L'Amarone della Valpolicella è un vino rosso passito secco a DOCG prodotto esclusivamente nella Valpolicella in provincia di Verona.
colore: rosso granato;
odore: caratteristico, accentuato;
sapore: pieno, vellutato, caldo;
zuccheri residui massimo 12 g/l se il titolo alcolometrico effettivo è del 14% vol.; tale misura si innalza per titoli alcolometrici effettivi superiori
Sentori olfattivi: frutta matura, confettura di amarena e di lamponi. In quelli più invecchiati si possono percepire anche sentori di muschio e di catrame, quest'ultimo in gergo tecnico detto di goudron.
Grado alcolico: la gradazione minima prevista è di 14º. I più potenti possono raggiungere anche i 17º.
BAGNOLI FRIULARO
Bagnoli Friularo o Friularo di Bagnoli è un vino a DOCG prodotto nei Comuni di Agna, Arre, Bagnoli di Sopra, Battaglia Terme, Bovolenta, Candiana, Due Carrare, Cartura, Conselve, Monselice, Pernumia, San Pietro Viminario, Terrassa e Tribano in provincia di Padova
Vitigni con cui è consentito produrlo
Raboso Piave minimo 90%.
Altri vitigni a bacca rossa, idonei alla coltivazione nella provincia di Padova, massimo 10%.
Tecniche di produzione
Per i nuovi impianti e i reimpianti la densità non può essere inferiore a 2 500 ceppi/ha.
Le forme di allevamento consentite sono a controspalliera semplice e a cortina doppia.
È consentita l'irrigazione di soccorso.
Nella preparazione dei vini diversi dalla tipologia passito e vendemmia tardiva possono essere utilizzate uve sottoposte ad appassimento fino ad un massimo del 50% dell'intera partita.
Richiede un invecchiamento di almeno 12 mesi a decorrere dal 1º novembre dell'anno di produzione delle uve.
Tutte le operazioni di appassimento delle uve, vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento, debbono essere effettuate nella zona DOCG.
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino se giovane, tendente al granato con l'invecchiamento;
La zona di produzione della DOC "Bagnoli" presenta un'elevata complessità geologica e pedogenetica. Nella zona settentrionale e più precisamente nei comuni di Battaglia Terme e Monselice, i suoli hanno avuto origine dalla disgregazione delle rocce vulcaniche: presentano un buono scheletro, sono ben drenati e ricchi di minerali e microelementi. Le zone pianeggianti degli altri comuni sono caratterizzate da una differente tessitura e dalla ricchezza minerale originata dai sedimenti dei fiumi Adige, Bacchiglione e Brenta, presentando una percentuale maggiore di limo e di sostanza organica rispetto a terreni non alluvionali; definibili come sub-acidi, il loro tenore in potassio ben si sposa con la grande acidità espressa dal vitigno Friularo. La vicinanza dei colli euganei garantisce, per il semplice effetto del differenziale termico, una ventilazione serale e mattutina che permette in estate di mitigare la sommatoria termica nelle ore più calde e in primavera di salvaguardare dalle brinate. La ventilazione che caratterizza l'intero areale è fondamentalmente riassumibile nei venti provenienti da nord-est e, vista la relativa vicinanza al mare, dalla presenza di brezze marine e bora che arrivano periodicamente nell'intera area di produzione durante tutta la fase vegetativa; questi eventi atmosferici hanno il positivo effetto di impedire, specialmente d'estate, il ristagno dell'umidità. Il clima è temperato, caratterizzato da condizioni termiche mediterranee, inverni miti, estati calde e asciutte; soventemente, durante il periodo della maturazione, vi sono escursioni termiche importanti che provocano incrementi delle sostanze fenoliche e colore nella bacca. La piovosità media annuale oscilla tra i 700 e i 900 mm con due punte massime, in primavera e autunno; tali precipitazioni, susseguendosi in maniera cadenzata, permettendo alla vite di vegetare senza incontrare stress di natura idrica e carenze minerali. La grande mineralità dei suoli che caratterizza tutta l'area di produzione determina peculiari note sapide con sensazioni quasi solfuree e un ricco patrimonio organolettico.
Cenni storici
Non è chiaro a quando risalga esattamente l'introduzione del Friularo in questo areale; la dubbia origine etimologica del termine non permette di identificare con certezza l'epoca del suo avvento. Alcuni studiosi infatti riscontrano nel termine "Friularo" (dialettale "Frigoearo") la radice latina "Frigus": "freddo" seguita dalla desinenza "Aro": "colui che fa". Questa denominazione sarebbe legata alla raccolta tardiva che viene praticata da sempre in questa zona. Ad avvalorare tale tesi è la presenza contemporanea nel vicentino di una varietà detta "Cruaja", che si scoprirà essere il Raboso, il cui nome deriva dal fatto di essere un un'uva estremamente acida e viva al gusto e perciò definita sempre "cruda". Qualunque sia la sua origine etimologica è inconfutabile che la coltivazione di questo vitigno nel territorio di Bagnoli ha origini antichissime. La zona faceva parte della "Decima Regio, Venetia et Histria" ed era attraversata da est ad ovest, dalla via "Amnia" costruita nel 131 a.C. Primo e più antico documento conosciuto che parla dei vini di "Bagnoli" e che lega il nome dei vini alla zona è l'atto di donazione del marchese del Dominio di Bagnoli al Vescovo di Padova nel 954 d.C. Una fitta documentazione datata XII e XIII secolo riferisce di donazioni di terre vitate in Bagnoli e nei comuni limitrofi e di fitti pagati alla Corte Benedettina di Bagnoli con la decima e con un terzo del vino prodotto. Nel 1521, lo scrittore e commediografo padovano Ruzzante, descrisse un "vino sgarboso", probabilmente una varietà di "Raboso" prodotto nel Padovano, che dalle caratteristiche descritte è probabilmente il "Friularo di Bagnoli". Il documento più antico che fa diretto riferimento al Friularo di Bagnoli, assieme ai nomi degli altri vitigni autoctoni di Bagnoli, è un manoscritto del 1774 che riporta l'elenco dei vitigni in coltivazione nella zona con il relativo prezzo di mercato. Il Friularo compare come il vitigno più costoso e richiesto. Nel 1787 il poeta veneziano Ludovico Pastò scrisse un ditirambo sul vino intitolato "El Vin Friularo de Bagnoli" dove l'autore, entusiasta bevitore di Friularo ne declama la sua bontà e le sue virtù. Nel 1924 A. Marescalchi scrisse: "II Friularo è il vino rosso di piano più rinomato del Padovano".
Precedentemente all'attuale disciplinare questo vino era stata riconosciuto DOC con DM 16 agosto 1995, il riconoscimento DOCG è avvenuto con DM 08.11.2011 (G.U. 276 - 26.11.2011). L'ultima modifica è stata apportata con DM 30.11.2011 (Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza - Vini DOP e IGP)
Abbinamenti consigliati
Il Friularo ben si abbina alle carni rosse, specialmente alla selvaggina e al cioccolato con il 70% di cacao,è un ottimo vino da meditazione
Riconoscimenti e premi
I vini di cui si parla sono di spiccata personalità che incuriosiscono e si fanno apprezzare dalle principali guide nazionali tra le quali Vini d'Italia del Gambero Rosso, Slow Wine di Slow Food; I vini d'Italia de L'Espresso, l'Annuario dei migliori vini di Luca Maroni, Il Golosario di Massobrio, e molti altri che ne riservano sempre maggior spazio. Anche nei concorsi, siano essi nazionali o internazionali (Concorso internazionale del Vinitaly, Concurs Mondial de Bruxelles, Japan Wine Challenge, India Wine Challenge, Los Angeles County Fair ecc.), il Friularo ha ottenuto e continua ad ottenere numerosissimi riconoscimenti.
