
mercoledì 5 marzo 2025
Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 16/16 Condimenti

Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 15 Salse
KETCHUP
Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 14 Conserve dolci

I panetti di mandorla sono un concentrato di pasta di mandorla freschi e artigianali, ottimi per preparare un'ottima granita di mandorla o per dissetarsi con il latte di mandorla. L'utilizzo del panetto è molto semplice, viene sciolto in acqua (250 g in lt. 1,250) filtrato con un colino fine. E' possibile gustare latte/granita di mandorle nei migliori bar/pasticcerie della Sicilia, niente a che vedere con i preparati industriali, in cui la percentuale di mandorle è bassissima. I panetti possono essere acquistati anche per uso casalingo.
Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 13 Conserve salate
FARINA DI TEFF

Provate la farina magari miscelata ad altre, per realizzare pane, pizza, cracker, muffin, pancakes, budini e dolci vari ma anche come addensante nelle zuppe, nei minestroni, nei sughi e nel porridge. Il cereale può sostituire egregiamente le noci o il sesamo e può essere mescolato a legumi, tofu e verdure anche per la preparazione di piatti vegetariani come le polpette. I semi germogliati sono ottimi nelle insalate.
Attualmente è la Spagna la maggior esportatrice di Teff, proprio perché con grande successo è riuscita a dare il via alla sua coltivazione nelle provincie castigliane di León, Valencia, Salamanca, Valladolid e Zamora. In Spagna oggi il Teff è disponibile in oltre quaranta punti vendita. Qui da noi, è possibile trovarlo nei negozi di alimentazione naturale.
Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 12 OLIO
OLIO ALTO CROTONESE
Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 11 Frutta

L’albicocca Valleggia (nome della località di massima produzione, sita nel comune di Quiliano, in provincia di Savona) la si riconosce grazie alla buccia sottile, di un delicato colore arancio, picchiettato da puntini color mattone. E' di piccola dimensione ma il suo aroma e il suo sapore sono molto più intensi delle altre varietà sul mercato. La raccolta si concentra in tre settimane tra fine giugno e luglio, su piante più alte della norma, non coltivate a spalliera come avviene normalmente nei frutteti moderni, e questo rende più impegnativa la potatura e la raccolta dei frutti. La Valleggia era presente sulla costa savonese già dalla fine dell'800, raggiungendo il momento di massima espansione negli anni '50-'60 quando i frutteti si estendevano per centinaia di ettari, da Loano a Varazze. L'albicocca di Valleggia rappresentava il 70% della produzione della provincia. Veniva esportata anche su mercati esteri -come quello svizzero e tedesco- con treni speciali che partivano proprio dalla Riviera.
Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 10 ORTAGGI

Patata prugnona Brignonn-a, Brugeua, Rossa, Quäntinn-a viola, Quarantina vera, Brügnœa, Brügnun-a, Prugnona, Quarantina Rossa, Quarantina vera.
Zona di produzione: Tutto il territorio dell'entroterra ligure Patata prugnona della montagna genovese, detta anche Brignonn-a, Brugeua, Rossa, Quäntinn-a viola, ha la buccia dal caratteristico colore viola-scuro che ricorda quello della prugna. Tubero tondo, globoso, buccia di colore viola-lilla con rottura crema, pasta bianca e di consistenza molto fine; gemme viola, mediamente profonde; fiore di colore esterno indaco. Il sapore è delicato, regge bene la cottura ed è ottima per gli stufati.
Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 9 Riso



Risotto all’amarone
Risotto alla zucca
Buttapietra
Cerea
Casaleone
Concamarise
Erbè
Gazzo Veronese
Isola Rizza
Isola della Scala
Mozzecane
Nogara
Nogarole Rocca
Oppeano
Palù
Povegliano Veronese
Ronco all'Adige
Roverchiara
Salizzole
Sanguinetto
San Pietro di Morubio
Sorgà
Trevenzuolo
Vigasio
Zevio
Corso di materie prime tipiche del food: Lezione 8 PASTA

