domenica 19 marzo 2023

CEREALIA



I CEREALIA
I Cerealia erano una festività romana, celebrata il 12 aprile e seguita da giochi che duravano fino al 19 aprile, e dedicati a Cerere.
La cerimonia prevedeva il ricordo del mito di Cerere e Proserpina: la ricerca della figlia da parte della madre era rappresentata dal vagabondare delle devote per la città, vestite rigorosamente di bianco e reggendo una torcia. I giorni successivi erano celebrati con giochi, i Ludi Cerealici, che si tenevano al Circo Massimo, e ai quali gli spettatori assistevano vestiti di bianco.
Proserpina era figlia di Cerere; rapita da Plutone re dell'Ade mentre coglieva i fiori sulle rive del lago Pergusa ad Enna e trascinata sulla sua biga trainata da quattro cavalli neri, ne divenne la sposa e fu regina degli Inferi. Secondo Proclo (Epitome  Oraculorum, riportata da Marafiotus) e Strabone (lib. 6), invece l'episodio del mito si verificò ad Hipponion (oggi Vibo Valentia). Dopo che la madre ebbe chiesto a Giove di farla liberare, poté ritornare in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all'anno ancora con Plutone. Cerere faceva calare il freddo ed il gelo durante i mesi in cui la figlia era assente come segno di dolore, per poi far risvegliare la natura per il ritorno di Proserpina sulla terra.