BARDOLINO
https://youtu.be/hpq4BA8aQjM
Il Bardolino è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Verona. La zona di produzione comprende tutto o parte dei territori comunali di Bardolino, Garda, Lazise, Affi, Costermano, Cavaion, Torri Benaco, Caprino, Pastrengo, Bussolengo, Sona, Sommacampagna, Castelnuovo, Peschiera, Valeggio, nella zona sud-orientale del Lago di Garda.
Ha colore rosso rubino chiaro tendente a volte al cerasuolo che si trasforma in granato con l'invecchiamento. L’odore è vinoso con leggero profumo delicato. Il sapore è asciutto, sapido, leggermente amarognolo, armonico, sottile, talvolta leggermente frizzante. Si connota quale ottimo vino da pasto che ben si accosta a minestre, pastasciutte, fritti, pollame e lumache. È consigliata la degustazione a 16°-18° di temperatura. Il Bardolino, inoltre, si sposa splendidamente con i formaggi stravecchi, con certi erborinati e con i formaggi saporiti in genere.
CUSTOZA
Il Custoza è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Verona, più precisamente nell'omonima frazione del comune di Sommacampagna.
sapore: sapido, morbido, delicato, di giusto corpo.
Nominato " Vino delle Dame".
LISON
Lison è la denominazione relativa al disciplinare di alcuni vini a DOCG prodotti in alcuni comuni delle province di: Venezia, Treviso, Pordenone. Il Lison classico può essere prodotto solo in alcuni comuni della provincia di Venezia.
La zona di produzione del “Lison” si trova nella pianura fra Tagliamento e Livenza ed a pochi chilometri dal mare per cui il suo clima è temperato, ma presenta un’accentuata escursione termica diurna ed un alternarsi dei venti freschi e asciutti di nord/nord-est (Bora) e quelli caldi e umidi di sud-est (Scirocco).
I terreni della zona sono prevalentemente argillosi, ma presentano uno strato sottile di “caranto” (calcare) a una profondità di 30-70 cm. Essi hanno una buona capacità idrica e sono ricchi di elementi minerali (potassio, calcio e magnesio) e di sostanza organica.
La viticoltura nella zona risale all’epoca romana (il nome deriva da quello del borgo romano di Lison), ma come per la maggior parte dei casi, essa è stata razionalizzata dai monaci benedettini nel X secolo. Con l’avvento della Repubblica Serenissima di Venezia, assume rilevanza economica sfruttandone i canali commerciali ed arriva all’apice nel periodo asburgico.
Intorno al 1850 comincia a prendere piede la coltivazione del vitigno Tocai bianco (denominato “Tai” dal 2007) con la produzione di vini qualitativamente superiori. La ricerca della qualità continua nel tempo e viene premiata nel 1971 con la Denominazione d'origine "Lison DOC”, divenuta nel 1974 "DOC Lison-Pramaggiore fino ad arrivare nel 2010 alla “DOCG Lison”.
Precedentemente all'attuale disciplinare questa DOCG era stata:
Approvata DOC come Tocai di Lison con D.P.R. del 4 agosto 1971. Approvata DOCG con DM 22.12.2010 G.U. 4 - 07.01.2011 (S.O. n° 6)
Vitigni con cui è consentito produrlo
Tai minimo 85%, altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione per le province di Venezia,Treviso, Pordenone fino ad un massimo del 15%.
Tecniche di produzione Densità minima 3 000 ceppi/ha) È vietata ogni pratica di forzatura, ma consentita l'irrigazione di soccorso
Sono ammesse esclusivamente le forme a controspalliera semplice o doppia.
Tutte le operazioni di vinificazione debbono essere effettuate nella zona prevista per la DOCG, ma si fanno eccezioni per altri comuni
È necessario l’invecchiamento protratto almeno fino al 1º marzo dell’anno successivo alla vendemmia.
Caratteristiche organolettiche
colore: giallo paglierino più o meno intenso talvolta con riflessi dal verdognolo al dorato;
odore: caratteristico, gradevole;
sapore: asciutto, vellutato con eventuale percezione gradevole di legno;
acidità totale minima: 4,50 g/l.
Abbinamento con gli antipasti in genere.
Temperatura di degustazione piuttosto fredda, 8° - 10°C.
MARZEMINO
Il Marzemino Vino Spumante Dolce è un caratteristico vino veneto ottenuto da uve Marzemino.
Un vino rosso rubino intenso e dolce dal carattere festoso, proprio come le note del Don Giovanni di Mozart in cui viene citato.
Il Marzemino è un vino rosso dolce e fresco che farà la gioia di tutti quelli che amano i vini leggeri e spensierati.
Lo Spumante rilascia profumi di ribes e frutti di bosco con sentori che ricordano la viola e al palato si presenta con un gusto dolce e armonico.
Vino da dessert, perfetto per festeggiare un lieto evento con pasticcini e torte ai lamponi e cioccolato.
Temperatura di servizio 9° C.
PIAVE MALANOTTE
Piave Malanotte o Malanotte del Piave DOCG
Zona di produzione e storia
Zona di produzione: area imperniata sul fiume Piave che ricopre quasi tutta la pianura della provincia di Treviso e della parte orientale della provincia di Venezia.
La DOCG «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave» prende il nome da Borgo Malanotte, borgo medievale sito in Tezze di Piave (TV), cuore della produzione di questo vino. La zona di produzione inizia dove il fiume Piave si apre nella pianura trevigiana e confina con la laguna di Venezia.
In questo territorio la presenza della coltura della vite risale al 181 a.C. con la costruzione della via consolare Postumia da parte dei Romani. Dopo le varie invasioni barbariche che hanno portato alla distruzione delle viti, la coltivazione riprende con forza sotto il dominio della Repubblica di Venezia. La vite si espande in tutta l’area e la qualità del prodotto migliora in modo netto grazie alla volontà dei nobili veneziani di gareggiare fra loro per superarsi nella qualità del proprio prodotto.
Negli anni ‘50 i produttori della zona prendono coscienza delle peculiarità del prodotto e delle sue potenzialità e si riuniscono in un consorzio finalizzato alla tutela e alla gestione dei vini di qualità della zona. Nel 1971 il vino “Malanotte” è conosciuto dai consumatori come tipologia Raboso Piave Malanotte all’interno della denominazione DOC Piave, ed è considerato uno dei vini di maggior pregio qualitativo, le cui bottiglie sono state apprezzate per la prima volta all’inizio degli anni ’80.
La forte caratterizzazione di questo vino, costituito anche da una parte di uva appassita, ha incontrato fortemente i gusti dei consumatori tanto da divenire più famoso della denominazione nella quale era inserito come tipologia di vino. Ciò ha indotto la necessità di una maggior tutela nazionale ed internazionale del nome attraverso il riconoscimento di una denominazione geografica propria. Per questi motivi nel 2010 il «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave», ha ottenuto dal Ministero il riconoscimento della Denominazione geografica controllata e garantita per l’omonimo vino.
Una parte delle uve, dal 15% al 30%, viene appassita prima di essere pigiata, e per almeno trentasei mesi questo vino dal sapore austero, sapido e caratteristico, riposerà nelle cantine dei produttori, in parte in botti (almeno dodici mesi) e in parte in bottiglia (almeno quattro mesi), acquistando così alla fine un colore rosso rubino intenso spezzato da riflessi violacei, tendente al granato con l'invecchiamento, e il suo tipico profumo di ciliegia marasca speziata.
Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche
Composizione ampelografica: Raboso Piave per almeno il 70%; Raboso veronese fino al 30%; il Raboso Veronese può essere sostituito nella misura massima del 5% da altre varietà a bacca rossa, congiuntamente o disgiuntamente, tra quelle idonee alla coltivazione per le provincie di Treviso e Venezia Il vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave» all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche: - titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol.; - acidità totale minima: 5,5 g/l; - estratto non riduttore minimo: 26,0 g/l; - residuo zuccherino massimo: 8,0 g/l. Immissione al consumo: il vino «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave» non può essere immesso al consumo se non dopo essere stato sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno trentasei mesi di cui almeno dodici in botte e quattro in bottiglia a decorrere dal primo novembre dell'anno della vendemmia. Caratteristiche organolettiche Il vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave» all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche: - colore: rosso rubino intenso con riflessi violacei, tendente al granato con l’invecchiamento; - odore: tipico, di marasca/ciliegia, speziato; - sapore: austero, sapido, caratteristico. In relazione all’eventuale conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rilevare sentore di legno. Abbinamenti e temperatura di servizio Si esprime al meglio in calice ampio e alla temperatura di 20°C. Si accompagna bene a piatti importanti ed impegnativi di carni rosse e cacciagione, e a formaggi stagionati.
RECIOTO DI SOAVE
https://youtu.be/IiSdw1p41Wk
Il Recioto di Soave è un vino DOCG la cui produzione è consentita nella provincia di Verona. Recioto è un vocabolo dialettale della gente veronese; deriva da “recia”, che è la parte alta del grappolo di Garganega, quella più ricca di zuccheri e meglio esposta all'insolazione. Il Recioto di Soave è stato il primo DOCG del Veneto. Poco prima della raccolta vera e propria si opera una selezione dei grappoli migliori che poi vengono posti sui graticci per l'appassimento. L'uva a riposo viene costantemente seguita e pulita dai quattro ai sei mesi fino al momento della pigiatura. La fermentazione, spesso in piccoli botti, è lenta e molto lunga. Per fare questo vino conviene decantare e filtrare il mosto fino a che non appaia netto da ogni sua parte grassa; in piccoli barili, ed in luogo piuttosto freddo, si lascia fermentare, senza raspi né fiocini: così non potendo bollire che assai lentamente, questo vino conserva intatta una qualche parte di materia zuccherosa. Il colore è giallo brillante dorato più o meno intenso; l’odore complesso ricorda il miele d'acacia con sfumature floreali; il sapore è armonico, corposo, gradevolmente mandorlato vellutato, gradevole, intenso e fruttato; la gradazione alcolica complessiva minima è di 14 ; l’acidità totale è minima, : 5,5 g/l; come l’estratto secco netto, 22 g/l.
Il Recioto, privilegia abbinamenti coi formaggi erborinati, salati o piccanti, il fegato grasso e tutti i cibi che vedono esaltato il suo aspetto emolliente. La dolcezza in questo caso non si sovrappone ma diventa uno strumento di contrasto netto di grande suggestione. Naturalmente è consigliato accanto alla pasticceria secca, le preparazioni alle creme, come il tiramisù. Si abbina a meraviglia con i dolci tipici della provincia di Verona: la fugassa (focaccia), la pisòta con l'ua (torta fatta con l'uva appena vendemmiata e con l'olio in luogo del burro), la pastafrolla, la sbrisolona, le crostate di ciliegie, a Carnevale i galani e le fritelle, a Natale il nadalìn cosparso di mandorle o il Pandoro di Verona specie accompagnato da una crema al mascarpone, a Pasqua le brasadele che vengono prima buttate nell'acqua bollente (broè) e poi cotte nel forno.
REFRONTOLO
Il Colli di Conegliano Refrontolo è un vino a DOCG prodotto nel Veneto.
Zona di produzione
Comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Refrontolo, Pieve di Soligo e San Pietro di Feletto della provincia di Treviso
Vitigni con cui è consentito produrlo
Marzemino minimo 95%
altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella provincia di Treviso per un massimo del 5%
Tecniche produttive
Sono da considerarsi inadatti i vigneti a fondo valle.
I nuovi impianti ed i reimpianti dovranno avere una densità non inferiore ai 2 500 ceppi/ettaro.
Sono consentite solo forme di allevamento a controspalliera.
Tutte le operazioni di vinificazione e imbottigliamento debbono essere effettuate nella zona DOCG ma sono ammesse deroghe.
Richiede un invecchiamento minimo di 24 mesi di cui almeno 12 in botte e tre in bottiglia a partire dal 1º novembre dell'anno della vendemmia.
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino intenso tendente al granato con l'invecchiamento;
Il Valpolicella Ripasso è un vino rosso DOC del Veneto prodotto esclusivamente nella Valpolicella in provincia di Verona da vitigni autoctoni quali Corvina, Corvinone (nella misura massima del 50% in sostituzione della Corvina), Rondinella ma anche in percentuali minori con Forselina, Negrara e Oseleta. La Molinara uscita recentemente dal disciplinare come obbligatoria è comunque permessa. Sono le stesse uve che vengono utilizzate per la produzione dell'Amarone e del Recioto.La tecnica del ripasso consiste nel versare, prima dell'affinamento in botte, il vino Valpolicella base direttamente nei tini dove è stato precedentemente pigiato l'Amarone, lasciandolo riposare a contatto con le vinacce appena pressate per circa 15-20 giorni. In questo modo il vino riceve dalle vinacce appassite parte dell'aroma che è proprio dell'Amarone. Caratteristiche organolettiche Colore: Rosso rubino tendente all'impenetrabile. Olfatto: Strutturato. Gusto: Frutti di Bosco a bacca rossa, a volte tostatura e tabacco, vanigliato, tannini morbidi.
SOAVE SUPERIORE DOCG
https://youtu.be/cpumoHoKkWk
Il Soave Superiore Docg ha una zona di produzione in territorio collinare in provincia di Verona edè un vino di origini molto antiche. Le ipotesi sull’origine del nome di questo vino sono ammantate di leggenda; una di queste si rifà addirittura a Dante Alighieri, grande amico del signore di Verona, Cangrande della Scala.Le testimonianze sulla qualità di questo vino, comunque, si susseguono nel corso dei secoli, fino a risalire a Cassiodoro che ne tesseva le lodi raccomandandolo all'imperatore Teodorico. In tempi più recenti, il Soave è stato uno dei vini più apprezzati dal poeta Gabriele D'Annunzio.Il vitigno è il Garganega per almeno il 70%, e per il rimanente da uve dei vitigni Trebbiano di Soave (nostrano), Pinot Bianco e Chardonnay. In tale ambito del 30%, e fino ad un massimo del 5%, possono altresì concorrere le uve provenienti dai vitigni a bacca bianca non aromatiche autorizzati e raccomandati per la provincia di Verona.Ha titolo alcolometrico minimo di 12% vol. ed acidità totale minima di 4,5 g/l.Deve essere immesso al consumo solo dopo un periodo di affinamento in bottiglia di almeno 3 mesi e comunque non prima del 31 marzo successivo alla vendemmia.Ha colore giallo paglierino, a volte intenso con possibili riflessi verdi e oro; odore ampio, caratteristico floreale; sapore pieno e delicatamente amarognolo, nei prodotti maturati in legno il sapore può essere più intenso e persistente, anche con note di vaniglia.Un ottimo vino per accompagnare aperitivi, primi piatti, secondi piatti a base di pesce e di carni bianche, il suo sapore si abbina bene con i formaggi. Va servito alla temperatura di 10°C circa, in calici di media capacità a tulipano svasato.
TORCHIATO DI FREGONA
Il Colli di Conegliano Torchiato di Fregona è un vino passito a DOCG prodotto in Veneto.
Zona di produzione
Comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Fregona, Sarmede e Cappella Maggiore della provincia di Treviso. La maggior parte dei produttori di questo vino sono riuniti in un Consorzio volontario di tutela della qualità del vino che si occupa anche di coordinare le attività di promozione nelle diverse manifestazioni che lo ospitano.
Vitigni con cui è consentito produrlo
Glera: 30.0% - 45.0% Verdiso: 30.0% - 45.0% Boschera: 25.0% - 40.0% Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la provincia di Treviso: massimo 15%. Tecniche produttive
Sono da considerarsi inadatti i vigneti a fondo valle.
