Tipo: Pesci Teleostei
Famiglia: Engraulidae (Engraulidi)
Ordine: Clupeiformes (Clupeiformi)
Morfologia: Corpo fusiforme, allungato, privo di carena, ricoperto di una serie di squame. Mascella inferiore più corta della mascella superiore. Le pinne pettorali sono normali. La pinna caudale è a V. Occhio grande posizionato in avanti. Colorazione verde azzurro, i fianchi e la pancia sono di colore argento, lungo i fianchi c'è una linea marrone. Lunghezza 15-20 cm.
Famiglia: Clupeidae (Clupeidi)
Ordine: Clupeiformes (Clupeiformi)
Corpo fusiforme con carena ben evidente. Ricoperto di squame assenti sulla testa. Pinna dorsale spostata in avanti. Colorazione azzurro-scuro sul dorso, argentea sui fianchi e sul ventre. Lunghezza 20-30 cm.
Caratteristiche organolettiche
Carni abbastanza buone. Commercializzata fresca, congelata, affumicata.
È un pesce molto simile alla sarda, leggermente più grossa di questa. Ha un gusto molto simile al sedano da cui deriva il nome, in dialetto siciliano.
Come riconoscere se è fresco
E' un pesce delicato, molto deteriorabile, per cui viene consumato principalmente sui luoghi di pesca, appena pescato.
Dove si pesca
Specie comune nel Mediterraneo soprattutto nelle acque di Sicilia; raro nell'Adriatico, presente anche nell'Atlantico orientale.
Stagionalità
E' reperibile durante tutto l'anno.
Denominazioni dialettali
Sardinella, Sardina dorata (Italiano); Sardenna (Liguria); Sarda (Campania); Làcciole (Calabria); Alachia, Allecia, Lacciuna, Sarda (Sicilia).
Francese:Alachim Alacho, Allechait, Arenc, Meleta, Blanqueta.
Spagnolo: Alacha, Alatxa, Alatxa pisciota, Sardina.
Approfondimenti
L'alaccia (Sardinella aurita) è un pesce di mare appartenente alla Famiglia Clupeidae. Questa specie si incontra nel mar Mediterraneo, nella parte sud del mar Nero e nell'Oceano Atlantico orientale tra il Portogallo ed il Sudafrica. È presente anche sul lato americano dell'Atlantico, tra Capo Cod e l'Argentina comprendendo tutto il mar dei Caraibi e le Antille. Si tratta di un pesce termofilo, comune nel Mediterraneo meridionale e, fino qualche anno fa, raro nel mar Ligure e nell'Adriatico. Oggi è comune anche nei bacini più settentrionali, indubbiamente in seguito alla meridionalizzazione del Mediterraneo. Si tratta di una specie pelagica, rara sottocosta e comune al largo che si può incontrare sia in superficie che a centinaia di metri di profondità. Assomiglia molto alla comune sardina ma si può riconoscere per diversi caratteri: è presente una vistosa linea dorata sui fianchi, la sagoma è più tozza, è presente una carena di scaglie rigide che percorre tutto il ventre, è mediamente più grande e può raggiungere i 30 cm di lunghezza.
Si ciba di organismi planctonici, è molto vorace ed attacca qualunque cosa si muova nel suo raggio di azione. È parte importante della catena alimentare mediterranea ed è preda di moltissimi pesci più grandi come tonni, pesci spada e aguglie imperiali. Viene catturata con gli stessi attrezzi utilizzati per sardine ed acciughe ma, al contrario di queste due specie, abbocca alle esche sia naturali che artificiali, soprattutto a quelle impiegate per pescare sgombri e sugarelli. Si pesca anche a traina. Viene spesso impiegata come esca poiché le sue carni, ricche di olio, sono meno buone dì quelle della sardina.
Ordine: Anguilliformes (Anguilliformi)
Corpo cilindrico, molto allungato, serpentiforme, compresso nella parte posteriore. E' ricoperto di piccole squame poco visibili, la pelle è ricoperta di uno strato di muco. Testa lunga con muso conico. Mascella superiore più corta di quella inferiore munite entrambi di piccolissimi denti, presenza di lingua. La pinna dorsale e la pinna anale si congiungono posteriormente, assenza di pinne ventrali.
Colorazione variabile: bruno-verdastra, grigio-bruno, giallastro, nerastro; ventre giallastro o bianco argenteo. Il colore cambia a seconda dell'habitat e dello stadio di sviluppo.
La lunghezza nei maschi raggiunge il metro, nelle femmine anche 1 metro e mezzo.
La particolarità che rende interessante questo genere anche ai meno esperti è il suo ciclo vitale catadromo: nonostante siano ancora numerosi gli aspetti sconosciuti, appare confermato che le anguille adulte migrano dai corsi d'acqua continentali verso il mar dei Sargassi (50-65° W, 20-30° N), dove avviene la riproduzione. Questo avviene sia per l'anguilla europea (A. anguilla) sia per la specie americana (A. rostrata), perciò gli areali di riproduzione vanno parzialmente a sovrapporsi.
Iniziamo la descrizione del ciclo vitale proprio dal mar dei Sargassi, dove vengono deposte le uova. Una femmina può deporre da 1 a 6 milioni di uova pelagiche, del diametro di 1-3 mm, che schiudono solo a temperature superiori ai 20 °C portando alla “luce” le larve, chiamate leptocefali. Il leptocefalo alla nascita è trasparente, misura 4-5 mm ed è nastriforme; inizia la sua migrazione verso le coste europee e nord-africane (per A. anguilla) sfruttando la corrente del Golfo e la corrente Nord-Atlantica. Dopo circa 2 mesi assume morfologia fogliforme. Le larve raggiungono le coste europee dopo un viaggio la cui durata (7-24 mesi) e modalità (trasporto passivo o nuoto attivo) sono tuttora oggetto di discussione. In prossimità delle coste le larve (leptocefali), subiscono un metamorfosi, diventando cieche, piccole anguille (60-90 mm) non ancora pigmentate. Le cieche possono colonizzare le acque interne, gli estuari o trattenersi in acque costiere secondo quanto emerso da recenti studi sul rapporto Ca/Sr degli otoliti di individui adulti.
