 3

Zucchero a velo 130 gLimoni la scorza di 1

Confettura 700 g
Uova medio 1

Per realizzare la crostata alla confettura di albicocche iniziate dalla preparazione della pasta frolla. Mettete nel mixer la farina, un pizzico di sale ed il burro appena tolto dal frigo a tocchetti, nel mixer. Frullate il tutto fino ad ottenere un composto dall'aspetto sabbioso; ora aggiungete lo zucchero a velo (potete anche utilizzare quello semolato: in questo caso otterrete una frolla più granulosa), la scorza di limone per aromatizzare l'impasto. Quindi versate i tuorli e amalgamate velocemente il tutto, per evitare di scaldare troppo la frolla, fino ad ottenere un impasto compatto ed abbastanza elastico. Formate con l'impasto ottenuto una palla, avvolgetela con della pellicola trasparente e mettete il tutto a riposare il frigo per almeno mezz'ora. Prendete una stampo da crostata del diametro di 25 cm spennellate il fondo con il burro e poi infarinatelo. Trascorso questo tempo, riprendete il panetto di pasta frolla e mettetelo su un ripiano freddo e infarinato. Stendete due terzi della frolla, in un disco dello spessore di circa mezzo cm. Quindi con l'aiuto del mattarello sollevate la pasta frolla stesa arrotolandola sul mattarello e posizionatela sulla tortiera. Eliminate poi l'impasto in eccesso ritagliando accuratamente i bordi facendo scorrere il mattarello bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e poi versatevi la confettura di albicocche, livellate con un cucchiaio; stendete l'avanzo di pasta fino ad ottenere uno spessore di 3 mm, quindi create delle strisce con un tagliapasta seghettato o anche con un coltello e adagiatele superficie dello stampo incrociandole in modo da creare delle losanghe; spennellate con l'uovo la frolla e poi infornate in forno preriscaldato a 180° per circa 45 minuti. Quando la crostata risulterà dorata sfornatela e lasciatela raffreddare nella teglia. Una volta che si sarà raffreddata toglietela dallo stampo e trasferitela su un piatto da portata, la crostata alla confettura di albicocca è pronta per essere gustata.

5 DESSERT (2^ Edizione)
In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.


AGNELLO PASQUALE

1,4 kg di zucchero a velo
1 kg di mandorle
1 kg di pistacchi
500 ml d’acqua
Sbollentare e sbucciare le mandorle e i pistacchi. Quando entrambi gli ingredienti si saranno raffreddati macinarli separatamente fino a ottenere delle farine fini. Fare bollire in un tegame 700 g di zucchero a velo e 250 ml d’acqua. Quindi togliere lo sciroppo dalla fiamma, aggiungervi il trito di mandorle e impastare il tutto fino a ottenere una pasta liscia ed omogenea. Seguire lo stesso procedimento per il trito di pistacchi.
Inserire nello stampo dell’agnello pasquale parte della pasta di mandorle fredda premendola lungo i bordi dello stampo per uno spessore di circa 1 cm, così da formare quella che sarà la parte dell’agnello visibile all’occhio. Dopodiché riempire la cavità dell’agnello con la pasta di pistacchio e rivestire infine la base con il resto della pasta di mandorle. Lasciare che il dolce si indurisca un po’ all’interno dello stampo e poi estrarlo con cura.
L’agnello pasquale si può servire così com’è (magari decorandolo con un fiocchetto o un campanellino al collo e uno stendardo piantato sul dorso) oppure lo si può arricchire ancora di più, guarnendolo in base al proprio estro creativo. Per creare, ad esempio, il manto di lana dell’agnello si può fare ricorso agli stessi colori alimentari che si usano per dipingere la frutta di Martorana oppure a del fondente di zucchero e qualche perlina argentata da spargere qua e là sul manto o, ancora, lo si può creare in maniera ancora più elegante modellandolo con una sac à poche contenente un po’ di pasta di mandorla ammorbidita con acqua.