LA LEGGENDA DEL GROG
Il Grog è una bevanda alcolica composta di acqua e rum. Moderne versioni della bevanda includono succo di limone, succo di lime, cannella o zucchero per migliorarne il gusto. Il rum con acqua, zucchero e noce moscata è noto come Bumboo e fu popolare tra pirati e mercanti.
Preparazione
Di ricette di preparazione per il grog ve ne sono infinite, quì ne diamo una delle più conosciute:
Una parte di rum scuro
Un cucchiaio di zucchero di canna
Una buccia di limone
Acqua bollente
Gli ingredienti vanno mischiati insieme lasciati macerare per qualche ora e filtrati.
Fu introdotto nella Royal Navy dal Vice Ammiraglio Edward Vernon il 21 agosto 1740. La Royal Navy è la marina militare delle forze armate britanniche. Le sue origini, risalenti al XVI secolo, ne fanno la più antica delle tre branche delle forze britanniche, nota per questo anche come Senior Service (Servizio Senior). La Royal Navy contribuì in maniera decisiva alla potenza economica e militare britannica del XVIII e XIX secolo e fu essenziale per lo sviluppo e il mantenimento dell'Impero britannico, grazie alla capacità di controllo dei mari e delle rotte di commercio.
In seguito alla vittoria nella prima guerra mondiale la Royal Navy venne significativamente ridotta, rimanendo comunque la più grande marina militare del mondo fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, durante la quale la United States Navy crebbe fino a diventare la prima al mondo.
Edward Vernon (City of Westminster, 12 novembre 1684 – Nacton, 30 ottobre 1757) è stato un ammiraglio e deputato inglese. L'usuale razione di rum distribuita all'equipaggio delle navi della marina da guerra inglese ai tempi di Vernon determinava non di rado casi di ubriachezza e di allentamento della disciplina.
Per questo motivo Vernon faceva distribuire solo rum annacquato. In un secondo tempo egli fece aggiungere alla bevanda zucchero e succo di limetta. A Vernon era stato affibbiato il nomignolo di Old Grog, poiché era uso indossare un mantello di Grogram, una ruvida stoffa a base mista di lana e seta. Questo nomignolo fu presto dato anche alla bevanda, che da allora divenne nota come grog. Nella marina inglese il grog rimase parte importante della razione giornaliera dei marinai fino al 1970.
Acqua dolce a bordo
L'uomo scoprì molto tempo fa che non poteva bere l'acqua di mare e che aveva bisogno di significative quantità di acqua dolce per i viaggi lunghi. Non potendo desalinizzare l'acqua di mare, l'acqua veniva portata a bordo in barili, ma sviluppava rapidamente alghe e diventava melmosa. L'acqua stagnante veniva addolcita con birra o vino per renderla gradevole al palato, il che significava altri barili soggetti a deterioramento. Con il divenire più comune dei viaggi lunghi, il compito dell'immagazzinamento divenne sempre più difficile e la razione giornaliera di un gallone di birra per marinaio iniziò ad avere un senso. A seguito della conquista britannica della Giamaica nel 1655, una mezza pinta (o gill,circa un quarto di litro ) di rum rimpiazzò gradualmente birra e brandy come bevanda preferita.
Dare la razione pura ai marinai causò altri problemi, poiché alcuni conservavano le razioni di rum per alcuni giorni e poi le bevevano tutte in un colpo. A causa delle conseguenti indisposizioni e dei problemi disciplinari, il rum venne mischiato all'acqua. In questo modo se ne diluiva l'effetto inebriante e l'acqua si guastava più lentamente. Una mezza pinta di rum mischiata con un quarto di acqua e servita in due parti, prima di mezzogiorno e dopo la fine della giornata lavorativa, divenne parte del regolamento ufficiale della Royal Navy nel 1756 e restò in vigore per più di due secoli. Quando si scoprì che dosi giornaliere di vitamina C prevenivano lo scorbuto, il succo di limone o di lime venne aggiunto alla ricetta.
I marinai chiamarono la bevanda annacquata grog prendendo spunto dal nomignolo del suo inventore, l'ammiraglio Edward "Old Grog" Vernon, chiamato così per il cappotto di grogram che indossava. Sostenevano che la nuova bevanda, sanzionata dal regolamento, fosse sgradevole e del tutto diversa dal buon vecchio rum, «sottile come il cappotto del vecchio Grog!».
La pratica di servire grog due volte al giorno venne importata anche nella Continental Navy e nella Marina Militare degli Stati Uniti. Robert Smith, all'epoca Segretario alla Marina, provò a sostituire la razione di rum d'importazione con una di whiskey di segale.
Vedendo che la cosa era gradita ai marinai americani, il cambiamento divenne permanente. Si narra che i suoi marinai seguirono l'usanza dei loro predecessori inglesi e presero a chiamare la razione "Bob Smith" invece che grog. Sebbene la Marina Militare degli Stati Uniti non contemplasse più la razione di rum dal 1º settembre 1862, la Royal Navy ne continuò la distribuzione.
Con i movimenti per la temperanza del tardo XIX secolo iniziò a cambiare l'atteggiamento verso le bevande alcoliche ed i giorni del grog lentamente giunsero alla fine. Il 28 gennaio 1970 ebbe luogo il "Grande dibattito sul rum" nella Camera dei Comuni ed il 30 luglio 1970, che tuttora è chiamato il "Black tot day", fu dato l'ultimo segnale di Up Spirits nella Royal Navy.