Insediatesi nel nuovo ambiente le cieche pigmentano e subiscono una nuova metamorfosi verso lo stadio di anguille “gialle”: si completa la formazione delle scaglie, gli occhi si riducono, la testa si allarga, la colorazione diventa bruna sul dorso e giallo-limone sui lati. Trasformazioni che rendono gli animali più adatti alle acque continentali. Non si ha ancora tuttavia il raggiungimento della maturità sessuale, le anguille gialle sono quindi da considerarsi “sub-adulte”.
Durante questo periodo le anguille mostrano comportamenti sedentari, si muovono di notte alla ricerca di cibo e durante il giorno rimangono ferme e si riparano, quando possibile, scavando rifugi nel fondale fangoso. La maturità sessuale inizia al raggiungimento di 30-35 cm per i maschi e 40-50 per le femmine. L'accrescimento è positivamente correlato alla temperatura ed alla salinità per cui individui presenti in aree costiere del mediterraneo raggiungeranno la taglia di maturazione molto prima che individui stanziatisi in acque interne del nord Europa. Di conseguenza la vita delle anguille gialle ha durata variabile: 3-10 anni per i maschi, 5-25 anni per le femmine. Il raggiungimento della maturità sessuale comporta una serie di radicali trasformazioni, al termine delle quali l'anguilla è detta “argentea” o “argentina”. Le gonadi completano il loro sviluppo, le narici si dilatano, gli occhi raddoppiano la loro grandezza, la testa assume forma stretta ed acuta; le pinne pettorali divengono lanceolate, scaglie e linea laterale si fanno più evidenti, si determina una contro-colorazione del corpo. A causa dell'estrema riduzione del sistema digerente, l'alimentazione viene sospesa e grandi quantità di grasso corporeo (fino al 40% della massa corporea) vengono stivate per la migrazione verso il luoghi di riproduzione nel Mar dei Sargassi. Il processo di maturazione viene completato durante gli oltre 5000 km di migrazione.
La migrazione verso il mare dell'anguilla europea, A. anguilla, inizia di solito nella seconda metà dell'anno, con un picco in settembre-ottobre. Generalmente compiuta di notte, la prima fase è stata correlata alle fasi lunari: il passaggio massiccio di anguille “argentee” attraverso la foce del fiume si ha durante l'ultimo quarto.
All'arrivo al mar dei Sargassi, le anguille iniziano il processo di ricerca del compagno e di accoppiamento. Di questa fase non si conosce quasi nulla: probabilmente le anguille si accoppiano a profondità fino a 1000 metri. Dopo la riproduzione, gli individui muoiono e le neonate larve vengono trasportate dalla corrente del Golfo e del Nord Atlantico verso le coste dell'Europa e Nord Africa.
Tipo: Pesci Teleostei
Famiglia: Argentinidae (Argentinidi)
Ordine: Clupeiformes (Clupeiformi)
Corpo di forma allungata ricoperto di grandi squame argentee. Bocca piccola posta nella parte terminale della testa. Occhio grande con palpebra. Pinna codale forcuta. Colorazione grigio perlaceo sul dorso, più chiara sul ventre. Lunghezza 30-40 cm.
Caratteristiche organolettiche
Carni apprezzate per la loro delicatezza. Commercializzata fresca.
E' un pesce che, nonostante abbia carni delicate, ha un modesto valore commerciale. Vengono utilizzate le squame ed il rivestimento della vescica natatoria per ricavarne polvere per la colorazione delle perle artificiali.
Dove si pesca
Vive a notevoli profondità su fondi fangosi. Viene pescata con reti a strascico. Diffusa nel Mediterraneo occidentale a nell'Atlantico orientale.
Denominazioni dialettali
Pesce argentino, Spada argentina (Italiano); Argentin, Meletto, Meletta, Agheu (Liguria); Argentin, Arzentin (Veneto); Argentin, Pess argentin (Venezia G.); Pesce d'argento, Spada argentina, Argentino (Toscana); Pisci argiento, Pisci lucito, Babaluscio,
Babuscio (Campania); Guarnina (Calabria); Corinella, Corinedda, Curinedda, Curinedda impiriali, Corinella, Pisci argintinu, Adduzzu, Urgiolu (Sicilia).
Inglese: Argentine, Silverfich, Silversmelt, Lesser.
Francese: Argentine, Argentino, Argentin, Péis d'argent, Meleto, Meletto.
Spagnolo: Pez de plata, Peix de plata, Polido, Pigudo, Abishoya, Sula de altura, Bocon, Chaclet.
Approfondimenti
Il nome latino lascia chiaramente trasparire la caratteristica principale di questa famiglia: la splendida colorazione argentea: Argentinidae deriva infatti dalla parola latina Argentum, argento. La livrea è grigio-argentea, con riflessi metallici. Alcune specie presentano anche delicati riflessi rosa e verdi.
Le dimensioni variano da 6 cm (Glossanodon mildredae) a 70 cm (Argentina silus).
Nel Mediterraneo e in Italia la specie più conosciuta della famiglia è Argentina sphyraena, pescata per le sue carni, molto delicate, tuttavia altre specie sono pescate nel resto del mondo.
Famiglia: Clupeidae (Clupeidi)
Ordine: Clupeiformes (Clupeiformi)
Corpo fusiforme ricoperto da squame non presenti sulla testa, ventre rotondo con carena poco evidente. Bocca posta nella parte più appuntita della testa, munita di piccolissimi denti. Occhio provvisto di palpebra. Colorazione blu-verdastra sul dorso, argentata sui fianchi e sul ventre. Lunghezza 50 cm circa.
