mercoledì 24 agosto 2022

ORIGANO


L’origano è probabilmente l’erba aromatica più conosciuta e utilizzata della cucina mediterranea. E’ un ingrediente fondamentale in molti piatti, specialmente dell’Italia meridionale, quali: la Pizza napoletana, la celeberrima “Caprese”, la carne alla “Pizzaiola” e molti altri. Si sposa particolarmente bene con i piatti a base di pomodoro, in special modo in insalata.
STORIA DELL’ORIGANO
Il nome deriva dal greco Origanos composto da Oros, montagna, e da Ganos, “delizia, bellezza, gioia”, con il significato quindi di: “bellezza di montagna”. Nell’antica Grecia si lasciavano pascolare le pecore e le capre nei campi di origano perché una dieta ricca di quest’erba rende le carni e il latte particolarmente gustosi.

Gli Egizi, oltre a servirsene per la conservazione delle mummie, lo utilizzavano per unguenti e per il massaggio del corpo dopo il bagno. Secondo il filosofo greco Aristotele (384-322 a. C.) le tartarughe, dopo aver placato la loro fame mangiando un serpente, dovevano ingerire subito dopo dell’origano, altrimenti sarebbero morte. I Romani usavano l’erba sia in cucina che in molte ricette medicinali. Plinio lo consigliava bollito, in impacchi, per contusioni e mal di denti; mescolato con miele e nitro, scriveva, avrebbe reso bianchi i denti. Per curare la gola infiammata si applicava un trito con noce di galla e miele, mentre la cura della milza consisteva in foglie di origano mescolate con miele e sale. Chi era stanco si aiutava con un unguento frizionato su tutto il corpo, stando però attento a non bagnare il ventre. Impiastri con fichi abbrustoliti e origano, facevano scoppiare i foruncoli. Comune a tutte le varietà di origano era la proprietà di tenere lontano i serpenti e con l’origano stesso venivano curate le persone morse dalle vipere.
Nel Medioevo gli uomini calvi si frizionavano il cuoio capelluto con il suo olio perché credevano- o speravano- che facesse ricrescere i capelli. Nell’età Moderna era lodato come antidoto contro la “malattia nera dell’anima” cioè la depressione, tanto che in alcuni vecchi detti tedeschi lo si ritrova con il nome di “erba del buon umore”.
LE 4 SPECIE DI ORIGANO PRESENTI IN ITALIA
L’origano è spontaneo in gran parte dell’Europa e dell’Asia Occidentale e Centrale, ma le piante che crescono nelle regioni mediterranee hanno aroma assai più intenso e deciso.
Infatti, in Italia sono presenti 4 specie di origano:
1) Origano comune (Origanum vulgare)
2) Origano meridionale (Origanum heracleoticum)
3) Origano maggiorana (Origanum majorana)
4) Origano siciliano (Origanum onites)
L’Origano meridionale (Origanum heracleoticum), presente esclusivamente nel Sud Italia, è quello maggiormente apprezzato.
ORIGANO COMUNE (Origanum vulgare)
L’origano comune è una pianta erbacea perenne con odore penetrante, alta 20-40 cm, con fusto strisciante, poi ascendente, villoso, ramoso e spesso arrossato in alto. Le foglie sono ovato-lanceolate, brevemente picciolate, spesso asimmetriche alla base, dentellate al bordo. I fiori sono raccolti in dense pannocchie terminali arrotondate, le brattee inferiori sono simili a foglie; quelle superiori sono di colore violaceo; il calice ha cinque denti uguali, tubo lanuginoso all’interno, corolla a due labbra, più lunga del calice, di colore porpora.