La forma tradizionale è quadrata, con il ripieno racchiuso da due sfoglie di pasta all'uovo. La caratteristica principale dell'agnolotto piemontese rispetto alle altre specialità di pasta ripiena del resto d'Italia è l'utilizzo di carne arrosto per il ripieno.
Caratteristici della zona delle Langhe e del Monferrato sono gli agnolotti del plin o agnolotti al plin, di piccole dimensioni e forma perlopiù rettangolare (il termine deriva appunto dal 'plin', ovvero il pizzicotto che viene dato per chiuderlo).
- con sugo di carne arrosto.
- con burro, salvia e Grana Padano o Parmigiano Reggiano.
- con ragù di carne alla piemontese.
- in brodo di carne.
L'agnolotto è un piatto classico della cucina popolare piemontese: è infatti consuetudine utilizzare per il ripieno gli avanzi di arrosto dei giorni precedenti, triturati e mescolati fra loro, insieme a verdure, riso o altri ingredienti. Considerando questa origine risulta improprio parlare di una ricetta tradizionale per il ripieno, in quanto questo variava in relazione agli avanzi a disposizione; il fatto che questa sia da considerare l'origine più genuina dell'agnolotto è attestata dall'utilizzo del sugo di arrosto per il condimento: questa ricetta infatti prevede di riutilizzare non solo la carne avanzata, ma anche l'intingolo dell'arrosto, coerentemente con la tradizione contadina che prevede di evitare ogni spreco.


Il piatto è ricco ed elaborato, come del resto molti piatti proposti nelle festività importanti, ma l'insieme degli ingredienti ne fa un piatto raffinato.
Generalmente nel Piacentino il ripieno è composto da una base di stracotto di manzo, che ha sostituito la carne di cavallo e maiale usata in passato. Terminata la cottura, la carne va tritata finemente assieme alle verdure del fondo di cottura, aggiungendovi Grana Padano e noce moscata. La ricetta prevede per la cottura dell'ottimo brodo, meglio se di cappone. In Val d'Arda è invece diffusa un'altra variante, il cui ripieno è composto esclusivamente da Grana Padano molto stagionato e pane grattugiato.
A quest'ultima preparazione è affine quella della zona di Fidenza (PR) e della Bassa parmense, dove il ripieno si prepara solo con pane grattugiato scottato con ottimo brodo, sale, noce moscata, uova e Parmigiano-Reggiano stravecchio. A Parma e dintorni è invece d'obbligo la presenza della carne che può essere di manzo, maiale, d'asino e/o cavallo, (o una combinazione delle precedenti a seconda della tradizione della famiglia), accompagnata da Parmigiano-Reggiano e aromi vari. Nel Parmense sono popolarmente e scherzosamente soprannominati "salvagenti" o "galleggianti".
Su proposta della Regione Emilia-Romagna il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha riconosciuto gli anolini come uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani tipico della provincia di Piacenza. I marubini sono riconosciuti P.A.T. su proposta della Regione Lombardia.
La ricetta della Val d'Arda è tutelata con il marchio De.Co. dal comune di Fiorenzuola d'Arda.

Si prepara l'impasto. Si uniscono le farine con un po' d'acqua ed un po' di sale. Poi si prepara la sfoglia e la si taglia in lunghe striscioline, tipo tagliatelle, della larghezza di circa 4 mm.
Una volta fatti, si lasciano asciugare sulla madia e poi si cuociono per 2 minuti, in acqua portata ad ebollizione e salata, od anche in latte.
Vengono conditi con il pesto, patate tagliate a pezzetti e i navoni.
Si possono accompagnare con un buon vino bianco come per esempio il Golfo del Tigullio Bianchetta Genovese.
Il comune di Uscio (GE) ha fatto richiesta per la De.Co.
Appartiene alla cucina povera della cucina ligure. I battolli nascono dall'utilizzo delle risorse presenti nella zona e nella campagna. In questo caso la castagna da cui viene ricavata la farina di castagne e le coltivazioni locali quali grano, patate, basilico, e navoni nauìn che sono rape bianche, utilizzate anche come alimento per il bestiame.


La principale caratteristica di questa pasta è la sua ruvidità, che le consente di trattenere sughi e condimenti; questa sua peculiarità le viene donata dal tipo di preparazione a trafila che impiega torchi a forma tradizionale e originariamente azionato a mano.
Esistono alcune varianti di questa pasta che si ottengono variando il tipo di farina (usando la farina saracena si ottengono i bigoli scuri) o aggiungendo l'uovo nell'impasto.
I bigoli vengono conditi con sughi tradizionali, in particolare con ragù d'anatra, o serviti in salsa o con le sardine o sardelle (bigoli co le sardele).
Ogni anno l'ultima settimana di aprile si tiene a Limena (PD) la cosiddetta "festa dei bigoi al torcio". Tutti i sabati e le domeniche di Maggio si tiene la festa dei bigoli a Rovolon (PD) in località Carbonara. Il terzo fine settimana di Maggio si tiene la festa anche ad Abano Terme in località Monterosso.