Caratteristiche organolettiche
Carni buone molto apprezzate, soprattutto nell'Europa settentrionale. Commercializzata fresca, congelata, salata, affumicata. E' un prodotto tipico dei Mari del Nord dove è molto richiesta ed il consumo è notevole. Poco apprezzata nelle nostre regioni.
Pulizia e trattamento
Non richiede alcun tipo di trattamento poiché viene venduto già lavorato.
Preparazioni tipiche
Sui nostri mercati si presenta già affumicato o sott'olio. Questo tipo di pesce ha grassi insaturi ossia con colesterolo "buono".
Dove si pesca
Specie diffusa nei Mari del Nord Europa.
Stagionalità
E' reperibile durante tutto l'anno.
"Baccalà" deriva dalla parola basso tedesca bakkel-jau che significa "pesce salato" che è una trasposizione di bakel-jau che significa "duro come una corda", questa parola è utilizzata in molte lingue neolatine (sp. bacalao o baccallao, por. bacalhau), mentre dalla parola tedesca kabel-jau derivano quasi tutti i termini nelle lingue germaniche.
Famiglia: Sphyraenidae (Sfirenidi)
Ordine: Perciformes (Perciformi)
Corpo fusiforme, molto allungato ricoperto di piccole squame. Muso lungo e stretto con bocca ampia in posizione terminale. Mascella inferiore più sporgente della superiore entrambe munite di robusti denti presenti anche sul palato. Colorazione blu-verdastra sul dorso, argenteo sui fianchi e sul ventre. Dotato di 2 pinne dorsali, una pinna anale, pinna codale leggermente forcuta. Lunghezza massima 160 cm circa.
Caratteristiche organolettiche
Carni bianche, tenere, anche se variamente apprezzate. E' commercializzato fresco, affumicato e inscatolato sott'olio.
Come riconoscere se è fresco
E' consumato prevalentementre bollito o in umido.
Dove si pesca
Vive sui fondali arenosi, si pesca con reti a strascico, lenze di superficie e di profondità. E' variamente diffusa nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale.
Denominazioni dialettali
Luccio marino, Sfirena comune (Italiano); Lussao de mar, Lusso de mà, Lusso de mar, Lussi, Spigon (Liguria); Luzzo de màar (Veneto); Luzzo de mar, Luss de màrsalvàdego, Merluzzo salvàdego (Venezia G.); Luccio marino (Toscana); Schermo (Abruzzi); Luccio marino, Merluzzo imperiale (Lazio); Luzzo imperiale, Aluzzo imperiale, Aluzze'e mare, Luccio'e mare (Campania); Aluzzu, Aluzze, Luzzo (Puglie); Aluzzu (Calabria); Aluzza, Aluzzi, Aluzzu, Luzzu, Lozzu, Luzu, Magnusa (Sicilia); Luzu, Luzzu (Sardegna).
Inglese: Spet.
Francese: Spet, Sphyrine spet, Pèis escaume, Pèis-caviho, Pèis escode, Lussi, Brochet de mer, Broutchet de mer,
Spagnolo: Espetòn, Espet, Peto, Picudo.
Approfondimenti
Il barracuda europeo o più comunemente noto come luccio di mare (Sphyraena sphyraena Linnaeus, 1758) è un pesce di mare appartenente al genere Sphyraena. È diffuso, oltre che nell'intero mar Mediterraneo, sulla costa atlantica dal Golfo di Guascogna a tutta la costa africana fino all'Angola, oltre che nel Mar Nero. È una specie pelagica che vive nell'acqua libera, di solito vicino alla costa e nei pressi di fondi sabbiosi mentre l'affine e molto simile barracuda mediterraneo vive in genere più al largo e nei pressi di isole e scogli. Estremamente simile al barracuda mediterraneo, da cui lo distingue la livrea priva di striature azzurre oblique sui fianchi (se presenti sono poco visibili mentre in S.viridensis sono sempre nette) e la taglia molto inferiore (1 m al massimo in casi eccezionali). Questa specie e la Sphyraena viridensis sono state confuse per anni anche dagli ittiologi per cui non si conoscono bene le differenze tra le due. L'unico metodo certo di distinzione è nel preopercolo, squamoso in questa specie e nudo nella Sphyraena viridensis. Alimentazione piscivora. Le prede più frequenti sono sardine, acciughe e latterini.
Riproduzione primaverile-estiva. I giovani hanno fasce scure verticali che scompaiono ad una lunghezza di 30 mm circa.
Occasionale da parte dei pescatori professionisti con le reti e da pescatori sportivi soprattutto con la tecnica della traina e dello spinning. Le carni sono buone.
Famiglia: Sparidae (Sparidi)
Ordine: Perciformes (Perciformi)
Corpo allungato, fusiforme ricoperto di grosse squame. Muso corto con occhio grande, bocca obliqua posta in posizione terminale. Entrambe le mascelle sono dotate di una fila di denti. Ha una sola pinna dorsale e anale, 2 pinne ventrali e pettorali, pinna codale molto forcuta. Colorazione verde-azzurro sul dorso, argentea sui fianchi e sul ventre. Sui fianchi sono presenti delle linee longitudinali dorate. Lunghezza 20-35 cm circa.
Caratteristiche organolettiche
Carni discrete, commercializzato fresco, congelato, essicato, affumicato.
Come riconoscere se è fresco
l pesce è fresco quando si presenta con colore vivo, con carne compatta e soda; le squame devono essere ben attaccate al corpo.
Pulizia e trattamento
Si procede ad eliminare le squame partendo dalla coda utilizzando un coltello o lo squamatore; si devono togliere le interiora incidendo lo stomaco partendo dalla coda verso la testa.
Dove si pesca
Vive sui fondali rocciosi e lungo i litorali ricchi di vegetazione. Viene catturato con lenze, nasse e reti da strascico. Specie comune nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale.