I nuovi impianti ed i reimpianti dovranno avere una densità non inferiore ai 2 500 ceppi/ettaro.
Sono consentite solo forme di allevamento a controspalliera.
L'appassimento delle uve non deve essere in ogni caso inferiore alle 150 giornate dalla vendemmia.
I grappoli vengono selezionati e staccati maturi dai vigneti. Successivamente vengono appesi uno per uno a delle cordicelle o stesi su graticci in ambienti asciutti e ben arieggiati, con la cura di rimuovere gli acini rotti o ricoperti da muffe indesiderate. Vengono quindi lasciati appassire per una durata di qualche mese in base alla densità zuccherina che si vuole ottenere (approssimativamente fino a primavera). Durante la settimana di Pasqua si procede a diraspare i grappoli a mano che vengono pigiati sofficemente con torchi manuali con una resa non superiore al 25%. Il mosto ottenuto è posto a maturare in piccole botti di legno o in recipienti di vetro.
Le uve appassite non possono essere pigiate in data anteriore al 1º febbraio successivo alla vendemmia;
Tutte le operazioni di vinificazione e imbottigliamento debbono essere effettuate nella zona DOCG ma sono ammesse deroghe.
Richiede un invecchiamento minimo di 24 mesi di cui almeno 5 in bottiglia a partire dal 1º novembre dell'anno della vendemmia.
Caratteristiche organolettiche
colore: giallo dorato intenso;
odore: intenso, caratteristico;
sapore: da secco a dolce, di corpo, persistente;
acidità volatile massima: 40,0 meq/l.
Abbinamenti consigliati
Essendo un vino forte e delicato allo stesso tempo, può accompagnare biscotteria e piccola pasticceria, ma anche foie gras e formaggi erborinati.
CARSO MERLOT
Il vino Merlot Rosso Secco che prende il nome di Carso Merlot Doc vanta la sua più grande fattura nella zona Doc del Carso situata in Friuli Venezia Giulia ed è considerato come uno dei vini DOC. E' proprio qui che il Carso Merlot Doc viene prodotto per la maggiore in quanto il suo principale vitigno il Merlot trova un ambiente molto adeguato per la sua crescita maturazione. I principali comuni dov'è prodotto il Carso Merlot Doc sono: Tra Monfalcone E Trieste.
Caratteristiche Carso Merlot Doc
Fa parte della famiglia dei vini rossi i quali presentano fondamentalmente peculiarità simili tra di loro e altre che invece rendono ogni vino rosso singolare nel suo genere.
Ricette consigliate con Carso Merlot Doc
Se volete esaltare celebrare al massimo l'aroma del Carso Merlot Doc allora i piatti giusti con cui appaiarlo sono i seguenti: lesso misto con legumi e zucca, zuppa di pasta in brodo di pollo, pollo allo spiedo, tacchino al latte.
CARSO ROSSO
Il Carso Rosso o, più semplicemente, Carso è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Gorizia e Trieste.
È composto per almeno il 70% da uve di vitigno Terrano (dall'85% può essere definito Carso Terrano); la parte rimanente sono, in proporzione variabile, uve da vitigni a bacca rossa purché idonei alla coltivazione nelle provincie di Gorizia e Trieste.
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino intenso.
odore: vinoso, caratteristico.
sapore: asciutto, di corpo, armonico.
COLLIO
Collio Goriziano o Collio è una DOC assegnata ad alcuni vini prodotti in Friuli-Venezia Giulia, nella regione goriziana del Collio.
Le tipologie contemplate sono:
Collio Goriziano Bianco (anche riserva) Collio Goriziano Chardonnay (anche riserva) Collio Goriziano Malvasia (da Malvasia Istriana, anche riserva) Collio Goriziano Muller Thurgau (anche riserva) Collio Goriziano Picolit Collio Goriziano Pinot bianco (anche riserva) Collio Goriziano Pinot grigio (anche riserva) Collio Goriziano Ribolla o Ribolla gialla (anche riserva) Collio Goriziano Riesling (Riesling renano, anche riserva) Collio Goriziano Riesling italico (anche riserva) Collio Goriziano Sauvignon (anche riserva) Collio Goriziano Friulano (da Tocai friulano, anche riserva) Collio Goriziano Traminer aromatico (anche riserva) Collio Goriziano Rosso (anche riserva) Collio Goriziano Cabernet (anche riserva) Collio Goriziano Cabernet franc (anche riserva) Collio Goriziano Cabernet sauvignon (anche riserva) Collio Goriziano Merlot (anche riserva) Collio Goriziano Pinot nero (anche riserva) La specificazione "riserva" va aggiunta a quei vini che hanno subito un periodo di invecchiamento di 30 (rossi) o 20 (bianchi, escluso il Picolit) mesi a decorrere dal 1º novembre dell'anno della vendemmia.
La tutela della DOC è assegnata al Consorzio Vini Collio e Carso (con competenza anche sui vini Carso) che ha sede a Cormons.
FRIULI
Friuli Annia è una denominazione di origine controllata assegnata ad alcuni vini prodotti in Friuli-Venezia Giulia. È la più recente fra quelle della regione, essendo stata istituita con decreto ministeriale del 27 ottobre 1995.
L'area di produzione comprende la gran parte della Bassa Friulana, territorio attraversato, appunto, dall'antica via Annia. Nello specifico, si estende sulla totalità dei comuni di Bagnaria Arsa, Carlino, Castions di Strada, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Porpetto, San Giorgio di Nogaro, Torviscosa.
I vini della D.O.C. sono:
Friuli Annia Bianco (anche frizzante) Friuli Annia Rosato (anche frizzante) Friuli Annia Rosso (anche riserva) Friuli Annia Merlot (anche riserva) Friuli Annia Cabernet franc (anche riserva) Friuli Annia Cabernet sauvignon (anche riserva) Friuli Annia Refosco dal peduncolo rosso (anche riserva) Friuli Annia Tocai friulano Friuli Annia Pinot bianco (anche frizzante) Friuli Annia Pinot grigio Friuli Annia Verduzzo friulano (anche frizzante) Friuli Annia Traminer aromatico Friuli Annia Sauvignon Friuli Annia Chardonnay (anche frizzante) Friuli Annia Malvasia (anche frizzante) Friuli Annia Spumante (da Chardonnay o Pinot bianco) La produzione è coordinata dal Consorzio per la tutela dei vini a Denominazione di Origine Controllata Friuli Annia con sede a Udine.
Friuli Aquileia è una denominazione di origine controllata assegnata ad alcuni vini prodotti in Friuli-Venezia Giulia. È stata istituita nel 1975.
Il suo territorio coinvolge sedici comuni ed è rappresentato da una fascia che si sviluppa da Aquileia a Trivignano Udinese passando per Cervignano del Friuli e Palmanova. La gestione è affidata al Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Aquileia con sede ad Aquileia.
Friuli Isonzo o Isonzo del Friuli è una denominazione di origine controllata assegnata ad alcuni vini prodotti nel Friuli-Venezia Giulia. È stata istituita nel 1975 in concomitanza con Friuli Grave e Friuli Aquileia.
Il territorio coinvolto comprende la provincia di Gorizia centrale e sud-occidentale.
Friuli Latisana è una denominazione di origine controllata assegnata ad alcuni vini prodotti in Friuli-Venezia Giulia. È stata istituita nel 1975.
Il suo territorio si estende sulla Bassa friulana sudoccidentale, coinvolgendo in tutto dodici comuni della provincia di Udine. La sede del relativo Consorzio Tutela Vini a Denominazione di Origine Controllata Friuli Latisana si trova a Udine presso il centro regionale per il potenziamento della vitivinicoltura.
