La
birra Union (in sloveno Union pivo) è una birra slovena, che viene prodotta
dalla Pivovarna Union di Lubiana.
La
birreria fu fondata nel 1864 come una piccola azienda di famiglia da Ivan e
Pietro Kosler come birreria Kosler. L'effettiva nascita del marchio Union
risale al 1909 quando i fratelli Kosler, a causa dell'aumento delle vendite e
del grande potenziale del mercato dell'allora Impero austro-ungarico, fondarono
la società per azioni Pivovarna Union col contributo dell'istituto per il
credito e il commercio di Vienna. Tale società per azioni era costituita
dall'unione della birreria dei fratelli Kosler con le birrerie Reininghaus AG e
Puntigam di Graz.
Tra
il 1910 e il 1926 la Pivovarna Union acquisì varie piccole fabbriche di birra
slovene. Nel 1910 acquisì a Lubiana le birrerie Auer e Perless, nel 1911 la
fabbrica di birra Perless di Kočevje, nel 1912 la birreria Smidt di Škofja
Loka, nel 1916 la birreria Mayr di Kranj e Zimmerman di Lesce, nel 1917 la
birreria Stare brewery di Mengeš, nel 1918 la birreria Frählich di Vrhnika, nel
1924 la Pivovarna Laško e infine, nel 1926, la Thomas Gatz di Maribor. Tutte le
fabbriche di birra acquisite smisero di produrre la birra indipendentemente,
quindi la Pivovarna Union rimase l'unica fabbrica di birra nella Banovina della
Drava. Successivamente alcuni marchi tornarono indipendenti sul mercato, come
ad esempio la Pivovarna Laško. Nel 1925 la Pivovarna Union superò la
produzione di 100.000 ettolitri di birra.
Nonostante
le difficoltà causate dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945 la fabbrica
produsse 45.000 ettolitri di birra. Nel 1946, quando RS Slovenia era parte
integrante della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, la società fu
nazionalizzata. Nel 1963, la produzione di birra salì a più di 220.000
ettolitri ed iniziarono le prime esportazioni verso l'Italia.
20 BIRRA (2^ Edizione)
Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di
preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA
PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti
condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin
dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane
liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il
principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni
diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo
sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro
birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.
Skol
è una marca di birra di proprietà dell'impresa danese Carlsberg con licenza per
essere fabbricata in Brasile dalla AmBev. Il suo nome deriva dall' espressione
scandinava skål, che significa "alla vostra salute"; espressione
comune che precede i brindisi. È oggi il principale produttore del segmento nel
mercato brasiliano. È commercializzata nei tipi Plzeň, beats, alla spina chiara
e scura.
La
birra Skol Pilsen fu lanciata il 25 agosto 1964 in Europa e giunse in Brasile
nel 1967. La sua storia è segnata da innovazioni che hanno rivoluzionato il
settore. Nel 1971 lanciò la prima lattina a banda stagnata. Fu anche pioniera
nel lancio della prima lattina di alluminio nel 1979. Nel 1993 l'azienda lanciò
la Skol Pilsen in lattina da 500 ml nella bottiglia a collo lungo (long neck)
con tappo ad elica.
Insieme
al modello internazionale di confezioni a perdere, nel 1996 lanciò la
confezione a collo lungo (long neck) da 355 ml di capacità. Nel 1997 portò sul
mercato la prima lattina con l'imboccatura rotonda. Nel 1998 iniziò un periodo
di massicce campagne pubblicitarie. Come sponsor ufficiale del Campionato
brasiliano di Supercross, nel 1999 portò in Brasile il campione mondiale Jeremy
Macgrath. Ancora nel 1999 ebbe luogo lo Skol Rock, evento che riunì formazioni
inedite della musica rock. Il 2000 iniziò con la campagna "2000: O verão
mais redondo do planeta" ("2000: L'estate più rotonda del
pianeta", in riferimento ai tre zeri del numero dell'anno).
Nel
2000 ebbe luogo anche la prima edizione di Skol Beats, evento patrocinato dalla
Skol che riunì grandi stelle della musica elettronica a Curitiba e San Paolo.
Lo Skol Rock non fu abbandonato e venne successivamente ripreso in feste a
Curitiba e all'interno di San Paolo. Nel 2002 la Skol uscì con una confezione sviluppata
appositamente per la stagione estiva.
Fu
lanciato anche un nuovo tipo di birra, Beats, fatto in base a ciò che il
consumatore vuole per le feste di animazione. Si caratterizzò per cambiamenti
nel sapore e nel tenore alcolico e per una confezione a collo lungo da 330 ml,
di tipo trasparente.