Denominazioni dialettali
Boba comune, Boga comune (Italiano); Baccello, Bacello, Buga, Bughetta, Vopa (Liguria); Boba, Bobba (Veneto); Boba, Buba, Bobba (Venezia G.); Boba, Boga, Vopa (Toscana); Boba, Bopa (Marche); Bopa, Vuopa (Abruzzi); Bopa, Vopa (Lazio); Vopa (Campania); Opa, Uopa, Vopa, Vuopa de corsa, Vuopa de porto, Bogelli, Uopilli (Puglie); Opa (Calabria); Opa, Oparelli, Opi di passa, Boga, Boba, Uoppa, Oppa, Uopa, Vopa, Vupa, Vuòpa, Balajola (Sicilia); Boga, Vuopa (Sardegna).
Inglese: Bogue, Ox-eye, Red-gold-head.
Francese: Bogeu, Buga, Bugo, Gros-yeux, Poli.
Spagnolo: Boga, Bogas, Bogue, Voga, Besaga, Pampano, Bogarro.
Pesce (Liza Ramada - Risso, 1826) di taglia media (300-500 gr/cd), lungo normalmente dai 20 ai 40 cm, in casi particolari può raggiungere 60 cm. Vive bene nelle acque salmastre e in quelle dolci, da cui scende al mare nel periodo della riproduzione. Il corpo è slanciato, cilindrico, compresso nella parte caudale, ricoperto da grosse scaglie; la testa è massiccia, appiattita dorsalmente (a differenza di quella del cefalo comune che presenta una forma tondeggiante); la palpebra adiposa è molto ridotta, formando soltanto un sottile anello intorno all'occhio; sull'opercolo è presente una macchia dorata appena accennata. E' di colore grigio-argenteo con sottili bande cefalo-caudali più scure; il dorso è azzurro con fianchi solcati da strisce longitudinali; la parte ventrale è bianca argentea; sull'opercolo è presente una macchia dorata a contorni indecisi, bordata sia anteriormente che posteriormente da un alone scuro; alla base della pinna pettorale è presente una macchia scura; le pinne sono grigiastre. Si alimenta di microrganismi e di ogni genere di sostanze organiche sia viventi che in stato di decomposizione, specie quelle che si trovano nel fango di cui ingerisce grandi quantità. In primavera si nutre anche di germogli teneri delle alghe. La carne del pesce si presenta tenera e di colore bianco. La quantità di prodotto pescato è stimata su oltre 100 tonnellate/anno con un mercato di riferimento rappresentato dalle pescherie private del Litorale Pontino e della Sardegna.
Famiglia: Pectinidae (Pettinidi)
Ordine: Pterioida (Pterioidi)
Conchiglia con 2 valve ineguali, a forma di ventaglio. Sono presenti 2 orecchiette. Dalla cerniera si estendono 16/18 coste divise tra loro da spazi intercostali. La valva superiore all'esterno ha colorazione bruno-rossiccia, la valva inferiore è biancastra; all'interno colore biancastro al centro sino a divenire bruno-rossiccia verso i margini.
Dove si pesca
Vive sui fondali arenosi. E' specie diffusa nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale.
Stagionalità
E' reperibile durante tutto l'anno.
Caratteristiche organolettiche
Carni gustose consumate sia cotte che crude, di notevole interesse commerciale. Viene commercializzata sia fresca che congelata.
Particolarità
La cappasanta, o "conchiglia di San Giacomo", si dice che venisse usata dal Santo per contenere l'acqua da utilizzare per la benedizione, da qui la derivazione del suo nome.
Come riconoscere se è fresco
Deve essere commercializzato ancora vivo per garantirne la freschezza. La conchiglia deve essere chiusa, in caso contrario significa che l'animale all'interno non è vivo.
Pulizia e trattamento
Aprire la conchiglia, dalla parte piatta, utilizzando la lama di un coltellino, ed eliminare la membrana lasciando la parte bianca e la lingua rossa che costituisce le uova.
Preparazioni tipiche
Può essere cotta, con olio, limone, pepe e, a piacere, spruzzata di brandy, (la cottura è molto veloce: richiede pochi minuti). Si presta ad essere gratinata, al forno, aggiungendo al mollusco un composto di pangrattato con aglio, prezzemolo e formaggio grattugiato..
Ricette suggerite
Cappesante gratinate Cappesante in salsina Pasta con sugo di cappesante
Denominazioni dialettali
Conchiglia dei pellegrini, Conchiglia di San Jacopo, Ventaglio (Italiano); Pellegriné (Liguria); Capa-santa, Santarela, Pelegrina (Veneto); Cappa santa, Capète, Pellegrina di San Giacomo, Santarela (Venezia G.); Pellegrina (Toscana, Abruzzi); Cappa pellegrina (Marche); Pellerina, Pellegrina, Cocciola pellerina, Cozza di San Giacomo, Cozza di San Iacovo (Campania); Canestriello, Pelegrine, Cozza pellegrino, Cozza S; Giacheme, Cozza gignàcula (Puglie); Cocciula pellegrina, Pellegrinu, Pettini (Sicilia); Cocciula pilligrina, Cocciula de pellegrinu, Cozzula de pellegrinu (Sardegna).
Denominazioni straniere
Inglese: Scallop, Frill, Clam, Queen, Fan Shell.
Francese: Coquille, Saint-Jacques, Manteau, Peigne de Saint Jacques, Kroken de Saint-Jacques, Kroguen Saint-Jacquez, Pélerino-Pèlérine, Grande Pélerine, Pigna, Vanne, Grande Vanne, Grande Palour, Dorin, Ricardeau, Berenne, Grosille.