L'agnello pasquale è un dolce tipico pasquale del comune di favarese, costituito da pasta reale (pasta di mandorle) e pasta di pistacchio.
Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento si ha qualche traccia di dolci di pasta reale e pasta di pistacchio a Favara, tra cui la frutta martorana, di origine palermitana, e l'Agnello pasquale.
La tradizione narra che le prime a preparare questo dolce furono le suore del Collegio di Maria del quartiere "Batia" di Favara. La ricetta veniva tramandata oralmente, dalle suore più anziane a quelle più giovani. Una delle prime ricette dell'Agnello pasquale porta la data del 1898 ed è appartenuta ad un ricca famiglia della borghesia agraria e solfifera dell'Ottocento favarese.
Allora era un dolce poco diffuso e di produzione strettamente familiare, in quanto non poteva competere con i cannoli siciliani, 'Cciardoni e tanti altri dolci tipici siciliani apprezzati da cento anni addietro dai favaresi. Ne fa alcuni accenni lacunosi il barone Antonio Mendola, illustre benefattore favarese.
Questo dolce è stato assaggiato il 12 maggio 1923, da mons. Giuseppe Roncalli (1881-1963 - eletto Papa Giovanni XXIII il 28-10-1858), quando, essendo in visita ad Agrigento e dovendo rientrare a Roma, il canonico Antonio Sutera volle accompagnarlo fino a Caltanissetta e, passando per Favara, insieme si fermarono nella sua residenza di via Umberto per prendere un caffè e, per l'occasione, assaggiare questo dolce favarese preparato da suor Concetta Lombardo del Collegio di Maria.
Il dolce venne talmente apprezzato da mons. Roncalli, al punto tale che a 40 anni esatti dalla visita ad Agrigento-Favara, precisamente l'11 maggio 1963, ricevendo il nuovo vescovo ausiliare di Agrigento, mons. Calogero Lauricella, accompagnato per l'occasione, dal teologo Antonio Sutera (nipote del canonico Antonio Sutera), studente all'Università di Roma, papa Giovanni XXIII volle ricordare due cose in particolare: la visita effettuata ai templi di Agrigento e il gusto particolare dell'Agnello pasquale, consumato a Favara.
Il canonico Sutera, quando era direttore diocesano delle pontificie opere missionarie e rettore del seminario di Agrigento più volte ha omaggiato mons. Roncalli di questo squisito dolce favarese e successivamente, riprendendo una vecchia e nobile tradizione, anche il Movimento Giovanile Studentesco di Favara, il cui promotore era il sac. Antonio Sutera (nipote del suddetto canonico), a quell'epoca rettore della chiesa del Rosario di Favara.
Di generazione in generazione la ricetta è stata tramandata ed è arrivata fino ai nostri tempi. Data la grande produzione di questo dolce intorno alla metà del Novecento, Favara è stata denominata "Città dell'Agnello pasquale", istituendo addirittura una sagra.
Sagra dell'Agnello pasquale
Nata di recente, precisamente nel 1997 per iniziativa di Antonio Moscato in qualità di Assessore Comunale alla Cultura, la Sagra dell'Agnello pasquale, che si svolge ogni anno nel periodo di Pasqua al Castello Chiaramonte di Favara, comprende una serie di giornate nelle quali le persone possono andare a guardare e gustare il dolce della tradizione favarese preparato dai varie pasticcerie della città.
Inoltre si può assistere alla preparazione del dolce grazie ai pasticceri favaresi e all'opera degli alunni dell'Istituto alberghiero Gaspare Ambrosini di Favara, che mostrano le fasi della preparazione degli impasti, dell'assemblaggio del dolce e delle varie decorazioni.
La sagra valorizza il paese di Favara attirando visitatori da tutti i comuni della provincia di Agrigento e della Sicilia.
Il dolce
L'Agnello Pasquale è costituito da:
pasta reale, ottenuta dalla lavorazione a caldo di mandorle tritate, acqua e zucchero;
pasta di pistacchio, che costituisce il ripieno, ottenuta dalla lavorazione a caldo di pistacchi tritati, acqua e zucchero.
Per aromatizzare si può usare scorza di limone grattugiata e profumo di vaniglia. La classica decorazione è la "velata", cioè zucchero fondente che copre l'intero Agnello, tranne testa e collo.
Curiosità

Nell'edizione 2003 della sagra dell'Agnello Pasquale è stato realizzato un agnello di 202 kg, che è entrato nel Guinness dei primati.

5 DESSERT (2^ Edizione)

In queste 400 pagine sono raccolte oltre 250 ricette di dessert pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Dessert. Che delizia. Buoni da gustare, belli da ammirare. Ne ho una passione sfrenata. Questo volume è dedicato a chi come me condivide l'amore per il dolce. Tantissime preparazioni di base, paste, creme, semilavorati, piccola, media e grande pasticceria. Semplicissimo e complesso.

SPAGHETTI AGLIO E OLIO



200 g di spaghetti
uno spicchio d’aglio
mezzo bicchiere d’olio extravergine d’oliva
un ciuffo di prezzemolo
Peperoncino, sale
Far cuocere la pasta, in abbondante acqua salata, scolare al dente e condire in una zuppiera con un soffritto di aglio, olio e peperoncino, infine completare il piatto con prezzemolo tritato.
Gli spaghetti aglio e olio (spaghetti aglio e uoglie) sono un piatto tipico della cucina napoletana, facente parte della schiera di ricette cosiddette della cucina povera partenopea.
Con "aglio e olio" si indica un condimento estremamente semplice per insaporire la pasta, generalmente lunga, in particolare, vermicelli, spaghetti o linguine.
La ricetta, di origine napoletana, vede sostanzialmente una rivisitazione in chiave povera degli spaghetti alle vongole.
Il piatto un tempo era conosciuto anche come "vermicelli alla Borbonica".