Nell'ottobre
del 2006 fu creata la birra Skol Lemon, a basso tenore alcolico e gusto di
limone, che trovò un'accoglienza discorde tra il pubblico. La nuova bevanda
lanciò messaggi pubblicitari carismatici e ricchi di allegria, il cui più
recente successo è una campagna per l'estate 2006/2007 in cui un gruppo di
amici si fanno scherzi tra loro e di cui conserveranno ricordi per il resto
della vita, rafforzando l'idea "giovane", essendo il pubblico dei
giovani il target della birra.
In
Europa, la Skol ha raggiunto ottimi risultati di mercato. In Brasile, grazie al
marketing aggressivo, ha conseguito significativi volumi di vendita, divenendo
una "commodity" della AmBev. Il successo del prodotto è testimoniato
dal valore del marchio: secondo la società di consulenza britannica
InterBrands, il marchio Skol è valutato 421 milioni di dollari USA ed è il 4º
del Brasile in termini di valore.
20 BIRRA (2^ Edizione)
Birra. In queste 200 pagine ho raccolto oltre 150 schede di
preparazioni, stili e prodotti, pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA
PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti
condividere con voi la mia passione per la cucina. Dopo l'acqua ed il the, fin
dalla notte dei tempi, la birra è la bevanda più diffusa nel mondo. Pane
liquido, così era chiamata poiché accanto al pane solido costituiva il
principale alimento e gli ingredienti (acqua, cereali e lievito), anche se in proporzioni
diverse, erano identici. Ampliamo la nostra conoscenza sulle birre e scopriremo
sapori deliziosi ed inattesi. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro
birraio di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.
Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blogHOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/
Cuoci al vapore la zucca a dadini per 10 minuti. Pulisci i cespi di radicchio, tagliali a striscioline e stufali insieme ai porri puliti e affettati in una padella per 7-8 minuti. Regola di sale e pepe. la farina a fiamma bassa in una casseruola senza aggiungere grassi. Versa il latte scremato e cuoci per 10 minuti, mescolando con una frusta. Aggiungi sale e pepe e la noce moscata. Copri il fondo della pirofila con un velo di besciamella e disponi uno strato di pasta. Aggiungi altra besciamella e uno strato di verdure. Spolverizza con 1 cucchiaio di parmigiano reggiano e prosegui fino a esaurire gli ingredienti. Cuoci le lasagne con zucca gialla e verdure invernali in forno già caldo a 180° per 35-40 minuti e servi a tavola.
2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)
In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.
Preparare la pastella per le crepes: sciogliere il burro a bagnomaria. In una terrina sbattere le uova con il sale, aggiungere la farina, il latte a filo, il burro sciolto e il sale. Mescolare bene per evitare la formazione di grumi quindi lasciare riposare la pastella per un'oretta. Per velocizzare l'operazione inserire gli ingredienti nel frullatore oppure usare il minipimer. Preparare l'impasto: lessare gli spinaci, strizzarli bene per eliminare l'acqua in eccesso quindi tritarli. In una terrina mettere la ricotta, schiacciarla bene con i rebbi di una forchetta quindi aggiungere gli spinaci. Aggiungere le uova, il Parmigiano Reggiano, insaporire con noce moscata grattugiata e regolare di sale e di pepe. Preparare le crespelle: Imburrare leggermente una padella diametro 24 e versare un po' di composto, quel tanto che basta per ottenere una crepe sottile. Preparare le crepes fino ad esaurimento dell'impasto. Farcire ogni crepe con uno strato sottile di ripieno agli spinaci e ripiegarla in quattro come se fosse un fazzoletto. Disporle leggermente sovrapposte in una teglia precedentemente imburrata e velarle con la besciamella; macchiarle qua e là con la salsa di pomodoro e spolverizzarle con Parmigiano grattugiato. Metterle in forno già caldo a 200° per una ventina di minuti.
Le crespelle alla fiorentina in alcune zone della Toscana vengono chiamate anche “pezzole della nonna” in dialetto toscano, i fazzoletti che le donne di una certa età erano solite legarsi sulla testa per proteggersi dal freddo e il termine fa riferimento al fatto che le crespelle alla fiorentina vengono ripiegate proprio come dei fazzoletti.
2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)
In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.
Trita lo scalogno e soffriggilo con metà del burro e qualche foglia di salvia. Cuoci la zucca in forno a 180°C sulla placca foderata con carta oleata, senza condimenti, per mezz'ora. Preleva la polpa con un cucchiaio, passala allo schiacciapatate e mescolala con il latte, l'emmentaler e lo scalogno. Tuffa le sfoglie di pasta per pochi istanti in acqua bollente salata; scolale e stendile su alcuni canovacci puliti. Distribuisci il composto di zucca sulle sfoglie in parti uguali e completa con il formaggio di capra a pezzettini. Arrotola i piccoli cannelloni e sistemali man mano in una pirofila imburrata. Condisci i cannelloni con il resto del burro fuso con un po' di salvia, cospargi con il parmigiano e passa a gratinare in forno a 190°C per 10 minuti. Servi i cannelloni di zucca e formaggio di capra.