Fino alla sospensione della razione di grog del 1970, il rum della Royal Navy aveva una gradazione alcolica di 47,5; la razione abituale era di 1/8 di pinta, diluita due parti ad una con acqua (tre parti ad una fino alla seconda guerra mondiale). Razioni extra di rum erano fornite per le feste speciali, come il Trafalgar day, ed i marinai potevano dividere le loro razioni col cuoco o con un compagno che festeggiava il compleanno.
Col tempo la distribuzione della razione di rum si arricchì di un rituale elaborato. Alle 11 di mattina l'aiuto nostromo suonava Up spirits, il segnale per cui il sottufficiale di giornata saliva sul ponte di poppa e radunava le chiavi della stanza degli alcolici da un ufficiale, il costruttore di barili della nave, e un distaccamento dei Royal Marine.
In processione essi aprivano la porta della stanza degli alcolici, e testimoniavano all'immissione in un fusto di un ottavo di pinta di rum per ogni marinaio e sottufficiale della nave con più di 19 anni di età e che non fosse sotto punizione. Due marinai sollevavano il fusto e lo portavano sul ponte, prestando guardia mentre una fila di cuochi della mensa dei sottufficiali tenevano saldamente la propria brocca. Il sergente versava la razione su istruzione dell'attendente capo, che annunciava il numero di sottufficiali che potevano bere, presenti in ogni mensa sottufficiali. Il resto del rum veniva mischiato in una vasca con due parti di acqua, diventando il grog somministrato alla truppa.
A mezzogiorno l'aiuto nostromo suonava Muster for rum, e i cuochi di ogni mensa si presentavano con dei secchi di stagno. Il sergente prelevava il numero autorizzato di tots (mezze pinte) con la supervisione del sottufficiale di giornata. I pochi tots di grog che restavano nella vasca (detti plushers) venivano versati negli scarichi (scuppers) finendo in mare. I sottufficiali venivano serviti per primi e avevano diritto ad una razione di rum non diluita. La truppa beveva il suo grog in un unico sorso, quando aveva finito il proprio lavoro attorno a mezzogiorno.
Miti e leggende del grog
Una storia popolare è stata tramandata nei circoli nautici e in internet, riguardo al consumo di alcool a bordo delle navi del XVIII secolo. Anche se le sue origini sono dubbie, essa attesta l'amore dei marinai verso i loro spiriti.
La USS Constitution, in quanto vascello da combattimento, portava 48.600 galloni di acqua dolce per il suo equipaggio di 475 uomini e ufficiali. Ciò era sufficiente per sei mesi di operazioni in mare. La nave non portava evaporatori (distillatori di acqua dolce). Si noti comunque che secondo il suo diario di bordo, "Il 27 luglio 1812, la U.S.S. Constitution salpò da Boston con un carico completo di 475 ufficiali e uomini, 48.600 galloni di acqua dolce, 7.400 palle di cannone, 11.600 libbre di polvere nera e 79.400 galloni di rum." La sua missione: "Distruggere o disturbare le navi inglesi."
Raggiungendo la Giamaica il 6 ottobre, la nave caricò 826 libbre di farina e 68.300 galloni di rum. Si diresse quindi verso le Azzorre, arrivandovi il 12 novembre. Qui si approvvigionò di 550 libbre di carne e di 64.300 galloni di vino portoghese. Il 18 novembre fece vela per l'Inghilterra. Nei giorni seguenti sconfisse cinque navi da guerra britanniche e catturò per poi affondare 12 mercantili inglesi, salvando solo il rum a bordo di ognuno di essi.
Il 26 gennaio polvere da sparo e colpi erano finiti. Ciononostante, benché disarmata, compì un'incursione notturna risalendo il Firth of Clyde in Scozia. La sua compagnia da sbarco catturò una distilleria di whiskey e trasferì a bordo entro l'alba 40.000 galloni di single malt Scotch. La U.S.S. Constitution arrivò a Boston il 20 febbraio 1813, senza munizioni, cibo, polvere da sparo, senza rum, senza vino, senza whiskey, ma con 48.600 galloni di acqua stagnante.
Curiosità
Il grog, nel mondo dei graffiti, è l'inchiostro nero più difficile da rimuovere.
Il grog viene citato spesso nel famoso capolavoro della letteratura americana, Moby Dick di Herman Melville, come bevanda ampiamente utilizzata dai marinai dell'equipaggio del Pequod.
Il grog viene anche citato nel capolavoro di Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro, offerto ai marinai della Hispaniola.
Nel film Master and Commander - Sfida ai confini del mare si fa riferimento al grog come causa di insubordinazione nella nave quando il dottor Maturin suggerisce al capitano Aubrey di gettare a mare tutto il grog ("Tip the ship's grog over the side"), ma il capitano si rifiuta categoricamente: "Stop 200 years of privilege and tradition? I'd rather have them three sheets to the wind on occasion than have a mutiny on my hands!"
 Il grog è citato nel libro Harry Potter e la Camera dei Segreti e bevuto dal Mezzogigante Rubeus Hagrid.
Il grog è citato in quasi tutti i racconti del commissario Maigret, scritti dal romanziere belga Simenon, come bevanda preferita dal commissario per riprendersi da momenti di tensione, di affaticamento o come antidoto alle conseguenze del gran freddo preso lungo le strade di Parigi durante le sue indagini.
Il "grog" viene citato anche nel romanzo "Storia di Gordon Pym" di Edgar Allan Poe quale bevanda consumata da alcuni membri dell'equipaggio di una nave pirata.