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.
 

PASTA ALLA CARBONARA


Pasta di semola di grano duro, 
Pancetta o guanciale, 
Uova, 
Pecorino romano, 
Olio extravergine di oliva, 
Sale, 
pepe
La pasta alla carbonara è un piatto caratteristico del Lazio e più in particolare di Roma preparato con ingredienti popolari e dal gusto intenso. Il tipo di pasta tradizionalmente più usato sono gli spaghetti, anche se si prestano bene altri tipi di pasta lunga come le linguine, o alcuni tipi di pasta corta come le penne e, in particolar modo, i Rigatoni.Le origini del piatto sono tuttora incerte ed al riguardo esistono diverse ipotesi, la più accreditata delle quali riconduce la sua comparsa ad una origine laziale, tuttavia alcuni aspetti peculiari nella sua preparazione sono riconducibili ad una origine napoletana.È un dato di fatto che la carbonara non viene citata nel classico manuale di cucina romana di Ada Boni, edito nel 1930. Difatti Il piatto viene ricordato per la prima volta nel periodo immediatamente successivo alla liberazione di Roma nel 1944, quando nei mercati romani apparve il bacon portato dalle truppe angloamericane. Questo spiegherebbe perché nella carbonara, a differenza di altre salse come l'amatriciana, pancetta e guanciale vengono riportati spesso come ingredienti equivalenti. Secondo questa tesi, sembrerebbe che durante la seconda guerra mondiale, i soldati americani giunti in Italia, combinando gli ingredienti a loro più familiari che riuscivano a reperire, e cioè uova, pancetta e spaghetti, preparandosi da mangiare, abbiano dato l'idea ai cuochi italiani per la ricetta vera e propria che si svilupperà compiutamente solo più tardi. A supporto di questa ipotesi resta il fatto sopraccitato che la ricetta era sconosciuta a Roma prima della guerra.Il piatto sarebbe stato "inventato" dai carbonai (carbonari in romanesco), i quali lo preparavano usando ingredienti di facile reperibilità e conservazione. Infatti per realizzare la carbonella era necessario sorvegliare la carbonaia per lungo tempo e quindi era importante avere con sé i viveri necessari.La carbonara in questo caso sarebbe l'evoluzione del piatto detto cacio e ova, di origini laziali e abruzzesi, che i carbonari usavano preparare il giorno prima portandolo nei loro "tascapane", e che consumavano con le mani.Il pepe (che non ha alcun tipo di riferimento o connessione con la fuliggine) era già usato in buona quantità per la conservazione del guanciale, grasso (o lardo) usato in sostituzione dell'olio, troppo caro per i carbonai.Un'altra ipotesi ricondurrebbe l'origine della carbonara alla cucina napoletana. Questa tesi individua in alcune ricette presenti nel trattato Cucina teorico-pratica di Ippolito Cavalcanti una possibile origine della pietanza. Va anche osservato a supporto di questa ipotesi come nella cucina popolare napoletana, unica tra le cucine regionali italiane, sia pratica comune condire alcune pietanze, con una tecnica e con ingredienti identici a quelli della carbonara. Essa consiste nell'aggiunta post-cottura di uno sbattuto di uova, formaggio, sale e abbondante pepe e nella successiva rapida mantecatura, al fine di evitare che lo sbattuto abbia a rapprendersi. Questa tecnica, riportata in diversi ricettari antichi e moderni, è tutt'oggi molto diffusa nella cucina partenopea e viene adottata nella preparazione di numerose ricette tradizionali, quasi sempre presenti nella doppia variante, con e senza aggiunta di questa salsa, tra le quali: pasta e piselli, pasta con le zucchine, la trippa alla "pasticciola", lo spezzatino ecc.
Varianti 
Da un rapporto dell'Accademia italiana della cucina, la ricetta originale della pasta alla carbonara risulta la più "falsificata" tra tutte le ricette italiane all'estero. Nelle principali varianti, soprattutto di cucina internazionale, si usa sostituire il pecorino con il parmigiano, o anche utilizzarli entrambi. In alcune varianti si usa la panna. Il composto risulta più denso, e di conseguenza anche più pesante. Frequente anche l'aggiunta di cipolla, anche se la ricetta tradizionale non la comprende. Esistono altre radicali varianti: la prima di queste, detta "carbonara vegetariana", prevede la sostituzione del guanciale con zucchine. La seconda ulteriore radicale variante è la cosiddetta "carbonara di mare", che sostituisce la pancetta o il guanciale con frutti di mare o pesce di vario tipo. Al di fuori dell'Italia, soprattutto in Francia e Germania, esistono preparati liofilizzati all'aroma di carbonara. In Inghilterra l'uovo è a volte sostituito da besciamella. In Giappone, invece, solitamente viene aggiunta la panna e non è presente pecorino.

2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)

In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.