2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)
In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.
Sbucciate le melanzane, tagliatele a fette e tenetele sotto sale per mezz'ora. Fate rosolare in pentola in mezzo bicchiere d'olio due spicchi d'aglio tritati; mettete pure le acciughe lavate e senza spine e quando saranno sciolte aggiungete i pomodori passati al setaccio. Salate, pepate e lasciate cucinare per 20 minuti. Lavate le melanzane, asciugatele e friggetele in olio caldo; quindi aggiungetele nella salsa e cucinate per altri 15 minuti. Bollite i vermicelli in molta acqua salata, scolateli e uniteli alla salsa di pomodoro e cospargete poi con del pecorino grattugiato
2 PRIMI PIATTI (2^ Edizione)
In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.
La preparazione di questo piatto
è molto semplice. Bisogna far soffriggere l'olio con uno uno spicchio d'aglio,
aggiungere il peperoncino e successivamente i pelati tagliati a pezzi. Salare e
lasciar cuocere per circa 15 minuti senza coperchio. Preparata la pasta, si
unisce alla salsa e si completa il piatto aggiungendo prezzemolo fresco e
abbondante pecorino romano.
L'arrabbiata è un condimento per
la pasta dal sapore piccante, tipico della città di Roma e più in generale del
Lazio. Le penne all'arrabbiata, piatto celeberrimo della cucina povera
italiana, sono state immortalate da film come La grande abbuffata di Marco
Ferreri, Roma di Fellini e Sette chili in sette giorni con Carlo Verdone.
Il nome deriverebbe dal fatto
che, mangiando questo tipo di pasta si rischia, per via del peperoncino, di
diventare rossi, proprio come quando ci si arrabbia.
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In queste 330 pagine sono raccolte oltre 200 ricette di primi piatti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. I primi piatti sono una particolarità italiana. Un bella tradizione. Ne conosco e cucino tantissimi, come si è soliti dire di mare e di monti. Mi piacerebbe presentarveli, nella speranza che incontrino il vostro favore e li possiate cucinare. Un augurio che li gustiate insieme ai vostri amici in un fantastico convivio. Magari brindando alla mia salute.
La ricetta dei tortelli di patate è un primo piatto tipico della Toscana, in particolare della zona del Mugello. Il tortello di patate deve la sua popolarità a una particolare combinazione di ingredienti e metodi di preparazione che sono rimasti invariati nei secoli. Le prime tracce di questa specialità toscana risalgono al 1400, anno in cui il Pulci, poeta alla corte di Lorenzo il Magnifico, la decantò in una sua poesia. I tortelli di patate nascono come piatto povero con ripieno di castagne. Tuttavia verso la metà del 1800 le castagne furono sostituite dalle patate importate dall’America e coltivate anche in Toscana.
Per preparare i tortelli di patate con ragù di polpo devi cominciare dal purè. Fai lessare le patate a pasta bianca, sbucciale quando sono ancora calde e passale con lo schiacciapatate. Lava i funghi porcini per bene e tritali. Dopo aver messo in una padella 2 cucchiai di olio e uno spicchio d’aglio, fai rosolare i funghi. Aggiungi il sale e il pepe e lascia cuocere per 15 minuti.
Elimina l’aglio e unisci i funghi al purè di patate, poi aggiungi il prezzemolo tritato. Lava, pulisci e spella il polpo, poi taglia la sacca a tocchetti e i tentacoli a fette. Taglia la carota, la cipolla e il sedano e metti a rosolare con 5 cucchiai di olio. Unisci il polpo e lascialo dorare per 3 minuti prima di sfumare con il vino bianco. Aggiungi sale, pepe e una presa di origano. Lascia cuocere per circa 40 minuti a fiamma bassa. Prepara i tortelli con la farina, le uova e un
pizzico di sale e impasta. Una volta ottenuto un pannetto omogeneo, taglialo
a fette e lavora la pasta fino a ottenere una sfoglia. Tagliala a strisce e ricava tanti quadrati di circa 7 cm di lato, poi distribuisci il ripieno, copri con gli altri quadrati e salda i bordi. Cucina i tortelli, scolali e condiscili con il polpo e un po’ di sedano tritato. Servi i tortelli di patate.