5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/ Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici. 

ALTA CUCINA

Una grande ricetta è come una grande canzone. Autori ed interpreti sono certamente dei fuoriclasse, ma cantarla con gli amici è sempre una bella emozione. Partendo da questo assunto qualche sera fa mi sono cimentato in una cena di “alta cucina” interpretando quanto più fedelmente possibile le indicazioni dei grandi chef.

La mia entrée era costituita da un Caviale di zucchine con crema di gorgonzola.

Ho tagliato 100 g di gorgonzola dolce grossolanamente, l’ho frullato con 50 gr di Philadelphia fino ad ottenere una crema liscia e omogenea e l’ho regolata di sale e pepe. Ho scaldato 20 gr di olio evo ed ho fatto stufare dolcemente per 5 minuti 10 gr di scalogno tritato. Ho unito 300 gr di zucchine tagliate a rondelle sottili e 1 gr di timo, regolando con 2 gr di sale e 0,1 gr di pepe. Ho cotto a fuoco dolce per 10 minuti, spento, lasciato raffreddare, infine frullato grossolanamente. Ho quindi posto il tutto in una ciotola e ho profumato con 3 gr. di basilico. Riempiti 2 sac-à-poche, uno con crema di gorgonzola e l’altro col caviale di zucchine, ho colmato i bicchierini con 60 gr di caviale di zucchine e 30 g di crema di gorgonzola, a porzione, decorandoli poi con timo, basilico e pomodorini ciliegini.

A seguire ho servito un Risotto carnaroli con salsa di caprino e caffè.

Mentre preparavo un brodo di pollo filtrato, ho sciolto a bagnomaria 200 gr di caprino fresco, aiutandomi con un goccio di latte, ottenendo una salsa bianca abbastanza liquida. Ho rosolato 2 piccole cipolle tritate a cubetti in olio fino a dorarle (ma lasciandole croccanti) e le ho fatte asciugare su della carta assorbente. In un ampio tegame ho rosolato un trito di scalogno in una noce di burro. Aggiunto il riso carnaroli ne ho tostato i chicchi e quindi l’ho sfumato con 200 ml di vino rosso. Evaporato l’alcol ho aggiunto il brodo. Al 70% della cottura ho aggiunto i restanti 200 ml di vino finendo la cottura. Manteco con una noce di burro e un filo d’olio, impiatto con la salsa di caprino e spolverizzo con un mezzo cucchiaino di caffè macinato.
Ho concluso con una Fassona panata.
Sbatto un uovo e lo salo. Spezzo i grissini in pezzetti irregolari non troppo piccoli. Infarino leggermente un filetto di fassona di circa 200 gr alto 3 dita, lo bagno con l’uovo e poi lo passo nei grissini, stringendolo nelle mani per far aderire bene la panatura. Metto nel freezer per 5 min. Quindi faccio una seconda panatura con uovo e pangrattato. Lascio in frigo per 5 min. Sciolgo 100 gr di burro in una padella con rosmarino e aglio in camicia e vi adagio il filetto. Non deve schizzare, la cottura dev’essere dolce. Lo giro, aggiungo altri 100 gr di burro per abbassare la temperatura. Finisco la cottura dell’altro lato versando sopra continuamente il burro fuso con un cucchiaio. Quando sarà dorato ovunque lo metto in forno a 50 gradi su una griglia per 10 min con le erbe aromatiche. Lo divido in 4 parti e l’appoggio su un “nido” fatto con le erbe. Con un cannello do fuoco alle erbe e copro con un’insalatiera dopo pochi secondi, in modo che il tutto si affumichi. Tolto il coperchio servo su un piatto/vassoio di metallo.
Il nostro concerto di sapori è riuscito una meraviglia. A presto per altre armonie culinarie.