Habitat. boscaglie rade, cespuglieti, rupi soleggiate da 0 a 1400. In Abruzzo si spinge fino a 1700 metri.
Fioritura. da giugno a settembre.
Distribuzione. E’ presente in tutto il territorio: comune in Italia Settentrionale e Centrale e Corsica (manca nella Padania); raro in Italia Meridionale fino alle Murge e Pollino, Sicilia e Sardegna.
Variabilità. Vengono distinti individui (più raramente intere popolazioni) con spighe allungate, prismatiche (generalmente indicate come subsp. prismaticum Gaudin) oppure ridotti in ogni parte con foglie ellittiche (7-13 x 10-20 mm: O. umile Miller) oppure con foglie decisamente glauche nella pagina inferiore (var. semiglauca Boiss). Secondo il Pignatti si tratta di variabilità casuale. Più difficile l’interpretazione di popolazioni con brattee e calice verdi, che si prestano a confusione con O. heracleoticum. 
Nomi comuni e dialettali: l’origano comune è chiamato anche Arigano, Rigano, Rianu, Acciughero, Maggiorana selvatica, Cornabusa, Erba acciuga, Menta bastarda. Nel dialetto abruzzese è chiamato arechète, origane, pilare, pulire, rièneca, richine. Nell’Alto vastese è chiamato pelàje o peleje. In inglese è chiamato: wild marjoram; in francese: origan; in tedesco: Dost.
ORIGANO MERIDIONALE (Origanum heracleoticum)
Fusto eretto, generalmente arrossato, irto di peli bianchi, patenti o riflessi. Le foglie maggiori con picciolo di circa 5 mm e lamina ovata (12-18 x 22-27 mm), ottusamente dentellate, glabre di sopra, di sotto tomentose sui nervi. L’infiorescenza è poco addensata; le brattee (2-3 mm) sono verdi, coperte di sopra da ghiandole puntiformi dorate, lucide, verdi nel resto; calice 2-3 mm; corolla bianca o rosea 4 mm.
Habitat. Boscaglie rade, cespuglieti da 200 a 1400 m.
Fioritura. Da giugno ad agosto.
Distribuzione. Comune in Italia Meridionale, Sicilia e Sardegna. Segnalato anche nell’Appennino romagnolo, Toscana, Marche e Lazio, ma da confermare.
ORIGANO MAGGIORANA (Origanum majorana)
Detto anche semplicemente Maggiorana o Persia.Pianta perenne, di origine asiatica e ampiamente coltivata in tutta Italia. Fusto pubescente, foglie ovate o ovato lanceolate (generalmente 5-10 x 8-20 mm), picciuolate, con base ottusa o arrotondata; corolla bianca o rosea.
Habitat. Incolti, bordi di vie.
Fioritura. Da giugno a settembre.
Distribuzione.Comunemente coltivata e subspontanea presso gli orti in tutto il territorio italiano.
ORIGANO SICILIANO (Origanum onites)
Fusto eretto, legnoso alla base, ramoso-corimboso nell’infiorescenza, con fitti peli papillosi di 0,1-0,2 mm e sparse setole patenti di 1,0-1,5 mm. Foglie sessili o quasi ovate o subrotonde (4-9 x 7-9 mm), troncate o cordate alla base. Spighe dense, ovate (5-6 x 7-9 mm); brettee ovali rombiche, le inf. di 3 x 4,5 mm, cigliate sul bordo; calice 2-3 mm; corolla bianca (gialla nel secco).
Habitat. Rupi, muri, incolti aridi da 0 a 300 m
Fioritura. Da maggio a luglioDistribuzione. Sicilia orientale fra Catania e Siracusa. Specie rara