Comprende i seguenti vini: Friuli Latisana Merlot (anche nella tipologia novello e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Cabernet franc (anche nella tipologia novello e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Cabernet sauvignon (anche nella tipologia novello e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Cabernet (anche nella tipologia novello e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Carmenere (anche nella tipologia novello e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Franconia (anche nella tipologia novello e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Refosco dal peduncolo rosso (anche nella tipologia novello e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Pinot nero (anche nelle tipologie frizzante e spumante e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Rosato (anche nella tipologia frizzante) Friuli Latisana Rosso (anche nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Pinot bianco (anche nelle tipologie frizzante e spumante) Friuli Latisana Pinot grigio Friuli Latisana Tocai friulano o Friulano (anche nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Verduzzo friulano (anche nella tipologia frizzante) Friuli Latisana Traminer aromatico Friuli Latisana Sauvignon Friuli Latisana Chardonnay (anche nelle tipologie frizzante e spumante e nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Malvasia (anche nelle tipologie frizzante e spumante) Friuli Latisana Riesling Friuli Latisana Bianco (anche nelle menzioni superiore e riserva) Friuli Latisana Passito
PICOLIT
https://youtu.be/pqJFFhBEi2Y
Il famoso enologo Veronelli lo ha descritto cosi': "Fermo e aristocratico; ha nerbo deciso e stoffa alta, che si compiace sino a coda di pavone; grandissimo vino, vino da meditazione".
Una perla letteraria, che bene descrive una vera perla dell'enologia italiana. Siamo sui Colli Orientali del Friuli in provincia di Udine.
Le Prealpi Giulie riparano la vite dalle fredde correnti del nord, mentre l'influenza benefica del mare crea microclimi particolarmente favorevoli alla viticoltura.
E' chiamato Picolit per la scarsa produzione dei suoi grappoli (10-15 acini per grappolo), oppure per le ridotte dimensioni della sua uva. La sua produzione e' considerata quasi un miracolo della natura, infatti per cause legate anche al clima, molti fiori della vite non si trasformano in frutti, lasciando quindi spazi vuoti tra i pochi acini che portano a termine la maturazione.
Oggi e' prezioso ed introvabile; la sua produzione annua e' di circa 500 ettolitri, e non a caso si dice che sia il vino dei principi e dei papi. Caldamente etereo all'olfatto, presenta note di fiori di campo, di mandorla, pesca, acacia e castagna. Un'esplosione di sensazioni poi al palato: sentori di frutta candita, fichi appassiti, miele e vaniglia.
Ottimo come aperitivo, accompagna egregiamente le ostriche, si esalta sui formaggi saporiti, erborinati e piccanti; non e' da meno sul fois gras. Emozionante risulta con la pasticceria secca, o con il Gubane o Presnitz friulano.
Una tesi lo vuole vino troppo aristocratico per degnare accoppiamenti, e lo considera prestigioso vino da dopo pasto e da meditazione.
PROSECCO
https://youtu.be/WPKu5jEqaIw
Il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene è un vino DOCG prodotto unicamente nel Trevigiano, in particolare nella fascia collinare compresa tra Vittorio Veneto e Valdobbiadene. Il Distretto DOCG comprende 15 comuni: Conegliano, Susegana, San Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Tarzo, Cison di Valmarino, Follina, Miane, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Vidor e Valdobbiadene.
Originario dell'omonima località in comune di Trieste, è un vitigno a bacca bianca, da cui si ricavano gli omonimi vini bianchi, per lo più spumanti o frizzanti, con il loro caratteristico retrogusto leggermente amarognolo.
Le tipologie di Prosecco sono infatti il tranquillo, il frizzante e lo spumante. Il metodo di spumantizzazione più usato è lo Charmat (Metodo Martinotti) da cui si ottengono le versioni Brut, Extra Dry e Dry in base alla concentrazione di zucchero residuo dopo la fermentazione in autoclave.
Il Prosecco italiano non deve essere confuso con il Prosecco Dalmata, che è un vino dolce (sherry), fatto con uva passita.
RAMANDOLO DI NIMIS
https://youtu.be/pUVgYCh0hg0
Il vino prende il nome dal paese di Ramandolo, una piccola frazione del comune di Nimis, in provincia di Udine. I vigneti sono disposti al sole sulle dolci colline fra i comuni di Nimis e Tarcento, una regione che Ippolito Nievo, che soggiornò nel vicino castello di Colloredo, definì "piccolo compendio dell'Universo". Il Verduzzo friulano, con cui si produce il Ramandolo, é un vitigno antichissimo, coltivato molto prima dell'arrivo dei Romani in Friuli. Il suo DNA testimonia l'arrivo delle piante vinifere, attraverso un viaggio di secoli, dal Medio Oriente. Ricordi storici ve ne sono in abbondanza, dai tini e dalle botti utilizzati dall'imperatore Massimino per attraversare il fiume Isonzo dopo che i nemici avevano distrutto il ponte, al nome di una strada, che portava dal mare ai monti chiamata via barilaria.
Prima D.O.C.G. della regione, il Ramandolo risulta affascinante per i rari equilibri fra tannino, acidità e dolce, per il colore giallo oro antico e i profumi di albicocca passita e miele di castagno. Vino ideale per la meditazione, la sua produzione é attualmente limitata a 285.000 bottiglie annue. E' una delizia con il prosciutto San Daniele, con il lardo, il salame di Nimis, i formaggi stagionati, la trota affumicata e, naturalmente, con gli Uessuz o Ramandolini, i rustici biscotti che vengono prodotti a Nimis, seguendo una ricetta medioevale già in uso presso i frati che abitavano un piccolo convento all'ombra della storica pieve di San Gervasio. Ma non mangiateli così, secchi: accompagnateli invece, meglio ancora se inzuppati, proprio con il Ramandolo. E per chiudere proprio in bellezza? Una profumata grappa, di Ramandolo, naturalmente.
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO
https://youtu.be/5HpHamrPryQ
Vitigno autoctono friulano di grande tradizione, tanto che negli "Annali del Friuli" del 1390 si afferma che "gli ambasciatori romani offrirono venti recipienti di vino Refosco al padre generale dei Dominicani". Il refosco dal peduncolo rosso è così chiamato a causa del "pedicello" che tiene l'acino, che diventa rosso poco prima della vendemmia.
Sembra sia legato storicamente alla zona di Aquileia, cittadina fondata dai Romani nel II secolo a.C., dove i coloni impiantarono vigneti producendo il vino "pucinum" molto apprezzato a Roma. I terreni sono di origine alluvionale, costituiti da sabbie ed argille. La zona e' pianeggiante e molto vicina al mare. Il clima e' mite, ma ci sono benefiche escursioni termiche tra giorno e notte e i venti freddi di "bora" che spirano da nord-est, asciugano le colture mantenendole sane.
Il Refosco d.p.r. della DOC Friuli Aquileia ha un colore rosso rubino intenso, con sfumature porpora da giovane. Il profumo e' fruttato, soprattutto di frutti di bosco. Ma la sua vera tipicita' e' data dalla freschezza, presenta inoltre una gradevole sapidita' data appunto dai terreni sabbiosi in prossimita' del mare. Ha un retrogusto persistente e amarognolo. Ideale per accompagnare primi piatti saporiti, pesci al sugo, carni bianche e rosse, formaggi di media stagionatura ed anche baccala', seppie e pesce in umido.
L' Oltrepò Pavese Bonarda è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Pavia. Il vitigno utilizzato per la sua produzione è la Croatina detto tradizionalmente Bonarda nelle zone dell'Oltrepò e del Piacentino.
L’origine del nome Bonarda è incerta. Secondo alcuni autori, il nome deriverebbe dal patronimico longobardo Bono con l’aggiunta di “hard”, che in longobardo significava “coraggioso e forte”. La ricostruzione si basa sul fatto che i Longobardi ebbero come capitale Pavia, con estensione del loro dominio anche in Oltrepò. Il vino Oltrepò Bonarda si ottiene da uva Croatina, la cui etimologia deriverebbe da “croatta” – “cravatta” e starebbe a indicare che il vino ottenuto da Croatina si beveva nei giorni di festa, quando appunto veniva indossata la cravatta.