5 SETTE 
ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/. Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.


BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini. Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine. Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra. Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


sabato 18 marzo 2023

CENA MESSICANA

 


cucina messicana
LA CUCINA MESSICANA
Con l’avvicinarsi della primavera torna la voglia di cucina esotica.
Addomesticata naturalmente. La mia avventura da cuoco alchimista ha preso spunto questa volta da una curiosa lettura “Storia degli Indios di Nuova Spagna” (1541), scritta da Frate Toribio di Benaventa (detto Motolinia, parola che in nahuatl significa umile), che mi ha sintonizzato con quel paradiso che è lo Yucatan. "Yukatlàn", "luogo della ricchezza", ma l'origine della parola sta nell'equivoco in cui sarebbero caduti gli Spagnoli, che "parlando con gli Indios di quella costa", alla domanda su come essa si chiamasse "...risposero: «Tectetán, Tectetán», «Non ti capisco, non ti capisco»: i cristiani corruppero il vocabolo, e non intendendo, conclusero: «Yucatán è il nome di questa terra»". Mentre voi sorridete, io cucino.
Prendo qualche ingrediente azteco, qualche condimento maya, qualche ricetta inca, mischio con prodotti spagnoli, aggiungo un tocco di caraibi e una spruzzata di francese. La cena messicana colorata e saporita, esempio di contaminazione culturale gastronomica perfettamente riuscita, è servita. Mais, peperoncino, fagioli, pomodori, patate e cacao se Colombo avesse sbagliato strada, da noi non sarebbero mai arrivati. Lui in compenso portò riso, manzo, maiale, pollo, cipolle e vino. Direi un cambio alla pari.
Ormai quella messicana è una cucina a sé, che si è costruita una precisa identità nel corso dei secoli, tale da essere una delle più amate e rinomate al mondo. Al Messico si associano tacos, burritos, tortillas, guacamole, tequila. La tortilla è la focaccia a base di farina di mais che ricopre il ruolo che da noi è dato al pane ed alla pasta: può servire da accompagnamento ai piatti, ma spesso li racchiude.
Già questo ci fa capire che ci troviamo in un altro continente gastronomico, poco paragonabile con le portate della cucina europea. Se aggiungiamo poi che la cucina messicana si è contaminata con quella californiana creando il Cal-Mex e con quella texana creando il Tex-Mex la confusione è dietro l’angolo. Ma a tavola serve chiarezza.
Comincio con un aperitivo specialissimo la Michelada, o cerveza preparada, sorta di Bloody Mary col sombrero. Mi chela helada, ossia la mia birra fredda e leggera: succo di lime, cerveza clara Corona, Tabasco, Worcestershire, succo di pomodoro, cubetti di ghiaccio e sale (per orlare il bordo del bicchiere all’uso della tequila bum bum).
Accanto al fresco bicchiere pongo un Tacos al chimichanga, una ghiottissima tortilla fritta ripiena di macinato di manzo, fagioli rossi, formaggio cheddar, pomodoro, cipolla, cumino e jalapenos (un peperoncino esplosivo), una vera bomba di gusto.
Da una tortilla rafferma, fritta in olio bollente fino a quando diventa dorata, rigida e croccante, ricavo la Tostada, che uso come contenitore (piatto edibile) per le Frijole refritos, una crema di fagioli al coriandolo in polvere.
Ecco il turno del Chili con carne all’enchilada. Teneri bocconcini di carne avvolti nella tradizionale tortilla conditi con la salsa chili piccante realizzata con ingredienti dai sapori intensi: fagioli rossi, pomodori, peperoni, cipolle, aglio e un mix di spezie e aromi sapientemente miscelati per creare una salsa dal gusto inconfondibile con un profumo che stuzzica senza dubbio l’appetito.
Si conclude con un dolce meraviglioso, la Cocada mexicana una sorta di crema catalana fatta di cocco grattugiato, zucchero, latte, uova, burro e cannella. Per quello della staffa servo un classicissimo Margarita frozen. Tequila bianca (meraviglioso distillato dell’agave azzurra), Triple Sec Cointreau (delizia all’arancia), succo di lime e fettina di lime per decorare. Affogato nel ghiaccio tritato con frullatore, naturalmente.