Spagnolo: Rufina, Xel, Capa santa, Pelegrina, Beira, Vieira, Avineira
Famiglia: Mugilidae (Mugilidi)
Ordine: Perciformes (Perciformi)
Corpo allungato, robusto ricoperto di grosse squame. Muso corto, bocca piccola posta in posizione terminale, testa grossa. Labbro superiore munito di 2 file di piccoli denti assenti nel labbro inferiore. Presenza di 2 pinne dorsali, una pinna anale. Colorazione grigio-bluastra sul dorso e sui fianchi, argentea sul ventre. Lunghezza 30-60 cm.
Caratteristiche organolettiche
Carni sode, saporite e molto apprezzate. Commercializzato fresco, congelato, affumicato, essicato. Specie che si presta anche all'allevamento.
Come riconoscere se è fresco
Il pesce è fresco quando si presenta con colore vivo, con carne compatta e soda; le squame devono essere ben attaccate al corpo.
Pulizia e trattamento
Si procede ad eliminare le squame partendo dalla coda utilizzando un coltello o lo squamatore; si devono togliere le interiora incidendo il ventre partendo dalla coda verso la testa.
Preparazioni tipiche
Ottimo al forno o alla griglia: insaporire il pesce inserendo nel ventre due fettine di limone, 1 rametto di rosmarino, un pizzico di sale e 1/2 cucciaio d'olio, praticare sui due lati delle incisioni oblique, preparare una salsina con olio, sale, aceto e pepe e spennellare entrambi i lati del cefalo, adagiarlo in una teglia e metterlo al grill per 15 minuti ogni lato, servire ricoprendolo con la salsina rimasta. Se freschissimo è eccellente anche lessato, accompagnato da maionese. Viene cucinato anche al cartoccio, farcito e insaporito con un condimento a base di pomodoro, pangrattato e vino bianco.
Dove si pesca
Vive in frotte nelle insenature della costa soprattutto agli sbocchi delle acque dolci. Si pesca con lenze, nasse e con reti quadre. Interessante è anche la pesca subacquea. E' diffusa nel Mediterraneo ed è presente nelle acque tropicali e temperate di tutti gli oceani.
Stagionalità
E' reperibile durante tutto l'anno.
Denominazioni dialettali
Muggine chelone, Muggine pietra (Italiano); Ciautta, Ciarètta, Ciovètta, Labrù, Labri, Mussao, Muzao neigro (Liguria); Bosèga, Boseghini (Veneto); Bosega, Bousèga, Boseghin (Venezia G.); Buòsega, Sciorina, Muggine chelone, Cefalo chelone (Toscana); Bosega, Mugella (Marche); Mugalla (Abruzzi); Cefalo pietra, Cefalo di pietra (Lazio); Cerina, Parpaglia (Campania); Avrùta, Cannalonga, Cannelonghe, Canneluènghe, Cannolungi, Cerina, Gafalu capuozza, Sgarazzo (Puglie); Cerina, Cefaluni (Calabria);
Cefalùne, Cefarune, Ngefarune, Muletu testinu, Muletu chelone (Sicilia); Liona, Lioneddu, Lissu, Pisci mascu (Sardegna).
Inglese: Lesser grey Mullet.
Francese: Mulet lippu, Muge à grosse lèvres, Muge chaluc, Mulet chaluc, Muge blanc, Canuda, Labrì, Labrù, Muge labru, Mugon labru, Mujou labras, Mujou grosso bugo, Ueil négrè, Lissa, Batarde, Meil, Lenket.
Spagnolo: Lliça calua blanca, Albore, Albure, Llisa, Llisa negra, Llisa vera, Llisa marsenca, Lizarra, Mugle, Mules, Corcon, Corcoya.
Approfondimenti
Mugil cephalus Linnaeus, 1758, conosciuto comunemente come cefalo o mùggine, è un pesce appartenente alla famiglia Mugilidae. Il suo areale è vastissimo, infatti vive in tutte le acque tropicali e temperate calde del mondo (distribuzione circumtropicale), in Europa è diffusa a nord fino al Golfo di Guascogna. È una specie eurialina, in grado di sopportare ampie variazioni di salinità tanto che si ritrova regolarmente sia in acque marine, che dolci, che salmastre. È in grado di vivere anche in ambienti inquinati, infatti si trova frequentemente all'interno di porti. Vive in branchi (soprattutto i giovani). Lo si incontra soprattutto dove ci siano fondi duri o manufatti ma non disdegna anche i fondi completamente molli purché la profondità dell'acqua sia sufficientemente bassa. Si presenta con un corpo quasi cilindrico, grandi squame, due pinne dorsali separate ed inserite a metà del dorso, pinne ventrali poco più indietro delle pettorali, bocca e denti piccoli. Il colore è grigio-azzurro superiormente, biancastro sul ventre con striature nere. Si riconosce facilmente dagli altri Mugilidae a causa della testa larga e massiccia e della palpebra trasparente che copre l'occhio, due caratteri assolutamente tipici della specie. Le sue dimensioni massime sono di 100 cm di lunghezza per circa 4,5 kg di peso. Si nutre di ogni tipo di invertebrato bentonico ed anche di materiale organico in decomposizione. Si alimenta sul fondo anche se è comune incontrarlo in superficie. Gli esemplari che raggiungono i 20 cm sono maturi sessualmente e depongono le uova in mare. Dopo la schiusa gli avannotti, avvicinandosi prima alla costa, risalgono i corsi d'acqua dolce che sfociano nel mare. È una delle specie più insidiate dai pescatori sportivi a causa delle carni buone, della sua astuzia e dell'aspro combattimento che ingaggia una volta allamato. In genere vengono usate esche come vermi, sardine spezzettate o impasti di pane, formaggio, pasta d'acciughe, ecc. in varie proporzioni. La pesca professionale lo insidia sia con reti da posta che con nasse ed altre trappole. È uno dei pesci che più di frequente vengono pescati ed allevati nelle lagune costiere e nelle valli di pesca. Con le sue uova si prepara la bottarga di muggine.
CERNIA
E' reperibile durante tutto l'anno.