QUANDO SI RACCOGLIE E COME ESSICCARE L’ORIGANO?

L’Origano si può raccogliere tutto l’anno ma per quello destinato alla conservazione è consigliato raccogliere le foglie e i fiori tra giugno e agosto, prima dell’apertura dei fiori. Sembra che le piante di origano a fiore bianco siano maggiormente aromatiche rispetto a quelle con fiore roseo o violaceo. L’aroma dell’origano si intensifica con l’essiccazione. Le foglie vanno essiccate al caldo e all’ombra; le sommità fiorite, raccolte in mazzetti, si essiccano a testa in giù in luoghi ombrosi e ventilati. Una volta essiccate, si “spelano” i fusti (a mano o con l’aiuto di un mortaio), le foglioline sminuzzate e le sommità fiorite. L’operazione deve essere effettuata il più rapidamente possibile in quanto le sostanze aromatiche volatili si disperdono facilmente, compromettendo la qualità.L’origano si conserva preferibilmente in barattoli di vetro; in alternativa si può conservare in un sacchetto di carta o in un recipiente chiuso ermeticamente.


 12 CONSERVE (2^ Edizione)

 

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


OLIO LAMETIA


Lametia (DOP) è un olio d'oliva a denominazione di origine protetta, secondo la norma europea Reg. CE n. 2107/99 (GUCE L.258 del 05.10.1999). Solo l'olio d'oliva prodotto secondo le regole raccolte nel disciplinare di produzione può fregiarsi del marchio.
Le caratteristiche dell'olio d'oliva extravergine Lametia: sapore e odore fruttato, colore dal verde al giallo paglierino, acidità massima totale espressa in acido oleico, in peso, non eccedente grammi 0,5 per 100 grammi di olio, polifenoli totali: >=170
L'olio Lametia viene prodotto mediante la spremitura di olive sane, raccolte nei territori della piana di Lamezia. Per tale operazione sono ammessi dal decreto solamente processi fisici e meccanici che conservino il più possibile le caratteristiche originarie del frutto. I passaggi del sistema produttivo, seguenti alla raccolta (che deve avvenire in tempi brevi al giusto grado di maturazione), sono: selezione dei frutti sani, lavaggio, defoliazione, eliminazione dei corpi estranei, molitura, gramolazione e separazione.
La conservazione del Lametia deve avvenire in luoghi freschi e asciutti, lontani da fonti di calore. Anche la temperatura deve essere controllata, rimanendo compresa fra i 14 e i 20 °C. In queste condizioni il prodotto può mantenere le sue qualità inalterate per oltre 18 mesi. Le basse temperature possono inoltre portare l'olio al congelamento: in tal caso è sufficiente riportare il recipiente in cui è conservato l'olio a temperatura ambiente.
L'olio d'oliva Lametia può venire utilizzato prevalentemente per accompagnare grigliate di pesce e carne o verdute bollite e insalate, oltre che piatti tradizionali della cucina calabrese e italiana in genere.


13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


 

Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.

Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

martedì 23 agosto 2022

ALBICOCCA TIGRATA MISCIMIN

La zona di produzione è Civezza (Imperia).
Dalla forma sferica, il miscimìn presenta l'epidermide di colore giallo arancio con macchie scure rossastre, tanto da definirlo tigrato. La polpa, dal sapore lievemente acidulo, è particolarmente ricca di vitamina A, con un buon contenuto di calcio e di potassio. Le dimensioni, maggiori rispetto alle varietà più comuni, raggiungono i 6-7 cm di diametro.
Il miscimìn è una cultivar di albicocco presente sul territorio da almeno un secolo. La sua coltivazione non necessita di particolari accorgimenti. L'unica specializzazione è data dalla tecnica dell'innesto, preferibilmente su pesco o su susino. Essendosi adattato perfettamente alle caratteristiche pedoclimatiche della zona, si caratterizza, come tutti gli ecotipi locali, da un buon grado di rusticità, tanto da non essere necessari trattamenti antiparassitari per contrastare le malattie. La concimazione organo-minerale viene fatta in un'unica soluzione, nel periodo invernale, così come la potatura.
Albicocca Valleggia Valleggina, Siccardi
La zona di produzione è il litorale savonese tra Varazze e Albenga. Il nome scientifico Prunus armeniaca, trae in inganno: infatti le albicocche non sono originarie dell'Armenia ma della Cina, dove erano note già 2000 anni prima di Cristo. Fu probabilmente grazie ad Alessandro Magno che si diffuse nel mondo occidentale.
Le sue qualità sono ottime per combattere l'anemia, i disturbi della gola e l'afonia, come ci insegna la tradizione araba. L'albicocco Valleggia è una pianta vigorosa, longeva e rustica, con produzione costante, anche per la caratteristica della fioritura tardiva e graduale. Ha una buona adattabilità all'ambiente. Frutto dalla polpa soda, dolce e leggermente aromatica, presenta una buona resistenza ai trasporti e alle manipolazioni. Ha un epicarpo di colore arancio, sottile e liscio, con puntinature rosso mattone. Gli albicoccheti si trovano sia lungo la fascia costiera sia sulla collina retrostante, sino ad altitudine di circa 300 metri.
Veniva commercializzata oltre che sui mercati nazionali anche all'estero, in particolare in Germania e in Svizzera. Attualmente è inviata al mercato ortofrutticolo locale e all'industria alimentare. I portainnesti usati dai produttori per l'albicocca Valleggia sono tre e precisamente: franco di albicocco, franco di pesco, mirabolano di susino.
Le albicocche possono essere caramellate.



18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 

In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.