Di colore rosso rubino intenso; all'olfatto presenta un profumo intenso e gradevole, con delicato sentore di lieviti; al gusto si presenta secco o amabile, leggermente tannico, fresco e talvolta vivace o frizzante dotato di una mineralità che lo rende abbastanza sapido.
La versione più diffusa di questo tipico prodotto dell'Oltrepò si presenta vivace o frizzante e si abbina a piatti di salumi, bolliti, cotechino, zampone, cassoeula. Anche paste asciutte con sughi a base di pomodoro meglio se con carne, risotti con carne e/o legumi, ravioli di carne anche in brodo.
BOTTICINO
Il Botticino è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Brescia.
Caratteristiche organolettiche
colore: rubino carico con riflessi granati.
odore: vinoso e intenso
sapore: asciutto, armonico, giustamente tannico
FRANCIACORTA
https://youtu.be/28BcbQ34Yak
A identificare il Franciacorta è unicamente il nome della regione geografica, limitata e definita nei suoi confini, dove crescono le sue vigne e hanno sede i suoi produttori. Le etichette recano solo la dizione Franciacorta: un unico termine definisce il territorio, il metodo di produzione e il vino. Il Franciacorta è stato il primo vino ottenuto col metodo della rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto in Italia, nel 1995, la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, massimo riconoscimento di qualità e tipicità di un vino. Il Franciacorta deriva da Uve Chardonnay e/o Pinot nero. E’ consentito anche l’utilizzo del Pinot bianco fino ad massimo del 50%. E’ rifermentato in bottiglia con un minimo di 18 mesi di affinamento sui lieviti; elaborazione e maturazione durano almeno 25 mesi dalla vendemmia. Per produrre il Franciacorta non millesimato sono necessari tempi molto lunghi: a 7 mesi circa dalla vendemmia il vino base viene aggiunto dei lieviti e imbottigliato. Dovranno passare minimo 18 mesi di lenta rifermentazione in bottiglia a contatto con i lieviti prima di poter essere sottoposto alla sboccatura, mentre per i Satén e i Rosé non millesimati i tempi si allungano fino a 24 mesi. Per i Franciacorta millesimati il periodo di affinamento sui lieviti minimo, come da Disciplinare, sale almeno a 30 mesi. Ci vorrà ancora più pazienza per chi vuole degustare un Franciacorta Riserva, che può essere immesso al consumo solo dopo 60 mesi di riposo a contatto coi lieviti per un tempo totale di 67 mesi dalla vandemmia. Sono ammesse le tipologie: Non dosato (Pas Dosé, Dosage Zèro, Nature), Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec, DemiSec. La pressione in bottiglia varia tra le 5 e le 6 atmosfere. Colore giallo paglierino con riflessi verdolini o dorati, perlage fine e persistente; bouquet con caratteristiche note della fermentazione in bottiglia, sentori di crosta di pane e di lievito arricchiti da delicate note di agrume e di frutta secca (mandorla, nocciola, fichi secchi), sapido, fresco, fine e armonico. Il Franciacorta è ideale a tutto pasto: con le sue diverse tipologie di sapore è abbinabile a una gamma estremamente ampia di piatti e prodotti. Ogni tipologia possiede una sua spiccata personalità. Va servito nei calici Franciacorta a una temperatura di 8-10 °C.
GUTTURNIO
Il Colli Piacentini Gutturnio è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Piacenza ottenuto da vitigni: Barbera e Croatina. È il capostipite dei vini rossi piacentini. Nel 1967 il Gutturnio è stato tra i primi dieci vini italiani (e il primo vino piacentino) a ricevere la denominazione d'origine controllata (DOC).
Esistono vari tipi di Gutturnio: Gutturnio Classico Gutturnio Classico Riserva Gutturnio Classico Superiore Gutturnio Frizzante Gutturnio Riserva Gutturnio Superiore Caratteristiche organolettiche colore: rosso rubino brillante di varia intensità. odore: vinoso e caratteristico. sapore: secco o abboccato, fresco, giovane, tranquillo o vivace
Cenni storici
Il Gutturnio nasce in epoca romana da una "ricetta" inventata da Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Giulio Cesare, la cui madre aveva origini piacentine. Questo legame viene svelato anche da Cicerone che, con la volontà di accusarlo per alcune scelte politiche errate, all'interno dell'orazione "In Pisonem", lo ridicolizza sottolineando il suo eccessivo apprezzamento per questo vino. Il nome Gutturnio deriva da gutturnium, una grande coppa d'argento rinvenuta nel 1878 a Velleia. Si tratta di una coppa di circa due litri.
Il gutturnium veniva utilizzato al termine della cena. Riempito di vino, veniva passato di mano in mano tra i commensali per bervi a turno come simbolo di fraternità e amicizia.
Da un passato più recente deriva invece la tradizione che prevede che il Gutturnio non venga bevuto in bicchiere ma all'interno di ciotole bianche di ceramica.
Localmente la croatina è detta anche "bonarda" sebbene non abbia nulla a che fare con il vitigno piemontese bonarda. Invece, il sinonimo locale della croatina ha a che fare con il vicino vino DOC Bonarda dell'Oltrepò Pavese con base ampelografica simile al Gutturnio.
Abbinamenti consigliati
La versione frizzante si abbina ai taglieri di salumi piacentini D.O.P. (salame, coppa e pancetta) e formaggi, pistä 'd grass (lardo battuto a coltello con aglio e prezzemolo), primi piatti della cucina piacentina come i classici Pisarei e fasö (gnocchetti di acqua, farina e pan grattato fatti a rigorosamente mano conditi con un sugo di fagioli borlotti). Le versioni ferme sposano arrosti e bolliti, brasati e carni alla griglia. Eccellente l'abbinamento con la coppa piacentina arrosto.
LUGANA
Il Lugana è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Brescia e Verona. Il nome della denominazione deriva dalla frazione omonima sita nel comune di Sirmione in Provincia di Brescia.
Caratteristiche organolettiche
Lugana
colore: paglierino o verdolino con tendenza al giallo leggermente dorato con l'affinamento
odore: delicato, gradevole e caratteristico
sapore: fresco, morbido, armonico, con eventuale leggera percezione di legno
Lugana superiore
colore: paglierino o verdolino, con tendenza al giallo dorato con l'invecchiamento
odore: delicato, gradevole, caratteristico
sapore: morbido, da secco all'abboccato, armonico, corposo, con eventuale leggera percezione di legno
Lugana riserva
colore: paglierino, con tendenza al giallo dorato con l'invecchiamento
odore: delicato, gradevole, caratteristico
sapore: secco, morbido, da secco all'abboccato, armonico, corposo, con eventuale percezione di legno
Lugana Vendemmia Tardiva
colore: giallo dorato con tendenza all'ambrato all'invecchiamento
odore: intenso, gradevole, caratteristico
sapore: armonico, vellutato, dall'amabile al dolce, di corpo, con eventuale percezione di legno
Lugana spumante
spuma: fine e persistente;
colore: paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi dorati odore: fragrante con sentore di fruttato quando è spumantizzato con il metodo Charmat; bouquet fine composto proprio della fermentazione in bottiglia quando è spumantizzato con il metodo classico
sapore: fresco, sapido, fine ed armonico
Abbinamenti gastronomici
Il Lugana è indicato come aperitivo, con la pizza, il pesce di lago, trota, persico e lavarello. Ottimo con gli antipasti. Il Lugana superiore può essere abbinato a primi piatti di pasta con sughi elaborati (4 formaggi ad esempio), con la scaloppina di vitello, con formaggi tipo robiola. Il Lugana riserva è ottimo con il formaggio alla piastra, il manzo di Rovato. Il Lugana spumante charmat è indicato come aperitivo. Quello prodotto con il metodo classico si può degustare con i casoncelli bresciani. Il Lugana vendemmia tardiva è perfetto con il gorgonzola, ma anche con la bruschetta di alici nonché con i biscotti di farina gialla (poco dolci).