Tipo: Pesci Teleostei
Corpo ovaliforme ricoperto di grosse squame. Bocca obliqua posta in basso, sulla fronte è presente una gibbosità che aumenta con l'età del soggetto. Entrambe le mascelle sono dotate di alcune fili di denti robusti. Ha una sola pinna dorsale e anale, pinna codale forcuta. Colorazione grigio-rossastra, biancastra sul ventre con una macchia più scura al termine della pinna dorsale. Lunghezza massima
FASOLARO
GALLINELLA
Tipo: Pesci Teleostei
Corpo molto sottile nella parte posteriore ricoperto di piccole squame non presenti nella parte anteriore ventrale. Muso prominente e concavo. Testa grossa con presenza di placche ossee, bocca grande con mascella superiore più sporgente dell'inferiore entrambe munite di più serie di piccoli denti. Nella parte posteriore della testa è presente una spina acuminata. Provvisto di 2 pinne dorsali dotate di spine, una pinna anale, pinna codale a triangolo. Colorazione rossa sul dorso, rosata sui fianchi, biancastra sul ventre. Le pinne dorsali e pettorali sono orlate di azzurro. Lunghezza 25-
La lampuga (Coryphaena hippurus) è un pesce pelagico appartenente alla famiglia Coryphaenidae. La lampuga è una specie migratoria diffusa nelle acque tropicali e subtropicali di Atlantico, Pacifico e Indiano. È presente anche nel Mar Mediterraneo. Appare sulle coste soltanto al tempo della deposizione delle uova (in autunno). Presenta un corpo lungo, compresso ai fianchi, con profilo frontale arrotondato e sporgente. Il corpo si riduce al peduncolo caudale. La pinna dorsale è lunga, alta all'inizio, diminuisce in altezza verso la fine. Le pettorali sono lunghe e appuntite, così come le ventrali. L'anale è poco sviluppata in altezza, ma copre 1/3 del ventre del pesce. La coda è fortemente forcuta. La livrea è grigio azzurra, tendente al blu sul dorso e al giallo su fianchi e ventre. Il suo colore varia a seconda della luce: magnifico azzurro o porporino, con riflessi metallici di ogni sorta, o giallo-oro. Raggiunge una lunghezza massima di circa
Il luccio (Esox lucius Linnaeus, 1758) è un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia Esocidae dell'ordine Esociformes. È caratterizzato dalla bocca a becco d'anatra, dotata di denti robusti e acuminati.
Questo pesce è diffuso nel continente nordamericano, pressoché in tutti i bacini fluviali atlantici e del Pacifico. In Eurasia è presente dalla Francia alla Siberia, compresa l'Italia. In Irlanda e Inghilterra è presente in gran numero.
Il luccio è un utile e prezioso equilibratore naturale. Nella sua dieta preferisce selezionare prede morte o deboli o malate, inibendo anche l'eccessiva prolificità di altri pesci, ciprinidi soprattutto, i quali, sviluppandosi in numero eccessivo, potrebbero modificare l'equilibrio di alcuni ambienti.
Può raggiungere 1,40 m di lunghezza e superare i 20 kg di peso (sono stati catturati esemplari di quasi 30 kg). La crescita e le dimensioni finali sono piuttosto variabili in relazione all'alimentazione e alla temperatura dell'acqua. In genere raggiunge i 20 cm durante il primo anno di vita e il metro in età adulta. Gli esemplari di maggiori dimensioni sono generalmente femmine. Il luccio ha la particolarità singolare di avere più di 600 denti molto affilati sull'esoscheletro, più quelli che ha sulla lingua.
Oltre che dalla bocca di grosse dimensioni, fornita di file di denti uncinati per meglio trattenere le prede una volta catturate, il luccio è caratterizzato da una testa piuttosto grande rispetto al corpo, di forma allungata e schiacciata (per questo motivo è noto in alcune regioni d'Italia come "Luccio Papera"). La colorazione varia a seconda dell'habitat e della colorazione dell'acqua: ventre bianco giallastro, dorso verde-bruno maculato scuro. La forma corporale è influenzata dalla corrente delle acque in cui vive: nelle acque in cui siano presenti correnti assume una fisionomia allungata, nelle acque ferme presenta un corpo più tozzo.
È considerato il re dei predatori d'acqua dolce. Si pesca a spinning oppure con il vivo o l'esca morta, sia a fondo che con il galleggiante. Generalmente si pesca individuando la tana o il posto dove presumibilmente è in caccia: tronchi sommersi, canneti, erbai, tappeti di ninfee possono essere tutti posti dove l'esocide attende le sue prede in agguato. Nei grandi laghi spesso il luccio adotta una tecnica di caccia "sospeso", praticamente cacciando sotto i banchi di pesce di cui si nutre in quel determinato ecosistema (negli Stati Uniti questa tecnica è nota come "suspending pike").
Bisogna porre attenzione quando lo si salpa poiché è dotato di denti affilati; è consigliato l'uso dei guanti e del guadino e della presa opercolare: praticamente, quando il pesce è ormai stanco si fa scivolare la mano con le 4 dita chiuse sotto una delle due branchie e la si lascia scorrere verso la punta della bocca fino ad arrivare all'osso mandibolare; questa presa è sicura e assolutamente indolore per il pesce. È importante non sorreggere il pesce in verticale per non creare lesioni spinali che potrebbero comprometterne la sopravvivenza. Prima del rilascio è opportuno effettuare la riossigenazione del pesce.