9 FRUTTA (2^ Edizione)

 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

COTOGNATA

un kg di mele pulite
700 gr di zucchero
succo di un limone
Bollire in acqua le mele cotogne pulite e sbucciate. Una volta morbide, ridurle in purea e cotte con lo zucchero e il succo di limone. Questa sorta di confettura può essere consumata così com’è oppure può essere conservata in un luogo freddo all’interno di uno stampo e poi servita a cubetti sottoforma di gelatine.


12 CONSERVE (2^ Edizione)


 

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). 
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.



BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


Cavolo gaggetta di Chiavari


Coltivata a Chiavari e sulle colline limitrofe, la gaggetta (Brassica oleracea var. Sabaudia) è un cavolo cappuccio di piccole dimensioni e di colore verde chiaro. In genovese gaggia significa cesta, gabbia: gaggetta sta quindi a designare una piccola gabbia e si presume faccia riferimento appunto al piccolo cappuccio che forma. Presenta foglie più o meno unite fra loro e poco bollose; il cappuccio possiede la forma di un cuore rovesciato. È molto pregiato per la tenerezza delle foglie, anche quelle più esterne. Tradizionalmente i cavoli assumono il carattere di coltura intercalare, associate o no da patate, fave, piselli, zucchine e bietole. I cavoli hanno forti esigenze in azoto e in potassio. Eccellenti nella coltura dei cavoli sono i sovesci di leguminose da interrare, con il lavoro di rinnovo. La raccolta, in funzione anche della semina e all'andamento stagionale, è comunque medio precoce (autunnale).



18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 
In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.

10 ORTAGGI (2^ Edizione)

 

Ortaggi. In queste 360 pagine ho raccolto oltre 250 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Ortaggi, che spettacolo vedere i banchi dei prodotti dell'orto traboccare di colori in ogni stagione. Ed i sapori? In cucina lo spettacolo visivo si muta in spettacolo aromatico. Senza giungere agli eccessi di una dieta vegetariana sbilanciata, gli ortaggi sono salute... e risparmio. In ogni stagione la verdura sta sulla nostra tavola. Ma una conoscenza più approfondita ci fa scoprire che ogni tipo di ortaggio ha molte varianti. Si deve conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro ortolano di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.


BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.

Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

SENAPE



Versate il vino in un pentolino e unite i semi di senape, i chiodi di garofano, il peperoncino e lo zafferano. Fato evaporare il vino sul fuoco, passate al setaccio le spezie. Fate intiepidire il latte in un pentolino a parte; aggiungete la farina mescolando continuamente perchè non si formino grumi. Mettete sul fuoco (a fiamma bassa) e continuate a mescolare finché la miscela non si sarà ristretta. Aggiungete il composto ottenuto al passato di spezie e mescolate aggiungendo olio di semi quanto basta. Per finire aggiungete l’aceto secondo i vostri gusti e salate.
La senape in Europa è nota sin dai tempi dei Romani, che ne conoscevano le proprietà antiossidanti e la usavano per conservare frutta, verdura, succhi di frutta e mosto di vino. In Francia esiste una grande tradizione della senape, soprattutto in Borgogna (in modo particolare a Digione), dove si suppone sia stata inventata la salsa. La senape inglese è di solito più forte, a differenza di quella francese, non contiene aceto. Il termine "mostarda" (moutarde) riferito alla senape appare per la prima volta in Francia nel XIII secolo, col significato di mosto che arde, appunto per il suo sapore piccante. Il termine mostarda in Italia è invece usato per indicare un prodotto simile ad una macedonia di frutta sciroppata in acqua zuccherata e con una percentuale di semi di senape (e/o aromi) nettamente inferiore: circa una parte su quattro. I due prodotti, oltre all'etimologia del nome, hanno in comune solo l'utilizzo della stessa pianta. Tuttavia è erroneamente diffuso nell'uso comune il termine mostarda per indicare anche le senapi, ossia tutte le preparazioni a base di senape. Salsa senape: la salsa piccante deriva dai semi della pianta omonima. E' il frutto di questa pianta che contiene moltissimi semi piccoli di forma arrotondata dai quali otteniamo la salsa di condimento, nota per il suo sapore aspro e piccante.