MOSCATO DI SCANZO
Il Moscato di Scanzo è un vino passito ottenuto esclusivamente dalla vinificazione delle uve provenienti da un vitigno autoctono selezionato negli anni ‘70 dall’allora Ispettorato Agrario. Storici locali fanno risalire la coltivazione della vite al periodo pre-romano, altri ritengono che furono proprio i romani ad introdurne la coltivazione nelle vocate zone collinari. Altri documenti storici ci confermano la particolare fortuna di questo vino passito nel ‘600 e nel ‘700. La Docg Moscato di Scanzo si caratterizza per essere la più piccola d' Italia: la zona di produzione è limitata a una porzione del Comune di Scanzorosciate (Bg) e i produttori sono 39, di cui 33 aderenti al Consorzio di Tutela. La superficie a vigneto non supera i 31 ettari, con una produzione vinicola di poco superiore alle 60.000 bottiglie. Il vino Moscato di Scanzo è vinificato in purezza (vitigno 100% Moscato di Scanzo). Il processo di lavorazione delle uve è lungo e laborioso. Dopo la raccolta, le uve subiscono un appassimento per un periodo non inferiore ai 21 giorni per raggiungere un idoneo grado zuccherino e successivamente il vino ottenuto dalle uve appassite deve essere sottoposto ad un invecchiamento minimo di due anni. Solitamente viene vendemmiato il mese di ottobre e i grappoli stesi su graticci in ambienti condizionati a temperatura inferiore ai quindici gradi e con umidità variabile. Per disciplinare dopo almeno venti giorni e comunque dopo un buon appassimento si procede alla sgranatura e pigiatura delle uve. Dopo un periodo di appassimento di almeno 20 giorni, si ottiene un passito con una gradazione naturale compresa tra 15 e 18 gradi. Il Moscato di Scanzo non tollera il legno, l'invecchiamento avviene in contenitori di vetro o di acciaio e può essere commercializzato dopo il 1 novembre dei due anni successivi alla vendemmia. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è di 17,00% vol, di cui almeno il 14,00% svolto con contenuto di zuccheri residui compreso fra i 50 e i 100 g/l; l’acidità totale minima è di 4,5 g/l. E’ di colore rosso rubino, più o meno intenso, che può tendere al cerasuolo con riflessi granati; l’odore è delicato, intenso, persistente, caratteristico; il sapore dolce, gradevole, armonico, con leggero retrogusto di mandorla. Il Moscato di Scanzo va servito in piccoli calici per vini da dessert a una temperatura di 8-10°C. Va abbinato a dolci da forno, dolci a pasta lievitata poco consistenti, in particolare a base di frutta; indicati anche zabaione, panna cotta, dessert a base di panna, ecc.
OLTREPO’ PAVESE
La denominazione Oltrepò Pavese è riservata ai vini DOC la cui produzione è consentita nella zona chiamata Oltrepò Pavese compresa nella fascia collinare della provincia di Pavia a sud del Po. A partire dalla vendemmia 2007 è stata riconosciuta la DOCG al vino spumante Oltrepò Pavese metodo classico.
Il primo dato certo relativo alla produzione di spumante risale al 1870 quando l’ing. Domenico Mazza di Codevilla ha dato inizio alla produzione dello “Champagne” d’Oltrepò. La tradizione è continuata fino ad oggi con il riconoscimento, nazionale e internazionale, dell’Oltrepò quale territorio d’eccellenza per la produzione di spumante metodo classico da uve di Pino nero. Composto da Pinot nero, minimo 70%; Chardonnay, Pinot grigio e Pinot bianco congiuntamente o disgiuntamente fino ad un massimo del 30%.
Titolo alcolometrico minimo: 11,50% vol.; acidità totale minima: 5,0 g/l.
Di spuma: fine e persistente; ha colore: paglierino più o meno intenso; con bouquet fine, gentile, ampio; sapore sapido, fresco e armonico.
Ottimo come aperitivo, si abbina agli antipasti di pesce e uova, ai primi speziati e profumati e alla frittura di pesce; temperatura di servizio 4-6°C.
SFORZATO DI VALTELLINA DOCG
Lo Sforzato o Sfursat di Valtellina è un vino DOCG la cui produzione è consentita nella provincia di Sondrio. Si pensa che furono i liguri i primi a cominciare l'imponente lavoro di terrazzamento che ha reso sfruttabili terreni ottimamente esposti. Storicamente erano coltivati vitigni autoctoni, ai quali, nel corso del Medioevo o in età napoleonica, si affiancò il nebbiolo, denominato localmente chiavennasca. Nelle zone più settentrionali della Lombardia i vigneti superano spesso gli 800 m di altitudine, ma la felice esposizione consente loro di godere di una temperatura paragonabile a quella di microclimi di zone poste ad altitudine più moderate e collocate più a sud. A influenzare il clima sono soprattutto i sistemi montuosi che proteggono la zona dai venti freddi del nord e da quelli umidi del sud; è anche importante l'azione svolta dalla Breva, un venticello che in primavera e in estate si leva dal Lago di Como e risale l'Adda facendo affluire aria tiepida che favorisce l'impollinazione primaverile e mantiene asciutti i grappoli e terreni. Il vitigno principale è il Nebbiolo (localmente Chiavennasca), completato per un massimo del 10% da vitigni autoctoni (pignola, tossola, prugnola), pinot nero, merlot. Lo Sforzato si produce da una parte delle uve destinate alla produzione dei Valtellina Superiore, selezionate nelle annate migliori, quando cioè dispongono di un elevato grado zuccherino. I grappoli, che devono avere una resa massima di 120 q/ha, a maturazione raggiunta, ma anche per prevenire grandinate estive o nevicate anticipate, vengono raccolti manualmente, dato che le ripide montagne spesso non consentono l'accesso dei mezzi agricoli e, posti in apposite gerle, vengono trasportati tramite piccole funivie o su trenini monorotaia o spesso a spalla verso i punti di raccolta per poi essere inviati alle cantine. Vengono, quindi, esposti su graticci e lasciati appassire in modo da concentrare gli zuccheri; segue la pigiatura e la macerazione del mosto sulle bucce. Il vino ottenuto è lasciato invecchiare un anno a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia. Di colore rosso rubino con eventuali riflessi granato, ha odore intenso con sentori di frutti maturi, ampio e sapore di grande morbidezza, asciutto, strutturato e di carattere, con eventuale percezione di legno. Deve avere minimo 14,00% ed acidità minima: 5,0 g/l, con invecchiamento ed affinamento di almeno venti mesi, dei quali almeno 12 in botti di legno.Va servito alla temperatura di 18°C; accompagna bene portate a base di carni rosse o di selvaggina da pelo lungamente cotta in intingolo; le bottiglie più morbide e dotate di maggior residuo zuccherino possono essere servite con formaggi saporiti, intensi e lungamente stagionati.
VALTELLINA
https://youtu.be/kmA4UzaQRB8
Questo è un vino da grandi invecchiamenti con una gradazione alcolica minima di 12 gradi. L’area interessata da questa denominazione è la migliore esposta al sole e si estende dal comune di Berbenno in Valtellina a quella di Valgella, su una superficie di circa 200 ettari vitati. Su questo territorio sono state riconosciute 5 denominazioni di sottozona (Sassella, Grumello, Inferno, Maroggia e Valgella), a seconda della zona geografica in cui viene coltivata la vite, da ovest a est risalendo la valle. E’ un vino di uve Nebbiolo che segue un disciplinare rigoroso di produzione e che ne tutela l’elevata qualità: resa massima di 8 tonnellate/ettaro e un periodo minimo di affinamento di 24 mesi. Il risultato è un vino da grandi invecchiamenti con una gradazione alcoolica minima di 12 gradi. Nelle annate migliori, dopo un invecchiamento di almeno 3 anni, il Valtellina Superiore può dotarsi della specificazione aggiuntiva di “riserva”.