Nella pesca è indispensabile un terminale in acciaio, titanio o fluorocarbon di generose dimensioni (da 0,80 mm in su), perché il pesce con i denti potrebbe tranciare il filo e non è raro che, soprattutto se di grandi dimensioni, ingoi tutta l'esca. Tra le esche valide per insidiarlo si segnalano il morto manovrato e, per lo spinning, spinnerbait di dimensioni generose (da 1 oz. in su), jerkbait, swimbait, come gli intramontabili minnow, i rotanti e gli ondulanti, tutti di grandi dimensioni, esche siliconiche di vario tipo e forma, ma sempre di generose dimensioni per selezionare la taglia del pesce. L'attrezzatura per lo spinning dovrà essere proporzionata alla potenza di questo splendido pesce, trecciato di almeno 40 libbre, alla fine della lenza madre si collegherà un terminale di acciaio armonico o un finale di acciaio termo saldante (per evitare che i denti del luccio tronchino la lenza) che terminerà con una girella proporzionata con relativo moschettone che dà la possibilità di cambiare rapidamente l'artificiale. La canna dovrà lanciare da 10 a 40 grammi almeno, anche se sono usate canne che lanciano oltre 120 grammi. Per la pesca dalla barca si utilizzano canne più corte. Spettacolare è la pesca top water, effettuata con rane e walking the dog, soprattutto in primavera ed estate.
Cucina
Nel tratto lombardo del Po si possono trovare ottime ricette a base di luccio, che viene preparato in umido; da segnalare nel cremonese il "Luccio alla Farnese". È anche un piatto tradizionale della cucina milanese. A Mantova il luccio viene preparato "in salsa", lessandolo in fumetto e poi lasciandolo riposare per parecchie ore, prima di servirlo, in una salsa composta di odori, capperi, peperoni, aceto, olio e fondo di cottura. Di solito è accompagnato da fettine di polenta abbrustolita. Il Luccio in salsa di Marmirolo, tipico del territorio di Marmirolo, in provincia di Mantova, che ha acquisito lo stato di "De.C.O.".
In Germania e nell'est europeo è considerato un buon ingrediente ed esiste una grande varietà di ricette di primi e secondi piatti a base di luccio. Tuttavia nella moderna pesca sportiva del luccio si sta tendendo sempre più a rilasciare il pesce catturato per non alterare il già fragile equilibrio del luccio nelle acque pubbliche.
- Baccalà: deve avere odore penetrante, ma gradevole. Privilegiare esemplari lunghi almento
Tipo: Pesci Teleostei
Non è un prodotto da allevamento, esistono tuttavia delle vasche di mantenimento per mantenerlo vivo e garantirne la freschezza.
Denominazioni dialettali
Arigusta, Aligustam Aliusta (Italiano); Aragusta, Alagousta (Liguria); Agosta, Agusta, Ragosta, Langusta, Grillo di mare (Veneto); Agosta, Agusta,Langosta (Venezia G.); Aragosta, Ragosta (Toscana); Aligusta, Aliusta (Marche-Abruzzi-Lazio); Aravosta, Ravosta, Ragosta, Raosta (Campania); Gravosta, Ravuosta (Puglie); Arausta, Ariusta, Laustra, Alaustra (Sicilia); Aagusta (Sardegna)
Inglese: Rock-lobster, Spiny-lobster, Spiny crayfish
Francese: Langouste, Lingousta, Lingousta, Langrosta, Langrosta
Spagnolo: Llagosta, Llangosta, Langrosta
La livrea in mare è argentea con dorso bluastro o grigio e ventre bianco come nella della trota di mare ma i punti neri sui fianchi sono in numero minore, rotondeggianti o a forma di X, a distribuzione irregolare e raramente situati sulla linea laterale (nella trota sono più numerosi e frequenti sulla linea laterale). Sulla pinna caudale di solito non sono presenti punti scuri (differenza con la trota iridea, introdotta in Europa, che talvolta ridiscende a mare). Quando inizia la risalita la colorazione diventa più vivace e meno argentea, a fondo bruno o verde giallastro, nei maschi spesso con punti arancio o macchie nere. I giovani ancora in acqua dolce hanno una livrea abbastanza simile a quella della trota di fiume, con dorso bruno o bluastro con macchie arancio sui fianchi e da
Tipo: Pesci Teleostei
Approfondimenti
Lo scorfano rosso (Scorpaena scrofa Linnaeus, 1758) è un pesce della famiglia degli Scorpaenidae. È diffuso nell'Oceano Atlantico orientale, dalle isole britanniche, al Marocco, nelle Canarie, nelle Azzorre e nel Mar Mediterraneo. Vive su fondi duri, rocciosi o a coralligeno, di solito ad una profondità superiore ai 20 m (fino ad oltre 200 m ) anche se i giovani possono essere incontrati in acque più basse. Ha una predilezione per le secche scogliose che si elevano da un fondo fangoso. È riconoscibile da tutte le altre Scorpaena per le appendici carnose sul mento, nessun'altra specie le ha. C'è anche una appendice allargata sull'occhio.
Per il resto è simile alle altre scorpene, con testa massiccia (forse in proporzione più grande che nei congeneri) spinosa e coperta di appendici cutanee. Il colore è in genere rosso vivo ma può presentarsi anche rosa, bruno o giallo zolfo, variegato di scuro in vari modi e, in genere, con una macchia nera al centro della pinna dorsale. Raggiunge 50 cm di lunghezza. Passa gran parte del tempo fermo immobile in un punto rialzato attendendo che una preda gli passi davanti. Si può catturare sia con lenze che con palamiti o reti a strascico. Le carni sono molto apprezzate e utilizzate soprattutto in vari brodi e zuppe di pesce.
È, ad esempio, ingrediente obbligatorio per preparare alcuni piatti come il cacciucco alla livornese o la bouillabaisse di Marsiglia.