11 SALSE (2^ Edizione)

 

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

ERBA CIPOLLINA


L’erba cipollina, o Allium schoenoprasum, si può considerare un po’ come un porro in miniatura: nonostante faccia parte dello stesso genere di tutte le altre e abbia il bulbo, questo è praticamente impossibile da raccogliere e, anche per una questione di dimensioni, se ne mangia solamente la parte superiore delle foglie, che ha l’aspetto della comune erba.
La struttura è comunque molto simile a quella della cipolla: ha un bulbo di colore bianco, da cui si sviluppano una serie di bulbilli, e al momento della massima crescita ha una vistosa infiorescenza rosa da cui si ottengono i semi; l’erba cipollina viene seminata, non trapiantata.
Le foglie possono essere lunghe fino a 40 centimetri, hanno al loro interno gli stessi composti solforati che si trovano nel bulbo della cipolla (per questo il sapore è così simile) e si tagliano alla base. Vanno consumate fresche, non si possono conservare per essiccazione (perché il bulbo non si mangia) e se si vogliono conservare più a lungo, come per gli ortaggi a foglia, deve necessariamente essere congelata, considerando che l’aroma non si perde in fase di congelamento.

Sebbene l’erba cipollina appartenga principalmente a questa specie, ne esistono anche altre varietà che si possono trovare allo stato selvatico in varie regioni d’Italia. Sono simili, ma non vengono coltivate, né vendute, e l’unico modo per averle è quello della raccolta.

12 CONSERVE (2^ Edizione)


 

Conserve. In queste 230 pagine ho raccolto circa 300 schede di ricette, prodotti e consigli di degustazione pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. La dispensa delle conserve deve essere sempre ben fornita. Molto meglio se sarete voi a produrre una parte di queste delizie. Confetture, marmellate, gelatine, sottolio, sottaceto, frutta essiccata, frutta candita, ecc. Nelle stagioni in cui certi prodotti non sono disponibili, la nostra dispensa dei sapori mostra il suo tesoro.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