Solitamente, le caccavelle sono cotte e servite in terrine di terracotta invetriata o pentoline in rame.



Questo tipo di pasta viene commercializzato sia nella versione precotta sia nella versione che necessita una lessatura prima di essere riempito. Le dimensioni sono approssimativamente di 8 - 10 cm di lunghezza e circa 2 di diametro.


Quale riscoperta della cucina povera, dopo la seconda guerra mondiale, il capunsel comincio' ad essere servito anche nelle osterie e quindi nei ristoranti. L’inserimento nel menu dei locali costituì la fortuna di questo particolare piatto, che è stato così valorizzato e riconosciuto dalla regione Lombardia.
La sua affermazione definitiva l'ha avuta proprio quando la Regione lo ha "nominato" prodotto protetto. La ricetta autentica del capunsel è venuta da una ricerca gastronomica che ha interessato tutti i paesi dell'Alto Mantovano.
A seconda delle varie località delle colline moreniche mantovane, il capunsel viene cucinato con alcune varianti. Per esempio a Solferino essi hanno una variante che si fa risalire ai tempi dei Gonzaga, cioè l’aggiunta di amaretti sbriciolati all’impasto. La confraternita del Capunsèl di Solferino ha inteso promuoverlo e tutelarlo. I capunsei sono a Guidizzolo serviti o in brodo o asciutti conditi con olio, burro, prezzemolo, cipolla, aglio, basilico, salvia e rosmarino leggermente soffritti. A Volta i capunsei sono serviti in burro fuso o con un trito di erbe aromatiche.

Vengono gustati e serviti col ragù oppure con verdure tipo broccoli o cardoncelli. I cavatelli sono una delle più importanti specialità della regione Molise e del suo capoluogo Campobasso,
La ricetta tradizionale vede i cavatelli serviti tipicamente con sugo di carne di maiale (in particolare il 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio Abate) o con spigatelli e carne macinata.
A Campobasso i cavatelli vengono conditi con il sugo e serviti con le costolette di maiale (tracchiulelle in dialetto)
A Campobasso i cavatelli vengono conditi con i cicoli di maiale soffritti e serviti in bianco con gli spigatelli (spigatiell in dialetto)
A Montenero di Bisaccia il piatto tipico del paese sono i cavatelli (in dialetto "cuzzutilli") con la Ventricina di Montenero
Sagre
A Vitorchiano si svolge per tre giorni ogni estate i primi giorni di agosto la sagra del cavatello, nella piazza centrale del centro storico. La pasta viene condita con il tipico sugo di pomodoro, aglio e finocchio.
A Caggiano ad agosto si svolge la sagra dei crusìcchi.
Anche a Ruvo del Monte, il 10 agosto, si svolge la sagra dei cavatelli cu' u cas' r'cott', cioè cavatelli al sugo, conditi con il cacioricotta.
A Petrella Tifernina, solitamente la prima domenica dopo il ferragosto si svolge la sagra dei "cavètièlle e savecicce", cavatelli conditi con sugo e salsiccia di maiale.
Abbinamenti enogastronomici


























I Tortellini di Valeggio sul Mincio sono una pasta all'uovo ripiena, originaria del luogo, che la leggenda vuole sia nata nel Trecento. Per la sfoglia vengono utilizzati farina e uova. Si mescolano le uova con la farina sino ad ottenere un impasto morbido. La sfoglia ottenuta viene tirata molto sottile e tagliata a piccoli quadratini. Per il ripieno viene utilizzata carne di manzo, maiale, pollo, aromi naturali (cipolla, carote, sedano e rosmarino), vino Bardolino e un po' di pane grattugiato (a seconda delle ricette) cotti assieme. A fine cottura si macina il tutto amalgamando fino ad ottenere un impasto morbido. Il ripieno così costituito viene posizionato sui quadratini di sfoglia successivamente chiusi. I tortellini vanno quindi lasciati riposare fino a che la pasta non sarà asciutta.