Tipo: Pesci Teleostei
Scomber scombrus, conosciuto comunemente come scombro (o sgombro), lacerto o maccarello, è un pesce di mare appartenente alla famiglia Scombridae. È un tipico pesce azzurro. Al maccarello è riconosciuta una notevole importanza dal punto di vista alimentare, sia per l'alimentazione umana che per la produzione di mangimi da allevamento animale, tanto che il suo prelievo riveste un'"alta importanza commerciale": per questo motivo, l'allarme destato dalla costante riduzione di alcuni popolamenti ha portato alla sua inclusione nella Lista rossa delle specie minacciate curata dalla IUCN-Unione Internazionale per la Conservazione della Natura nella categoria "a rischio minimo". Questa specie è diffusa nelle acque costiere del Mediterraneo e del Mar Nero, nonché nel Nord Atlantico, dalle coste marocchine e spagnole fino al Mar di Norvegia. È presente anche nelle acque islandesi, groenlandesi e al largo del Canada. Abita le acque fino a
SMERIGLIO
Nome scientifico: Lamna nasus
Famiglia: Lamnidae (Lamnidi)
Ordine: Squaliformes (Squaliformi)
Corpo fusiforme più ingrossato al centro, con muso appuntito e bocca posizionata ventralmente. Occhio privo di membrana. Pinna codale a forma di mezzaluna, pinna dorsale triangolare; la seconda pinna dorsale e quella anale sono molto più piccole. Colore grigio-azzurro sulla parte dorsale e biancastro sulla parte ventrale. Lunghezza da 1 a 4 mt.
Caratteristiche organolettiche
Carni tenere di discreto sapore. Commercializzato fresco, congelato, essicato. E' un pesce privo di lische, con la caratteristica che la sua carne ha poco sapore di pesce.
Come riconoscere se è fresco
Si trova in commercio quasi sempre congelato poiché viene pescato principalmente nei mari del nord.
Pulizia e trattamento
Non richiede un particolare trattamento poiché è venduto solitamente a fette.
Dove si pesca
Specie non molto frequente nel Mediterraneo; più diffusa nell'Atlantico orientale ed occidentale.
Stagionalità
E' reperibile durante tutto l'anno.
Denominazioni dialettaliSqualo nasuto (Italiano); Meanto, Mianto, Muanto, Melantoun (Liguria); Cagnia (Veneto); Cagnizza (Venezia G.); Cranicia (Marche); Sbriglio, Suriglio (Abruzzi); Sbriglio (Lazio); Sbriglio, Pesce pavone (Campania); Ozzerinu, Smiriglio (Puglie); Tunnu plalmitu (Calabria); Cani di mari, Pisci tunnu, Mastinu-feru, Tunnu- palamitu, Pesce tundo (Sicilia); Mastinu-feru, Sbrilliu, Sbrillu (Sardegna).
Inglese: Por beagle, Beaumaris-Shark
Francese: Loutre de mer, Squale nez, Pichoun lamix, Lami, Redouno, Taupe de mer, Touille boeuf, Requin long nez, Melantoun.
Spagnolo: Ludia, Taulò, Marrajo, Marraco, Marraquet, Marraix, Caldeon, Tiburon.
Approfondimenti
Lo smeriglio (Lamna nasus (Bonnaterre, 1788)), conosciuto anche come "vitello di mare", per la sua lunghezza (3,6 m) è considerato una delle specie più piccole dei Lamnidi. Tuttavia il suo peso si attesta intorno ai 500 kg. I colori della specie variano dal grigio-blu al marrone con macchie bianche. È dotato di una carena secondaria, situata alla base della coda. Diffuso nei mari freddi e temperati fino alla profondità di 400 metri, si nutre di sgombri, calamari e merluzzi. Pesce a «sangue caldo»: grazie alla sua capacità di convertire la forza muscolare, l'attività fisica, in calore, riscalda il sangue, ottenendo una temperatura anche di una decina di gradi superiore a quella dell'ambiente esterno. Oceano Atlantico, Indiano e Pacifico. Si tratta di una specie non in grave pericolo, anzi che sta conquistando nuovi areali distributivi nell’emisfero settentrionale (Atlantico). Anche se nel Mar Mediterraneo è più rara (a causa del riscaldamento delle acque).
Spagnolo: Lenguado, Llenguado, Suela, Pelaya, Peluda.
SPIGOLA O BRANZINO
Dicentrarchus labrax (Linnaeus, 1758), nota comunemente come spigola (nell'Italia peninsulare e insulare) o branzino (prevalentemente nell'Italia settentrionale) è un pesce osseo marino e d'acqua salmastra della famiglia Moronidae. Il nome "branzino" potrebbe derivare dal veneto branza (chela) o da branchie (il pesce dalle branchie in vista), mentre il nome "spigola" deriva da "spiga" riferendosi alle punte dei raggi delle pinne dorsali. La spigola è diffusa nell'Atlantico nordorientale temperato e subtropicale dalla Norvegia al Senegal, nel mar Mediterraneo, dove è comune, e nel mar Nero. Non è presente nel mar Bianco, nel mare di Barents, nel mar Baltico e nel mar Caspio. Nella parte nord dell'areale migra verso acque più profonde in inverno. È una specie strettamente costiera (occasionalmente può trovarsi fino a un centinaio di metri di profondità) che popola ambienti di ogni tipo nei pressi della riva, sia con fondali duri che sabbiosi. Essendo molto eurialina penetra regolarmente, soprattutto in estate, nelle acque salmastre di lagune e foci. Può raggiungere non di rado le acque completamente dolci. Ha abitudini demersali. I giovanili stazionano prevalentemente in acque salmastre.
Thunnus albacares (yellowfin, tonno pinna gialla, tonno albacora o tonno monaco)
Thunnus atlanticus
Thunnus maccoyii (tonno australe)
Thunnus obesus (tonno obeso)
Thunnus orientalis
Thunnus thynnus (bluefin, tonno pinna blu o tonno rosso)
Thunnus tonggol (tonno indopacifico)
Altri tonni
Oltre alle specie appartenenti a questo genere vengono comunemente chiamate tonno anche queste specie:
Katsuwonus pelamis (tonnetto striato)
Euthynnus alletteratus (tonnetto alletterato)
Auxis thazard thazard (tombarello)
Auxis rochei rochei (tombarello biso)
Allothunnus fallai
Euthynnus affinis
Gasterochisma melampus
Gymnosarda unicolor
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