5 SETTE 
ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

BRANCALEONE FOX TERRIER

“Brancaleone Fox Terrier” è il primo di un ciclo di volumi che Jean Jacques Bizarre, nom de plume di un bon vivant di origini parigine, ha dedicato alla Liguria, terra che conosce molto bene poiché vi ha risieduto a lungo in compagnia del suo adorato cane, costantemente attorniato dalle sue amicizie senza confini.
Il libro è scritto sotto forma di diario che è anche guida turistica e gastronomica romanzata. Il volume si compone di 682 pagine.
Leggendolo conoscerete luoghi, miti, leggende, eventi, itinerari, ristoranti e quanto di buono si può trovare in questa affascinante terra.
Ma Jean Jacques ha anche aperto a voi le porte del suo cuore e delle sue grandi passioni: le belle donne e la buona cucina (non necessariamente nell’ordine).


CENA DI CARNEVALE

 


Continuano le cene gourmand al Caffé del Duomo di Savona
LA CENA DEL CARNEVALE
14 leccornie tra beverage e food
Mercoledì 24 Febbraio 2016 alle ore 20.30 al Caffè del Duomo di Savona in via Manzoni Casa Bergese organizza una cena degustazione dedicata alle ricette tipiche del Carnevale. Nat Russo parlerà di come cucinare il Carnevale. Interprete della serata lo  chef Christian Stantero (coadiuvato ai fornelli da Valter Mutti). Lo spartito della serata prevede il seguente concerto di sapori:
Cocktail Bandiera gialla
Pitoni messinesi
Fonduta savoiarda
Hummus
Cocktail C’è un grande prato verde
Pasta chi vruoccoli arriminati
Maiale in salsa di prugne
Arancini di riso
Salice Salentino Rosato
Mele fritte
Pastiera napoletana
Struffoli
Coppa alla crema Malakoff
Cocktail Guarda che luna
 
Cena 25 euro.