OLIO DELLE COLLINE SALERNITANE


L'olio extravergine di oliva DOP Colline Salernitane presenta, al consumo, un bel colore che va dal verde al giallo paglierino più o meno intenso; è limpido, a volte velato. All'olfatto mostra un deciso ed ampio sentore di fruttato di oliva pulita, con discrete note di foglia verde, di erba e di pomodoro acerbo. Al gusto rivela un sapore deciso e persistente, gradevolmente amaro e piccante, giustamente corposo, con buona ed equilibrata struttura e chiari sentori di carciofo, cardo e vegetali amari. Il retrogusto è pulito. L'acidità è sempre inferiore allo 0,70%.
L'olio si ottiene dalla premitura di olive delle varietà autoctone della zona di produzione o di antica introduzione, da sole o congiuntamente: Rotondella, Frantoio, Carpellese o Nostrale per almeno il 65%; Ogliarola e Leccino in misura non superiore al 35 %, mentre è ammessa la presenza di altre varietà locali per un massimo del 20%.
La notevole presenza di note aromatiche fa prediligere l’uso di quest’olio su piatti di una certa consistenza, come minestre a base di legumi, gustose pastasciutte della tradizione campana e grigliate di pesce.
Le tecniche di coltivazione degli oliveti sono quelle tradizionali dell’area delle Colline salernitane, che assicurano all’olio che ne deriva l’elevato e noto pregio qualitativo. In alcuni comprensori si sono affermate soluzioni tecniche ed organizzative molto innovative, come la raccolta e la potatura meccanica delle olive. Le olive destinate alla produzione dell’olio DOP “Colline Salernitane” devono essere raccolti esclusivamente a mano, entro il 31 Dicembre di ogni anno; è autorizzato l'ausilio di mezzi meccanici, come scuotitori e pettini vibranti. Le olive raccolte vanno conservate e trasportate in cassette forate dalla capacità massima di 25 Kg. e molite entro e non oltre il secondo giorno dalla raccolta. Per l'estrazione dell'olio sono ammessi soltanto processi meccanici e fisici che preservino il più fedelmente possibile le caratteristiche di qualità del frutto.
La produzione massima di olive non deve superare i 120 quintali ad ettaro e la resa in olio non può superare il 20%.
Cenni storici
L’olio extravergine di oliva DOP “Colline Salernitane” ha radici antichissime, in quanto deriva da varietà autoctone da sempre presenti nel salernitano. L'olio trae la sua tipicità proprio dalla peculiarità del territorio, dotato di connotazioni pedoclimatiche, paesistiche, storiche, culturali ed economiche assolutamente originali. Esso si produce in un'area fortemente vocata alla coltivazione dell'olivo, caratterizzata da un patrimonio varietale particolarmente ricco e originale. Notizie certe ne fanno risalire la coltivazione agli antichi Focesi, coloni della Magna Grecia, che cominciarono a diffonderla nella Piana dell'Alento e nelle aree collinari circostanti. Fu poi attraverso l’occupazione del territorio da parte dei Romani che l’olivicoltura si diffuse in tutta l’area salernitana. Ancora oggi, alcune località derivano il proprio nome dalla presenza e coltivazione dell’olivo: Oliveto Citra, Olivella, Ogliara, ecc.
Ancora oggi, passeggiando per questo territorio di eccezionale bellezza, è facile imbattersi in olivi millenari di grande taglia, nei quali è racchiusa la storia delle popolazioni locali, alle quali l’olivo ha assicurato, nei momenti più difficili, sicuro sostentamento.
Area di produzione
La zona di produzione e di lavorazione dell'olio extravergine di oliva DOP Colline Salernitane comprende 86 comuni della provincia di Salerno, presenti in una vasta area olivetata che comprende: la Costiera Amalfitana, la Valle del Calore, i Picentini, gli Alburni, l'Alto e Medio Sele, le colline del Tanagro e parte del Vallo di Diano.
Dati economici e produttivi
L'olivicoltura dell'area DOP “Colline Salernitane” si estende su una superficie complessiva che supera i 19.000 ettari e rappresenta circa la metà della superficie olivetata provinciale e il 33% di quella regionale. Gli oliveti insistono prevalentemente nella fascia collinare del territorio compreso nel disciplinare, impegnando circa 25 mila aziende agricole. Insostituibile è la funzione che l’olivo svolge nell’area, sia dal punto di vista paesaggistico che di conservazione e caratterizzazione del territorio. Nella campagna di produzione olearia del 2005-06 risultano iscritte al registro dell’olio DOP “Colline Salernitane” n. 837 aziende agricole per complessivi 2.195 ettari di oliveti, con una produzione conferita alla molitura di 5.455 q.li di olive. La produzione di olio certificato DOP è stata pari a 44.407 litri, prodotti in 11 frantoi ed imbottigliatori iscritti al registro. Al momento è la DOP degli oli campani che registra i maggiori valori in termini di prodotto certificato.
Registrazione
La Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) “Colline Salernitane” è stata riconosciuta, ai sensi del Reg. CE n. 2081/92, con Regolamento (CE) n. 1065/97 (pubblicato sulla GUCE n. L 156/97 del 13 giugno 1997). Il riconoscimento nazionale è avvenuto con DM 6 agosto 1998, pubblicato sulla GURI n. 193 del 20 agosto 1998, unitamente all’allegato Disciplinare di produzione.
Organismo di controllo
L'organismo di certificazione autorizzato è l'Is.Me.Cert. (Istituto Mediterraneo per la Certificazione dei prodotti e dei processi nel settore agroalimentare)
Consorzio di tutela

Il Consorzio per la tutela dell’olio extravergine di oliva “Colline Salernitane” è stato riconosciuto dal MIPAF con DM 04 aprile 2005 (pubblicato sulla G.U. 94 del 23.04.2005) in base all’art. 14 della legge 526/99 per la tutela, vigilanza e valorizzazione del prodotto.
 

13 CONDIMENTI (2^ Edizione)


 

Condimenti. In queste 120 pagine ho raccolto oltre 90 schede di prodotti, procedure e consigli di cucina pubblicate nel corso  degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Utilizzati a caldo per cucinare o a freddo per completare, i condimenti sono essenziali in cucina. Incominciamo insieme a conoscerli meglio, ampliando il nostro ancora troppo ristretto orizzonte ed imparando con essi sapori preziosi fino ad ieri sconosciuti.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.

Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).