ALTO ADIGE
L'Alto Adige Metodo Classico Brut DOC presenta una vinificazione separata per i tre vitigni con pressatura soffice delle uve e fermentazione a temperatura controllata 14-16°C. L’affinamento avviene in acciaio inox fino in primavera sui lieviti della prima fermentazione. Al vino base viene aggiunto del liquer de tirage, posto in bottiglie chiuse con tappo corona e accatastate in cantina a 10-12°C, dove inizia la seconda fermentazione. Finita questa il prodotto rimane sui lieviti per almeno 24 mesi, prima di essere degorgée e messo in commercio. Colore giallo paglierino brillante, perlage finissimo e persistente, profumi fruttati con nota equilibrata di lievito. Il gusto è fresco, secco, di ottima persistenza, con un bel retrogusto di frutta secca.
CASTELLER
Il Casteller è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Trento.
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino più o meno intenso.
odore: vinoso con leggero profumo gradevole. sapore: asciutto o leggermente amabile o amabile, armonico, vellutato, gradevole.
COLLI DI BOLZANO
L'Alto Adige Colli di Bolzano (in tedesco Südtiroler Bozner Leiten) è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia autonoma di Bolzano.
Il Lago di Caldaro, o Caldaro o Kalterersee o Kalterer è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Bolzano e Trento.
Caratteristiche organolettiche
colore: da rosso rubino al granato.
odore: gradevole profumato e fruttato. sapore: morbido, armonico, leggermente di mandorla.
LAGREIN
https://youtu.be/YmM9VtYGJgA Il Lagrein è un vitigno rosso autoctono dell'Alto Adige. Viene vinificato come rosso o rosato (Kretzer). Il terreno prediletto dal vitigno è di tipo calcareo-argilloso con un sottosuolo ghiaioso; il grappolo ha una dimensione media con forma tendente al piramidale. Il Lagrein è molto sensibile all'attacco degli acari e a volte può essere infettato da peronospora ed oidio.
Descendenza: analisi genetiche dimostrano nell'Italia del Nord una stretta parentela con Teroldego e Marzemino. Inoltre esistono legami con Syrah.
Fino al XVIII secolo con "Lagrein" di solito si indicava il Lagrein bianco, che è stato probabilmente fin dal Medioevo la più importante varietà nei dintorni di Bolzano. Indicato come "Lagrinum bonum" in un atto di Termeno nel 1379, una fonte di Bolzano nel 1498 nota esplicitamente il buon Lagrein bianco ("gueten weissen Lagrein"), mentre una del 1420 cita il "lægrein wein", sempre a Bolzano. Il Lagrein Rosso ("rot lagrein") trova la prima nominazione nel programma tirolese di Michael Gaismair del 1525.
Di colore rubino vivace, ha profumo di lampone intenso, mirtillo, mora, viola con fondo di erbe aromatiche montane. In evoluzione ricorda i profumi della confettura di prugna, spezie, legno balsamico e a volte note di cioccolato. Il gusto è vellutatamente tannico, armonico, persistente sul palato. Dal carattere forte ed invitante Gradazione Minimo 11,5°.
Se invecchiato per almeno due anni, il Lagrein Dunkel può essere denominato "riserva". Temperatura di servizio sui 16°-18° in bicchiere a calice da vino rosso. Si abbina bene a piatti importanti. In cucina si può preparare col lagrein un ottimo brasato, secondo la ricetta tipica alto atesina.
MÜLLER-THURGAU
Il Müller-Thurgau è un vitigno originario del Geisenheim in Germania e utilizzato per produrre vino principalmente in Germania, Ungheria, Austria e Italia. Il vitigno fu creato alla fine del XIX sec. mediante incroci di Riesling renano X Madeleine Royale (prima delle ricerche sul DNA si pensava tra Riesling e Sylvaner), dall'enologo svizzero (turgoviese) Hermann Müller.
Genealogia e sviluppo della vite del Müller-Thurgau
1882 incrocio di vitigni in Geisenheim da parte di Hermann Müller
1890 affinamento e messa a punto delle viti
1891 spostamento di Hermann Müller a Wädenswil (Svizzera) 150 viti Geisenheimer inviate in Svizzera
1892-1893 impianto di nuove viti in Svizzera
1894 piantagione di 73 specie nel land Riesling e Sylvaner - la razza n° 58
1897 prima riproduzione di nuove viti da Schellenberg (Wädenswil) 1901 primo perfezionamento sulle radici americane
1903 prima produzione della nuova specie
1906-1907 gamma di prova
Superficie di produzione:183 ha
Zona di produzione: Valle Isarco, conca di Bolzano, Oltradige, Bassa Atesina, Val Venosta, Valle dell'Adige.
Caratteristiche:
Il Müller Thurgau è un vino bianco gustoso dal colore giallo verdognolo fino a giallo chiaro, con profumo delicato con note erbacee e di noce moscata, sapore fresco e aromatico.
colore: dal bianco carta al giallo paglierino tenue, con riflessi verdolini, brillante.
odore: profumo caratteristico delicato e gradevole.
sapore: secco, amabile, sapido, fresco, acidulo con leggero retrogusto amarognolo.
Abbinamenti consigliati:
È adatto come vino da aperitivo, ma anche con antipasti, pesce bollito o alla griglia.
Il Riesling Renano è un vitigno bianco dal quale si ottiene un vino fruttato e di carattere. Originario della Germania, si diffuse poi in Alsazia, Austria e Italia; oggi viene prodotto in molti luoghi del mondo, inclusa l'Australia.
Fra le regioni dove si producono i Riesling più rinomati si possono citare le vallate tedesche attraversate dai fiumi Reno, Nahe, Mosella, Saar e Ruwer. Per le caratteristiche morfologiche del territorio, i vigneti di questa regione hanno spesso forti pendenze che favoriscono l'esposizione delle piante ai raggi solari; questo dona al vino un’intensità e un bouquet molto apprezzati. Grazie alla latitudine settentrionale di questa zona e alle caratteristiche vulcaniche del territorio, il Riesling prodotto in Germania è caratterizzato dall'equilibrio tra acidità, dolcezza e contenuto alcolico.
Coltivato fuori zona tende a mantenere le sue caratteristiche originarie. Esiste anche un vitigno denominato "Riesling Italico".
Il vino si presenta di colore paglierino con riflessi verdastri. Il bouquet è fruttato, con sentori di pesca e di albicocca. Vino "per palati fini", secondo molti appassionati ed esperti divide, con lo Chardonnay, il gradino più alto della qualità dei vini bianchi. Si accompagna a pesce lesso o ai ferri, a minestre e a carni bianche e va servito a 8-10 C.
TEROLDEGO ROTALIANO
https://youtu.be/9jMwKgsiJYI
Il Teroldego Rotaliano è un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata (DOC) prodotto con uve Teroldego in provincia di Trento. La denominazione è stata autorizzata con DPR 18 febbraio 1971 e successive modifiche. Non si conosce di preciso l’origine del nome, tuttavia esso potrebbe derivare da una sottozona chiamata “Le teroldeghe”, citata fin dall’antichità e corrispondente all’attuale centro del Campo Rotaliano, tra Mezzocorona e Mezzolombardo. Molto accreditata e decisamente più folcrolistica e storica è la declinazione fonetica del tedesco Tiroler gold ovvero "oro del Tirolo", da cui “Teroldego”, successivamente diventato “Teroldego Rotaliano” per tutelare le caratteristiche pedo-climatiche della zona d’origine. Meno riconosciuta la teoria per cui il toponimo “Teroldego” deriverebbe dall'uva "Teroldola" (citata in un documento del Concilio di Trento).