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Soffriggi la cipolla e il prezzemolo tritati in una casseruola con un filo d'olio, aggiungi la carne tritata, falla rosolare, bagnala con il vino e lascialo consumare. Aggiungi la polpa di pomodoro, sala e fai cuocere a fuoco basso per 40 minuti circa. Salta le cimette di cavolfiore in poco olio. Lessa al dente le caserecce, scolale e condiscile con metà del ragù e metà del pecorino grattugiato. Ungi d'olio uno stampo di 26 cm di diametro e foderalo con un disco di pasta da pane; disponici sopra le caserecce, poi il ragù rimasto, i cavolfiori, la ricotta sbriciolata e il pecorino avanzato. Copri con il secondo disco di pasta e sigilla i bordi. Punzecchia la superficie, spennella d'olio e fai cuocere il pasticcio nel forno a 180° per 30 minuti, fino a quando sarà dorato in superficie.
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Per
cominciare a preparare le lasagne con zucchine e fiori pulisci e lava
le zucchine, affettale e falle rosolare in un tegame con l'aglio
sbucciato e affettato e 30 g di burro. Regola di sale, pepa, cuoci per
10 minuti e poi unisci l'erba cipollina tagliuzzata. Priva i fiori di
zucca del pistillo e dei gambi, spezzettane 1 trentina e mescolali con
la ricotta, il latte, 40 g di parmigiano grattugiato, 1 presa di sale e 1
abbondante macinata di pepe, mentre cominci a preparare le lasagne da
cuocere. Fai lessare le lasagne in abbondante acqua bollente leggermente
salata a cui avrai aggiunto 2 cucchiai di olio, poi scolale con un
mestolo forato e stendile su un telo. Con 1 piccola parte del burro
restante ungi una pirofila, disponici 1 sfoglia di pasta, coprila con un
po' di zucchine, quindi con qualche cucchiaiata di ricotta. Prosegui
così fino ad esaurire gli ingredienti, termina con 1 strato di zucchine e
di ricotta sul quale sistemerai i fiori di zucca interi, il restante
parmigiano e il burro rimasto a fiocchetti. Metti le lasagne con
zucchine e fiori in forno preriscaldato a 180° e cuocile per 30 minuti.
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Q.b. Noce moscata Q.b. Olio di oliva extravergine Q.b. Maggiorana Q.b. Pomodoro polpa Q.b. Pane grattugiato Q.b. Pecorino Q.b. Ricotta di pecora 1 uova 1 tuorlo 1 chilogrammo farina Mescola 1 kg di farina con un uovo e
acqua quanto basta, per ottenere una sfoglia morbidissima. prepara il ripieno
dei ravioli poveri amalgamando la ricotta vaccina o di pecora (meglio se della
zona), i tuorli, il pangrattato, la noce moscata (o, se preferisci, la
cannella) e la maggiorana fresca. ritaglia dalla sfoglia dei dischi e
farciscili con il ripieno, schiacciando il bordo con i rebbi della forchetta.
Conditi esclusivamente con il formaggio pecorino, viene esaltato il gusto della
ricotta. Con l'olio o il pomodoro, invece, i ravioli poveri.
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finocchietto selvatico, un mazzetto olio extravergine di oliva q.b. sale e pepe q.b.
La
sera prima mettere ad ammorbidire le fave secche in acqua abbondante.
Le fave secche decorticate però non necessitano di un ammollo così
lungo, io le lascio in acqua solo per un’ora circa ma si possono anche
usare subito senza ammollo preventivo. Pulire e sciacquare il
finocchietto. Sciacquare sotto l’acqua corrente le fave e metterle in
una pentola di misura adeguata (sarebbe perfetto se fosse di terracotta)
con abbondante acqua e poco sale. Aggiungere il finocchietto
spezzettato e far cuocere a lungo, coperto e a fuoco basso. Quando le
fave saranno cotte e già piuttosto sfatte, schiacciarle con un cucchiaio
di legno, mescolando: si otterrà in tal modo una sorta di purè denso e
cremoso. Il macco è pronto per essere servito in tavola, caldo o
tiepido, condito con olio e pepe nero macinato sul momento: un piatto
semplice e saporito, dal sapore antico.
Il
macco di fave, in siciliano Màccu di favi, è un piatto tipico siciliano
inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani
(P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
(Mipaaf). Trae origine nella provincia di Agrigento, in particolare nel
comune di Raffadali e la sua preparazione è diffusa in tutta la Sicilia
occidentale ed anche in quella orientale. Si tratta di una crema di fave
realizzata con una cottura prolungata di fave secche alle quali viene
aggiunta una verdura, solitamente delle bietole, e servita con il solo
condimento di olio extravergine di oliva. Viene consumata come minestra o
piatto unico. È un piatto povero della cultura contadina e nello stesso
tempo molto nutriente. Risale all'antichità in quanto sembra fosse
conosciuto al tempo degli antichi romani. A pasta co' maccu è la
pietanza tipica della festa di San Giuseppe che si svolge ogni anno il
19 marzo a Ramacca, in provincia di Catania, e molto caratteristica è la
degustazione del pasto nella piazza principale del paese. Inoltre, con
questo termine in siciliano viene indicato un comportamento superbo e
altezzoso.
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