VINI 89: CASTEL DEL MONTE


Castel del Monte Bombino Nero
Resa (uva/ettaro) 12,0 t
Resa massima dell'uva 70%
Titolo alcolometrico naturale dell'uva 11,0%
Titolo alcolometrico minimo del vino 12,0%
Estratto secco netto minimo 16,0 g/l
Riconoscimento Tipo DOCG Istituito con decreto del 30/11/11
Vitigni con cui è consentito produrlo Bombino nero minimo 90%.
Il Castel del Monte Bombino Nero è un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) prodotto nei comuni di Minervino Murge, Andria, Trani in provincia di Barletta-Andria-Trani ed i comuni di Corato, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Palo del Colle, Toritto, Bitonto, Binetto nella città metropolitana di Bari
Tecniche di produzione
Per i nuovi impianti e i reimpianti la densità non può essere inferiore a 4 000 ceppi/ha allevati ad alberello o controspalliera. È vietata ogni pratica di forzatura. È consentita l'irrigazione di soccorso. Tutte le operazioni di vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento, debbono essere effettuate nella zona DOCG.
Caratteristiche organolettiche
colore: rosato più o meno intenso;
odore: caratteristico, delicato, fruttato;
sapore: asciutto, armonico;
zucchero riduttore residuo non superiore a 10,0 g/l.
Cenni storici
La tradizione vitivinicola millenaria della zona è attestata da numerosi documenti di notevole valore storico (archivi e biblioteche monastiche) e da opere d'arte risalenti al periodo della Magna Grecia (Museo Jatta), sono l'attestazione fondamentale dello stretto legame esistente tra i fattori umani e le qualità e le caratteristiche peculiari del vino. L'uomo, intervenendo sul territorio, ha nel corso dei tempi tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione ed enologiche, che nell'epoca moderna, grazie al progresso scientifico e tecnologico sono state notevolmente migliorate ed affinate fino all'ottenimento di vini che al giorno d'oggi godono di notevole fama per le loro qualità particolari sia a livello nazionale che mondiale.


15 VINO (2^ Edizione)
 
Vino. In queste 250 pagine ho raccolto oltre 220 schede di criteri di vinificazione, abbinamento e prodotti pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO (https://dallapartedelgusto.blogspot.com/). Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. Sin dall'antichità i frutti della vite sono diventati vino. Da allora migliaia di vitigni hanno avuto vita e decine di migliaia di vini sono stati creati. Per il nostro piacere. Impariamo insieme a conoscerne i principali, a degustarli, a scegliere quelli che sono i nostri vini di elezione. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro vinai di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


lunedì 22 agosto 2022

Nocciola Dall'Orto


Cultivar di origine locale coltivata prevalentemente in val Fontanabuona. Alberi cespugliosi, molto polloniferi, di medio vigore; a rapido sviluppo, branche assurgenti, corteccia liscia grigiastra. Peso medio delle nocciole in guscio e sgusciate, abbastanza elevato; forma intermedia tra la rotonda e l'allungata, resa alla sgusciatura intermedia. Staccabilità di perisperma basso; resistenza all'irrancidimento, buona; basso contenuto in grassi; contenuto in acidi grassi insaturi elevato.


18 PAT LIGURI (2^ Edizione)

 

In queste 448 pagine sono raccolte oltre 500 schede di prodotti e ricette. PAT, prodotti agroalimentarei tradizionali.  E' questo il marchio con cui l'Italia tutela e valorizza i prodotti tipici. Regione per regione viene stilato un elenco di prodotti e preparazioni da salvaguardare. Si tratta di migliaia di elementi che fanno del nostro paese quello con la più alta biodiversità alimentare del mondo. In questo volume si analizzano i PAT liguri.


9 FRUTTA (2^ Edizione)

 

Frutta. In queste 230 pagine ho raccolto oltre 120 schede di prodotti, metodi di lavorazione e tecniche di cucina pubblicate nel corso degli anni sul blog DALLA PARTE DEL GUSTO
(https://dallapartedelgusto.blogspot.com/).
Desidero infatti condividere con voi la mia passione per la cucina. In ogni stagione la frutta sta sulla nostra tavola. Quante virtù ci stanno nella frutta? Tantissime, facciamone allora tesoro. Ma una conoscenza più approfondita rende il nostro tesoro ancora più ricco ed appetibile. Ogni tipo di frutto ha molte varianti, occorre conoscerle e, se è il caso, acquistarle. Con questo semplice gesto avremo dato il nostro piccolo ma decisivo contributo alla pratica della biodiversità alimentare. Oggi la disponibilità di prodotti di qualità è enormemente cresciuta grazie a metodologie di trasporto veloci e conservazione sicure. Non limitiamoci a ciò che ci propone il nostro fruttivendolo di fiducia. Se lo stimoliamo al meglio, lui ci darà il meglio.



BRANCALEONE FOX TERRIER
“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).