5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

venerdì 17 marzo 2023

CENA BERBERA



5 SETTE 
ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici. 

CENA PERUVIANA


peruviana


 
 IL PERÙ: UN PAESE BIODIVERSO
Se una volta si diceva “vale un Perù” per via della sua ricchezza in oro, oggi possiamo ripeterlo per la ricchezza dei suoi prodotti e per la sua biodiversità alimentare. Il Perù è uno dei 12 paesi del mondo che possiedono il maggior indice di biodiversità.
La Cordigliera delle Ande che lo attraversa e la sua vicinanza con l'equatore, permettono l'esistenza di una serie di microclimi diversissimi: dalle zone dei ghiacciai alle selve tropicali. 84 delle 104 zone climatiche del pianeta sono presenti, condizioni adatte per la coltivazione di frutta e verdura durante tutto l'anno.
La fredda corrente di Humboldt, che scorre nell'Oceano Pacifico di fronte alla sua costa, permette l'esistenza di una grande varietà di pesci e di frutti di mare, che fanno di lui uno dei principali mercati di pesce al mondo per qualità, varietà e quantità. Pensate che in Perù sono presenti circa 2000 (duemila) specie di pesci, sia marini che di fiume; in particolare è il primo luogo al mondo per la quantità e la varietà di pesci di fiume.
L'immensa varietà degli ingredienti (sia nativi, che importati) che esiste nelle terre peruviane ha permesso l'evoluzione di una delle cucine più diversificate del mondo.
Al giorno d'oggi convivono, senza opporsi, forti tradizioni regionali e una moderna e continua reinvenzione dei piatti che permette l’utilizzo di molti ingredienti di origine ancestrale. Si pensi alla patata. L'antenata di tutte le varietà di patate del mondo è di origine peruviana. Attualmente si coltivano 4.000 (quattromila) varietà di patate in Perù. Il Centro Mondiale di investigazioni e conservazione genetica della patata (CIP) ha la sua sede a Lima. Se passiamo al camote (in Italia nota come patata americana o patata dolce), scopriamo che sono presenti 2.016 varietà al mondo; in Perù viene prodotto il 65% del totale mondiale.
Il peperoncino, pianta originaria del Messico e del Perù, fu diffusa in tutto il mondo principalmente dai navigatori spagnoli e portoghesi, per il suo alto valore vitaminico che proteggeva dallo scorbuto. Al giorno d'oggi alcune delle sue varietà, come l'ají amarillo o peperoncino giallo e il rocoto si coltivano quasi unicamente in Perù.
Passiamo al pomodoro. Le ricerche più recenti sembrano indicare che l'origine del pomodoro fu nell'attuale territorio dell'Ecuador; ma una pianta di coltivazione parallela vide la luce in Messico (da dove ebbe il nome) e in Perù.
La fruttiera peruviana che portiamo in tavola è immensa. 650 specie di piante da frutta sono originarie di questo territorio. Altre, come il platano (frutto simile alla banana ma coi semi), furono introdotte dall'Africa e dall'Asia.
Il frutto più buono pare sia la chirimoya, dalla buccia verde, con una polpa bianca sugosa, di aroma peculiare e sapore dolce. Fernando Cabieses Molina, esperto nutrizionista, noto studioso della alimentazione e storico della medicina dell'antico Perù, dichiara: "È una frutta regina e non necessita di essere gustata accompagnata da altri cibi, né di essere camuffata per trionfare in qualunque tavola... Chi la prova non smetterà di mangiarla." Chissà quando potremo mangiarla.
Simile a lei è la lùcuma, che grazie ad un sapore e un aroma molto intensi è componente di numerosi dolci e gelati. L’achiote, seme di colore rossiccio si usa invece per dare sapore e colore alle pietanze.
Si contano 35 ecotipi differenti di mais, che da qui partono per le preparazioni delle tavole del mondo intero.
Ma non crediate che queste coltivazioni ancestrali appartengano al passato e giacciano nel dimenticatoio, anzi. Segnaliamo la loro crescente popolarità ed un uso addirittura avanguardista (ad es. il nutrimento degli astronauti): il tarwi (una sorta di lupino) è una leguminosa con un altissimo contenuto proteico, la quinoa, la kañiwa e la kiwicha.
Similmente si possono incontrare nel Perù prodotti commestibili nativi della selva, che funzionano come ricostituenti e medicinali naturali: il saùco , il camu camu (contenente alti livelli di vitamina C) o il yacón (raccomandato per i diabetici).
Preparate i bagagli, si parte per Lima, prima fermata Machu Picchu.

5 SETTE ANNI DI CASA BERGESE


 

7 anni di Casa Bergese raccoglie in maniera sistematica la documentazione di tutte le manifestazioni organizzate dall’omonimo gruppo savonese di amanti della buona tavola pubblicata sul blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

Nino Bergese è stato il più grande chef italiano di tutti i tempi. Definito "il re dei cuochi il cuoco dei re" per la sua lunga attività al servizio delle case regnanti di tutta Europa è l'inventore della cucina italiana di gran classe. In suo onore esiste una Associazione culturale denominata Casa Bergese che organizza corsi, degustazioni, menù tematici.

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO


Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blog  HOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

7 LUOGHI PROIBITI LUOGHI INCANTATI

 
Luoghi proibiti Luoghi incantati raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di mete inconsuete pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/


8 GUIDA ALLA LIGURIA

 
Guida alla Liguria 
raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

9 GUIDA ALL'ITALIA SETTENTRIONALE


 

Guida all’Italia Settentrionale raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

10 GUIDA ALL'ITALIA CENTROMERIDIONALE

 
Guida all’Italia Centro Meridionale 
raccoglie in maniera sistematica le suggestioni di ristoranti, negozi ed alberghi pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/)